More and more doubts
More and more doubts
I dubbi generano
risposte e queste dubbi: il ciclo infinito può terminare solo quando si è a
conoscenza di tutto.
Mi svegliai solo quando il sole riuscì a filtrare tra le
imposte e a colpirmi sul viso.
In quel momento mi parve tutto così irreale: come potevano
esistere creature malefiche e assassine in una giornata che iniziava con il
sereno??
Mi alzai quando ormai ero sicura che fossero almeno le
quattro del pomeriggio, dopo essere stata a poltrire nel letto; uscita dalle
coperte, lo rifeci con calma e iniziai a radunare le cose indispensabili per il
viaggio: vestiti caldi e impermeabili, beauty case e documenti.
Poi, mi riattaccai al PC: dovevo trovare una scusa
plausibile per entrare in un pronto soccorso senza insospettire e perciò scorsi
tutte le notizie mediche recenti di lieve importanza.
La cosa mi prese del tempo e uscii di corsa e andai dai
nonni per la cena: avevo preparato una stupenda e rassicurante farsa anche per
loro.
< Stupida ragazza-spuntino!! IO ODIO MENTIRE!! E per colpa
tua tra un po’ i politici verranno da me per farsi dare lezioni su come eludere
avversari e fregare gli elettori…mi faccio schifo da sola…>
Convincere i due fu meno difficile di quanto avessi temuto:
in effetti una settimana di escursioni nei boschi della penisola olimpica non
era propriamente un’idea pericolosa…
Mi ci volle lo stesso la solita buona dose di
“Tranquilli”, “Chiamo, non vi preoccupate”, “Tutto sistemato, i miei lo sanno” e
“Sì, la carta d’identità l’ho presa” per riuscire a tornarmene a casa.
Prima di potermi dichiarare pronta mancava ancora una cosa:
trovare un sistema rapido e sicuro per attutire la mia somiglianza con “ La
Sbranata”: osservai a lungo le foto e poi decisi.
Entrai nella doccia e mi lavai velocemente: uscita, non
asciugai la frangia e legai i capelli insieme per farli apparire più corti,
ricci e creare una specie di barriera sugli occhi…truccandoli pesantemente e con
parecchio fard la somiglianza si sarebbe attenuata…vestiti da escursionista
avrebbero completato l’opera.
Annuii soddisfatta al pensiero e controllai la sveglia: era
l’una e mezza e il volo sarebbe decollato alle quattro…meglio essere
all’aeroporto per le due e mezza.
Ripescai dall’armadio il mio zainetto: era vecchio,
malconcio e coperto dalle scritte accumulate in anni di scuola ma aveva il
grandissimo vantaggio di essere completamente immune alle leggi della fisica…per
quante cose tu ci pigiassi dentro c’era sempre dell’altro posto…una meraviglia.
Messo dentro tutto rimasi a guardarlo e mi chiesi se non
fosse il caso di aggiungere martello, paletto di legno e crocifisso…forse
avrebbero aiutato.
< Che stupida che sei, tu odi Buffy…andare a fare la
cacciatrice di vampiri poi…quantomeno umiliante…allo sbaraglio pure…lascia
perdere che è meglio…cerca di morire con dignità>
Scossi la testa per scacciare lo stupidissimo pensiero e
uscii.
Appena arrivata mi dedicai alla trafila burocratica e alla
fine mi sedetti nella saletta d’attesa con le cuffie nelle orecchie: avrebbero
tenuto alla larga gli scocciatori e mi avrebbero impedito di riaddormentarmi
seduta stante, vista la quantità di sonno arretrato.
- Signorina. Mi scusi, ma siamo atterrati a Port
Angeles….Deve scendere…-
< Ma che Port Angeles e Port Angeles!! Io sto andando a
Vampiralandia….Mi lasci stare!!....Ehi Lily…aspetta…Port Angeles….Cavoli!!>
Scattai in piedi e, dopo aver ringraziato la povera santa
ragazza e preso lo zaino, corsi all’uscita.
Per prima cosa cercai il bagno: avevo bisogno di uno
specchio per rifarmi il trucco e per fortuna ne trovai uno vuoto.
Anche il banco informazioni era praticamente deserto e poco
dopo ero finalmente seduta sull’autobus per il parco degli orrori…che
cominciarono per strada: curve e pioggia, pioggia e curve…insomma, mal d’auto.
Ma soprattutto, automobilisti al limite della malattia
mentale: avevo appena appoggiato la testa contro il finestrino freddo per
recuperare un minimo di lucidità, quando una Volkswagen Golf del 1986 ci tagliò
la strada e inchiodò davanti a noi.
La frenata, oltre all’inevitabile colpo di clacson, mi
catapultò giù dal sedile.
Quando mi rialzai, dominata dal desiderio di dirne quattro
a quell’essere, mi occorsi che qualcuno ci stava già pensando per me: il ragazzo
al volante, dalla carnagione ambrata e i capelli neri, si era appena preso due
pugni sulla testa, dalla ragazza seduta in fianco a lui e da un amico dietro.
Unendomi al coro di protesta, mi avvicinai dal finestrino
per curiosare: i miei due benefattori si assomigliavano davvero, quasi fossero
fratelli.
La prima era minuta e aveva i capelli corti e lisci, mentre
l’altro era alto e aveva un viso allegro: fantastico…due tipi carini in due
giorni…bene.
Sempre sul sedile posteriore erano seduti anche un terzo
ragazzo uguale agli altri, ma con i capelli lunghi, e una ragazzina di circa 15
anni: aveva i capelli rosso bronzo ricciuti e lunghi fino alla vita e la pelle
pallida…sembrava fuori posto e al contempo il pezzo mancante di un puzzle…lei e
l’altro se la ridevano.
- Scusatemi! Davvero, mi dispiace…non mi aspettavo di
prendere la curva a quella velocità…scusate…scusate!!-
< E per fortuna che ti scusi…potrebbe essere l’ultima volta
che dormo…Dio, che pessimista…tutta colpa tua, ragazza merenda, come al
solito!!...Nell’improbabile caso che la vampira fossi tu, tesoro, ho due
paroline da dirti…Ly…piantala…hai il cervello fuori controllo…se non stai
attenta ti ricoverano veramente…chissà se le cliniche psichiatriche hanno gli
allarmi anti vampiro…esistono almeno??...>
Lasciai il mio subconscio, ormai l’unica parte della mia
testa ancora attiva, e mi dedicai a un’interessante osservazione…come procedeva
la lite??
- Embry Call!! Se fossi in te non me ne tornerei a casa
stasera…devo passare al negozio di tua madre…sei propriamente un imbecille!!-
Una donna due file davanti se la stava prendendo
davvero…quasi mi dispiaceva per il pirata…quasi.
Per fortuna eravamo già in ritardo e ripartimmo subito.
L’autobus si fermò davanti alla stazione di polizia e di
fronte a un negozio di articoli per il trekking: come tutto nella cittadina,
anche i due edifici sembravano orientati verso l’autostrada.
Mi guardai attorno lentamente e respirai una boccata d’aria
fresca: era tutto verde e pieno di pozzanghere e si sentiva un odore strano e
piacevole, muschio e salsedine… … In fondo Forks non sembrava male: calma e
carina, un po’ deprimente, ma molto rilassante.
Aggiustai lo zaino sulla spalla e ripassai mentalmente la
farsa per il pronto soccorso mentre mi ci incamminavo.
Non mi ci volle molto per arrivarci: come tutto, anche
l’accettazione era piccola e piena di piante in vaso…persino sui ripianetti alle
finestre.
Una giovane infermiera con i capelli rossi mi venne
incontro
-Buongiorno. Le serve qualcosa?? Ha qualche problema??-
-Ero andata a trovare una vecchia amica a Jeuno, all’Alaska
Southeast, e quando sono atterrata a Port Angeles per lo scalo hanno comunicato
di una lieve malattia infettiva al campus.
Io penso di non avere niente ma, visto che questo era
l’ospedale più vicino, sono venuta per farmi controllare…tutto qui-
Sorrisi e guardai la ragazza…era pensierosa.
-Hai fatto benissimo…aspetta…ecco il comunicato…vieni, ti
accompagno in sala d’attesa…c’è pochissima gente oggi.-
La stanza era in tema con l’ambiente: piante, piante e
ancora piante.
Mi sedetti sulla sedia e accavallai le gambe.
- Allora…vediamo…mi dai la tessera dell’assicurazione, per
piacere? Bene…Lily Ivy Hale…residente a Rochester…anni 18…ci siamo…tieni questo
modulo: se dopo la visita risulti a posto me lo devi rendere con la firma del
medico…mi lasci un attimo la tessera che la devo inserire nel database?? Torno
subito.-
Si allontanò e ne approfittai per guardarmi attorno:
c’erano solo due altre persone.
Una ragazzina con la gamba ingessata rideva sotto i baffi:
ora di togliere il gesso…felicità massima, mentre un signore anziano teneva in
mano una grande busta…esami da controllare, probabilmente.
- Questa è tua. Aspetta…il tuo cognome è Hale, giusto??
Come la figlia adottiva del dottor Cullen…e hai anche i capelli biondi…tutto
bene??-
A sentire le parole “ Figlia adottiva” avevo avuto un mezzo
infarto e avevo mosso all’improvviso le gambe, colpendo la sedia.
- Ti senti male??-
-No, no…è solo…un crampo…ho camminato un po’…-
Acchiappò il foglio, lo rilesse e poi si rilassò.
-Per fortuna i crampi con questo non c’entrano niente…mi
hai fatto spaventare…solleva la e premi la pianta del piede con la mano…io
vado.-
Si aprì subito una delle due porte e una dottoressa con una
coda lunga di capelli color miele si affacciò.
- Arrivederci e grazie, dottoressa.-
- Torni tra una settimana…a chi tocca…vieni Jennifer…va
meglio?? Devi controllare se tra una settimana puoi togliere tutto, giusto??-
Chiuse la porta e mi appoggiai completamente alla sedia:
figlia…adottiva…ma allora grande abbastanza…capelli biondi…O mio Dio!!!!
Stavo per andare a dire all’infermiera di un improvviso
atroce mal di testa per farmi dare un antidolorifico per andare nel mondo delle
nuvole, quando vidi arrivare di corsa la diretta interessata e bussare alla
seconda porta.
-Dottor Cullen, mi spiace disturbarla ma c’è sua moglie nel
suo studio che le deve parlare subito…mi ha detto che è abbastanza urgente.-
-Arrivo subito. La ringrazio Stacey.-
Il paziente precedente uscì dopo pochi minuti, seguito dal
mio ricercato.
Sistemai di scatto il cappuccio e, nascosta dalla mezza
penombra creata, rimasi pietrificata dalla meraviglia: avevo ragione….non era di
certo umano….era troppo perfetto.
Il viso, sottile e gentile, era illuminato da due grandi
occhi dorati, dolci e tranquilli, e dai capelli biondi chiaro, lisci ma non
perfettamente ordinati.
Salutando, sorrise e sentii chiaramente l’ultima parte
pensante della mia testa volare via galleggiando: le labbra, sottili e
lievemente rosate, scoprirono per un attimo i denti candidi…
Non mi resi neanche conto che aveva svoltato
l’angolo,veloce e aggraziato, e mi alzai per raggiungerlo.
Rimanendo sempre a distanza lo seguii fino al suo studio.
Seduta su una delle poltroncine c’era una giovane donna:
anche se non riuscii a vederla bene, ero troppo distante, riconobbi il color
caramello dei capelli.
-Esme, amore-
Lei lo abbracciò , accarezzandogli i capelli con la mano,
mentre lui prendeva la sua per baciarla.
- Allora, per il weekend…Alaska o New York? Serve il tuo
voto per lo spareggio, o quei pazzi scatenati mi distruggono la casa tentando di
convincere “pacificamente” gli altri a cambiare meta…sembrano tori in un negozio
di pittura rossa!!-
-Alice che dice?-
-Alice non è imparziale. Presente cosa vogliono dire lei
più New York??-
-“Quando finiamo scarpinare che devo andare a fare
shopping?” ? Meglio l’Alaska….Secondo te sarebbe rischioso andare via per un
fine settimana da soli??- [
- L’idea è fantastica…potrei non preoccuparmi per la
casa…basta dai, che mi dimentico cosa ti dovevo dire…tra uno sclero e l’altro la
nostra Alice prevede cose diverse…meglio stare attenti.-
-Vero. Ci vediamo tra poco…un’ora e ho finito.
Mi allontanai velocemente e rientrai nella saletta.
Pensiero stupido a cuccia!! Ma figuriamoci se la mia testa
bacata mi ascolta…c’è l’avranno qui il caffè macchiato?? Basta!!>
Per un benedettissimo colpo di fortuna venni visitata dalla
dottoressa e, anche se in quel momento non ero sicura di esserlo mentalmente,
venni dichiarata a posto.
In accettazione chiesi un elenco telefonico…l’idea da
galera stava prendendo il sopravvento…mi scrissi l’indirizzo del bersaglio e poi
uscii.
Avevo prenotato una camera per una notte vicino al negozio
di trekking e, per mantenere la farsa, decisi di andare a curiosare.
Entrata, cominciai a girare tra i vari articoli e mi
scontrai con quello che doveva sicuramente essere il commesso: aveva i capelli
biondi e la pelle ancora leggermente abbronzata...non era di sicuro nato lì.
Per tutto il tempo in cui rimasi non riuscì a levarmi gli
occhi di dosso…ma la cosa evidentemente non fu una buona idea…mentre uscivo una
ragazza bruna sui 23 entrò e si buttò addosso al simpaticone…che, impegnato come
era, non riuscì a ricambiare in tempo da impedirle di accorgersi di me.
Stavo mettendo nei guai troppe persone da quando ero arrivata...
Non cercai neanche di trovare qualcosa da fare quella sera:
me ne andai subito a dormire e, per qualche ragione, ci riuscii molto meglio del
solito.
Mi alzai presto e, dopo aver fatto colazione, mi incamminai
verso il bosco…comandata da due forze opposte: per ogni passo in avanti un’altra
parte di me voleva farne un indietro…non a caso finii per terra almeno una
ventina di volte.
A dire la verità anche concentrandosi non era difficile:
rami, muschi o alberi secolari con le loro radici formavano un intrico vivente
quasi mortale per una con la testa a viole…
Quando arrivai davanti alla casa il mio umore oscillava tra
il terrorizzato, l’indignato e l’esagitato… incomprensibile a
chiunque, me compresa.
Mi avvicinai: dall’esterno si sarebbe detta l’abitazione di
una qualunque famiglia…chissà se c’era un fosso con coccodrilli a scomparsa o un
accesso rapido per la cripta o la sala torture…
Tirandomi sulle punte, sbirciai da una delle grandi
finestre: peccato che le tende, tirate anche dall’interno, rendessero
impossibile vedere qualcosa.
Stavo già per rinunciare e darmela a gambe dando ascolto
alla vocina due, quando vidi che una delle porte su un terrazzetto a metà di una
scala era rimasta aperta…l’omino nel cervello numero uno iniziò ballare…poveri i
miei neuroni già allo stremo!!
La biforcazione di un albero abbastanza basso arrivava
proprio a livello: supplicando che le scalate fatte da bambina fossero servite a
qualcosa e raccomandandomi l’anima, cominciai a salire e arrivata
miracolosamente ancora intera alla forcella, mi alzai in piedi.
Respirai a fondo e, dopo essermi dondolata avanti e
indietro, saltai finendo faccia a terra sull’adorato piano di muratura…la mia
caduta preferita, di sicuro.
-Permesso, vampiri miei pazzi..-
Entrai e salii le scale fino al piano superiore: non volevo
scendere…meno vedevo di quella casa meglio mi sarei sentita.
Eppure era un bellissimo posto: luminoso, con grandi
finestre e, ovviamente oramai, piante: accidenti, in quel posto doveva essere
uno sport nazionale, il giardinaggio.
Fissai le porte inquieta e aprii quella davanti a me: uno
studio.
Era ricoperto da pareti di legno, a cui erano addossate
librerie piene di libri dall’aspetto antico; appesa alla parete vicino a una
poltrona di cuoio nero, c’era una croce di legno.
Anche senza essere esperti si vedeva benissimo che era
vecchia di secoli, probabilmente un pezzo rarissimo…ma che diamine ci faceva
lì??
Stavo per uscire rassicurata dall’atmosfera accogliente e
serena che quella stanza sembrava emanare, quando vidi una cosa che attirò
completamente la mia attenzione: lei…o meglio una sua foto…a colori.
Bella come non mai, l’immagine ritraeva il mio clone in
versione ottimizzata seduta su quella che sembrava proprio la poltrona alle mie
spalle con in mano un numero di Vogue…infarto definitivo…maledetta terribile
terrificante certezza.
Rosalie Hale era viva….come essere sovrannaturale…come
vampira.
Uscii di corsa dalla stanza e mi ritrovai nel corridoio.
Avrei voluto scappare…ma la maledetta vocina nella mia
testa diceva
Per una volta, il mio subconscio pazzo aveva ragione: avevo
una promessa e poi ero…curiosa, malsanamente e mortalmente curiosa.
Spalancai la porta davanti a me, ma un particolare me la
fece escludere subito: una foto in bianco e nero del dottore mano nella mano con
la moglie…o qualunque cosa fosse Esme…se si chiamava così…..in quel momento
avevo le certezze sotto i tacchi.
Dieci passi più in giù.
L’ambiente era completamente diverso: colori e una porta
bianca con scritto guardaroba: l’aprii e rimasi letteralmente a bocca
aperta…milioni di abiti, appesi a grucce, ricreavano l’effetto di un backstage
Presi il primo che mi capitò tra le mani e me lo appoggiai
sul corpo: di sicuro non era suo…avevamo la stessa taglia e quel meraviglioso e
cortissimo vestito era più sottile sulla vita di almeno dieci centimetri…niente
da fare, buco nell’acqua.
La stanza successiva era leggermente aperta e per prima
cosa sbirciai… e poi mi intrufolai dentro…mi sembrava di invadere la privacy di
una persona conosciuta.
Era una mise di antico e moderno: uno splendido letto di
ferro battuto, posto vicino a un cassettone di noce lucidissimo,era coperto da
della seta azzurro cupo.
Su un angolo un tavolino di vetro era appoggiato un vaso di
ceramica pieno di fiori bianchi…calle e rose.
Anche lì c’era un grande armadio a muro e lo aprii
velocemente.
Ne estrassi un complesso vestito di seta color oro,
ricamato e con la schiena scoperta: sembrava l’opera di uno stilista ma non
aveva alcuna etichetta come se fosse stato realizzato apposta.
Non osai indossarlo: temevo di distruggerlo tanto sembrava infinitamente fragile
e perfetto.
Davanti a un grande specchio con una complicata cornice
argentea mi decisi ad appoggiarmelo addosso…corrispondeva….era la sua stanza
senza alcun dubbio.
Lo distesi sul letto per non riempirlo di pieghe e
lentamente aprii il cassettone per cercare della carta e una penna per dirle
anche solo chi erano le persone nelle foto…punto e basta.
Sollevati alcuni strati di tessuto, tra cui un completo di
biancheria un po’…, trovai dei fogli…e un altro diario.
D’istinto presi in mano tutto e slegai il nastro che univa
quelli che sembravano almeno quattro fogli protocollo, stropicciati e lisciati
diversi volte…sofferti…
Mi sedetti sul letto accanto all’abito e gli occhi mi
caddero sulla prima riga del pacco di fogli.
Non erano affari miei, era pericoloso e lo sapevo
benissimo…ma rovinata per rovinata…tanto conveniva terminare quello che si era
iniziato…
Non riesco a
capire perché stia facendo questo…spero solo che serva…non capisco cosa sia
questa nuova leggerezza e forse per saperlo devo prima dire alle tenebre…
Messaggio dall’Autrice
pazza
Scusatemi!!! Ritardo
mostruoso, orrendo…potete anche strangolarmi…sono stata una settimana in Sicilia
con la scuola…meraviglioso!!
Ed eccoci a casa Cullen!!!
Sono contentissima che
continuiate a seguirmi…e grazie per tutto, complimenti e critiche.
·
Clitemnestra:
grazie davvero per il supporto per la scuola…qualcuno che mi capisce..
·
francefo80:grazie
per il suggerimento…non mi ero davvero accorta dell’inconveniente
·
sarapastu
·
wawa chan
·
thsere
Cosa saranno questi
misteriosi fogli…a voi capire e immaginare!!
Prometto che cercherò di
aggiornare il più presto possibile.
Un bacio
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