echoes revisione di silvi 41
Capitolo 41
Prima di lasciarvi a questo fantastico e attesissimo capitolo, in cima
nella lista dei miei preferiti tra l'altro (scoprirete a breve il
perché) , volevo fare un ringraziamento speciale alla mia love
Silvia, che mi ha aiutato a renderlo bello quasi ( ma spero anche di
più ) come l'originale :)
La prima cosa che Daryl notò fu il suono della pioggia che
continuava a battere su quello che pareva essere un tetto di lamiera.
Era un rumore implacabile ma stranamente rilassante. La cosa successiva
che filtrò all'interno del suo subconscio fu la sensazione di
sentirsi al caldo, in un modo così meraviglioso. Si mosse
leggermente e il suo corpo iniziò a lamentarsi, mostrando alcuni
nuovi dolori e sofferenze di recente acquisizione. A Daryl però
non importava, voleva solamente rimanere avvolto in questa piacevole
comodità senza pensare alla causa dei suoi urti e delle nuove
contusioni. Qualcosa di morbido e caldo solleticava il suo viso e i
suoi occhi si aprirono a quella sensazione, si prese un momento per
mettere a fuoco. Quando ci riuscì, vide che era Carol la persona
che poggiava la testa su quel cuscino che stavano condividendo, il viso
rivolto verso il suo. Era profondamente addormentata ed era stato il
suo respiro ad aver solleticato il suo volto. Daryl sbatté le
palpebre rapidamente, cercando di ricordare il modo in cui erano
arrivati lì. Fu allora che si rese conto di star sognando.
Questo tipo di pace e di appagamento non esisteva nel mondo reale.
Carol non era sdraiata nel suo letto nel mondo reale, come se fosse
scritto che il posto al quale apparteneva e sarebbe sempre
appartenuta fosse esattamente quello. Con la consapevolezza che quello
era solo un sogno, Daryl iniziò a rilassarsi. Si mosse
leggermente sotto la coperta che li copriva entrambi e fu allora che
ebbe una scioccante rivelazione. Era nudo. Si mosse di nuovo e
confermò quello che era stato il suo sospetto. La successiva
scoperta mandò tutto il suo corpo in completa tensione. Anche
Carol era nuda.
Il battito del cuore di Daryl triplicò immediatamente la sua
velocità a quella realizzazione proprio mentre Carol si agitava
leggermente nel sonno. La gamba di Carol era intrappolata in mezzo
alle sue mentre giacevano entrambi su un fianco, faccia a faccia. Carol
continuò a muoversi irrequieta nel sonno, cercando di trovare
una posizione un po’ più confortevole su quel duro
pavimento di legno. Si avvicinò ancora di più a lui,
alla ricerca del suo calore e il braccio di Daryl scivolò con
naturalezza attorno alla sua vita. La sensazione del seno nudo di Carol
premuto contro il suo petto inviò un brivido involontario lungo
tutto il suo corpo. Era incredibile, veramente incredibile
il modo in cui il suo corpo rispose a quella pelle decisamente
femminile che premeva contro la sua carne. Daryl sentì la sua
eccitazione crescere mentre un aumento di sangue iniziò a
confluire verso la
zona inferiore. Sapeva di doversi allontanare il prima possibile da
Carol prima che lei decidesse di svegliarsi e prima di mettersi in
imbarazzo di fronte a lei. La sua mente gli stava urlando di farlo, di
andarsene, ma il suo corpo non aveva nessuna intenzione di ascoltarla.
Al contrario non riuscì a fare a meno di fissare Carol, il volto
completamente rilassato nel sonno e fu allora che ricordò.
Andava tutto bene, quello era solo un sogno.
In un sogno poteva accadere qualsiasi cosa e non ci sarebbe stata
nessuna conseguenza o nessun imbarazzo nel mondo reale. Daryl si
rilassò nuovamente, realizzando che avrebbe potuto godersi la
sensazione trasmessa dai loro corpi nudi e avvinghiati. Fissando Carol,
si rese conto di conoscere il suo viso meglio del proprio. Anche prima
che il mondo andasse a farsi fottere, Daryl aveva sempre evitato di
guardarsi allo specchio. Non riusciva a sopportare il riflesso della
persona che quel vetro gli rimandava. Si era osservato sempre di
sfuggita e questa era anche un'abitudine che aveva preso nel confronto
con le altre persone. Prima che i morti tornassero alla vita e dapprima
ancora, solitamente Daryl si confrontava con le persone mantenendosi su
una posizione laterale, anche quando gli urlava contro, il suo corpo
era sempre in un una sorta di posizione di difesa. Forse perché
aveva sempre cercato di scappare dai conflitti, anche se ci si
ritrovava spesso all'interno. Era una vecchia abitudine di
sopravvivenza che si portava dietro da quando era solo un bambino.
Guardare qualcuno dritto negli occhi per lui significava che di
lì a breve avrebbe finito con il ricevere uno schiaffo in pieno
volto. Provò a utilizzare quella tattica di difesa anche con
Carol, ma lei non glielo aveva permesso. Aveva fatto in modo che lui la
guardasse dritta negli occhi quando erano in disaccordo su qualcosa e
aveva fatto in modo di non farlo tirare indietro da nessuna delle cose
che lui aveva deciso di mostrarle.
Una volta che Carol fece questo con lui, improvvisamente
diventò più facile metterla in pratica anche con le altre
persone, guardarle dritte negli occhi e sentire il diritto di poterlo
fare. Era quello che aveva provato con Rick e con il modo in cui la
loro amicizia si era sviluppata. Daryl si metteva in gioco
aspettando di essere ascoltato e Rick gli diede quello che lui voleva.
Non significava che la pensassero sempre allo stesso modo, ma
c’era un senso di uguaglianza che Daryl non aveva mai
sperimentato prima. Lo vedeva in se stesso adesso nelle discussioni che
aveva con le altre persone. Si ergeva sicuro, e esprimeva il suo
pensiero guardando la persona dritta negli occhi, senza aver paura
delle conseguenze. Appartenere al gruppo aveva cambiato tutto per lui.
Lei aveva cambiato tutto per lui. Daryl si lasciò trasportare
dal sogno e sollevò un dito facendolo scorrere con dolcezza sul
profilo del suo naso, ipnotizzato da quella piccola manciata di
lentiggini che poteva vedere adesso che le era così vicino. Il
suo sguardo si spostò sulle sue labbra, ricordando i loro baci.
Si sentiva come se fosse passata un'eternità dal giorno in
cui aveva assaggiato il loro sapore e dal momento che questo era il suo
sogno, Daryl non si pose il problema di indugiare nei suoi pensieri.
Accarezzò le labbra di Carol con le sue, dilettandosi in quella
morbidezza. Qualcosa si agitò nella parte posteriore del
cervello di Daryl quando sentì che il dolore del suo labbro
spaccato stava cercando di dirgli qualcosa, ma riuscì a
bloccarlo immediatamente, non voleva sapere. Tutto quello che si
permise di sentire era la donna che gli stava accanto, mentre faceva
scorrere titubante la punta della sua lingua lungo il labbro inferiore
di Carol. Il gusto innocente che lei sprigionava era elettrizzante e
Daryl sentì il calore nel suo corpo aumentare sempre di
più. Voleva di più, voleva baci veri. Premette le labbra
con ancora più fermezza contro quelle di Carol, osando di essere
audace nelle sue fantasie più di quanto si sarebbe mai permesso
nella vita reale. La sua lingua si mosse contro le sue labbra,
pregandola per lasciarla entrare nonostante sentisse la tensione
montargli dentro sempre di più. Daryl non riusciva a capire come
una persona potesse sentirsi così completamente rilassata ma
assolutamente sconvolta dentro, contemporaneamente, ma si sentiva
così al momento ed era una sorta di inferno perfetto.
All'improvviso Carol iniziò a rispondere ai suoi baci e Daryl si
lasciò sfuggire un piccolo mugolio di soddisfazione.
Pregò di non si svegliarsi mai da questo sogno perché
niente avrebbe potuto reggere il confronto con questo, nel mondo reale.
Carol ricambiò i suoi baci con tenerezza e quei loro baci
così languidi valevano la pena e rendevano sopportabile per
Daryl quel flebile dolore sul labbro spaccato. Sollevò una mano
per posarla sulla parte posteriore della testa di Carol, emozionato da
quanto quel sogno sembrasse realistico e pregò che i mostri non
arrivassero all'improvviso per riempire questo scenario onirico
come facevano sempre, portandola via dalle sue braccia. Daryl
interruppe il loro bacio e sfregò delicatamente la punta del
naso contro quello di Carol, dilettandosi nel fatto che il tempo non
avesse nessun significato in un sogno. Una parte di Daryl sperava che
questa fosse la morte per poter rimanere stretto a lei in quel modo per
sempre senza che nulla rischiasse di separarli nuovamente. Quel
pensiero riportò alla sua mente un altro ricordo indesiderato.
Aveva avuto paura di perderla, perché? Daryl aggrottò le
sopracciglia, spingendo via i ricordi che minacciavano questo suo
piccolo mondo accogliente. Non voleva pensarci, non voleva far altro
che immergersi in questo sogno. Il mondo reale poteva aspettare. Il
mondo reale poteva aspettare o magari anche andarsene all'inferno, per
quanto gli importava. Lasciò scivolare la mano dalla testa di
Carol alla deriva verso il basso lungo la curva deliziosa della sua
schiena. Daryl non si era mai reso conto di quanto fosse inebriante la
sensazione della schiena nuda di una donna. La sua pelle era
così morbida e seducente da fargli bramare di più.
Sapendo che questo era il suo sogno e sapendo di poter fare quello che
voleva, Daryl trovò il coraggio di muovere la sua mano fino
in fondo, fino ad arrivare a stringere a coppa il suo fondo schiena. La
sua mano si strinse inconsciamente sulla carne soda mentre
deglutiva e sentiva il suo respiro cedere all'intimità di quel
tocco.
Improvvisamente gli occhi azzurri di Carol si spalancarono per andare a
fissarsi dritti dentro i suoi. Daryl si tese, sentendosi immediatamente
in colpa. Spostò immediatamente la sua mano. ''Io..io non
stavo..non intendevo..-''. Daryl arrossì furiosamente,
sentendosi stupido. Persino nei suoi sogni non riusciva a smettere di
comportarsi come un maldestro idiota con questo genere di cose, a
quanto sembrava.
Carol sbatté le palpebre un paio di volte e poi cercò il
suo volto. ''Stai bene?'' chiese con voce roca. ''Come ti senti?''
''Come mi sento?'' ripeté lui piano, consapevole del fatto che
il suo corpo ribelle stava lasciando rivelare fin troppo per Carol.
''Eri mezzo morto quando ti ho trascinato fuori da quel fiume'', disse
Carol con preoccupazione. ''Hai tossito fuori quella che mi è
sembrata essere un'intera piscina piena d'acqua''.
Daryl si limitò a fissarla con sguardo assente, le sue parole
non avevano nessun senso. Un lampo di paura passò lungo il suo
viso mentre una serie di ricordi indesiderati iniziò ad
affollare la sua mente. Voleva urlargli contro di lasciarlo solo,
voleva urlare il fatto che non li voleva di nuovo dentro la sua testa,
ma era già troppo tardi.
'' DARYL!'', Carol urlò il suo nome mentre guardava impotente
Daryl e Merle scomparire oltre la cresta e cadere nell'acqua
sottostante. Era rinvenuta giusto in tempo per vedere Daryl sparare
accidentalmente a suo fratello. La freccia era schizzata dritta
attraverso
la sua testa ma nel suo tipico stile, non lo aveva nemmeno ucciso
subito. Merle era sembrato solamente scioccato, come lo erano
tutti loro, mentre lottava per comprendere quello che era appena
accaduto. Non
tutti i colpi alla testa si rivelavano fatali e Merle ne era la prova
vivente. Carol aveva visto Daryl cercare di salvarlo disperatamente,
anche se non c'era più alcun modo di poterlo fare. Era questo il
modo in cui le cose erano sempre andate tra i due fratelli. Daryl era
quello pieno di speranza, Merle quello ineluttabile. ''No!'' ,
singhiozzò, lottando per rimettersi in piedi nonostante avesse
ancora le mani legate dietro la schiena. Carol si precipitò
verso il bordo del precipizio e si guardò intorno con
preoccupazione. Riuscì a scorgere Daryl più in là
in basso nel fiume, cercava di mantenere freneticamente la testa di
Merle al di fuori dall'acqua, ma quest'ultima era talmente veloce che
il
più giovane dei Dixon stava avendo dei grossi problemi solamente
a
cercare di non perdere la presa che aveva sul più anziano.
Carol si voltò di scatto, alla disperata ricerca di qualcosa con
cui potersi liberare. Localizzò quasi subito il coltello di
Daryl a terra e si precipitò verso di esso. Cadendo in
ginocchio, Carol si voltò di spalle al coltello e cercò
frettolosamente di raccoglierlo. Sembrò come se ci fosse voluta
un'eternità per riuscire ad afferrarlo, mentre armeggiava alla
cieca nel fango, ma poi la sua mano toccò il freddo metallo e
iniziò febbrilmente a usarlo per tagliare i cavi che la tenevano
prigioniera. Lavorare in quel modo era scomodo, e fu difficile farsi
strada per tagliare i cavi telefonici velocemente quanto lei
desiderava. Carol
era consapevole che ogni secondo che passava era un secondo in
più in cui Daryl si allontanava da lei. E come se questo non
fosse già abbastanza, mentre armeggiava accanitamente per
liberarsi, un vagante barcollò fuori dalla boscaglia. ''Oh
andiamo!'', ringhiò per la frustrazione, tendendo con forza i
cavi sui suoi polsi, nonostante il dolore che questo le provocò.
Il vagante le era quasi addosso, ringhiando affamato e incurante della
pioggia quando Carol riuscì finalmente a liberarsi. Con il
coltello ancora stretto tra le mani balzò in piedi e
guidò con decisione la lama sotto il mento della creatura,
sentendolo
penetrare fino a raggiungere il cervello. Il vagante crollò
a terra mentre Carol sfilava fuori il coltello.
Voltandosi, si sporse lungo la sporgenza, seguendo il corso del fiume,
sperando di ritrovare Daryl. Carol scivolò più volte,
sopratutto perché i suoi occhi erano alla disperata ricerca di
un qualcosa in quelle acque, era alla ricerca di un segno della
presenza di
Daryl e non stava guardando dove metteva i piedi. ''Dio, ti prego'',
pregava
sottovoce, senza nemmeno rendersi conto di starlo facendo, ''Dio, ti
prego, non portarmelo via, non adesso, non in questo modo''. Il terreno
sotto i suoi piedi iniziò nuovamente ad inclinarsi verso il
basso e Carol effettivamente scivolò giù per buona misura
fino a ritrovarsi su un terreno più pianeggiante che
costeggiava l'acqua schiumante e fangosa. ''Daryl!'', chiamò il
suo nome, pur sapendo che era un rischio e probabilmente anche una
perdita di
tempo sopra il rombo assordante del fiume in piena. ''Daryl!'', Carol
riuscì a percepire il panico montargli dentro mentre cercava di
non pensare alle possibilità che una persona potesse avere di
combattere per una via d'uscita fuori da un tipo di situazione del
genere, da
quelle acque infuriate e veloci e dalle rocce e dai rami
contro i quali potevi essere scagliato. Cercò di domare la
sua angoscia e continuò a cercare, sapeva di non poter
rinunciare.
Continuò a correre lungo il fiume e dopo aver sorpassato una
curva, con la coda dell'occhio catturò qualcosa di familiare. Il
suo respiro affannato si fermò quando vide quella che sembrava
essere la
testa di un Daryl quasi annegato che cercava di aggrapparsi ad alcuni
rami, il suo volto riusciva a stento a stare fuori dall'acqua mentre
questa gli scorreva addosso con forza implacabile. Corse fino a
raggiungerlo, riuscendo ad
arrampicarsi su alcune rocce fino ad arrivargli accanto. ''Daryl!'',
disse con urgenza, afferrandogli il braccio e tirandolo nella sua
direzione. ''Andiamo, forza, devi uscire fuori di qui''. La sua
osservazione sembrava abbastanza ovvia ma Daryl sembrava come essere
completamente fuori di sé.
''Merle'', gracchiò debolmente.
Carol trattenne una smorfia. ''Se n'è andato, Daryl.. Non
c'è niente che tu possa fare ora''. Tirò
il suo braccio con più forza. ''Forza, afferra questo ramo, ti
aiuto a tirarti
fuori''. Ci vollero un altro paio di ripetizioni del suo ordine per far
sì che quel Daryl così confuso iniziasse a cooperare.
L'acqua era
gelida e aveva l'aspetto di uno che era appena stato scagliato
duramente e ripetutamente contro quelle rocce. Era un miracolo il solo
fatto che fosse
ancora vivo. Carol usò una forza che non sapeva nemmeno di
possedere, riuscendo a tirare un Daryl che si dimenava con furia fuori
da quella trappola.
Lo trascinò lungo le rocce e poi entrambi si lasciarono cadere
sul terreno fradicio accanto al fiume, ansimando pesantemente. Daryl si
voltò e iniziò a vomitare quell'acqua fangosa fuori dal
suo stomaco, sputò fuori quell'impasto marrone mentre Carol gli
accarezzava la spalla, cercando di confortarlo.
Daryl tremava in una maniera incontrollabile mentre la fissava con
quello sguardo appannato quando riuscì finalmente a parlare di
nuovo. ''Carol'',
mormorò, a bocca aperta, ''Oh Dio, Carol, pensavo di averti
persa''.
''Non sono ancora morta'', rispose lei svelta. ''Va tutto bene,
andrà tutto bene''. Carol trattenne una smorfia, sapendo che
Daryl non era nelle condizioni di parlare ma lei aveva comunque bisogno di
sapere. ''Carl, hai trovato Carl?''
Lui sbatté le palpebre, come se quelle parole lo avessero confuso. ''Carl?''
''Si, è andato a chiedere aiuto, vi ha raggiunti?''
Daryl annuì lentamente. ''Lui è.. lui è con Rick'', biascicò, le palpebre che si chiudevano.
Il sollievo inondò Carol anche se subito dopo andò un po
nel panico. Afferrò Daryl per la spalla e la scosse con forza.
''Non ti
addormentare!'', gli ordinò con fervore. ''Dobbiamo trovare un
riparo''. Quell'affermazione sembrava qualcosa di impossibile ma Carol
sapeva
di non poter lasciare che Daryl perdesse i sensi su quel terreno
fradicio, sotto la pioggia gelida. Probabilmente non si sarebbe mai
più svegliato. Attraverso una serie di velate minacce e un po di
persuasione, Carol
riuscì a far rimettere Daryl in piedi, anche se stava appoggiato
pesantemente su di lei. Barcollarono attraverso il bosco lontano da
quel fiume mentre Carol cercava disperatamente un qualche tipo di
rifugio per cercare di mantenere Daryl al caldo. Fu il miracolo per il
quale Carol aveva pregato quando improvvisamente sbucarono fuori in una
radura e videro materializzarsi davanti a loro una piccola capanna di
legno. Con una
rapida occhiata in giro per i vaganti, Carol continuò a
trascinarlo verso la loro salvezza. Barcollarono all'interno del
piccolo edificio e il sollievo di essere finalmente al riparo dalla
pioggia fu travolgente. Carol si guardò velocemente attorno,
osservando l'ambiente che li circondava. Un materasso stava abbandonato
sul
pavimento e lei guidò l'instabile Daryl verso di esso. Lui si
lasciò cadere in ginocchio una volta raggiunto e Carol lo
trascinò per il resto del percorso. Daryl atterrò con un
tonfo pesante sopra l'imbottitura polverosa privo di sensi. Carol
afferrò le due coperte che stavano gettate in un angolo e
spogliò rapidamente Daryl dai suoi vestiti. Quel materiale
fradicio non avrebbe fatto nulla per mantenerlo al caldo. Quando ebbe
finito, Carol lo coprì frettolosamente con le coperte prima di
spogliarsi a sua volta e unirsi a lui sotto le lenzuola. Avvolse il suo
corpo in un abbraccio contro quello di Daryl che continuava a tremare
violentemente,
facendo in modo che il suo calore corporeo riscaldasse velocemente
l'uomo che stava quasi congelando. Carol lo strinse contro di lei con
forza, cercando di fargli sentire che lei era lì e che stava
freneticamente cercando di salvargli la vita.
I ricordi di quello che era accaduto affluirono bruscamente in lui. Il
viso di Merle mentre scompariva oltre il bordo della scogliera, lui che
cercava disperatamente di afferrarlo, l'acqua che infuriava sbattendo
il suo corpo contro le rocce e contro l'oscurità che
seguì. ''Merle..'', gracchiò, sconvolto dal fatto di non
aver ricordato subito il destino di suo fratello, anche se aveva
pensato che fosse tutto un sogno
L'espressione di Carol era un'espressione di totale comprensione. ''Mi dispiace così tanto, Daryl''.
''E' morto'' sussurrò lui, lacrime calde sgorgarono fuori dai
suoi occhi scivolando sul suo viso ancora prima che potesse fermarle.
''Io l'ho ucciso..''.
''No,'' disse Carol velocemente, posando una mano sul suo viso, ''Tu
non l'hai ucciso, Daryl. Merle ti ha costretto, quello che è
successo è stato un incidente''.
Una piccola parte di Daryl sapeva che Carol aveva ragione. Il vecchio
detto dell'incidente che stava solo aspettando di accadere sembrava
scritto apposta per Merle. Per tutta la sua vita, era questo che Merle
era stato, un incidente che aspettava solo di accadere. Daryl riusciva
a capirlo adesso ma questo non servì a diminuire il senso di
vuoto, di perdita e di desolazione. Gli era mancato suo fratello e
questo mondo era sembrato ancora più grande, ancora più
spaventoso senza la presenza di Merle, anche se il vecchio Dixon aveva
aggiunto i propri mostri sul conto. Merle era suo fratello. L'ultimo
familiare che gli era rimasto e adesso se n'era andato. Pensando a
quanto era stato risoluto sul fatto di ucciderlo non molto tempo prima,
Daryl non era preparato per le ondate di dolore che gli portò
questa presa di consapevolezza.
Carol asciugava le sue lacrime con il pollice. ''Hai fatto tutto quello
che potevi per salvare Merle'', disse con voce roca. ''Nessun fratello
avrebbe potuto fare di più''.
Daryl desiderava davvero credere alle sue parole ma non sapeva ancora se avesse o meno la forza per farlo.
''Penso che alcune parti di Merle volevano semplicemente restare una causa persa'', continuò Carol piano.
''Perché?'', le domandò Daryl con angoscia. ''Perché mai qualcuno dovrebbe volere una cosa del genere?''.
L'espressione di Carol era molto grave mentre giacevano stretti l'uno
tra le braccia dell'altro, i nasi che quasi si sfioravano.
''Credo che pensasse di meritarselo''. Aggrottò la fronte. ''Mi
sembrava come se Merle fosse intento a punire se stesso per alcuni
errori commessi in passato e non poteva permettere a nessuno di
cambiare le cose''. L'espressione di Carol si ammorbidì in una
piena di compassione. ''Nemmeno a te''.
Daryl apprezzò il fatto che Carol non tirò fuori
eventuali luoghi comuni sul fatto che non avrebbe sempre
sentito la perdita di Merle così acutamente, sul fatto che il
dolore per la perdita di suo fratello si sarebbe affievolito con il
tempo. Poteva anche essere vero, ma quel sollievo faceva parte di un
futuro troppo lontano e non l'avrebbe di certo aiutato ora. Daryl
avrebbe voluto inveire contro la futilità di tutto questo, la
perdita di una vita che non sarebbe mai dovuta accadere. ''Non sono
riuscito ad afferrarlo..'' gracchiò dolorosamente, il senso di
colpa che faceva contrarre i suoi lineamenti non sapendo nemmeno se si
riferiva all'acqua che scorreva feroce o semplicemente dalla vita in
generale. Merle gli era scivolato tra le dita, non importava quanto
duramente Daryl aveva cercato di aggrapparsi a lui.
''Forse era arrivato il momento di lasciarlo andare'', disse Carol
semplicemente. ''Per tutti e due. Forse Merle ha finalmente trovato un
po’ di pace''.
L'espressione di Daryl si fece dura. ''Non ci crederai veramente,
no?''. In qualche modo non pensava che Dio sarebbe stato troppo
interessato a trovare un posto in paradiso per un artista del calibro
di Merle Dixon.
La voce di Carol era morbida e dolce. ''Credo che Merle abbia smesso di
soffrire, probabilmente per la prima volta in tutta la sua vita''.
Il volto di Daryl si contrasse nel dolore. ''Ma mi ha lasciato indietro'', disse dolorosamente, ''di nuovo''.
''Grazie a Dio lo ha fatto'', rispose Carol con profonda emozione.
''Non so cosa avrei potuto fare se ti avessi perso laggiù in
quel fiume''.
Daryl la guardò e improvvisamente fu di nuovo conscio della loro
nudità mentre Carol lo fissava con quegli occhi azzurri colmi di
emozione. Sentì il suo corpo tendersi nuovamente, incurante del
suo tumulto emotivo e Daryl sapeva di stare per ridicolizzarsi. ''I
miei.. i miei vestiti..'' gracchiò, cercando di pensare a un
modo in cui potersi allontanare da Carol senza che lei notasse la sua
erezione. Per un uomo nudo, era veramente difficile nascondere la
propria eccitazione. Lei probabilmente avrebbe pensato che fosse malato ad essere in quello stato mentre era in lutto per suo
fratello, ma apparentemente tutto ad un tratto il suo corpo funzionava
in modo indipendente dalla sua testa.
''Te li ho tolti'', spiegò Carol. ''Eravamo entrambi fradici.
Questo era l'unico modo per scaldarti. Stavi congelando dopo essere
quasi annegato in quell'acqua gelida. E i corpi nudi conducono meglio
il calore''.
Daryl era dolorosamente consapevole di questo fatto visto il calore che
avvolgeva il suo corpo, grazie al modo in cui il suo sangue stava
attualmente scorrendo nelle sue vene. Era esattamente quel problema del
suo sangue che continuava ad affluire in un certo punto che gli aveva
fatto capire di avere un disperato bisogno di coprirsi e di mettere una
certa distanza tra loro due.
''I nostri vestiti sono laggiù''.
Carol inclinò la testa per indicarli e Daryl torse il busto fino
a vedere i loro vestiti abbandonati sul pavimento. Guardò di
nuovo verso Carol, cercando di non arrossire immaginando lei mentre lo
spogliava dei suoi vestiti. Non funzionò dal momento che
sentì il calore salire fino alle guance e la situazione
lì in basso non migliorava le cose.
Carol gli sorrise leggermente. ''Vuoi che vada a prenderli per te?''.
Si mise e sedere e Daryl ebbe una fugace visione di uno dei suoi seni
nudi e l'acchiappò subito per il braccio tirandola nuovamente
giù, non essendo sicuro di poter reggere la vista di Carol
completamente nuda. La sua presa sul suo autocontrollo era già
abbastanza difficile così com'era. ''No!'', disse bruscamente.
''Ah!'', Carol ebbe un leggero sussulto di dolore e Daryl allentò subito la presa su di lei.
''Che c'è?'', le chiese con urgenza. ''Che cosa c'è che
non va?''. Daryl sapeva che la sua presa era stata delicata.
Improvvisamente gli tornò in mente la scena di
Merle in piedi sopra il corpo privo di sensi di Carol e la paura
nascosta dentro di lui su quello che il fratello le avrebbe potuto fare
mentre lui stava correndo per trovarli.
Carol diede una piccola smorfia. ''Non è niente. E' solo la mia
spalla. Merle me l'ha slogata accidentalmente. L'ha messa di nuovo a
posto, ma è ancora un po’ dolorante''.
Daryl dovette sforzarsi per riuscire a porre la domanda successiva. Un
muscolo si contrasse nella sua guancia mentre lottava per mantenere il
controllo. ''Ti ha.. ti ha fatto del male? Voglio dire, ti ha fatto
qualcos-''
''No'', disse Carol rapidamente. ''No, Daryl. Merle non aveva intenzione di fare del male a me o a Carl''.
Daryl chiuse gli occhi mentre sentì il sollievo scorrergli
dentro per il fatto che Merle non avesse pensato di percorrere quella
vena sadica su Carol. Ebbe il sospetto che forse Carol non gli
stesse dicendo tutto ma Daryl non aveva altra scelta che credere a
quello che gli stava dicendo. Aveva bisogno di crederci. ''No'',
sputò fuori. ''Merle stava solo cercando di fare del male a me''.
''Lui non la vedeva in questo modo''.
Daryl tenne gli occhi chiusi mentre lottava contro i sentimenti
contrastanti che suo fratello scatenava in lui, anche dopo essere
morto. ''Ma è quello che ha fatto''.
''Lo so'', disse Carol tranquillamente con rammarico. ''Ma devi sapere
che Merle ti amava, Daryl, più di chiunque altro al mondo''.
Sospirò. ''Non era davvero bravo ad amare le persone, ma quello
non era per colpa sua''. L'espressione di Carol era piena di empatia.
''Avreste entrambi meritato di meglio''. Si avvicinò azzerando
la piccola distanza che c'era tra loro, le sua labbra che accarezzavano
quelle di lui. ''Molto meglio'', sussurrò prima di baciarlo.
Daryl sapeva che non era affatto una buona idea per Carol riprendere a
baciarlo, adesso che entrambi erano completamente svegli. Non aveva
alcun tipo di difesa contro il conforto che lei gli stava offrendo. Se
mai qualcuno avesse potuto far andare via l'orrore di questa perdita,
quella persona sarebbe stata Carol. Posò la mano su quella
ferita sanguinante che lui portava dentro il suo cuore facendo
dissipare il suo dolore. Daryl ricambiò i suoi baci avidamente,
volendo cancellare tutto dalla sua mente, tutto tranne lei, anche se
aveva questa crescente paura sul dove avrebbe portato tutto questo. Non
ne sapeva niente dell'intimità fisica, quello che si supponeva
dovesse fare, quali erano le mosse giuste. Quel pensiero lo
terrorizzava ma anche se aveva paura, Daryl si trovò comunque
attratto in quella calda rete che il tocco di Carol stava tessendo
intorno a lui. La mano di Carol scivolò lungo la sua schiena, le
dita erano leggere sulla sua pelle coperta di cicatrici e quella stessa
pelle non poté fare a meno di contrarsi sotto quella dolce
carezza. Era come se l'elettricità stesse scorrendo dalle sue
dita lungo il suo corpo sensibilizzando ogni sua singola terminazione
nervosa. Carol si stabilì ancora più completamente contro
di lui e Daryl dimenticò se stesso, accogliendo la sua
morbidezza contro le dure linee del suo corpo. Tuttavia, quando la sua
eccitazione fu improvvisamente premuta contro la coscia di Carol, Daryl
entrò nel panico, temendo quello che avrebbe potuto fare lei.
Si tirò indietro, un nuovo rossore imporporò le sue
guance mentre la fissava, imbarazzato dalla rampante reazione del suo corpo e dalla paura della reazione di Carol. Lei lo
aveva preso in giro quella volta in cui erano rimasti bloccati nel
ripostiglio e il suo corpo aveva avuto la meglio su di lui. Erano
accadute molte cose da allora e Daryl non sapeva se Carol ne sarebbe
stata disgustata questa volta. Ma si preparò per un suo rifiuto.
Carol tenne costantemente gli occhi incollati ai suoi e non
riuscì a leggerci nessuna presa in giro, non riuscì a
vedere alcun rifiuto in quegli occhi azzurri mentre si rendeva
probabilmente conto della sua evidente paura. ''Va tutto bene'',
sussurrò. ''Sono solo io''. Riprese nuovamente a baciarlo,
sfregando le labbra sulle sue. ''Sono solo io''.
Daryl sentì un po’ di quella tensione lasciare il suo
corpo mentre Carol gli offriva di nuovo la dolcezza dei suoi baci. La
sua mano adesso era sul suo fondo schiena, le sue unghie lo graffiavano
dolcemente su e giù trasmettendo delle piccole scosse di piacere
lungo il suo corpo. La mano di Carol si spostò sulla sua coscia
e poi prese a muoversi con confidenza tra i loro corpi. All'improvviso
la sua mano si strinse forte e prese a muoversi lungo tutta la sua
eccitazione. Daryl e la sua durezza reagirono
in maniera selvaggia. Si lasciò sfuggire un sospiro strozzato
nel bel mezzo del loro bacio, il suo corpo in balia delle sue
sensazioni. Carol non smise di baciarlo e anche se il primo impulso di
Daryl era quello di scappare fu immediatamente sostituito dalle intense
ondate di piacere che Carol stava causando al suo intero sistema
nervoso. Daryl gemeva nei loro baci mentre il sangue pompava furioso
all'interno delle sue vene. Stava perdendo completamente il controllo
del suo corpo, lo sentiva. Afferrò la mano di Carol, spinto dal
bisogno di fermare quel delizioso tormento, ma era già troppo
tardi. Quell’intensa sensazione inondò il suo
corpo radicalmente e salì in un crescendo che
culminò selvaggiamente. Ruppe il loro bacio, soffocando il suo
rammarico contro il collo di Carol, anche se non riuscì a
contenere i suoi gemiti di piacere. Daryl rabbrividì contro
Carol, il suo corpo interamente scosso dai tremori fino a quando non
riuscì a riprendere il controllo.
Non voleva guardarla, il terrore e l'imbarazzo dei suoi precedenti
incontri tornò di nuovo alla sua mente e si preparò per
la delusione di Carol o, addirittura, per essere deriso. Questa era la
peggiore paura di Daryl e si era appena avverata. Non avrebbe voluto
che andasse a finire così, non per loro, e la vergogna
minacciò di sopraffarlo. Daryl si voltò bruscamente
lontano da lei, dando le spalle a Carol e lottando contro la voglia di
correre semplicemente il più lontano possibile. Sembrava
preferire di tentare la fortuna nudo, nel mezzo di una foresta
pullulante di vaganti piuttosto che dover guardare Carol nuovamente
negli occhi. Pregò per la morte. Daryl sussultò quando
sentì il primo tocco di Carol. Percepì le carezze delle
sue labbra contro la schiena e si irrigidì.
Carol non si lascio intimorire. Lo baciò lungo tutta la sua
schiena, salendo fino a raggiungere il collo e mordicchiandolo
lungo tutta la sua lunghezza fino a quando non arrivò al suo
orecchio. ''Voltati'', gli ordinò con voce roca.
Daryl combatteva contro la sua paura e il suo desiderio mentre cercava
di capire cosa fare. Lentamente rotolò sulla schiena, lo sguardo
che scivolava di lato evitando di guardare Carol dritta negli occhi.
Prese a mordicchiarsi la parte interna della guancia, un tic nervoso
mentre aspettava che Carol formulasse un discorso di compassionevole
comprensione per lui. Ora Daryl desiderava veramente che questo fosse
solo un sogno in modo da potersi svegliare e sapere che non si era
umiliato in questo modo davanti a Carol.
''Ti voglio''.
Gli occhi azzurri di Daryl si incatenarono ai suoi, spalancati per lo
shock. Aveva sentito bene? Carol lo desiderava ancora, anche dopo
quello che era appena successo.
Carol lo stava guardando da vicino. ''Tu mi vuoi?''. C'era un leggero
tremolio nella sua voce quando pose quella domanda, dipingeva
tranquillamente la persona calma che lei ritraeva.
Daryl la stava ancora fissando, l'emozione soffocava la sua voce.
''Perché possiamo anche fermarci qui'', disse piano. ''Niente deve cambiare tra noi, Daryl, non se tu non lo desideri''.
Era questo, era questo il momento che Daryl aveva sia desiderato che
temuto così tanto. Erano sul punto di rischiare tutto quello che
avevano per qualcosa di ancora indefinito. Daryl stava avendo delle
difficoltà a respirare mentre si lasciava travolgere interamente
per la prima volta dai suoi desideri quando si trattava di Carol. Lui
la desiderava, la desiderava così tanto, ma aveva paura di
quello che avrebbe significato per lui e per Carol.
Carol dovette essere in grado di vedere il dilemma scritto sul suo
volto. ''Non importa quello che succederà'', disse con voce
roca. ''Io non vado da nessuna parte, Daryl. Tu non mi perderai mai''.
Daryl si lasciò sfuggire un gemito di sollievo nel sentire le
parole che non si era nemmeno reso conto di stare aspettando. ''Io
ti..'', gracchiò, trovando difficile buttare fuori le parole per
il modo in cui la sua gola si era stretta. ''Io voglio..''
Quando non riuscì a pronunciare quella parola, Carol lo
aiutò. ''Me?'', sospirò, una piccola nota di speranza
nella sua voce.
''Te'', accettò lui sfinito, il desiderio di quel momento riuscì finalmente a vincere la sua paura.
Carol gli sorrise. ''Bene..'', disse gutturale e riprese a baciarlo nuovamente.
Presto Carol interruppe i loro baci infuocati e prese a muovere le sue
labbra giù lungo il suo corpo. Daryl inarcò la schiena
mentre lei si lasciava dietro una scia infuocata di baci, lungo il suo
petto e sul suo stomaco, sembrando in grado di stimolare ogni singolo
nervo lungo la strada. L'eccitazione di Daryl stava trovando
rapidamente vita nuova grazie ai tocchi di Carol, che prese a
stimolarlo con la sua bocca. Trasse un respiro sofferente di gioia,
appoggiandosi sui gomiti, mentre guardava con stupore Carol che gli
donava abilmente piacere. Stava riuscendo a strappare al suo corpo
delle reazioni che Daryl non avrebbe mai ritenuto possibili.
Lasciò cadere indietro la testa e si lamentò a gran voce
contro il cielo. Daryl aveva dato se stesso a Carol, lasciandole
prendere completamente il controllo mentre il suo respiro sempre
più affannoso riempiva la piccola cabina. Strinse gli occhi e
ricadde indietro sul cuscino. Daryl perse se stesso in quello che Carol
stava facendo, desiderava che andasse avanti per sempre ma a quanto
pareva, lei aveva altre idee. I suoi occhi si riaprirono e un lamento
involontario di perdita venne strappato alle sue labbra quando Carol si
fermò. Daryl la guardò salire a cavalcioni sopra il suo
corpo e gli si fermò il respiro nel vedere quanto fosse bella.
Era pienamente vigile quando Carol avvicinò ancora di più
i loro corpi e prese a farlo affondare lentamente dentro di lei. Si
morse il labbro e si lasciò sfuggire un grido strozzato mentre
Daryl dimenticò completamente come respirare. Quella calda
sensazione di umidità che lo avvolse era troppo per lui. Si
aggrappò alle sue cosce e non riuscì a smettere di
spingersi selvaggiamente dentro di lei, il suo corpo che reagiva
d'istinto.
''Aspetta'', ansimò Carol irregolarmente, mettendogli le mani
sul petto, ''dammi un momento''. Gli sorrise debolmente. ''E' passato
molto tempo dall'ultima volta''.
Daryl arrossì, odiando la sua inesperienza ancora una volta e
spaventato dal fatto di poterle fare del male. Carol si lasciò
cadere in avanti e cominciò a baciarlo prima che lui potesse
iniziare ad ossessionarsi con quel pensiero. Quella semplice
intimità li fece rilassare entrambi. Carol iniziò a
muoversi sopra di lui, spingendo i suoi fianchi contro la sua erezione e
Daryl non riuscì a trattenere un altro gemito nel loro bacio.
Carol si raddrizzò e aumentò il ritmo della
velocità dei loro corpi mentre le sue mani andarono a coprire
quelle di Daryl ancora strette saldamente attorno alle sue cosce. ''Ti
sto facendo male?'', gli chiese senza fiato.
Il corpo di Daryl era un ammasso di lividi e di tagli dovuti alla sua
lotta con Merle e al tuffo in quelle acque agitate, ma in quel momento
pensò che non si sarebbe reso conto nemmeno se qualcuno avesse
tentato di dargli fuoco. ''No'', gracchiò con voce tremante,
''Non ti fermare''. I suoi occhi erano grandi e imploranti. ''Non ti
fermare''.
Carol si morse il labbro e sembro compiaciuta nel sentire quel tipo di
disperazione nella sua voce. Prese una delle sue mani e la posò
sopra uno dei suoi seni nudi, facendo sfuggire dalle labbra di Daryl un
suono strozzato. La sua morbidezza riempiva il palmo della sua mano e
Daryl gemeva ad alta voce a quella sensazione, sentendo un brivido
attraversare il suo corpo. Carol impostò sapientemente un ritmo
per i loro corpi e Daryl si limitò a seguire il suo esempio,
stupito dalla facilità con cui riuscirono a coordinarsi l'uno
con l'altro. Aveva temuto di poter essere scomodo e inutile, ma questa
sembrava la cosa più naturale nella stranezza. La tensione
iniziò a crescere mentre Carol iniziava a muoversi su di lui
sempre più forte, fino a quando pensò di non riuscire più a tenere il
ritmo. Daryl poteva sentire il suo corpo avvicinarsi ad una fine
inevitabile. La temeva e desiderava nello stesso tempo, non voleva che
questa beatitudine giungesse alla fine. Entrambi i loro respiri
irregolari riempivano l'aria quando Carol si lasciò scivolare in
avanti, mettendo le mani su entrambi i lati del volto di Daryl, stando
così faccia a faccia con lui. L'attrito tra i loro corpi aveva
raggiunto il culmine. Il sudore colava dal suo corpo come da quello di
Carol, che era ricoperta da una patina che sembrava quasi renderla un
bagliore ai suoi occhi. Daryl si sentiva come se lo stesse
completamente consumando, assorbendolo dentro il suo corpo e si arrese
al suo destino con entusiasmo. Le sue mani si strinsero attorno ai suoi
fianchi, sentendo che per lui si stava avvicinando la fine e pregando
di poter durare il giusto tempo per poter soddisfare Carol. Poi,
all'improvviso, lei si tese ed iniziò a tremare convulsamente e
selvaggiamente sopra di lui.
''Cazzo!'', urlò Daryl, impossibilitato a trattenere
l'imprecazione che lasciò le sue labbra mentre sperimentava per
la prima volta l'orgasmo di una donna sul suo corpo. Questo lo
spinse al raggiungimento del suo stesso limite, mentre faceva scivolare
tutto nell’oblio e si lasciava travolgere dall'orgasmo più
intenso della sua vita. Si dimenava selvaggiamente sotto il corpo di
Carol, entrambi stretti l'uno all'altra mentre diventavano le uniche
due creature esistenti al mondo per pochi splendenti secondi. Carol gli
crollò sopra mentre lui ancora cavalcava le ultime convulsioni
del suo rilascio. Giacevano lì, entrambi ansimando nel loro
abbraccio lottando per recuperare l'ossigeno di cui i loro polmoni si
erano privati. Una sorta di euforia si impossessò di Daryl e
spinse tutte le sue estremità a rilassarsi restando
completamente immobili. Fu Carol che in qualche modo riuscì a
rotolare giù dal suo corpo e accasciarsi su un lato. Per un
momento Daryl si fece prendere dal panico e pensò che lei
volesse lasciarlo e lui questo non poteva sopportarlo. ''No'', gemette,
voltandosi e posando la sua testa sopra il suo petto, afferrandola sui
fianchi per impedirle di allontanarsi ulteriormente da lui. Lei rispose
avvolgendo le sue braccia attorno al suo collo in silenzio, lasciando
che Daryl capisse che non aveva intenzione di andare da nessuna parte.
I suoi muscoli si rilassarono nuovamente e restò lì, ad
ascoltare il cuore di Carol battere sotto il suo orecchio per poi
tornare lentamente a raggiungere la sua normale velocità. Daryl
si sentiva completamente rilassato, senza pensare minimamente a
qualcosa da dire. Era troppo felice per preoccuparsi, in quel momento.
Felice e incredibilmente appagato. Non sapeva per quanto tempo fossero
rimasti lì sdraiati, Carol ad accarezzare i suoi capelli, lui ad
ascoltare il battito del suo cuore, mentre il sudore si asciugava sui
loro corpi. A Daryl non importava. Sarebbe rimasto volentieri in quella
cabina per il resto della sua vita, solo lui e Carol, a fingere che il
resto del mondo con tutte le sue complicazioni non esistesse.
Carol si mosse, a quanto pare non condivideva il suo stesso desiderio.
Passò la mano tra i suoi capelli ancora sudati. ''Dobbiamo
tornare alla prigione. Gli altri saranno preoccupati'', disse con calma.
Daryl emise un grugnito, evitando accuratamente di muoversi,
possibilmente non voleva farlo mai più. Tutto il suo corpo
palpitava ancora di una foschia post - orgasmica e non voleva lasciare
scappare la morbidezza del corpo di Carol da sotto di lui. Carol
però aveva in mente altre idee, si dimenò un po’
per fargli sollevare la testa.
''Dobbiamo andare'', lo castigò con indulgenza, scivolando via da sotto il suo corpo.
''Piove ancora'', osservò Daryl, guardandola attraverso la
fessura dei suoi occhi socchiusi mentre Carol si alzava in piedi.
''E' diminuita un po'', disse Carol, camminando verso i suoi vestiti.
Daryl giaceva su un fianco, godendo liberamente della vista di Carol
muoversi con tanta naturalezza, mentre lui giaceva nudo al caldo. Non
aveva mai trascorso molto tempo godendo apertamente della vista del
corpo di una donna a causa delle complicazioni che avrebbe finito per
provocare. Era una sensazione incredibile quella di avere una
conoscenza così intima del corpo di Carol e sapere che ora
nessun altro rimasto in vita l'aveva vista nel modo in cui l'aveva
appena vista lui.
Carol lo guardò da sopra la sua spalla mentre si tirava su i
pantaloni e agganciava i bottoni. ''Ti stai alzando, pelandrone?''.
''Mmm'', mormorò Daryl disinteressato, ''Forse..''.
Carol adesso stava indossando il suo reggiseno. ''Non so per quanto
tempo abbiamo dormito. Rick e gli altri ci staranno cercando''. Lei gli
rivolse uno sguardo preoccupato. ''Tu sei sicuro che Carl sta bene?''.
''Sta bene''.
Carol si lasciò sfuggire un lungo sospiro. ''Bene. Ho avuto così tanta paura per lui, disarmato in quei boschi''.
Daryl pensò di raccontare qualcosa a Carol riguardò
Michonne, ma non ne aveva voglia. Non voleva parlare di altre persone
in questo momento.
''Forza, tirati su''.
Daryl le rivolse uno sguardo vagamente infastidito, ''Prepotente''.
''Tu adori questo mio lato''.
Daryl cercò di trattenere un sorriso. ''Dici?''.
''Confermo'', disse Carol con fermezza mentre prendeva posto a sedere sul materasso accanto a lui per infilarsi le scarpe.
Daryl era profondamente stupito di quando le cose sembrassero facili
tra di loro considerando quello che era appena accaduto. Era grato che
Carol non lo stesse premendo per avere di più in quel momento
perché Daryl si sentiva già abbastanza sopraffatto
dall'enormità di quello che era appena successo. Fu tentato di
chiedere a Carol come si sentiva ma poi ci ripensò, nel caso in
cui non gli fosse piaciuta la risposta. Daryl scansionò invece
la piccola cabina. ''Dov'è la mia balestra?''.
''Oh, mi dispiace'', disse Carol con una punta di ironia. ''Credo che
tra il dovermi liberare dei cavi, uccidere un vagante, strapparti via
alla corrente di un fiume in piena, trascinarti fino a un luogo sicuro
e assicurarmi che tu non entrassi in ipotermia, devo aver dimenticato
di tornare indietro a recuperare la tua balestra''.
Daryl si mise a sedere. ''Scuse accettate'', disse impassibile.
Carol roteò gli occhi prendendolo in giro. ''Non ha intenzione
di alzarsi dal letto per far sapere alle persone a cui teniamo che
stiamo bene, ma per la sua balestra è tutta un'altra storia''.
Daryl si mise in piedi rendendosi conto solo dopo di essere ancora
nudo. Afferrò con un movimento frettoloso la coperta e se la
strinse in vita.
Carol guardò la sua latente modestia con un certo divertimento.
''Ricordi che ho già visto tutti quello che nascondi, vero?''
disse, cercando di trattenere un sorriso. ''Da vicino e in modo molto
personale, in effetti''.
Daryl sapeva di stare arrossendo di nuovo, poteva sentire le sue guance
riscaldarsi dolorosamente. ''Si, beh, non ho intenzione di dare via
libera ogni volta'', disse in tono burbero, cercando di replicare la
sua presa in giro.
Carol rise. ''Non sei quel genere di ragazza, non è così?''.
Daryl si sbrigò ad afferrare i suoi pantaloni, riuscendo a
tirarli su rapidamente prima che la coperta cadesse. ''Si, esatto'', la
provocò a sua volta.
''Beh..'', disse Carol in tono strascicato, rivolgendogli un'occhiata
considerevole seppur ancora divertita. ''E' un vero peccato''.
Il cuore di Daryl perse immediatamente un battito e poi si girò
per vedere il modo in cui Carol lo stava osservando, armeggiando mentre
le sue dita diventate improvvisamente goffe faticavano ad allacciare il
primo bottone dei suoi pantaloni. Non riusciva a smettere di guardarla,
sentendo il desiderio di lei rinnovarsi dentro di lui. Era
normale? Daryl non lo sapeva e francamente, non gli importava.
Guardò verso la porta alle sue spalle e poi di nuovo verso
Carol. ''Credo che la pioggia si stia nuovamente facendo pesante'',
disse in modo sconnesso, cercando di sostenere il suo sguardo. ''Forse
dovremmo stare qui ancora per un po’ ”. Daryl credette di
vedere una scintilla di desiderio negli occhi di Carol in risposta al
suo suggerimento, ma poi i suoi occhi si spalancarono, improvvisamente
si spostarono a fissare qualcosa alle sue spalle e lo sguardo sul suo
viso divenne uno di terrore e quella fu l'ultima cosa che Daryl
riuscì a vedere prima che la sua testa esplodesse di dolore e
tutto diventasse nero . . .
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