Premessa: questa storia è ambientata a
diversi anni di distanza dall’epilogo del Canto della Rivolta. Gale e Johanna
vivono assieme nel Distretto 2 con Joel Jr., il figlioletto che Gale ha avuto
da una precedente relazione con un’altra donna.
Prompt utilizzati: "Ah, Hawthorne... mi tocca
proprio spiegarti tutto." "Quale Hawthorne?" "Tu, idiota.
Tuo figlio non ha preso da te." (prompt di Chara per la
challenge del We are Out of Prompts del 3 aprile) | “Dovresti andare
in giro con un cartello che dice proprietà privata di Johanna Mason.”
(prompt di Giraffetta).
Cosa rima con Johanna?
Il fuoco scoppiettava vivace nel
caminetto, proiettando giochi d’ombre sulle due persone sdraiate sul tappeto.
“Questo compito è davvero noioso…”
stava mormorando Joel, mangiucchiandosi l’estremità della matita.
Al suo fianco, Gale non se la
stava passando molto meglio: le scartoffie che andavano compilate per il lavoro
erano sparse in giro per il tappeto, a fare compagnia al quaderno aperto – e
ancora vuoto – del figlio.
Riempire moduli assicurativi non
era mai stato il suo forte: di certo era una di quelle cose di cui aveva fatto
tranquillamente a meno nel corso dei suoi primi diciotto anni di vita.
“Concentrati…” replicò
distrattamente rivolto al figlio, voltando pagina.
Joel sospirò; il suo sguardo si
posò sulla porta che dava in cucina, al di là della quale Johanna continuava a
borbottare fra sé.
“Non ne è davvero in grado” stava
commentando in quel momento, trafficando con la legna che Gale aveva tagliato
quel mattino. “Dannati minatori.”
Gale inarcò un sopracciglio e
indirizzò a sua volta lo sguardo verso la cucina, ma non disse nulla. Johanna
tornò silenziosa e i due maschi di casa ripresero i rispettivi compiti.
“Devo scrivere una poesia
sull’inverno…” esordì dopo qualche minuto Joel, appoggiando annoiato la fronte
sul palmo della mano. “… In rima. A cosa potrà mai servirmi un compito del
genere?”
“Scrivi due sciocchezze sulla neve
e il fuoco nel camino e sei a posto” replicò il padre, annotando la cifra che
aveva appena ottenuto con la calcolatrice su uno dei fogli.
“Ma guarda questo!”
I borbottii di Johanna tornarono a
fare capolino dalla cucina.
“Che diavolo pensava di farci, la
scultura di un gatto?”
“Mi dici una parola che fa rima
con noioso?” chiese aiuto Joel, sbirciando nei fogli del padre alla ricerca
d’ispirazione.
“Johanna” ribatté Gale, tendendo
le orecchie per cercare di capire che avesse la fidanzata da lamentarsi tanto.
Il figlio abbozzò un sorrisetto.
“O permaloso…” propose,
annotandosi la parola sul quaderno.
Anche Gale sorrise.
“Appunto: Johanna.”
Diede di gomito al ragazzino e
Joel scoppiò a ridere.
“E una parola che fa rima con
Johanna?”
Gale ci pensò su per qualche
istante.
“Tiranna?” scherzò poi,
punzecchiando il fianco del figlio con il dito.
Joel riprese a ridacchiare.
“Ci-Azzanna?” stette poi al gioco,
ricambiando la gomitata del padre.
“Ci-Scanna!” bisbigliò Gale con un
ghigno, continuando a fargli il solletico.
“Se ci sente, di sicuro!” replicò
il ragazzino, divincolandosi dalla sua presa.
“Ah, Hawthorne…”
La voce della Vincitrice del
Distretto 7 tornò a farsi sentire, distogliendoli dal gioco.
“… Mi tocca proprio spiegarti
tutto…”
Padre e figlio si scambiarono
un’occhiata perplessa.
A quel punto perfino Gale, che di
norma preferiva tacere pur di perdersi in battibecchi infiniti con la
fidanzata, ne ebbe abbastanza del silenzio.
“Quale Hawthorne?” chiese, pur
prevedendo già la risposta.
La testa di Johanna fece capolino
dalla porta e il suo sguardo di sufficienza si posò su di lui.
“Tu, idiota” specificò, sorridendo
beffarda. “Tuo figlio non ha preso da te.”
Quell’osservazione finale lo
indispettì più dell’idiota che l’aveva preceduto.
“Sei la prima persona che me lo
dice” rispose, specchiandosi nello sguardo di Joel. “Di solito dicono tutti che
è la mia copia.”
“Infatti lo sono, papà” gli diede
man forte il ragazzino, sorridendo fiero.
Il padre gli arruffò i capelli.
Johanna alzò gli occhi al cielo.
“Fisicamente, forse, ma la cosa
finisce qui” obiettò, appoggiando il gomito allo stipite.
“Scusami e allora da chi avrebbe
preso?” replicò Gale, alzandosi a sedere. “Da Rory?”
“Per carità…” borbottò Johanna con
una smorfia: lei e il secondogenito di casa Hawthorne erano litigiosi come cane
e gatto.
Johanna raggiunse gli altri due in
soggiorno e si sdraiò sul tappeto con loro: era pieno inverno, eppure indossava
solo una maglietta e un paio di boxer del fidanzato.
“Va' a vestirti, per favore”
ordinò subito Gale, tirandole la T-Shirt per coprirle le gambe.
Johanna intrecciò le dita dietro
la nuca e gli sorrise con malizia.
“Sei la prima persona che me lo
dice” lo scimmiottò, dandogli un calcetto sulla coscia.
Gale sbuffò e si ritrasse,
allungandosi poi per afferrare un cuscino dal divano.
Colpì Johanna in testa, ma commise
l’errore di lasciar andare l’arma improvvisata, così l’attimo dopo fu costretto
a farsi schermo con le braccia per difendersi dalla fidanzata.
“L’avevamo detto che ci avrebbe
scannati…” commentò Joel, quando Johanna si girò per colpire anche lui.
Il ragazzino si fiondò sul divano
e raccolse due cuscini – uno per sé e uno per il padre – prima di tornare sul
tappeto.
“Sentiamo…” esordì a quel punto
Gale, placcando i polsi di Johanna e facendosi passare il guanciale. “… Che
avevi da borbottare poco fa?”
Riuscì ad assestarle una cuscinata
in pieno volto, ma venne ripagato da una ginocchiata e fu costretto a lasciarla
andare, maledicendola a denti stretti.
“Tu e la delicatezza proprio…”
mormorò fra sé, toccandosi il fianco colpito.
Finalmente libera, Johanna lanciò
un cuscino contro Joel, ma il bambino corse a rifugiarsi in cucina.
“Mi lamentavo del tuo modo di far
legna” rivelò infine, abbandonando il capo sulle gambe di Gale. “Mi hai portato
a casa dei tronchetti mutilati: sei un incapace e ciò che è peggio è che sei
perfino convinto di farlo bene.”
“Ho tagliato legna per anni a casa
mia e non ho mai avuto problemi” ribatté secco Gale: era evidente che la sua
critica l’aveva irritato.
Johanna roteò gli occhi.
“Beh, è un miracolo che la tua
famiglia non sia morta di freddo, allora.”
“Ma smettila…” replicò Gale,
incrociando le braccia sul petto. “… La legna resta legna, non brucia di meno
se ha una forma diversa.”
Un sorrisetto malizioso arricciò
gli angoli delle labbra di Johanna.
“E poi sarei io la permalosa, eh?”
commentò, sedendosi a cavalcioni su di lui.
Gale le rivolse un’occhiata
sorpresa.
“Hai sentito tutto?”
Johanna annuì.
“Lo sai, è un peccato che tu abbia
un così bel faccino” osservò poi, allacciando le braccia intorno al suo collo.
“Altrimenti te l’avrei già fatto fuori a suon di schiaffi… Altro che
cuscinate.”
Gale abbozzò un sorrisetto
divertito.
“Non oseresti mai…” osservò,
avvicinando le labbra alle sue.
Johanna scosse la testa.
“No, infatti…” si costrinse ad ammettere,
prima di baciarlo. “… A volte vorrei quasi che fossi più brutto.”
Gale si separò da lei il poco
sufficiente per poter scendere a baciarle il mento e poi il collo.
“Sei la prima persona che me lo
dice” osservò per la seconda volta, accarezzando le cosce nude della fidanzata.
Johanna sorrise contro il suo
collo, le mani occupate a percorrergli il torace.
“Sono anche la prima persona a
dirti che le altre donne non ti devono guardare nemmeno di striscio?”
Gale finse di pensarci su per
qualche istante.
“Forse.”
Johanna alzò gli occhi al cielo,
prima di adagiare la fronte contro la sua.
“Dovresti andare in giro con un
cartello che dice proprietà privata di Johanna Mason” dichiarò con malizia,
sfiorandogli le labbra con le dita.
Gale si chinò in avanti per
baciarla di nuovo, ma l’esclamazione squillante di Joel fece trasalire
entrambi.
“Privata!” ripeté il bambino dalla
cucina, cogliendo di sorpresa i due adulti. “Ecco che cosa fa rima con
nevicata! Grazie, Jo!”
“Stai cercando di dirci che hai ascoltato
tutto, nanerottolo?” replicò Johanna, inarcando un sopracciglio in direzione di
Gale.
“Mi sa che hai ragione” si trovò
ad ammettere a quel punto il padre del bambino, passandosi una mano sulla nuca:
un lieve sorriso rassegnato si disegnò sulle sue labbra. “Non è a me che
somiglia: ha decisamente preso da te.”
Altre storie incentrate sulla
coppia Gale/Johanna;
(in ordine cronologico)
Io non ho paura
[Johanna!centric; Johanna, Gale, Joel Jr.]
Prendi la mia
mano [Missing Moment “Mockingjay”; Gale/Johanna]
Alla deriva
[Rating Arancione; Post-rivolta; Gale/Johanna]
Mani come radici
[Flash-fiction; Gale/Johanna]
You’ve begun to
feel like home [post-rivolta; Gale/Johanna]
Tocca a me
salvare te [post-rivolta; Gale/Johanna]
Mi aggrappo a te
[Gale/Johanna/Joel Jr.]
Nascere Tempesta
[Gale/Johanna/Joel Jr.]
Economia
domestica [Gale/Johanna/Joel Jr.]
Lo strano caso
della ghiandaia Rory Hawthorne [Posy!centric | Accenni Gale/Johanna/Joel]
I love Pizza
[Flash Fiction; Gale/Johanna/Joel Jr]
Aerei di carta
[Flash fiction; Johanna/Joel Jr. (accenni Gale/Johanna)]
Shelter from the
rain [Johanna/Joel Jr. (accenni Gale/Johanna)]
In his boxers (di
natiche al vento e fidanzati perplessi) [rating giallo; Gale/Johanna/Joel]
S.O.S. Hawthorne
[mini-long | Gale/Johanna/Next Generation]
A different type
of cuddling [Gale/Johanna/Akir (figlia di Gale e Jo)]