Prologo: UNA SEMPLICE RICHIESTA
Un'ombra
solitaria si muoveva silenziosamente attraverso le vie della
città,
camminando lentamente, senza alcuna fretta. Nelle case vicine erano
udibili le risate dei bambini così come quelle dei loro
genitori,
completamente ignari della presenza sconosciuta che si aggirava a
pochi metri dalle loro dimore.
La
luna era alta nel cielo e non vi erano nuvole che potessero coprirla,
lasciando così che la sua fredda luce illuminasse l'ampio
mantello
nero della figura, adornato con dei medaglioni di ferro cuciti in
diversi punti.
I
piccoli tacchi dei suoi stivali cozzavano contro le rocce che
componevano la strada, producendo un suono ritmico e costante che
echeggiava lentamente lungo la via. La figura mise una mano nella
tasca dei pantaloni, estraendo un orologio da taschino dorato.
Aprendolo,
vide che ormai era quasi mezzanotte ma non accelerò il
passo, bensì
continuò a camminare allontanandosi da quella zona fino a
raggiungere quelli che potevano essere considerati i bassi fondi,
dove uomini ubriachi e donne dai facili costumi erano le persone
più
comuni da incontrare, oltre alle urla insensate e alle risate
fragorose udibili nelle taverne.
Due
ragazze vestite, o per meglio dire, svestite, si avvicinarono alla
figura, tastando il suo petto con le loro mani, sorridendo fin da
subito.
“Signorine.”
proferì la figura con una calma voce maschile, fissando
prima la
mora e poi la bionda “Desolato di informarvi che non posso
fermarmi
per godere della vostra compagnia”.
“Ooh...
neanche per un minuto?” propose la ragazza dai corti capelli
biondi
facendogli un occhiolino ma da sotto il cappuccio del mantello, i
freddi occhi rossi dell'uomo le fecero capire che non poteva fermarsi
neanche un secondo di più, così lo lasciarono
andare sospirando.
Senza
indugiare oltre, l'uomo riprese a camminare in mezzo a quelle case
rovinate e trascurate, silenziose testimoni dell'attuale situazione
della città, dove solo pochi quartieri potevano essere
considerati
tali.
Quando
un campanile in lontananza segnò la mezzanotte, l'uomo si
fermò
davanti ad uno dei tanti bar sparsi lungo quelle vie. Alzando lo
sguardo vide l'insegna a forma di pugnale con su scritto 'Il
taglia-gole'.
-Andrà
bene.- si disse prima di entrare, facendo tintinnare la campanella
posizionata sopra alla porta. Gli uomini seduti nelle vicinanze gli
lanciarono una rapida occhiata ma poi tornarono a gustarsi le loro
birre e a ridere come dei bambini.
Dopo
qualche istante di immobilità, l'uomo alzò un
braccio verso l'alto,
mostrando una mano dalla carnagione pallida e la manica di una
camicia rossa con diversi bottoni neri allineati lungo il polso.
“Potrei
avere la vostra attenzione?” e schioccò le dita
con decisione
causando però un rumore estremamente forte ed assordante che
fece
trasalire tutti i presenti che si voltarono all'istante verso di lui.
“Molto
gentili, vi ringrazio.” fece un breve inchino per poi
guardarli
distrattamente in faccia “Mi è giunta voce che
questo bar è il
covo dei peggiori criminali della città, veri e propri
lestofanti
che sanno solo uccidere e derubare!”
Alcune
risate si udirono nella grossa sala e degli uomini sollevarono i loro
boccali per brindare a quelle parole.
“Lieto
di sapere di essere nel posto giusto. Alcune voci mi hanno riferito
che vi sono anche dei maghi tra di loro e le mie parole sono rivolte
a loro ma anche a tutti gli altri.” si fermò
qualche istante,
osservando i vari presenti per accertarsi che lo stessero ascoltando
“Mi servono alleati per poter creare una gilda oscura degna
di tale
nome e sarei molto lieto di vedervi tutti favorevoli ad
aiutarmi”.
Attimi
di silenzio accolsero le sue parole ma le improvvise risate di tutti
quegli uomini gli fecero intuire di aver solo sprecato fiato, ma
decise comunque di restare in piedi, aspettando educatamente la fine
delle risate.
“Mi
sa che tu sei nato ieri!” sbraitò il barista
sovrastando le ultime
risate. Il suddetto, un uomo basso e vestito con abiti lerci,
passò
dietro al bancone di legno e si posizionò davanti a colui
che aveva
esplicitamente annunciato di voler creare una gilda oscura.
“Senti
un po' qua, non so se tu lo sai... ma esistono delle cose chiamate
'gilde della luce' o 'gilde legali' e sai che cosa fanno? Prendono a
calci in culo tutte quelle gilde oscure che credono di poter
governare il mondo o boiate simili! Perciò, se vuoi un buon
consiglio, gira sui tuoi tacchi, esci da qui e vattene ben lontano
dal mio bar! Non vogliamo problemi con un megalomane della
domenica!”
il barista si accorse solo in quel momento di essere stato
completamente ignorato dell'uomo davanti a lui che, nel mentre, aveva
materializzato la piccola immagine di un teschio davanti a
sé.
Toccandolo
con un dito, lo fece slittare verso destra e il teschio
svanì nel
nulla, lasciando spazio ad un altro teschio ma avvolto da delle
fiamme scarlatte. Scuotendo la testa, l'uomo fece scorrere ancora
quelle piccole immagini finché non si fermò alla
vista di un
teschio nero con due grosse corna.
“Per
un semplice pedone come te, questo sarà
sufficiente.” sussurrò
prima di toccarlo nuovamente. Il teschio si dissolse e la punta del
suo dito venne pervasa da delle fiammelle oscure che fecero
indietreggiare lentamente il barista.
“Grazie
per aver aderito alla mia causa.” gli disse con un sorriso e,
dette
quelle parole, gli toccò la fronte con il dito, facendo
dissolvere
all'istante le fiammelle. Il barista sgranò all'improvviso
gli occhi
occhi afferrandosi la gola con entrambe le mani, cercando
disperatamente di urlare.
Il
suo volto divenne viola in poco tempo e alla fine si
accasciò al
suolo con un tonfo ruotando gli occhi all'indietro, morendo nel giro
di qualche secondo sotto lo sguardo attonito dei clienti del bar.
L'uomo
alzò lo sguardo dal cadavere e si guardò
nuovamente attorno
“Dunque, ora che abbiamo rotto il ghiaccio, ci sono
volontari?”
Nel
silenzio di tomba che seguì le sue parole, qualcuno
applaudì
lentamente, facendo voltare tutti verso un angolo della sala dove vi
era seduta una giovane donna dalla bellezza disarmante. L'occhio
destro pareva uno smeraldo scintillante mentre il sinistro era
coperto da una lunga ciocca di capelli viola, tenuti lisci e liberi
lungo la schiena.
Smettendo
di applaudire, si alzò in piedi, mostrando il suo corpo
sinuoso e
ben proporzionato. Una gonna bianca le copriva dolcemente le gambe
affusolate, lasciandole comunque spazio grazie all'ampio spacco
laterale che le arrivava fino alla vita, mentre una camicetta nera
dalle maniche a sbuffo le avvolgeva il busto senza schiacciare le sue
forme morbide.
Avanzando
verso il presunto master della gilda oscura, fece tintinnare le
diverse cavigliere d'oro, camminando senza alcun fastidio malgrado i
piedi scalzi. Quando gli fu davanti, lanciò una rapida
occhiata al
cadavere del barista “Non male come spettacolino”.
“Vuole
concedermi l'onore di sapere il suo nome, mademoiselle?”
La
ragazza piegò le labbra in un candido sorriso
“Lilian Ertyln,
incantata”.
“L'incanto
è tutto mio.” asserì l'uomo prendendole
dolcemente la mano destra
per poi adagiare le labbra sul dorso. Dopo averla lasciata andare, le
chiese sorridendo “Posso sperare di averla conquistata con le
mie
parole?”
“Non
solo con quelle e dammi pure del tu.” ridacchiò la
ragazza
portandosi poi al suo fianco mentre degli strani rantoli iniziavano a
sollevarsi dal corpo del barista che fecero trasalire tutti i
presenti fatta eccezione per Lilian e l'uomo al suo fianco.
Dopo
quasi tre minuti interi di rantoli e versi strani, il corpo del
barista si iniziò a contorcere con violenza inaudita fino ad
inarcare la schiena all'indietro. La sua cassa toracica
fuoriuscì
dal corpo riversando litri di sangue a terra insieme ai vari organi.
Sollevandosi
dal suolo, le ossa squarciarono la pelle e la carne, iniziando a
levitare davanti all'uomo incappucciato che sorrise serenamente a
quello spettacolo. Lo scheletro venne avvolto da una strana aura
oscura, che tinse tutte le ossa di nero, e due grosse corna
demoniache spuntarono dal cranio, piegandosi in avanti e poi verso il
basso.
Sotto
lo sguardo atterrito di tutti quei ladri, assassini e mercenari, le
ossa delle mani si deformarono insieme a quelle degli avambracci,
creando due lame ossee sottili ed affilate come rasoi. Lo
stesso fecero quelle dei piedi fondendosi insieme alle tibie e ai
peroni, formando a loro volta delle lame che si conficcarono di punta
nel pavimento di legno per mantenere in piedi lo scheletro.
L'aura
oscura parve dissolversi e due strani bagliori rossi si accesero
nelle orbite di quella strana creatura che si girò per
osservare gli
altri umani, emettendo uno strano verso simile ad un ringhio.
“Miei
cari amici, nel momento stesso in cui ho messo piede qui dentro, le
vostre vite sono diventate di mia proprietà. Voi tutti mi
aiuterete
ma lascio decidere a voi il 'come'.” annunciò
l'uomo abbassandosi
il cappuccio per liberare i suoi corti capelli argentati
“Potete
seguirmi di vostra spontanea volontà.” e si
voltò leggermente
verso Lilian “Oppure potete tentare di declinare
l'offerta.”
questa volta lo scheletro emise un verso molto più
inquietante e
fece un passo in avanti.
“State
tranquilli, non vi metterò fretta per decidere.”
li rassicurò poi
sorridendo ed estraendo di nuovo il suo orologio da taschino
guardò
l'ora “Direi che un minuto è più che
sufficiente.” dopodiché
uscì dal bar insieme a Lilian, richiudendosi la porta alle
spalle.
Tutti
si voltarono verso lo scheletro che rimase perfettamente immobile e
alcuni di loro ridacchiarono nervosamente definendo quell'uomo un
povero stolto. Peccato che nessuno di loro ebbe modo di notare il
sigillo magico applicato alla porta d'ingresso, nonché la
loro unica
via di fuga.
“Perché
hai bloccato la porta?” domandò Lilian
appoggiandosi contro il
muro, di fianco al suo nuovo master.
“Così
non possono scappare.” spiegò l'uomo sorridendole.
Lilian lo fissò
leggermente confusa ma, allo scadere dei sessanta secondi, urla
atroci iniziarono a risuonare dentro al bar mentre qualcuno cercava
in tutti i modi di aprire la porta, cercando di chiedere aiuto con
voce disperata.
Alcuni
passanti, per lo più ubriachi, si allontanarono alla svelta
da quel
punto, lasciando la via completamente deserta e, nel giro di pochi
minuti, un surreale silenzio calò sulla strada.
L'uomo
sospirò pesantemente “Sembra che solo tu abbia
scelto la strada
più serena.” e Lilian gli mostrò
nuovamente il suo sorriso
“Diciamo che so riconoscere un uomo forte... soprattutto
quando non
mente”.
“Oh?
Vorresti espormi la tua teoria?”
“Hai
detto di voler creare una gilda oscura degna di tale nome. Io sono
sicura che non stessi solo buttando parole al vento.”
spiegò
Lilian fissando la luna “Qualcosa mi dice che con te mi
divertirò
un sacco!”
Il
master la fissò sorridendo e si avviò verso la
porta, annullando il
sigillo magico ma, prima che potesse aprirla, Lilian gli
afferrò il
braccio “Prima di procedere, non pensi sarebbe corretto dirmi
il
tuo nome, master?”
L'albino
le sorrise annuendo “Ho molti nomi e soprannomi ma rammento
ancora
quale sia il mio vero nome”.
Lentamente,
aprì la porta del bar, mostrando alla sua compagna l'enorme
sala
ricoperta di sangue e organi. Al centro di quel massacro vi era lo
scheletro nero creato dal cadavere del barista.
Il
master si girò verso di lei con uno strano luccichio negli
occhi
“Puoi chiamarmi Ashuros, Ashuros Bleeder”.
Lilian
lo fissò stranamente colpita dal suo nome ma non ci
pensò troppo e
lo seguì dentro il bar “Quindi~... ora che
facciamo?”
Ashuros
afferrò un giornale sporco di sangue e le mostrò
la prima pagina
dove il titolo principale era: 'NUOVA PRIGIONE DEL CONCILIO DELLA
MAGIA! I MAGHI OSCURI PIU' FAMOSI VERRANNO PRESTO TRASFERITI!'
“Semplice,
andiamo ad incontrare i nostri futuri alleati.” e, dopo aver
gettato via il giornale, iniziò ad applicare la sua magia su
tutti i
cadaveri lì presenti.
“Uhm...
nel frattempo posso andare a cercare qualcuno in città?
Conosco
qualche mago che potrebbe fare al caso nostro.” propose la
ragazza
mostrando un altro sorriso con le sua labbra feline.
“D'accordo,
ritroviamoci qui domani sera. Dobbiamo organizzare l'incontro in modo
pulito e preciso.” acconsentì Ashuros mentre altri
scheletri
oscuri si formavano attorno a lui.
“Agli
ordini master!” esclamò la ragazza prima di uscire
fuori dal bar e
saltare in cima ad un tetto con un solo balzo.
La
notte era ancora giovane ed era certa di potersi divertire ancora un
po' prima di dover andare a dormire.
Una
nuova gilda oscura stava per nascere e, dopo tre anni di pace, Fiore
sarebbe di nuovo piombato nel caos più profondo.
Angolo
dell'autore:
Ed
eccoci qua con il quinto aggiornamento della serata non che mia
quinta fic ad OC in singolo! Visto? Faccio le cose per bene io ed
evitate i soliti commenti con “Ma hai già le altre
ecc” perché
SI, so di avere altre fic ad OC u.u e, siccome non mi sembra di
averne viste altre, ho pensato “Ma perché non
creiamo una fic per
cattivi?” ed ecco qui 'La nostra gilda oscura', titolo
abbastanza
banale ma per lo meno credo catturi l'attenzione (spero).
Ora...
tornando alla fic vera e propria... bisogna creare una gilda oscura e
fin qua ci siamo e, come detto, tutti gli oc dovranno essere cattivi!
Non ci sono spazi per oc di Fairy Tail o altre gilde legali o quel
che è, i vostri OC devono essere maghi oscuri o comunque
inclini ad
esserlo.
Ma
bando alle ciance ed iniziamo con le regole che tanto mi sono
mancate!
1)
niente Gary Sue o Mary Sue (posso tranquillamente ucciderli)
2)
gli OC potranno ovviamente morire
3)
potete mandare MASSIMO due OC a testa
4)
la scheda OC ve la manderò via mp se vorrete partecipare
5)
non vi chiedo di essere onnipresenti e puntuali come orologi ma
datemi prova che seguite la fic
6)
nella recensione indicatemi SESSO e POTERE del/dei vostro/i OC
7)
la fic è ambientata dopo tre anni rispetto allo stato
attuale del
manga (tre anni dopo la guerra con Alvarez per intenderci)
così vi
adeguate per pensare gli OC
8)
i vari personaggi di Fairy Tail e tutte le altre gilde ci sono ancora
quindi non prendete i loro poteri
Direi
che le regole sono finite, andate in pace!
Aspetto
le vostre richieste e ci vediamo alla prossima!
See
you around!
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