La mia storia

di queenjane
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L’inizio della mia vita pareva una favola, figlia di un re e di una regina, nipote di re e indomite sovrane,  una fiaba invernale.

 
Preludio.
 
Sono nata il 18 febbraio 1516, araldi hanno proclamato la mia venuta al mondo, il vino scorreva nelle fontane, il mio solo difetto era non essere un maschio, tanto che (mi hanno raccontato poi) l’ambasciatore Giustinian di Venezia per poco non fece le condoglianze a mio padre.

Occorreva un maschio, un erede che tutto il regno attendeva trepidante, ero giunta al mondo dopo molte perdite e fini premature, certo era la volontà di Dio ma era dura, una spina nelle carni.

Mi hanno chiamato Mary, Maria, in onore della Santa Vergine, oppure quello era il nome della Tudor Rose, Maria, figlia di Enrico VII e Elisabetta di York, sorella di mio padre, re Enrico VIII, sire di Inghilterra e Galles e Irlanda e Francia..
La rosa dei Tudor, per indicare la sua delicata, bionda avvenenza..


Mia zia Mary si è risposata in seconde nozze con Carl Brandon, duca di Suffolk, per amore, dopo l’unione con re Luigi di Francia, e così credo i miei genitori.

Mia madre è Caterina d’Aragona, figlia dei Reys Catolicos, Ferdinando e Isabella, che riconquistarono  chicco a chicco, come una melagrana, la Spagna agli Arabi, entrando trionfanti in Granada il 6 gennaio 1492.
Lo stesso anno  Colombo salpò per le Indie,

Mia madre sposò Arturo, principe di Galles, in prime nozze, tranne che poi lui morì pochi mesi dopo, lasciandola vedova e negletta, costretta a vendere i vestiti e i bracciali per assicurare il cibo ai suoi servitori, la dote che non veniva pagata alla corte di Enrico VII, mio nonno.
Sette anni di attesa e poi l’avverarsi della volontà divina, nella primavera 1509, quando il vento inclinava i narcisi sugli steli, il Tamigi era verde e profondo per le piogge primaverili,  i miei genitori si sposarono.

Paragonarono la loro corte estiva a Camelot, al regno dorato di Re Artù, che per i Tudor era un antenato..
L’estate dorata, un mondo dorato come le ciocche dei capelli di mia madre, colta, inflessibile e pia.

Il mondo dorato lo definiva Erasmo, che ho studiato e tradotto, assimilato come il latino, lo spagnolo e il francese, assieme al ricamo e alla arti domestiche, l’araldica che va di pari passo con le preghiere, una fanciulla deve diventare una moglie, sposare un principe, e se si nasce principesse .. essere colte e preparate, l’umanista Vives era un fautore dell’istruzione femminile..
Che volge gli occhi quando mio padre si perde in altre braccia e altri sospiri, trovando numerose amanti, il gioco ed il piacere, mentre lei si curva sulle ginocchia, il busto stretto dal cilicio e PREGA, sulle nocche e sul collo scintillano splendidi rubini, simbolo della donna virtuosa.


 
Sono bionda, esile e delicata, una principessa di nome e di fatto, così sempre sarà.
Sono Mary Tudor e questa è la mia storia..
 E la dedico a la unica persona que puede ver en mi interior




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