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Autore: StormLight94    30/06/2016    3 recensioni
Raccolta di flashfic e one-shot fluff e umoristiche con protagonisti i quattro nerd alle prese con i loro figli.
Enjoy!
#01. "« E va bene, ma tanto ti accorgerai che non sarà nulla di che. Probabilmente è tutta colpa di quel ristorante cinese da due soldi dove siamo andate. »"
#02. "« Ehm...c-credo che mi avvallerò della facoltà di non rispondere. » "
#03. " « Wow, è bastata una donna incinta per renderti uno zerbino peggio di Leonard. » "
#04. "« Amy, quel bambino mi guarda in modo strano » "
[...]
#13. "« Sono impegnati a fare cosa esattamente? » "
#14. "« Dov'è la mamma? »"
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonard Hofstadter, Penny, Rajesh Koothrappali, Sheldon Cooper
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Stanno facendo...un esperimento"



Leonard saliva faticosamente le scale che lo avrebbero portato al suo appartamento. Penny, al suo fianco, si teneva saldamente al corrimano per darsi il giusto sostegno mentre sbuffava e sospirava ad ogni gradino. Dietro, le voci squillanti e vivaci di due bambini fece capire loro che gli unici a sentire la stanchezza dopo quella lunga giornata erano soltanto loro due.
« Chi arriva per ultimo è un blobfish! » urlò il maschietto iniziando a correre per la rampa di scale e la sorellina, dopo essersi lamentata per essere stata presa alla sprovvista, iniziò a rincorrerlo.
« Un che roba? » chiese Penny stancamente con una smorfia rivolta al marito, non capendo cosa fosse questo blobfish.
« È un pesce e viene considerato l'animale più brutto del mondo. » spiegò il marito dandole solo una breve occhiata.
« Oh, certo. Perché questo è esattamente il tipo di animale che un bambino di cinque anni conosce. » disse sarcastica la donna. Conosceva quel bimbetto da cinque anni eppure non c'era giorno che non la stupisse in qualche modo.
« Così non vale, James! » strillò la bambina dal fondo della scala del secondo piano.
« Non è possibile che abbiano ancora tutte quelle energie. » disse la bionda dopo l'ennesimo sospiro.
« Voglio solo buttarmi sul letto e non alzarmi mai più. » Leonard si fermò a metà scala per riprendere un po' di fiato.
Leonard aveva deciso di lasciare suo figlio Matt da sua madre per qualche giorno. Era una cosa che faceva raramente poiché vedere sua madre comportarsi con il nipote esattamente come aveva fatto con lui durante la sua infanzia lo terrorizzava.
Eppure, nonostante il suo timore, ogni tanto poter lasciargli il bambino ed avere un attimo di respiro era la cosa giusta da fare. Sia per lui sia per Penny.
Si era svegliato quella mattina con l'idea di far passare una giornata super rilassante a sua moglie. Aveva pianificato tutto nei minimi dettagli per settimane e non pensava assolutamente che qualcosa potesse andare storto.
Eccetto se ad intromettersi fosse Sheldon Cooper.
Quella mattina, intorno alle sette, si presentò alla sua porta con i due bambini tenuti per mano. Prima ancora che potesse chiedere spiegazione, Sheldon lo interruppe.
« Sii gentile, tienimeli fino a stasera, Leonard. Ah, hanno già fatto colazione, sono a posto. E ricordati che Alison è allergica alle nocciole. Buona giornata. »
Leonard tentò invano di replicare, ma Sheldon era già tornato nel suo appartamento. Rimase sul pianerottolo per parecchi secondi, immobile, mentre i due gemelli lo guardavano assonnati.
Capì solo a metà mattina che quello era l'anniversario del primo incontro tra il suo amico e Amy.
Non potendo sottrarsi a quel compito, Leonard dovette suo malgrado rinunciare alla beauty farm e alla degustazione di vini la sera.
Passarono così l'intera giornata tra un posto e l'altro. Dal parco, allo zoo, alla gelateria, da Howard e Bernadette e il negozio di giocattoli. Ora poteva finalmente riconsegnarli ai genitori i quali, sperava, fossero adesso liberi.
Un sorrisetto gli comparve sulle labbra pensando a cosa lo avrebbe aspettato ora.
Il pigiama, una tisana rilassante e le coperte calde.
« Perché la porta è chiusa a chiave? »
Il sorriso sparì immediatamente.
James girava il pomello, ma la serratura non scattava. Provò anche Alison, ma il risultato non cambiò.
Penny aggrottò le sopracciglia perplessa. « Forse non sono ancora tornati. »
« Già, saranno usciti a mangiare qualcosa. Venite, andiamo dentro. » disse Leonard cercando le chiavi nella tasca dei pantaloni e dirigendosi verso il suo appartamento.
« Ma io sento dei rumori. » disse James appiccicandosi con l'orecchio alla porta. « E sono strani. »
Leonard e Penny si allarmarono.
« Dei rumori...strani? » chiese quest'ultima scambiando un'occhiata con il marito. Rumori sospetti e porta chiusa a chiave il giorno del loro anniversario lasciava ben poco all'immaginazione.
« Mamma, papà, siamo tornati! Cosa state facendo dentro? » gridò Alison.
Penny si precipitò per prendere i due gemelli ed allontanarli.
« Bambini perché non entriamo a casa mia? Vi preparo la cena. Avete fame, vero? Ma certo che avete fame! » rise nervosamente e li spinse delicatamente verso il 4B.
Non poteva lasciare che quei due li traumatizzassero. Già era toccato a loro l'anno scorso, quando erano andati insieme in quell'hotel in montagna nel periodo natalizio e certi rumori provenienti dalla stanza accanto li lasciarono a bocca aperta, non credendo a quello che sentivano. E la conferma, il giorno dopo, dai sorrisetti che si scambiavano tra di loro fu ancora più sconvolgente.
« Ma la mamma e il papà sono a casa adesso...» disse Alison voltandosi verso la porta chiusa a chiave.
« Sì, ma sono impegnati adesso. Non disturbiamoli. » sorrise debolmente il fisico. Avrebbe dovuto trovare un modo per vendicarsi del suo ex coinquilino visto che si è divertito tutto il giorno mentre lui aveva fatto da baby sitter ai suoi marmocchi.
Penny intanto li teneva per un braccio e pensò che la spiegazione data da Leonard fosse più che esauriente. Si incamminò quindi verso il 4B, ma James non si mosse.
« Sono impegnati a fare cosa esattamente? » domandò il bambino incrociando le braccia.
Leonard si irrigidì e guardò la moglie in cerca di aiuto. Gli occhi di James brillavano per la curiosità nonostante la sua espressione fosse fin troppo seria per un semplice bambino. Leonard sapeva che se non soddisfaceva la sua curiosità lo avrebbe tormentato con le domande fino allo sfinimento.
« Ehm...beh… sì, insomma...» iniziò massaggiandosi il collo nervosamente. E adesso che si inventava?
Anche se aveva solo sette anni era molto sveglio, esattamente come i genitori e doveva stare perciò attento a quello che diceva.
Penny si illuminò. « Stanno facendo...un esperimento. Sì, un esperimento importante e non vogliono essere disturbati. »
Pensò di essersela cavata, ma con James Cooper non poteva essere così facile. E infatti il bambino non sembrava volersi muovere dal suo posto preso sul pianerottolo.
« Che tipo di esperimento? »
« Sono cose troppo difficili per te. Quando sarai più grande te lo spiegherò. » tagliò corto Leonard voltandosi.
« Ma io voglio saperlo lo stesso. » continuò lui imperterrito.
« Te lo farai spiegare da loro allora. » disse il fisico. Ora voleva vedere cosa avrebbero inventato Sheldon e Amy per cavarsela. Senza volerlo aveva già attuato la sua vendetta.
« Voglio saperlo ORA. »
« Ripeto: non capiresti, sono cose troppo difficili per te. »
« Ma io sono grande! E non è vero che non capisco! » si imbronciò.
Leonard sospirò esasperato. « Va bene! Stanno...» si leccò le labbra e pensò più in fretta che poté. Guardò il bambino ed assottigliò lo sguardo. « Stanno osservando i fenomeni subatomici costruendo una camera a nebbia per l'osservazione delle particelle elementari attraverso le tracce da esse lasciate nel vapore soprasaturo. » incrociò le braccia al petto e lo guardò come se lo stesse sfidando. Si sentiva ridicolo a competere con un bambino di cinque anni, ma certe volte gli ricordava terribilmente Sheldon e, se non poteva con lui, almeno con suo figlio ogni tanto una soddisfazione poteva togliersela.
E infatti James non aveva capito un tubo di quello che aveva detto, anche se non lo dava a vedere. Sciolse le braccia e le portò lungo i fianchi. Poi li raggiunse. « Allora ci conviene cenare. Ne avranno per un sacco di tempo. »
Leonard sorrise soddisfatto guardando Penny e lei fece lo stesso.
Quando sia i bambini sia il marito si allontanarono Penny pensò che origliare qualcosa non fosse poi la fine del mondo. Infondo Sheldon, per colpa di quella maledetta telecamera nascosta in Aquaman, aveva visto di peggio.
« Dici che va bene così? »
« Certo, fidati di me. E scommetto che alla fine ti piacerà. »
« Dubito. L'ultima volta è stato un disastro. »
Amy sembrava scocciata dal tono di voce usato.
« Scusa se sono troppo qualificato e dotato di un intelletto di gran lunga superiore alla media per dedicarmi a questo tipo di cose. Sai anche tu che ho iniziato tardi ad occuparmene. »
Un sospiro da parte della donna sembrava voler sancire la fine di quel discorso.
« D'accordo ho capito. Cosa devo fare adesso? »
« Mettiti gli occhiali protettivi. La sicurezza prima di tutto. »
Occhiali protettivi?
« Okay e adesso? »
« Se metti anche il camice da laboratorio sembrerai una vera scienziata. »
Camice?
La sentì sbuffare sonoramente mentre se lo allacciava. Sapeva che avrebbe voluto dire qualcosa a quel "così sembri una vera scienziata", ma per una qualche ragione aveva preferito lasciare perdere.
« Anche i guanti. Amy, devo proprio dirti tutto? »
Guanti?
Sentì lo scocco del lattice appena li infilò e la ragazza corrucciò le sopracciglia.
« Ma che razza di sesso stanno facendo? » mormorò tra sé e sé.
Stava diventando tutto leggermente inquietante, ma Penny non voleva muoversi da lì. Voleva capire cosa avrebbero fatto e, chissà, magari anche prendere spunto.
« Adesso mettiti qui...okay, bene. Io invece mi sposto qui...esatto. Quando dico 'vai' tu lo muovi, okay? »
« Non ho capito perché non puoi farlo da solo. »
« Amy, tu sei mia moglie. Chi altri dovrebbe farlo se non tu? »
« Sì, ma—»
« Vuoi che chieda a Penny? Oppure Leonard se preferisci tanto è lo stesso. »
La ragazza chiamata in questione guardò inorridita la porta chiusa e decise che non avrebbe ascoltato più una sola parola.
« Questa cosa me la sogno di notte. » disse una volta entrata nel suo appartamento.
Leonard aggrottò la fronte. « Cos'è che ti sogni stanotte? »


« Funziona? » chiese Sheldon guardando in basso.
Amy sorrise e gli mostrò la provetta con dentro un liquido colorato. « Sì, il nostro esperimento funziona! »
« Il colore è cambiato come pensavo. L'avevo detto che la chimica è piuttosto stupida. » disse il fisico guardando il suo esperimento con orgoglio. « Pensi che piacerà ai bambini? » chiese con voce più bassa.
« Sì ne sono convinta. Anzi, possiamo farlo vedere anche a Matthew e Simon e magari anche a Katherine anche se è ancora molto piccola. »
« Sì, penso sia una buona idea. Anche se non so quanto Simon potrà apprezzarlo. Se ha preso da Howard la scienza non la capirà mai. » Guardò Amy. « Mi dispiace che abbiamo usato tutta la giornata del nostro anniversario solo per preparare questi esperimenti. »
« Non fa niente. Ci tenevi a voler iniziare ad insegnare la scienza ai bambini e questo era l'unico giorno in cui non avevamo nessuno dei due in casa. »
Nonostante cercasse di mostrarsi felice per aver trascorso la giornata in modo insolito Sheldon sapeva che stava fingendo e che avrebbe voluto passarla diversamente.
« Vieni ti faccio vedere una cosa. » Si avvicinò alla grande finestra del salotto dove era stato posizionato un telescopio.
Amy lo guardò perplessa. « Che dobbiamo farci? »
« Vieni » La incitò facendo segno con la mano di raggiungerlo. Quando finalmente si mise davanti al telescopio Sheldon le appoggiò una mano sulla schiena per invitarla a guardare dentro. 
« Cosa vedi? »
« Mmh...niente per il momento. »
Sheldon spostò di qualche grado il telescopio. « E adesso? »
Amy alzò la testa chiedendogli con lo sguardo cosa dovesse vedere, ma il fisico si limitò a fare un cenno con la testa indicando il telescopio. Così Amy tornò a guardare dentro.
« Non vedo ancora nien—aspetta...vedo qualcosa che si muove. »
« È un asteroide » disse lui osservando la donna che affascinata seguiva l'asteroide nella sua apparente lentezza.
« Un asteroide? »
« Sì. È Amy. »
Lei tornò a guardarlo. Ci mise un po' più del dovuto per formulare la domanda. « Si tratta di quell'asteroide? »
Il fisico ridacchiò. « Esatto. Non ce ne sono tanti. Solo uno ha quel nome. »
« Oh...»
Faceva uno strano effetto sentire che un oggetto nello spazio a chissà quanti chilometri di distanza fosse stato chiamato con il suo nome. Con tutti i nomi che Sheldon poteva dargli aveva scelto il suo.
« Capita raramente che un asteroide ritorni  al punto esatto in cui è stato avvistato per la prima volta. » continuò lui interrompendo i suoi pensieri. « Invece questo qui è ritornato. Ha ripercorso una traiettoria simile a quella di sette anni fa ed è ritornato. Non in un giorno qualsiasi, ma bensì esattamente dodici anni dopo averti incontrata per la prima volta. » Guardò l'orologio al polso. « Beh, dodici anni e un'ora dopo per la precisione. » Si avvicinò un po' a lei e toccò il telescopio. Si prese una pausa di qualche secondo prima di proseguire.  « Sono cambiate così tante cose. Ti ho conosciuta, ti ho sposata e ho addirittura due figli, cosa che mai avrei pensato potesse accadere ad uno come me. » Sorrise. « Chissà, magari ritornerà tra trent'anni e lo mostrerò ai miei nipoti. »
Amy abbozzò un mezzo sorriso. « Stai insinuando che questo sia una specie di segno da parte, che so, dell'universo o qualcosa del genere? » disse lei facendo un gesto con la mano e un'espressione mista tra il divertito e il scettico.
« Non essere ridicola. Io non credo ai segni, al destino o altre cose insulse come queste. Però...» si interruppe ed Amy si avvicinò un po' visto che non proseguiva.
« Però? »
Lui guardò in basso per qualche secondo finché non ritornò a fissare la donna negli occhi. « Credo sia meglio andare a riprenderci i nostri figli. Sono rimasti troppo tempo in compagnia di Penny e non vorrei che li abbia influenzati negativamente in modo permanente. » disse passandole accanto.
Amy era piuttosto incuriosita da quel suo strano discorso, sopratutto per il fatto di averlo lasciato a metà. Era una cosa non da Sheldon.
Sapeva che se avesse insistito non avrebbe ottenuto niente per cui lasciò che quelle parole non pronunciate rimanessero un mistero.
« Mamma! » urlò Alison appena sentì la voce della donna dietro la porta chiusa, appena prima di udire la strana bussata di suo padre.
Si precipitò all'ingresso ed abbracciò prima sua madre poi Sheldon.
« Dove siete andati? Cosa avete fatto? Perché siete tornati così tardi? Cosa facevate chiusi in casa? » li bombardò di domande, ma non riuscirono a rispondere perché fu la volta di James intromettersi.
« La zia ha detto che stavate facendo un esperimento...» scese dalla sedia e li raggiunse mentre Penny e Leonard si immobilizzarono all'istante. « Ce lo fate vedere? » gli occhi già iniziavano a brillargli per l'emozione.
« Ehm...non credo sia una buona idea...» disse Penny.
Amy invece sorrise. « Certo che ve lo faremo vedere! Ormai siete abbastanza grandi per queste cose. »
Leonard lanciò uno sguardo terrorizzato alla moglie e quest'ultima assottigliò lo sguardo incredula per la risposta dell'amica.
« Già, all'inizio ero un po' perplesso però presumo che prima impariate meglio sia no? » continuò Sheldon sorridendo a sua volta.
Penny spalancò la bocca scandalizzata. « Ma...ma che state dicendo ragazzi? »
« Già...che—che state dicendo? » disse Leonard scandalizzato quanto lei.
I Cooper nemmeno diedero loro attenzione.
« Prima però c'è un po' di teoria che vi devo spiegare. » concluse Sheldon già avviandosi verso l'ingresso.
I bambini gridarono entusiasti.
« Forza, prendete le vostre cose e andiamo a casa. Prima si inizia e meglio è! » Il fisico teorico aprì la porta e fece uscire la famiglia prima di chiudersela alle spalle.
Rimasti da soli, Leonard e Penny non ebbero nemmeno il coraggio di muoversi.
« Sta...sta succedendo davvero quello che penso stia succedendo? » mormorò la donna battendo le palpebre.
Leonard sorrise in modo tirato e si passò una mano nei capelli. « Beh...arriva prima o poi il momento in cui bisogna fare il discorsetto, no? »
Penny gli lanciò un'occhiataccia. « Sì, peccato che a farlo sono Sheldon e Amy. E la cosa mi spaventa a morte. »



Angolo dell'Autrice.
Ritorno di nuovo dopo un mese e più di assenza da questa raccolta. Non sto ad annoiarvi sul perché ci abbia messo così tanto, ma ormai si sa come sono fatta. E pensare che questa doveva essere pubblicata il 24 maggio in occasione dei 6 anni degli Shamy, ma io la pubblico al 30 giugno perché sono trasgre.
Comunque penso che questa OS sia la più, come dire, nosense che abbia pubblicato in questa sezione.
Insomma, rumori strani, usano la scusa di un esperimento per spiegare i suddetti rumori ai bambini, poi in realtà stavano facendo un vero esperimento ma Leonard e Penny non lo sanno e quindi dopo quelle frasi finali ambigue iniziano a pensare molto male. Sì, ecco, diciamo che il caldo non mi fa un bell'effetto.
Spero sia di vostro gradimento comunque, è un po' che avevo in mente una cosa simile.
A presto^^
  
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