Cap Ilah
Confusione
...non capisco...
Chi è quella bambina? Come fa a conoscermi?
Non l'ho mai vista...
Sospiro appena nella più completa confusione, anche frustrata dal fatto
di non riuscire a ricollegare quel volto ad assolutamente nulla.
Sento
qualche lieve rumore proveniente dalla finestra da cui sono entrata e mi
giro di poco per controllare dietro di me, anche se so già chi è. Non
voglio che Jack mi veda troppo strana, nonostante sappia che scappare
via all'improvviso per seguire una donna ed entrare in una casa vuota
non è proprio nella lista delle cose più normali che ho fatto.
"Si può sapere cosa è successo?"
Resto in silenzio e scuoto appena la testa mentre continuo a tenere la
foto stretta tra le mani.
"Torniamo a casa..." dico semplicemente, dirigendomi poi verso la
finestra che oltrepasso, facendo un leggero salto per atterrare al
suolo, notando che l'erba non è più soffice e verde come una volta,
bensì secca, bruciata dal sole. Mi odio profondamente per non essere
in grado di mascherare uno stato d'animo. Dio! E dire che mi ci sto
anche impegnando!
"...cos'è quella?" lo sento chiedere una volta uscito anche lui
dall'abitazione.
"Una foto" rispondo semplicemente mentre porto per l'ennesima volta lo
sguardo sulla bambina immortalata e sul suo sorriso, portando poi lo
sguardo al fagottino che ha tra le braccia. Sembravo incredibilmente
tranquilla...
Non lo sento rispondere e mi rilasso appena, provando a non pensare più
alla cosa, in fondo cosa cambia se so o meno?
"Sapevo che voi ragazze siete soggette a sbalzi di umore strani in quei
giorni ma te diventi proprio strana."
...no ok...che cavolo?!
"Non sono in quei giorni!" Rispondo immediatamente, voltandomi in una
frazione di secondo per l'imbarazzo dato da quella domanda così
improvvisa.
Ma perché quest'argomento?!
"Bhe allora sei proprio strana..." Lo sento ribattere con una voce molto
tranquilla.
"Ma tu sei strano, come te ne esci?!" Aggrotto la fronte, infastidita da
quel commento. Dopo ciò rimane per un pò in silenzio.
"Oh ok, stai bene" Riprende svariati istanti dopo e lo guardo perplessa.
"...ma che?"
"Eri fin troppo silenziosa e poco lagnosa prima" ha ancora quella sua
voce calma.
"...fanculo" borbotto appena dopo essermi zittita per qualche secondo,
tornando a guardare l'asfalto avanti a me.
Attraverso la strada con fare distratto, è una fortuna che non passino
mai auto qui.
La situazione è molto differente rispetto a quando ero piccola. Ricordo
che la notte non era mai silenziosa, la mia stanza si riempiva sempre
dei suoni più svariati insieme al sottofondo dei motori delle auto:
abbaiare di svariati cani quasi stessero intrattenendo un'interessante
conversazione, occasionali voci tranquille di passanti che decidevano di
fare una passeggiata per evadere da casa per una sera, urla di litigi
tra coniugi che categoricamente facevano pace dopo dieci minuti, pianti
di neonati che richiedevano una poppata straordinaria nel pieno della
notte.
Ci inoltriamo pian piano nel bosco per tornare..."a casa". Lo
scricchiolio delle foglie secche sotto i piedi mi ha accompagnato fin
dall'infanzia. Ora questi boschi sono da evitare ma prima erano
tranquilli, anche se mia madre non finiva mai di dirmi di non mangiare
le foglie di eucalipto perché sono velenose...che poi non è neanche
vero...sono solo poco digeribili per tutti gli animali tranne i koala.
Già la conoscenza...
Spesso ho sentito dire che nel mio paese ogni cosa può ucciderti, ma non
è affatto così. Certo se vai nell'entroterra significa che sei o un pò
pazzo o altamente masochista ed alla ricerca di modi per morire un pò
originali, ma lì ad ucciderti sono i 45 gradi all'ombra prima di ogni
altra cosa o animale... incredibile se si pensa che d'inverno fa anche
piuttosto freddo, qui ha addirittura nevicato una volta. Certo, non la
neve compatta e soffice che si vede sempre nei film natalizi...era più
un miscuglio tra ghiaccio e acqua, infatti il mio tentativo di fare un
pupazzo di neve è sfociato in un misero mucchietto di nevischio e fango
con due legnetti secchi e tristi per braccia. Ma cadeva comunque in quei
fiocchi così belli e leggeri quindi per una bimba abituata a sudare
l'anima per il caldo fu come un miracolo, un regalo di babbo natale...
In piena estate il luogo migliore dove ripararsi è tra le ombre fresche
degli alberi, ero una ragazzina un pò selvatica in effetti, sempre con i
pantaloni sporchi e bucati sulle ginocchia, le gambe e le braccia
ricoperte di lividi e arrossamenti che mi procuravo nelle mie
esplorazioni.
Mia madre usciva di casa per andare a lavorare non prima
di avermi sistemato i capelli in due piccole codine ai lati della testa e
quando tornava mi ritrovava con frammenti di vegetazione tra le ciocche
raccolte nei laccetti, che allentandosi evidenziavano anche di più il
modo in cui si arruffavano.
I miei mancavano spesso di casa per lavoro e d'estate nessuno rimaneva
in città, perciò dovevo pur trovarmi qualcosa da fare no? Fortunatamente
il mare non dista troppo e quella sua brezza fresca raggiunge anche le
fronde degli alberi; posso sentirla anche adesso scuotere le foglie
degli eucalipti più alti, farle agitarle e sussurrare mentre rilasciano
quel loro caratteristico aroma fresco nell'aria.
Quel fruscio segnalatore creato da quel vento gonfio di salsedine era
una calamita per me...
Un'estate mi riempii le mani di schegge di legno e ferite pur di
riuscire a raggiungere quell'obbiettivo attraente, volendo potrei farlo
anche adesso; arrampicarmi su un albero mi riesce molto più semplice
rispetto a ciondolare su un lato di una casa.
...
Ma perché sto rimuginando sui tempi in cui ero una marmocchietta?
Che poi dire così è stano...mi fa sembrare una signorotta circondata da
nipotini intenta a lavorare a maglia, alla fin fine sono passati poco
più di quattro anni da quei giorni in cui mi trastullavo in giro e mi
riempivo di polvere e terra, ma allo stesso tempo sembrano così lontani.
Ma non li rimpiango, non ancora almeno.
Pian piano ci avviciniamo alla villa e la vista di quell'abitazione mi
risveglia appena.
Mi rendo conto di star stringendo in maniera fortissima la cornice della
foto, ed anche se sento quel silenzio immenso ed imbarazzante tra me e
Jack non provo minimamente ad aprir bocca.
Appena metto piede in casa mi dirigo verso la mia camera levandomi la
giacca nera, non prestando attenzione a quante o quali persone sono in
casa. Una volta entrata in camera mi corico piano, tenendo le braccia
alte davanti a me per osservare la foto per qualche secondo prima di
posarla sul comodino accanto al letto.
Sospiro leggermente fissando un pò il soffitto sentendo poi la porta,
che non era chiusa a chiave, aprirsi lentamente.
...ho già una mezza idea su chi possa essere...
"Ilah?"
Mi riprendo un po' dai miei pensieri, girandomi piano verso la bambina
che ha richiesto la mia attenzione.
"Mh?"
"Su su! Dobbiamo fare la conta!" dice Sally sorridendo contenta. Quasi
mi dispiace rifiutare l'offerta...
"No, Sally...oggi passo..." parlo con un filo di voce scuotendo appena
la testa.
Sento il silenzio crescere e crescere, e per un po' mi rilasso, sperando
vivamente di non ricevere domande. Ma alla fine sapevo benissimo che
non me la sarei cavata tanto facilmente...
"Perché?" Pronuncia quella nefasta domanda con una vocetta estremamente
confusa.
Rimango silenziosa per un pò, progettando una buona scusa. Dio santo, mi
sento un pò troppo uno schifo a mentirle in questo modo...ma in realtà
non è totalmente una bugia, credo.
"Mi sento stanca..vorrei riposare per un pò"
È una scusa appena banale, ma potrebbe funzionare.
...
E in effetti funziona, non la sento commentare. Sento invece i piccoli
passetti dei piedi della bambina avvicinarsi lentamente al letto,
accompagnati dal delicato fruscio della sua vestaglia, poi la piccola si
immobilizza come ad osservare qualcosa.
"Chi è quella?" Chiede, alzando un braccio e puntando un dito in
direzione della foto sul comodino.
Oh ma perché deve riuscire l'argomento?
"...non lo so" Mi giro a pancia in giù, mostrando involontariamente la
mia scarsa voglia di parlare.
"E chi è il bambino che tiene?"
"...è una bambina. E sono io.." rispondo all'ennesima domanda, non
proprio sicura che mi abbia sentita, dato che mi sto soffocando contro
il cuscino.
"Te?!" Sento il materasso smuoversi, indicando il fatto che è salita sul
letto.
"...no aspetta aspet-" non faccio in tempo ad implorarla di non pestarmi
che sento le ginocchia della bambina infilzarmi la schiena per
scavalcarmi e posso solo limitarmi a rimanere immobile dopo il violento
sobbalzo iniziale, non volendo che cada giù.
Mi giro appena nella direzione di Sally, vedendola prendere la foto e
fissarla per alcuni minuti.
"...ti assomiglia sai?" Sussurra appena con un leggero sorriso.
Quelle parole fanno partire un leggero brivido lungo la mia
schiena...perché mi sento come inquietata?
"Magari è una tua parente" mette la cornice al posto originario
voltandosi poi verso di me.
"...molto probabilmente..."
"Tua mamma non può essere...magari una cugina? O meglio ancora una
sorella!"
"Non ne ho idea..."
"Oppure può essere un tuo clone!" La sento con un vago entusiasmo nella
voce.
"Impossibile. Io ho gli occhi marroni mentre lei li ha verdi..." dico
scuotendo leggermente la testa.
"E poi chissene frega...non ricordo chi sia..." la mia voce può forse
risultare un pò scontrosa.
La sento ridere leggermente.
"Va bene va bene, non vuoi parlare" continua a ridacchiare mentre scende
dal letto con un piccolo salto.
"Ok, per stasera sarai libera, però domani dovrai assolutamente uscire
chiaro?" Lo dice in modo scherzoso guardandomi con un sorriso che
ricambio leggermente.
"Ricevuto." Risopondo con risolutezza.
"Perfetto!" La bimba scatta verso la porta, attraversandone la soglia e
si gira per rivolgermi un ultimo sorriso prima di lasciarmi nuovamente
sola.
Torno nuovamente col volto premuto sul cuscino.
...
Wow ho sempre desiderato che persone mai viste prima ma apparentemente
molto legate a me sbuchino a caso...adesso magari un mio zio di terzo
grado emergerà da un tombino e mio figlio proveniente dal futuro mi
piomberà tra capo e collo...non credo mi stupirei troppo a questo punto.
*non farò la solita solfa riguardo il ritardo..
Sia perché oramai non so più cosa dire per scusarmi, sia perché so che
ormai sono inutili e quasi irritanti dato che prima prometto di essere
più costante e poi rimango silente per un anno.
Sorvolando il fatto che quasi non lo considero ritardo.
Infatti la mia idea originale era quella di lasciare tutto ed
abbandonare lo scrivere.
Perché non vedo particolari doti in me sotto quest'aspetto, infatti
nell'ultimo anno mi sono concentrata molto di più nel disegno, campo
dove vedo molti più progressi.
Avevo metà di questo capitolo nella memoria del telefono da circa tre
mesi ma non trovavo la motivazione per completarlo. Le idee le avevo ma
mancava, appunto, un motivo per metterni seduta ed iniziare a buttare
giù.
Poi, non so come e perché, ho deciso di riprendere.
Mi scuso per la mia estrema incostanza e mi dispiace aver lasciato la
storia in aria per così tanto tempo...*
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