Anteprima:“Non ti fidi di me, questo mi fa molto
male. Oscar,
lo sai che ti avrei detto tutto se me lo avessi permesso.”
Siamo giunti al termine della storia.
Grazie per avere letto e recensito. 953 visite mi rendono
contenta. Ma sopratutto, gli 8 preferiti e le 4 seguite, per non
parlare delle recensioni.
Grazie Grazie Grazie ancora.
Rose
bianche 8
Era
notte fonda ma nessuno dei due aveva
voglia di dormire, prima era importante chiarire la situazione che si
era creata in quelle settimane. Erano seduti davanti al
fuoco, sul
tavolo due bicchieri di Brandy non erano ancora stati toccati.
Un
silenzio pesante era calato tra loro, dopo le parole pronunciate da
Oscar sulla carrozza. Andrè guardava Oscar con cipiglio, non
voleva
davvero credere a quello che aveva sentito: “Ero
convinta che
fossi tu il ladro, non potevo certo chiederti di venire con me ai balli
per catturarlo.” Lui era arrabbiato e si sentiva ferito, non
pensava
che lei lo considerasse un vile ladro. Provava un dolore
sordo al
petto, lei non si fidava più di lui, lei che per lui era così
importante. Oscar si era alzata dalla sedia, aveva appoggiato
la mano
sulla mensola del camino, lui la guardava di spalle. “Non mi
dicevi
dove andavi e cosa facevi, ma ogni sera tornavi tardi.” Tentò
di
giustificarsi, si girò verso di lui: “Guarda, Andrè. Tu puoi
fare tutto
quello che ti pare, ma devi capire che ero proprio convinta che il
ladro fossi tu. La descrizione era molto simile, un giovane
vestito di
nero dai capelli scuri.” Andrè la guardò e disse: “Non
puoi basarti
sulla somiglianza fisica, o sulle dicerie della gente, lui deruba di
notte e al buio non si può riconosce bene una persona.” Andrè
sorrise
mesto, continuando: “Non ti fidi di me, questo mi fa molto
male. Oscar,
lo sai che ti avrei detto tutto se me lo avessi permesso.” Tra
loro calò
un silenzio pesante, carico di rancore e sospetti. Lei cercò
di
controbattere: “E poi ti avevo visto quella notte, con
quella collana
di perle, pensavo che l’avessi rubata.” Lui la guardò
arrabbiato,
alzando la voce: “Ti dissi che l’avevo trovata per strada e
che
probabilmente il Cavaliere Nero era passato di lì e l’aveva persa.”
Andrè scosse la testa in senso di diniego, afflitto, quasi sotto voce
disse: “Me ne vado a letto”. Si alzò, fece per
andarsene, ma lei lo
fermò toccandogli il braccio, lui si voltò per guardarla, lei gli
sussurrò un: “Perdonami, temevo di averti perso”. Lui
sospirò le prese
la mano e la strinse nella sua grande e calda. Poi si staccò
e fece per
andarsene; Oscar si sedette sulla poltrona, sorseggiando il
Brandy imbarazzata. Lui prima si fermò si girò
verso di
lei, le si mosse incontro, si inginocchiò davanti a lei in
modo che i loro occhi fossero vicini e lui potesse guardarla
direttamente il viso e le disse: “Voglio far parte della tua
vita non
mi escludere più. Ti prego, Oscar. Sei l’unica persona che
conosco a
parte mia nonna che mi ha regalato un sorriso quando ero disperato per
la morte dei miei genitori.” Lei lo guardò, si concentrò
sugli occhi
verdi che conosceva da una vita, occhi tristi e dolci, innamorati, gli
sorrise, abbassò lo sguardo verso il bicchiere: “Va bene,
Andrè. Niente
più dubbi o inganni. Te lo prometto.” Sollevò in alto il
calice per
brindare con lui. Anche Andrè prese il calice sul tavolo e brindarono
alla nuova promessa che si erano scambiati. In quella notte
erano
riusciti a chiarirsi e a parlare come da tanto non facevano più da
tanto.
Il giorno dopo mentre Andrè passava per il corridoio accanto alla
stanza di Oscar si accorse che la porta era socchiusa, sbirciò dentro e
la
vide davanti allo specchio. Era completamente vestita di
nero, stivali,
calzoni, casacca nera con ricami blu scuro e mantello nero. La
cosa che
più lo divertì era la parrucca di capelli neri. Oscar si
stava provando
la maschera di velluto nero, sentì bussare alla porta e si girò vide
Andrè sorriderle. “È un ottima idea Oscar, quella di
travestirsi per
catturare il Cavaliere Nero. Prendere il suo posto per un po’ e vedere
come reagisce.” Le si avvicinò la guardò dallo specchio,
accanto a lei
era più alto di almeno venti cm. Da quando era cresciuto così
tanto? Forse
perché ce l’aveva sempre vicino non si era accorta di avere accanto un
uomo, non più un ragazzino. Aveva notato che oltre ad essere
più alto
era più forte e robusto, non era riuscita a sfuggire alla sua presa la
notte prima. Con un gesto rapido le tolse la parrucca, lei si
portò
istintivamente le mani ai capelli. Lui la tirò in aria e la
riprese più
volte. “Ma vedi Oscar, non puoi indossare questo vestito. La
tua figura
minuta ed esile non ti fa sembrare un uomo e questa”, indicò la
parrucca “potrebbe metterti in seria difficoltà se ti finisse
sugli
occhi proprio mentre lo stai per acciuffare.” Le sorrise
malizioso,
prese un pugnale che portava sempre con se e senza pensarci due volte
si tagliò con un colpo netto la folta chioma di capelli scuri.
Oscar si
girò a guardarlo con la bocca aperta; Ora si ricordava
perfettamente,
l’Andrè che aveva visto nel sogno, aveva i capelli corti, proprio come
lui in quel momento e un ciuffo di capelli gli ricadeva sull’occhio
destro. Era come se il tempo si fosse fermato, lui l’aveva
presa per le
braccia e la stava scuotendo, ma lei non si era accorta di niente come
se vivesse in un altro mondo, c’erano solo lei, lui, il sogno delle
rose e ancora lui che l’abbracciava e la baciava appassionatamente.
Dopo pochi secondi si riprese. “Oscar, cos’hai? Sei così
pallida.”
Guardò il viso di Andrè così preoccupato, lei prese un respiro
profondo. “No Andrè, non è nulla, va tutto bene.” Lui
la strinse un po’
le braccia, “Sei sicura che non devo chiamare la nonna?” Lei lo guardò
e gli sorrise per rassicurarlo, assentì. Lui la lasciò
continuando a
parlare: “Bene, allora procurami un vestito da Cavaliere
Nero.” Un Ora
dopo le parti si erano invertite, era Oscar che aspettava fuori dalla
camera che Andrè si vestisse da ladro. Un pensiero
funesto,
le passò per la mente, ma lo scacciò subito. Sentì la voce di
Andrè
chiamarla dalla stanza. Quando entrò vide una persona
completamente
diversa, non il suo migliore amico. Il taglio di capelli
faceva
risaltare il suo viso dai lineamenti regolari e mascolini; la cosa che
la colpì maggiormente furono gli occhi, non sapeva neppure lei perché
le sembravano ancora più verdi del solito contornate da ciglia nere e
folte. Il costume nero metteva in risalto le spalle quadrate
e ampie,
la vita sottile e le gambe muscolose e magre. “E
allora, come
ti sembra? Tu l’hai visto seppur da lontano.” Disse con voce
allegra,
sembrava un bambino che si divertiva a travestirsi per fare uno scherzo
a qualcuno. Andrè si guardò allo specchio fece un
mezzo giro
su se stesso e poi si voltò verso di lei prendendo il mantello nella
mano destra portandoselo al petto e facendo un inchino rivolto ad
Oscar. Lei lo guardava, gli rispose in tono serio che gli
somigliava
abbastanza. “Allora, domani sera proveremo ad andare nella
casa di un
nobile e a rubare, vedremo se il vero ladro uscirà allo scoperto.”
Oscar assentì; la spensieratezza di André stonava con la
serietà di Oscar. Mentre si toglieva la maschera e il
mantello si
accorse che in lei qualche cosa non andava. Le si avvicinò,
“Oscar, c’è
qualche cosa che ti preoccupa?” Le disse in tono
preoccupato. Lei
sospirò, pensò che forse era tutto uno sbaglio che quello che stavano
facendo era troppo pericoloso. Andrè la precedette con i
pensieri “Se
pensi che sia troppo pericoloso, non ti riconosco. Non è da
te
comportarti in questo modo, tu non hai paura di niente. E poi
non eri
tu che volevi catturarlo a tutti i costi? Beh, questo mi
sembra un
ottimo modo per farlo uscire allo scoperto.” Oscar accennò a
un
sorriso, ma abbassò lo sguardo: “Oscar, non fare quella
faccia, non
vedo l’ora di cominciare e poi ci sarai tu al mio fianco, se dovesse
succedere qualche cosa mi proteggerai vero?” Finalmente lei
gli
sorrise: “Si Andrè, potrai contare su di me.” Andrè
si stiracchiò come
un grosso gattone e aggiunse: “Bene, allora domani notte
inizieremo.
Vado a togliermi questa roba e a riposarmi un po’ se dovrò rimanere
sveglio di notte mi converrà riposare un po’ di più di giorno.”
Oscar
lo vide andare via, non sapeva spiegarsi il senso di angoscia che
provava, sapeva solo che Andrè faceva tutto quello solo per lei.
Le
ritornarono in mente le parole della sera prima, “Non voglio
che ti
accada nulla di male, io devo proteggerti.” Chiuse gli occhi
e pensò
intensamente Andrè ti prego, non innamorarti di me, non ne vale la
pena, ti farei troppo male, non potrei mai amarti se non come un
fratello. Si concentrò su altri pensieri più consoni alla
sua vita di
militare; finalmente avrebbe catturato il Cavaliere Nero. Guardò
la
rosa bianca nel vaso accanto al tavolo, posto vicino al piano. Si
avvicinò, toccò i petali di velluto delicatamente senza staccarli, ne
aspirò l’odore, dolce. Le ritornò in mente il sogno, la
dolcezza il
calore delle labbra di Andrè. Scacciò quei pensieri dalla
mente. La
realtà era ben diversa, lei era un soldato e aveva altro a cui pensare,
il suo lavoro era la cosa più importante. In futuro forse, ma
scosse la
testa scacciando quel pensiero che le si insinuava da un po’ di tempo,
lei e Andrè insieme come una coppia di amanti, no non sarebbe mai stato
possibile una cosa del genere. Si concentrò sulla cattura di
quel
ladro, c’erano tante cose da preparare per l’indomani e tutto doveva
essere perfetto. Uscì dalla stanza, si richiuse la porta
alle spalle.
Una folata di vento fece muovere le tende accanto alla finestra, la
rosa bianca perse un petalo che trasportato dal vento finì sulla spalla
di Andrè, mentre passava proprio sotto la stanza di Oscar.
FINE
EHMMM
E NON È FINITA QUI: Siamo finalmente giunti alla fine di
questa storia. È doveroso spiegare il perché del titolo e del
Cavaliere
Nero. Ho pensato al titolo le rose bianche perché nel cartone
animato
hanno un’importante significato. La rosa è simbolo di
femminilità e di
nobiltà La rosa ha una vita intensa ma breve, proprio come la
protagonista e se vogliamo le protagoniste del nostro cartone animato
preferito. La rosa anche se è
un fiore in apparenza delicato, in realtà non lo è; in inverno resiste
al freddo
intenso e da quando comincia il caldo fino a settembre inoltrato
continua a dare i suoi bellissimi fiori. Perché Rose bianche
e rosse?
Ho pensato al simbolo dell’amicizia e dell’amore. Nel sogno
Oscar vede
le rose bianche trasformarsi in rosse. È il simbolo
dell’amicizia che
lei prova per Andrè e che piano piano si trasforma in amore per lui,
anche se lei ancora non lo sa o è troppo codarda per ammetterlo o non è
ancora pronta per l’amore del suo migliore amico. Come
spiegato anche
all’inizio, nello stesso tempo avevo per la testa il
significato dei fiori, ancora rosa bianca/amicizia, rosa rossa/amore -
passione. Ho dovuto cercare di creare una storia in cui andrè
non si
fosse ancora dichiarato, prima dell’incidente dell’occhio subito dopo
il ritorno di Fersen. L’idea dei diversi vestiti mi è venuta
in mente
ricordando il vestito alla Odalisca nel cartone. L’idea
mi è
venuta con i miei molti e se facessi questo e se facessi quest’altro?
Ho azzardato molto, me ne rendo conto. Nella storia originale
non penso
proprio che ad Oscar fosse passata per l’anticamera del cervello di
mettersi un vestito da donna per catturare il ladro. Però
consentitemi
questo azzardo, non è poi così strana la mia idea. Sono
partita dal presupposto che lei volesse catturare a tutti i costi il
cavaliere
mascherato, e cosa ancora più importante non si fidasse di André.
Nel
cartone è chiaro che lei non si fida di lui e nello stesso tempo è
molto preoccupata delle sue continue assenze. Gli e lo dice
con voce rotta e angosciata la sera che viene ferita alla
testa da uno
degli scagnozzi del ladro: “Ma dove vai? Cosa fai? Non ti
sto accusando…” Se togliamo ad Oscar la sua spalla e lei
rimane
sola, deve contare solo sulle proprie forze e allora ecco che si
traveste in modo
che veramente nessuno potesse riconoscerla con una parrucca nera.
È vero che la sindrome da cecità acuta alla Fersen nel mio racconto ce
l’hanno tutti i nobili, ma una donna con una pettinatura diversa e con
i capelli di un altro colore può essere scambiata per un'altra persona.
Si, lo so, ho azzardato parecchio anche qui. E poi volevo
togliermi il gusto di far divertire la nonna di André, quella povera
donna ha cucito per 20 anni vestititi da donna e Oscar le ha dato la
soddisfazione di indossarli solo una volta, è un’ingiustizia, non vi
pare?
^_^ Grazie a tutti voi per aver letto questa storia
Alla
prossima avventura e come sempre spero di avervi divertito.
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