Buongiorno a tutti!
Ebbene sì, sono tornata e con me porto l'ultimo capitolo di
questa fan fiction. Doveva esserci anche un extra, ma alla fine ho
deciso di non portarlo a termine per una serie di motivi, forse in
futuro lo riprenderò e lo pubblicherò come storia
a parte, mai dire mai.
Sono dispiaciuta per il
tempo che vi ho fatto aspettare -più di un anno, sic!- ma
tra una cosa e l'altra non sono riuscita a scrivere il capitolo prima
di un mesetto fa. Quest'anno a causa degli impegni universitari ho
scritto veramente molto poco rispetto a quanto avrei davvero voluto
scrivere. Questo capitolo l'ho scritto in due giorni mentre ero al
mare, finalmente in vacanza, e l'ho perfezionato qui a casa pochi
giorni fa.
Credo di avervi annoiati
abbastanza con le mie chiacchiere. Ci rivediamo in fondo! Buona lettura!
Capitolo XII - Vero Cielo, stesso
Cielo
Akiko Shikata - Istoria - Musa -
Kleio
Riemerse lentamente dalle profondità di se stesso, come una
bolla d’aria che si fa strada verso la superficie
dell’oceano. L’indice della mano sinistra si
contrasse, strisciando con uno scatto sul lenzuolo fresco e la coperta
morbida, poi le altre dita lo imitarono, reagendo al suo calmo
risveglio.
Inspirò profondamente, prendendo coscienza del morbido
cuscino su cui era posata la sua testa. Attorno a lui c’era
solo silenzio, un quieto silenzio privo di minacce, simile a quello che
l’aveva accolto nell’appartamento della sua
Tempesta, ma allo stesso tempo diverso. Il suo super-intuito stava
sondando il terreno per lui, sussurrandogli che non conosceva quel
luogo ma che non doveva temerlo, quella stanza era sicura.
Annuì a se stesso e decise di aprire gli occhi. Le palpebre
tremarono sotto il peso del sonno che le aveva tenute serrate fino a
quel momento, poi cedettero ai suoi sforzi e si schiusero. La camera
era avvolta dalla penombra e la sua vista non ebbe
difficoltà ad adattarvisi. L’elegante e chiaro
tendaggio di un letto a baldacchino accolse il suo primo sguardo al
mondo dopo quel lungo riposo. Sbatté le palpebre, confuso
per un attimo. Quanto aveva dormito? Questa volta il suo intuito non
gli fu d’aiuto, pareva altrettanto incerto, come se anche lui
si fosse svegliato da poco da un sonno incredibilmente lungo.
Con attenzione si tirò a sedere e dall’alto, i
suoi occhi si abbassarono a studiare il suo corpo, vestito di un
pigiama che gli era familiare, e le coperte vivaci che lo coprivano.
Guardò alla sua destra, la finestra era coperta da una tenda
non troppo scura che filtrava la luce del sole, poi spostò
lo sguardo a sinistra, trovando un comodino accanto al letto e la porta
della stanza, ovviamente chiusa. Si concesse un altro sguardo a quella
camera, ma non la riconobbe e l’idea di trovarsi chiuso da
qualche parte -per quanto sicuro potesse essere- lo infastidiva
terribilmente. Non sapeva spiegarsi nemmeno lui questa bizzarra
avversione, ma Tsunayoshi non se ne preoccupò e
scostò le coperte per posare i piedi sulla moquette.
Sentì il corpo un po’ rigido e anche questo segno
gli fece capire di aver dormito a lungo.
Non si preoccupò di cercare un paio di ciabatte o qualsiasi
altra cosa da infilare ai piedi nudi e con attenzione si
alzò, reggendosi al comodino accanto al letto.
Certo che le gambe avrebbero retto il suo peso senza cedervi
all’improvviso, Sawada Tsunayoshi raggiunse la porta, la
aprì e affidandosi al proprio super-intuito
s’incamminò nel corridoio.
Akiko Shikata - Istoria - Musa -
Euterpe
Dato un altro morso al dolcetto che teneva in mano, Lambo sorrise
soddisfatto mentre girava l’angolo del corridoio illuminato
dal sole del primo pomeriggio. Si era perso cercando di arrivare alla
stanza in cui era certo di poter trovare Reborn, ma era invece giunto
in cucina e lì il personale di Villa Vongola lo aveva
accolto con entusiasmo, occupandosi di lui e intrattenendolo per fare
in modo che stesse lontano dai fuochi e i vari utensili, pericolosi o
meno che fossero. Alla fine aveva detto che doveva riprendere la sua
ricerca e uno dei cuochi, un uomo alto e massiccio con dei buffi baffi
scuri, gli aveva donato un muffin appena sfornato per dargli nuove
energie. Tutto contento, il Guardiano del Fulmine se n’era
quindi andato e aveva preso a girovagare per la villa, senza una reale
meta in mente e salutando allegramente i domestici che incontrava lungo
la strada, compresa la bionda Marianna, che li aveva accolti il giorno
del loro arrivo.
Imboccato un nuovo corridoio che portava all’ala opposta
dell’edificio, Lambo scorse una figura conosciuta al piano
inferiore. Cosa ci faceva in giro il suo fratellone se
l’ultima volta che aveva controllato era nel suo letto che
dormiva? Possibile che Hayato-nii non l’avesse avvertito del
suo risveglio? Scosse la testa dicendosi da solo che era impossibile,
perché si era anche tanto raccomandato con Takeshi-nii
perché lo avvisassero.
Allora perché Tsuna-nii era in giro da solo? Lo
osservò mentre si guardava attorno, come se stesse valutando
dove andare, poi il ragazzo si voltò verso di lui e il
bambino rabbrividì per un attimo sotto l’esame di
quelle iridi arancioni. Non c’era alcuna fiamma sulla fronte
del giovane, ma bastò un sorriso del castano a far scemare
la preoccupazione del piccolo Bovino, che lo seguì di corsa
quando riprese il suo vagare.
Akatsuki no Yona Original
Soundtracks - 04 - Tribe of Fire
-Mh?- esordì Yamamoto, fermandosi a pochi passi
dalla stanza dove ormai da una settimana, stava riposando Tsuna.
La sua perplessità era tutta rivolta all’amico
Gokudera che fissava l’interno della camera con sguardo
smarrito.
-Gokudera?- chiamò, facendo sussultare l’argenteo.
-Gokudera che succede?-
-I-Il Decimo…- balbettò lui.
-Cosa? Finalmente Tsuna si è svegliato?- disse allegro,
mentre lo raggiungeva.
-Non è nella sua stanza…-
Di colpo, tutta la spensieratezza del giocatore di baseball era
svanita. Si voltò di scatto verso la camera, ne
osservò l’interno e il letto vuoto
gettò un peso sul suo cuore. Al suo fianco, il Guardiano
della Tempesta sembrava essersi destato dal suo stato di gelo ed era
entrato nella stanza, correndo alla porta del bagno privato per
controllare che il suo Boss non fosse lì dentro.
-N-Non avevi ancora controllato?!- domandò stupito Takeshi,
ma comprese il perché prima ancora che gli rispondesse.
-Non sento la sua presenza.- mormorò cupo, prima di dare un
colpo con le nocche sulla porta. -Decimo? Decimo è
lì dentro?-
Aperta la porta, trovò ad attenderlo un’altra
stanza vuota.
-Dobbiamo avvertire il bambino!- esclamò il moro.
L’italiano annuì. -Pensaci tu, io vado a cercare
gli altri e-
-Dov’è ImbranaTsuna?- domandò il killer
numero uno del mondo fissando entrambi i ragazzi dalla soglia.
-Reborn-san…- sussurrò Smoking Bomb voltandosi.
-Non lo so… non ho idea di dove sia!- esclamò
tornando verso la porta. -Ero venuto a controllarlo, perché
ormai avrebbe dovuto svegliarsi, ma il letto è vuoto!-
-Calmati Gokudera.- replicò il bambino, aprendo la mano
destra.
Leon il camaleonte vi corse immediatamente prendendo la forma di un
telefono cellulare che il killer portò vicino
all’orecchio.
-Coyote, abbiamo un problema, Tsuna non è nella sua stanza.-
comunicò atono al Guardiano della nona generazione. -Ah,
è così? E nessuno del personale l’ha
fermato o avvicinato in qualche modo?-
Yamamoto ascoltò la conversazione dell’Arcobaleno
con apprensione. Possibile che qualcuno si fosse spinto fino alla
stanza del futuro Boss per portarlo via? Oppure Tsuna se
n’era andato di sua spontanea volontà? E se era
così perché non era andato a cercare qualcuno di
loro? Con queste domande in testa, il Guardiano della Pioggia si
voltò a guardare Gokudera e si stupì nel trovarlo
fermo e concentrato sulla telefonata del killer, solo i pugni stretti
lungo i fianchi mostravano quanto fosse preoccupato. Si era aspettato
di vederlo agitarsi per tutta la stanza alla ricerca del suo adorato
Decimo, invece stava lì ad aspettare istruzioni e
sicuramente a pensare a un modo di rendersi il più utile
possibile per ritrovare l’amico sparito nel nulla.
-Ho capito. Questa è una buona notizia, ora ce ne occupiamo
io e i ragazzi. Grazie Coyote.- disse infine Reborn, chiudendo la
telefonata.
-Allora?- chiese Hayato.
-ImbranaTsuna sta bene. Sembra che stia girovagando per la villa.-
-Cosa? E perché nessuno l’ha fermato o ci ha
avvertiti?-
-Stavano per avvertire me.- risposte il bambino, avviandosi lungo il
corridoio. -Nessuno si è avvicinato a Tsuna
perché emana un’aura diversa dal solito.-
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo ansioso. Cosa avrebbero
trovato all’incontro con il loro amico?
-Per adesso mi hanno detto che si sta dirigendo verso i giardini sul
retro della villa e che Lambo è con lui.-
-La Scemucca è col Decimo?- domandò Gokudera.
Reborn annuì. -Voi andategli dietro. Seguitelo a distanza,
chiedete indicazioni ai domestici, Coyote ha dato istruzioni precise.
Io mi occuperò di avvisare gli altri Guardiani.-
Final Fantasy IX - The Place
I’ll Return Someday
Aveva capito dove si trovava, ma in qualche modo gli sfuggiva il
perché.
Nel suo girovagare nessuno gli si era avvicinato, tranne il suo
Guardiano che ora gli trotterellava accanto, e questo gli aveva dato il
tempo per riflettere. Perché al suo risveglio gli era venuto
in mente l’appartamento del suo Guardiano della Tempesta? Gli
era venuta una mezza idea di chiedere al suo accompagnatore, ma alla
fine aveva deciso di aspettare. Sapeva che presto o tardi gli altri
Guardiani lo avrebbero raggiunto.
Dopo aver girato a caso per i corridoi di Villa Vongola, Tsunayoshi
aveva deciso di spostarsi all’esterno e i giardini illuminati
dal sole lo avevano accolto a braccia aperte con i loro colori e
profumi. Inspirò a pieni polmoni l’aria satura di
odori e s’avviò nuovamente in cerca di un posto
dove rilassarsi.
Lambo camminava accanto al suo fratellone, stranamente tranquillo,
ridendo e indicando questo o quell’altro fiore di tanto in
tanto, ma ottenendo a malapena un’occhiata in risposta.
Hayato-nii e Takeshi-nii gli avevano spiegato che al suo risveglio
Tsuna sarebbe stato confuso e che avrebbe avuto bisogno di tempo per
recuperare, ma soprattutto gli avevano fatto promettere -anzi, giurare
sulle caramelle all’uva!- di non rivelare mai a Tsuna quello
che era successo negli ultimi giorni. Lambo ricordava bene quanto fosse
spaventato il suo fratellone e lui non voleva più vederlo in
quello stato.
Alzò gli occhi sul castano. Era sicuro che quello
fosse il suo Tsuna-nii, eppure c’era qualcosa di diverso.
Diverso in senso buono, certo. Il suo fratellone non aveva ancora detto
nulla da quando si erano incontrati e non era inciampato neppure una
volta, nonostante i pantaloni del pigiama gli fossero finiti
più volte sotto i piedi. Non aveva la fiamma sulla fronte,
eppure quell’atteggiamento gli ricordava tanto quando il suo
fratellone era impegnato in una battaglia. All’improvviso, un
pensiero attraversò la sua mente e Lambo si
fermò. Questo Tsuna-nii somigliava tantissimo allo Tsuna-nii
più grande a cui aveva regalato il suo bellissimo disegno.
Il suo fratellone era cambiato, forse anche i suoi sentimenti per lui
erano mutati? La terribile idea che Tsuna non gli volesse
più bene si annidò fra i suoi pensieri e gli
occhi verdi cominciarono a riempirsi di lacrime.
-Lambo.-
Il bambino sobbalzò alla chiamata, ma alzò lo
sguardo e di nuovo il sorriso del castano lo convinse che non
c’era nulla di sbagliato. Come aveva potuto pensare che
l’affetto del suo fratellone fosse venuto meno?
Gli saltò tra le braccia e si accoccolò contro il
suo petto caldo, ricevendo in cambio delle leggere carezze sulla testa.
Final Fantasy IX - Limited Time
Grazie alle indicazioni del personale di Villa Vongola, Yamamoto e
Gokudera erano arrivati fino ai giardini. Da lontano potevano scorgere
la figura del loro Boss con Lambo in braccio, intenta a camminare senza
una meta apparente.
Il Guardiano della Tempesta osservava attentamente ogni mossa del suo
Cielo, cercando di mettere a tacere il desiderio crescente di
raggiungerlo e assicurarsi che stesse bene e soprattutto che fosse
ancora il suo adorato Decimo, nonostante tutto ciò che era
accaduto appena una settimana prima.
In quei sette lunghi giorni, Tsuna aveva dormito profondamente, senza
mai muoversi o lamentarsi nel sonno. Ogni tanto c’erano stati
dei picchi di risveglio della Fiamma del Cielo, ma si erano rivelati
innocui tentativi di assestamento della Fiamma stessa, che avevano
contribuito alla guarigione delle ferite riportate dal corpo che la
ospitava. Ogni graffio era guarito e di questo Smoking Bomb era
più che mai grato, ma la cicatrice che ora svettava sul
fianco del suo Boss non se la sarebbe mai perdonata.
-Sai, sei cambiato, Gokudera.- esordì a un tratto il
Guardiano della Pioggia, attirando su di sé lo sguardo
confuso dell’altro.
-Come?-
Il moro ridacchiò appena. -Fino a poco tempo fa saresti
corso in giro come un matto per cercare Tsuna, invece prima nonostante
il panico iniziale, sei rimasto calmo e hai pensato bene al da farsi.
Anche adesso, che hai Tsuna a portata di mano non gli sei corso
incontro.-
Preso alla sprovvista da quelle lodi, l’argenteo
arrossì e tossicchiò per un attimo, per poi
tornare a guardare i movimenti del castano. -Il Decimo ha bisogno di
questo. Ha bisogno che io sia in grado di reagire prontamente agli
imprevisti e di comportarmi di conseguenza. Ora l’ho capito.
-E comunque, non venirmi a dire che anche tu non vorresti correre da
lui in questo momento.- aggiunse, dandogli un’occhiata veloce.
Il giocatore di baseball rimase interdetto per un istante, poi rise e
si portò una mano alla nuca. -Eh già, hai proprio
ragione Gokudera!- ammise. -Non so perché, ma ho una voglia
matta di correre da lui, dritto come un home run!-
Solo il rumore di passi frettolosi impedì a Gokudera di
sbattersi una mano in faccia per quel riferimento sportivo.
-Ehi testa di polpo! Yamamoto!- esclamò Ryohei, frenando la
propria corsa accanto ai due. -Cosa sta succedendo
all’estremo?! Reborn mi ha detto che Tsuna è
sveglio!-
-Abbassa la maledetta voce testa a prato!- ordinò Smoking
Bomb. -Il Decimo è laggiù, ma non dobbiamo fare
niente finché non ci saremo tutti. Resta in silenzio, non
sappiamo cosa aspettarci da lui in questo momento.-
Colpito dal tono serio e grave usato dall’amico, il Guardiano
del Sole si zittì e assentì con un breve cenno
del capo per poi girarsi a guardare il suo fratellino acquisito. Era
lontano, ma non così tanto da non poter distinguere il
piccolo Lambo stretto al suo petto. Lo studiò per qualche
attimo, piegando poi il capo da un lato, perplesso.
All’improvviso voleva avvicinarglisi, voleva assicurarsi che
stesse bene e che non fossero rimasti segni della presenza di quella
Fiamma crudele e spietata che tanto lo aveva fatto soffrire.
-Uomo della Tempesta.- disse Chrome comparendo dal nulla accanto ai
ragazzi.
-Chrome!- esclamò tra i denti l’argenteo,
portandosi una mano al petto per lo spavento. -Avvisa la prossima
volta.-
La ragazza sbatté la palpebra, fissando il compagno. -Uhm,
scusa.-
Gokudera sospirò. -Non fa niente… Manca solo quel
sociopatico di Hibari adesso.-
-Uhm, veramente l’uomo della Nuvola è vicino al
Boss.- avvisò Chrome, indicando il loro Cielo e la figura
del disciplinare che gli stava andando incontro dalla direzione opposta.
-Cosa?!-
Final Fantasy X - The Silence
Before the Storm
Tsunayoshi aveva finalmente trovato un luogo in cui fermarsi. Aveva
individuato un gazebo circolare di legno, con le colonne tutte avvolte
nell’edera verde, trovandolo invitante e tranquillo, il posto
perfetto in cui riposare e riflettere. Aveva quindi modificato il suo
percorso e aveva deviato per poterlo raggiungere, incurante degli
sguardi dei suoi Guardiani che lo seguivano con attenzione senza
disturbarlo. Solo uno aveva deciso di fare di testa sua, ma visto
l’Elemento se l’era aspettato: la Nuvola dopotutto
agiva per il bene della Famiglia a distanza da essa.
Il Presidente del Comitato Disciplinare della scuola media di Namimori
lo fissava con i suoi occhi grigi a circa dieci passi di distanza, la
giacca appesa sulle spalle e le braccia lungo i fianchi.
-Sawada Tsunayoshi.- chiamò il moro, ottenendo
un’attenzione silenziosa che non si aspettava, esattamente
come l’arancione in quegli occhi che avrebbero dovuto essere
marroni.
-Hibari-san.- disse il castano, la voce arrocchita dal mancato uso.
-Volevi dirmi qualcosa?-
Kyoya squadrò il ragazzo che aveva davanti. Non
c’era ombra di dubbio, quello era Sawada Tsunayoshi, studente
della scuola media di Namimori, non quella spietata creatura impazzita
con cui aveva lottato una settimana prima. Eppure, sembrava
così diverso da quello che doveva essere. C’era un
po’ dell’uno e un po’
dell’altro in un connubio praticamente perfetto…
anzi, giusto.
Questo era il vero
Sawada Tsunayoshi, realizzò il moro.
-Sei in pigiama e a piedi scalzi. Stai minando il buon nome della
scuola media di Namimori.- asserì, rispondendo alla domanda
del ragazzo.
-Sono dispiaciuto Hibari-san, cercherò di porvi rimedio.-
-Sarà meglio, o dovrò morderti a morte.-
avvertì, assottigliando lo sguardo.
-Ti pregherei di non farlo.- replicò Tsunayoshi. -Mi sono
appena svegliato, non credo di essere pronto per un combattimento con
te.- detto questo si voltò e si allontanò in
direzione del gazebo. -Buona giornata Hibari-san.-
Fosse stato chiunque altro, probabilmente il Presidente del Comitato
Disciplinare lo avrebbe rincorso e morso a morte innumerevoli volte
come punizione per avergli voltato le spalle, ma nel caso del suo Cielo
non vi diede peso e con Hibird posato sulla testa si girò
per andare alla ricerca di un posto all’ombra dove farsi un
pisolino.
Final Fantasy X HD -
Yuna’s Theme
Il disciplinare era ormai distante e Tsunayoshi era comodamente seduto
sotto il gazebo con Lambo addormentato in grembo quando gli altri
Guardiani lo raggiunsero. Il suo sguardo era perso in lontananza e la
sua mente occupata da fitti pensieri, ma tutto s’interruppe
quando quattro paia di passi pesanti fecero vibrare il pavimento di
legno chiaro, attirando i suoi occhi tinti d’arancio.
I quattro ragazzi si sentirono piccoli e indifesi di fronte a quelle
iridi calme e profonde come le acque di un lago, ma non vi fuggirono,
rimasero in attesa che il loro Cielo finisse di esaminarli, che
trovasse ciò di cui era alla ricerca, che ottenesse risposta
ai quesiti che doveva sicuramente essersi posto al suo risveglio
improvviso senza nessuno accanto.
-Hayato.- chiamò a un tratto, puntando gli occhi arancioni
in quelli verdi. -Ho delle domande da farti.-
La Tempesta si sistemò con la schiena ben dritta e le
braccia lungo i fianchi. -Nelle mie possibilità
risponderò, Decimo.-
L’altro annuì. -Quanto tempo ho dormito?-
-Una settimana, Decimo.-
-Perché dormivo?-
Gokudera rimase quasi spiazzato dalla domanda. -Non ricorda? Poco
più di una settimana fa siamo giunti qui a Villa Vongola
perché il Nono potesse sciogliere il sigillo che le aveva
imposto da bambino.-
Tsunayoshi si prese il suo tempo per riflettere sulla risposta
ricevuta, poi si guardò i palmi sfiorati dai bianchi segni
di ferite che non ricordava di avere mai subito.
-Quindi questo è il vero me?- domandò
più a se stesso che ai suoi amici.
-Si sente diverso rispetto a prima?-
-Indubbiamente. Però, in qualche modo è giusto, come il
fatto che tutti voi siate qui accanto a me oggi.- disse il castano,
tornando a guardarli. -Dimmi Hayato, cos’è
successo? Come ho fatto a diventare così?-
Quella era la domanda che il braccio destro di Vongola Decimo temeva di
più. Al suo fianco e alle sue spalle, i compagni tacevano,
pronti a intervenire se avesse avuto bisogno di loro.
-Allo scioglimento del sigillo, ha affrontato la Fiamma
dell’Ultimo Desiderio in uno scontro di volontà.-
-E poi?- chiese.
I pugni della Tempesta si strinsero. -Inizialmente… la
Fiamma si è rivelata troppo potente e ha preso il
sopravvento.-
Il suo super-intuito pareva impazzito: chino sulle sue orecchie
insisteva nel dirgli che c’era molto altro da sapere, ma
Tsunayoshi sentì il proprio cuore tremare all’idea
di conoscere il resto. -Continua.-
-Lei cosa ricorda, Decimo?- chiese Hayato.
A quella domanda, i ricordi sembrarono farsi avanti da soli,
lentamente, sotto forma di sensazioni e forme confuse, come vecchi
fantasmi rancorosi usciti da un quadro sbiadito. Gli occhi di
Tsunayoshi si fecero larghi e istintivamente si portò una
mano sul petto a stringere la casacca del pigiama.
-Paura.- mormorò. -Ricordo tanta, tanta paura. Una rabbia
smisurata e una fame di- le iridi arancioni scattarono in basso, sulla
figura addormentata del piccolo Lambo. -Hayato, rispondimi, che cosa vi
ho fatto?-
-Lei nulla, Decimo.- assicurò. -La Fiamma ha tentato di
impadronirsi delle nostre Fiamme.-
-Come?-
-Non posso rispondere.-
Quella frase fu talmente inattesa che Tsunayoshi quasi saltò
in piedi, mentre si voltava a guardarlo. -Perché?-
-Perché è mio dovere proteggerla Decimo, anche da
se stesso. Non voglio e non posso permetterle di farsi del male in
questo modo.- affermò risoluto. -Se in futuro
ricorderà qualcosa o tutto di quel giorno, allora io
sarò al suo fianco ad aiutarla ancora una volta.-
-E noi con lui, Tsuna.- intervenne Takeshi con un gran sorriso.
Finalmente, lo sguardo del futuro Boss si accese. Si
illuminò di una miriade di sentimenti diversi, mentre li
osservava uno a uno, ma l’affetto e la gratitudine vinsero su
ogni altro. Le lacrime gli bagnarono le guance prima che se ne
accorgesse, ma non fece nulla per fermarle perché in qualche
modo sapeva che non erano solamente sue.
Poi sorrise. -Grazie. Vi ringrazio dal profondo del cuore e vi
prometto, che finché avrò vita, io
farò altrettanto: vi proteggerò.
Proteggerò la mia Famiglia.- disse e i suoi occhi tornarono
marroni.
Da lontano, Reborn aveva osservato tutta la scena e
un’espressione serena era sorta sul suo viso. Per fortuna,
tutti i suoi timori si erano rivelati infondati: quando Coyote gli
aveva riferito che Tsuna era in giro per la villa, ma che nessuno aveva
osato avvicinarlo per paura della sua reazione, gli si era formato un
nodo in gola. Ora, però, sapeva di poter stare tranquillo
perché il futuro Boss dei Vongola era al massimo della sua
forma e l’aura che emanava era limpida e avvolgente come il
cielo che li guardava dall’alto.
L’Arcobaleno del Sole mise le mani in tasca e strinse nel
palmo i due oggetti che conservava in quella sinistra. Forse era il
momento di restituirli al legittimo proprietario.
Cercò di mantenere la sua presenza nascosta, come aveva
imparato a fare nel suo lavoro e com’era ormai
d’abitudine per fare scherzi al suo allievo.
-Reborn.- chiamò Tsunayoshi, sorprendendo tutti i presenti,
killer compreso, che fermò i propri passi. -Non
c’è bisogno di nasconderti.-
Le labbra del bambino si tirarono in un ghigno divertito. -E
così ti sei accorto di me, bravo Tsuna.-
-Mh…- annuì il castano, voltandosi verso il suo
insegnante per incrociarne gli occhi neri. -Mi ero accorto di essere
osservato, ma ho capito che eri tu solo poco fa.- ammise per poi fare
un cenno in direzione di Villa Vongola. -L’altro curioso
dovrebbe essere il Nono, andando per esclusione.-
Il killer ridacchiò appena. -Probabile. Sono sicuro che
vorrà incontrarti più tardi, era molto
preoccupato per te.-
Di nuovo, Tsunayoshi annuì. -Sei venuto solo per colmare la
tua curiosità o hai qualcosa da dirmi?-
Reborn studiò con attenzione le iridi marroni del ragazzo,
trovando al loro interno una sfumatura sconosciuta a quel colore,
perché di solito la coglieva quando era
l’arancione a dominare.
-No, sono venuto per restituirti qualcosa che ti appartiene.-
affermò, saltando sulla panca su cui sedeva il suo allievo.
-Takeshi, occupati di Lambo per favore.- disse il futuro Boss.
Sorpreso dalla chiamata improvvisa, il Guardiano della Pioggia ci mise
un secondo in più a capire cosa doveva fare. Alla fine,
però, prese il bambino addormentato tra le braccia e
tornò al suo posto, mentre l’Arcobaleno porgeva a
Tsuna il contenuto della sua tasca.
Un bagliore di riconoscimento e nostalgia scosse per un attimo lo
sguardo fermo del giovane Cielo, che raccolse i due anelli dal palmo
dell’altro. Li osservò in silenzio, poi a un
tratto i suoi occhi si tinsero d’arancio e una fiamma
s’accese sulla sua fronte, quindi infilò al dito
l’anello della sua Box Arma che si materializzò
sul suo grembo subito dopo.
-Ciao Natsu.- disse, ottenendo un piccolo ruggito di gioia in cambio e
senza preoccuparsi delle occhiate sorprese della sua Famiglia.
Persino Reborn era rimasto sorpreso dalla rapidità e la
sicurezza con cui aveva attivato la Fiamma dell’Ultimo
Desiderio, che ora brillava sulla sua testa in tutta la sua fiera
purezza, identica a quella mostrata dallo Tsuna adulto comparso
all’inizio di tutta quella storia.
-Decimo?- chiamò Gokudera con la voce più ferma
che gli riuscì. -Come si sente?-
Dando un’ultima carezza al leoncino, Tsunayoshi lo
congedò per poi rivolgere l’attenzione al suo
braccio destro. -Bene. È diverso rispetto a prima, a quando
non era per mia volontà che si attivava la Fiamma del Cielo,
ora… non so spiegare.- rispose, guardandosi i palmi e
spegnendo la Fiamma dell’Ultimo Desiderio.
-Davvero, non so come spiegarlo, ma mi sento bene.- affermò
con sicurezza, prima di prendere il Vongola Ring per rimetterlo al suo
posto con un sorriso. -Giotto-san…-
-Tsunayoshi.-
la voce del primo Boss risuonò nella mente del ragazzo,
facendosi avanti come una ventata d’aria calda e
rassicurante. -Te
l’avevo detto che non c’era nulla da temere. La tua
Famiglia sarà sempre lì per te.-
Il sorriso di Tsunayoshi si allargò appena. -Hai ragione,
Giotto-san.- pensò, per poi alzarsi in piedi e guardare gli
amici. -Torniamo indietro.-
Tutti d’accordo si avviarono per attraversare i giardini e
fare ritorno a Villa Vongola, uno accanto all’altro, avvolti
dall’aura quieta e rilassante del loro Cielo.
Finché Gokudera non esplose in un grido sconvolto nel
ricordarsi che il suo adorato Decimo era ancora in pigiama e
soprattutto a piedi nudi.
E così
finisce "Il Sigillo del Cielo".
Cosa dire di più? Come Tsunayoshi sente come giusto
ciò che è diventato, io sento che questo
è il finale giusto per questa storia. Ci ho rimuginato sopra
per quasi un mese, apportando modifiche qui e là,
aggiungendo pezzi e rimuovendone altri, ma alla fine ho trovato
l'equilibrio giusto. Più di così non credo ci sia
da aggiungere, lo sviluppo finale di Tsuna l'avete visto nei primi
capitoli dopotutto, no?
Ora, passiamo ai ringraziamenti di rito!
Per causa mia e dei miei tempi di aggiornamento biblici i commenti alla
storia si sono ridotti, ma i nomi su preferiti, seguite e ricordate non
hanno fatto altro che aumentare. Siete diventati tantissimi e vi
ringrazierei uno a uno, ma siete appunto così tanti e molti
di voi hanno anche cambiato nickname nel frattempo, e in
più, copiare l'intero elenco di chi preferisce/segue/ricorda
mi pare... boh, brutto? Quindi sintetizzo.
Grazie ai 38 lettori che hanno inserito la fic tra le preferite!
Grazie ai 32 lettori che hanno inserito la fic tra le
seguite!
Grazie ai 7 lettori hanno inserito la fic tra le
ricordate!
Tanti di voi hanno messo la fic in tutte e tre le voci e io mi sento in
dovere di ringraziarvi ancora una volta. Grazie.
Grazie mille a tutti! *inchino*
Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che anche per voi
sia il giusto finale della storia.
Ci vediamo la prossima volta!
Bye!
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