Capitolo #6
Russ ritirò le mani all’ennesima frustata,
trattenendo a stento una smorfia di dolore: se avesse proferito anche
solo una parola, Ezekiel avrebbe continuato ad accanirsi su di lui per
tutta la notte.
Tutta colpa di quel dannato bamboccio tutto pompato, che da quando si
era immischiato nei loro affari, non aveva fatto altro che portargli
guai su guai.
Se solo si fosse comportato come un normale passante, facendosi i fatti
suoi e lasciandolo svolgere il suo lavoro, non si sarebbe ritrovato di
certo in quella dannata situazione.
Neanche a dirlo, quando erano tornati alla base circa
mezz’ora prima, il capo li aveva guardati con una certa
soddisfazione, credendo avessero finalmente fatto quanto aveva detto
loro.
Inutile dire che quando aveva scoperto che erano stati malmenati per la
seconda volta da quel ragazzino disarmato, si era infuriato al punto
tale da punirli.
Non solo erano tornati feriti dallo scontro, ma erano anche stati presi
a frustate per quello che poteva definirsi il quarto d’ora
più lungo della loro vita.
Entrambi avevano la pelle lacerata in più punti, ma non
avrebbero osato dire una sola parola per scagionarsi.
Ezekiel aveva tutti i diritti del mondo per arrabbiarsi con loro.
« Possibile che non riusciate a farne una giusta?!
» urlò, sbattendo la frusta a terra e facendoli
trasalire entrambi.
In quel momento sembrava irriconoscibile, tanto il suo viso era
deformato da un’espressione di pura rabbia.
Gli occhi infossati e le numerose rughe d'espressione, lo rendevano
ancora più minaccioso di quanto già non fosse
solitamente, e le labbra strette in una linea sottile e i capelli
incollati alla fronte per via del sudore, contribuivano ancora di
più a dargli l'aspetto da folle.
Mai l’avevano visto così tanto arrabbiato.
Anche se non avrebbero saputo dire se fosse per il fatto che si erano
fatti infinocchiare per la seconda volta dalla stessa persona, oppure
semplicemente perché non aveva ancora tra le mani il suo
tanto atteso bottino.
Probabilmente entrambe,
pensò Russ, senza accennare a muoversi di un solo millimetro.
« Una cosa vi ho detto di fare, una. »
continuò, rigirandosi l’arma tra le mani come
fosse chissà quale tesoro inestimabile.
Il che poteva anche essere così per lui, dato che era una
delle sue preferite oltre la sua amata pistola.
Aric si morse impercettibilmente il labbro inferiore, dando una leggera
gomitata al fianco di Russ senza ovviamente farsi vedere.
Quest’ultimo gli lanciò un’occhiata
penetrante, intimandogli con un semplice sguardo di tacere e di non
interferire nel suo sproloquio.
« Dovevate uccidere un cazzo di ragazzino viziato, un lavoro
semplice e veloce. - proferì sardonico, puntando un dito
dall’uno all’altro
-
Invece, vi siete fatti massacrare come due femminucce. »
continuò, riponendo la sua fedele frusta nel cassetto della
scrivania.
Ezekiel si stava sforzando disperatamente di riprendere il controllo di
sé, altrimenti era sicuro che li avrebbe uccisi seduta
stante senza battere ciglio.
Se vuoi che un lavoro
venga bene, non affidarti mai a nessuno, gli ribadiva
sempre il padre, ed ora sapeva con certezza quanto avesse ragione.
« Ed ora io vi chiedo: perché dovrei essere
clemente e risparmiarvi? No. Non vi azzardate a rispondere. »
li ammonì, prima che uno dei due aprisse bocca.
Cosa che, ovviamente, non erano minimamente intenzionati a fare; ci
mancava solo che lo facessero alterare più di quanto
già non fosse in quel momento.
Non ci tenevano affatto a morire, ma di quel passo, la morte non era di
certo così lontana.
Russ rabbrividì quando Ezekiel si diresse con passi spediti
verso l’armadietto nero delle armi, che lui aveva
soprannominato l’armadio delle torture.
Ne aprì un’anta afferrando un qualcosa che non
poté vedere, almeno in un primo momento.
Quando poi i suoi occhi si posarono su una 44 Magnum, la pistola
preferita del capo, fu colto da un senso di vertigine rischiando quasi
di svenire sul colpo.
L’aveva visto utilizzarla molte volte, come se fosse un
semplice giocattolo ad acqua, ma non gliene era mai importato un
accidente, fintanto che non si era ritrovato a dover temere della
propria vita.
Tuttavia, l’unica cosa che poteva sperare in quel momento,
era che avesse pietà dei propri scagnozzi e che li lasciasse
liberi, in modo da farli riscattare.
« La risposta, però, è estremamente
semplice. Volete sentirla? » chiese in maniera retorica,
senza voler effettivamente ascoltare ciò che avevano da dire.
Se voleva andare a colpo sicuro, non doveva affidare compiti importanti
a degli incompetenti buoni a nulla. Il suo motto era sempre stato
quello di sbarazzarsi dei più deboli senza pensarci due
volte, perché indegni di vivere.
E in quel preciso istante, nulla avrebbe potuto fargli cambiare idea,
neanche la discesa dell'angelo Raziel in persona.
Avrebbe fatto fuori anche lui se solo fosse stato necessario,
perché da potente calcolatore quale era, tutto
ciò che non gli andava a genio veniva eliminato in un batter
di ciglia.
« Vi prego non uccideteci! Risparmiateci per questa volta,
possiamo promettervi che faremo d- » Aric si
strozzò con il suo stesso sangue a metà frase,
sentendo un insolito bruciore espandersi nel petto.
Con mani tremanti tastò il punto che sentiva bruciare,
trovandosi subito dopo i palmi imbrattati di un liquido vermiglio.
Annaspò, allungando un braccio verso Ezekiel, poi cadde a
terra con un tonfo sordo, sporcando di sangue il lungo tappeto che
ricopriva metà sala.
Russ guardò la scena cereo tremando visibilmente,
evidentemente scosso da quello scenario.
« Pregare di essere risparmiato, un debole. »
esclamò schifato, tirando fuori un fazzoletto di stoffa dal
taschino.
Con mani esperte lucidò la pistola, anche se non ve ne aveva
assolutamente bisogno.
Poi, riponendola dove l’aveva presa si rivolse a
Russ, con un’espressione di puro sadismo dipinta in
volto.
« Sii felice dell’occasione che ti è
appena stata concessa. La prossima volta, finirai come lui. »
proferì laconico, indicando con un cenno del capo il corpo
esamine di Aric.
« Ora và e chiama qualcuno che possa pulire questo
schifo. » disse, e Russ non se lo fece ripetere due volte,
scappando letteralmente dalla sala.
Ezekiel ghignò, per poi tornare a sedersi sulla sua
bellissima poltrona rossa con eleganza, come se nulla fosse accaduto.
Poi, incrociando le braccia sulla scrivania si sporse in avanti, mentre
con aria di sufficienza una sola frase usciva dalla sua bocca:
« Credo sia
arrivato il mio momento. »
Alec tamburellava nervosamente con le dita sulla superficie di legno
del tavolo mordicchiandosi le labbra, mentre aspettava che Magnus
finalmente si decidesse a parlare.
Quando il ragazzo aveva acconsentito a spiegargli ogni cosa, il moro
aveva subito pensato che, dopo giorni passati a fare buchi nell'acqua,
una notizia del genere fosse troppo bella per essere vera.
Aveva avuto ragione.
Dal momento in cui aveva dato il suo consenso, difatti, Magnus si era
rinchiuso in una bolla di silenzio, da cui sembrava più che
intenzionato a non volere uscire.
Alec all'inizio lo aveva lasciato fare, aspettando che fosse pronto a
parlare ma la cosa cominciava ad essere seriamente snervante.
« Allora?! » sbottò ad un certo punto il
moro, incapace di starsene ancora zitto.
Nonostante si sforzasse di rimanere tranquillo, la curiosità
lo stava letteralmente divorando, facendolo diventare più
impaziente di quanto solitamente fosse.
Magnus gli rivolse uno sguardo vacuo, giocherellando con la tazzina che
aveva davanti.
Per ingannare l'attesa e sopportare il mutismo dell'altro, Alec era
arrivato perfino a mettersi a fare il the. Inutile dire che sua grazia
gli aveva rivolto un'occhiataccia sprezzante, ma l'aveva bellamente
ignorato piazzandogli davanti la bevanda per poi lasciarsi cadere su
una sedia accanto a lui.
Magnus sospirò pesantemente, quasi stesse cercando di
riscuotersi completamente dalla specie di trance in cui era caduto.
« Bene, cosa vuoi sapere per prima cosa? »
domandò infine, quasi rassegnato a quella sua sorte.
Il moro, dopo alcuni istanti di esitazione, pensò bene di
porgli una domanda che, oramai da anni, continuava a ronzargli nella
mente.
« Perché hai abbandonato la scuola in quel modo?
»
Non ci mise molto a capire di aver toccato un tasto estremamente
dolente: Magnus sollevò lo sguardo verso di lui, il volto
trasfigurato in una maschera inespressiva.
« Questa è l'unica cosa che non ho alcuna
intenzione di dirti, né adesso né mai. Non ne ho
mai parlato con anima viva e credo proprio che continuerò
così. » replicò poi seccamente, ponendo
fine a qualsiasi ipotetica discussione prima ancora che potesse sorgere.
Il moro piegò le labbra in una smorfia, lottando contro
l'impulso di replicare.
Avrebbe voluto davvero saperne di più, ma il tono gelido
dell'altro e la sua espressione lo convinsero a desistere.
Evidentemente, qualsiasi cosa gli fosse successa, doveva essere ancora
più grave di quanto avesse potuto immaginare.
Che fosse in qualche modo collegata al senso di colpa che gli aveva
letto dentro solo poche ore prima?
Alec si ripromise che, prima o poi, sarebbe riuscito a scoprirlo.
Accantonò momentaneamente quel pensier,o deciso a tornarvi
sopra in un secondo momento, dedicandosi a questioni più
urgenti.
« Okay, okay. Allora, come ci sei finito in un giro del
genere? » gli chiese, cambiando completamente argomento come
gli era stato molto carinamente suggerito di fare.
Il volto di Magnus, inaspettatamente, si aprì in un
sorrisino sardonico.
« Questa è facile: grazie a Braxton. »
gi rispose candidamente, stringendosi nelle spalle.
Il moro inarcò leggermente le sopracciglia, cercando di
capire perché quel nome gli risuonasse quasi familiare.
L'illuminazione giunse dopo diversi istanti.
« Ma certo! Era uno dei nomi nella tua rubrica, ecco dove lo
avevo già sentito. O letto, dipende dai punti di
vista. » esclamò non appena riuscì a
trovare una delucidazione al dubbio che si era posto poc'anzi,
dimenticandosi completamente di collegare il cervello alla bocca.
Se solo si fosse preso la briga di riflettere un minimo, sarebbe
senz'altro arrivato alla conclusione che pronunciare quella frase ad
alta voce era tutt'altro che una buona idea.
« Ti sei messo a frugare tra le mie cose? Poi cos'altro vuoi
fare, passarmi sotto un metal detector per assicurarti che non abbia
armi nascoste chissà dove? Sappi che è una cosa
veramente squallida e.. » iniziò a sgridarlo
Magnus, per quella che era molto probabilmente la decima volta - minimo
- nel giro di appena un'ora.
Alec lo interruppe con un gesto della mano, quasi a scacciare via un
insetto fastidioso.
« Sì certo, è stata davvero una brutta
cosa: disonore su di me e su tutta la mia famiglia. Ora potresti, che
so', dirmi chi è questo tizio? »
Magnus gli scoccò un'occhiataccia, decidendo però
di far cadere l'argomento; forse si era stancato di gridargli contro.
« Braxton è uno dei pezzi grossi nella nostra
organizzazione, ha una più che discreta influenza nel
decidere con chi trattare. Non che la cosa sia poi così
scioccante, se si tiene presente che altri non è se non il
nipote di Headley Barker, il capo. » rispose poi stancamente,
stravaccandosi contro lo schienale della sedia per stare più
comodo.
Alec socchiuse lievemente la bocca, alquanto sorpreso da quello che gli
era appena stato rivelato.
Certo, Magnus aveva promesso di dirgli ogni cosa, ma non si aspettava
certo che gli confessasse subito, e senza il minimo dubbio, il nome del
responsabile di tutta l'organizzazione.
Se solo avesse voluto, Alec avrebbe impiegato meno di cinque minuti per
telefonare alla base e farli arrestare tutti, usando Magnus come fonte.
Il ragazzo era troppo intelligente per non aver preso in considerazione
quell'ipotesi, e il moro, di fronte a quella consapevolezza, non
poté non sorridere: stava finalmente iniziando a fidarsi di
lui.
« Come hai fatto ad incontrarlo? Si è presentato
da te con un biglietto "entra anche tu nel club di delinquenti e avrai
uno sconto su armi potenzialmente letali"? » gli chiese
ironicamente, facendo scoppiare a ridere l'altro.
« In realtà la faccenda è andata in
maniera leggermente diversa. » replicò una volta
ripreso fiato, guardandolo divertito.
Alec in tutta risposta poggiò il mento sui palmi della mani,
fissandolo palesemente in attesa.
Dopo aver tirato l'ennesimo sospiro, Magnus iniziò a
raccontare.
« Mi trovavo in uno dei più squallidi bar della
città, dove avevo trascorso intere giornate da quando.. beh,
da quando non mi hai più visto in circolazione, mettiamola
così. Comunque, ad un certo punto, un ragazzo si
è seduto accanto a me offrendomi da bere. Considerando che
ero già abbastanza brillo e che quel tipo non era affatto
male, non ci ho certo pensato due volte ad accettare. » si
interruppe per alcuni istanti, fissando un punto non meglio precisato
dietro la testa di Alec, quasi stesse rivivendo quella scena nella sua
mente.
« Abbiamo passato il resto della serata a bere e a parlare.
Sai, in quel periodo non ero esattamente un raggio di sole, eppure
Braxton è riuscito nell'impresa quasi impossibile di avere
una conversazione degna di questo nome con me. Forse perché
testardo quanto me, forse perché abbastanza brusco e
insensibile da non curarsi delle mie rispostacce. Fatto sta che quella
notte si è conclusa in un modo più che
soddisfacente per entrambi, tanto che abbiamo deciso di portare avanti
la cosa, frequentandoci per un po' di tempo. »
continuò tranquillamente, come se non avesse appena
sganciato una vera e propria bomba sul povero ragazzo seduto alla sua
destra.
Alec infatti risputò il the che aveva in bocca in quel
momento rischiando di soffocare, battendo poi violentemente la tazzina
sul tavolo.
« Sei stato insieme
a quel tizio? » gli chiese totalmente incredulo, cercando di
respingere l'irrazionale senso di risentimento appostato dietro
l'angolo per motivi che nemmeno lui sapeva spiegarsi.
Oh sì che lo
sai, non mentire anche a te stesso.
« E' esattamente quello che ho detto. La cosa ti stupisce
così tanto? Tranquillo, ti posso assicurare che è
davvero un bel pezzo di ragazzo, non ho perso il mio buongusto.
» ribatté Magnus sarcasticamente, inarcando le
sopracciglia con un sorrisetto furbo.
Aveva tutta l'aria di divertirsi un mondo, ed Alec non poté
fare a meno di chiedersi cosa accidenti ci fosse di così
esilarante.
« Sono solo stato colto di sorpresa, non mi aspettavo certo
che bastassero pochi bicchierini di alcool e un bel viso per farti
cadere così ai piedi di qualcuno. Ma infondo che importa?
Sei liberissimo di darti da fare con tutti i criminali di Londra, per
quanto mi riguarda. » replicò subito il moro, con
un tono acido che fece allargare ancora di più il sorriso
dell'altro.
« Alexander, non sarai per caso geloso, vero? » gli
chiese poi portandosi melodrammaticamente una mano sul petto, quasi
trovasse quell'ipotesi sconvolgente.
Peccato che la luce divertita - e in un certo senso soddisfatta - nei
suoi occhi lo tradisse.
« Io geloso di
te? Ma per favore, non farmi ridere. Perché
mai dovrei esserlo? » esclamò il moro sprezzante,
non riuscendo però del tutto a mascherare una punta di
rossore sugli zigomi candidi.
Magnus si sporse lentamente oltre il tavolo che li separava con la
grazia di un felino, portandosi a pochi millimetri dal suo viso.
« Forse perché sei pazzo di me? »
gli chiese in un sussurro, piantando i suoi occhi in quelli blu
dell'altro.
Per alcuni istanti Alec sembrò incapace di formulare una
risposta coerente, poi, scuotendo lievemente la testa quasi a sottrarsi
da un incantesimo, si tirò indietro allontanandosi dal volto
dell'altro.
« Ti piacerebbe, principessa.
» riuscì infine a rispondere, sebbene la sua
suonasse più come una domanda che come un affermazione.
Magnus sorrise maliziosamente, facendo scorrere lo sguardo sul corpo
dell'altro.
« Oh, ci puoi scommettere. »
borbottò poi, tornando a sedersi al suo posto.
Alec si schiarì la gola per interrompere il silenzio che era
caduto dopo quell'uscita, facendo finta di non aver sentito e
riportando la conversazione sul binario originale.
« Poi cosa successe? » gli chiese infatti, tornando
a concentrarsi su quanto di utile potesse esserci in quel racconto.
Magnus gli rivolse l'ennesimo sguardo divertito, ma decise di
assecondarlo.
« E' successo che, pian piano, mi sono ritrovato invischiato
negli “affari di famiglia”. All'inizio si trattava
solo di accompagnare Braxton a trattare con dei clienti, come li
chiamava lui, poi ho iniziato a portare messaggi per suo conto e a
cercare informazioni. Alla fine, senza quasi rendermene conto, mi sono
ritrovato di fronte al boss che mi dava ordini sul come organizzare il
prossimo scambio di merce. » riprese a raccontare, seguendo
con un dito le venature di legno del tavolo e senza staccare gli occhi
da quella superficie, quasi temesse di incrociare lo sguardo di Alec,
leggendovi dentro un giudizio tutt'altro che lusinghiero.
« Non ho nessuna intenzione di mentirti facendo la
povera vittima che è stata costretta a fare quello che ha
fatto. All'inizio mi piaceva fare parte di quel mondo, non preoccuparmi
di nessuno se non di me stesso, coperto da più soldi di
quanti ne potessi desiderare. E poi, quello era l'unico posto adatto ad
uno come me: un mostro sta bene solo in mezzo ai suoi simili.
» sussurrò poi con una strana inflessione nel tono
di voce, soprattutto su quell'ultima parte.
Era come se stesse recitando le battute di un ruolo che in passato
aveva provato e riprovato, fino a non essere più in grado di
distinguere la finzione dalla realtà.
« No, non è vero, non ci credo. Smettila di dire
certe assurdità: Magnus, tu non sei un mostro. Non voglio
più sentirti dire una cosa del genere. »
ribatté duramente Alec, portando una mano sotto il mento
dell'altro e costringendolo ad incrociare il suo sguardo.
Voleva che lo guardasse negli occhi e capisse che era serio, che
nonostante le sciocche convinzioni che aveva su sé stesso,
lui non lo vedeva in quel modo e mai lo avrebbe fatto.
La facciata che solitamente Magnus brandiva a mo' di scudo contro il
resto del mondo, Alec incluso, sembrò inclinarsi leggermente
lasciando trasparire la volontà di credere a quella
rassicurazione, schiacciata però da un profondo disprezzo
verso di sé.
« Se tu sapessi quello che ho fatto, non la penseresti
così. » replicò solamente, per poi
liberarsi dalla presa di Alec, abbassando nuovamente lo sguardo.
Il moro lo fissò in silenzio, sperando che l'altro gli
fornisse se non una spiegazione, perlomeno un minimo indizio che
potesse aiutarlo a far luce su quella storia.
Avrebbe potuto chiedergli qualcosa, ma non ci voleva certo un genio per
rendersi conto che si trattava di un argomento estremamente difficile
per l'altro, e non se la sentiva di forzarlo.
« In ogni caso non era certo di questo che stavamo parlando.
Dunque, dopo essere stato ufficialmente inserito nel giro, sono stato,
per così dire, promosso al grado di intermediario. Headley
con l'aiuto di Braxton si occupava di trovare le persone giuste,
gestiva i soldi e si procurava la merce. Io, invece, organizzavo ogni
singolo scambio facendo in modo che nessuno scoprisse o sospettasse
niente. » riprese Magnus, cercando di distrarre l'altro dalla
confessione fatta poco prima, fornendogli informazioni che avrebbero
potuto interessargli.
Alec pur accorgendosi di quel tentativo deliberato, lo
lasciò continuare, facendo cadere per l'ennesima volta
l'argomento.
Tutta quella faccenda stava diventando sempre più stressante.
« Quanti di questi scambi hai organizzato? » gli
chiese semplicemente, invece di dar voce ai pensieri contrastanti che
gli stavano girando per la testa in quel momento.
Magnus sospirò, passandosi stancamente una mano sugli occhi.
« Più di quanti riesca a ricordare con esattezza.
Ho visto delinquenti arricchirsi e poveri cristi venire uccisi senza
tanti complimenti per aver detto o fatto quello che non avrebbero
dovuto. Ma è così che vanno le cose: il
più forte sopravvive, il più stupido viene fatto
fuori. » dichiarò poi, come se quella fosse una
constatazione inutile, quasi banale o scontata.
Peccato che Alec non fosse affatto di quello stesso parere.
« Non trovi niente di sbagliato in quello che hai appena
detto? Come hai potuto sopportare, per anni, una simile condizione
senza far nulla per uscirne fuori? Non ti è mai venuto in
mente che un giorno potresti essere tu quello ucciso per aver detto o
fatto qualcosa che non avresti dovuto? » saltò su
indignato, senza preoccuparsi minimamente per il fatto di aver appena
alzato il tono della voce.
Non avrebbe voluto essere così brusco, ma quella
tranquillità, quella rassegnazione con la quale il ragazzo
aveva appena parlato, gli avevano fatto venire voglia di prenderlo a
sberle, per vedere se almeno così sarebbe riuscito a farlo
rinsavire.
Magnus si limitò a guardarlo tranquillamente, come se quella
sfuriata non lo avesse minimamente sfiorato.
« Credi che io non abbia mai pensato di tirarmene fuori?
Passata la fase iniziale ho incominciato a stancarmi sempre di
più di vivere di sotterfugi, di essere costantemente
costretto a guardarmi le spalle per evitare di ritrovarmici un coltello
piantato nel mezzo. Ma cosa avrei dovuto fare? Andare da Headley a
passo di danza e dirgli: "Ehi, io mollo tutto. So che la cosa non ti va
a genio considerando che so tutti i tuoi piccoli sporchi segreti ma
pazienza. Pace." Quanto ci avrebbe messo per te a chiudermi la bocca?
» replicò poi sarcasticamente, facendo alzare gli
occhi al cielo al moro per l'esasperazione.
Quando Magnus si comportava in quel modo era assolutamente impossibile
avere un qualsivoglia dialogo con lui.
« Maledizione, mi hai rubato le parole di bocca! Era proprio
quello che stavo per suggerirti di dirgli! »
ribatté altrettanto sarcasticamente guadagnandosi un
sorriso, seppur minimo.
Alec si passò una mano tra i capelli, cercando di fare mente
locale su tutto ciò che aveva appreso negli ultimi minuti.
Poi una domanda gli sorse spontanea.
« Che cosa è successo esattamente con il capo di
Russ e quell'altro tizio? Perché i vostri accordi sono
saltati? »
Magnus fece una piccola smorfia; evidentemente non gli faceva molto
piacere sentir chiamare in causa quella sottospecie di pitbull.
« Già, Russ e Aric. In realtà sono
successi tuo padre e tuo fratello, ecco cosa. »
Il moro lo guardò sorpreso, sforzandosi di capire che
collegamento poteva esserci.
L'altro dovette giustamente interpretare la sua espressione perplessa,
visto che si affrettò ad esplicargli l'intera faccenda.
« Tu stesso hai detto che è da un po' che ci
stanno addosso. Beh, Headley è tutt'altro che stupido e se
ne è accorto fin da subito. Perché credi che non
siano riusciti a scoprire quasi niente? Ha fatto di tutto per
depistarli e coprire le sue tracce. »
Alec prese nota mentale di rassicurare Jace - ovviamente in un secondo
momento - circa il suo talento investigativo: non è
possibile trovare qualcuno che sa di essere cercato.
« Sarà la stanchezza arretrata che mi sta giocando
un brutto tiro, ma non riesco davvero a capire cosa c'entri tutto
ciò. » disse poi lentamente, quasi cercando di
giustificarsi.
Magnus restò in silenzio per alcuni istanti, probabilmente
cercando di capire il modo migliore per spiegarsi.
« Avevamo preso un accordo per uno scambio abbastanza
considerevole di merce; diciamo solo che con tutte armi che ha
richiesto il loro capo ci si potrebbe tranquillamente organizzare una
terza guerra mondiale. Il tutto doveva avvenire giorni fa, ma Headley,
consapevole di avere i tuoi alle calcagna, ha deciso di mandare tutto a
monte, chiedendo il doppio della cifra pattuita per il rischio di
essere beccato. Perché di certo è abbastanza
difficile far passare inosservato un carico del genere. »
Alec aggrottò leggermente le sopracciglia, iniziando
finalmente ad unire tutti i puntini.
« Fammi indovinare, il capo non è stato affatto
felice di quel cambio di programma, giusto? »
Magnus scosse la testa, con un sorrisino semi divertito ad illuminargli
il volto.
« No, direi proprio di no. I trafficanti di certo non sono
creaturine socievoli e amabili, ma quel tizio, Ezekiel Dixon, li fa
quasi apparire tali. Anche per un ambiente del genere la sua
crudeltà è cosa fuori dal comune. Possiamo stare
più che certi che ci saranno ripercussioni, soprattutto dopo
quello che è successo oggi. » affermò
Magnus, rivolgendo un'occhiata preoccupata al moro.
Alec fece un gesto secco con la mano, come a voler interrompere sul
nascere qualsiasi ramanzina.
« So badare a me stesso, principessa. Dopotutto, hai avuto
modo di verificarlo con i tuoi occhi. » aggiunse poi,
assumendo una posa esageratamente altezzosa.
L'altro ridacchiò, appena più rilassato di prima.
« Oh sì, questo è poco ma sicuro. Non
avrei mai detto che fossi in grado di batterti in quel modo. Le lezioni
del paparino hanno davvero dato i loro frutti! »
esclamò ironicamente, dandogli una leggera spintarella
giocosa.
« Riferirò. Di certo gli farà molto
piacere saperlo. » ribatté prontamente Alec,
utilizzando lo stesso tono divertito.
Magnus lo studiò per alcuni istanti, perso in
chissà quali pensieri.
Prima che il moro potesse formulare una qualsiasi domanda,
però, l'altro si riscosse.
« Bene, ora che ti ho raccontato tutto.. Che cosa facciamo?
» gli chiese difatti, con le sopracciglia corrucciate in un
espressione pensierosa.
« A questo punto dobbiamo trovare il modo di tirarti fuori,
possibilmente cercando di rimanere vivi. »
dichiarò Alec, come se fosse la cosa più ovvia
del mondo.
Anche perché non c’erano molte altre alternative,
quindi si sarebbero dovuti adeguare per forza.
Magnus scosse la testa vigorosamente, guardandolo con aria indignata:
« Dobbiamo? No, non se ne parla nemmeno, non devi impicciarti
in questa faccenda più di quanto tu già
non lo sia. »
Alec sbuffò sonoramente, senza preoccuparsi di farsi sentire
dall’altro, anzi.
Era bene che sapesse che non riusciva a mandar giù il suo
modo di comportarsi: non poteva sempre pensare di risolvere le
situazioni da solo, non era mica superman, al contrario di quello che
sicuramente credeva.
« Smettila di lamentarti sempre, stai diventando
insopportabile. » lo schernì sbuffando, per poi
sedersi sul divano senza troppe cerimonie.
Magnus lo guardò di sottecchi, sentendosi - anche se non
doveva, assolutamente - in parte, apprezzato per la prima volta.
Raramente qualcuno mostrava un particolare interesse per la sua vita,
mentre Alec sembrava davvero tenerci molto. Più di quanto si
sarebbe mai aspettato comunque.
Del resto, però, non c’era molto di cui
sorprendersi: il suo bell’occhi blu era fatto
così, metteva il cuore in qualsiasi cosa facesse, e lui non
sarebbe di certo stata l’eccezione.
« E tu hai preso la parte del cavaliere un po’
troppo seriamente, a mio parere. » lo riprese, per
poi affiancarlo subito dopo.
Alec lo osservò buttarsi accanto a lui con nonchalance,
mentre si passava una mano tra i capelli con fare annoiato.
Non poté non fissarlo mentre con quell’aria da
perfetto sbruffone si portava le ginocchia al petto, chiudendosi nella
sua tipica posizione a riccio.
Quando assumeva quella
posa sembrava quasi tenero, constatò con una
certa sorpresa per aver appena ritenuto Magnus tenero.
Perché poteva senz’altro essere definito in molti
modi, come finto saccente, permaloso, caprone, antipatico.. ma di certo
tenero proprio no. Forse avrebbe anche potuto considerarlo bellissimo..
O forse stava solamente impazzendo.
« Non posso farci nulla, amo salvare le principesse in
pericolo. » lo prese in giro, tirandogli un leggero pugno sul
ginocchio.
Magnus alzò gli occhi al cielo esasperato, tuttavia, un
leggero sorrisino gli abbelliva le labbra.
Stava seriamente cominciando ad apprezzare quel tipo di rapporto che si
era andato creare, anche se non lo avrebbe mai ammesso al moro, ovvio.
E poi, adorava davvero stuzzicare Alec, era diventato il suo nuovo
passatempo preferito e non sapeva se sarebbe stato più in
grado di vivere senza.
Scosse impercettibilmente la testa, allontanando quel suo pensiero come
scottato.
Devo smetterla, basta.
« Sei veramente un.. » si interruppe
improvvisamente, sentendo il suo cellulare vibrare nella tasca dei
pantaloni.
Confuso, lo tirò fuori immediatamente, per poi sbarrare gli
occhi quando vide il mittente del messaggio: Headley.
Inghiottì pesantemente, incurante dello sguardo intenso che
il moro gli stava rivolgendo in quel momento, poi lesse il messaggio ad
alta voce: « Dove
cavolo sei finito? »
Hellooo! <3
Ed ecco qui anche la seconda parte del capitolo!
Ebbene, finalmente sappiamo qualcosina in più su Magnus,
anche se, da come avrete sicuramente capito, c'è qualcosa
che vuole tenere segreto a tutti i costi.. :D
E visto che i guai non vengono mai da soli, ecco che "compare" anche il
famoso Headley :D
Vi ringraziamo per aver letto anche questo capitolo, e speriamo con
tutto il cuore che sia stato di vostro gradimento! Se vi va, fateci
sapere cosa ne pensate, ci farebbe davvero molto piacere! <3
Come al solito, vi lasciamo il link del gruppo facebook, e
vi diamo appuntamento al prossimo capitolo! <3
Se volete iscrivervi, cliccate qui ---> https://www.facebook.com/groups/1695283824068412/
Alla prossima! <3
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