Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Anne Elliot    02/04/2016    1 recensioni
Mr. Holmes, attirò subito l'attenzione della sala per la figura alta e raffinata, i bei lineamenti e il portamento nobile, e la voce, che passò di bocca in bocca nel giro di cinque minuti dal suo ingresso, della sua rendita di diecimila sterline l'anno. I signori lo giudicarono un uomo dall'aspetto raffinato, le signore proclamarono che era molto più attraente di Mr. Watson, e fu oggetto di grande ammirazione per circa metà della serata, fino a quando i suoi modi suscitarono una disapprovazione che rovesciò il corso della sua popolarità; si scoprì infatti che era superbo, che si riteneva al di sopra della compagnia e non faceva nulla per rendersi piacevole, e nemmeno la sua vasta tenuta nel Derbyshire poteva salvarlo dall'avere un volto ostile e antipatico, e di non essere degno di paragone col suo amico.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Volume III
Note autore; Salve a tutte/i!
Eccoci all'ultimo volume di questa mia stramba idea. Grazie ancora a chi ha dedicato tempo a questa storia e spero vi sia piaciuta o che comunque abbia riempito e deliziato (come direbbe Jane ^^) qualche ora di una vostra qualsiasi giornata.
Ancora una volta a voi l'ardua sentenza e ancora una volta,

a presto,
Anne ^^


Orgoglio e Pregiudizio


Volume terzo



43

Mentre procedevano, Molly spiava con un certo turbamento il primo apparire dei boschi di Pemberley; e quando alla fine vi si inoltrarono il suo animo era in grande agitazione.
La mente di Molly era troppo colma per fare conversazione, ma vide e ammirò ogni angolo e ogni punto panoramico. Salirono gradatamente per mezzo miglio, e poi si trovarono sulla cima di una considerevole altura, dove finiva il bosco, e lo sguardo era immediatamente catturato da Pemberley House. Era un gran bell'edificio di pietra, ben posizionato su un terreno in salita, con sullo sfondo una fila di alte colline boscose e, di fronte, un corso d'acqua di per sé abbastanza notevole, che diventava man mano più largo. Molly era deliziata. Non aveva mai visto un posto a cui la natura avesse donato di più, o dove le bellezze naturali fossero state così poco intaccate dal cattivo gusto. Erano tutti pieni di ammirazione, e in quel momento si rese conto di che cosa potesse significare essere la padrona di Pemberley!
Alla loro richiesta di visitare il luogo furono condotti nell'atrio. Arrivò la governante; una donna anziana, dall'aria rispettabile, molto meno raffinata, e più cortese, di quanto si fosse aspettata. La seguirono nel salone da pranzo. Molly, dopo averla brevemente esaminata, si diresse verso una finestra per godersi il panorama. Tutto il parco era disposto in modo armonioso, e lei osservò deliziata l'intera scena, il fiume, gli alberi sparsi sulle rive e il percorso sinuoso della valle, che si estendeva a perdita d'occhio. Quando passarono in altre sale il paesaggio assunse aspetti diversi, ma da ogni finestra c'erano bellezze da vedere. Le sale erano alte e belle, e l'arredamento consono alla ricchezza del proprietario; ma Molly vide, ammirando il suo buon gusto, che non era né sfarzoso, né inutilmente ricercato, con meno splendore e più reale eleganza rispetto all'arredamento di Rosings.
"E di questo posto", pensò, "avrei potuto essere la padrona! Queste sale avrebbero potuto essermi familiari! Invece di vederle come un'estranea, avrei potuto godermele come mie, e accogliere gli zii come ospiti. Ma no", riprendendosi, "non sarebbe stato così: avrei dovuto rinunciare ai miei zii; non mi sarebbe mai stato permesso di invitarli."
Fu una riflessione fortunata; la salvò da qualcosa di molto simile al rimpianto.
Aveva un forte desiderio di chiedere alla governante se il suo padrone fosse davvero assente, ma non aveva il coraggio di farlo. Alla fine la domanda fu posta dallo zio, e lei ascoltò con apprensione, mentre la donna rispondeva di sì, aggiungendo, "ma lo aspettiamo domani, con un numeroso gruppo di amici."
In quel momento la zia le chiese di guardare un dipinto. Lei si avvicinò, e vide il ritratto di Mr. Moriarty, appeso tra diverse altre miniature. La zia le chiese, sorridendo, se le piacesse. La governante venne avanti e disse loro che era il ritratto di un giovanotto, il figlio dell'amministratore del defunto padrone, che l'aveva cresciuto a sue spese. "Ora è entrato nell'esercito", aggiunse, "ma temo che sia diventato uno scapestrato."
"E questo", disse, indicando un'altra delle miniature, "è il mio padrone, ed è molto somigliante. È stato dipinto nello stesso periodo dell'altro, quasi otto anni fa."
"Ho sentito molto parlare della bellezza del vostro padrone", disse Mrs. Hudson, guardando il ritratto; "ha un bel volto. Ma, Molly, tu puoi dirci se gli somiglia o no."
Il rispetto della governante per Molly sembrò crescere a questo accenno della sua conoscenza con il padrone.
"La signorina conosce Mr. Holmes?"
Molly arrossì, e disse, "Un po'".
"E non pensate che sia un gentiluomo molto bello, signorina?"
"Sì, molto bello."
"Sono certa di non conoscere nessuno così bello; ma nella galleria di sopra vedrete un suo ritratto migliore e più grande di questo. Questa sala era quella preferita dal mio defunto padrone, e queste miniature sono esattamente quelle di allora. Gli erano molto care." poi attirò la loro attenzione su una di Miss Holmes, dipinta quando aveva solo otto anni.
"E Miss Holmes è bella come il fratello?" disse Mrs. Hudson.
"Oh! sì, la più bella signorina mai vista; e così istruita! Canta e suona per tutto il giorno. Nella prossima sala c'è uno strumento nuovo per lei appena arrivato, un regalo del mio padrone."
Mr. Hudson, i cui modi erano molto disinvolti e piacevoli, la incoraggiò a proseguire con domande e osservazioni.
"Il vostro padrone sta molto a Pemberley nel corso dell'anno?"
"Non quanto vorrei, signore; ma posso dire che passa qui circa metà del tempo, e Miss Holmes è sempre a casa nei mesi estivi."
"Se il vostro padrone si sposasse lo vedreste di più."
"Sì, signore; ma non so quando questo succederà. Non so chi potrà mai essere alla sua altezza."
Mr. e Mrs. Hudon sorrisero. Molly non poté fare a meno di dire, "Gli fa molto onore, ne sono certa, che voi la pensiate così."
"Non dico nulla di più della verità, e di quello che dicono tutti quelli che lo conoscono", replicò l'altra. Molly pensò che stesse alquanto esagerando, e ascoltò con crescente stupore mentre la governante aggiungeva, "da lui non ho mai ricevuto una parola sgarbata in vita mia, e lo conosco da quando aveva quattro anni."
Questo era, fra tutti gli altri, l'elogio più straordinario. Che non avesse un buon carattere ne era stata sempre convinta. Si risvegliò tutta la sua attenzione; voleva tanto ascoltare di più, e fu grata allo zio quando disse,
"Ci sono molte poche persone delle quali si possa dire altrettanto. Siete fortunata ad avere un padrone del genere."
"Sì, signore, so di esserlo. Ma ho sempre notato che chi ha un'indole buona da bambino ha un'indole buona da grande, e lui è sempre stato il ragazzo con il carattere più dolce, con il cuore più generoso del mondo."
Molly non riusciva quasi a staccarle gli occhi di dosso. "Come può essere, questo, Mr. Holmes!" pensò.
"Il padre era una persona eccellente", disse Mrs. Hudson.
"Sì, signora, lo era davvero, e il figlio sarà proprio come lui, ugualmente affabile con i poveri."
Molly ascoltava, si meravigliava, dubitava, ed era impaziente di sentire di più.
"È il migliore dei proprietari terrieri, e il migliore dei padroni", disse la governante, "che sia mai esistito. Non c'è nemmeno uno dei suoi affittuari o dei suoi servitori che non parli bene di lui. Qualcuno lo definisce orgoglioso, ma vi posso assicurare di non essermene mai accorta. Per quanto ne so, è solo perché non fa tante chiacchiere come gli altri giovanotti."
"Questa ottima descrizione di lui", sussurrò la zia, mentre si incamminavano, "non è affatto coerente con il suo comportamento verso il nostro povero amico."
"Forse potremmo essere stati ingannati."
"Non è molto probabile; la nostra fonte era troppo attendibile."
Una volta raggiunto lo spazioso corridoio al piano di sopra, fu mostrato loro un salottino molto grazioso, arredato di recente con maggiore eleganza e leggerezza degli ambienti del piano di sotto, e furono informati che era stato appena terminato, per far piacere a Miss Holmes.
"È certamente un buon fratello", disse Molly, mentre si avvicinava a una delle finestre.
"E lui si comporta sempre così", aggiunse la donna. "Non c'è nulla che non farebbe per lei."
La galleria dei dipinti, e due o tre delle principali camere da letto, era tutto quello che restava da vedere.
Nella galleria c'erano molti ritratti di famiglia, Molly continuò a camminare in cerca della sola faccia che fosse in grado di riconoscere. Alla fine ci arrivò, e vide una forte somiglianza con Mr. Holmes, con un sorriso che ricordava di avergli visto in volto in qualche occasione, quando la guardava. Stette diversi minuti di fronte al quadro in muta contemplazione, e ci tornò di nuovo prima che lasciassero la galleria.
In quel momento c'era, nella mente di Molly, una sensazione verso l'originale più benevola di quella che aveva mai provato al culmine della loro frequentazione. Gli encomi elargiti dalla governante non erano da sottovalutare. Quale elogio è più prezioso di quello di un domestico intelligente? Tutti i giudizi espressi dalla governante deponevano a favore del suo carattere, e mentre era davanti alla tela che lo raffigurava, e fissava gli occhi di lui che la guardavano, pensò alla sua stima con un sentimento di gratitudine più profonda di quanta ne avesse mai provata prima; rammentò il suo ardore, e minimizzò l'improprietà del linguaggio.
Quando ebbero visto tutto quello che della casa era aperto al pubblico, tornarono al piano di sotto, e furono affidati al giardiniere, che era venuto loro incontro all'ingresso.
Mentre camminavano sul prato verso il fiume, Molly si voltò per dare un altro sguardo; anche lo zio e la zia si fermarono, e mentre il primo faceva ipotesi sulla data di costruzione, il proprietario in persona apparve all'improvviso, venendo verso di loro dalla strada che conduceva alle stalle.
Erano a meno di venti metri di distanza, e la sua comparsa era stata così repentina che sarebbe stato impossibile non vederlo. I loro occhi si incontrarono all'istante, e sulle guance di entrambi si diffuse un violento rossore. Lui sobbalzo di scatto, e per un attimo sembrò paralizzato dalla sorpresa, ma si riprese subito, avanzò verso di loro, e si rivolse a Molly, se non con un tono perfettamente composto, almeno con assoluta cortesia.
Lei si era girata d'istinto per andarsene, ma, bloccata dall'avvicinarsi di lui, accolse i suoi ossequi con un imbarazzo impossibile da vincere. Gli Hudson rimasero un po' discosti mentre lui stava parlando con la nipote, che, stupita e confusa, a malapena alzava lo sguardo sul suo volto, e non sapeva che risposte dare alle cortesi domande circa la sua famiglia. Sbalordita dal cambiamento nei suoi modi rispetto a quando si erano separati l'ultima volta, ogni frase che lui pronunciava accresceva il suo imbarazzo, e tutte le sensazioni che le si affacciarono alla mente sulla sconvenienza di essersi fatta trovare là, nei pochi minuti in cui stettero insieme, furono le più sgradevoli che avesse mai provato in vita sua. Ma neanche lui sembrava molto a suo agio; mentre parlava, il tono della voce non aveva nulla della sua usuale compostezza, e ripeté talmente spesso e in fretta le domande su quando avessero lasciato Longbourn e sul loro soggiorno nel Derbyshire, da far capire chiaramente quanto fossero confusi i suoi pensieri.
Alla fine, sembrò aver esaurito gli argomenti, e, dopo essere rimasto qualche istante senza dire una parola, di colpo si ricompose e prese congedo.
Allora gli altri la raggiunsero, e manifestarono la loro ammirazione per il suo aspetto, ma Molly non sentì una parola e, tutta presa dalle proprie sensazioni, li seguì in silenzio. Era sopraffatta dalla vergogna e dall'irritazione. Essere andata lì era stata la cosa più infelice, la più sconsiderata al mondo! Come doveva essergli sembrato strano! Oh! perché era venuta? o anche, perché lui era arrivato in questo modo, un giorno prima del previsto? Se avessero finito solo con dieci minuti di anticipo sarebbero stati al sicuro dai suoi giudizi, poiché era evidente come fosse arrivato in quel momento, come fosse sceso in quel momento da cavallo. Continuava ad avvampare ripensando a quell'incontro così disgraziato. E il comportamento di lui, così incredibilmente cambiato, che poteva significare? Il solo fatto che le avesse rivolto la parola era sorprendente! ma parlare con un tale garbo, informarsi della sua famiglia! In vita sua non l'aveva mai visto comportarsi in modo così poco solenne, mai le aveva parlato con tanta gentilezza come in quell'incontro inaspettato. Non sapeva che cosa pensare, o come spiegarselo.
Ora stavano camminando in uno splendido viale di fianco al corso d'acqua ma a Molly ci volle un po' prima di accorgersene. I suoi pensieri erano fissi a quel punto di Pemberley House, quale che fosse, dove ora si trovava Mr. Holmes. Voleva tanto sapere che cosa gli stesse passando per la mente in quel momento, che cosa stesse pensando di lei, e se, a dispetto di tutto, lei gli fosse ancora cara.
Alla fine i commenti dei suoi compagni sul fatto che fosse con la testa tra le nuvole la fecero tornare in sé, e capì che era necessario mostrarsi com'era suo solito.
Mr. Hudson espresse il desiderio di fare il giro completo del parco, ma temeva che potesse essere ben più di una passeggiata. Con un sorriso trionfante, furono informati che il perimetro era di dieci miglia. Questo risolse la questione, e proseguirono nel giro consueto, che li riportò sul bordo del corso d'acqua, in una delle sue parti più strette. Lo attraversarono su un ponte rustico; era il punto meno alterato tra quelli che avevano già visitato, e la valle, qui ridotta a uno stretto passaggio, lasciava spazio solo per il torrente e per un angusto sentiero in mezzo a un sottobosco selvatico che lo costeggiava. Molly avrebbe voluto esplorarne i meandri, ma una volta attraversato il ponte, e capito la distanza che li separava dalla casa, Mrs. Hudson non se la sentì di andare oltre, e pensò solo a tornare il più presto possibile alla carrozza. La nipote fu perciò costretta a obbedire, e si avviarono verso la casa sul lato opposto del fiume, la via più diretta; ma procedevano lenti, poiché Mr. Hudson amava molto la pesca, ed era talmente impegnato a controllare nell'acqua l'occasionale apparizione di una trota, e a parlarne con il giardiniere, da avanzare pochissimo. Mentre procedevano così lentamente, furono di nuovo sorpresi, e lo stupore di Molly fu pari a quello precedente, nel vedere che Mr. Holmes si stava avvicinando, e a non grande distanza. Dato che il sentiero lì era meno riparato di quello dall'altro lato, riuscirono a vederlo prima che si incontrassero. Molly, per quanto stupita, era comunque più preparata di prima a un colloquio, e decise di mostrarsi calma e di parlare tranquillamente. Con un'occhiata si rese conto che non aveva perso nulla della recente cortesia e, per adeguarsi alla sua gentilezza, iniziò, non appena incontratisi, ad ammirare la bellezza del luogo; ma non era andata più in là delle parole "delizioso" e "incantevole" quando fu bloccata da ricordi spiacevoli, e immaginò che un elogio di Pemberley da parte sua avrebbe potuto essere interpretato in modo malizioso. Cambiò colore, e non disse più nulla.
Mrs. Hudson era rimasta un po' indietro, e quando lei rimase in silenzio, lui le chiese di fargli l'onore di presentarlo ai suoi amici. Era un eccesso di cortesia al quale era del tutto impreparata, e poté a stento reprimere un sorriso, all'idea che lui stesse ora chiedendo di conoscere le stesse persone verso le quali il suo orgoglio si era ribellato, nella dichiarazione che le aveva fatto.
La presentazione fu fatta immediatamente, e quando rivelò la parentela che c'era con lei, gli lanciò un'occhiata maliziosa, per vedere come l'avrebbe presa. Che fosse sorpreso era evidente; comunque, sopportò la cosa con fermezza, e ben lungi dall'andarsene, tornò indietro con loro, e si mise a chiacchierare con Mr. Hudson. Molly non poteva non essere compiaciuta, non poteva non sentirsi trionfante. Era consolante fargli sapere di avere parenti per i quali non c'era nessun bisogno di arrossire. Ascoltò con molta attenzione tutto ciò che si dicevano, e si sentì fiera di ogni espressione, di ogni frase dello zio.
La conversazione passò subito alla pesca, e lei sentì Mr. Holmes invitare lo zio, con la massima cortesia, a venire a pescare lì quanto volesse, mentre era nei dintorni, offrendosi nello stesso tempo di fornirgli l'attrezzatura, e indicandogli quelle parti del torrente che di solito erano più pescose. Mrs. Hudson, che camminava sottobraccio a Molly, le diede un'occhiata che esprimeva la sua meraviglia. Molly non disse nulla, ma ne fu estremamente gratificata; il complimento era sicuramente tutto per lei. Il suo stupore, tuttavia, era grandissimo, e si andava continuamente ripetendo, "Perché è così cambiato? A che cosa è dovuto? Non può essere per me, non può essere per amor mio che i suoi modi si sono così addolciti. I miei rimproveri a Hunsford non possono aver causato un cambiamento come questo. È impossibile che sia ancora innamorato di me."
Dopo aver passeggiato in questo modo per un po', le due signore davanti, i due gentiluomini dietro, nel riprendere i loro posti, dopo essere scesi sul bordo del fiume per osservare meglio alcune curiose piante acquatiche, ci fu l'opportunità di un piccolo cambiamento. La causa fu Mrs. Hudson, che trovò che il braccio di Molly fosse inadeguato a sostenerla, e di conseguenza preferì quello del marito. Mr. Holmes prese il suo posto accanto alla nipote e proseguirono insieme. Dopo un breve silenzio, fu la signorina a parlare per prima. Voleva fargli sapere che prima di venire si era accertata della sua assenza, e quindi iniziò osservando che il suo arrivo era stato del tutto inaspettato. Lui riconobbe la correttezza di tutto ciò, e disse che il suo arrivo qualche ora prima delle persone con le quali aveva viaggiato era dovuto a una faccenda da sistemare col suo amministratore. "Mi raggiungeranno nelle prime ore di domattina", proseguì, "e tra loro ce ne sono alcuni che possono vantarsi di conoscervi... Mr. Watson e la sorella."
Molly rispose solo con un leggero inchino. I suoi pensieri furono istantaneamente ricondotti al momento in cui il nome di Mr. Watson era stato pronunciato l'ultima volta tra di loro, e, a giudicare dal colorito di lui, la sua mente non era impegnata in modo molto diverso.
"C'è anche un'altra persona nel gruppo", proseguì lui dopo una pausa, "che desidera particolarmente conoscervi; mi permetterete di presentarvi mia sorella durante il vostro soggiorno a Lambton?"
La sorpresa per una richiesta del genere fu davvero grande. Si rese immediatamente conto che qualunque desiderio avesse Miss Holmes di conoscerla, doveva essere frutto del fratello; era gratificante sapere che il suo risentimento non aveva fatto sì che lui pensasse veramente male di lei.
Ora camminavano in silenzio, tutti e due immersi nei propri pensieri. Superarono ben presto gli altri, e quando raggiunsero la carrozza Mr. e Mrs. Hudson erano rimasti indietro di mezzo miglio.
Lui allora la invitò a entrare in casa, ma lei affermò di non essere stanca, e aspettarono insieme sul prato. In un momento come quello si sarebbe potuto dire molto, e il silenzio fu molto imbarazzante. Lei voleva parlare, ma sembrava esserci come un veto per ogni argomento. Alla fine si ricordò che erano in viaggio, e parlarono di Matlock e di Dove Dale con molta perseveranza. Ma il tempo e la zia si muovevano lentamente, e pazienza e idee si erano quasi esaurite prima che terminasse quel tête-à-tête. Una volta arrivati Mr. e Mrs. Hudson, lui insistette con tutti affinché entrassero in casa per qualche rinfresco, ma l'invito fu rifiutato, e si separarono con la massima e reciproca cortesia. Mr. Holmes aiutò le signore a salire in carrozza, e mentre si allontanavano, Molly lo vide camminare lentamente verso casa.
Cominciarono ora i commenti degli zii; e tutti e due affermarono che Mr. Holmes era infinitamente superiore a quanto si erano aspettati.

44

Molly aveva capito che Mr. Holmes avrebbe portato la sorella a farle visita il giorno successivo al suo arrivo a Pemberley e, di conseguenza, aveva deciso di non allontanarsi troppo dalla locanda per l'intera mattinata. Ma la sua conclusione si rivelò sbagliata, poiché i visitatori vennero proprio la mattina dopo il loro arrivo a Lambton. Lei e gli zii erano andati a passeggio con alcuni loro nuovi amici, ed erano appena tornati alla locanda per cambiarsi e pranzare con quella famiglia, quando il rumore di una carrozza li fece affacciare a una finestra, e videro venire su per la strada un gentiluomo e una signora in un calesse. Molly riconobbe immediatamente la livrea e sorprese non poco i suoi parenti, rendendoli partecipi dell'onore che l'aspettava. Gli zii erano stupefatti, e l'imbarazzo che lei dimostrò nel parlare, unito all'avvenimento in sé, e ai molti avvenimenti del giorno precedente, suscitarono in loro che non c'era altro modo di giustificare attenzioni del genere provenienti da quella direzione, se non un particolare interesse per la nipote. Mentre la loro mente elaborava questa idea appena partorita, il turbamento di Molly andava man mano crescendo.
Apparvero Miss Holmes e il fratello, e la presentazione ebbe luogo. Molly vide con stupore che la sua nuova conoscenza era imbarazzata almeno quanto lei. Da quando era a Lambton aveva sentito dire che Miss Holmes era estremamente orgogliosa, ma fu sufficiente osservarla per pochi minuti per convincersi che era solo estremamente timida. Le riuscì difficile ottenere da lei anche una sola parola che non fosse un monosillabo.
Non erano insieme da molto, quando Holmes disse che anche Watson stava venendo a farle visita, e lei ebbe appena il tempo di esprimere la sua soddisfazione, e di preparasi a riceverlo, quando si udì il passo veloce di Watson per le scale, e un istante dopo lui entrò nella stanza. Tutta la collera di Molly verso di lui era da tempo svanita, ma, anche se ne avesse provata ancora, sarebbe stato difficile mantenerla inalterata di fronte alla spontanea cordialità con la quale si espresse nel rivederla. Si informò in modo amichevole sulla sua fa-miglia, e parlava e si comportava con la stessa allegra disinvoltura di sempre.
L'interesse per lui da parte di Mr. e Mrs. Hudson era a malapena inferiore al suo. Da tempo avevano un forte desiderio di conoscerlo. L'intero gruppo di fronte a loro, a dire il vero, suscitava una intensa attenzione. I sospetti che si erano appena affacciati circa Holmes e la nipote li indussero a osservare entrambi con viva, anche se cauta, curiosità, e questa osservazione li portò ben presto a essere convinti che almeno uno di loro sapesse che cosa vuol dire essere innamorato. Sui sentimenti della signorina rimasero un po' in dubbio, ma che il gentiluomo fosse traboccante di ammirazione era più che evidente.
Vedendo Watson i suoi pensieri corsero naturalmente alla sorella; e con quanto ardore avrebbe voluto sapere se qualcuno di quelli di lui fosse andato nella stessa direzione. Di certo non era possibile ingannarsi sul comportamento che aveva nei confronti di Miss Holmes, che era stata presentata come una rivale di Mary. Da parte di entrambi non ci fu nulla che rivelasse un interesse particolare. Ci furono due o tre piccoli dettagli prima che si separassero che, nella sua ansiosa interpretazione, indicarono il ricordo di Mary, non privo di tenerezza, e il desiderio di dire qualcosa che potesse condurre a parlare di lei, se solo avesse osato. In un momento in cui gli altri stavano chiacchierando tra loro, lui aveva osservato che era passato molto tempo da quando aveva avuto il piacere di incontrarla, e, prima che lei potesse replicare, aveva aggiunto, "Sono quasi otto mesi. Non ci vediamo dal 26 novembre, quando siamo stati tutti insieme al ballo di Netherfield."
Molly si compiacque di quella memoria così precisa, e lui dopo un po' colse l'occasione per chiederle se tutte le sue sorelle fossero a Longbourn. Non c'era molto in questa domanda, né nella precedente osservazione, ma c'era uno sguardo e un modo di fare che le rendevano significative.
Non le capitò spesso di poter rivolgere lo sguardo a Mr. Holmes, ma, ogni volta che gli lanciò un'occhiata, vide un'espressione di generale compiacimento, e in tutto ciò che diceva sentì un accento così privo di alterigia o disprezzo verso gli altri, da convincerla che il miglioramento nei suoi modi di cui era stata testimone il giorno precedente, per quanto temporaneo potesse dimostrarsi, era sopravvissuto almeno per un giorno.
Gli ospiti rimasero per circa mezzora, e quando si alzarono per andarsene Mr. Holmes invitò la sorella a unirsi a lui nell'esprimere il desiderio di vedere Mr. e Mrs. Hudson, e Miss Hooper, a pranzo a Pemberley prima di partire. Miss Holmes, anche se con una insicurezza che faceva capire quanto fosse poco abituata a fare inviti, obbedì prontamente. Mrs. Hudson si azzardò a impegnarsi per tutti, e la data fu fissata per due giorni dopo.
Quella sera i pensieri di Molly erano rivolti a Pemberley più di quella precedente, e la serata non fu lunga abbastanza da farle capire quali fossero i suoi sentimenti verso qualcuno in quella dimora; e rimase sveglia per ben due ore, cercando di farli emergere. Di certo non lo odiava. No, l'odio era svanito da tempo, e da quasi altrettanto tempo si vergognava persino di aver provato quella che poteva essere definita un'antipatia verso di lui. Al di sopra di tutto, c'era in lei un motivo di benevolenza che non poteva essere tralasciato. Era la gratitudine. Gratitudine, non semplicemente per averla amata, ma per amarla ancora abbastanza da perdonare la petulanza e l'acrimonia del suo modo di rifiutarlo, e tutte le accuse ingiuste che avevano accompagnato il suo rifiuto. Lui che, come aveva immaginato, l'avrebbe evitata come la sua più grande nemica, sembrava estremamente ansioso di preservare la conoscenza, e senza far mostra di nessuna premura sconveniente, o di atteggiamenti particolari che coinvolgessero solo loro due, aveva cercato la stima dei suoi parenti, e si era speso per farle conoscere la sorella. Un tale cambiamento in un uomo così orgoglioso, suscitava non solo stupore ma gratitudine... per l'amore, l'amore appassionato a cui era da attribuire; e l'impressione suscitata in lei era stata tale da essere incoraggiata, poiché tutt'altro che spiacevole, sebbene non potesse essere esattamente definita. Lo rispettava, lo stimava, gli era grata, provava un reale interesse per il suo bene, e voleva solo sapere quanto quel bene dipendesse da lei, e quanto avrebbe fatto la felicità di entrambi se lei avesse usato il suo potere per indurlo a rinnovare la sua dichiarazione.
Tra la zia e la nipote era stato deciso che una evidente cortesia come quella di Miss Holmes di andare a trovarli lo stesso giorno del suo arrivo a Pemberley doveva essere imitata, sebbene non potesse essere eguagliata, da una qualche dimostrazione di gentilezza da parte loro, e, di conseguenza, che sarebbe stato opportuno farle visita a Pemberley il giorno seguente. Sarebbero perciò andate. Molly ne fu contenta, anche se, quando se ne chiese il motivo, ebbe ben poco da dire in risposta.
Mr. Hudson le lasciò subito dopo colazione. Il giorno prima era stato rinnovato il progetto di andare a pesca, e preso un concreto impegno per incontrarsi con i signori di Pemberley a mezzogiorno.

45

Convinta com'era Molly che l'antipatia di Miss Watson nei suoi confronti avesse origine dalla gelosia, non poté fare a meno di pensare a come la sua comparsa a Pemberley le dovesse risultare sgradita.
Arrivate alla casa, furono condotte, attraverso l'atrio, nel salone.
In questa stanza furono accolte da Miss Holmes, che era in compagnia di Miss Watson e della dama di compagnia con la quale viveva a Londra. L'accoglienza di Harriet fu molto cortese, ma accompagnata da tutto l'imbarazzo che, sebbene dovuto alla timidezza e alla paura di sbagliare, avrebbero dato a coloro che si sentivano inferiori l'impressione che fosse orgogliosa e distaccata. Mrs. Hudson e la nipote, comunque, la capirono e la compatirono.
Da parte di Miss Watson furono degnate solo di una riverenza e, una volta accomodatesi, seguì per qualche istante una pausa. La ruppe per prima Mrs. Annesley, una donna garbata e dall'aspetto simpatico e lei e Mrs. Hudson, con l'occasionale aiuto di Molly, portarono avanti la conversazione. Miss Holmes sembrava desiderosa di avere il coraggio sufficiente per unirsi a loro, e talvolta azzardò qualche breve frase, quando c'era meno pericolo di essere sentita.
Molly si accorse ben presto di essere controllata da Miss Watson, e di non poter dire nemmeno una parola, specialmente a Miss Holmes, senza richiamare la sua attenzione. Questa consapevolezza non le avrebbe impedito di cercare di parlare con quest'ultima, se non fossero state sedute a una distanza scomoda; ma non le dispiacque di essere sollevata dalla necessità di dire molto. Era occupata dai propri pensieri. A ogni istante si aspettava che qualcuno dei signori entrasse nella stanza. Desiderava e temeva che il padrone di casa si unisse a loro, e non riusciva a decidere se fosse maggiore il desiderio o il timore.
L'altro diversivo offerto alla loro visita fu prodotto dall'ingresso di alcuni domestici con carne fredda, dolci, e una varietà di tutti i migliori frutti di stagione.
Mentre erano così impegnate, Molly ebbe un'ottima opportunità per decidere se avesse più desiderio o più timore della comparsa di Mr. Holmes, offertale dalle sensazioni che prevalsero quando lui entrò nella stanza; e allora, anche se solo un istante prima aveva creduto che fosse predominante il desiderio, iniziò a rammaricarsi per la sua venuta.
Lui era stato per un po' con Mr. Hudson, che, con due o tre altri signori della casa, era impegnato sul fiume, e l'aveva lasciato solo quando aveva appreso che le signore della sua famiglia avevano intenzione di far visita a Harriet quella mattina. Non appena apparve, Molly prese la saggia decisione di restare calma e a proprio agio; una decisione molto opportuna da prendere, ma forse non altrettanto facile da mantenere, poiché si rendeva conto che i sospetti di tutti erano rivolti su di loro. In nessuno la curiosità era così fortemente accentuata come in quello di Miss Watson, nonostante i sorrisi che le si diffondevano in volto ogniqualvolta si rivolgeva a uno dei due interlocutori che le interessavano, poiché la gelosia non l'aveva ancora resa priva di speranza, e le sue attenzioni verso Mr. Holmes non erano affatto cessate. Miss Holmes, dopo l'arrivo del fratello, fece sforzi molto maggiori per parlare, e Molly capì che lui era molto ansioso che lei e la sorella entrassero in confidenza, e favoriva il più possibile ogni tentativo di conversazione tra loro due. Anche Miss Watson lo capì, e, con l'imprudenza della collera, colse la prima occasione per dire, con beffarda cortesia,
"Di grazia, Miss Molly, è vero che la milizia ha lasciato Meryton? Dev'essere una grande perdita per la vostra famiglia."
In presenza di Holmes non osò pronunciare il nome di Moriarty, ma Molly comprese che in cima ai suoi pensieri c'era lui, e i vari ricordi legati a quel nome gli procurarono un istante di angoscia; ma, sforzandosi con vigore di respingere quell'attacco maligno, ripose subito alla domanda con un tono di passabile indifferenza. Mentre parlava, un'occhiata involontaria le rivelò un Holmes con un colorito molto acceso, con lo sguardo ardente rivolto verso di lei, mentre la sorella era sopraffatta dall'imbarazzo e incapace di sollevare lo sguardo. Se Miss Watson avesse saputo quale angoscia stesse provocando nel suo beneamato amico, si sarebbe senza dubbio trattenuta dal fare quell'allusione, ma la sua intenzione era solo quella di mettere in imbarazzo Molly. Non una sillaba le era giunta all'orecchio della premeditata fuga d'amore di Miss Holmes.
La compostezza di Molly, tuttavia, acquietò presto la sua emozione, e dato che Miss Watson, irritata e delusa, non osò alludere più da vicino a Moriarty, anche Harriet si riprese in breve tempo, anche se non abbastanza da essere in grado di dire altro. Il fratello, del quale temeva di incrociare lo sguardo, aveva quasi dimenticato il ruolo da lei avuto in quella storia, e proprio ciò che era stato concepito per distogliere i suoi pensieri da Molly, sembrò concentrarli su di lei ancora di più, e con maggiore trasporto.
La visita non si protrasse a lungo e mentre Mr. Holmes le accompagnava alla carrozza, Miss Watson diede sfogo ai suoi sentimenti criticando l'aspetto, il comportamento e l'abbigliamento di Molly. Ma Harriet non si volle unire a lei. L'opinione del fratello era sufficiente ad assicurarle il suo favore, il suo giudizio non poteva essere sbagliato, e lui aveva parlato di Molly in termini tali da non lasciare a Harriet nessun'altra possibilità se non quella di considerarla incantevole e simpatica. Quando Holmes tornò nel salone, Miss Watson non poté fare a meno di ripetere qualcosa di quello che aveva detto alla sorella.
"Che brutto aspetto aveva Molly Hooper stamattina, Mr. Holmes", esclamò; " È diventata talmente scura e volgare! "
Per quanto poco un discorso del genere potesse fargli piacere, Mr. Holmes si accontentò di una fredda replica, dicendo di non aver notato altri cambiamenti se non il fatto che fosse piuttosto abbronzata, una conseguenza non straordinaria del viaggiare d'estate.
"Da parte mia", insistette lei, "devo confessare di non aver mai visto nessuna bellezza in lei. Mi ricordo, quando l'abbiamo conosciuta per la prima volta nell'Hertfordshire, quanto ci siamo stupiti venendo a sapere che era considerata una bellezza; e rammento in modo particolare quello che avete detto una sera, «Lei una bellezza! Sarebbe come dire che la madre è un genio.» Ma in seguito è sembrata migliorare ai vostri occhi, e credo che un tempo l'abbiate ritenuta piuttosto graziosa."
"Sì", replicò Holmes, che non riuscì a contenersi oltre, "ma questo è successo solo quando l'ho vista per la prima volta, poiché sono ormai molti mesi che la considero come una delle più belle donne di mia conoscenza."
Poi se ne andò, e Miss Watson fu lasciata a tutta la soddisfazione di averlo costretto a dire qualcosa che non arrecava pena a nessuno se non a lei.

46

Molly era rimasta molto delusa nel non trovare una lettera di Mary, al loro arrivo a Lambton, e questa delusione si era rinnovata ogni giorno trascorso lì; ma il terzo il suo scontento ebbe fine, e la sorella fu assolta, dall'arrivo contemporaneo di due lettere, su una delle quali era indicato che era stata spedita erroneamente altrove.
All'arrivo delle lettere stavano giusto preparandosi per una passeggiata, e gli zii, lasciandola a godersele con calma, uscirono da soli. Quella inoltrata erroneamente era sicuramente la prima da considerare; era stata scritta cinque giorni prima. All'inizio c'era un resoconto di tutti i loro piccoli ricevimenti e impegni; ma l'altra metà, datata un giorno dopo e scritta in uno stato di evidente agitazione, forniva informazioni più importanti. Era di questo tenore:

Da quando ho scritto quanto sopra, carissima Molly, è successo qualcosa di inaspettato e di natura molto seria. Quello che ho da dire riguarda la povera Janine. Ieri sera a mezzanotte è arrivato un espresso dal colonnello Forster, per informarci che era scappata in Scozia con uno dei suoi ufficiali: Moriarty! Immagina la nostra sorpresa. A Philippa, tuttavia, la cosa non sembrava del tutto inaspettata. Sono molto, molto addolorata. Un'unione così imprudente da entrambe le parti! Ma voglio sperare per il meglio, e che il carattere di lui sia stato frainteso. La sua scelta è perlomeno disinteressata, poiché sa di certo che nostro padre non può darle nulla. La povera mamma è estremamente afflitta. Come sono sollevata dal fatto che non abbiamo detto a nessuno di loro tutto quello che si dice su Moriarty. Si suppone che siano fuggiti sabato sera, verso mezzanotte, ma la cosa non è stata scoperta fino a ieri mattina alle otto. L'espresso è stato spedito immediatamente. Il colonnello Forster ci ha dato motivo di aspettarci che presto sarà qui. Janine ha lasciato poche righe per la moglie, informandola delle loro intenzioni. Devo concludere, perché non posso stare a lungo lontana dalla povera mamma. Temo che non riuscirai a cavarne molto, ma a malapena so quello che ho scritto.”

Senza concedersi il tempo di riflettere, e senza nemmeno capire bene ciò che provava, Molly, finita quella lettera, afferrò immediatamente l'altra e, aprendola con la massima impazienza, lesse quanto segue; era stata scritta un giorno dopo la conclusione della prima.

A quest'ora, mia carissima sorella, avrai ricevuto la mia lettera scritta di corsa; vorrei che questa fosse più comprensibile ma la mia mente è così confusa che non posso rispondere della sua coerenza. Carissima Molly, ho cattive notizie per te. Per quanto imprudente possa essere il matrimonio tra Mr. Moriarty e la nostra povera Janine, ormai siamo ansiosi di assicurarci che abbia avuto luogo, poiché ci sono troppi motivi per temere che non siano andati in Scozia. Il colonnello Forster è arrivato ieri. Sebbene la breve lettera di Janine a Mrs. Forster facesse capire che stessero andando a Gretna Green *, Denny ha fatto trapelare qualcosa circa la sua convinzione che M. non avesse affatto intenzione di andarci, né di sposare Janine, il che è stato riferito al colonnello F., che, messo immediatamente in allarme, è partito con l'intenzione di seguire le loro tracce. Tutto ciò che si sa è che sono stati visti proseguire sulla strada per Londra. Non so che cosa pensare. Dopo aver fatto ogni possibile ricerca in direzione di Londra, il colonnello F. si è diretto nell'Hertfordshire, proseguendo con ansia le ricerche ma senza alcun successo. Con la massima cortesia e sollecitudine è venuto a Longbourn, e ha condiviso con noi le sue apprensioni in un modo che gli ha fatto onore. La nostra angoscia, mia cara Molly, è davvero grande. Il babbo e la mamma sono convinti del peggio, ma io non posso pensare così male di lui. Mi addolora, tuttavia, vedere che il colonnello F. non è propenso a credere al loro matrimonio; ha detto di temere che M. non sia un uomo di cui fidarsi. La povera mamma sta davvero male e quanto al babbo, in vita mia non l'ho mai visto così colpito. La povera Philippa è in collera per aver nascosto i loro rapporti, ma dato che le erano stati rivelati in via confidenziale la cosa non può meravigliare. Sono davvero contenta, carissima Molly, che ti sia stato risparmiato qualcosa di queste scene angosciose, ma ora che il colpo iniziale è passato, posso confessare che vorrei tanto che tu tornassi? Non sono così egoista, tuttavia, da insistere, se dovesse essere un incomodo.
Addio.
Prendo di nuovo la penna per fare quello che ti avevo appena detto di non voler fare, ma le circostanze sono tali che non posso fare a meno di pregare ardentemente tutti voi di tornare. Il babbo parte subito per Londra con il colonnello Forster, per tentare di trovarla. Che cosa intenda fare, non lo so proprio; ma l'angoscia è troppa per permettergli di prendere qualsiasi decisione nel modo migliore e più sicuro, e il colonnello Forster è costretto a tornare a Brighton domani sera. In una circostanza simile il consiglio e l'aiuto dello zio sarebbero la cosa migliore del mondo; capirà subito ciò che provo, e conto sulla sua bontà.”

"Oh! dov'è, dov'è mio zio?", esclamò Molly, balzando dalla sedia non appena finita la lettera, impaziente di raggiungerlo ma mentre si apprestava a uscire, la porta fu aperta da un domestico, e apparve Mr. Holmes. Il pallore del viso e i modi impetuosi di lei lo fecero trasalire, e prima che potesse riprendersi abbastanza per parlare, lei, nella cui mente tutto era sovrastato dalla situazione di Janine, esclamò precipitosamente, "vi prego di scusarmi, ma devo lasciarvi. Devo cercare subito Mr. Hudson; non ho un istante da perdere."
"Buon Dio! che cosa è successo?", esclamò lui, con più emozione che cortesia; poi, riprendendosi, "non vi tratterrò un solo momento, ma lasciatemi, o lasciate che il domestico vada a cercare Mr. e Mrs. Hudson. Non state bene... non potete andarci voi."
Molly esitò, ma le tremavano le ginocchia, e capì quanto poco sarebbe servito andare lei stessa a cercarli. Richiamò quindi il domestico, e gli affidò il compito di riportare a casa il padrone e la padrona.
Una volta uscito il domestico, si sedette, incapace di reggersi in piedi e con un'aria così affranta che fu impossibile per Holmes lasciarla, o trattenersi dal dire, in tono di gentilezza e commiserazione, "Lasciate che chiami la vostra cameriera. Non c'è nulla che possa portarvi, per darvi un po' di sollievo? Un bicchiere di vino; ve ne procuro uno? State davvero male."
"No, grazie", rispose lei, cercando di riprendersi. "La cosa non riguarda me. Sto benissimo; sono solo angosciata per delle terribili notizie che ho appena ricevuto da Longbourn."
Solo a parlarne, scoppiò in lacrime, e per qualche minuto non poté dire una parola. Holmes, in tormentata attesa, poté solo dire qualche confusa parola di partecipazione, e osservarla in un compassionevole silenzio. Alla fine, lei parlò di nuovo. "Ho appena ricevuto una lettera da Mary, con terribili notizie. La mia sorella minore ha abbandonato i suoi amici... è fuggita... si è messa nelle mani di... di Mr. Moriarty. Sono partiti insieme da Brighton. Voi lo conoscete troppo bene per dubitare del seguito. Lei non ha denaro, non ha conoscenze, nulla che possa tentarlo a... è perduta per sempre."
Holmes la fissava sbalordito. "Quando penso", aggiunse lei, con voce ancora più agitata, "che io avrei potuto impedirlo! Se avessi rivelato alla mia famiglia solo una piccola parte di quello che avevo appreso, questo non sarebbe successo. Ma ormai è tardi, è troppo tardi."
"Sono davvero addolorato", esclamò Holmes, "addolorato... sconvolto. Ma è certo, assolutamente certo?"
"Oh, sì! Hanno lasciato insieme Brighton domenica sera, e se ne sono potute seguire le tracce quasi fino a Londra, ma non oltre; di sicuro non sono andati in Scozia."
"E che cosa è stato fatto, che cosa è stato tentato, per ritrovarla?"
"Mio padre è andato a Londra, e Mary ha scritto per chiedere l'immediato aiuto di mio zio. Ma non si può fare nulla; so benissimo che non si può fare nulla. Come si può agire con un uomo del genere? Come riuscire solo a scoprirli? Non ho la minima speranza."
Holmes scosse la testa in un tacito consenso.
"Quando ho aperto gli occhi sul suo vero carattere. Oh! se avessi saputo che cosa avrei dovuto, che cosa avrei dovuto avere il coraggio di fare! Ma non lo sapevo... temevo di fare troppo. Disgraziato, disgraziato errore!"
Holmes non rispose. Sembrava a malapena ascoltarla, e andava su e giù per la stanza in profonda meditazione, la fronte contratta, l'aria cupa. Molly lo notò subito, e capì. Il suo potere stava crollando; tutto doveva crollare di fronte a una tale prova di debolezza da parte della sua famiglia, a una tale certezza di un disonore così acuto. Non poteva né stupirsi né condannare, ma la consapevolezza di quanto lui avesse avuto ragione non aveva nulla di consolatorio per il suo cuore, nulla che potesse alleviare la sua angoscia. Era, al contrario, proprio quello che ci voleva per farle capire i propri sentimenti; e mai come adesso aveva sentito con la stessa chiarezza che avrebbe potuto amarlo, quando l'amore era ormai inutile.
Ma il pensiero di se stessa, pur così invadente, non poteva imporsi. Janine, l'umiliazione, la miseria che stava spargendo su tutti loro, cancellarono ogni preoccupazione personale, e, coprendosi il volto con il fazzoletto, Molly fu presto distolta da qualsiasi altra cosa; dopo una pausa di qualche minuto, fu richiamata alla consapevolezza della situazione solo dalla voce di lui, che, in un modo che rivelava compassione, ma allo stesso tempo riserbo, disse, "Temo che da tempo desideriate che me ne vada, né posso in alcun modo giustificare il fatto di restare, se non con un sincero, per quanto inefficace, interessamento. Volesse il cielo che ci potesse essere qualcosa da dire o da fare da parte mia, per offrivi consolazione in una simile angoscia. Ma non vi tormenterò con inutili auspici, che possono sembrare offerti solo per sollecitare i vostri ringraziamenti. Temo che questa incresciosa faccenda impedirà a mia sorella di avere il piacere di vedervi oggi a Pemberley."
"Oh sì. Siate così gentile da scusarci con Miss Holmes. Ditele che affari urgenti ci richiamano a casa. Nascondete la penosa verità il più a lungo possibile. So che non potrà essere per molto."
Lui la rassicurò prontamente sulla sua discrezione, esprimendo di nuovo il proprio dolore per la sua angoscia, augurandole una conclusione più felice di quanto fosse possibile sperare al momento e, affidandole i propri ossequi per i suoi parenti, se ne andò, con un unico, grave sguardo di addio.
Non appena uscito dalla stanza, Molly si rese conto di quanto fosse improbabile che si sarebbero rivisti con la stessa cordialità che aveva contraddistinto i loro vari incontri nel Derbyshire; e gettando un'occhiata retrospettiva sul complesso della loro conoscenza, così piena di contraddizioni e cambiamenti, sospirò sull'incoerenza di quei sentimenti che ora avrebbero stimolato la sua prosecuzione, e in passato avevano gioito per averla interrotta.
Mr. e Mrs. Hudson erano tornati precipitosamente indietro e lei li informò con fervore sul perché li avesse mandati a chiamare, leggendo le due lettere a voce alta, e soffermandosi sul poscritto della seconda con trepidante energia. Sebbene Janine non fosse mai stata la loro favorita, Mr. e Mrs. Hudson non potevano non essere profondamente afflitti e dopo le prime esclamazioni di sorpresa e orrore, Mr. Hudson promise subito ogni aiuto che fosse in suo potere fornire. Molly, sebbene non si aspettasse nulla di meno, lo ringraziò con lacrime di gratitudine; tutto ciò che riguardava il viaggio fu sistemato speditamente e Molly si trovò, in uno spazio di tempo minore di quanto avesse immaginato, seduta in carrozza e sulla strada per Longbourn.

(*Gretna-Green è il primo villaggio scozzese dopo il confine con l'Inghilterra, sulla strada da Londra a Edimburgo. Era, ed è rimasto, famoso perché, a seguito di una legge emanata nel 1753 (il "Lord Hardwicke's Marriage Act") che vietava il matrimonio dei minori di ventuno anni senza il consenso dei genitori, norma che si applicava in Inghilterra ma non in Scozia, era diventato la meta di tutti i giovani inglesi che scappavano di casa per sposarsi.)

47

Viaggiarono il più speditamente possibile,e raggiunsero Longbourn il giorno successivo.
Quando entrarono nel giardino, i piccoli Hudson, attirati dalla vista di una carrozza, erano in attesa sui gradini d'entrata; e quando la carrozza si fermò alla porta la gioiosa sorpresa che li illuminò in volto, e si diffuse per tutto il corpo con una varietà di capriole e saltelli, fu il primo piacevole e sincero benvenuto che ricevettero.
Molly salto giù, e, dopo aver dato a ciascuno di loro un bacio frettoloso, si precipitò nell'atrio, dove Mary le venne subito incontro.
Molly, mentre l'abbracciava con affetto, le chiese se si fosse saputo qualcosa dei fuggitivi.
"Non ancora", rispose Mary. "Ma adesso che è arrivato il mio caro zio, spero che tutto andrà bene."
"Il babbo è a Londra?"
"Sì, c'è andato martedì, come ti ho scritto."
"E avete ricevuto spesso sue notizie?"
"Solo una volta. Mi ha scritto qualche rigo mercoledì, per dire che era arrivato sano e salvo, e per fornirmi il suo indirizzo. Ha aggiunto soltanto che non avrebbe più scritto, fino a quando non avesse avuto qualcosa di importante da comunicare."
"E la mamma... come sta?"
"La mamma sta discretamente bene, credo; anche se è molto scossa. Ancora non si muove dal suo salottino."
"Ma tu... tu come stai?" esclamò Molly. "Sei pallida. Quante ne devi aver passate!"
La sorella, però, le assicurò di stare perfettamente bene, e la conversazione, che si era svolta mentre Mr. e Mrs. Hudson erano impegnati con i figli, fu interrotta dall'arrivo di tutti loro.
Mrs. Hooper, nella cui stanza si recarono tutti, dopo aver parlato qualche minuto tra di loro, li ricevette esattamente come ci si poteva aspettare; con lacrime e gemiti di rimpianto, invettive contro l'infame condotta di Moriarty e lamenti sulle sue sofferenze e su come era stata trattata male, biasimando tutti salvo la persona alla cui sconsiderata indulgenza si dovevano attribuire principalmente gli errori della figlia.
"Se avessi potuto", disse, "averla vinta nell'andare a Brighton con tutta la mia famiglia questo non sarebbe successo. Perché mai i Forster le hanno permesso di sfuggire al loro controllo? Lei non è il genere di ragazza che fa cose del genere, se viene controllata come si deve. Povera bambina! E ora Mr. Hooper se n'è andato, e so che si batterà con Moriarty, ovunque lo trovi, e allora sarà ucciso, e che ne sarà di tutte noi? I Collins ci cacceranno via prima che sia freddo nella tomba; e se tu non ti occuperai di noi, fratello mio, non so proprio che cosa faremo."
Tutti si ribellarono a quell'idea così tremenda, e Mr. Hudson le disse che aveva intenzione di essere a Londra il giorno successivo, dove avrebbe aiutato Mr. Hooper in ogni tentativo di ritrovare Janine.
"Oh! mio caro fratello", replicò Mrs. Hooper, "è esattamente quello che desidero di più. E poi, quando sarai in città, scoprili e se non sono già sposati falli sposare. E quanto al corredo, non permettere che aspettino per questo motivo, ma di' a Janine che avrà quanto denaro vuole per comprarselo, dopo che si sarà sposata e di non pensare ai vestiti, fino a quando non mi avrà rivisto, perché non sa quali siano i negozi migliori."
Nel pomeriggio, le due Hooper maggiori riuscirono a stare da sole per mezz'ora.
"Oh, Mary, se fossimo state meno discrete, se avessimo detto quello che sapevamo, tutto questo non sarebbe successo!"
"Forse sarebbe stato meglio", rispose la sorella. "Ma divulgare gli errori del passato di una persona, senza sapere quali fossero i suoi sentimenti in quel momento, sembrava ingiustificato."
"Il colonnello Forster ha potuto riferirvi i particolari del biglietto di Janine alla moglie?"
"L'ha portato con sé per farcelo leggere."
Mary lo prese dal suo taccuino e lo diede a Molly. Questo era il contenuto:

Mia cara amica,
Riderai quando saprai dove sono andata, e io stessa non posso fare a meno di ridere pensando alla tua sorpresa domani mattina, non appena risulterà che sono scomparsa. Sto andando a Gretna Green, e se non riesci a indovinare con chi, dovrò ritenerti un'ingenua, perché c'è un solo uomo al mondo che amo. Non c'è bisogno che tu scriva a Longbourn, se non ti va, perché così la sorpresa sarà maggiore, quando scriverò a loro firmandomi Janine Moriarty. Che bello scherzò sarà! Riesco a malapena a scrivere per quanto sto ridendo.
Addio. Da' i miei affettuosi saluti al colonnello Forster, spero che brinderete augurandoci buon viaggio.
La tua affezionata amica,
Janine Hooper”

"Oh! sventata, sventata Janine!" esclamò Molly una volta finito di leggere. "Che razza di lettera, da scrivere in un momento simile. Ma perlomeno dimostra che lei era seria circa lo scopo del loro viaggio. Il mio povero padre! quanto dev'esserne rimasto colpito!"
"Non ho mai visto nessuno così sconvolto. Non è riuscito a dire una parola per dieci minuti di fila."
"Oh! se fossi stata con te; hai dovuto accollarti da sola tutte le cure e le preoccupazioni."
Proseguì poi informandosi su quali mezzi il padre aveva intenzione di usare a Londra, per trovare la figlia.
"Credo che abbia intenzione", rispose Mary, "di andare a Epson, il posto dove hanno cambiato i cavalli per cercare di cavarne qualcosa. Non so se avesse altri progetti, ma aveva talmente tanta fretta di partire, ed era così sconvolto, che è stato difficile sapere anche solo questo."

48

Il mattino successivo tutta Meryton sembrava fare a gara per infangare l'uomo che, appena tre mesi prima, era stato quasi un angelo in terra. Fu affermato che era in debito con tutti i commercianti del posto, e che i suoi intrighi, tutti onorati con l'appellativo di seduzione, si erano estesi alle famiglie di tutti i commercianti. Molly, anche se non dava credito a nemmeno la metà di ciò che veniva detto, ci credeva abbastanza per rendere ancora più certe le sue precedenti convinzioni circa la rovina della sorella; e persino Mary, che ci credeva ancora meno, cominciò quasi a disperare.
Mr. Hudson aveva lasciato Longbourn la domenica; il martedì la moglie ricevette una sua lettera; diceva che, Mr. Hooper era stato a Epsom e a Clapham ma senza ottenere nessuna informazione utile, e che ora aveva deciso di informarsi presso tutti gli alberghi in città, dato che Mr. Hooper riteneva possibile che potessero essere andati in uno di questi, appena arrivati a Londra e prima di essersi procurati un alloggio. Aggiungeva che Mr. Hooper sembrava assolutamente restio a lasciare Londra, e prometteva di scrivere di nuovo molto presto.
Ogni giorno a Longbourn era ormai un giorno di ansia. L'arrivo delle lettere era il traguardo maggiore di ogni impazienza mattutina. Le notizie, buone o cattive che fossero, arrivavano attraverso le lettere, e ogni giorno ci si aspettava qualche novità di rilievo.
Ma prima di riceverne altre da Mr. Hudson, arrivò una lettera per il padre da un mittente diverso, Mr. Collins, che Mary lesse; Molly, che sapeva quanto fossero sempre stravaganti le sue lettere, sbirciò alle spalle della sorella e la lesse anche lei. Conteneva quanto segue:

Egregio signore,
Mi sento in dovere di offrirvi la mia partecipazione al terribile dolore che state patendo in questo momento, del quale sono stato informato ieri tramite una lettera dall'Hertfordshire. Potete star certo, egregio signore, che Mrs. Collins e io siamo sinceramente vicini a voi, e a tutta la vostra rispettabile famiglia, nella vostra attuale angoscia, che dev'essere la più amara che esista, in quanto prodotta da una causa che il tempo non potrà mai cancellare. Non ci sono parole, che possano alleviare una disgrazia così grave; la morte di vostra figlia sarebbe stata una benedizione in confronto a questo. Comunque sia, siete tristemente da compiangere, opinione questa che ho condiviso non solo con Mrs. Collins, ma anche con Lord de Bourgh e con la figlia, a cui ho riferito la faccenda. Sono d'accordo con me nel ritenere che questo passo falso da parte di una figlia si rivelerà dannoso per le prospettive di tutte le altre, poiché chi mai, come dice benignamente lo stesso Lord de Bourgh, vorrà imparentarsi con una famiglia del genere. E questa considerazione mi conduce ancora di più a riflettere, con accresciuta soddisfazione, su un certo evento del novembre scorso, poiché se fosse andata altrimenti, sarei stato necessariamente coinvolto in tutto il vostro dolore e nella vostra sventura. Permettete quindi che vi consigli, egregio signore, di farvi coraggio il più possibile, di bandire per sempre dal vostro cuore una figlia così indegna, e di lasciare che raccolga i frutti del suo scellerato misfatto.
Sono, egregio signore, ecc. ecc.”

Mr. Hudson non scrisse fino a quando non ebbe ricevuto una lettera dal colonnello Forster; e quello che aveva da dire non era piacevole. C'era un motivo molto potente da parte di Mr. Moriarty per restare nascosto, in aggiunta al suo timore di essere scoperto dai parenti di Janine, poiché era appena trapelato come avesse lasciato dietro di sé debiti di gioco per un ammontare considerevole. Il colonnello Forster riteneva che sarebbero state necessarie più di un migliaio di sterline per saldare le sue spese a Brighton. Mr. Hudson nella sua lettera aggiungeva che potevano aspettarsi di rivedere il padre a casa il giorno seguente, che era sabato. Abbattuto dall'insuccesso di tutti i suoi sforzi, aveva ceduto alle preghiere del cognato affinché tornasse dalla sua famiglia, e lasciasse a lui il da farsi.
Dato che Mrs. Hudson cominciava a desiderare di tornare a casa, fu stabilito che lei e i bambini sarebbero andati a Londra lo stesso giorno in cui sarebbe arrivato Mr. Hooper. La carrozza, quindi, li avrebbe portati nella prima tappa del viaggio, e avrebbe riportato a Longbourn il padrone di casa.
Quando Mr. Hooper arrivò, aveva l'aspetto della sua abituale filosofica calma. Disse quel poco che era sempre abituato a dire, non fece menzione della faccenda che l'aveva portato via da casa, e ci volle un po' di tempo prima che le figlie avessero il coraggio di parlargliene.
Fu solo nel pomeriggio, quando si unì a loro per il tè, che Molly si azzardò a introdurre l'argomento, e allora, dopo che lei gli aveva brevemente espresso la sua pena per ciò che doveva aver sopportato, lui replicò, "Non dire nulla. Chi avrebbe dovuto soffrire se non io stesso? È successo per colpa mia, e devo essere io a pagare."
"Siete troppo severo con voi stesso", replicò Molly.
"No, Molly, lascia che una volta nella mia vita mi renda conto di quanto sono da biasimare."
"Credete che siano a Londra?"
"Sì, dove mai potrebbero restare così ben nascosti?"
"E Janine ha sempre voluto andare a Londra", aggiunse Philippa.
"Allora è felice", disse il padre, con sarcasmo; "e il suo soggiorno lì probabilmente durerà per un po'."
Poi, dopo un breve silenzio, proseguì, "Molly, non ti serbo rancore per la giustezza del consiglio che mi hai dato a maggio, che, considerati gli eventi, dimostra una certa saggezza."
Furono interrotti da Miss Hooper, che veniva a prendere il tè per la madre.
"È una messa in scena", esclamò, "che fa piacere; conferisce una certa distinzione alla disgrazia! Un giorno o l'altro farò lo stesso; resterò nella mia biblioteca, col berretto da notte e la vestaglia, e darò tutto il fastidio possibile; oppure, forse, potrei differire il tutto fino a quando non scapperà Philippa."
"Io non scapperei mai, papà", disse Philippa, stizzita; "se mai dovessi andare io a Brighton, mi comporterei meglio di Janine."
"Tu andare a Brighton! No, Philippa, almeno ho imparato a essere prudente, e sarai tu a subirne le conseguenze. Nessun ufficiale dovrà mai più entrare in casa mia, e nemmeno attraversare il villaggio. I balli saranno proibiti, a meno che tu non voglia ballare con una delle tue sorelle. E non potrai mai più uscire di casa, finché non dimostrerai di aver passato ogni giorno dieci minuti in modo ragionevole."
Philippa, che aveva preso sul serio queste minacce, cominciò a piangere.
"Su, su", disse lui, "non sentirti triste. Se farai la brava ragazza per i prossimi dieci anni, una volta finiti ti porterò a una parata militare."

49

Due giorni dopo il ritorno di Mr. Hooper, mentre Mary e Molly stavano passeggiando tra le siepi dietro la casa, videro la governante venire verso di loro.
"Vi prego di scusarmi, signorine, per avervi interrotto, ma speravo che aveste ricevuto qualche buona notizia da Londra, così mi sono presa la libertà di venire a chiedervelo."
"Che intendete dire, Hill? Non abbiamo saputo nulla da Londra."
"Cara signorina", esclamò Mrs. Hill, molto stupita, "non sapete che è arrivato un corriere per il padrone mandato da Mr. Hudson? È qui da mezzora, e il padrone ha avuto una lettera."
Le ragazze corsero via, troppo impazienti per avere tempo di parlare. Attraverso l'atrio corsero nella sala della colazione, da lì nella biblioteca; il padre non era in nessuna delle due stanze, ed erano sul punto di cercarlo di sopra dalla madre, quando incontrarono il maggiordomo, che disse,
"Se state cercando il mio padrone, signorine, si è incamminato verso il boschetto."
Avuta questa informazione, ripassarono all'istante per l'atrio e corsero attraverso il prato inseguendo il padre, che stava proseguendo la sua strada verso un boschetto su un lato della zona recintata.
Mary, che non era così agile, né così avvezza a correre come Molly, rimase presto indietro, mentre la sorella, col fiato corto per l'affanno, lo raggiunse e gridò ansiosa,
"Oh, papà, che novità ci sono? che novità? avete saputo qualcosa dallo zio?"
"Sì, ho ricevuto una lettera tramite un corriere."
"E allora, che notizie ci sono? buone o cattive?"
"Che c'è mai di buono da aspettarsi?" disse lui, prendendo la lettera dalla tasca; "ma forse vuoi leggerla tu stessa."
Molly gliela strappò quasi dalle mani. Era arrivata anche Mary.
"Leggi ad alta voce", disse il padre, "perché non so nemmeno io se ho capito di che cosa si tratta."

Mio caro cognato,
Finalmente sono in grado di fornirti notizie di mia nipote e spero che siano soddisfacenti. Subito dopo la tua partenza, ho avuto la fortuna di scoprire in quale zona di Londra fossero. I particolari li rimando a quando ci vedremo. Ti basti sapere che sono stati ritrovati, li ho visti entrambi...

"Allora è come ho sempre sperato", esclamò Mary, "si sono sposati!"
Molly proseguì:

... li ho visti entrambi. Non si sono sposati, né ritengo che ci fosse intenzione di farlo; ma se sarai disposto ad assolvere gli impegni che mi sono azzardato a prendere da parte tua, spero che lo saranno tra non molto. Tutto quello che ti è richiesto è di assicurare a tua figlia la parte che le spetta delle cinquemila sterline assegnate alle tue figlie dopo la tua morte e quella di mia sorella e di prendere l'impegno di garantirle, finché sarai in vita, cento sterline l'anno. Sono condizioni che, tutto considerato, non ho avuto esitazioni ad accettare per conto tuo. Ti mando questa mia tramite corriere, per far sì che non si perda tempo nel ricevere la tua risposta. Ti sarà facile capire, da questi particolari, che la situazione di Mr. Moriarty non è così disperata come si crede e sono felice di dire che, anche dopo aver saldato tutti i suoi debiti, resterà disponibile una piccola somma per mia nipote. Se, come credo avverrà, mi darai pieni poteri di agire in tuo nome, incaricherò immediatamente Haggerston di preparare un contratto appropriato. Non c'è nessun bisogno che tu venga di nuovo a Londra e conta sulla mia diligenza e sulla mia premura. Mandami la tua riposta il più rapidamente possibile. Abbiamo ritenuto sia meglio che nostra nipote si sposi partendo da questa casa, e speriamo nella tua approvazione. Oggi verrà a stare da noi. Ti scriverò di nuovo se ci saranno altre decisioni da prendere.
Tuo ecc.”

"Possibile!" esclamò Molly, una volta finito. "Può essere possibile che la sposi?"
"Allora Moriarty non è così indegno come pensavamo", disse la sorella.
"E avete risposto alla lettera?", esclamò Molly.
"No; ma dev'essere fatto al più presto."
"Oh! mio caro padre", esclamò, "tornate in casa, e scrivete immediatamente. Pensate a quanto sia importante ogni istante, in un caso del genere."
"Lasciate che scriva io per voi", disse Mary, "se non volete prendervi il disturbo di farlo voi stesso."
"Mi disturba moltissimo", replicò lui, "ma dev'essere fatto."
E così dicendo, tornò indietro con loro, e si avviarono verso casa.
"E posso chiedere...", disse Molly, "ma le condizioni, suppongo, devono essere accettate."
"Accettate! Mi vergogno solo per il fatto che abbia chiesto così poco."
"E devono sposarsi! Anche se è un uomo del genere."
"Sì, sì, devono sposarsi. Non c'è nient'altro da fare. Ma ci sono due cose che vorrei tanto sapere: una, quanti soldi vostro zio ha messo sul piatto per arrivarci; l'altra, come potrò mai ripagarlo."
"Soldi! lo zio!" esclamò Mary,"che intendete dire, signore?"
"Intendo dire, che nessun uomo ragionevole sposerebbe Janine con una tentazione così esigua come cento sterline l'anno finché sarò vivo, e cinquanta quando me ne sarò andato."
"È proprio vero", disse Molly; " I suoi debiti saldati, e qualcosa che ancora resta! Oh! dev'essere opera dello zio! Che uomo buono e generoso, ma temo che abbia fatto troppo. Una piccola somma non sarebbe bastata per tutto questo."
"No", disse il padre, "Moriarty sarebbe uno sciocco ad accontentarsi di meno di diecimila sterline. Mi dispiacerebbe molto pensare così male di lui, proprio all'inizio della nostra parentela."
"Diecimila sterline! Dio ce ne scampi! Come potrebbe essere ripagata solo la metà di una somma del genere?"
Mr. Hooper non rispose, e tutti e treproseguirono in silenzio fino a casa. Poi il padre andò in biblioteca a scrivere.
Alle ragazze venne in mente solo in quel momento che la madre era con tutta probabilità all'oscuro di ciò che era successo. Andarono quindi in biblioteca, e chiesero al padre se desiderava che la mettessero al corrente. Lui stava scrivendo, e, senza nemmeno alzare la testa, rispose freddamente,
"Come volete."
"Possiamo prendere la lettera dello zio per leggergliela?"
"Prendete quello che volete, e andatevene."
Molly prese la lettera dallo scrittoio del padre, e andarono insieme di sopra. Philippa e Sally erano con Mrs. Hooper; la comunicazione, quindi, sarebbe stata per tutte. Dopo un minimo di preparazione per le buone nuove, la lettera fu letta ad alta voce. Mrs. Hooper non riuscì a contenersi.
"Mia cara, carissima Janine!" esclamò. "È davvero una gioia! Si sposerà! La rivedrò! Si sposerà a sedici anni! Il mio caro, buon fratello! Lo sapevo che sarebbe andata così... lo sapevo che avrebbe sistemato tutto. Che voglia ho di rivederla! e anche di rivedere il caro Moriarty! Ma gli abiti, il corredo! Scriverò subito a mia cognata Hudson. Molly, mia cara, corri da tuo padre, e chiedigli quanto le darà. Ferma, ferma, andrò io stessa. Philippa, suona il campanello per Hill. Mi vestirò in un attimo. Mia cara, carissima Janine! Come saremo felici quando ci rivedremo!"
La figlia maggiore tentò di porre un freno alla violenza di quegli slanci, riportando i suoi pensieri agli obblighi che avevano tutti loro nei confronti di Mr. Hudson.
"Perché questa felice conclusione", aggiunse, "la dobbiamo in gran parte alla sua generosità. Siamo convinte che si sia impegnato in prima persona per aiutare finanziariamente Mr. Moriarty."
"Be'", esclamò la madre, "è più che giusto; chi avrebbe dovuto farlo se non lo zio? Se lui non avesse avuto famiglia, io e le mie figlie avremmo avuto tutto il suo denaro, ed è la prima volta che abbiamo avuto qualcosa da lui, salvo qualche regalo. Be'! Sono così felice. Tra poco avrò una figlia sposata. Mrs. Moriarty! Come suona bene! Andrò a Meryton, non appena vestita, e darò la bellissima notizia a mia sorella. E non appena tornata, farò visita a Lady Lucas. Oh! ecco Hill! Mia cara Hill, avete sentito la bella notizia? Miss Janine si sta per sposare, e avrete tutti una tazza di punch, per festeggiare le sue nozze."
Mrs. Hill cominciò subito a esprimere la sua gioia. Molly ricevette le sue congratulazioni come le altre, e poi, nauseata da tanta follia, si rifugiò nella sua stanza, per poter riflettere liberamente.
La situazione della povera Janine era, nel migliore dei casi, sufficientemente brutta, ma si doveva essere grati che non fosse peggiore.

50

La buona notizia si diffuse rapidamente in casa, e con adeguata velocità nel vicinato.
Per due settimane Mrs. Hooper non era scesa, ma in quel giorno felice riprese il suo posto a capotavola, con un soffocante ottimo umore. Nessun sentimento di vergogna offuscava il suo trionfo.
Molly adesso era rammaricata per aver informato Mr. Holmes, nell'angoscia del momento, dei suoi timori circa la sorella; visto che il matrimonio avrebbe a breve concluso in modo appropriato quella fuga, potevano sperare di nasconderne l'inizio sfavorevole a tutti coloro che non ne erano stati direttamente implicati.
Non temeva che la notizia si diffondesse tramite lui. C'erano poche persone sulla cui discrezione avrebbe contato con maggiore fiducia, ma, allo stesso tempo, non ce n'era nemmeno una la cui conoscenza della debolezza della sorella l'avrebbe umiliata così tanto. Non, però, per il timore degli svantaggi che potessero derivarne direttamente a lei, poiché, in ogni caso, tra loro si era aperto un abisso incolmabile. Anche se il matrimonio di Janine si fosse concluso nel modo più onorevole, non c'era da immaginarsi che Mr. Holmes si sarebbe imparentato con una famiglia in cui, a ogni altra obiezione, si era adesso aggiunto un legame e una parentela con l'uomo che così giustamente lui disprezzava.
Voleva avere sue notizie, ora che sembrava così scarsa la possibilità di averne. Era convinta che con lui avrebbe potuto essere felice, ora che non c'era più nessuna possibilità di rivedersi.
Cominciò a comprendere come lui fosse esattamente, per indole e qualità, l'uomo più adatto a lei. La sua intelligenza e il suo carattere, anche se diversi dai suoi, avrebbero appagato ogni suo desiderio. Sarebbe stata un'unione vantaggiosa per entrambi; la spigliatezza e la vivacità di lei avrebbero addolcito l'animo e migliorato i modi di lui; e dalle capacità di giudizio, dalla cultura e dalla conoscenza del mondo di lui, sarebbero derivati benefici ancora maggiori per lei.
Dopo poco, Mr. Hudson scrisse di nuovo al cognato. Ai ringraziamenti di Mr. Hooper replicò brevemente, assicurandogli il proprio desiderio di promuovere il benessere di ogni componente della sua famiglia, e concludendo con la preghiera di non menzionare più l'argomento. Lo scopo principale della lettera era di informarli che Mr. Moriarty aveva deciso di lasciare la milizia.

Avevo fortemente auspicato che lo facesse - aggiungeva - non appena fissato il matrimonio. E credo che sarai d'accordo con me sull'estrema opportunità di lasciare quel reggimento, sia per lui che per mia nipote. È intenzione di Mr. Moriarty arruolarsi nei regolari, e, tra i suoi vecchi amici, ce n'è ancora qualcuno disponibile ad aiutarlo. Gli è stato promesso il grado di alfiere nel reggimento acquartierato ora nel nord. È un vantaggio che sia così lontano da questa parte del regno. Lui promette bene, e spero che tra gente diversa, dove entrambi avranno una reputazione da preservare, siano più prudenti. Ho scritto al colonnello Forster, per informarlo del nostro accordo, e per chiedergli di assicurare ai vari creditori di Mr. Moriarty, a Brighton e nei dintorni, un pronto pagamento, per il quale ho garantito io stesso. Tu dovrai prenderti il fastidio di fare lo stesso per i creditori di Meryton, dei quali allego la lista. Haggerston ha avuto le nostre direttive, e il tutto sarà completato entro una settimana. Loro poi raggiungeranno il suo reggimento, a meno che non siano prima invitati a Longbourn, e ho capito, da quanto mi ha detto Mrs. Hudson, che mia nipote desidera molto rivedervi tutti, prima di lasciare il sud.
Tuo, ecc.”

Mr. Hooper e le figlie si resero conto, allo stesso modo di Mr. Hudson, di tutti i vantaggi dell'abbandono della milizia da parte di Moriarty. Ma Mrs. Hooper non ne era altrettanto soddisfatta. Janine trasferita al nord, proprio quando si era aspettata più piacere e orgoglio dalla sua compagnia; e inoltre, era proprio un peccato che Janine dovesse rinunciare a un reggimento in cui conosceva tutti.
"È così affezionata a Mrs. Forster", disse, "che per lei sarà terribile allontanarsene! E ci sono diversi giovanotti che le piacciono tantissimo."
La richiesta della figlia di essere riammessa nella famiglia, prima di recarsi nel nord, ebbe prima una risposta assolutamente negativa. Ma Mary e Molly, che erano d'accordo nel desiderare, per il bene dei sentimenti e della reputazione della sorella, che il suo matrimonio fosse riconosciuto dai genitori, insistettero con tale fervore, ma anche con ragionevolezza e tatto, per invitare lei e il marito a Longbourn, non appena si fossero sposati, che il padre fu costretto a pensarla come loro, e ad agire secondo i loro desideri. E la madre ebbe la soddisfazione di sapere che sarebbe stata in grado di esibire al vicinato la figlia sposata. Quando Mr. Hooper riscrisse al cognato, perciò, gli mandò il suo permesso di farli venire, e fu stabilito che, non appena finita la cerimonia, avrebbero proseguito per Longbourn.

51

Arrivò il giorno delle nozze della sorella, e Mary e Molly erano più emozionate di quanto lo fosse lei. La carrozza fu mandata a prenderli e sarebbe tornata con loro per l'ora di pranzo.
Arrivarono. La famiglia si era riunita per riceverli nella sala della colazione. Nell'atrio si sentì la voce di Janine, la porta si spalancò, e lei irruppe nella stanza. La madre le andò incontro, l'abbracciò e l'accolse estasiata; con un sorriso affettuoso, porse la mano a Moriarty, che seguiva la sua signora, e fece gli auguri a entrambi, con un fervore che non rivelava il minimo dubbio sulla loro felicità.
L'accoglienza di Mr. Hooper, al quale si erano rivolti subito dopo, non fu affatto così cordiale.
Molly era nauseata, e persino Miss Hooper rimase colpita. Janine era sempre Janine; indomabile, sfrontata, impetuosa, rumorosa e spavalda. Si rivolse via via alle sorelle, chiedendo le loro congratulazioni, e quando alla fine si sedettero, si guardò intorno, notò alcuni piccoli cambiamenti e osservò, con una risata, che era passato un bel po' di tempo da quando era stata lì.
Moriarty non era affatto più turbato di lei, ma i suoi modi erano sempre così gradevoli, che se il suo carattere e il matrimonio fossero stati quelli dovuti, i suoi sorrisi e la sua disinvoltura, mentre rivendicava la loro parentela, sarebbero stati graditissimi a tutti. Molly non lo avrebbe mai creduto capace di una sicurezza del genere; ma si sedette, decisa dentro di sé a non porre limiti in futuro alla sfacciataggine di un uomo sfacciato.
Non mancavano gli argomenti di conversazione. La novella sposa e la madre non riuscivano a parlare abbastanza in fretta, e Moriarty, che si era seduto casualmente accanto a Molly, cominciò a informarsi delle sue conoscenze nel vicinato, con un'allegra disinvoltura che lei si sentì incapace di eguagliare nelle sue risposte. Nulla del passato fu rammentato con una qualche pena, e Janine aprì argomenti a cui le sorelle non avrebbero accennato per niente al mondo.
"Solo a pensare che sono passati tre mesi", esclamò, "da quando me ne sono andata; giuro che non sembrano più di un paio di settimane; eppure in questo periodo ne sono successe di cose. Dio buono! quando me ne sono andata non avevo la più pallida idea che mi sarei sposata prima di tornare!"
Il padre alzò gli occhi al cielo. Mary era angosciata. Molly lanciò uno sguardo significativo a Janine, ma lei continuò allegramente, "Oh! mamma, la gente da queste parti lo sa che mi sono sposata oggi? Temevo che non lo sapessero."
Molly non riuscì a sopportarla oltre. Si alzò, corse fuori della stanza, e non tornò finché non la sentì passare per il corridoio verso la sala da pranzo. Allora li raggiunse in tempo per vedere Janine che, con ostentata impazienza, si accostava a destra della madre, e la sentì dire alla sorella maggiore, "Ah! Mary, ora prendo io il tuo posto, e tu devi farti indietro, perché sono una donna sposata."
Non c'era da aspettarsi che il tempo avrebbe donato a Janine quel senso di imbarazzo del quale, sin dall'inizio, era stata così completamente priva.
"Be', mamma", disse, una volta tornate nella sala della colazione, "che cosa ne pensate di mio marito? Non è un uomo affascinante? Sono sicura di essere invidiata da tutte le mie sorelle. Spero solo che possano avere la metà della fortuna che ho avuto io. Devono andare tutte a Brighton. È il posto giusto per trovare marito."
Gli ospiti non sarebbero rimasti con loro più di dieci giorni. Mr. Moriarty aveva ricevuto la nomina prima di partire da Londra, e doveva raggiungere il reggimento di lì a due settimane.
Una mattina, subito dopo il loro arrivo, mentre era con le due sorelle maggiori, Janine disse a Molly,
"Molly, a te credo di non aver mai detto nulla delle mie nozze. Non sei curiosa di sentire come si sono svolte?"
"No davvero", rispose Molly; "penso che sia meglio parlarne il meno possibile."
"Ma dai! Che strana che sei! Ma te lo dico lo stesso com'è andata. Sai, dovevamo sposarci a St. Clement. E si era stabilito che avremmo dovuto essere tutti lì alle undici. Gli zii e io saremmo andati da soli, e gli altri li avremmo incontrati in chiesa. Be', arriva lunedì mattina, e io ero talmente agitata! E c'era la zia che, per tutto il tempo che ci ho messo a vestirmi, faceva la predica e continuava a parlare come se stesse leggendo un sermone. Comunque, io non ascoltavo nemmeno una parola su dieci, perché stavo pensando al mio caro Moriarty. Volevo tanto sapere se si sarebbe sposato con l'abito blu."
"Be', e così abbiamo fatto colazione alle dieci; pensavo che non sarebbe mai finita, perché, a proposito, devi sapere che gli zii sono stati terribilmente antipatici. Non ci crederai, ma non ho messo nemmeno una volta il piede fuori di casa, anche se sono rimasta lì per due settimane. Be', e proprio quando la carrozza era alla porta, lo zio è stato chiamato per certi affari da quell'uomo orrendo, Mr. Stone. E allora, sai, una volta insieme non la fanno mai finita. Be', ero talmente terrorizzata che non sapevo che fare, perché era lo zio a dovermi accompagnare all'altare, e se fossimo andati oltre l'orario, per quel giorno non ci saremmo più potuti sposare. Ma, per fortuna, è tornato dopo dieci minuti, e allora siamo partiti. Comunque, dopo mi sono ricordata che se lui non fosse potuto venire, non ci sarebbe stato bisogno di rimandare le nozze, perché avrebbe potuto farlo anche Mr. Holmes..."
"Mr. Holmes!" ripeté Molly, assolutamente sbalordita.
"Oh, sì! lo sai che sarebbe stato lì con Moriarty. Ma, povera me! Me ne ero completamente scordata! non dovevo dirne una parola. L'avevo promesso così seriamente! Che dirà Moriarty? Doveva essere un segreto!"
"Se doveva essere un segreto", disse Mary, "non dire un'altra parola sull'argomento. Puoi stare tranquilla che non cercherò di sapere altro."
"Oh, certo", disse Molly, anche se moriva dalla curiosità; "non faremo nessuna domanda."
"Vi ringrazio", disse Janine, "perché se lo fate, di certo vi direi tutto, e allora Moriarty si arrabbierebbe."
Con un simile incoraggiamento a fare domande, Molly fu costretta a fare quanto era in suo potere, e scappò via.
Ma vivere ignorando una cosa del genere era impossibile. Mr. Holmes era stato alle nozze della sorella. Era esattamente l'ultimo dei luoghi con il quale avesse a che fare, e le ultime persone al mondo con le quali avesse la tentazione di ritrovarsi. Le ipotesi su che cosa potesse significare le si affollarono in mente, in modo rapido e impetuoso; ma nessuna la soddisfaceva. Non riusciva a sopportare una tale incertezza, e, preso in fretta un foglio di carta, scrisse una breve lettera alla zia, per chiederle spiegazioni su ciò che si era lasciata sfuggire Janine, se fosse stato compatibile con la discrezione che era stata stabilita.

"Potete facilmente immaginare", aggiunse, "quanto debba essere curiosa di sapere come mai una persona non legata a nessuno di noi, e (relativamente parlando) un estraneo alla nostra famiglia, fosse tra di voi in quel momento. Vi prego di scrivere immediatamente, e di farmelo sapere, a meno che, per ragioni molto valide, debba essere mantenuto quel segreto che Janine sembra ritenere necessario; in questo caso, mi dovrò sforzare di ritenere soddisfacente la mia ignoranza."

"Non che creda di riuscirci", aggiunse tra sé, una volta finita la lettera; "e, mia cara zia, se non me lo direte in maniera appropriata, mi dovrò ridurre a qualche trucco o stratagemma per scoprirlo."
Il delicato senso dell'onore di Mary non le permise di parlare in privato con Molly di ciò che si era lasciata sfuggire Janine. Molly ne fu contenta; finché non avesse saputo se le sue richieste sarebbero state soddisfatte, avrebbe fatto volentieri a meno di una confidente.

52

Molly ebbe la soddisfazione di ricevere una risposta alla sua lettera nel più breve tempo possibile. Non appena ne fu in possesso, corse nel boschetto, si sedette su una delle panchine e si preparò a essere soddisfatta, poiché la lunghezza della lettera l'aveva convinta che non contenesse un diniego.

Mia cara nipote,
Devo confessare di essere rimasta sorpresa dalla tua richiesta; da te non me l'aspettavo. Comunque, non credere che io sia in collera, poiché voglio solo farti sapere che non immaginavo fossero necessarie tali domande da parte tua. Se non sei disposta a capirmi, perdona la mia impertinenza. Tuo zio è rimasto sorpreso quanto me, e nulla, se non la convinzione che tu fossi coinvolta, gli avrebbe consentito di agire come ha fatto. Ma se sei davvero innocente e ignara, dovrò essere più esplicita.
Lo stesso giorno del mio arrivo da Longbourn, tuo zio aveva avuto una visita totalmente inaspettata. Era venuto Mr. Holmes, e si era rinchiuso con lui per diverse ore. Era tutto finito prima che io arrivassi, e quindi la mia curiosità non è stata messa così alla prova come sembra sia stata la tua. Era venuto a dire a Mr. Hudson di avere scoperto dove si trovavano tua sorella e Moriarty. Da quello che ho potuto capire, aveva lasciato il Derbyshire solo un giorno dopo di noi, ed era arrivato in città deciso a rintracciarli. Il motivo dichiarato, era la sua convinzione che si dovesse a lui il fatto che l'indegnità di Moriarty non fosse nota. Imputava tutto questo al suo orgoglio sbagliato, e confessò che prima di allora aveva pensato che fosse indegno di lui rivelare al mondo i propri affari privati. Dichiarò perciò suo dovere farsi avanti, e tentare di rimediare a un male che era stato provocato da lui stesso. Se poi il motivo fosse stato un altro, sono certa che gli avrebbe comunque fatto onore. Era già da alcuni giorni in città, quando era riuscito a scoprirli. Aveva visto Moriarty, e poi aveva insistito per vedere Janine. Riconobbe che il suo scopo originario era stato di persuaderla ad abbandonare la situazione disonorevole in cui si trovava, e a tornare dai suoi familiari, offrendo il suo aiuto. Ma aveva scoperto che Janine era decisa a restare dov'era. Era certa che un giorno o l'altro si sarebbero sposati. Visto che questi erano i suoi sentimenti, lui pensò che restasse solo una cosa da fare, farli sposare al più presto, il che, da quanto aveva chiaramente capito nella sua prima conversazione con Moriarty, non era mai stata la sua intenzione. Lui aveva ammesso di essere stato costretto a lasciare il reggimento, a causa di alcuni debiti d'onore molto pressanti, e non aveva avuto scrupoli nell'addossare le conseguenze negative della fuga di Janine solo alla follia di lei. Aveva intenzione di rinunciare al brevetto da ufficiale e, quanto al suo futuro, era in grado di dire ben poco. Mr. Holmes gli aveva chiesto perché non avesse sposato subito tua sorella. Anche se Mr. Hooper non poteva essere ritenuto ricco, sarebbe stato in grado di fare qualcosa per lui. Ma aveva scoperto che Moriarty nutriva ancora la speranza di fare la sua fortuna attraverso un matrimonio più vantaggioso, da qualche altra parte. Nella sua attuale situazione, tuttavia, non era improbabile che fosse immune dalla tentazione di un aiuto immediato. Si erano incontrati diverse volte, poiché c'era molto da discutere. Moriarty voleva più di quanto potesse ottenere, ma alla fine era stato ridotto alla ragione. Una volta sistemato tutto tra di loro, il passo successivo di Mr. Holmes era stato quello di informarne tuo zio, ed era venuto per la prima volta a Gracechurch Street la sera prima che io tornassi. Ma Mr. Hudson non c'era, e Mr. Holmes scoprì che tuo padre era ancora con lui, ma che avrebbe lasciato Londra il giorno dopo. Non riteneva che tuo padre fosse una persona con la quale consultarsi come avrebbe potuto fare con tuo zio, e quindi decise di rimandare la visita fino alla partenza del primo. Sabato tornò. Tuo padre se n'era andato, tuo zio era in casa, e, come ho detto prima, ebbero un bel po' di cose da dirsi. Non fu tutto sistemato fino a lunedì e, non appena fatto, fu spedito l'espresso a Longbourn. Ma il nostro visitatore era molto ostinato. Nulla doveva essere fatto se non da lui stesso, anche se sono sicura (e non lo dico per essere ringraziata, perciò non farne parola) che tuo zio avrebbe volentieri sistemato tutto. Ma alla fine tuo zio è stato costretto a cedere, e invece di aver modo di essere utile alla nipote, è stato costretto ad accollarsene solo il merito, cosa che ha fatto con molta riluttanza; e credo proprio che la tua lettera di stamattina gli abbia fatto molto piacere, poiché richiedeva una spiegazione che lo privava di una veste che non gli apparteneva, ridandola a chi di dovere. Ma, Molly, tutto questo non deve andare oltre te, o al massimo Mary. Sai benissimo, immagino, che cosa è stato fatto per la coppia. I suoi debiti saranno pagati, per un ammontare che credo sia notevolmente superiore a un migliaio di sterline, altre mille in aggiunta a quelle stabilite per la dote di lei, più l'acquisto del brevetto da ufficiale. Il motivo per cui tutto questo dovesse essere fatto da lui solo è quello che ho detto prima. Ma nonostante tutte queste belle parole, mia cara Molly, puoi essere certa che tuo zio non avrebbe mai ceduto, se non avessimo creduto in un altro interesse nella faccenda. Una volta risolto tutto, fece ritorno dai suoi amici, che erano ancora a Pemberley, ma eravamo d'accordo che sarebbe stato di nuovo a Londra quando avrebbero avuto luogo le nozze, e tutte le questioni economiche si sarebbero concluse. Credo a questo punto di averti detto tutto. È un resoconto che, a quanto mi dici, ti sorprenderà molto; spero almeno che non risulti spiacevole. Janine venne da noi, e Mr. Holmes tornò puntualmente e, come vi ha detto Janine, era presente alle nozze. Ha pranzato con noi il giorno dopo, e ha lasciato la città mercoledì o giovedì. Sarai in collera con me, mia cara Molly, se colgo questa occasione per dire quanto mi piace. Il suo comportamento verso di noi è stato, da ogni punto di vista, piacevole come quando eravamo nel Derbyshire. Mi piacciono la sua intelligenza e i suoi giudizi; non gli manca nulla se non un po' di vivacità, e quella, se si sposerà in modo avveduto, gliela insegnerà la moglie. L'ho trovato molto riservato; non ha mai fatto il tuo nome. Ma la riservatezza sembra vada di moda. Ti prego di perdonarmi se ho immaginato troppo, e almeno di non punirmi in modo così eccessivo da escludermi da Pemberley. Non sarò mai contenta fino a quando non avrò fatto il giro completo del parco. Un calessino, con un bel paio di pony, sarebbe la cosa migliore. Ma devo smettere di scrivere. I bambini mi reclamano da mezzora.
Sinceramente tua, ecc.”

Il contenuto di questa lettera gettò Molly in uno stato di confusione. I vaghi e irrisolti sospetti suscitati dall'incertezza su ciò che Mr. Holmes poteva aver fatto per promuovere il matrimonio della sorella, si erano rivelati fondati ben al di là delle ipotesi! Aveva fatto tutto questo per una ragazza per la quale non provava né riguardo né stima. Il cuore le sussurrava che l'aveva fatto per lei. Ma fu una speranza presto bloccata da altre considerazioni, e si rese subito conto come persino la sua vanità fosse insufficiente, se chiamata a credere che provasse un affetto per lei, per una donna che lo aveva già rifiutato, capace di sconfiggere un sentimento così naturale come la ripugnanza verso una parentela con Moriarty. Aveva già fatto molto. Si vergognava a pensare quanto. Ma lui aveva fornito un motivo per la sua intromissione, che non era poi così difficile da credere. Era ragionevole che si fosse sentito in torto; era dotato di generosità, e aveva i mezzi per esercitarla; e anche ammettendo di non essere lei stessa l'incentivo maggiore, poteva credere che forse un residuo di affetto avesse contribuito ai suoi sforzi in una causa nella quale era sicuramente coinvolta la serenità d'animo di lei. Era penoso sapere come tutti loro fossero in debito con una persona che non avrebbe mai potuto essere ripagata. Oh! con quanta sincerità si rammaricò di tutte le impressioni sgradevoli che aveva sempre incoraggiato, di tutte le parole insolenti che gli aveva sempre rivolto. Pensando a se stessa, si sentiva umiliata; ma di lui era orgogliosa. Orgogliosa che in una questione di compassione e d'onore avesse dato il meglio di se stesso.
L'avvicinarsi di qualcuno interruppe le sue riflessioni e la fece alzare in piedi, e prima che potesse dirigersi verso un altro sentiero fu raggiunta da Moriarty.
"Temo di aver interrotto la vostra passeggiata solitaria, mia cara cognata", disse lui, avvicinandosi.
"Proprio così", replicò lei con un sorriso; "ma non ne consegue che l'interruzione debba essere sgradita."
"Mi dispiacerebbe davvero, se fosse così. Siamo sempre stati buoni amici, e ora lo siamo ancora di più."
"Giusto."
"E così, mia cara cognata, ho saputo dai vostri zii che avete visitato Pemberley."
Lei rispose di sì.
"Quasi vi invidio il piacere. Immagino che abbiate incontrato la vecchia governante. Povera Reynolds, è stata sempre molto affezionata a me. Ma naturalmente non vi ha parlato di me."
"Sì, lo ha fatto."
"E che cosa ha detto?"
"Che eravate entrato nell'esercito, e temeva che aveste... che non aveste fatto una buona riuscita. Sapete, a distanza le cose sono stranamente fraintese."
"Certo", replicò lui, mordendosi le labbra. Molly sperò di averlo ridotto al silenzio, ma lui subito dopo disse,
"Mi ha sorpreso vedere Holmes in città il mese scorso. Ci siamo incrociati diverse volte. Mi chiedo che cosa ci stesse a fare."
"Forse per i preparativi del suo matrimonio con Miss de Bourgh", disse Molly.
"Senza dubbio. Lo avete visto quando siete stati a Lambton? Mi sembra di sì, a quanto credo di aver capito dagli Hudson."
"Sì; ci ha presentato la sorella."
"E vi è piaciuta?"
"Moltissimo."
"Ho sentito dire, in effetti, che è migliorata in quest'ultimo anno o due. Quando l'ho vista l'ultima volta, non era molto promettente. Spero che faccia una buona riuscita."
"Credo proprio di sì; ha superato l'età più difficile."
"Siete andati nel villaggio di Kympton?"
"Non me ne ricordo."
"Ne parlo perché è lì il beneficio che mi sarebbe spettato. Un posto davvero delizioso! Una canonica eccellente! Sarebbe stata adatta a me da tutti i punti di vista."
"Vi sarebbe piaciuto pronunciare sermoni?"
"Tantissimo...Ma non doveva essere. Avete mai sentito Mr. Holmes parlare di questo, quando eravate nel Kent."
"Ho sentito dire, da qualcuno che ho ritenuto altrettanto affidabile, che il lascito era soggetto a certe condizioni, e alla volontà del proprietario attuale."
"Capisco. Sì, in questo c'è qualcosa di vero; ve lo dissi fin dall'inizio, come certo ricorderete."
"Ho anche sentito dire che c'è stato un momento in cui pronunciare sermoni non vi era così gradito; che in realtà avevate affermato di essere deciso a non prendere mai gli ordini, e che la faccenda era stata sistemata di conseguenza."
"Ah, sì! e la cosa non è totalmente priva di fondamento. Vi ricordate certamente che cosa vi dissi in proposito, quando ne parlammo per la prima volta."
Ormai erano quasi alla porta di casa, poiché lei aveva camminato velocemente per liberarsi di lui, e dato che non voleva provocarlo, per amore della sorella, la sua riposta fu solo, con un allegro sorriso,
"Andiamo, Mr. Moriarty, ormai siamo cognati. Non mettiamoci a discutere sul passato. In futuro, spero che andremo sempre d'accordo."
Lei gli porse la mano; lui la baciò con affettuosa galanteria, benché non sapesse bene dove guardare, ed entrarono in casa.

53

Mr. Moriarty rimase così soddisfatto da quella conversazione, che non stimolò la cara cognata Molly, riprendendo l'argomento.
Arrivò presto il giorno della partenza sua e di Janine, e Mrs. Hooper fu costretta a subire una separazione che era probabile si protraesse almeno per un anno.
"Oh! mia cara Janine", esclamò, "Scrivimi molto spesso, mia cara."
"Tanto spesso quanto potrò. Sai che una donna sposata non ha mai molto tempo per scrivere. Le mie sorelle potranno scrivermi. Non avranno altro da fare."
Gli addii di Mr. Moriarty furono molto più affettuosi di quelli della moglie. Sorrise, mise in mostra la propria bellezza, e disse molte cose carine.
"È proprio un bel tipo", disse Mr. Hooper, non appena furono usciti, "com'è sempre stato. Fa sorrisetti, smorfie strane, ci fa la corte a tutti. Sono straordinariamente fiero di lui. Sfido persino lo stesso Sir Lucas, a esibire un genero più apprezzabile."
La perdita della figlia rese Mrs. Hooper molto triste per diversi giorni. Ma la condizione di avvilimento in cui era stata gettata da quell'evento fu in breve alleviata, e il suo animo si aprì di nuovo all'eccitazione della speranza, grazie a una notizia che iniziò allora a circolare. La governante di Netherfield aveva ricevuto l'ordine di prepararsi all'arrivo del suo padrone.
Miss Hooper non era riuscita a sentire del suo arrivo senza cambiare di colore. Erano passati molti mesi da quando ne aveva menzionato il nome a Molly; ma ora, non appena furono da sole, disse,
"L'ho visto che mi stavi guardando oggi, Molly e so che sembravo turbata. Ma non pensare che fosse per qualche strano motivo. È stato solo un momento di imbarazzo, perché sapevo che sarei stata osservata. Ti assicuro che la notizia non mi procura né gioia né pena. Di una cosa sono lieta, che viene da solo, poiché lo vedremo di meno. Non che tema per me stessa, ma ho paura dei commenti degli altri."
Molly non sapeva che cosa pensare. Se non l'avesse visto nel Derbyshire, avrebbe potuto supporre che venisse con nessun altro scopo se non quello dichiarato; ma lo credeva ancora innamorato di Mary, ed era indecisa su quale fosse la probabilità maggiore tra il fatto che venisse con il permesso dell'amico, o fosse audace abbastanza da venire senza quel permesso.
Nonostante quanto affermava la sorella, in attesa del suo arrivo, Molly poteva chiaramente percepire come ne fosse turbata.
Mr. Watson arrivò. Mrs. Hooper, per mezzo della servitù riuscì a essere la prima a saperlo, affinché il periodo di ansia e agitazione da parte sua fosse il più lungo possibile. Contava i giorni che dovevano passare prima di poter mandare l'invito per un pranzo; disperava di poterlo incontrare prima. Ma il terzo giorno dopo il suo arrivo nell'Hertfordshire lo vide, dalla finestra del suo spogliatoio, entrare dal cancello e cavalcare verso la casa.
Le figlie furono subito chiamate a condividere la sua gioia. Mary restò risolutamente seduta al suo posto, ma Molly, per far piacere alla madre, andò alla finestra... guardò... vide Mr. Holmes con lui, e si sedette di nuovo vicino alla sorella.
"C'è un signore con lui, mamma", disse Philippa; "chi può essere?"
"Qualche amico suo immagino, mia cara; sono sicura di non conoscerlo."
"Oh!" replicò Philippa, "sembra proprio quello che di solito stava con lui, Mr. come si chiama. Quello alto, che si dava tante arie."
"Bontà divina! Mr. Holmes! Be', tutti gli amici di Mr. Watson saranno sempre i benvenuti qui, statene certe, altrimenti direi che lo detesto solo a vederlo."
Mary guardò Molly, sorpresa e preoccupata. Sapeva molto poco del loro incontro nel Derbyshire, e perciò era in ansia per l'imbarazzo che doveva provare la sorella nel vederlo quasi per la prima volta dopo aver ricevuto la sua lettera di spiegazioni. Entrambe le sorelle si sentivano notevolmente a disagio. Ognuna era in ansia per l'altra, e ovviamente per se stessa. Ma Molly aveva una fonte di agitazione che non poteva essere sospettata da Mary, alla quale non aveva mai avuto il coraggio di mostrare la lettera di Mrs. Hudson, né di riferire quanto fossero cambiati i suoi sentimenti nei confronti di lui. Il suo stupore per la sua venuta... la sua venuta a Netherfield, a Longbourn, per averla di nuovo cercata di propria volontà, era quasi pari a quello che aveva provato quando si era trovata di fronte al suo comportamento così mutato nel Derbyshire.
Il colorito che le era scomparso dal volto, tornò per un istante a essere ancora più acceso, e un sorriso di gioia aggiunse lucentezza ai suoi occhi, mentre in quell'istante pensava che l'affetto e i desideri di lui fossero ancora inalterati. Ma non poteva esserne certa.
"Vediamo prima come si comporta", si disse; "poi ci sarà ancora tempo per sperare."
Si dedicò al suo lavoro, sforzandosi di apparire calma, e senza osare alzare gli occhi.
Quando apparvero i gentiluomini, il colorito di Mary si accese, ma li accolse con discreta disinvoltura, e con una proprietà di comportamento ugualmente priva di qualsiasi sintomo di risentimento o di superfluo compiacimento.
Molly parlò con entrambi negli stretti limiti della buona educazione, e si mise nuovamente al lavoro con uno zelo che non le capitava spesso di dedicargli. Si era concessa solo un'occhiata a Holmes. Lui appariva serio come al solito, pensò, più come era solito apparire nell'Hertfordshire, che come l'aveva visto a Pemberley. Ma forse, in presenza della madre, non riusciva a essere lo stesso di quando era stato di fronte agli zii. Era una congettura penosa, ma non improbabile.
Anche Watson lo aveva osservato solo per un istante, e in quel breve lasso di tempo l'aveva visto sia contento che imbarazzato. Mrs. Watson l'aveva accolto con un grado di cortesia che aveva fatto vergognare le sue due figlie, specialmente se paragonato alla fredda e cerimoniosa educazione dell'inchino e delle frasi rivolte all'amico.
Molly in particolare, consapevole che la madre dovesse proprio a quest'ultimo la salvezza della sua figlia prediletta da un irrimediabile disonore, fu ferita e angosciata al massimo grado da una discriminazione così male applicata.
Holmes, dopo averle chiesto come stavano Mr. e Mrs. Hudson, una domanda a cui lei non poté rispondere senza imbarazzo, non disse praticamente altro. Non era seduto vicino a lei, e forse era questo il motivo del suo silenzio; ma non era stato così nel Derbyshire. Lì aveva chiacchierato con i suoi parenti, quando non poteva farlo con lei. Ma ora passarono diversi minuti senza che le giungesse il suono della sua voce; e quando, di tanto in tanto, incapace di resistere alla curiosità, aveva alzato gli occhi per guardarlo in volto, lo aveva visto osservare Mary quanto lei, e spesso null'altro che il pavimento. Era chiaramente più pensieroso e meno ansioso di piacere di quando lo aveva incontrato l'ultima volta.
"Come avrei potuto aspettarmi altro!" si disse. "Ma allora, perché è venuto?"
Non aveva voglia di conversare con nessuno se non con lui; e non aveva il coraggio di parlargli.
Gli chiese della sorella, ma non riuscì a fare di più.
"È passato molto tempo, Mr. Watson, da quando siete andato via", disse Mrs. Hooper.
Lui ne convenne subito.
"Cominciavo a temere che non sareste mai tornato. Da quando ve ne siete andato sono cambiate molte cose nel vicinato. Miss Lucas si è sposata e sistemata, e così una delle mie figlie. Immagino che ne abbiate sentito parlare; in effetti, dovreste averlo letto nei giornali. So che era nel Times e nel Courier, anche se non era riportato come dovuto. Si diceva solo che «Di recente, Jim Moriarty, Esq., con Miss Janine Hooper». Eppure l'aveva redatto mio fratello, e mi chiedo come possa aver combinato un tale pasticcio. Lo avete letto?"
Watson rispose di sì, e fece le sue congratulazioni. Molly non osava alzare gli occhi. Non era, perciò, in grado di dire che faccia avesse Holmes.
"È davvero una gran bella cosa avere una figlia ben maritata", proseguì la madre, "ma allo stesso tempo, Mr. Watson, è una prova molto dura vederla andare così lontano. Sono andati a Newcastle perché immagino abbiate saputo che ha lasciato la milizia e che si è arruolato nell'esercito regolare. Grazie al cielo, qualche amico ce l'ha, anche se forse non quanti ne meriterebbe."
Molly, consapevole che questa era una stoccata a Mr. Holmes, si sentì talmente al colmo della vergogna che a stento riuscì a restare seduta. Questo la spinse, tuttavia, a fare uno sforzo per parlare, cosa che nient'altro l'aveva costretta a fare prima, e chiese a Watson se al momento avesse intenzione di restare per un po' in campagna. Per qualche settimana, così riteneva lui.
Quando i signori si alzarono per andarsene, Mrs. Hooper, memore dei suoi cortesi propositi, li invitò a pranzo a Longbourn di lì a qualche giorno, e loro accettarono.
"Siete in debito con me di una visita, Mr. Watson", aggiunse lei, "poiché quando siete andato in città l'inverno scorso, avevate promesso di venire da noi per un pranzo in famiglia, non appena tornato. Come vedete, non l'ho dimenticato."
Watson sembrò un po' confuso da questa osservazione, e per scusarsi disse qualcosa su degli affari che glielo avevano impedito. Se ne andarono.
Mrs. Hooper era stata molto tentata di invitarli a restare a pranzo il giorno stesso, ma, anche se la sua tavola era sempre ottima, riteneva che non meno di due giri completi di portate potessero bastare per un uomo sul quale riponeva tante ansiose aspettative, o per soddisfare l'appetito e l'orgoglio di un altro che aveva diecimila sterline l'anno.

54

Non appena se ne furono andati, Molly uscì per risollevare il proprio umore; o, in altre parole, per dedicarsi a quegli argomenti che l'avrebbero di certo abbattuta ancora di più. Il comportamento di Mr. Holmes l'aveva stupita e irritata.
"Perché mai è venuto", si disse, "se l'ha fatto solo per restare muto, serio e indifferente?"
Non riusciva a pensare a nulla che la soddisfacesse.
"Ha continuato a essere amabile, a essere simpatico, con i miei zii, quando era a Londra; perché con me no? Se ha paura di me, perché viene qui? Se non gliene importa più nulla di me, perché restare muto? Che uomo irritante, proprio irritante! Non voglio più pensare a lui."
La sua decisione fu involontariamente mantenuta per un po' per l'avvicinarsi della sorella, che si unì a lei con un'aria allegra che dimostrava come fosse più soddisfatta di Molly dei due visitatori.
"Ora che si è concluso il primo incontro", disse, "mi sento serena. So quanto sono forte, e non mi sentirò più in imbarazzo nel vederlo arrivare. Sono lieta che pranzi qui martedì. Così diventerà di dominio pubblico che, da entrambe le parti, ci incontriamo solo come semplici conoscenti.”
"Oh, Mry, stai attenta.", disse Molly, ridendo.
"Mia cara Molly, mi credi davvero talmente debole da correre ancora qualche pericolo?"
"Credo che tu stia correndo il pericolo di farlo innamorare di te com'è sempre stato."
Il martedì c'era un gruppo numeroso riunito a Longbourn, e i due che erano più attesi arrivarono in perfetto orario. Quando si recarono in sala da pranzo, Molly stette ansiosamente attenta, per vedere se Watson avrebbe preso il posto accanto alla sorella che, in tutti i pranzi precedenti, gli era appartenuto. La madre, occupata con la stessa idea, evitò con cura di invitarlo a sedere accanto a lei. Entrando nella stanza, lui sembrò esitare; ma a Mary capitò di guardarsi intorno, e capitò di sorridere: la decisione fu presa. Si mise accanto a lei.
Molly, con un senso di trionfo, guardò verso il suo amico. Sembrava sopportare la cosa con nobile indifferenza, e lei avrebbe immaginato che Watson avesse ricevuto il permesso di essere felice, se non avesse visto anche lui dirigere lo sguardo verso Mr. Holmes, con un'espressione mezzo allarmata e mezzo divertita.
Il suo comportamento con la sorella fu tale, durante il pranzo, da rivelare un'ammirazione che convinse Molly che la felicità di Mary, e quella di lui, sarebbe stata presto assicurata. Anche se non osava avere certezze sulla conclusione, le fece piacere osservare il comportamento di lui. Le diede tutta l'eccitazione che le fosse possibile provare, poiché non era certo di ottimo umore. Mr. Holmes era lontano da lei quanto tutta la lunghezza del tavolo. Era seduto in uno dei due posti di fianco alla madre. Sapeva bene quanto poco una situazione del genere facesse piacere a entrambi. Non era abbastanza vicina da poter sentire i loro discorsi, ma poteva vedere quanto raramente si rivolgessero la parola, e quanto i loro modi fossero freddi e formali. La scortesia della madre le rese più penosa la consapevolezza di ciò che gli dovevano, e, a volte, avrebbe dato chissà che per avere il privilegio di dirgli che non tutta la famiglia ignorava o non apprezzava la sua generosità.
Sperava che in serata avrebbe potuto cogliere qualche occasione per stare insieme. Ansiosa e agitata com'era, il periodo trascorso in salotto, prima dell'arrivo dei signori, fu talmente pesante e noioso da renderla quasi scortese.
"Se nemmeno allora verrà da me", si disse, "rinuncerò a lui per sempre."
I signori arrivarono, e le sembrò che lui stesse esaudendo le sue speranze, ma, ahimè! le signore si affollarono così fitte intorno al tavolo, dove Miss Hooper stava preparando il tè, e Molly versando il caffè, che vicino a lei non rimase un solo posto libero, idoneo a far spazio a una sedia. E, all'avvicinarsi dei signori, una delle ragazze si strinse più che mai accanto a lei, dicendo, in un bisbiglio,
"Ho deciso che gli uomini non devono riuscire a dividerci. Non abbiamo bisogno di nessuno di loro, non è vero?"
Holmes si era spostato in un altro lato della stanza. Lei lo seguì con lo sguardo; invidiava tutti quelli a cui rivolgeva la parola, non aveva nessuna voglia di servire il caffè, e poi si arrabbiò con se stessa per essere così sciocca!
"Un uomo che è stato rifiutato già una volta! Come potrei mai essere così stupida da aspettarmi un ritorno del suo amore?"
Si rianimò un pochino, tuttavia, quando riportò lui stesso la tazza del caffè, e lei colse l'occasione per dire,
"Vostra sorella è ancora a Pemberley?"
"Sì, ci resterà fino a Natale."
"E tutta sola? I suoi amici sono andati tutti via?"
"C'è Mrs. Annesley con lei."
Non riuscì a trovare altro da dire; ma se lui avesse voluto conversare, avrebbe potuto avere più successo. Invece rimase in piedi accanto a lei solo per qualche minuto, in silenzio, e alla fine, quando la signorina bisbigliò ancora qualcosa a Molly, si allontanò.
Una volta portato via il tè, e sistemati i tavoli da gioco, tutte le signore si alzarono, e Molly sperò di potersi presto unire a lui, ma tutte le sue speranze svanirono, vedendolo cadere vittima della rapacità della madre di formare un tavolo da whist, e dopo pochi istanti seduto con il resto del gruppo. Erano confinati per tutta la serata a tavoli diversi, e non aveva più nulla da sperare, se non che gli occhi di lui si rivolgessero spesso nella sua direzione, tanto da farlo giocare male come lei.
Mrs. Hooper aveva previsto di far restare a cena i due signori di Netherfield; ma la loro carrozza fu sfortunatamente ordinata prima di tutte le altre, e lei non ebbe modo di trattenerli.
"Be', ragazze", disse, non appena rimaste sole, "che ne dite della giornata? Credo che sia andato tutto straordinariamente bene, ve l'assicuro. Il pranzo è stato servito bene come non mi era mai capitato di vedere; persino Mr. Holmes ha riconosciuto che le pernici erano cucinate particolarmente bene, e immagino che abbia almeno due o tre cuoche francesi. Mia cara Mary, non ti ho mai vista più bella. L'ha detto anche Mrs. Long, perché le avevo chiesto se non fosse così."
Mrs. Hooper, per farla breve, era eccitatissima; e le sue aspettative per il bene della famiglia erano talmente lontane dalla ragionevolezza, che il giorno successivo rimase molto delusa nel non vederlo tornare per fare la sua dichiarazione.
"È stata una giornata molto gradevole", disse Miss Hooper a Molly. "La comitiva sembrava così ben assortita, così affiatata. Spero che ci si possa ritrovare spesso."
Molly sorrise.
"Molly, non devi fare così. Ti assicuro di aver imparato a godere della sua conversazione come quella di un giovanotto simpatico e intelligente, senza desiderare altro. Sono perfettamente convinta, dai suoi modi attuali, che non abbia mai avuto in progetto di conquistare il mio affetto. È solo che è dotato di una grande dolcezza nel modo di comportarsi, e di un desiderio di rendersi gradito a tutti maggiore di qualsiasi altro uomo."
"Sei molto crudele", disse la sorella; "non vuoi che io sorrida, e mi provochi continuamente."
"Ma perché vuoi convincermi che provo più di quanto ammetto?"
"Ecco una domanda alla quale non so rispondere. Tutti amiamo educare, anche se siamo in grado di insegnare solo ciò che non vale la pena di sapere. Perdonami, e se persisti nella tua indifferenza, non fare di me la tua confidente."

55

Qualche giorno dopo quella visita, Mr. Watson tornò a trovarli, e da solo. Il suo amico era partito il mattino per Londra, ma sarebbe tornato nel giro di dieci giorni. Si fermò per più di un'ora, ed era di ottimo umore. Mrs. Hooper lo invitò a pranzo, ma, con molte espressioni di rammarico, lui dichiarò di essere già impegnato altrove.
"Domani potete venire?"
Sì, non aveva nessun impegno per l'indomani, e l'invito fu accettato molto volentieri.
Venne, e così di buonora che nessuna delle signore era vestita. Precipitandosi nella camera della figlia, in vestaglia e con i capelli mezzo spettinati, Mrs. Hooper gridò,
"Mia cara Mary, sbrigati a scendere. È arrivato... è arrivato Mr. Watson. Sbrigati, sbrigati."
"Scenderemo non appena possibile", disse Mary, "ma credo che Philippa sia più avanti di noi due, visto che è salita mezzora fa."
"Oh! lascia perdere Philippa! che c'entra lei? Fai in fretta, in fretta! dov'è la tua cintura mia cara?"
Ma una volta uscita la madre, Mary non si lasciò convincere a scendere senza una delle sorelle.
Lo stesso desiderio di lasciarli da soli emerse di nuovo nel pomeriggio. Dopo il tè, Mr. Hooper si ritirò in biblioteca e Sally salì al piano di sopra dal suo strumento. Essendo così rimossi due ostacoli, Mrs. Hooper rimase seduta lanciando sguardi e facendo l'occhiolino a Molly e Philippa per un bel po', senza che le due se ne accorgessero.
Alla fine, Philippa disse con molta ingenuità. "Che c'è, mamma? Perché continuate a farmi l'occhiolino? Che cosa devo fare?"
"Nulla, bambina mia. Non ti sto facendo l'occhiolino." Poi rimase seduta ancora per cinque minuti, ma, incapace di sprecare un'occasione del genere, si alzò improvvisamente e, dicendo a Philippa,
"Vieni, tesoro mio. Ti voglio parlare." la portò fuori della stanza.
Mary lanciò subito un'occhiata a Molly, che esprimeva il suo imbarazzo per una manovra così scoperta, e la sua preghiera affinché lei non cedesse. Dopo qualche minuto, Mrs. Hooper socchiuse la porta ed esclamò,
"Molly, mia cara. Ti voglio parlare."
Molly fu costretta ad andare.
"Possiamo anche lasciarli soli, sai"; disse la madre non appena lei fu nell'atrio. "Philippa e io andremo di sopra nel mio spogliatoio."
Molly non fece nessun tentativo di discutere con la madre; rimase tranquilla nell'atrio, fino a quando lei e Philippa non furono sparite, e poi tornò in salotto.
Aprendo la porta, si accorse che la sorella e Watson erano in piedi appoggiati al caminetto, come se fossero impegnati in una seria conversazione; e anche se questo sarebbe potuto non bastare per insospettirla, le facce di entrambi, quando si girarono all'improvviso e si allontanarono l'uno dall'altra, avrebbero detto tutto. La loro situazione era imbarazzante, ma lei pensò che la sua fosse ancora peggiore. Nessuno dei due disse una parola, e Molly era sul punto di andarsene, quando Watson, che si era seduto insieme a Mary, si alzò improvvisamente, e sussurrando qualche parola alla sorella, corse fuori della stanza.
Mary non aveva segreti per Mollye l'abbracciò .
"È troppo!" aggiunse, "davvero troppo. Non lo merito. Oh! perché non sono tutti così felici?"
Molly le fece le sue congratulazioni con una sincerità, un calore, una gioia, che le parole potevano esprimere solo in minima parte. Ogni frase affettuosa era per Mary fonte di nuova felicità. Ma per il momento non voleva restare lì con la sorella, o dire la metà di ciò che doveva essere detto.
"Vado dalla mamma", esclamò. "Non vorrei assolutamente prendermi gioco della sua affettuosa premura, o permettere che lo sappia da altri e non da me. Lui è già andato dal babbo. Oh! Molly, sapere che ciò che ho da dire darà così tanta gioia a tutta la mia cara famiglia!"
Si affrettò quindi dalla madre.
Molly, che era rimasta sola, sorrise per la rapidità e la facilità con cui si era finalmente risolta una faccenda che aveva provocato così tanti mesi di incertezza e malumore.
"E questa", si disse, "è la fine di tutta l'ansiosa cautela del suo amico! di tutte le bugie e gli stratagemmi delle sorelle! la conclusione più felice, più saggia e più giusta!"
Dopo qualche minuto fu raggiunta da Watsson, il cui colloquio con il padre era stato breve e fruttuoso.
"Dov'è vostra sorella?" disse con impazienza, non appena aperta la porta.
"Con mia madre di sopra. Credo proprio che scenderà a momenti."
Lui allora chiuse la porta, e le si avvicinò, richiedendo gli auguri e l'affetto di una cognata. Molly espresse sinceramente e con tutto il cuore la sua gioia in vista di quella parentela. Si strinsero la mano con grande cordialità, e poi, fino a quando la sorella non scese, lei dovette ascoltare tutto ciò che lui aveva da dire della sua felicità e di tutte le perfezioni di Mary.
Fu una serata di gioia non comune per tutti loro.
Non appena Watson se ne fu andato, Mr. Watson si rivolse alla figlia e disse,
"Mary, mi congratulo con te. Sarai una donna molto felice."
Mary corse da lui, lo baciò, e lo ringraziò per la sua bontà.
"Sei una brava ragazza", replicò lui, "e mi fa tanto piacere pensare che ti sistemerai così bene. Non ho dubbi sul fatto che insieme starete benissimo. Avete caratteri molto simili. Siete entrambi così accondiscendenti, che non prenderete mai una decisione; così indulgenti, che tutte le persone di servizio vi imbroglieranno; e così generosi, che spenderete sempre di più della vostre entrate."
"Spero di no. La leggerezza o la sbadataggine in materia di soldi sarebbero imperdonabili per me."
"Spendere di più delle loro entrate! Mio caro Mr. Hooper", esclamò la moglie, "ma di che stai parlando? Ma come, ha quattro o cinquemila sterline l'anno, e molto probabilmente ancora di più." Poi, rivolgendosi alla figlia, "Oh! mia cara Mary, sono così felice! Lo sapevo come sarebbe andata. Ho sempre detto che doveva andare così, alla fine. Ero sicura che non potevi essere così bella per niente!"
Watson, da quel momento, fu naturalmente tutti i giorni ospite a Longbourn; veniva spesso prima di colazione, e restava sempre fino alla cena.
Molly aveva ora pochissimo tempo a disposizione per conversare con la sorella, poiché, quando c'era lui, Mary non aveva attenzioni per nessun altro; ma si trovò a essere estremamente utile a entrambi, in quelle ore di separazione che talvolta capitavano. In assenza di Mary, lui stava sempre con Molly, per il piacere di parlare di lei; e quando Watson se ne andava, Mary cercava costantemente lo stesso tipo di sollievo.
"Mi ha resa così felice", disse, una sera, "dicendomi che ignorava totalmente il fatto che fossi a Londra la primavera scorsa! Non l'avevo creduto possibile."
"Io lo sospettavo alquanto", replicò Molly. "Ma come lo ha spiegato?"
"Dev'essere stata opera della sorella. Non era benevola nei confronti della sua conoscenza con me, cosa che non mi meraviglia, dato che avrebbe potuto scegliere in modo più vantaggioso. Ma quando vedrà che il fratello è felice con me, imparerà a essere soddisfatta, e torneremo in buoni rapporti, anche se non potranno mai essere quelli di una volta."
"È il discorso più inflessibile che ti abbia mai sentita pronunciare", disse Molly.
"Ci crederesti, Molly, che quando è andato a Londra lo scorso novembre mi amava davvero, e che nulla se non la convinzione che io fossi indifferente, gli avrebbe impedito di tornare?"
"Sicuramente ha fatto un piccolo sbaglio; ma fa onore alla sua modestia."
Questo naturalmente diede la stura a un panegirico da parte di Mary sulla sua insicurezza, e sullo scarso valore che lui dava alle sue buone qualità. A Molly fece piacere che lui non avesse rivelato l'intromissione dell'amico.
"Sono sicuramente la creatura più fortunata mai esistita!" esclamò Mary. "Oh! Molly, se potessi vedere te altrettanto felice! Se solo ci fosse un altro uomo del genere per te!"
"Se anche ce ne fossero quaranta di uomini così, non potrei mai essere felice come te. Finché non avrò la tua indole, la tua bontà, non potrò mai provare la tua stessa felicità. No, no, lascia che me la sbrighi da sola, e, forse, se sarò molto fortunata, potrò incontrare in tempo un altro Mr. Collins."
Lo stato di cose nella famiglia di Longbourn non poteva certo restare a lungo un segreto.
Gli Hooper furono rapidamente proclamati la famiglia più fortunata del mondo, anche se poche settimane prima, quando Janine era scappata, erano stati da tutti segnati a dito per la loro disgrazia.

56

Una mattina, circa una settimana dopo il fidanzamento di Watson con Mary, mentre erano seduti in sala da pranzo, l'improvviso rumore di una carrozza li spinse alla finestra, dove notarono un tiro a quattro attraversare il prato. Era troppo presto per dei visitatori, e inoltre l'equipaggio non sembrava essere nessuno di quelli dei loro vicini. Poiché era comunque certo che qualcuno stesse arrivando, Watson convinse Miss Hooper a evitare di restare rinchiusi per quell'intrusione, e a fare una passeggiata con lui in giardino. Uscirono entrambi, e le ipotesi delle tre rimaste proseguirono finché non si spalancò la porta ed entrò il visitatore. Era Lord Mycroft de Bourgh.
Lord Mycroft entrò nella stanza con un'aria più sgarbata del solito, non rispose al saluto di Molly se non con un lieve cenno del capo, e si mise a sedere senza dire una parola. Molly aveva fatto il suo nome alla madre, all'ingresso di sua signoria, anche se non era stata fatta nessuna richiesta di presentazione.
Dopo essere rimasta seduta in silenzio per un istante, lei disse con molta freddezza a Molly,
"Spero che stiate bene, Miss Hooper. La signora immagino sia vostra madre."
Molly rispose molto concisamente di sì.
"E quella immagino sia una delle vostre sorelle."
"Sì, signora", disse Mrs. Hooper. "È la penultima delle mie ragazze. L'ultima si è sposata di recente, e la maggiore è in giardino, a passeggio con un giovanotto che farà presto parte della famiglia."
"Avete un parco molto piccolo qui", affermò Lord de Bourgh dopo un breve silenzio."e questo salotto dev'essere molto scomodo nei pomeriggi d'estate; le finestre danno tutte a ponente."
Mrs. Hooper le assicurò che non lo usavano mai dopo il pranzo, e poi aggiunse,
"Posso prendermi la libertà di chiedere a vostra signoria se ha lasciato Mr. e Mrs. Collins in buona salute?"
"Sì, stavano benissimo. Li ho visti l'altro ieri sera."
Mrs. Hooper, con molta gentilezza, pregò sua signoria di prendere qualche rinfresco, ma Lord Mycroft, con molta decisione, e non molta educazione, si rifiutò di prendere alcunché e poi, alzandosi, disse a Molly,
"Miss Hooper, sembra che ci sia una specie di boschetto su un lato del vostro prato. Sarei lieta di farci un giro, se mi farete l'onore della vostra compagnia."
"Va, mia cara", esclamò la madre, "e mostra a sua signoria i vari viottoli. Credo che il tempietto le piacerà."
Molly obbedì, corse di sopra a prendere il parasole e poi si unì alla sua nobile ospite al piano di sotto.
Procedettero in silenzio lungo il sentiero di ghiaia che conduceva al boschetto; Molly aveva deciso di non fare nessun tentativo di conversazione, con una donna che in quel momento appariva insolente e antipatica più del solito.
Non appena entrate nel boschetto, Lord de Bourgh iniziò così,
"Non avrete certo nessuna difficoltà, Miss Hooper, a capire il motivo del mio viaggio fin qui."
Molly la guardò con genuino stupore.
"Vi state davvero sbagliando, signora. Non riesco a spiegarmi l'onore di vedervi qui."
"Miss Hooper", replicò sua signoria, in tono irato, "dovreste saperlo, che con me non si scherza. Una voce di natura molto allarmante mi è arrivata due giorni fa. Mi è stato detto che non solo vostra sorella era sul punto di sposarsi in modo molto vantaggioso, ma che voi vi sareste, con tutta probabilità, unita subito dopo con mio nipote, Mr. Holmes. Anche se so che dev'essere una scandalosa menzogna, ho immediatamente deciso di venire qui, per mettervi al corrente della mia opinione."
"Se credete impossibile che sia vero", disse Molly, arrossendo dallo stupore e dallo sdegno, "mi meraviglio che vi siate presa il disturbo di venire fin qui. Qual è lo scopo della vostra visita?"
"Esigere che una notizia del genere venga immediatamente e pubblicamente smentita."
"La vostra venuta a Longbourn", disse Molly freddamente, "contribuirà piuttosto a confermarla, se una voce del genere esiste davvero."
"Se! pretendete dunque di non saperne nulla? Non è stata fatta circolare ad arte da voi stessa? Non sapete che una voce del genere è ampiamente diffusa?"
"Non ne ho mai sentito parlare."
"E potete dunque dichiarare che in essa non c'è nessun fondamento?"
"Non pretendo di possedere la stessa franchezza di vostra signoria. Voi potete fare domande, alle quali io potrei scegliere di non rispondere."
"Questo non è tollerabile. Miss Hooper, esigo una risposta soddisfacente. Vi ha mio nipote fatto una proposta di matrimonio?"
"Vostra signoria ha affermato che è impossibile."
"Dovrebbe esserlo; deve esserlo, se lui ha ancora l'uso della ragione. Ma le vostre arti di seduzione potrebbero avergli fatto dimenticare ciò che deve a se stesso e a tutta la sua famiglia. Potreste averlo adescato."
"Se l'avessi fatto, sarei l'ultima persona ad ammetterlo."
"Miss Hooper! Io sono quasi la parente più stretta che lui abbia al mondo, e ho il diritto di conoscere i suoi interessi più intimi."
"Ma non avete il diritto di conoscere i miei."
"Fatemi essere ancora più chiara. Questa unione non potrà mai avere luogo. No, mai. Mr. Holmes è fidanzato con mia figlia. E ora che cosa avete da dire?"
"Solo questo: che se è così, non avete alcun motivo di supporre che lui faccia una proposta a me."
Lord Mycroft esitò per un istante, e poi replicò,
"Fin dalla loro infanzia sono stati destinati l'uno all'altra. Era il più grande desiderio della madre di lui, così come di quella di lei. Abbiamo progettato l'unione quando erano nella culla; e proprio ora, debbono essere ostacolati da una giovane donna di nascita inferiore, senza nessun rilievo sociale, e totalmente estranea alla famiglia! Non mi avete sentito dire che fin dalla nascita era destinato alla cugina?"
"Sì, e l'avevo sentito dire anche prima. Ma che importanza ha per me? Se Mr. Holmes non è legato alla cugina né dall'onore né dall'affetto, perché mai non può fare una scelta diversa? E se sono io quella scelta, perché mai non dovrei accettarlo?"
"Perché lo vieta l'onore, il decoro, la prudenza, anzi, l'interesse. Sì, Miss Hooper, l'interesse; perché non aspettatevi di essere presa in considerazione dalla sua famiglia o dai suoi amici, se vi ostinate a opporvi ai desideri di tutti."
"Queste sono terribili disgrazie", replicò Molly. "Ma la moglie di Mr. Holmes avrà una tale straordinaria fonte di felicità connessa con il suo stato, che potrà non avere nessun motivo per lamentarsi."
"Ragazza ostinata e testarda! Mi vergogno per voi! È questa la vostra gratitudine per le mie premure della scorsa primavera? Dovete capire, Miss Hooper, che sono venuta con l'assoluta determinazione di ottenere il mio scopo, e non mi lascerò dissuadere. Mia figlia e mio nipote sono fatti l'uno per l'altra. Sono destinati l'uno all'altra dai desideri di tutti i membri dei loro rispettivi casati; e che cosa dovrebbe dividerli? Le pretese venute dal nulla di una giovane donna senza un nome, senza parentele o ricchezze. Non è tollerabile!"
"Lui è un gentiluomo; io sono figlia di un gentiluomo; fin qui siamo pari."
"È vero. Voi siete figlia di un gentiluomo. Ma chi è vostra madre? Chi sono i vostri zii e zie? Non crederete che io ignori la loro situazione sociale."
"Quali che siano le mie parentele", disse Molly, "se vostro nipote non ha obiezioni da fare, a voi non deve interessare."
"Ditemi, una volta per tutte, siete fidanzata con lui?"
Anche se Molly avrebbe voluto non rispondere alla domanda, non poté non dire, dopo un istante di riflessione,
"No."
Lord de Bourgh sembrò soddisfatto.
"E mi promettete di non impegnarvi mai in questo fidanzamento?"
"Non farò mai una promessa del genere."
"Miss Hooper, sono sconvolta e stupita. Ma non illudetevi che io possa rinunciare. Non andrò via finché non mi avrete dato le assicurazioni che esigo."
"E io sicuramente non le darò mai. Quanto approvi vostro nipote questa intromissione nei suoi affari, non sono in grado di dirlo; ma voi non avete nessun diritto di interessarvi dei miei. Vi devo pregare, quindi, di non essere importunata oltre su questo argomento."
"Non ho affatto finito. A tutte le obiezioni che ho già esposto, ne ho un'altra da aggiungere. Non sono all'oscuro dei particolari della vergognosa fuga della vostra sorella minore. E una ragazza del genere dovrebbe diventare cognata di mio nipote? E suo marito, il figlio dell'amministratore del suo defunto padre, diventare suo cognato? Il cielo ce ne scampi!Le ombre di Pemberley devono essere profanate a tal punto?"
"Ormai non potete avere più nulla da dire", rispose lei indignata. "Mi avete insultata in tutti i modi possibili. Devo pregarvi di tornare in casa."
Sua signoria era furibonda.
"Non avete nessun riguardo per l'onore e la reputazione di mio nipote! Ragazza insensibile ed egoista! Non vi rendete conto che un'unione con voi lo farebbe cadere in disgrazia agli occhi di tutti?"
"Lord Mycroft, non ho più nulla da dire. Conoscete le mie opinioni."
"Siete dunque decisa ad averlo?"
"Non ho detto nulla di simile. Sono solo decisa ad agire nel modo che, a mio giudizio, possa rendermi felice, senza renderne conto a voi o ad altre persone che mi sono totalmente estranee."
"E questo è ciò che pensate! Questa è la vostra decisione finale! Molto bene. Non crediate, Miss Hooper, che la vostra ambizione sarà mai appagata. Sono venuta per mettervi alla prova. Speravo di trovarvi ragionevole; ma state pur certa che la spunterò."
Lord Mycroft continuò a parlare in questo modo finché non furono allo sportello della carrozza, dove, girandosi frettolosamente, aggiunse,
"Non mi congedo da voi, Miss Hooper. Non mando i miei omaggi a vostra madre. Non meritate una tale attenzione. Sono molto in collera."
Molly non rispose e rientrò silenziosamente. La madre le andò incontro impaziente sulla porta dello spogliatoio, per chiederle come mai Lord Mycroft non fosse rientrato per riposarsi.
"Ha preferito di no", disse la figlia, "è voluto andar via."
"È un uomo molto elegante! ed è stato cortesissimo a venire fin qui! poiché, immagino, è venuto solo per dirci che i Collins stavano bene. Credo che fosse diretta da qualche parte, e così, passando per Meryton, ha pensato che avrebbe potuto farci visita."

57

Il turbamento provocato in Molly da quella straordinaria visita non poteva essere superato facilmente. Lord de Bourgh si era preso il disturbo di quel viaggio da Rosings al solo scopo di rompere il suo presunto fidanzamento con Mr. Holmes. Un progetto davvero razionale! ma su quale fosse l'origine delle voci sul loro fidanzamento, Molly non riusciva a immaginarlo.
Nel ripensare alle affermazioni di Lord Mycroft, tuttavia, non poté fare a meno di sentirsi a disagio sulle possibili conseguenze del persistere in quella sua intromissione. Da ciò che aveva detto circa la sua determinazione nell'impedire il loro matrimonio, a Molly venne in mente che doveva aver pensato di rivolgersi al nipote; e su come lui avrebbe potuto reagire a una simile descrizione dei mali connessi a un legame con lei, non osava pronunciarsi. Non conosceva esattamente quanto fosse affezionato alla zia, o quanto dipendesse dal suo giudizio, ma era naturale supporre che lui nutrisse per la zia una stima più alta di quanta ne potesse avere lei; ed era certo che, nell'enumerare le disgrazie di un matrimonio con qualcuno i cui parenti più stretti erano così inferiori ai suoi, la zia avrebbe toccato il suo punto più debole.
Se prima lui aveva esitato sul da farsi, come spesso era sembrato, i consigli e le preghiere di una parente così stretta avrebbero potuto fugare ogni dubbio, e farlo decidere una volta per tutte a scegliere la felicità che avrebbe potuto dargli una dignità senza macchie. In quel caso non sarebbe più tornato. Lord Mycroft avrebbe potuto incontrarlo durante il suo viaggio verso Londra, e l'impegno con Watson di ritornare a Netherfield sarebbe stato cancellato.
"Se, quindi, entro qualche giorno dovesse arrivare all'amico una scusa per non mantenere la sua promessa", aggiunse tra sé, "saprò come interpretarla."
Il giorno dopo, mentre scendeva le scale, si imbatté nel padre, che usciva dalla biblioteca con in mano una lettera.
"Molly", disse lui, "stavo venendo a cercarti; vieni in camera mia."
Lei lo seguì, e la sua curiosità di sapere che cosa avesse da dirle fu accresciuta dal supporre che fosse in qualche modo col-legata alla lettera che aveva in mano.
Seguì il padre accanto al camino, ed entrambi si sedettero. Poi egli disse,
"Stamattina ho ricevuto una lettera che mi ha estremamente stupito. Dato che riguarda soprattutto te, devi conoscerne il contenuto. Non sapevo di avere due figlie in procinto di sposarsi. Lascia che mi congratuli con te, per una conquista così importante."
Il rossore avvampò le guance di Molly, nell'immediata certezza che la lettera fosse del nipote, invece che dello zio; e non riusciva a decidersi se essere più contenta che si fosse finalmente dichiarato, o più offesa per la lettera indirizzata al padre anziché a lei, quando il padre proseguì,
"Sembri aver capito. Su argomenti come questi le signorine hanno una grande perspicacia, ma credo di poter persino sfidare la tua sagacia nello scoprire il nome del tuo ammiratore. La lettera è di Mr. Collins."
"Di Mr. Collins! e che cosa può avere da dire lui?"
"Qualcosa di molto pertinente, ovviamente. Comincia con le congratulazioni per le nozze imminenti della mia figlia maggiore, delle quali sembra sia venuto a conoscenza da qualcuna di quelle care pettegole delle Lucas. Quello che ti riguarda è la parte che segue.

«Lasciatemi ora aggiungere un breve accenno su un altro argomento, del quale siamo stati informati dalla stessa fonte. Vostra figlia Molly, a quanto sembra, non porterà a lungo il nome degli Hooper e il compagno prescelto per il suo futuro può essere considerato come uno dei più illustri personaggi della nazione.»

"Riesci a indovinare, Molly, di che cosa si tratta?"

«Questo giovane gentiluomo è baciato dalla fortuna in modo particolare: una splendida proprietà, una nobile famiglia e ampi poteri di nomina. Eppure lasciate che io metta in guardia mia cugina Molly, e voi stesso, sui mali in cui potreste incorrere con una precipitosa accettazione delle proposte del gentiluomo, delle quali, naturalmente, sarete propensi ad approfittare.»

"Hai qualche idea, Molly, su chi sia questo gentiluomo? Ma ora ci arriviamo."

«Il motivo per cui vi metto in guardia è il seguente. Abbiamo ragione di immaginare che lo zio, Lord Mycroft de Bourgh, non veda di buon occhio questo matrimonio.»

"Capito? si tratta di Mr. Holmes! Ora, Molly, credo di averti sorpreso. Avrebbero potuto, lui o i Lucas, scegliere un uomo, all'interno della cerchia delle nostre conoscenze, il cui nome potesse smentire con più efficacia ciò che hanno riportato? Mr. Holmes, che non guarda mai una donna se non per vederne i difetti, e che in vita sua non ti ha mai degnata di uno sguardo! È straordinario!"
Molly cercò di unirsi all'allegria del padre, ma riuscì soltanto ad abbozzare un sorriso stentato. Il suo spirito non si era mai espresso in modo così poco gradevole per lei.
"Non sei divertita?"
"Oh! sì. Vi prego, continuate a leggere."

«Ieri sera, dopo aver accennato alla probabilità di questo matrimonio a sua signoria, lui ha espresso la sua opinione al riguardo, dalla quale è emerso chiaramente che non avrebbe mai dato il suo consenso a quella che ha definito un'unione vergognosa. Ho pensato fosse mio dovere informarne mia cugina con la massima urgenza, affinché lei e il suo nobile ammiratore possano essere consapevoli di quello a cui vanno incontro, e non si affrettino a contrarre un matrimonio che non è stato appropriatamente autorizzato.»

Il resto della lettera riguarda solo lo stato della cara Meena, e l'attesa di un nuovo virgulto. Ma, Molly, sembra come se tu non ti stia divertendo."
"Oh" esclamò Molly, "mi sono molto divertita. Ma è così strano!"
"Sì... ed è questo che lo rende divertente. Se avessero puntato su un altro non sarebbe stato nulla; ma la sua indifferenza, e la tua antipatia, rende il tutto così deliziosamente assurdo! E ti prego Molly che cosa ha detto Lord Mycroft di questa voce? È venuto per rifiutare il suo consenso?"
A questa domanda la figlia rispose solo con una risata, e poiché era stata fatta senza il minimo sospetto, non ebbe il fastidio di sentirsela ripetere. Per Molly non era mai stato così difficile far apparire i propri sentimenti per ciò che non erano. Il padre l'aveva crudelmente mortificata, con quello che aveva detto dell'indifferenza di Mr. Holmes, e lei non poteva fare nulla se non meravigliarsi di una tale mancanza di perspicacia, o temere che forse, invece di essere lui a capire troppo poco, fosse stata lei ad aver fantasticato troppo.

58

Invece di ricevere quella lettera di scuse dal suo amico che Molly si aspettava che gli arrivasse, Watson fu in grado di portare Holmes con sé a Longbourn prima che fossero passati molti giorni dalla visita di Lord Mycroft. I signori arrivarono di buonora, e prima che Mrs. Hooper avesse il tempo di raccontargli di aver incontrato la zia, cosa che la figlia aveva temuto, Watson, che voleva restare solo con Mary, propose a tutti di fare una passeggiata. Mrs. Hooper non aveva l'abitudine di camminare, Sally non aveva mai tempo da perdere, ma i rimanenti cinque uscirono insieme. Watson e Mary, tuttavia, lasciarono che gli altri li superassero. Loro rimasero indietro, mentre Molly, Philippa e Holmes si facevano compagnia l'un l'altro. Si dissero pochissimo; Philippa aveva troppa paura di lui per chiacchierare, Molly stava maturando dentro di sé una decisione disperata, e forse lui stava facendo lo stesso.
Andavano verso i Lucas, poiché Philippa lo desiderava; e dato che Molly non vedeva il motivo di farla diventare una visita comune, quando Philippa li lasciò lei continuò a camminare sola con lui. Quello era il momento di mettere in pratica la sua decisione, e, mentre il coraggio era ancora saldo, disse precipitosamente,
"Mr. Holmes, non posso più fare a meno di ringraziarvi per la vostra straordinaria generosità verso la mia povera sorella. Da quando l'ho saputo, non vedevo l'ora di mettervi a conoscenza di quanto vi fossi grata. Se lo sapesse anche il resto della mia famiglia, non avrei solo la mia gratitudine da esprimere."
"Mi dispiace", replicò Mr. Holmes, in tono sorpreso ed emozionato, "che siate stata informata di ciò che, in una luce sbagliata, può avervi turbato. Non credevo che Mrs. Hudson fosse così poco degna di fiducia."
"Non dovete biasimare mia zia. È stata la sventatezza di Janine a rivelarmi per prima che voi eravate stato coinvolto nella faccenda. Lasciate che vi ringrazi ancora una volta, a nome di tutta la mia famiglia, per quella generosa compassione che vi ha indotto a prendervi così tanto disturbo, e a sopportare tante mortificazioni, allo scopo di rintracciarli."
"Se volete ringraziarmi", replicò lui, "fatelo solo a nome vostro. Che il desiderio di rendervi felice possa aver rafforzato gli altri stimoli che mi hanno condotto a farlo, non tento di negarlo. Ma la vostra famiglia non mi deve nulla. Per quanto io possa rispettarla, credo di aver pensato solo a voi."
Molly era troppo imbarazzata per dire una parola.
Dopo una breve pausa, il suo compagno aggiunse, "Siete troppo generosa per prendervi gioco di me. Se i vostri sentimenti sono ancora quelli che erano lo scorso aprile, ditemelo subito. Il mio affetto e i miei desideri sono immutati, ma una vostra parola mi farà tacere per sempre."
Molly, rendendosi conto di tutto l'imbarazzo e l'ansia della situazione di Holmes, si sforzò di parlare; e, sebbene con un eloquio non molto scorrevole, gli fece capire che i propri sentimenti avevano subito un cambiamento così sostanziale da farle accogliere con gratitudine e gioia le sue dichiarazioni attuali. La felicità prodotta da questa risposta fu tale che probabilmente lui non ne aveva mai provata una simile, e in quel frangente si espresse con la veemenza e l'ardore che ci si può aspettare da un uomo appassionatamente innamorato. Se Molly fosse stata capace di guardarlo negli occhi, avrebbe potuto vedere quanto gli donasse l'espressione di vera gioia che gli si era diffusa in volto; ma, anche se non poteva guardare, poteva ascoltare, e lui le parlò di sentimenti che, rivelandole quanta importanza lei avesse per lui, le resero il suo affetto ogni istante più prezioso.
Continuarono a camminare, senza sapere in che direzione. C'erano troppe cose da pensare, da provare, da dire, per prestare attenzione ad altro. Lei apprese presto che la loro intesa attuale era dovuta agli sforzi dello zio, che gli aveva fatto visita a Londra sulla via del ritorno, e lì lo aveva informato del suo viaggio a Longbourn, delle sue ragioni, e della sostanza della conversazione con Molly, indugiando con enfasi su tutte le affermazioni di quest'ultima che, nella mente di sua signoria, denotavano in modo particolare la sua malignità e la sua sfacciataggine, convinto che un tale resoconto avrebbe aiutato i suoi sforzi per ottenere dal nipote quella promessa che lei aveva rifiutato di fare. Ma, sfortunatamente per sua signoria, l'effetto era stato esattamente opposto.
"Mi ha indotto a sperare.", disse lui, "Conoscevo a sufficienza il vostro carattere per essere certo che, se foste stata decisa contro di me, lo avreste fatto sapere a Lord Mycroft, con franchezza e apertamente."
Molly arrossì e rise, mentre rispondeva, "Sì, conoscete a sufficienza la mia franchezza per credermi capace di questo. Dopo avervi insultato in modo così abominevole di persona, non potevo certo avere scrupoli nell'insultarvi di fronte a tutti i vostri parenti."
"Che cosa avete detto, che io non meritassi? Poiché, anche se le vostre accuse erano infondate, basate com'erano su false premesse, il mio comportamento verso di voi in quel periodo meritava la più severa delle condanne. È stato imperdonabile. Non posso pensarci senza provare ripugnanza."
"Non dobbiamo metterci a litigare su chi meriti la parte maggiore di biasimo per quella sera", disse Molly. "La condotta di nessuno dei due risulterà irreprensibile."
"Non riesco a riconciliarmi con me stesso con tanta facilità. Il ricordo di ciò che dissi allora, della mia condotta, dei miei modi, del modo di esprimermi nel suo complesso, è adesso, ed è stato per molti mesi, indicibilmente penoso per me. Il vostro rimprovero, non lo dimenticherò mai: «se vi foste comportato più da gentiluomo.» Queste furono le vostre parole. Non potete neanche immaginare, quanto mi hanno torturato; sebbene sia passato del tempo, lo confesso, prima che diventassi ragionevole a sufficienza per render loro giustizia."
"Non avevo la più pallida idea che potessero colpirvi in modo simile."
"Non mi è difficile crederlo. Voi allora mi ritenevate privo di ogni sentimento, ne sono certo. Non dimenticherò mai come cambiò espressione il vostro volto, quando mi diceste che non avrei potuto rivolgermi a voi in nessun modo, tale da indurvi ad accettarmi."
"Oh! non ripetete quello che ho detto allora. Vi assicuro che è da molto tempo che me ne vergogno di cuore."
Holmes menzionò la sua lettera. "Vi ha fatto", disse, "vi ha fatto subito pensare meglio di me? Leggendola, avete dato credito al suo contenuto?"
Molly spiegò quale effetto aveva avuto su di lei, e di come avesse cancellato i suoi pregiudizi.
"Sapevo", disse lui, "che ciò che avevo scritto vi avrebbe addolorata, ma era necessario. Quando scrissi quella lettera, mi ritenevo calmo e freddo, ma da tempo sono convinto che sia stata scritta in uno stato di terribile amarezza."
"La lettera, forse, iniziava amaramente, ma non finiva così. L'addio è in sé benevolo. Ma non pensiamo più a quella lettera. I sentimenti della persona che l'ha scritta, e della persona che l'ha ricevuta, adesso sono così diversi da come erano allora, che ogni spiacevole circostanza che le sia legata dev'essere dimenticata. Dovete imparare qualcosa della mia filosofia. Si deve pensare al passato solo quando il ricordo è piacevole."
"Non posso credervi capace di una filosofia del genere. I vostri ricordi sono così totalmente privi di possibilità di biasimo, che la soddisfazione che suscitano non deriva dalla filosofia, ma da una cosa molto più apprezzabile, dall'innocenza. Ma per me non è così. Sono stato egoista per tutta la vita, nella pratica, anche se non nei principi. Da bambino mi è stato insegnato ciò che era giusto, ma non mi è stato insegnato a correggere il mio carattere. Mi sono stati trasmessi principi sani, ma mi è stato permesso di coltivarli nell'orgoglio e nella presunzione. Tale sono stato, dagli otto ai ventotto anni; e tale potrei ancora essere se non fosse stato per te, mia carissima, amatissima Molly! Che cosa non devo a te? Mi hai dato una lezione, molto dura all'inizio, ma che mi ha procurato enormi vantaggi. Da te, sono stato giustamente umiliato. Venni da te senza alcun dubbio su come sarei stato accolto. "
"In quel momento eri convinto che avrei accettato?"
"Certo che lo ero. Che cosa penserai della mia vanità? Mi ero convinto che desideravi, che ti aspettavi la mia dichiarazione."
"I miei modi sono stati sbagliati, ma non intenzionalmente, te l'assicuro. Non ho mai avuto intenzione di ingannarti, ma il mio temperamento mi ha spesso portata a sbagliare. Come devi avermi odiata dopo quella sera!"
"Odiarti? Forse all'inizio ero in collera, ma la mia collera ha presto cominciato a prendere la direzione giusta."
"Ho quasi paura di chiedere che cosa hai pensato di me, quando ci siamo incontrati a Pemberley. Ce l'avevi con me per essere venuta?"
"Assolutamente no; non ho provato altro che sorpresa."
"La tua sorpresa non può essere stata più grande della mia, quando mi sono accorta delle tue attenzioni. La mia coscienza mi diceva che non meritavo quella cortesia."
"Il mio scopo allora", rispose Holmes, "era di mostrarti, con tutta la gentilezza di cui ero capace, che non ero così meschino da essere risentito per il passato; e speravo di ottenere il tuo perdono, di attenuare la cattiva opinione che avevi di me, facendoti vedere che i tuoi rimproveri erano stati ascoltati."
Poi le raccontò della gioia di Georgiana nell'aver fatto conoscenza con lei, e della sua delusione per la brusca partenza, il che, conducendo alla causa di quella partenza, le fece apprendere che la sua decisione di partire dal Derbyshire per cercare la sorella era stata presa prima che egli lasciasse la locanda, e che l'atteggiamento serio e pensieroso in quella circostanza non era dovuto a nient'altro che alle difficoltà che quella decisione avrebbe comportato.
Lei espresse di nuovo la sua gratitudine, ma era un argomento troppo penoso per entrambi per indugiarvi ulteriormente.
Dopo aver camminato senza meta per diverse miglia, troppo occupati per rendersene conto, alla fine scoprirono, guardando gli orologi, che era tempo di tornare a casa.
"Che ne sarà stato di Mr. Watson e di Mary?" fu l'interrogativo che introdusse la discussione sulle loro faccende. Holmes era felice del loro fidanzamento; il suo amico lo aveva informato per primo.
"Devo chiederti se ne sei rimasto sorpreso", disse Molly.
"Per niente. Quando me ne sono andato, sentivo che presto sarebbe successo."
"Vale a dire, gli avevi dato il tuo permesso. Lo sospettavo." E anche se lui si ribellò a quel termine, lei capì che era andata proprio così.
"La sera prima della mia partenza per Londra", disse lui, "gli raccontai tutte le circostanze che avevano reso la mia intromissione nei suoi affari assurda e insolente. La sua sorpresa fu grande. Gli dissi, inoltre, che ritenevo di avere sbagliato nel supporre che tua sorella fosse indifferente nei suoi confronti; e dato che mi resi conto che il suo affetto verso di lei era inalterato, non nutrii alcun dubbio sulla loro felicità."
Molly non poté fare a meno di sorridere per la facilità con cui manovrava il suo amico.
"Parlavi a seguito alle tue osservazioni", disse lei, "quando gli dicesti che mia sorella lo amava, o sulla base delle mie informazioni della scorsa primavera?"
"A seguito delle prime. L'avevo osservata durante le mie visite da voi; e mi ero convinto del suo affetto."
"E le tue assicurazioni in proposito, immagino, lo hanno convinto."
"Sì. Watson è modesto. La sua insicurezza gli impediva di fidarsi del proprio giudizio in un caso così delicato, ma la sua fiducia nel mio ha facilitato il tutto. Sono stato costretto a confessare una cosa che per un po' lo ha offeso. Non potevo nascondergli che tua sorella era stata in città per tre mesi lo scorso inverno, che io lo sapevo, e che l'avevo di proposito lasciato all'oscuro. Si è arrabbiato. Ma la sua rabbia non è durata più del tempo che ci ha messo per scacciare ogni dubbio sui sentimenti di tua sorella. Ora mi ha perdonato."
Molly avrebbe voluto osservare come Mr. Watson fosse stato un amico ideale, così facile da guidare da essere impagabile; ma si controllò. Si rammentò che lui doveva ancora imparare a essere preso in giro, e che era troppo presto per cominciare. Facendo previsioni sulla felicità di Watson, che ovviamente era inferiore solo alla sua, Holmes proseguì la conversazione fino a quando non raggiunsero la casa. Nell'atrio si separarono.

59

"Mia cara Molly, ma dove siete stati?" fu la domanda che Molly si sentì fare da Mary quando entrò nella stanza, e da tutti gli altri quando si sedettero a tavola. Rispose solo che avevano vagabondato senza meta. Mentre parlava arrossì, ma né questo, né altro, fece sorgere alcun sospetto sulla verità.
Il pomeriggio passò tranquillamente, senza che succedesse nulla di particolare. Gli innamorati ufficiali chiacchierarono e risero, quelli segreti rimasero in silenzio. Il temperamento di Holmes non era di quelli in cui la felicità sfocia nell'allegria; e Molly, agitata e confusa, sapeva di essere felice più di quanto sentisse di esserlo, poiché, al di là dell'imbarazzo di quel momento, aveva di fronte altre difficoltà. Prevedeva le reazioni in famiglia una volta a conoscenza della loro situazione; era consapevole che lui non piacesse a nessuno tranne Mary; e aveva persino paura che per gli altri sarebbe stata un'antipatia che nemmeno la sua ricchezza e la sua importanza avrebbero cancellato.
La sera aprì il suo cuore a Mary.
"Stai scherzando,Molly?fidanzata con Mr. Holmes! Non mi farò imbrogliare. So che è impossibile."
"Un bell'inizio davvero! Facevo affidamento solo su di te, e sono sicura che nessun altro mi crederà, se non lo farai tu. Non dico altro che la verità. Lui mi ama ancora, e siamo fidanzati."
Mary la guardò dubbiosa. "Oh, Molly! non può essere. Lo so quanto ti è antipatico."
"Quello è tutto da dimenticare. Forse non l'ho sempre amato tanto come adesso. Ma in casi come questi, una buona memoria è imperdonabile. Questa è l'ultima volta che me ne ricorderò."
Miss Hooper sembrava ancora sbalordita. Molly le assicurò di nuovo, e più seriamente, che era la pura verità.
"Santo cielo! come può essere! Eppure ora sono costretta a crederci", esclamò Mary. "Mia cara, cara Molly, dovrei... devo congratularmi con te... ma sei sicura? perdona la domanda... sei proprio sicura che potrai essere felice con lui?"
"Su questo non ci sono dubbi. L'abbiamo già stabilito tra di noi, che saremo la coppia più felice al mondo. Ma sei contenta, Mary? Ti piacerà avere un cognato del genere?"
"Tanto, tantissimo. Nulla potrebbe rendere più felici sia John che me. Ma ci avevamo pensato, e ne avevamo parlato come qualcosa di impossibile. E davvero lo ami così tanto? Oh, Molly! fa' qualsiasi cosa, ma non sposarti senza amore. Sei proprio sicura di provare quello che dovresti? Dimmi tutto quello che devo sapere, senza altri indugi. Mi vuoi dire da quanto lo ami?"
"È successo così gradualmente, che non saprei quando è cominciato. Ma credo di poter dire che è stato quando ho visto per la prima volta la sua bellissima proprietà a Pemberley."
Una preghiera di essere seria, tuttavia, produsse l'effetto desiderato; e Mary rimase soddisfatta dalle solenni assicurazioni circa il suo affetto. Una volta convinta di questo, Miss Hooper non ebbe altro da desiderare.
"Ora sono completamente felice", disse, "perché tu sarai felice come me. L'ho sempre apprezzato. Non fosse altro che per il suo amore per te, l'avrei sempre stimato; ma ora, come amico di John e tuo marito, solo tu e John potete essermi più cari."
"Dio mio!" esclamò Mrs. Hooper il mattino dopo mentre era alla finestra, "guarda se quell'antipatico di Mr. Holmes non sta venendo di nuovo col nostro caro Watson! Che gli dirà mai la testa per essere così fastidioso da stare sempre qui da noi? Pensavo che sarebbe andato a caccia, o a fare qualche altra cosa, senza darci la seccatura della sua compagnia. Molly, dovrai andarci di nuovo a passeggio insieme, per non farlo stare tra i piedi a Watson."
Molly poté a malapena reprimere una risata di fronte a una proposta così conveniente; ma era davvero contrariata che la madre dovesse sempre affibbiargli epiteti del genere.
Non appena arrivati, Watson la guardò con un'aria talmente espressiva, e le strinse così calorosamente la mano, da non lasciare alcun dubbio che fosse ben informato; e subito dopo disse ad alta voce, "Mrs. Hooper, conoscete qualche altro viottolo qui intorno in cui Molly oggi possa perdersi di nuovo?"
"Stamattina consiglio", disse Mrs. Hooper, "di fare una passeggiata a Oakham Mount. È una passeggiata lunga e piacevole, e Mr. Holmes non ha mai visto il panorama."
Holmes si dichiarò curiosissimo di vedere il panorama dalla cima, e Molly acconsentì in silenzio. Quando andò di sopra a prepararsi, Mrs. Hooper la seguì, dicendole,
"Mi dispiace tanto, Molly, che tu debba essere costretta ad avere un uomo tanto antipatico tutto per te. Ma spero che non ti importi, è tutto per amore di Mary, lo sai."
Durante la passeggiata, decisero che il consenso di Mr. Hooper sarebbe stato chiesto nel pomeriggio. Molly si riservò l'onere di chiedere quello della madre. Non riusciva a stabilire come l'avrebbe presa; ma sia che fosse contro quell'unione, sia che ne fosse felice, l'unica certezza era che i suoi modi sarebbero stati ugualmente inadatti; e per lei era ugualmente insopportabile che Sherlock dovesse ascoltare le sue estasi di gioia, o il suo impeto di disapprovazione.
Nel pomeriggio, non appena Mr. Hooper si ritirò in biblioteca, vide anche Mr. Holmes alzarsi e seguirlo, e a quella vista la sua agitazione arrivò al culmine. Non temeva che il padre si opponesse, ma che stesse per essere reso infelice; e che dovesse essere per causa sua, che proprio lei dovesse addolorarlo con la sua scelta, dovesse colmarlo di timori e rimpianti nel separarsi da lei, era un pensiero tremendo, e lei rimase in ambasce fino a quando non ricomparve Mr. Holmes; allora, guardandolo, fu un po' sollevata dal suo sorriso. Dopo qualche minuto lui si avvicinò al tavolo dove lei era con Philippa, e, fingendo di ammirare il suo lavoro, disse in un sussurro, "Va' da tuo padre, ti vuole in biblioteca." Lei andò subito.
Suo padre andava su e giù per la stanza, con aria grave e impaziente. "Molly", disse, "che cosa combini? Ti sei ammattita, ad accettare quell'uomo? Non l'hai sempre detestato?"
Quanto avrebbe voluto Molly, in quel momento, che i suoi giudizi precedenti fossero stati più ragionevoli, le sue parole più moderate! Le avrebbero risparmiato giustificazioni e chiarimenti imbarazzanti da fornire; ma in quel momento era necessario farlo, e lei lo rassicurò, con un po' di confusione, sul suo affetto per Holmes.
"Ovvero, in altre parole, sei decisa ad averlo. È ricco, certo, e potrai avere vestiti e carrozze più eleganti di Mary. Ma ti faranno felice?"
"Avete altre obiezioni", disse Molly, "oltre a quella di credermi indifferente?"
"Assolutamente nessuna. Sappiamo tutti che è un uomo orgoglioso e antipatico; ma questo non significa nulla se a te piace."
"Sì, mi piace", replicò lei, con le lacrime agli occhi, "lo amo. Non ha affatto un orgoglio improprio. È una persona incantevole. Non sapete quanto lo sia."
"Molly", disse il padre, "gli ho dato il mio consenso. È un genere di persona, in effetti, alla quale non oserei mai rifiutare qualcosa che si degni di chiedere. Ora lo do a te, se sei decisa ad averlo. Ma ascolta il mio consiglio, pensaci meglio. Conosco il tuo carattere, Molly. So che non potrai mai essere né felice né degna di rispetto, se non stimerai davvero tuo marito, se non guarderai a lui con l'ammirazione che si deve a un uomo superiore. Le tue brillanti qualità ti metterebbero in enorme pericolo in un matrimonio inadeguato. Non potresti evitare discredito e infelicità. Bambina mia, non farmi soffrire vedendo te incapace di rispettare il compagno della tua vita."
Molly, ancora più turbata, fu sincera e solenne nella sua riposta, e alla fine, dopo avergli assicurato ripetutamente come Holmes fosse davvero il destinatario della sua scelta, spiegato il mutamento graduale subito dalla sua stima verso di lui, affermato l'assoluta certezza che il suo affetto non fosse questione di un giorno, ma avesse superato la prova di molti mesi di incertezza, ed elencato con energia tutte le sue buone qualità, vinse l'incredulità del padre, e lo riconciliò con quell'unione.
"Be', mia cara", disse lui, "non ho più nulla da dire. Se le cose stanno così, lui ti merita. Non mi sarei mai potuto separare da te, Molly mia, per qualcuno meno degno."
Per completare l'impressione favorevole, lei poi gli raccontò ciò che Mr. Holmes aveva fatto di sua spontanea volontà per Janine. Lui la ascoltò stupito.
"Questa è davvero la giornata delle sorprese! E così, ha fatto tutto Holmes! Tanto meglio. Mi risparmia una quantità di preoccupazioni e di soldi. Se fosse stata opera di tuo zio, avrei dovuto e voluto rimborsarlo; ma questi giovani e focosi innamorati fanno sempre le cose a modo loro. Domani mi offrirò di rimborsarlo, lui farà fuoco e fiamme sul suo amore per te, e così la faccenda sarà bella e conclusa."
Poi ricordò l'imbarazzo della figlia di qualche giorno prima, quando le aveva letto la lettera di Mr. Collins; e dopo averla presa in giro per un po', alla fine le concesse di andare, dicendole, mentre stava uscendo, "Se arriva qualche giovanotto per Sally o Philippa, mandamelo pure."
Molly si era ormai liberata di un peso considerevole, e, dopo una mezzora di tranquille riflessioni nella sua stanza, fu in grado di unirsi agli altri con discreta disinvoltura. Tutto era ancora troppo recente per gioirne, ma la serata trascorse tranquillamente; non c'era più nulla di concreto da temere, e il conforto della serenità e dell'intimità sarebbe arrivato col tempo.
Quando la madre salì nello spogliatoio per la notte, lei la seguì, e le diede l'importante notizia. L'effetto fu straordinario, perché in un primo momento Mrs. Hooper sedette immobile, incapace di pronunciare una parola. Passarono moltissimi minuti prima che riuscisse a comprendere ciò che aveva udito. Alla fine cominciò a riaversi, ad agitarsi sulla sedia, ad alzarsi, a rimettersi seduta, a meravigliarsi e a congratularsi con se stessa.
"Dio mio! Il signore mi benedica! solo a pensarci! povera me! Mr. Holmes! Chi l'avrebbe mai detto! Ed è proprio vero? Oh! mia dolcissima Molly! come sarai ricca e importante! Che appannaggio, che gioielli, che carrozze avrai! Mary è niente in confronto... proprio niente. Sono così contenta... così felice. Un uomo così affascinante! così bello! così alto! Oh, mia cara Molly! scusami per averlo disprezzato così tanto. Spero che ci passerà sopra. Cara, carissima Molly. Una casa a Londra! Tutto ciò che si può desiderare! Tre figlie sposate! Diecimila sterline l'anno! Oh, signore! Che ne sarà di me. Sto per impazzire."
Era abbastanza per capire che la sua approvazione non poteva essere messa in dubbio, e Molly, felice che di effusioni del genere fosse lei l'unica testimone, se ne andò ben presto. Ma prima che fossero passati tre minuti da quando era arrivata in camera sua, la madre la raggiunse.
"Bambina mia adorata", esclamò, "non riesco a pensare ad altro! Diecimila sterline l'anno! Ma tesoro mio, dimmi quale piatto predilige Mr. Holmes, così domani lo faccio preparare."
Era un triste presagio di quello che avrebbe potuto essere il comportamento della madre con quel gentiluomo; e Molly scoprì che, sebbene certa del suo più fervido affetto, e sicura del consenso dei suoi, c'era ancora qualcosa da desiderare. Ma l'indomani trascorse molto meglio di quanto si fosse aspettata, poiché, per fortuna, Mrs. Hooper aveva una tale soggezione del futuro genero che non si azzardò a rivolgergli la parola, a meno che non fosse in grado di riservargli una qualche premura, o sottolineare la propria deferenza per le sue opinioni.
Molly ebbe la soddisfazione di vedere il padre prendersi il disturbo di conoscerlo meglio; e Mr. Hooper le assicurò presto che la stima che aveva di lui stava crescendo di ora in ora.
"Ammiro moltissimo i miei tre generi", disse. "Moriarty, forse, è il mio preferito, ma credo che tuo marito mi piacerà quanto quello di Mary."

60

Avendo ritrovato il suo umore scherzoso, Molly volle che Sherlock le raccontasse quando si era innamorato di lei. "Come è cominciato?" disse. "Posso capire il piacere di proseguire, una volta iniziato, ma che cosa ti ha dato la prima spinta?"
"Non so dire l'ora, il luogo, lo sguardo, o le parole che hanno posto le basi. È stato troppo tempo fa. Mi ci sono trovato in mezzo prima di accorgermi che fosse cominciato."
"All'inizio avevi resistito alla mia bellezza, e per quanto riguarda i miei modi... il mio comportamento con te era sempre al limite della scortesia, e non mi sono mai rivolta a te senza il desiderio di darti più fastidio che altro. Ora sii sincero; mi ammiravi per la mia impertinenza?"
"Ti ammiravo per la vivacità della tua intelligenza."
"Puoi anche chiamarla impertinenza. Il fatto è che eri stufo di cortesie, di deferenza, di attenzioni invadenti. Eri nauseato da donne che parlavano, si comportavano, pensavano solo in funzione della tua approvazione. Ho suscitato il tuo interesse perché ero così diversa da loro. Se non fossi stato davvero amabile, mi avresti odiata per questo; ma nonostante la pena che ti davi per apparire diverso, i tuoi sentimenti sono sempre stati nobili e giusti, e in cuor tuo disprezzavi le persone che ti facevano la corte con tanta assiduità. Vedi... ti ho risparmiato il fastidio di spiegarlo; e in effetti, tutto considerato, comincio a credere che sia una cosa ragionevole. In realtà, in me non distinguevi nessuna reale bontà... ma nessuno pensa a questo quando si innamora."
"Non c'era forse bontà nel tuo affettuoso comportamento verso Mary, quando si è ammalata?"
"Carissima Mary! chi avrebbe potuto fare di meno per lei? Ma falla sembrare pure una virtù. Le mie buone qualità sono sotto la tua protezione, e dovrai esagerarle il più possibile; e, in compenso, spetta a me trovare le occasioni per infastidirti e litigare con te quanto più spesso potrò; e comincerò subito chiedendoti che cosa alla fine ti ha reso così riluttante a venire al punto. Che cosa ti ha reso così riservato con me, quando sei venuto a farci visita la prima volta, e poi hai pranzato qui? Perché, in particolare, quando sei venuto, sembrava come se di me non ti importasse nulla?"
"Perché eri seria e silenziosa, e non mi davi nessun incoraggiamento."
"Ma ero imbarazzata."
"E io lo stesso."
"Avresti potuto parlare di più con me quando sei venuto a pranzo."
"Un uomo meno coinvolto, avrebbe potuto."
"Che sfortuna che tu abbia una risposta ragionevole da dare, e che io debba essere così ragionevole da accettarla! Ma mi chiedo per quanto tempo saresti andato avanti, se fossi stato lasciato a te stesso! Mi chiedo quando avresti parlato, se non ti avessi interpellato io! La mia decisione di ringraziarti per la tua generosità con Janine ha avuto un grande effetto. Troppo, temo; perché dove va a finire la morale, se il nostro bene deriva dalla rottura di una promessa, visto che non avrei dovuto menzionare l'argomento? No, così non va."
"Non devi darti tanta pena. La morale è assolutamente salva. Sono stati gli ingiustificati tentativi di Lord Mycroft di separarci a rimuovere tutti i miei dubbi. La mia attuale felicità non la devo al tuo fervido desiderio di esprimere la tua gratitudine. Non ero nello stato d'animo adatto ad aspettare una mossa da parte tua. Le informazioni che mi aveva dato mio zio mi avevano fatto sperare, ed ero deciso a sapere subito tutto."
"Lord Mycroft è stato infinitamente utile, il che dovrebbe renderlo felice, visto che ama rendersi utile. Ma dimmi, che cosa sei venuto a fare a Netherfield?"
"Il mio scopo reale era di vederti, e di giudicare, se possibile, quanto avrei potuto sperare di farti innamorare di me. Quello dichiarato, o meglio, quello che avevo dichiarato a me stesso, era di vedere se tua sorella fosse ancora attratta da Watson, e se così fosse stato, confessare a lui quello che poi gli ho confessato."
"Avrai mai il coraggio di annunciare a Lord Mycroft quello che gli sta per capitare?"
"Ci vorrebbe forse più tempo che coraggio, Molly. Ma dev'essere fatto, e se mi dai un foglio di carta, sarà fatto subito."
"E se non avessi io stessa una lettera da scrivere, mi siederei accanto a te, e ammirerei la regolarità della tua calligrafia, come una volta ha fatto un'altra signorina. Ma anch'io ho una zia che non può essere trascurata più a lungo."
Per la riluttanza a confessare quanto fosse stata sopravvalutata la sua intimità con Mr. Holmes, Molly non aveva ancora risposto alla lunga lettera di Mrs. Hudson; ma ora, avendo da comunicare qualcosa che sapeva sarebbe stato estremamente gradito, quasi si vergognò di scoprire che gli zii avevano già perso tre giorni di felicità, e scrisse quello che segue:

Vi avrei ringraziato prima, mia cara zia, per il vostro lungo, cortese, soddisfacente, resoconto sui particolari; ma a dire la verità, ero troppo irritata per scrivere. Avevate ipotizzato più di quanto fosse in realtà. Ma ora fate pure quante ipotesi volete; date libero sfogo alla fantasia, assecondate ogni possibile volo dell'immaginazione che l'argomento possa fornire, e, a meno che non mi crediate già sposata, non potrete sbagliare di molto. Dovrete scrivermi di nuovo molto presto, e fare le sue lodi molto più di quanto abbiate fatto nella vostra ultima lettera. Vi ringrazio sempre di più per non essere andati nella regione dei laghi. Come ho potuto essere così sciocca da desiderarlo! Sono la creatura più felice del mondo. Forse l'hanno già detto altri, ma nessuno così a ragione. Sono persino più felice di Mary; lei sorride soltanto, io rido. Mr. Holmes vi manda tutto l'affetto che gli avanza da quello riservato a me. A Natale dovete venire tutti a Pemberley.
Vostra, ecc.

La lettera di Mr. Holmes a Lord Mycroft era scritta con uno stile diverso, e ancora più diversa dalle due fu quella che Mr. Hooper mandò a Mr. Collins, in risposta alla sua ultima.

Egregio signore,
Devo ancora una volta disturbarvi per delle congratulazioni. Molly sarà presto la moglie di Mr. Holmes. Consolate Lord de Bourgh come meglio potete. Ma, se fossi in voi, starei dalla parte del nipote. Ha più da dare.
Sinceramente vostro, ecc.

Le congratulazioni di Miss Watson al fratello, per il suo matrimonio, furono tutto quello che può esserci di affettuoso e insincero. Per l'occasione scrisse anche a Mary, per esprimere la sua gioia, e ripetere tutte le sue precedenti attestazioni di stima. Mary non si lasciò ingannare, ma ne rimase colpita; e sebbene non avesse nessuna fiducia in lei, non poté fare a meno di risponderle con più cortesia di quanto sapeva che ne meritasse.
La gioia espressa da Miss Holmes nel ricevere la stessa notizia fu sincera quanto quella del fratello nel comunicargliela. Quattro facciate non bastarono a contenere tutta la sua contentezza, e tutto il suo fervido desiderio di essere amata dalla cognata.
Prima che arrivasse una risposta da Mr. Collins, o le congratulazioni a Molly dalla moglie, la famiglia di Longbourn venne a sapere che i Collins sarebbero venuti a Lucas Lodge. Il motivo di quell'improvvisa partenza fu presto evidente. Lord de Bourgh si era talmente infuriato per il contenuto della lettera del nipote, che Meena, davvero felice per quel matrimonio, era ansiosa di andarsene fino a quando la tempesta non si fosse esaurita. In un momento del genere, l'arrivo dell'amica fece sinceramente piacere a Molly, anche se, durante i loro incontri, talvolta dovette ritenerlo un piacere comprato a caro prezzo, quando vide Mr. Holmes esposto a tutte le pompose e ossequiose cortesie del marito. Lui comunque le sopportò con ammirevole calma.
La volgarità di Mrs. Phillips fu un'altra prova per il grado di sopportazione di Holmes; e anche se Mrs. Phillips, come la sorella, ne aveva troppa soggezione per parlargli con la stessa familiarità permessa dal buon carattere di Mr. Watson, qualsiasi cosa dicesse risultava volgare. Molly faceva il possibile per proteggerlo dalle frequenti attenzioni di entrambe, ed era sempre impaziente di averlo tutto per sé; e sebbene le sgradevoli sensazioni suscitate da tutto questo togliessero molta della sua piacevolezza alla stagione del corteggiamento, aggiunsero speranze per il futuro, e lei guardava con gioia al momento in cui si sarebbero allontanati per tutto l'agio e l'eleganza della loro cerchia familiare a Pemberley.

61

Felice per i suoi sentimenti materni fu il giorno in cui Mrs. Hooper si liberò delle due figlie più meritevoli. Con quale delizioso orgoglio facesse in seguito visita a Mrs. Watson e parlasse di Mrs. Holmes, si può immaginare.
Mr. Hooper sentiva moltissimo la mancanza della sua seconda figlia; l'affetto per lei lo portò via da casa più spesso di quanto avrebbe potuto fare qualsiasi altra cosa. Adorava andare a Pemberley, specialmente quando meno lo si aspettava.
Mr. Watson e Mary rimasero a Netherfield solo per un anno. Una così stretta vicinanza alla madre e ai parenti di Meryton non era desiderabile nemmeno per il temperamento accomodante di lui, o per il cuore affettuoso di lei. Si realizzò quindi il fervido desiderio delle sue sorelle; Watson comprò una tenuta in una contea confinante con il Derbyshire, e Mary ed Molly, in aggiunta a ogni altra fonte di felicità, si ritrovarono a trenta miglia l'una dall'altra.
Philippa, a suo concreto vantaggio, passava la maggior parte del tempo con le sorelle maggiori. In un ambiente così superiore a quello che era abituata a frequentare, migliorò moltissimo. Dagli ulteriori danni della compagnia di Janine fu tenuta lontana con ogni cura, e sebbene Mrs. Moriarty la invitasse spesso da lei, con la promessa di balli e giovanotti, il padre non acconsentì mai.
Sally fu l'unica figlia a rimanere in casa, e fu distratta dal perseguire i propri talenti dall'assoluta incapacità di Mrs. Hooper di restare da sola. Sally fu costretta a frequentare di più gli altri, ma poté ancora esercitare le sue doti di moralista in ogni visita quotidiana; e, visto che non era più umiliata dal paragone tra la bellezza delle sorelle e la sua, il padre intuì che si era sottomessa al cambiamento senza troppa riluttanza.
Quanto a Moriarty e Janine, il matrimonio delle sorelle non apportò nessun cambiamento nei loro caratteri. Lui sopportò con filosofia la certezza che Molly fosse ormai al corrente di tutta l'ingratitudine e la falsità che prima erano rimaste nascoste, e nonostante tutto, non perse le speranze che Holmes potesse essere ancora convinto a fare la sua fortuna. La lettera di congratulazioni che Molly ricevette da Janine in occasione del matrimonio, le fece capire che quella speranza era ancora nutrita. La lettera era di questo tenore,

Mia cara Molly,
Ti auguro tanta gioia. Se ami Mr. Holmes la metà di quanto io amo il mio caro Moriarty, sarai felicissima. È una grande consolazione saperti così ricca, e quando non avrai altro da fare, spero che penserai a noi. Sono sicura che a Moriarty piacerebbe un posto a corte, e non credo che avremo mai soldi a sufficienza per vivere senza un qualche aiuto. Andrebbe bene qualsiasi posto con più o meno tre o quattrocento sterline; ma non parlarne a Mr. Holmes, se preferisci non farlo.
Tua, ecc.

Guarda caso, Molly preferiva molto non farlo; cercò nella risposta di mettere fine a tutte le sollecitazioni e aspettative di quel genere. Tuttavia, un qualche aiuto, per quanto fosse in suo potere permettersi, praticando quella che può essere definita economia nelle sue spese private, lo mandò spesso. Le era sempre apparso evidente che entrate come le loro, gestite da due persone che non badavano a spese e non si curavano del futuro, sarebbero state sempre insufficienti a mantenerli. Il loro modo di vivere rimase estremamente disordinato. Si spostavano sempre da un posto all'altro in cerca di una sistemazione più economica, spendendo sempre più del dovuto. L'affetto di lui si trasformò presto in indifferenza; quello di lei durò un po' più a lungo; e nonostante la sua gioventù e i suoi modi, lei mantenne tutti i diritti alla reputazione che le aveva conferito il matrimonio.
Anche se Sherlock non volle mai riceverlo a Pemberley, per amore di Molly, gli diede ulteriori aiuti per la sua professione. Janine fu occasionalmente ospite da loro, quando il marito andava a godersela a Londra, e dai Watson rimanevano spesso entrambi talmente a lungo, che persino il buon Watson ne fu sopraffatto, e arrivò al punto di dire che era il caso di far loro capire di andarsene.
Miss Watson rimase profondamente mortificata dal matrimonio di Holmes; ma dato che ritenne opportuno mantenere il diritto di far visita a Pemberley, abbandonò ogni risentimento, fu più affettuosa che mai verso Georgiana, quasi premurosa come prima con Holmes, e saldò tutti gli arretrati di cortesia con Molly.
Pemberley era adesso la casa di Harriet; e l'affetto tra le cognate era esattamente quello che Sherlock aveva sperato che fosse. Harriet aveva un'altissima opinione di Molly, anche se dapprima la ascoltava spesso con uno stupore che rasentava l'allarme, quando si rivolgeva al fratello con i suoi modi vivaci e giocosi. Lui, che le aveva sempre ispirato un rispetto che quasi sovrastava l'affetto, le appariva ora oggetto di scoperte, anche se bonarie, prese in giro. Acquisì nozioni che non le erano mai passate per la testa. Grazie agli insegnamenti di Molly cominciò a capire che una donna può prendersi delle libertà con un marito, che un fratello non sempre permette a una sorella che ha più di dieci anni meno di lui.
Lord Mycroft fu estremamente indignato dal matrimonio del nipote, e dato che aveva dato libero sfogo a tutta la genuina franchezza del suo carattere, nella risposta alla lettera che annunciava il fidanzamento si era rivolto a lui con un linguaggio così offensivo, specialmente nei confronti di Molly, che per qualche tempo fu interrotto ogni rapporto. Ma, alla fine, su sollecitazione di Molly, lui si convinse a passare sopra all'offesa, e a cercare una riconciliazione; e, dopo una piccola ulteriore resistenza da parte dello zio, il risentimento fu abbandonato, sia per l'affetto che aveva per lui, sia per la curiosità di vedere come si comportasse la moglie.
Con gli Hudson i rapporti furono sempre strettissimi. Sherlock, così come Molly, era veramente affezionato a loro; ed entrambi rimasero sempre consapevoli dell'estrema gratitudine che dovevano a persone che, portando Molly nel Derbyshire, erano diventate lo strumento che li aveva uniti.



The End

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Anne Elliot