Cap.8 Discussioni II° parte
«Stark, per poter fermare un’invasione aliena di
questa portata dovremmo allenarci come squadra. Quando pensi di uscire
dal laboratorio? O almeno di spiegarci cosa stai portando qui. Prima
sono andati e venuti una ventina di camion e ora persino delle tue
armature dallo spazio». La voce di Steve rimbombò
nel laboratorio e Clint si affacciò dal jet per osservarlo.
Tony uscì da sotto dei pezzi montati insieme di robot, vari
rottami erano sparsi per tutto il laboratorio collegati da tubi
brillanti di azzurrino, i tavoli erano ricoperti di resti metallici e
reattori arc, una ventina di schermi si muovevano da una parte
all'altra del laboratorio.
«Cap, siamo gli Avengers. Possiamo sconfiggere gli alieni
tutto il giorno. Qui io sto salvando delle vite».
Steve si massaggiò la fronte, facendo oscillare il ciuffo
biondo cenere. «Giuro di credere nelle tue buone intenzioni,
ma fammene partecipe».
Tony ticchettò nervosamente contro una serie di dati davanti
a sé; avvicinò alcuni pezzi con l'altra mano e si
mosse per il laboratorio guardandosi intorno. «Aggiornami. Da
quanto sono qui? Non posso darti una valutazione precisa di come va se
non so da quanto sono qui».
Steve guardò l'orologio, sentiva il rumore della fiamma
ossidrica e ticchettò sul pavimento con il piede.
«Non so fare una stima precisa, ma gli alieni arriveranno
entro la settimana e tu sei qui da almeno due giorni».
Tony saldò insieme una serie di pezzi, socchiuse gli occhi
passandosi la manica sulla fronte e raggiunse in scivolata un pannello,
girò alcune leve osservando i tubicini azzurri e si sedette
sulla sedia con le rotelle spingendosi fino ad un robot steso in terra
con dei pezzi mancanti. «Ok, quindi, sono almeno due giorni
che non mi stacco per più di due minuti da questa roba,
perciò perdonami se sarò un po'
iperattivo» disse. S'infilò dentro una delle parti
sollevate del robot, si chinò e iniziò ad
armeggiare con i fili.
«Dunque. Sto cercando di ricostruire la razza dei nostri
amici alieni, nonché impedire alle loro
larve-cuccioli-figli-come ti pare di morire prima ancora di nascere,
nonché restituendo anima e ricordi a chi li aveva persi ed
inoltre sto modificando l'armatura per adattarla alle specifiche degli
alieni in arrivo; specifiche che trovi sul server. Ho dimenticato
niente?».
«Stai portando qui tutta una specie»
borbottò Steve e si voltò verso Clint che
sorrise, scrollò le spalle e scosse il capo. Steven si
voltò nuovamente verso Tony. «Li renderai tutti
piccoli?».
Tony saltò fuori dal robot, raggiunse il tavolo con le larve
e attivò dei macchinari che presero a innaffiarle con una
miscela azzurrina, roteò gli occhi afferrando un pezzo che
aveva saldato e raggiunse un secondo robot. «Sto cercando di
rimediare ai danni che il razzismo della razza umana ha causato. Vuoi
farmi altre domande stupide o ne hai anche di intelligenti?».
Steve si massaggiò una spalla muscolosa e unì i
talloni. «Inizio gli allenamenti senza di te?»
chiese.
Tony sventolò una mano in aria guardando da cima a fondo una
decina di schermi pieni di numeri e dati. «Sì,
sì, fate pure, quando i cattivi metteranno piede a casa
nostra; papà li manderà via, ok?».
Steve roteò gli occhi e gli indicò una pila di
contenitori di caffè vuoti abbandonati per terra in un
angolo. «Bevi meno quella robaccia e cerca almeno di non far
venire anche i robot cattivi».
Tony roteò gli occhi, modificò velocemente dei
dati riscrivendo da capo sei degli schermi.
«Già fatto, boss. Ho ridato anime in giro,
aggiustato simboli viola vagamente simili alla versione robotica
dell'HYDRA e chiesto se per caso non sarebbero più
interessati a larve vive e dittatori morti piuttosto che alla guerra.
Un successone».
Steve si sbatté la mano sulla faccia, sospirò
dandogli le spalle e si allontanò. «Suicida
filantropo» si lamentò, allontanandosi.
Clint scoppiò a ridere e ritornò dentro il jet.
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