Anima.

di nettie
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26/06/2016

 

Ciao, disturbo?

Scusami, ma sentivo il bisogno impetuoso di parlarti. Dopo notti nelle quali mi sono vestita di finta forza e bugie, crollo ancora una volta al sorgere del sole. Crollo davanti i tuoi occhi e tu non ci sei, crollo ai tuoi piedi ma non sei qui. Vorrei crollare nel tuo cuore per distruggere anche te e trascinarti via nel mio inferno personale.

A volte mi chiedo quando finirà, tutta questa sofferenza.

Mi chiedo quando sarò in grado di mettermi l’anima in pace davanti questa questione senza domande, senza risposte, senza vittime e senza colpevoli. Dire che ti amo ancora è troppo poco.

Se il mio dolore si potesse inquadrare e fotografare, ti manderei qualche scatto. Metterei a fuoco l’obiettivo, e ti schiafferei tutto in faccia.

Se l’interno della mia anima fosse visitabile, ti inviterei per farti fare un giro, magari prendere un caffè che potremmo far diventare dolce insieme. È una stanza tutta bianca, con le pareti striate dall’umido ed un po’ sporche di muffa che le da un cattivo odore, ed è tanto fredda e desolata, spoglia e senza finestre: c’è solo una piccola porta per entrare; cigola sempre quando si apre, infatti tendo a tenerla chiusa.  

C’è solo un materasso sgualcito, in un angolo buio, e non ha un bell’aspetto: umido di lacrime, macchiato di sangue e di veleno. Vorrei buttarlo via insieme a tutti i brutti ricordi. Ti chiederei se ti potesse far piacere abitarla con me, ma ho troppa vergogna. Rimetterla a nuovo per riportarla al suo antico splendore, togliere tutte quelle imperfezioni sgradevoli e tingere di un nuovo colore le pareti. Magari renderla più luminosa, appendere un bel lampadario o sfondare le mura per fare qualche finestra.

Ti piace il verde speranza? Che ne dici di portare indietro tutti i mobili che hai trascinato via con te?

Ma tu non ci sei.

Ma tu non sei qui.

Ancora una volta, crollo e mi distruggo.




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