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Autore: DarkInk    27/05/2016    2 recensioni
[Creepypasta]
[Creepypasta]Ilah è una semplice ragazza, o almeno così pensava, prima di essere accolta nella villa. Ora dopo innumerevoli richieste, potrà ricevere un addestramento speciale dalle creepypasta. Ma andrà tutto secondo i piani?
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Cap Ilah
Confusione

...non capisco...
Chi è quella bambina? Come fa a conoscermi?
Non l'ho mai vista...

Sospiro appena nella più completa confusione, anche frustrata dal fatto di non riuscire a ricollegare quel volto ad assolutamente nulla.
Sento qualche lieve rumore proveniente dalla finestra da cui sono entrata e mi giro di poco per controllare dietro di me, anche se so già chi è. Non voglio che Jack mi veda troppo strana, nonostante sappia che scappare via all'improvviso per seguire una donna ed entrare in una casa vuota non è proprio nella lista delle cose più normali che ho fatto.
"Si può sapere cosa è successo?"

Resto in silenzio e scuoto appena la testa mentre continuo a tenere la foto stretta tra le mani.

"Torniamo a casa..." dico semplicemente, dirigendomi poi verso la finestra che oltrepasso, facendo un leggero salto per atterrare al suolo, notando che l'erba non è più soffice e verde come una volta, bensì secca, bruciata dal sole. Mi odio profondamente per non essere in grado di mascherare uno stato d'animo. Dio! E dire che mi ci sto anche impegnando!

"...cos'è quella?" lo sento chiedere una volta uscito anche lui dall'abitazione.

"Una foto" rispondo semplicemente mentre porto per l'ennesima volta lo sguardo sulla bambina immortalata e sul suo sorriso, portando poi lo sguardo al fagottino che ha tra le braccia. Sembravo incredibilmente tranquilla...

Non lo sento rispondere e mi rilasso appena, provando a non pensare più alla cosa, in fondo cosa cambia se so o meno?
"Sapevo che voi ragazze siete soggette a sbalzi di umore strani in quei giorni ma te diventi proprio strana."

...no ok...che cavolo?!

"Non sono in quei giorni!" Rispondo immediatamente, voltandomi in una frazione di secondo per l'imbarazzo dato da quella domanda così improvvisa.
Ma perché quest'argomento?!

"Bhe allora sei proprio strana..." Lo sento ribattere con una voce molto tranquilla.
"Ma tu sei strano, come te ne esci?!" Aggrotto la fronte, infastidita da quel commento. Dopo ciò rimane per un pò in silenzio.
"Oh ok, stai bene" Riprende svariati istanti dopo e lo guardo perplessa.
"...ma che?"
"Eri fin troppo silenziosa e poco lagnosa prima" ha ancora quella sua voce calma.
"...fanculo" borbotto appena dopo essermi zittita per qualche secondo, tornando a guardare l'asfalto avanti a me.

Attraverso la strada con fare distratto, è una fortuna che non passino mai auto qui.

La situazione è molto differente rispetto a quando ero piccola. Ricordo che la notte non era mai silenziosa, la mia stanza si riempiva sempre dei suoni più svariati insieme al sottofondo dei motori delle auto: abbaiare di svariati cani quasi stessero intrattenendo un'interessante conversazione, occasionali voci tranquille di passanti che decidevano di fare una passeggiata per evadere da casa per una sera, urla di litigi tra coniugi che categoricamente facevano pace dopo dieci minuti, pianti di neonati che richiedevano una poppata straordinaria nel pieno della notte.

Ci inoltriamo pian piano nel bosco per tornare..."a casa". Lo scricchiolio delle foglie secche sotto i piedi mi ha accompagnato fin dall'infanzia. Ora questi boschi sono da evitare ma prima erano tranquilli, anche se mia madre non finiva mai di dirmi di non mangiare le foglie di eucalipto perché sono velenose...che poi non è neanche vero...sono solo poco digeribili per tutti gli animali tranne i koala.
Già la conoscenza...

Spesso ho sentito dire che nel mio paese ogni cosa può ucciderti, ma non è affatto così. Certo se vai nell'entroterra significa che sei o un pò pazzo o altamente masochista ed alla ricerca di modi per morire un pò originali, ma lì ad ucciderti sono i 45 gradi all'ombra prima di ogni altra cosa o animale... incredibile se si pensa che d'inverno fa anche piuttosto freddo, qui ha addirittura nevicato una volta. Certo, non la neve compatta e soffice che si vede sempre nei film natalizi...era più un miscuglio tra ghiaccio e acqua, infatti il mio tentativo di fare un pupazzo di neve è sfociato in un misero mucchietto di nevischio e fango con due legnetti secchi e tristi per braccia. Ma cadeva comunque in quei fiocchi così belli e leggeri quindi per una bimba abituata a sudare l'anima per il caldo fu come un miracolo, un regalo di babbo natale...

In piena estate il luogo migliore dove ripararsi è tra le ombre fresche degli alberi, ero una ragazzina un pò selvatica in effetti, sempre con i pantaloni sporchi e bucati sulle ginocchia, le gambe e le braccia ricoperte di lividi e arrossamenti che mi procuravo nelle mie esplorazioni.
Mia madre usciva di casa per andare a lavorare non prima di avermi sistemato i capelli in due piccole codine ai lati della testa e quando tornava mi ritrovava con frammenti di vegetazione tra le ciocche raccolte nei laccetti, che allentandosi evidenziavano anche di più il modo in cui si arruffavano.

I miei mancavano spesso di casa per lavoro e d'estate nessuno rimaneva in città, perciò dovevo pur trovarmi qualcosa da fare no? Fortunatamente il mare non dista troppo e quella sua brezza fresca raggiunge anche le fronde degli alberi; posso sentirla anche adesso scuotere le foglie degli eucalipti più alti, farle agitarle e sussurrare mentre rilasciano quel loro caratteristico aroma fresco nell'aria.

Quel fruscio segnalatore creato da quel vento gonfio di salsedine era una calamita per me...

Un'estate mi riempii le mani di schegge di legno e ferite pur di riuscire a raggiungere quell'obbiettivo attraente, volendo potrei farlo anche adesso; arrampicarmi su un albero mi riesce molto più semplice rispetto a ciondolare su un lato di una casa.

...

Ma perché sto rimuginando sui tempi in cui ero una marmocchietta?

Che poi dire così è stano...mi fa sembrare una signorotta circondata da nipotini intenta a lavorare a maglia, alla fin fine sono passati poco più di quattro anni da quei giorni in cui mi trastullavo in giro e mi riempivo di polvere e terra, ma allo stesso tempo sembrano così lontani.
Ma non li rimpiango, non ancora almeno.

Pian piano ci avviciniamo alla villa e la vista di quell'abitazione mi risveglia appena.
Mi rendo conto di star stringendo in maniera fortissima la cornice della foto, ed anche se sento quel silenzio immenso ed imbarazzante tra me e Jack non provo minimamente ad aprir bocca.
Appena metto piede in casa mi dirigo verso la mia camera levandomi la giacca nera, non prestando attenzione a quante o quali persone sono in casa. Una volta entrata in camera mi corico piano, tenendo le braccia alte davanti a me per osservare la foto per qualche secondo prima di posarla sul comodino accanto al letto.
Sospiro leggermente fissando un pò il soffitto sentendo poi la porta, che non era chiusa a chiave, aprirsi lentamente.
...ho già una mezza idea su chi possa essere...

"Ilah?"
Mi riprendo un po' dai miei pensieri, girandomi piano verso la bambina che ha richiesto la mia attenzione.
"Mh?"
"Su su! Dobbiamo fare la conta!" dice Sally sorridendo contenta. Quasi mi dispiace rifiutare l'offerta...
"No, Sally...oggi passo..." parlo con un filo di voce scuotendo appena la testa.
Sento il silenzio crescere e crescere, e per un po' mi rilasso, sperando vivamente di non ricevere domande. Ma alla fine sapevo benissimo che non me la sarei cavata tanto facilmente...
"Perché?" Pronuncia quella nefasta domanda con una vocetta estremamente confusa.
Rimango silenziosa per un pò, progettando una buona scusa. Dio santo, mi sento un pò troppo uno schifo a mentirle in questo modo...ma in realtà non è totalmente una bugia, credo.
"Mi sento stanca..vorrei riposare per un pò" È una scusa appena banale, ma potrebbe funzionare.

...

E in effetti funziona, non la sento commentare. Sento invece i piccoli passetti dei piedi della bambina avvicinarsi lentamente al letto, accompagnati dal delicato fruscio della sua vestaglia, poi la piccola si immobilizza come ad osservare qualcosa.
"Chi è quella?" Chiede, alzando un braccio e puntando un dito in direzione della foto sul comodino.

Oh ma perché deve riuscire l'argomento?

"...non lo so" Mi giro a pancia in giù, mostrando involontariamente la mia scarsa voglia di parlare.
"E chi è il bambino che tiene?"
"...è una bambina. E sono io.." rispondo all'ennesima domanda, non proprio sicura che mi abbia sentita, dato che mi sto soffocando contro il cuscino.
"Te?!" Sento il materasso smuoversi, indicando il fatto che è salita sul letto.
"...no aspetta aspet-" non faccio in tempo ad implorarla di non pestarmi che sento le ginocchia della bambina infilzarmi la schiena per scavalcarmi e posso solo limitarmi a rimanere immobile dopo il violento sobbalzo iniziale, non volendo che cada giù.
Mi giro appena nella direzione di Sally, vedendola prendere la foto e fissarla per alcuni minuti.
"...ti assomiglia sai?" Sussurra appena con un leggero sorriso.

Quelle parole fanno partire un leggero brivido lungo la mia schiena...perché mi sento come inquietata?

"Magari è una tua parente" mette la cornice al posto originario voltandosi poi verso di me.
"...molto probabilmente..."
"Tua mamma non può essere...magari una cugina? O meglio ancora una sorella!"
"Non ne ho idea..."
"Oppure può essere un tuo clone!" La sento con un vago entusiasmo nella voce.
"Impossibile. Io ho gli occhi marroni mentre lei li ha verdi..." dico scuotendo leggermente la testa.
"E poi chissene frega...non ricordo chi sia..." la mia voce può forse risultare un pò scontrosa.
 La sento ridere leggermente.
 "Va bene va bene, non vuoi parlare" continua a ridacchiare mentre scende dal letto con un piccolo salto.
"Ok, per stasera sarai libera, però domani dovrai assolutamente uscire chiaro?" Lo dice in modo scherzoso guardandomi con un sorriso che ricambio leggermente.
"Ricevuto." Risopondo con risolutezza.
"Perfetto!" La bimba scatta verso la porta, attraversandone la soglia e si gira per rivolgermi un ultimo sorriso prima di lasciarmi nuovamente sola.
Torno nuovamente col volto premuto sul cuscino.

...

 Wow ho sempre desiderato che persone mai viste prima ma apparentemente molto legate a me sbuchino a caso...adesso magari un mio zio di terzo grado emergerà da un tombino e mio figlio proveniente dal futuro mi piomberà tra capo e collo...non credo mi stupirei troppo a questo punto.


*non farò la solita solfa riguardo il ritardo.. Sia perché oramai non so più cosa dire per scusarmi, sia perché so che ormai sono inutili e quasi irritanti dato che prima prometto di essere più costante e poi rimango silente per un anno. Sorvolando il fatto che quasi non lo considero ritardo. Infatti la mia idea originale era quella di lasciare tutto ed abbandonare lo scrivere. Perché non vedo particolari doti in me sotto quest'aspetto, infatti nell'ultimo anno mi sono concentrata molto di più nel disegno, campo dove vedo molti più progressi. Avevo metà di questo capitolo nella memoria del telefono da circa tre mesi ma non trovavo la motivazione per completarlo. Le idee le avevo ma mancava, appunto, un motivo per metterni seduta ed iniziare a buttare giù. Poi, non so come e perché, ho deciso di riprendere. Mi scuso per la mia estrema incostanza e mi dispiace aver lasciato la storia in aria per così tanto tempo...*
   
 
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