Le cronache di Aveiron: Oscure minacce

di Emmastory
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Capitolo XIII

Il vuoto nella mente

Le ore passavano, e mentre la brezza serale spirava, la preoccupazione entrava di nuovo a far parte del mio animo. Dormivo più tranquillamente, e i miei incubi stavano lentamente svanendo, ma nonostante questo, non riuscivo a stare calma. Come ripeto spesso, Stefan è la mia roccia, e lui lo sa bene. Chiudendo gli occhi, lascio che la mia mente vaghi, e guardandomi indietro, ricordo ancora con gioia il giorno del nostro primo incontro. Da allora è ormai passato molto tempo, eppure mi sembra che tutto sia accaduto ieri. Ero lì, per le strade di Aveiron, intenta a camminare per procacciarmi il cibo, e improvvisamente, ero svenuta. Ferma e inerme come un bimbo in posizione fetale, cercavo di conservare il mio esiguo calore corporeo, strappatomi come vita dalle vene dal gelo e dalla neve di quel lungo e duro inverno. Parlando con me stessa, mi credevo spacciata, ma improvvisamente, l’avevo sentita. La voce di Stefan, che dopo avermi soccorsa e salvata da morte certa assieme a suo padre, aveva lottato con tutte le sue forze per difendermi dall’allora malvagia Lady Fatima, precedentemente priva di un cuore e di un’anima, che scoperta la mia presenza nella sua Casa, mi reputava debole, sciocca e non meritevole di continuare a vivere. In altri termini, voleva mettermi a morte, ma il destino aveva altri piani per me. Sono oggi passati anni, e sono ancora viva e libera di condurre la mia vita al fianco di Stefan, ormai divenuto mio marito da circa tre anni, del dottor Patrick e di molte altre persone di fiducia. Pensandoci, reputo incredibile lo scorrere del tempo stesso e la fragilità della vita umana, che in circostante pari a quelle attuali, sembra essere costantemente e malauguratamente appesa ad un filo sottile, che minaccia di spezzarsi da un giorno all’altro. Ad ogni modo, oggi respiro a fondo, e concentrandomi, mi concentro sulle possibilità che la vita mi ha concesso. Sono ora madre di una bambina, e ho fortunatamente ritrovato la mia amata ma dispersa sorella. Può apparire banale o privo di significato, ma mi ritengo una giovane donna semplice e di poche, pochissime pretese. Difatti, in questo preciso momento, non ho desiderio dissimile dallo sdraiarmi, chiudere gli occhi e provare a dormire, così da poter avvertire una meravigliosa sensazione di calma e vuoto nella mente. Una vera e propria panacea per i miei poveri e logori nervi, ora tesi come le corde di un ligneo e maestoso violino.




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