26. Posta
indesiderata
La Sala Comune dei Serpeverde ospitava qualche studente sparuto, dal
momento che la maggior parte dei ragazzi si era riversata nel campo da
Quidditch in occasione degli allenamenti. Narcissa era corsa via poco
prima della fine, spinta dalla rabbia provocata dalla scena che aveva
visto come protagonisti Lucius e Nadiya. Incapace di contenere quel
nuovo e pericoloso sentimento, si era rifugiata nella Sala Comune,
là dove di solito riusciva a distendere i pensieri e a fare
ordine all’interno del proprio cuore. Tuttavia in quel caso
non aveva funzionato, anzi, il fatto di non poter controllare quei due
da vicino l’aveva fatta sprofondare ancora di più
nelle dolorose spire della gelosia; perfino il solo pensare in sequenza
i nomi di quei due, l’uno accanto all’altro quel
tanto che bastava per farli scontrare e unire, le causava un profondo
turbamento in grado di attanagliarle irreversibilmente
l’anima. Con suo sommo sconcerto, la fanciulla aveva capito
che la Sala Comune non era grande abbastanza per racchiudere
quell’ospite indesiderato che aveva preso possesso del suo
cuore, così l’unica soluzione rimasta era avanzare
avanti e indietro davanti al camino, cercando invano di scaricare i
tumulti che la animavano. I muscoli si muovevano nervosamente senza
trovare quiete, i capelli sciolti e mossi le ricadevano sulle spalle ad
un ritmo lento e teso, ad imitare l’andamento della tortura
che percepiva corroderla da dentro. Soltanto quando la porta della
stanza si aprì la ragazza ebbe modo di porre fine a quello
stillicidio emotivo: arrestò il proprio incedere da
condannata e quella feroce agonia parve placarsi giusto il tempo per
darle modo di osservare la piccola folla che aveva fatto irruzione
nell’ambiente raccolto. Narcissa fu lieta di avere finalmente
una distrazione dal proprio tormento; scorse velocemente con gli occhi
azzurri colmi di apprensione ogni figura che le si presentava alla
vista, finché il suo sguardo finalmente non
incontrò quel che stava cercando: Malfoy, con la sua solita
aria trionfante, completamente a suo agio nella divisa scolastica che
indossava quasi con indifferenza e, con sommo sollievo di Narcissa,
circondato esclusivamente dai suoi immancabili amici Lestrange e Nott.
Nessuna traccia dell’odiosa ochetta russa, e nel constatare
questo i muscoli della fanciulla si distesero per un istante. Si
avvicinò di pochi passi all’entrata giusto per non
rimanere nell’ombra e continuò a fissare con occhi
glaciali la figura di Malfoy, attendendo pazientemente che lui si
accorgesse di lei e che il proprio sguardo venisse ricambiato. Lucius
alla fine sollevò il capo e con occhi confusi si
guardò attorno, come alla ricerca di qualcosa che egli
stesso ignorava. Quando incontrò l’espressione
alquanto contrariata di Narcissa farsi strada verso di lui,
salutò immediatamente i propri amici per congedarsi da loro
e in una manciata di falcate raggiunse la ragazza.
<<
Narcissa … non ti ho più vista sugli spalti
durante l’allenamento. Stai bene? >>
domandò, accarezzandole con delicatezza le braccia che lei
teneva ostinatamente conserte.
<<
Benissimo >> rispose lei con troppa energia, alzando
entrambe le sopracciglia in tono di sfida. Lucius rimase interdetto per
alcuni secondi di fronte al tono freddo della giovane, apparentemente
inspiegabile; poi, capendo al volo che la situazione era già
compromessa, condusse Narcissa fuori dalla Sala Comune, tenendola per
mano finché non si ritrovarono da soli in un corridoio
deserto.
<< Ora
vuoi dirmi cosa ti prende? >> la incoraggiò,
iniziando a giocherellare con una ciocca di capelli della fanciulla per
darle il tempo di rompere la maschera di indifferenza che lei aveva
indossato di fronte ai compagni nell’intento di non dare
nell’occhio. Narcissa lo lasciò fare, nonostante i
piccoli brividi causati dai movimenti delle dita di Lucius che si
attorcigliavano attorno ai suoi capelli la distraessero dal suo
intento.
<< Ti
ho visto con Nadiya, prima, agli allenamenti. Ti ronza intorno da
quando è arrivata a Hogwarts, fa di tutto per farsi notare
da te e adesso pretende anche di entrare nella tua squadra!
>> esplose poi di colpo, scansando con rabbia la mano di
Lucius al ricordo di lui che parlava tranquillamente con la nuova
arrivata.
Gli occhi di Lucius
si allargarono per la sorpresa, quasi deliziati dal tono con il quale
Narcissa aveva pronunciato quelle poche, ma rivelatrici parole.
<< Sei
gelosa di me >> constatò il giovane, come se
avesse appena finito di assaggiare il più paradisiaco dei
dolci.
<< No!
>> esclamò Narcissa, corrucciando i propri
lineamenti fino a formare un’espressione offesa.
<< Io … io mi preoccupo per la squadra di
Quidditch. Insomma, chiunque si accorgerebbe che quella gallina
è una frana e porterebbe sull’orlo del disastro il
Serpeverde nel campionato. Hai lavorato sodo per conquistare la
vittoria, voglio solo assicurarmi che tu non commetta un errore
grossolano nel farla giocare con voi >>
farfugliò Narcissa, sforzandosi di assumere un tono il
più neutrale possibile.
Lucius intanto
faticava a trattenere un sorrisino furbo e aveva smesso di accarezzare
i capelli della fanciulla per poter infilare le mani nelle tasche,
esibendo un’estrema disinvoltura che invece in quel momento
mancava alla ragazza.
<<
Perciò vuoi farmi credere che non stavi per farmi una
scenata di gelosia? >>
<< Io,
gelosa di quella sciacquetta? Ma come ti viene in mente?
>> rise nervosamente lei, portandosi una mano al petto
per tentare di mostrarsi sicura della propria posizione così
come lo era Malfoy della propria.
<<
Beh, se è solo la tua commovente preoccupazione per la
squadra ad abbatterti, allora non ti dispiacerà se parlo un
po’ di più con Nadiya. Sai è nuova,
sola, sperduta, magari una mano da uno studente brillante
dell’ultimo anno come me potrebbe risultarle utile per
aiutarla ad ambientarsi. Sì, credo proprio che
andrò da lei per offrirle tutto il mio sostegno
>> mormorò Lucius con finto tono altruista,
voltandosi per tornare sui propri passi. Di fronte a quella
provocazione, l’espressione di Narcissa mutò
radicalmente: abbassò gli occhi e si morse il labbro
inferiore, inchiodata sul posto dalla propria alterigia; ma
quell’indecisione durò poco, perché
dentro di lei si infrangevano le onde di un oceano di sentimenti ben
definiti. Ignorando ogni remora dell’orgoglio,
seguì l’istinto e si lasciò guidare
totalmente da esso, imitando l’impeto delle onde che sentiva
agitarsi dentro di sé.
Avanzò di
qualche passo fino a raggiungere Lucius e, prima che lui potesse
reagire in qualsiasi modo, gli fece scivolare una mano dietro alla
nuca, affondò le dita tra i suoi biondi capelli tenuti
legati da una morbida coda, e lo baciò con passione,
tracciando delle linee di confine sulle sue labbra per ricordargli a
chi apparteneva. Narcissa non si era spinta mai così oltre,
non aveva mai preso l’iniziativa di attaccare per prima le
terre attigue; era sempre stato Lucius ad invadere il suo territorio,
guadagnando terreno sul suo cuore e sul suo corpo, affascinandola e
turbandola fin nelle viscere più profonde del suo regno.
Eppure la gelosia l’aveva trasformata, ricordandole che lei
era una regina e che doveva affermare la propria autorità
sulle terre conquistate. Ancora paralizzato dallo stupore, Malfoy
riceveva quell’attacco come se si fosse trovato ad assistere
dall’esterno a quell’inaspettata e meravigliosa
visione: animata dall’energia invisibile ma invincibile del
potere, Narcissa si muoveva sinuosa su di lui, regalandogli baci sempre
più autoritari, severi, ma brucianti di piacere; quando
Lucius era sul punto di poter assaporare completamente le labbra della
fanciulla, ecco che lei a volte si ritraeva, a volte si premeva contro
di lui, sfiorandolo con il seno e i fianchi e inondandolo
così di piccole ma profonde scariche di piacere mai del
tutto appagate. Narcissa lo stava punendo per la sua impertinenza, ma
allo stesso tempo gli stava mostrando qualcosa che non aveva condiviso
con nessuno prima d’ora: stava liberando il suo spirito
selvaggio, tutta la passione che il suo corpo minuto era in grado di
sprigionare; lo stava portando nel suo tempio sacro, la sua essenza
più vera, e Lucius si sentiva come il fedele a cui il
proprio dio si rivela. Affascinato da tale visione, Malfoy
nutrì lo sguardo e l’anima di
quell’epifania nel silenzio vestito dalla più
devota venerazione, quasi timoroso di poter profanare il momento con
delle misere parole.
Facendo scivolare
una mano sul petto del giovane, la fanciulla fece cessare a poco a poco
la tempesta di sentimenti che si era agitata dentro di lei, arrestando
anche le onde di baci con cui fino a poco prima aveva sommerso il
ragazzo. Poi, con l’estrema calma del mare che si ritira nel
suo placido riposo, Narcissa prese delicatamente fra i denti il labbro
inferiore di Lucius e lo strinse fino a farlo sussultare, tracciando
l’ultimo confine di appartenenza. Si scostò da lui
quel tanto che bastava per poter posare i suoi occhi azzurri ingranditi
dalla marea di emozioni appena esperite in quelli del giovane.
<< Mi
hai morso >> mormorò lui senza fiato,
allargando le labbra ancora brucianti di desiderio in un sorriso
meravigliato. Le sue iridi grigie, solitamente velate dal suo fedele
sguardo furbo, la fissavano incredule, distese come ali dispiegate
volte a cavalcare il vento della sorpresa.
<<
Avevi ragione, sono gelosa e non sopporto che quell’insulsa
gatta morta si avvicini a
te >>
confessò Narcissa, congiungendo lievemente le sopracciglia
per mostrargli con limpidezza la sua preoccupazione.
<< Se
avessi saputo che le mie provocazioni hanno un simile effetto su di te
le avrei tirate fuori più spesso. Sei straordinaria,
Narcissa, e nessuna donna può lontanamente assumere un ruolo
di rivale nei tuoi confronti, per quanto mi riguarda. Per il Quidditch,
ho risposto a Nadiya con un secco rifiuto, dal momento che lei, come
hai abilmente potuto osservare da sola, non costituisce un valido
elemento per la squadra. Ti ho provocata prima perché
speravo che mi mostrassi quanto mi hai appena dato modo di assaggiare;
a volte scorgo in te dei limiti che ti imponi da sola e che non ti
servono, ti oscurano soltanto, ecco perché desidero che con
me tu sia libera da qualsiasi tipo di impedimento. Voglio vedere tutto
di te: sei bella, non nasconderti da me, è l’unica
cosa che ti chiedo. >>
Narcissa
catturò ogni singolo frammento di quelle parole e le
racchiuse tutte nel suo cuore, là dove erano conservati i
momenti trascorsi con Lucius, le sue calde risate e i suoi sguardi
più veri. Un lieve rossore le imporporò le gote,
senza però costringerla ad abbassare lo sguardo; anzi,
rimase ancora per qualche istante a fissare gli occhi grigi e calmi di
Malfoy per dipingere nella sua mente quell’immagine, e poi
ricambiò l’abbraccio che il giovane le stava
offrendo. << Oh, quasi dimenticavo. Ho bisogno del tuo
aiuto per rischiare di farci
espellere
un’altra volta >> esclamò lei,
tirando su il mento all’improvviso al ricordo della promessa
fatta a Severus.
<<
Cosa odono le mie orecchie? Narcissa Black che mi propone
un’avventura rischiosa … sapevo di aver corrotto
la tua anima immacolata con l’esperienza dello stanzino di
Gazza
>> ridacchiò Malfoy, gli occhi che gli
brillavano per la curiosità e il desiderio di giocare
d’azzardo con il pericolo.
***
Una volta trascorse
le ultime ore del pomeriggio in Biblioteca a completare
l’ennesima ricerca assegnata dal Professor Lumacorno
sull’Algabranchia, Narcissa alzò lo sguardo sulla
pendola che sormontava la parete di fronte. Fece subito segno a Lucius,
che ormai aveva abbandonato la sua ricerca da tempo per dedicarsi alla
lettura di un volumetto sul Quidditch dal singolare titolo La Vibrante Virata Perfetta.
<<
Dobbiamo andare, è quasi ora di cena >>
sussurrò lei, chiudendogli il libro sotto al naso per
attirare la sua attenzione, persa da ore in chissà quale
arzigogolata spiegazione tecnica.
<< Non
è giusto, io non ho finito la mia lettura. Se avessi
interrotto te in questo modo mi avresti fatto scomparire le dita!
>> protestò Lucius, assumendo una posa
scomposta sulla sedia in risposta provocatoria alla fretta con cui la
fanciulla stava raccogliendo le sue cose.
<<
Sì, forse perché io vengo qui per studiare
>> commentò Narcissa, infilando nella borsa la
propria pergamena, il libro di Pozioni e un altro volume che aveva
preso in prestito dalla Biblioteca.
Dopo qualche minuto
erano già nel dedalo di corridoi del castello, alla ricerca
del loro obiettivo.
<< Dove può essere secondo te? A cena arriva
sempre con dieci minuti di ritardo, ma non ho mai capito la ragione
>> ragionò Narcissa, cercando di farsi venire
in mente un’idea riguardo al luogo in cui potesse trovarsi la
persona che stavano cercando.
<< Io
so dov’è, seguimi >> disse Malfoy
con aria calma, imboccando una serie di scorciatoie che la fanciulla
non aveva mai percorso prima.
<< E
tu come fai a saperlo? E soprattutto: dove stiamo andando? Non vorrei
ritrovarmi di nuovo a pochi centimetri dall’ufficio del
Preside senza volerlo >> mormorò la ragazza
con una punta di ironia nella voce, cercando di stare al passo con le
falcate del giovane.
<< Lo
so perché sono stato io a scoprire questo posto e a
portarcelo. E ora basta domande, Black, fidati di me e goditi il
tragitto, perché non ci torneremo in futuro. >>
Seppur controvoglia,
Narcissa obbedì e si costrinse a tenere le labbra ben
serrate per evitare di lasciarsi sfuggire altri quesiti, che intanto
ribollivano nella sua mente, avidi di ricevere risposta.
Quando giunsero a
destinazione, la fanciulla non poté fare a meno di
dischiudere le labbra per lo stupore. Sotto un’ampia finestra
dalle vetrate ricamate di ghirigori dorati, vi era un piccolo spazio
ricavato dalla pietra, grande abbastanza per contenere un bambino; e
lì, rannicchiato a leggere alla luce della luna
già alta nel cielo, stava Severus Piton, il viso
completamente immerso in un pesante tomo polveroso di Pozioni avanzate.
<<
Buonasera, Severus. Perdona l’interruzione, ma volevamo
parlare con te e non era il caso che orecchie e occhi indiscreti si
insinuassero nella nostra conversazione, perciò siamo venuti
a trovarti qui. Come stai? >> domandò Lucius
in tono affabile, dispiegando sul volto un ampio sorriso che Narcissa
raramente gli aveva visto sfoggiare con altre persone. Decise di
rimanere in disparte giusto per qualche secondo, desiderosa di
catturare ogni singolo istante di quella scena che rivestiva il ragazzo
di una nuova luce, una luce straordinariamente paterna.
Severus aveva
inghiottito con lo sguardo l’apparizione inaspettata di
Malfoy e cercava in tutti i modi di rubare un pizzico del nobile
portamento del giovane, delle sue maniere gentili e soprattutto di
quella naturale sicurezza che il bambino sentiva quanto più
lontana e irraggiungibile. << Buonasera, Lucius
>> mormorò timidamente, chiudendo il libro che
teneva in grembo per volgere tutta la sua attenzione verso il ragazzo.
<< Non
ti dispiace che abbia portato Narcissa con me, vero? So che state
diventando amici e questo mi fa estremamente piacere. Ma non
preoccuparti, lei è brava con i segreti, non dirà
a nessuno di questo posto >> mormorò Lucius,
posando una mano sulla spalla esile del bambino per rassicurarlo.
<< Lo so >> sorrise Severus, spostando i
suoi occhi neri colmi di fiducia su Narcissa. Avere lo sguardo di
entrambi i giovani su di sé provocò nella
fanciulla un tumulto di profonda gioia difficile da decifrare a prima
vista; in quello spazio ristretto, privato, si respirava
un’atmosfera intima, la cui presenza non aveva avuto
più modo di percepire da quando si era ritrovata a crescere
senza rendersi conto di non aver avuto l’occasione di
salutare la propria infanzia. Dal momento in cui aveva smesso di essere
una bambina, i suoi familiari avevano cessato di dedicarle le cure e le
dolcezze che si riservano spontaneamente solo agli infanti, spingendola
così a prendere da sola le redini del mondo degli adulti, un
mondo che correva troppo velocemente per potersi accorgere di lei e
delle sue necessità. Eppure essere presente lì, a
condividere un segreto con Severus e Lucius, la riportò
indietro di anni, ai giorni in cui l’innocenza era
l’unica regola che non doveva curarsi di rispettare, e allo
stesso tempo, in modo assai curioso, la catapultava in avanti, nel
misterioso futuro in cui sarebbe stata lei stessa a formare una
famiglia. La sua famiglia. Quel momento di estrema dolcezza, decorato
dal sorriso delle persone a lei più vicine, era quanto di
più simile ci fosse all’idea di famiglia che
Narcissa aveva sempre desiderato e mai vissuto sulla sua pelle fino in
fondo; non vi erano tra loro parole colme di promesse vuote, atte ad
ergersi come sordi muri di sicurezza, ma esclusivamente sguardi carichi
di ascolto e aperti alla comprensione che solo un amore disinteressato
può donare.
Narcissa sorrise a
sua volta, felice, mentre tra un battito di ciglia e uno di cuore,
l’ambiente attorno a lei assumeva le sembianze a tratti di un
sogno, per via del velo di lacrime di commozione che aveva appannato i
suoi occhi, a tratti della realtà, con la nitidezza delle
immagini che per qualche istante l’emozione le consentiva di
mettere a fuoco.
<<
Guarda, Severus: con la tua sola presenza hai lo straordinario potere
di mettere un freno alle domande dell’incontenibile Narcissa
Black! >> commentò Lucius, ridacchiando
divertito di fronte all’espressione imbarazzata che aveva
assunto ora la fanciulla. Si allontanò di qualche passo dal
bambino per circondare la ragazza da dietro con le proprie braccia e
sussurrarle qualcosa all’orecchio mentre lei rideva, poi
tornò con al suo fianco la fanciulla, che nel frattempo era
riuscita a scacciare le lacrime.
<< Non
ascoltarlo, Severus. Siamo qui perché abbiamo una lezione da
dare a James Potter e ci serve il tuo contributo >>
mormorò Narcissa con voce cospiratoria, accucciandosi per
ritrovarsi alla stessa altezza del bambino. Quest’ultimo le
rivolse un’espressione attentamente curiosa e senza
distogliere lo sguardo da lei si alzò in piedi, ripose nella
sua borsa il libro che stava leggendo e tese le orecchie in attesa di
delucidazioni.
<<
Sapevo che avrei catturato il tuo interesse. Quello che devi fare
è preparare questa semplice pozione …
>> spiegò la fanciulla, tirando fuori il tomo
preso in prestito dalla Biblioteca. Lo porse al bambino, che subito lo
prese tra le mani con aria solenne e ne lesse cautamente il titolo: Pozioni Piroettanti Per
Perspicaci Principianti.
<< Io
non sono un principiante >> protestò subito
Severus, rifiutandosi di aprire il tomo alla pagina indicata dalla
ragazza.
<< Lo
so, Severus, però la pozione che ho trovato è
contenuta solo in questo volume.
E comunque di sicuro
sei perspicace >> annuì lei con un sorriso di
incoraggiamento.
Severus
alzò gli occhi al cielo e poi, lasciatosi accarezzare da
quella sottospecie di complimento alla propria intelligenza,
aprì il libro a pagina 19 e lesse : “Pozione
Smascherante”. Scorse rapidamente gli ingredienti e la
preparazione con aria da esperto e in seguito dichiarò
<< Si può fare. >>
Narcissa e Lucius si
scambiarono uno sguardo d’intesa, lieti del fatto che
l’idea avesse deliziato il cervello sopraffino del loro
comune amico.
<< Mi
raccomando, Severus, deve essere pronta per la partita Grifondoro
– Tassorosso che avverrà tra due giorni. Lucius ti
farà entrare di nascosto negli spogliatoi, tu prenderai la
divisa da Quidditch di Potter e ci verserai sopra la pozione. Il bello
arriverà quando farà effetto, vedrai che
d’ora in avanti quel vile non oserà più
girare per la scuola con la stessa spavalderia >>
assicurò Narcissa con un sorriso perfido disegnato sulle
belle labbra.
<<
Grazie >> sussurrò il bambino a entrambi,
tenendosi stretto al petto il volume contenente la pozione che avrebbe
umiliato una volta per tutte il suo rivale.
Lucius e Narcissa
lasciarono il rifugio di Severus e arrivarono in tempo per
l’inizio della cena.
Le tavole erano imbandite come sempre delle pietanze più
disparate, gli insegnanti si riempivano i piatti e nel frattempo
conversavano amabilmente tra di loro come al solito; l’unica
nota stonata proveniva dal tavolo dei Serpeverde, esattamente dove di
solito si accomodava Lucius. Lì intorno, infatti
c’era un chiacchiericcio sommesso insolito e quando i due
ragazzi si avvicinarono per sedersi, tutti evitarono di incrociare lo
sguardo di Malfoy, come se fosse stato fatale. Narcissa
studiò la scena da fuori, cercando di capire quale potesse
essere il motivo di tanto scompiglio, e le bastò una rapida
occhiata all’ambiente circostante per notare
l’elemento fuori posto: una decina di buste bianche dai bordi
dorati tutte identiche giacevano scomposte sul piatto vuoto di Lucius
ed erano indirizzate tutte a lui. Quest’ultimo intanto si era
precipitato sulla carta e con gesti rabbiosi stava raccogliendo le
lettere nell’intento di farle sparire al più
presto. Qualcos’altro, però, aveva catturato
l’attenzione della fanciulla: un fischiettare allegro,
decisamente fuori luogo e intriso di un’oggettiva nota
crudele giungeva da qualche posto più avanti, là
dove Nadiya era intenta a versare del Succo di Bolle nel proprio
bicchiere. Narcissa notò che era l’unica a
comportarsi come se attorno a lei non fosse accaduto nulla degno di
nota; anzi, sorrideva, sbatteva le sue odiosissime ciglia setose e ogni
tanto si lasciava imboccare da qualche babbeo che cercava di
arruffianarsela. Disgustata, Narcissa spostò lo sguardo da
lei e si precipitò accanto a Lucius, aiutandolo a fare
ordine. << Dannazione >> imprecò
il giovane, sistemando l’ultima lettera rimasta insieme ai
propri libri. Evitò lo sguardo di tutti i presenti e la
fanciulla prese posto al suo fianco in silenzio, certa che fosse il
modo migliore per far sì che quel momento passasse
più in fretta possibile per entrambi.
Non era riuscita a
scorgere chi fosse il mittente, eppure gli sguardi timorosi e solenni
dei compagni lì intorno, e in particolare
l’espressione di pura ira sul volto di Lucius costituivano
degli indizi sostanziosi per dedurlo in qualche modo.
<<
Vuoi un po’ di porridge? >> gli
domandò lei, sforzandosi di assumere il suo tono abituale
per smorzare l’atmosfera tesa.
Malfoy, con la
mascella ancora serrata per quanto appena accaduto, scosse la testa,
gli occhi insolitamente fissi sul piatto vuoto
nell’inconfondibile intento di evitare qualsiasi tipo di
sguardo indagatore da parte dei compagni. Narcissa sorrise debolmente
e, senza farsi vedere dagli altri, fece scivolare la propria mano sotto
il tavolo per raggiungere quella di Lucius, chiusa a pugno per
contenere la rabbia. La stretta del giovane si ammorbidì non
appena le dita affusolate della fanciulla incontrarono la sua pelle.
Le strinse la mano
in segno di silenziosa gratitudine, poi, sempre con lo sguardo basso,
le rivolse una manciata di parole strascicate all’orecchio,
in modo che soltanto lei potesse udirle: << Non ho fame,
ho bisogno di stare da solo per un po’. Perdonami, ci vediamo
dopo nella Sala Comune. >>
Narcissa lo
seguì tristemente con lo sguardo mentre abbandonava la sala
a grandi falcate, sentendosi improvvisamente piccola e sola senza
Lucius al suo fianco. Era preoccupata per il contenuto di quelle
lettere, dal momento che la sola vista era stata in grado di far
precipitare così repentinamente l’umore del
giovane. Angosciata e carica di interrogativi che si scontravano e si
sovrapponevano nella sua testa così fastidiosamente da
stordirla, Narcissa iniziò a riempirsi distrattamente il
piatto, senza curarsi del cibo da selezionare.
Sempre qualche posto
più avanti, Nadiya aveva smesso di fischiettare e ora rideva
in direzione di Evan Rosier, che cercava a tutti i costi di farle
assaggiare della mousse al cioccolato dal suo cucchiaino posto a
mezz’aria. La ragazza si mostrava pubblicamente imbarazzata
per via di quella proposta, eppure a Narcissa non sfuggì lo
sguardo colmo di malizia che Nadiya indirizzava al giovane, tra un
risolino e l’altro.
<<
E’ vomitevole >> commentò Narcissa
fra sé e sé, alzando gli occhi al cielo e
invocando il giorno in cui lei e tutti i suoi amichetti russi avrebbero
lasciato Hogwarts per sempre. Come se l’avesse udita, Nadiya
cessò all’improvviso di ridere, scostò
cordialmente la mano di Rosier e alzò la voce, in modo tale
che tutti i Serpeverde potessero sentirla.
<<
Guardate un po’, Malfoy ha abbandonato la tavola. Non
avrà litigato con la sua fidanzatina per via di tutte quelle
lettere, magari di altre ragazze, ammucchiate sul suo piatto?
>> domandò con fare retorico, coprendosi le
labbra con una mano per smorzare la risata stridula.
Esasperata, Narcissa
si alzò in piedi e sbatté le mani sul tavolo,
facendo ammutolire tutti i presenti e attirando qua e là
anche l’attenzione delle altre tavolate.
<<
Quello che succede a Lucius non ti riguarda minimamente, Kozlov
>> sibilò Narcissa minacciosa, gli occhi che
lampeggiavano paurosamente in direzione dell’altra ragazza.
Quest’ultima si voltò e finalmente i suoi vacui
occhi color nocciola incontrarono quelli azzurri della più
piccola delle sorelle Black, che ancora saettavano come fulmini su un
mare in tempesta. La tensione era palpabile nell’aria e i
presenti, che fino ad allora avevano osservato l’intera scena
con una certa morbosità, distolsero immediatamente lo
sguardo dalle due, come per paura di poter prendere fuoco da un momento
all’altro se le avessero fissate ulteriormente; entrambe le
fanciulle, invece, non si erano mosse di una virgola, rapite dal
desiderio di annullarsi l’un l’altra in quel
contatto mortale.
<< Oh,
questo è tutto da vedere >> sibilò
Nadiya, il volto trasfigurato da un sorriso crudelmente glaciale.
Afferrò un pezzo di Croccante Vertiginoso, lo
addentò con estrema lentezza e senza spostare lo sguardo
dall’altra fanciulla se lo gustò a fondo come se
si fosse trattato del succulento piatto della sfida. Decisa a terminare
quel teatrino spiacevole, Narcissa fulminò
un’ultima volta la giovane Kozlov, stavolta però
accompagnata dalla placida superiorità di chi si rende conto
di perdere il proprio tempo a fissare qualcosa di inutile, e si
congedò velocemente dalla Sala Grande, desiderosa di
raggiungere Lucius al più presto.
Il camino della Sala
Comune dei Serpeverde scoppiettava pigramente, emanando un rumore
sommesso che costituiva un ottimo sottofondo per le menti impegnate in
intricate riflessioni. Lucius vi sostanza dinanzi, le mani entrambe
infilate stancamente in tasca e gli occhi persi nello sfrigolio vivace
delle ceneri ancora ardenti. Le fiamme si riflettevano pericolosamente
nelle iridi grigie, regalando alla sua figura un aspetto ancora
più ombroso. Dopo la spiacevole sorpresa che aveva trovato
ad attenderlo pazientemente nella Sala Grande, Malfoy si era ritirato
in solitudine e aveva preso possesso del silenzio della Sala Comune per
riflettere sul da farsi. La rabbia ormai aveva abbandonato i suoi
nervi, lasciandolo privo di qualsiasi straccio di forze per affrontare
il presente. Spogliato del vigore dell’ira, sua fidata
compagna di guerra, era stato costretto ad indossare le pesanti vesti
della sconfitta. Sfilò la mano destra dalla tasca e
fissò stancamente l’ultima lettera rimastagli,
identica sia nell’aspetto che nel contenuto alle altre
già precedentemente gettate nelle fiamme. Non poteva
più ignorare quelle missive, non ora che il mittente aveva
perso la pazienza e lo aveva ampiamente dimostrato quella sera.
Restò immobile a fissare il pezzo di carta, la mascella che
si serrava nell’ultimo impeto di ribellione, il braccio
sospeso a mezz’aria sopra il fuoco, in febbrile attesa di una
disperata, folle, scellerata idea in grado di salvarlo da un
ineluttabile destino.
<<
Lucius. >>
Un sussurro della
stessa portata di un battito d’ali lo riportò a se
stesso, trascinandolo via dalle fiamme, pronte a ghermire insieme alla
carta anche l’ultimo barlume di speranza in grado di
soccorrerlo.
Narcissa gli si era
avvicinata con un’espressione angosciata dipinta sul bel
volto, e ora lo stava osservando insistentemente per cercare di
decifrare le ombre che leggeva negli occhi del giovane.
<< Cosa succede? Così mi spaventi, non ti ho
mai visto tanto preoccupato >> mormorò lei,
adagiando la mano sul viso stanco e afflitto del ragazzo.
Lucius si
chinò su di lei e la circondò con le braccia,
avvolgendo quel corpo minuto ma carico di una forza ineguagliabile. Si
aggrappò a Narcissa, tendendo ogni fibra del proprio essere
per catturare il suo calore e scaldarsi dalle fredde tenebre
dell’incertezza verso cui le parole contenute nelle lettere
l’avevano fatto precipitare. Quell’abbraccio
durò una manciata di minuti, durante la quale il respiro
della fanciulla si fece breve e sottile, stretto nella morsa
avviluppante dell’attesa. Conscio dell’apprensione
della ragazza, Lucius sciolse l’abbraccio e unì le
mani, tra le quali era visibile ancora l’ultima superstite
delle lettere ricevute all’ora di cena. <<
E’ di mio padre, le altre erano sempre sue e recitavano la
stessa solfa. Vuole vedermi immediatamente e io ho ignorato le sue
richieste per una settimana intera, ora non posso più
proseguire in tal modo >> spiegò Malfoy,
serrando la mascella nell’osservare il suo nome sulla busta,
vergato con inchiostro vermiglio dalla schietta grafia di suo padre.
<<
Vuole vederti? Ma tu non puoi lasciare Hogwarts, hai delle lezioni da
seguire >> protestò Narcissa, corrugando la
fronte per ribellarsi in risposta ad una simile richiesta sfrontata.
Lucius sorrise debolmente, grato per la solidarietà mostrata
dalla fanciulla.
<<
Quando Abraxas Malfoy invia un ordine non è possibile
replicare. Mi ha chiesto di raggiungerlo, perciò devo
obbedire, mio malgrado >>
<< Si
tratta di qualcosa di serio? >> chiese Narcissa, gli
occhi azzurri divenuti tristemente più grandi di fronte alla
prospettiva della partenza di Lucius.
<< Non
lo so, lo scoprirò quando lo vedrò. Ad ogni modo
non starò via molto >>
<< Mi
mancherai >> sussurrò la fanciulla, incapace
di contenere l’improvvisa emozione che le aveva bloccato il
cuore in una morsa di cemento. Sapeva che si sarebbe trattato di una
separazione temporanea e probabilmente breve, eppure vi era qualcosa in
quelle lettere, nell’atmosfera generale e soprattutto negli
occhi di Lucius che provocava in Narcissa una sgradevole sensazione.
<<
Tornerò prima che tu ti accorga che sono partito
>> mormorò Malfoy, chinandosi per posare un
bacio sulla fronte della ragazza. Narcissa non poteva vederlo, ma gli
occhi grigi di Lucius, solitamente impavidi e forti come il tocco
selvaggio del vento, si nascondevano e tremavano di paura nella
penombra della sera.
Spazio
Ringraziamenti: Buonasera cari, questa volta ho limitato il mio ritardo
a tre mesi, direi che sto migliorando! Eccomi qui con un nuovo capitolo
ricco di novità, che spero apprezzerete con tutto il cuore.
Non è un periodo propriamente semplice, ma
cercherò di ritagliarmi del tempo e dello spazio per questa
creatura, in modo da non farvi aspettare troppo, promesso :)
Grazie come sempre a tutte le persone che gentilmente mi
regalano recensioni piacevoli e utili:
BekkaMalfoy, Felix394, Jude88 e Krys.
Un
saluto speciale va anche alle 16 persone
che hanno inserito la storia fra le preferite, le 21 persone
che la seguono e le 3persone
che l’hanno annoverata fra le ff da ricordare.
Con affetto,
Cissy
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