cap4
Capitolo 3
Non
era un sogno,
era vero, e stava succedendo proprio a lei. Ora che Hermione aveva
raggiunto
l'uomo, si sentiva però in soggezione, impacciata.
Allungò timidamente la mano
verso quella che le veniva offerta. L'altra, calda e sicura, strinse la
sua.
Hermione avvampò. Grazie a quel sostegno riuscì
però a muovere di nuovo le
gambe, e insieme raggiunsero il centro del labirinto, uno spazio
circolare
definito dalla siepi.
L'uomo
fece un gesto
appena accennato con la bacchetta, e in quel momento si
sentì una musica simile
a quella che l'orchestra aveva suonato nel castello fino a poco prima.
Fece
avvicinare a sé la ragazza, le mise una mano dietro la
schiena e con l'altra prese
la sua mano. Erano parecchio vicini, ora.
Hermione
ebbe di
nuovo l'impressione che il cuore fosse sul punto di esploderle nel
petto.
Sentiva inoltre le sue gambe come fatte di gelatina, ben poco stabili.
Il fumo
quasi trasparente sotto i loro piedi certamente non aiutava a dare un
senso di
stabilità, eppure li reggeva perfettamente.
Il
volume della
musica aumentò leggermente, e l'uomo la guidò in
un valzer, stringendola a sé.
La ragazza alzò la testa, e guardò di nuovo quei
misteriosi occhi neri. Lì
all'aperto, erano resi ancora più magici dal riflesso della
luna piena: due
frammenti di carbone con un riflesso argentato al centro. Fu rapita a
quella
vista.
La
ragazza si
abbandonò completamente alle sensazioni scatenate da quella
situazione
surreale, e i suoi piedi sembravano muoversi da soli, per
volontà propria. Lei
non era più cosciente da essere anche in grado di pensare ai
passi del ballo.
Lentamente
il brano
giunse alla fine, sfumando dolcemente. Furono immersi nel silenzio
più
assoluto, tranne che per il respiro lievemente affannoso della ragazza.
La
fine della musica
le fece tornare un minuscolo barlume di lucidità, quindi
volle provare ad
articolare qualche parola.
«Chi…»
iniziò, con
l'intenzione di chiedergli chi fosse, ma l'uomo la interruppe
immediatamente,
posandole delicatamente un dito sulle labbra. Hermione sentì
il fuoco divampare
nel punto in cui quelle dita affusolate e pallide l'avevano sfiorata.
Cosa che
la fece tacere immediatamente, timorosa di rovinare quel momento
così perfetto.
La
musica
ricominciò, questa volta più veloce di prima.
Hermione non aveva mai ballato,
ma senza sapere come, conosceva bene tutti i passi. O forse era lui che
la
sapeva guidare benissimo. Ancora una volta, sembrò che non
ci fosse più nulla
oltre a loro due, tutto il resto era sfocato, mentre il mondo si
riduceva a
quei due passionali pezzi di ossidiana.
Quando
la musica
cessò, ebbe bisogno di qualche minuto per riprendere fiato.
Alcune ciocche di
capelli le erano scappate dallo chignon. Si fece un po' di aria con il
ventaglio, anche se non era stato solo il ballo la causa di quel gran
caldo che
sentiva.
Quando
si fu
ripresa, vide che l'uomo le tendeva di nuovo la mano, che lei
prontamente
afferrò. Si avvicinarono di nuovo. E questa volta erano
pericolosamente vicini,
la fronte di lei che sfiorava il mento di lui, il quale, di nuovo
delicatamente, le mise una ciocca di capelli ribelli dietro a un
orecchio. Di
nuovo, Hermione sentì il fuoco divampare nei punti in cui
c'era stato quel
contatto.
Un
altro gesto di
bacchetta ed ecco che partì una musica lenta, dolcissima.
L'uomo,
se
possibile, la strinse ancora di più a sé .
Hermione ora non aveva quasi più il
coraggio di respirare. Si mossero lentamente, i piedi che si alzavano
appena
dal fumo sottostante. Il respiro dell'uomo era caldo contro l'orecchio
della
ragazza, che aveva ormai appoggiato la sua fronte contro la spalla del
suo
cavaliere, la cui mano destra aveva perso la posa del ballo, che ora
era
diventata un abbraccio. Hermione fremette. Sperò che quel
momento non finisse
mai, non aveva mai provato niente di così strano ma
soprattutto bello. Non
conosceva abbastanza parole per descrivere le sue sensazioni.
Dopo
quello che
sembrò il minuto più intenso della sua vita,
sentì che nuovamente la musica
stava terminando. Ebbe paura che, una volta finito il brano, tutto si
dissolvesse, come il fumo magico ai suoi piedi, e l'uomo svanisse
così come era
comparso.
Fu
di nuovo il
silenzio. Hermione non osava separarsi da lui, il quale però
si staccò di
qualche centimetro, e nel farlo le sue labbra sfiorarono la tempia
della
ragazza. Hermione alzò leggermente la testa per poter
guardare quegli occhi,
che la facevano sentire la persona più importante del mondo.
L'uomo abbassò la
sua, le labbra leggermente schiuse. Ora Hermione era sicura che il
cuore le
sarebbe davvero scoppiato, non avrebbe più retto a causa
dell'emozione. Era
così felice che una lacrima le spuntò ai bordi
degli occhi, senza che lei
potesse fare nulla per fermarla. L'uomo se ne accorse, e di nuovo,
delicato
come una piuma, le asciugò con un dito.
L'uomo
abbassò di
nuovo la testa, e lentamente sfiorò la bocca di Hermione con
le sue labbra.
Senza che però diventasse un bacio si ritrasse, e si
staccò completamente dalla
ragazza. Fece un passo indietro, la guardò ancora
intensamente per un istante,
si voltò verso il corridoio del labirinto e vi si diresse,
con passo svelto.
Alla prima curva sparì.
Hermione
rimase lì
immobile, incapace di agire o di fare qualsiasi cosa. Non era nemmeno
più in
grado di pensare. Anche lei mosse qualche passo in direzione del
corridoio.
Trovò nuovamente Mirtilla Malcontenta, che le
indicò la strada per uscire da
quell'intreccio di siepi.
In
poco tempo uscì
dal labirinto, e come in un sogno si diresse verso il castello, da cui
stavano
uscendo alcune persone. La festa doveva esser finita.
Si
sedette su una
panchina. E le venne in mente di Ron. Lo aveva completamente
dimenticato quando
era stata in compagnia dell'uomo, ma ora sarebbe dovuta tornare a casa
con lui.
Sicuramente la stava cercando proprio in quel momento, sapendo quanto
era apprensivo
nei suoi confronti. Bastò un secondo per farle pensare che
Ron non l'aveva mai
fatta sentire come si era sentita in presenza di quel cavaliere
sconosciuto.
Quel pensiero la turbò profondamente.
Rimase
lì seduta su
quella panchina fino a quando non sentì la voce familiare e
agitata del suo
ragazzo che la chiamava.
«Hermione!
Ma dove
eri finita? Ti ho cercata dappertutto!»
«Oh…
E-ero qui
fuori. Sai, il vestito è molto stretto, avevo bisogno
d'aria, e dentro faceva
troppo caldo…» rispose la ragazza, dicendo la
prima scusa che le venne in
mente.
«Dai,
forza, andiamo
a casa» concluse Ron.
Quando
giunsero a
casa loro, Ron osservò Hermione.
«Sei
sicura di star
bene? Ti vedo strana! Hai quasi l'aria persa come
Luna…»
«Oh,
sì, sto
benissimo. Sono solo stanca, ora vado a dormire!» gli
rispose, defilandosi
verso la camera da letto.
Si
tolse lentamente
l'abito e si infilò sotto le coperte. Quando udì
che Ron stava per entrare in
camera si voltò dall'altra parte e finse di dormire.
Aveva
tutt'altro che
sonno però, perché gli eventi di quella sera la
tennero sveglia tutta la notte.
Continuava a rivivere con la mente quegli attimi sfuggenti che aveva
passato in
compagnia di quell'uomo, di cui non sapeva nulla, neanche il nome. Le
sembrava
di sentire ancora il tocco di quelle dita lunghe e sottili sul volto,
sul
collo; sentiva ancora quando le loro labbra si erano sfiorate, e si
chiese come
mai non l'avesse baciata. C'erano mille domande di cui desiderava la
risposta,
ma sembrava destinata a rimanere nel dubbio.
Ancora
prima
dell'alba, si alzò, senza aver minimamente dormito. Scese di
sotto per
prepararsi un caffè, e vide che alla finestra c'era un gufo
che colpiva la
finestra per attirare la sua attenzione.
Lo
fece entrare e
prese il biglietto che portava.
Grazie per il ballo. SP
N.d.A.:
ed ecco che tra i due c'è stato un momento di assoluta
intimità, ma chi sarà davvero quell'uomo? Hermione lo
scoprirà?
Voglio prima di tutto ringraziare chi ha recensito e seguito la storia,
ma anche chi ha letto senza dirmi nulla. Spero continuerete a seguirla,
vorrete mica privarvi del piacere di sapere cosa succederà, no?
;)
Parentesi: ho scritto questo capitolo ascoltando in sottofondo pezzi
famosi tratti da opere liriche. Dove voglio arrivare con questo? Non so
come mai, ma sentire quei brani mi ha ispirata un sacco (benchè
nell'opera non si capisca il testo quando cantano), ma il tipo di
musica e le voci mi hanno aiutata parecchio a immedesimarmi nella
storia, tanto che in certi momenti mi sembrava davvero di vivere la
situazione (e magari, con un cavaliere così...!). Ora, magari a
voi fa schifo (perdonate il francesismo ;) ) l'opera, ma per chi
volesse provare sarei curiosa se ha sortito lo stesso effetto che ha
fatto a me!
Detto questo, spero davvero che vi sia piaciuto il capitolo, e non esitate a darmi un vostro parere!
A prestissimo!
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