Le poesie calme

di _Maeve_
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Tre di Luglio
Tre di Luglio




Frinisce la cicala escoriata.

Un guizzo di farfalla reale boccheggià lì fra le foglie
e le formiche
mi si inerpicano sui sandali al punto
che devo sollevarli
(ora ci si è posata su una vespa poco bucolica
che a quanto pare sente l'odore dei fiori)
La nonna ha disposto le pietre
perchè facciano in cerchio un'aiuola,
la sento inveire col nonno che sembra
non le abbia portato l'alloro;
in effetti il telefono non prende
e un po' mi dispiace:
ti avrei scritto
(in barba poi se pur in buona fede non mi stavi pensando)
ora che s'intensifica il canto,
che un crocicchio di tronchi flessuosi come i malleoli di Dafne
m'esclude un po' il guardo
e le loro chiomette color smeraldo,
questo cantuccio di terreno rossastro
che un po' ci scherma dal campo,
meglio sarebbe se a te fossi in braccio,
se poi questo pezzo di cielo
tu mi sussurrassi all'orecchio 'un giorno,
vedremo'
per ora
riprendo in mano il mio libro
- come deve andare vada
non  l'ho detto nemmeno durante Italia-Germania
e figurati
se lo riservo a te -
forse un po' piango,
questo venticello mi dà momentaneo refrigerio dal caldo,
e può darsi che solo la mia Puglia riarsa
bistrattata ma bella
possa dire al tre di Luglio
Giulia, respira.





Note
La prima poesia in realtà è un tre, ma va bene così. Scelgo di pubblicarla insieme alla seconda per rispettare il canone della sua composizione, per non lasciarmela indietro, che è il principale scopo di questa raccolta, non lasciarmi le cose indietro, a prescindere poi dalla qualità di questi versi, forse un po' troppo ottimisti e poco giambici rispetto ai miei soliti, una sorta di taboo della positività consapevolmente violato e catartico, una sorta di preghiera. I personaggi che si muovono sullo sfondo di questa campagna si incastrano come le nugae di Catullo negli anacoluti e in questo post-modernismo contraffatto, che spero non insulti nessuno, insieme a un vago eco di Pascoli,e ad uno meno vago di Dante e Leopardi; ci sono le mie passioni, c'è quello che nel corso della giornata mi sforzo di non analizzare troppo, perdendomelo sotto il sole e sotto i pranzi e l'entusiasmo innato del mio sud, c'è quel velo di quel qualcosa che un giorno (o fra un'ora) mi potrebbe far dire: "non questo mi inducevi a sperare, misera!" (sempre Catullo) , e c'è quel tratto estrinseco e onnipresente di quel no che non mi andrebbe bene, ché altrimenti riuscirei a dormirci la notte.
Sperando di non annoiarli/vi, dedico questa raccolta a, qui su efp, Camilla e a Spark, per la dolcezza e l'accuratezza, che sono la più vicina investitura poetica esioidea in cui potessi avere la fortuna di incappare, e, immancabilmente, a tutte le voci diegetiche che in questi scritti compariranno. Buona estate.






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