777
"Stanno facendo...un esperimento"
Leonard saliva
faticosamente le scale che lo avrebbero portato al suo appartamento.
Penny, al suo fianco, si teneva saldamente al corrimano per darsi il
giusto sostegno mentre sbuffava e sospirava ad ogni gradino. Dietro, le
voci squillanti e vivaci di due bambini fece capire loro che gli unici
a sentire la stanchezza dopo quella lunga giornata erano soltanto loro
due.
« Chi arriva per
ultimo è un blobfish! » urlò il maschietto
iniziando a correre per la rampa di scale e la sorellina, dopo essersi
lamentata per essere stata presa alla sprovvista, iniziò a
rincorrerlo.
« Un che roba? » chiese Penny stancamente con una smorfia rivolta al marito, non capendo cosa fosse questo blobfish.
« È un pesce e
viene considerato l'animale più brutto del mondo. »
spiegò il marito dandole solo una breve occhiata.
« Oh, certo.
Perché questo è esattamente il tipo di animale che un
bambino di cinque anni conosce. » disse sarcastica la donna.
Conosceva quel bimbetto da cinque anni eppure non c'era giorno che non
la stupisse in qualche modo.
« Così non vale, James! » strillò la bambina dal fondo della scala del secondo piano.
« Non è possibile che abbiano ancora tutte quelle energie. » disse la bionda dopo l'ennesimo sospiro.
« Voglio solo
buttarmi sul letto e non alzarmi mai più. » Leonard si
fermò a metà scala per riprendere un po' di fiato.
Leonard aveva deciso di
lasciare suo figlio Matt da sua madre per qualche giorno. Era una cosa
che faceva raramente poiché vedere sua madre comportarsi con il
nipote esattamente come aveva fatto con lui durante la sua infanzia lo
terrorizzava.
Eppure, nonostante il suo
timore, ogni tanto poter lasciargli il bambino ed avere un attimo di
respiro era la cosa giusta da fare. Sia per lui sia per Penny.
Si era svegliato quella
mattina con l'idea di far passare una giornata super rilassante a sua
moglie. Aveva pianificato tutto nei minimi dettagli per settimane e non
pensava assolutamente che qualcosa potesse andare storto.
Eccetto se ad intromettersi fosse Sheldon Cooper.
Quella mattina, intorno
alle sette, si presentò alla sua porta con i due bambini tenuti
per mano. Prima ancora che potesse chiedere spiegazione, Sheldon lo
interruppe.
« Sii gentile,
tienimeli fino a stasera, Leonard. Ah, hanno già fatto
colazione, sono a posto. E ricordati che Alison è allergica alle
nocciole. Buona giornata. »
Leonard tentò invano
di replicare, ma Sheldon era già tornato nel suo appartamento.
Rimase sul pianerottolo per parecchi secondi, immobile, mentre i due
gemelli lo guardavano assonnati.
Capì solo a metà mattina che quello era l'anniversario del primo incontro tra il suo amico e Amy.
Non potendo sottrarsi a
quel compito, Leonard dovette suo malgrado rinunciare alla beauty farm
e alla degustazione di vini la sera.
Passarono così
l'intera giornata tra un posto e l'altro. Dal parco, allo zoo, alla
gelateria, da Howard e Bernadette e il negozio di giocattoli. Ora
poteva finalmente riconsegnarli ai genitori i quali, sperava, fossero
adesso liberi.
Un sorrisetto gli comparve sulle labbra pensando a cosa lo avrebbe aspettato ora.
Il pigiama, una tisana rilassante e le coperte calde.
« Perché la porta è chiusa a chiave? »
Il sorriso sparì immediatamente.
James girava il pomello, ma la serratura non scattava. Provò anche Alison, ma il risultato non cambiò.
Penny aggrottò le sopracciglia perplessa. « Forse non sono ancora tornati. »
« Già, saranno
usciti a mangiare qualcosa. Venite, andiamo dentro. » disse
Leonard cercando le chiavi nella tasca dei pantaloni e dirigendosi
verso il suo appartamento.
« Ma io sento dei rumori. » disse James appiccicandosi con l'orecchio alla porta. « E sono strani. »
Leonard e Penny si allarmarono.
« Dei
rumori...strani? » chiese quest'ultima scambiando un'occhiata con
il marito. Rumori sospetti e porta chiusa a chiave il giorno del loro
anniversario lasciava ben poco all'immaginazione.
« Mamma, papà, siamo tornati! Cosa state facendo dentro? » gridò Alison.
Penny si precipitò per prendere i due gemelli ed allontanarli.
« Bambini
perché non entriamo a casa mia? Vi preparo la cena. Avete fame,
vero? Ma certo che avete fame! » rise nervosamente e li spinse
delicatamente verso il 4B.
Non poteva lasciare che
quei due li traumatizzassero. Già era toccato a loro l'anno
scorso, quando erano andati insieme in quell'hotel in montagna nel
periodo natalizio e certi rumori provenienti dalla stanza accanto li
lasciarono a bocca aperta, non credendo a quello che sentivano. E la
conferma, il giorno dopo, dai sorrisetti che si scambiavano tra di loro
fu ancora più sconvolgente.
« Ma la mamma e il papà sono a casa adesso...» disse Alison voltandosi verso la porta chiusa a chiave.
« Sì, ma sono
impegnati adesso. Non disturbiamoli. » sorrise debolmente il
fisico. Avrebbe dovuto trovare un modo per vendicarsi del suo ex
coinquilino visto che si è divertito tutto il giorno mentre lui
aveva fatto da baby sitter ai suoi marmocchi.
Penny intanto li teneva per
un braccio e pensò che la spiegazione data da Leonard fosse
più che esauriente. Si incamminò quindi verso il 4B, ma
James non si mosse.
« Sono impegnati a fare cosa esattamente? » domandò il bambino incrociando le braccia.
Leonard si irrigidì
e guardò la moglie in cerca di aiuto. Gli occhi di James
brillavano per la curiosità nonostante la sua espressione fosse
fin troppo seria per un semplice bambino. Leonard sapeva che se non
soddisfaceva la sua curiosità lo avrebbe tormentato con le
domande fino allo sfinimento.
« Ehm...beh…
sì, insomma...» iniziò massaggiandosi il collo
nervosamente. E adesso che si inventava?
Anche se aveva solo sette
anni era molto sveglio, esattamente come i genitori e doveva stare
perciò attento a quello che diceva.
Penny si illuminò.
« Stanno facendo...un esperimento. Sì, un esperimento
importante e non vogliono essere disturbati. »
Pensò di essersela
cavata, ma con James Cooper non poteva essere così facile. E
infatti il bambino non sembrava volersi muovere dal suo posto preso sul
pianerottolo.
« Che tipo di esperimento? »
« Sono cose troppo
difficili per te. Quando sarai più grande te lo
spiegherò. » tagliò corto Leonard voltandosi.
« Ma io voglio saperlo lo stesso. » continuò lui imperterrito.
« Te lo farai
spiegare da loro allora. » disse il fisico. Ora voleva vedere
cosa avrebbero inventato Sheldon e Amy per cavarsela. Senza volerlo
aveva già attuato la sua vendetta.
« Voglio saperlo ORA. »
« Ripeto: non capiresti, sono cose troppo difficili per te. »
« Ma io sono grande! E non è vero che non capisco! » si imbronciò.
Leonard sospirò
esasperato. « Va bene! Stanno...» si leccò le labbra
e pensò più in fretta che poté. Guardò il
bambino ed assottigliò lo sguardo. « Stanno osservando i
fenomeni subatomici costruendo una camera a nebbia per l'osservazione
delle particelle elementari attraverso le tracce da esse lasciate nel
vapore soprasaturo. » incrociò le braccia al petto e lo
guardò come se lo stesse sfidando. Si sentiva ridicolo a
competere con un bambino di cinque anni, ma certe volte gli ricordava
terribilmente Sheldon e, se non poteva con lui, almeno con suo figlio
ogni tanto una soddisfazione poteva togliersela.
E infatti James non aveva
capito un tubo di quello che aveva detto, anche se non lo dava a
vedere. Sciolse le braccia e le portò lungo i fianchi. Poi li
raggiunse. « Allora ci conviene cenare. Ne avranno per un sacco
di tempo. »
Leonard sorrise soddisfatto guardando Penny e lei fece lo stesso.
Quando sia i bambini sia il
marito si allontanarono Penny pensò che origliare qualcosa non
fosse poi la fine del mondo. Infondo Sheldon, per colpa di quella
maledetta telecamera nascosta in Aquaman, aveva visto di peggio.
« Dici che va bene così? »
« Certo, fidati di me. E scommetto che alla fine ti piacerà. »
« Dubito. L'ultima volta è stato un disastro. »
Amy sembrava scocciata dal tono di voce usato.
«
Scusa se sono troppo qualificato e dotato di un intelletto di gran
lunga superiore alla media per dedicarmi a questo tipo di cose. Sai
anche tu che ho iniziato tardi ad occuparmene. »
Un sospiro da parte della donna sembrava voler sancire la fine di quel discorso.
« D'accordo ho capito. Cosa devo fare adesso? »
« Mettiti gli occhiali protettivi. La sicurezza prima di tutto. »
Occhiali protettivi?
« Okay e adesso? »
« Se metti anche il camice da laboratorio sembrerai una vera scienziata. »
Camice?
La sentì sbuffare
sonoramente mentre se lo allacciava. Sapeva che avrebbe voluto dire
qualcosa a quel "così sembri una vera scienziata", ma per una
qualche ragione aveva preferito lasciare perdere.
« Anche i guanti. Amy, devo proprio dirti tutto? »
Guanti?
Sentì lo scocco del lattice appena li infilò e la ragazza corrucciò le sopracciglia.
« Ma che razza di sesso stanno facendo? » mormorò tra sé e sé.
Stava diventando tutto
leggermente inquietante, ma Penny non voleva muoversi da lì.
Voleva capire cosa avrebbero fatto e, chissà, magari anche
prendere spunto.
« Adesso mettiti qui...okay, bene. Io invece mi sposto qui...esatto. Quando dico 'vai' tu lo muovi, okay? »
« Non ho capito perché non puoi farlo da solo. »
« Amy, tu sei mia moglie. Chi altri dovrebbe farlo se non tu? »
« Sì, ma—»
« Vuoi che chieda a Penny? Oppure Leonard se preferisci tanto è lo stesso. »
La ragazza chiamata in
questione guardò inorridita la porta chiusa e decise che non
avrebbe ascoltato più una sola parola.
« Questa cosa me la sogno di notte. » disse una volta entrata nel suo appartamento.
Leonard aggrottò la fronte. « Cos'è che ti sogni stanotte? »
« Funziona? » chiese Sheldon guardando in basso.
Amy sorrise e gli
mostrò la provetta con dentro un liquido colorato. «
Sì, il nostro esperimento funziona! »
« Il colore è
cambiato come pensavo. L'avevo detto che la chimica è piuttosto
stupida. » disse il fisico guardando il suo esperimento con
orgoglio. « Pensi che piacerà ai bambini? » chiese
con voce più bassa.
« Sì ne sono
convinta. Anzi, possiamo farlo vedere anche a Matthew e Simon e magari
anche a Katherine anche se è ancora molto piccola. »
« Sì, penso
sia una buona idea. Anche se non so quanto Simon potrà
apprezzarlo. Se ha preso da Howard la scienza non la capirà mai.
» Guardò Amy. « Mi dispiace che abbiamo usato tutta
la giornata del nostro anniversario solo per preparare questi
esperimenti. »
« Non fa niente. Ci
tenevi a voler iniziare ad insegnare la scienza ai bambini e questo era
l'unico giorno in cui non avevamo nessuno dei due in casa. »
Nonostante cercasse di
mostrarsi felice per aver trascorso la giornata in modo insolito
Sheldon sapeva che stava fingendo e che avrebbe voluto passarla
diversamente.
« Vieni ti faccio
vedere una cosa. » Si avvicinò alla grande finestra del
salotto dove era stato posizionato un telescopio.
Amy lo guardò perplessa. « Che dobbiamo farci? »
« Vieni » La
incitò facendo segno con la mano di raggiungerlo. Quando
finalmente si mise davanti al telescopio Sheldon le appoggiò una
mano sulla schiena per invitarla a guardare dentro.
« Cosa vedi? »
« Mmh...niente per il momento. »
Sheldon spostò di qualche grado il telescopio. « E adesso? »
Amy alzò la testa
chiedendogli con lo sguardo cosa dovesse vedere, ma il fisico si
limitò a fare un cenno con la testa indicando il telescopio.
Così Amy tornò a guardare dentro.
« Non vedo ancora nien—aspetta...vedo qualcosa che si muove. »
« È un
asteroide » disse lui osservando la donna che affascinata seguiva
l'asteroide nella sua apparente lentezza.
« Un asteroide? »
« Sì. È Amy. »
Lei tornò a guardarlo. Ci mise un po' più del dovuto per formulare la domanda. « Si tratta di quell'asteroide? »
Il fisico ridacchiò. « Esatto. Non ce ne sono tanti. Solo uno ha quel nome. »
« Oh...»
Faceva uno strano effetto
sentire che un oggetto nello spazio a chissà quanti chilometri
di distanza fosse stato chiamato con il suo nome. Con tutti i nomi che
Sheldon poteva dargli aveva scelto il suo.
« Capita raramente
che un asteroide ritorni al punto esatto in cui è stato
avvistato per la prima volta. » continuò lui interrompendo
i suoi pensieri. « Invece questo qui è ritornato. Ha
ripercorso una traiettoria simile a quella di sette anni fa ed è
ritornato. Non in un giorno qualsiasi, ma bensì esattamente
dodici anni dopo averti incontrata per la prima volta. »
Guardò l'orologio al polso. « Beh, dodici anni e un'ora
dopo per la precisione. » Si avvicinò un po' a lei e
toccò il telescopio. Si prese una pausa di qualche secondo prima
di proseguire. « Sono cambiate così tante cose. Ti
ho conosciuta, ti ho sposata e ho addirittura due figli, cosa che mai
avrei pensato potesse accadere ad uno come me. » Sorrise. «
Chissà, magari ritornerà tra trent'anni e lo
mostrerò ai miei nipoti. »
Amy abbozzò un mezzo
sorriso. « Stai insinuando che questo sia una specie di segno da
parte, che so, dell'universo o qualcosa del genere? » disse lei
facendo un gesto con la mano e un'espressione mista tra il divertito e
il scettico.
« Non essere
ridicola. Io non credo ai segni, al destino o altre cose insulse come
queste. Però...» si interruppe ed Amy si avvicinò
un po' visto che non proseguiva.
« Però? »
Lui guardò in basso
per qualche secondo finché non ritornò a fissare la donna
negli occhi. « Credo sia meglio andare a riprenderci i nostri
figli. Sono rimasti troppo tempo in compagnia di Penny e non vorrei che
li abbia influenzati negativamente in modo permanente. » disse
passandole accanto.
Amy era piuttosto
incuriosita da quel suo strano discorso, sopratutto per il fatto di
averlo lasciato a metà. Era una cosa non da Sheldon.
Sapeva che se avesse
insistito non avrebbe ottenuto niente per cui lasciò che quelle
parole non pronunciate rimanessero un mistero.
« Mamma! »
urlò Alison appena sentì la voce della donna dietro la
porta chiusa, appena prima di udire la strana bussata di suo padre.
Si precipitò all'ingresso ed abbracciò prima sua madre poi Sheldon.
« Dove siete andati?
Cosa avete fatto? Perché siete tornati così tardi? Cosa
facevate chiusi in casa? » li bombardò di domande, ma non
riuscirono a rispondere perché fu la volta di James
intromettersi.
« La zia ha detto che
stavate facendo un esperimento...» scese dalla sedia e li
raggiunse mentre Penny e Leonard si immobilizzarono all'istante.
« Ce lo fate vedere? » gli occhi già iniziavano a
brillargli per l'emozione.
« Ehm...non credo sia una buona idea...» disse Penny.
Amy invece sorrise. « Certo che ve lo faremo vedere! Ormai siete abbastanza grandi per queste cose. »
Leonard lanciò uno
sguardo terrorizzato alla moglie e quest'ultima assottigliò lo
sguardo incredula per la risposta dell'amica.
« Già,
all'inizio ero un po' perplesso però presumo che prima impariate
meglio sia no? » continuò Sheldon sorridendo a sua volta.
Penny spalancò la bocca scandalizzata. « Ma...ma che state dicendo ragazzi? »
« Già...che—che state dicendo? » disse Leonard scandalizzato quanto lei.
I Cooper nemmeno diedero loro attenzione.
« Prima però
c'è un po' di teoria che vi devo spiegare. » concluse
Sheldon già avviandosi verso l'ingresso.
I bambini gridarono entusiasti.
« Forza, prendete le
vostre cose e andiamo a casa. Prima si inizia e meglio è!
» Il fisico teorico aprì la porta e fece uscire la
famiglia prima di chiudersela alle spalle.
Rimasti da soli, Leonard e Penny non ebbero nemmeno il coraggio di muoversi.
« Sta...sta succedendo davvero quello che penso stia succedendo? » mormorò la donna battendo le palpebre.
Leonard sorrise in modo
tirato e si passò una mano nei capelli. « Beh...arriva
prima o poi il momento in cui bisogna fare il discorsetto, no? »
Penny gli lanciò
un'occhiataccia. « Sì, peccato che a farlo sono Sheldon e
Amy. E la cosa mi spaventa a morte. »
Angolo dell'Autrice.
Ritorno di nuovo dopo un mese e più di assenza da questa
raccolta. Non sto ad annoiarvi sul perché ci abbia messo
così tanto, ma ormai si sa come sono fatta. E
pensare che questa doveva essere pubblicata il 24 maggio in occasione
dei 6 anni degli Shamy, ma io la pubblico al 30 giugno perché
sono trasgre.
Comunque penso che questa OS sia la più, come dire, nosense che abbia pubblicato in questa sezione.
Insomma, rumori strani, usano la scusa di un esperimento per spiegare i
suddetti rumori ai bambini, poi in realtà stavano facendo un vero
esperimento ma Leonard e Penny non lo sanno e quindi dopo quelle frasi
finali ambigue iniziano a pensare molto male. Sì, ecco, diciamo
che il caldo non mi fa un bell'effetto.
Spero sia di vostro gradimento comunque, è un po' che avevo in mente una cosa simile.
A presto^^
|