Dominatrice di stelle
Lucy crede
di conoscere tutti i segreti sulla magia delle stelle, ma in
realtà si sbaglia. C'è molto molto di più di
quello che pensa, nascosto oltre la soglia dei suoi limiti ...
Domatrice di stelle
-
Cosa? - Lucy non riuscì a chiedergli altro. Il drago la prese per le spalle,
costringendola a girarsi in direzione del terrazzo e le sollevò il mento,
spostando il suo sguardo sulle stelle che illuminavano Magnolia. La teneva
ferma, in posizione, come un manichino. Lucy arrossì sentendo il corpo di Natsu
pigiato contro la sua schiena e la sua bocca vicino all’orecchio che le
sussurrava - Ci vuole soltanto qualche minuto, fidati di me. È vero che non
sono un mago celeste, ma sono quattrocento anni che mi occupo di magia. Non
scordarti che le stelle sono fatte di fuoco. -
Non
poteva fare altro che accontentarlo, se gli avesse detto di no, Natsu avrebbe
continuato a tormentarla per il resto della serata proprio come con la storia
del duello. - E va bene. - Lucy si rassegnò con un sospiro; in fondo era
curiosa di sapere cosa voleva spiegarle il drago.
-
Allora cominciamo. - Natsu le fece scorrere la mano lungo il collo e più in
basso, fino a che non arrivò ad appoggiarla all’altezza del cuore della
ragazza. - Permettimi di stare così per un po’, mi serve per sentire meglio la
tua magia. - Era una posizione insolita e imbarazzante ma Lucy strinse i pugni
e si sforzò di mantenere la calma - Giuro che se questo è uno scherzo ... -
-
Adesso voglio che ti concentri sulle stelle. - Continuò Natsu con voce seria -
Fammi sentire quanto potere riesci a raccogliere. Fammi sentire il tuo limite.
-
Happy
planò silenziosamente sul tavolo più vicino per non disturbare i due. Anche lui
era curioso di scoprire cosa stava per succedere.
-
Ti faccio vedere subito. - Questa era una cosa facile, Lucy aveva imparato ad
utilizzare il potere delle stelle da quando era praticamente una bambina. Era
stata sua madre ad insegnarle come fare ed aveva passato molte sere, su quello
stesso terrazzo, seduta a bagnarsi silenziosamente nel loro potere. Ormai le
stelle per lei erano come parte del suo stesso sistema, poteva sentire la forza
delle costellazioni a cui era legata scorrerle nel sangue, poteva percepire il
movimento delle stelle come se fosse stata un’armonia celeste, il suono di un
orchestra.
Lucy
inspirò profondamente e chiuse gli occhi, sforzandosi di rilassarsi e di
stendere le braccia lungo i fianchi.
“
Venite da me.” Il suo fu un comando silenzioso ma l’energia delle stelle
cominciò subito a raccogliersi attorno al suo corpo, scintillando come luce
viva. Era un vortice, una musica così forte e accecante che Happy fu costretto
a chiudere quasi subito gli occhi. L’exceed si aggrappò al tavolo con le unghie
per evitare che il turbine lo trascinasse via. Le foglie delle siepi e le
persiane del terrazzo sbattevano furiosamente mentre l’energia raccolta da Lucy
gettava tutto all’aria. Sembrava che qualcosa di apocalittico stesse per
abbattersi su Central Park, eppure quel potere non aveva nulla di distruttivo,
sembrava caldo e avvolgente proprio come le stelle da cui proveniva. Lucy
conosceva bene la sua magia ed era familiare con i suoi limiti. Quando alla
fine arrivò al massimo consentito, la luce si raccolse attorno a lei, formando
un cerchio magico sotto i suoi piedi. Quella era la stessa quantità di magia
che utilizzava per attivare l’incantesimo più potente che aveva imparato grazie
ai suoi spiriti: Uranometria. Una magia così forte e devastante da poter
demolire un palazzo con un sol colpo.
-
Mnmm ... - Lucy sentì Natsu che annuiva e poi - Rompi questa soglia. - Le
sussurrò il drago all’orecchio.
Romperla?
Era impossibile. Tutta l’energia raccolta era direttamente collegata a lei,
rompere l’argine significava rompere gli stessi limiti del suo spirito. Sua
madre e master Makarov le avevano spiegato che si trattava di una pratica molto
pericolosa e che andava evitata a tutti i costi.
-
So a cosa stai pensando ma non avere paura, ci sono qui io. - Continuò a
sussurrarle Natsu - Per ottenere più potere devi fargli spazio. Allarga i
confini del tuo spirito, fai entrare la magia, prendila tutta. Poi comandale cosa
fare. - Avere costì tanta energia che le scorreva in circolo era una sensazione
incredibile ed estasiante. Lucy poteva davvero sentire il suo cuore battere in sincronia
con le stelle. Molti maghi avevano perso la testa, annebbiati dal senso
d’onnipotenza che gli davano i loro poteri. Era in momenti come quelli che Lucy
capiva come mai. La voce di Natsu che la invitava a prendere ancora più potere
era come quella di un demone tentatore. Cosa sarebbe successo se ci avesse
provato per davvero?
Lucy
inspirò profondamente e senza nemmeno riflettere su quello che stava facendo
aumentò la pressione sul flusso d’energia che stava raccogliendo. All’inizio
incontrò una resistenza immensa, come se si fosse messa a spingere contro un
muro di cemento poi ...
-
Prendi anche la mia magia. -
La
spinta di Natsu fu quella decisiva. Fu come se un ariete da guerra avesse
appena colpito la parete e l’intera barriera venne giù, spaccandosi in mille
pezzi. L’energia delle stelle e quella del drago fluirono dentro Lucy con la
stessa forza di un torrente senza argini. Adesso quel potere non assomigliava
più a quello caldo e morbido, ordinato e ubbidiente, che la ragazza era
abituata a conoscere. Sembrava un fiume rovente, così forte da minacciare di
bruciarla dall’interno. Il cerchio magico sotto i loro piedi si ingigantì a
dismisura ricoprendo l’intero terrazzo e questa volta l’energia ribelle sbalzò
via Happy, mandandolo a sbattere contro i vasi. Le sedie, il tavolino e il
dondolo finirono a terra con un crash assordante.
Sarebbe
stato meglio se non ci avesse provato: era troppo perfino per lei. Lucy reagì
d’istinto, afferrando a due mani quella che Natsu le teneva appoggiata sul
petto. Voleva scappare ma il drago la tenne ancora una volta ferma, stringendo
più forte la presa sulla sua spalla. - Ci puoi riuscire Luce! Prendi il
controllo! Segui me! -
Segui
me? La ragazza ci mise un po’ a capire cosa intendeva e che si riferiva alla
magia che le aveva offerto. Il potere di Natsu era fermo, immobile come un sole
in mezzo a tutto quel turbine d’energia. Se voleva prendere il controllo allora
doveva costringere tutta la magia che aveva raccolto a comportarsi come quel
fuoco. Poteva usare l’energia di Natsu come un’ancora, un centro di gravità, un
punto di partenza!
-
Devi soltanto desiderarlo! Desidera che la magia ti ubbidisca con tutta la
forza che hai! -
E
Lucy si strinse alla mano di Natsu, aggrappandosi a lui con tutta la forza che
aveva. Ordinò alla magia di ascoltarla ma all’inizio le sembrò di gridare
contro un oceano infuriato. Non poteva arrendersi per così poco.
-
Sono io la vostra dominatrice! - La formula di Uranometria le scivolò dalla
lingua proprio come quando usava quello spaventoso incantesimo e questa volta
la magia tremò. Si zittì e si raccolse attorno a suoi piedi, riprendendo la
forma di un perfetto cerchio magico. Poi si disperse, proprio come Lucy gli
aveva ordinato.
Quello
era davvero troppo per il corpo della maga. Le girò la testa e le ginocchia le
vennero meno. Per fortuna c’era Natsu a sorreggerla.
-
Che cosa è stato? - Sussurrò Lucy, mentre il drago l’appoggiava delicatamente a
terra. Aveva la vista annebbiata e si sentiva come se si fosse appena svegliata
con i postumi di una sbronza.
-
Quando rompi per la prima volta i limiti della tua stessa magia, lo chiamano
“Seconda Origine”. - Le spiegò Natsu con un sorriso - Complimenti per esserci
appena riuscita senza farti trascinare. -
-
Tu sei pazzo. E io che ti do ascolto sono ancora più pazza! - Esclamò la
ragazza - Che cosa avresti fatto se tutto quel potere mi avesse inghiottita? -
-
Conosco due o tre modi per stendere un mago impazzito. - Le rispose lui,
ridacchiando come sempre. Non era per nulla spaventato dall’idea.
-
È stata la cosa più forte che abbia mai visto! - Strillò Happy facendosi largo
tra le siepi - Lucy sei fortissima! - La ragazza non era ancora certa dei
risultati, ma la magia che aveva raccolto poco prima continuava a sfrigolare
dentro di lei. Ed era molta, molta di più di quanta avesse mai utilizzato fino
a quel momento.
-
Sì, ma adesso Lucy deve ancora imparare a controllare i suoi nuovi poteri,
domani facciamo per davvero un salto in questa palestra speciale. Ma per adesso
... - Natsu non diede a Lucy nemmeno il tempo di protestare, prendendola in
braccio. La ragazza arrossì ma lo lasciò fare, in fondo le gambe le tremavano
ancora e non era in grado di camminare da sola. - Vieni ti porto a letto. - I
tre rientrarono dal terrazzo e la barriera che li aveva protetti fino a
quell’istante svanì. Non si accorsero nemmeno che c’era qualcuno che li
osservava, un ragazzo appoggiato alla balaustra di un grattacelo dalla parte
opposta di Central Park. A pochi passi da lui, c’era il corpo di una donna a
fargli compagnia, riverso in una pozza di sangue ma la cosa non sembrava
importargli affatto. Il ragazzo fece un sorriso malinconico, mentre il vento
agitava i bordi del suo cappotto nero - E io che mi preoccupavo per il
Festival. Sono certo che sarà un gran successo. Questa volta le porte di
Stellar Memory si apriranno davvero per me. -
Quella
sera Lucy piombò in un sonno profondo non appena Natsu l’appoggiò sul letto,
senza avere né la forza di cambiarsi né quella di fare una doccia. Credeva di
conoscere tutto quello che c’era da sapere sulla magia celeste, ma aveva appena
scoperto i suoi limiti e come infrangerli. La cosa l’elettrizzava e allo stesso
tempo terrorizzava. Chi lo avrebbe mai immaginato che Natsu sarebbe riuscito a
insegnarle una cosa del genere? Si addormentò sognando gli allenamenti che
l’aspettavano in palestra e le nuove frontiere che avrebbe superato. Ma quei
sogni durarono poco e quando Lucy si svegliò il mattino successivo, si pentì
subito di averli fatti. C’era una campana che suonava nella sua stanza in modo
assordante e insopportabile. La ragazza provò a difendersi infilando la testa
sotto il cuscino ma qualcuno lo strappò brutalmente via dalla sua presa.
-
Svegliati Luce! Avevi promesso che saremmo andati in palestra! -
La
ragazza si sforzò di aprire un occhio e scoprì che in piedi accanto al letto
c’era Natsu. La campana che aveva sentito in realtà era una pentola che il drago
stava usando come un tamburo.
-
Che ore sono? - Gracchiò Lucy.
-
Le sei. -
-
Col cavolo che mi alzo. - E la ragazza richiuse gli occhi tirandosi le coperte
sulla testa.
-
Dai Luce lo sanno tutti che è meglio fare esercizio al mattino presto! Forza,
lo avevi promesso! -
-
Sì lo avevo promesso ma non c’è fretta! Che bisogno ho di allenarmi così tanto
con la mia magia? Mica sta per scoppiare una guerra? -
-
E se la guerra scoppiasse per davvero? - Le sussurrò Natsu all’orecchio usando
il tono più spaventoso possibile.
- Qui l’unica guerra che c’è è quella che hai
in testa. -
-
Natsu! - Happy lo chiamò per attirare l’attenzione - Fai provare me, conosco un
modo migliore per svegliarla. - L’exceed ghignò e tirò fuori gli artigli, piantandoli
proprio nel materasso. La reazione fu immediata: la maga schizzò in piedi,
tirando via le coperte. - Smettila di limarti le unghie sul letto! Pussa via
bestiaccia! -
E
fu così che cominciarono gli allenamenti di Lucy in palestra. Era impossibile
resistere alla forza trascinante di Natsu. Per i giorni successivi divenne una
cosa normale vedere la maga celeste e il drago all’ufficio della gilda. Al
mattino si allenavano per un’ora, un’ora e mezza, e poi passavano il resto del
giorno a discutere di magia e di come utilizzarla. Erano anni che Lucy non si
allenava così. Quando frequentava ancora il liceo, lei, Gray e gli altri
ragazzi della gilda si vedevano spesso in palestra, dopo l’orario scolastico,
per seguire le lezioni di Makarov. Il vecchio master era un esperto in ogni
campo della magia ed aveva sempre un mucchio di consigli utili. Gli insegnava
come migliorare i propri incantesimi e come controllare al meglio i rispettivi
poteri. I ragazzi si divertivano un mondo e passavano ore ed ore a combattere
tra di loro, ma poi, crescendo, Lucy aveva smesso di frequentare gli
allenamenti e come lei molti altri componenti del gruppo. Era divertente
tornare ad esercitarsi dopo tanti anni e provare di nuovo l’emozione della
competizione. La sensazione che le provocava la magia, scorrendo nelle sue vene,
era adrenalina pura. Come aveva fatto a stare lontana così tanto tempo dalla
palestra?
Era
divertente ma ad un certo punto Lucy cominciò a considerare quegli allenamenti
come un corso di autodifesa. Forse l’idea di Natsu non era così folle come
sembrava. Forse stava per davvero per scoppiare una guerra in città e per questo
era meglio tenersi pronti. Durante quella settimana si susseguirono numerose
notizie di attacchi. Una maga di Blu Pegasus assassinata su un terrazzo,
praticamente dalla parte opposta di Central Park. Una ragazza di Mermaid Heel
uccisa e abbandonata in un vicolo a China Town. Due amici di Cait Shelter
trovati sotto un cavalcavia. Due maghi di Lamia Scale a Brightone Beach.
-
Chi sarà il prossimo? - Lucy prese un sorso d’acqua dalla sua bottiglia e poi
si lasciò andare sulla panchina
all’ingresso della stanza speciale, usata per gli allenamenti. Socchiuse
gli occhi e si appoggiò con la schiena e la testa alla parete fresca. Rimase
per un po’ così, in silenzio, a riprendere fiato ma sobbalzò quando qualcuno si
mise a sedere accanto a lei e la panchina si mosse. Non si era nemmeno accorta
dell’arrivo di Erza.
-
Lo sai? È strano vederti di nuovo qui. Ormai non ci viene quasi più nessuno,
tranne Gray, Laxus, Elfman e me. - Ammise la ragazza con i capelli rossi e Lucy
annuì, ridacchiando - Sì è strano. -
-
Non immaginavo che Natsu sarebbe riuscito a convincerti a fare esercizio, ma è
una cosa positiva. - Continuò Erza - Può sembrare inutile, dato che in questo
mondo nessuno è libero di usare appieno i propri poteri, ma per quelli come noi
allenarsi con la magia fa bene, esattamente come per le persone comuni che
fanno sport. Io mi sento male quando sto ferma troppo a lungo. - Anche se
avevano solo pochi anni di differenza, Lucy considerava l’altra ragazza come un
modello. Erza era un tipo atletico che non conosceva limiti e nemmeno pause.
Lucy ammirava la sua energia e la sua grinta anche se non aveva alcuna speranza
di raggiungere quei livelli. In fondo erano due caratteri completamente opposti
e Lucy preferiva molto di più passare il suo tempo libero a leggere e a scrivere.
-
A proposito, come vanno le cose con Natsu? Ha deciso che lavoro gli piacerebbe
fare? - E così quella era la vera ragione per cui Erza l’aveva avvicinata! Lucy
deglutì senza sapere cosa rispondere. Era vero che quello era il compito che le
era stato affidato, ma le ultime settimane erano state così piene che non aveva
avuto nemmeno il tempo di cercare un lavoro per Natsu.
-
Ci sta ancora pensando. - Disse alla fine Lucy ed Erza annuì. La ragazza rimase
qualche istante in silenzio prima di spiegarle cosa le passava per la testa -
Ho sentito che i pompieri della città stanno cercando nuove reclute. La
campagna durerà ancora un mese ma bisogna andare alla caserma del Metro Tech
Center per firmare i documenti. Ho pensato che la cosa potrebbe interessargli
dato che il fuoco è il suo elemento. Di sicuro le sue abilità potrebbero
tornargli utili. -
-
È davvero un’ottima idea! - Esclamò Lucy che non sapeva niente della notizia.
Quella sembrava davvero l’occasione perfetta per Natsu. - Gliene parlerò appena
esce della doccia! -
-
Sono contenta di esserti stata utile. - Erza le diede un colpetto sulla spalla
e si alzò dalla panchina. - Lo so che il compito che ti ho affidato è difficile,
ma ricordati che se hai problemi con Natsu ci siamo io e il resto della gilda
per darti una mano. Puoi chiederci aiuto per qualsiasi cosa. -
Guardando
Erza, Lucy capì che era preoccupata per lei. Ormai erano passate quasi tre
settimane da quando le aveva affidato Natsu ma il drago non aveva trovato
ancora nessuna sistemazione. Probabilmente Erza pensava che fosse in
difficoltà. Come faceva a spiegarle che il problema era un altro? Che i giorni
in compagnia di Natsu passavano così velocemente che non c’era nemmeno il tempo
di pensare alle cose serie?
-
Grazie, ma è tutto a posto. - La rassicurò Lucy - È vero, Natsu mi mette la
casa in disordine, lascia spazzatura ovunque e mi costa centinaia di jewel di
cibo, ma è un bravo ragazzo, non mi sta dando fastidio. -
-
Certo. - Erza si fermò accanto alla porta e si girò a guardarla con la stessa dolcezza
di una sorella maggiore. - Inoltre Lucy, sappi che nessuno ti obbliga a
cacciare via Natsu scaduto il mese di prova. Lo sai che sei libera di ospitarlo
per tutto il tempo che vuoi, vero? -
A
quelle parole la maga celeste arrossì e le sue guance si tinsero di un rosa
acceso. Che cosa voleva insinuare Erza con quelle parole? Sospettava qualcosa?
Come aveva fatto a capire che il drago le interessava?
-
È .. è ovvio. - Balbettò Lucy, cercando di nascondere l’imbarazzo - Ma sarei
più contenta se trovasse un lavoro con cui mantenersi. Gli parlerò dei
pompieri, giuro, il più presto possibile. -
Erza
fece una risatina e annuì, fingendo di credere alle scuse di Lucy. La conosceva
da così tanto tempo che ormai riusciva a leggere il suo cuore come un libro
aperto. La ragazza non aveva alcun bisogno di spiegarle i suoi sentimenti
perché poteva intuirli facilmente.
-
E mi raccomando fa attenzione ad un’altra cosa: anche se Natsu è un drago quel
tipo di trasformazione lo rende un essere umano a tutti gli effetti. Prendi
sempre tutte le precauzioni che devi prendere e non costringermi ad usare
quella bella spada ammazza - draghi che tengo da parte, okay? -
-
Siamo solo amici! - A quelle parole Lucy avvampò ancora di più, diventando di
un bel rosso vermiglio - A M I C I! - Ma fare lo spelling era inutile, Erza
rise e uscì dalla stanza - Adesso devo andare a lezione. Mi raccomando Lucy, fa
attenzione! -
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