Cercai
di fuggire il più lontano possibile da quel posto, da quegli
uomini, in fondo era l'unica cosa che forse - a modo mio - riuscivo a
fare meglio, fuggire!
Quel mondo,
tutte quelle
persone, pretendevano che me ne stessi per il resto della mia vita
rinchiusa in un posto dove i rischi di incombere in amicizie non vi
fossero. Secondo gli scritti ero nata da una stella, discesa in quel
mondo dopo che l'anima dell'universo si era spenta: l'anima
dell'universo era un altra donna, colei che vi aveva regnato prima di
me, quando il suo ultimo respiro di vita veniva esalato in una parte di
quel mondo veniva mandata, da una stella, una neonata che ne prendesse
il
posto.
A nessuna
delle
precedenti anime era mai permesso di instaurare un rapporto con un
essere umano o extraterrestre che potesse essere, solo
all'età di 25 anni avevano la possibilità di
incontrare un essere umano puro, senza contaminazione al di fuori del
mondo, con il quale non vi poteva essere nessun dialogo ma ne era
imposto che esse giacessero per un solo giorno insieme, dopo il quale
egli veniva ucciso perchè non recasse danno all'universo.
Una volta che
l'anima e
l'uomo giacevano insieme, parte di ciò che possedeva l'anima
veniva trasmessa all'uomo con cui aveva giaciuto, esso veniva
ucciso allo scadere del giorno, e quando questo accadeva in ogni mondo
incombeva un eclissi della durata di 7 giorni, mentre l'anima cadeva in
un sonno profondo fino al suo risveglio al settimo giorno, se mai vi
fossero stati dei figli essi venivano uccisi prima ancor di nascere.
Non avevo mai
letto degli
scritti, i motivi per il quale avvenissero queste barbarie verso gli
uomini che avevano giaciuto con coloro che mia avevano preceduto, ne
tanto meno perchè uccidessero i loro figli, ma non avrei di
certo atteso che questo capitasse anche a me.
La tempesta si
avvicinava
molto velocemente mentre correvo al galoppo su quelle duni, mi inoltrai
nella prima caverna che riuscii a trovare con l'intenzione di aspettare
che fosse passata. Scesi da cavallo, era abbastanza spazziosa da poter
ospitare una dozzina di uomini, così mi sedetti su una
roccia e bevvi un sorso d'acqua che avevo trovato attaccato alla sella
di quel cavallo, versandone un po per lui nelle mie mani. Mi
guardai intorno mentre la tempesta ci aveva raggiunto e spazzava tutto
fuori da li, mi tolsi quella grande veste rimanendo con una
maglia senza maniche e i pantaloni lunghi sin sopra le ginocchia. Una
sagoma sbucò dall'ingresso di quella grotta, riuscii a tirar
fuori dei Sai*
- Chi sei? -
la figura si
avvicinò, incappucciata da capo a piedi, così
indietreggiai quel poco che bastava e mi ci avventai contro riuscendo
però a
schivarmi, spostandosi solo quel poco che bastava lateralmente, mi
voltai verso di lui e caricai ancora, si spostò ancora una
volta e mi afferrò un polso togliendomi l'arma portandola
alla gola
- avanti, che
aspetti?
Uccidimi -
- Mi dovresti
un favore
visto che ti ho salvato la vita -
sentivo il suo
respiro
sul mio orecchio, ne approfittai di quella sua distrazione ricordando
della mia altra arma nella mia mano cercando di conficcarla nel suo
braccio, venni afferrata e mi fu rivolto indietro cosi
che lui mi spingesse contro la parete di quel posto. Gettò
la mia arma lontano da me mentre con l'altra la puntò alla
mia schiena
- Credi di
farmi paura? -
- Era quella
l'intenzione
-
Salì
con la
lama sino al mio collo
- Adesso io ti
mollo, tu
fa la brava bambina -
Lentamente mi
lasciò andare, mi girai di scatto per avventarmici contro e
fui gettata a terra con la stessa velocità con cui mi ero
voltata, lo trovai a cavalcioni su di me
- Smettila di
aggredirmi,
se avessi voluto ucciderti lo avrei fatto prima. Ti avrei lasciato
nelle mani di quei tizi -
- Chi mi dice
che non
lavori per qualcun altro? -
- Nessuno -
Si
alzò
porgendomi una mano che non accettai, si allontanò e si
tolse quel cappuccio che lo copriva: aveva capelli neri ricoperdi di
sabbia, della barba appena accentuata, si voltò appena e
aveva due occhi gialli, e la pelle di un colore quasi grigio.
- Sei un
Raariano? -
Puntò
le sue
iridi nei miei
- Esatto,
qualche
problema? -
- Nessun
problema -
dissi
sorridendo nella sua lingua,
se lui ne era rimasto sorpreso non lo diede a vedere, semplicemente
rimase li a fissarmi per qualche secondo prima di coricarsi su una
roccia
- Non osare
fuggire,
attenderemo che la tempesta finisca -
- Dove vuoi
andare? Non
ti seguirò, chiunque tu sia -
lui
annuì annoiato
prima di cadere in dormiveglia, così mi sedetti portandomi
le ginocchia al petto vicino al cavallo che avevo preso.
Sai*
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