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Autore: RosaDraco    26/09/2016    2 recensioni
Questo è un AU in cui tutti i dragon slayer sono in realtà dei draghi. Lucy, la protagonista, vive in una metropoli moderna dove nessuno crede più all’esistenza della magia, ma lei è una maga e sa che niente è come sembra. Questa è la storia di un incontro che cambierà la sua vita per sempre e della sua lotta per salvare Magnolia e Fairy Tail.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dominatrice di stelle

Lucy crede di conoscere tutti i segreti sulla magia delle stelle, ma in realtà si sbaglia. C'è molto molto di più di quello che pensa, nascosto oltre la soglia dei suoi limiti ...



Domatrice di stelle

- Cosa? - Lucy non riuscì a chiedergli altro. Il drago la prese per le spalle, costringendola a girarsi in direzione del terrazzo e le sollevò il mento, spostando il suo sguardo sulle stelle che illuminavano Magnolia. La teneva ferma, in posizione, come un manichino. Lucy arrossì sentendo il corpo di Natsu pigiato contro la sua schiena e la sua bocca vicino all’orecchio che le sussurrava - Ci vuole soltanto qualche minuto, fidati di me. È vero che non sono un mago celeste, ma sono quattrocento anni che mi occupo di magia. Non scordarti che le stelle sono fatte di fuoco. -

Non poteva fare altro che accontentarlo, se gli avesse detto di no, Natsu avrebbe continuato a tormentarla per il resto della serata proprio come con la storia del duello. - E va bene. - Lucy si rassegnò con un sospiro; in fondo era curiosa di sapere cosa voleva spiegarle il drago.

- Allora cominciamo. - Natsu le fece scorrere la mano lungo il collo e più in basso, fino a che non arrivò ad appoggiarla all’altezza del cuore della ragazza. - Permettimi di stare così per un po’, mi serve per sentire meglio la tua magia. - Era una posizione insolita e imbarazzante ma Lucy strinse i pugni e si sforzò di mantenere la calma - Giuro che se questo è uno scherzo ... -

- Adesso voglio che ti concentri sulle stelle. - Continuò Natsu con voce seria - Fammi sentire quanto potere riesci a raccogliere. Fammi sentire il tuo limite. -

Happy planò silenziosamente sul tavolo più vicino per non disturbare i due. Anche lui era curioso di scoprire cosa stava per succedere.

- Ti faccio vedere subito. - Questa era una cosa facile, Lucy aveva imparato ad utilizzare il potere delle stelle da quando era praticamente una bambina. Era stata sua madre ad insegnarle come fare ed aveva passato molte sere, su quello stesso terrazzo, seduta a bagnarsi silenziosamente nel loro potere. Ormai le stelle per lei erano come parte del suo stesso sistema, poteva sentire la forza delle costellazioni a cui era legata scorrerle nel sangue, poteva percepire il movimento delle stelle come se fosse stata un’armonia celeste, il suono di un orchestra.

Lucy inspirò profondamente e chiuse gli occhi, sforzandosi di rilassarsi e di stendere le braccia lungo i fianchi.

“ Venite da me.” Il suo fu un comando silenzioso ma l’energia delle stelle cominciò subito a raccogliersi attorno al suo corpo, scintillando come luce viva. Era un vortice, una musica così forte e accecante che Happy fu costretto a chiudere quasi subito gli occhi. L’exceed si aggrappò al tavolo con le unghie per evitare che il turbine lo trascinasse via. Le foglie delle siepi e le persiane del terrazzo sbattevano furiosamente mentre l’energia raccolta da Lucy gettava tutto all’aria. Sembrava che qualcosa di apocalittico stesse per abbattersi su Central Park, eppure quel potere non aveva nulla di distruttivo, sembrava caldo e avvolgente proprio come le stelle da cui proveniva. Lucy conosceva bene la sua magia ed era familiare con i suoi limiti. Quando alla fine arrivò al massimo consentito, la luce si raccolse attorno a lei, formando un cerchio magico sotto i suoi piedi. Quella era la stessa quantità di magia che utilizzava per attivare l’incantesimo più potente che aveva imparato grazie ai suoi spiriti: Uranometria. Una magia così forte e devastante da poter demolire un palazzo con un sol colpo.

- Mnmm ... - Lucy sentì Natsu che annuiva e poi - Rompi questa soglia. - Le sussurrò il drago all’orecchio.

Romperla? Era impossibile. Tutta l’energia raccolta era direttamente collegata a lei, rompere l’argine significava rompere gli stessi limiti del suo spirito. Sua madre e master Makarov le avevano spiegato che si trattava di una pratica molto pericolosa e che andava evitata a tutti i costi.

- So a cosa stai pensando ma non avere paura, ci sono qui io. - Continuò a sussurrarle Natsu - Per ottenere più potere devi fargli spazio. Allarga i confini del tuo spirito, fai entrare la magia, prendila tutta. Poi comandale cosa fare. - Avere costì tanta energia che le scorreva in circolo era una sensazione incredibile ed estasiante. Lucy poteva davvero sentire il suo cuore battere in sincronia con le stelle. Molti maghi avevano perso la testa, annebbiati dal senso d’onnipotenza che gli davano i loro poteri. Era in momenti come quelli che Lucy capiva come mai. La voce di Natsu che la invitava a prendere ancora più potere era come quella di un demone tentatore. Cosa sarebbe successo se ci avesse provato per davvero?

Lucy inspirò profondamente e senza nemmeno riflettere su quello che stava facendo aumentò la pressione sul flusso d’energia che stava raccogliendo. All’inizio incontrò una resistenza immensa, come se si fosse messa a spingere contro un muro di cemento poi ...

- Prendi anche la mia magia. -

La spinta di Natsu fu quella decisiva. Fu come se un ariete da guerra avesse appena colpito la parete e l’intera barriera venne giù, spaccandosi in mille pezzi. L’energia delle stelle e quella del drago fluirono dentro Lucy con la stessa forza di un torrente senza argini. Adesso quel potere non assomigliava più a quello caldo e morbido, ordinato e ubbidiente, che la ragazza era abituata a conoscere. Sembrava un fiume rovente, così forte da minacciare di bruciarla dall’interno. Il cerchio magico sotto i loro piedi si ingigantì a dismisura ricoprendo l’intero terrazzo e questa volta l’energia ribelle sbalzò via Happy, mandandolo a sbattere contro i vasi. Le sedie, il tavolino e il dondolo finirono a terra con un crash assordante.

Sarebbe stato meglio se non ci avesse provato: era troppo perfino per lei. Lucy reagì d’istinto, afferrando a due mani quella che Natsu le teneva appoggiata sul petto. Voleva scappare ma il drago la tenne ancora una volta ferma, stringendo più forte la presa sulla sua spalla. - Ci puoi riuscire Luce! Prendi il controllo! Segui me! -

Segui me? La ragazza ci mise un po’ a capire cosa intendeva e che si riferiva alla magia che le aveva offerto. Il potere di Natsu era fermo, immobile come un sole in mezzo a tutto quel turbine d’energia. Se voleva prendere il controllo allora doveva costringere tutta la magia che aveva raccolto a comportarsi come quel fuoco. Poteva usare l’energia di Natsu come un’ancora, un centro di gravità, un punto di partenza!

- Devi soltanto desiderarlo! Desidera che la magia ti ubbidisca con tutta la forza che hai! -

E Lucy si strinse alla mano di Natsu, aggrappandosi a lui con tutta la forza che aveva. Ordinò alla magia di ascoltarla ma all’inizio le sembrò di gridare contro un oceano infuriato. Non poteva arrendersi per così poco.

- Sono io la vostra dominatrice! - La formula di Uranometria le scivolò dalla lingua proprio come quando usava quello spaventoso incantesimo e questa volta la magia tremò. Si zittì e si raccolse attorno a suoi piedi, riprendendo la forma di un perfetto cerchio magico. Poi si disperse, proprio come Lucy gli aveva ordinato.

Quello era davvero troppo per il corpo della maga. Le girò la testa e le ginocchia le vennero meno. Per fortuna c’era Natsu a sorreggerla.

- Che cosa è stato? - Sussurrò Lucy, mentre il drago l’appoggiava delicatamente a terra. Aveva la vista annebbiata e si sentiva come se si fosse appena svegliata con i postumi di una sbronza.

- Quando rompi per la prima volta i limiti della tua stessa magia, lo chiamano “Seconda Origine”. - Le spiegò Natsu con un sorriso - Complimenti per esserci appena riuscita senza farti trascinare. -

- Tu sei pazzo. E io che ti do ascolto sono ancora più pazza! - Esclamò la ragazza - Che cosa avresti fatto se tutto quel potere mi avesse inghiottita? -

- Conosco due o tre modi per stendere un mago impazzito. - Le rispose lui, ridacchiando come sempre. Non era per nulla spaventato dall’idea.

- È stata la cosa più forte che abbia mai visto! - Strillò Happy facendosi largo tra le siepi - Lucy sei fortissima! - La ragazza non era ancora certa dei risultati, ma la magia che aveva raccolto poco prima continuava a sfrigolare dentro di lei. Ed era molta, molta di più di quanta avesse mai utilizzato fino a quel momento.

- Sì, ma adesso Lucy deve ancora imparare a controllare i suoi nuovi poteri, domani facciamo per davvero un salto in questa palestra speciale. Ma per adesso ... - Natsu non diede a Lucy nemmeno il tempo di protestare, prendendola in braccio. La ragazza arrossì ma lo lasciò fare, in fondo le gambe le tremavano ancora e non era in grado di camminare da sola. - Vieni ti porto a letto. - I tre rientrarono dal terrazzo e la barriera che li aveva protetti fino a quell’istante svanì. Non si accorsero nemmeno che c’era qualcuno che li osservava, un ragazzo appoggiato alla balaustra di un grattacelo dalla parte opposta di Central Park. A pochi passi da lui, c’era il corpo di una donna a fargli compagnia, riverso in una pozza di sangue ma la cosa non sembrava importargli affatto. Il ragazzo fece un sorriso malinconico, mentre il vento agitava i bordi del suo cappotto nero - E io che mi preoccupavo per il Festival. Sono certo che sarà un gran successo. Questa volta le porte di Stellar Memory si apriranno davvero per me. -

Quella sera Lucy piombò in un sonno profondo non appena Natsu l’appoggiò sul letto, senza avere né la forza di cambiarsi né quella di fare una doccia. Credeva di conoscere tutto quello che c’era da sapere sulla magia celeste, ma aveva appena scoperto i suoi limiti e come infrangerli. La cosa l’elettrizzava e allo stesso tempo terrorizzava. Chi lo avrebbe mai immaginato che Natsu sarebbe riuscito a insegnarle una cosa del genere? Si addormentò sognando gli allenamenti che l’aspettavano in palestra e le nuove frontiere che avrebbe superato. Ma quei sogni durarono poco e quando Lucy si svegliò il mattino successivo, si pentì subito di averli fatti. C’era una campana che suonava nella sua stanza in modo assordante e insopportabile. La ragazza provò a difendersi infilando la testa sotto il cuscino ma qualcuno lo strappò brutalmente via dalla sua presa.

- Svegliati Luce! Avevi promesso che saremmo andati in palestra! -

La ragazza si sforzò di aprire un occhio e scoprì che in piedi accanto al letto c’era Natsu. La campana che aveva sentito in realtà era una pentola che il drago stava usando come un tamburo.

- Che ore sono? - Gracchiò Lucy.

- Le sei. -

- Col cavolo che mi alzo. - E la ragazza richiuse gli occhi tirandosi le coperte sulla testa.

- Dai Luce lo sanno tutti che è meglio fare esercizio al mattino presto! Forza, lo avevi promesso! -

- Sì lo avevo promesso ma non c’è fretta! Che bisogno ho di allenarmi così tanto con la mia magia? Mica sta per scoppiare una guerra? -

- E se la guerra scoppiasse per davvero? - Le sussurrò Natsu all’orecchio usando il tono più spaventoso possibile.

 - Qui l’unica guerra che c’è è quella che hai in testa. -

- Natsu! - Happy lo chiamò per attirare l’attenzione - Fai provare me, conosco un modo migliore per svegliarla. - L’exceed ghignò e tirò fuori gli artigli, piantandoli proprio nel materasso. La reazione fu immediata: la maga schizzò in piedi, tirando via le coperte. - Smettila di limarti le unghie sul letto! Pussa via bestiaccia! -

E fu così che cominciarono gli allenamenti di Lucy in palestra. Era impossibile resistere alla forza trascinante di Natsu. Per i giorni successivi divenne una cosa normale vedere la maga celeste e il drago all’ufficio della gilda. Al mattino si allenavano per un’ora, un’ora e mezza, e poi passavano il resto del giorno a discutere di magia e di come utilizzarla. Erano anni che Lucy non si allenava così. Quando frequentava ancora il liceo, lei, Gray e gli altri ragazzi della gilda si vedevano spesso in palestra, dopo l’orario scolastico, per seguire le lezioni di Makarov. Il vecchio master era un esperto in ogni campo della magia ed aveva sempre un mucchio di consigli utili. Gli insegnava come migliorare i propri incantesimi e come controllare al meglio i rispettivi poteri. I ragazzi si divertivano un mondo e passavano ore ed ore a combattere tra di loro, ma poi, crescendo, Lucy aveva smesso di frequentare gli allenamenti e come lei molti altri componenti del gruppo. Era divertente tornare ad esercitarsi dopo tanti anni e provare di nuovo l’emozione della competizione. La sensazione che le provocava la magia, scorrendo nelle sue vene, era adrenalina pura. Come aveva fatto a stare lontana così tanto tempo dalla palestra?

Era divertente ma ad un certo punto Lucy cominciò a considerare quegli allenamenti come un corso di autodifesa. Forse l’idea di Natsu non era così folle come sembrava. Forse stava per davvero per scoppiare una guerra in città e per questo era meglio tenersi pronti. Durante quella settimana si susseguirono numerose notizie di attacchi. Una maga di Blu Pegasus assassinata su un terrazzo, praticamente dalla parte opposta di Central Park. Una ragazza di Mermaid Heel uccisa e abbandonata in un vicolo a China Town. Due amici di Cait Shelter trovati sotto un cavalcavia. Due maghi di Lamia Scale a Brightone Beach.

- Chi sarà il prossimo? - Lucy prese un sorso d’acqua dalla sua bottiglia e poi si lasciò andare sulla panchina  all’ingresso della stanza speciale, usata per gli allenamenti. Socchiuse gli occhi e si appoggiò con la schiena e la testa alla parete fresca. Rimase per un po’ così, in silenzio, a riprendere fiato ma sobbalzò quando qualcuno si mise a sedere accanto a lei e la panchina si mosse. Non si era nemmeno accorta dell’arrivo di Erza.

- Lo sai? È strano vederti di nuovo qui. Ormai non ci viene quasi più nessuno, tranne Gray, Laxus, Elfman e me. - Ammise la ragazza con i capelli rossi e Lucy annuì, ridacchiando - Sì è strano. -

- Non immaginavo che Natsu sarebbe riuscito a convincerti a fare esercizio, ma è una cosa positiva. - Continuò Erza - Può sembrare inutile, dato che in questo mondo nessuno è libero di usare appieno i propri poteri, ma per quelli come noi allenarsi con la magia fa bene, esattamente come per le persone comuni che fanno sport. Io mi sento male quando sto ferma troppo a lungo. - Anche se avevano solo pochi anni di differenza, Lucy considerava l’altra ragazza come un modello. Erza era un tipo atletico che non conosceva limiti e nemmeno pause. Lucy ammirava la sua energia e la sua grinta anche se non aveva alcuna speranza di raggiungere quei livelli. In fondo erano due caratteri completamente opposti e Lucy preferiva molto di più passare il suo tempo libero a leggere e a scrivere.

- A proposito, come vanno le cose con Natsu? Ha deciso che lavoro gli piacerebbe fare? - E così quella era la vera ragione per cui Erza l’aveva avvicinata! Lucy deglutì senza sapere cosa rispondere. Era vero che quello era il compito che le era stato affidato, ma le ultime settimane erano state così piene che non aveva avuto nemmeno il tempo di cercare un lavoro per Natsu.

- Ci sta ancora pensando. - Disse alla fine Lucy ed Erza annuì. La ragazza rimase qualche istante in silenzio prima di spiegarle cosa le passava per la testa - Ho sentito che i pompieri della città stanno cercando nuove reclute. La campagna durerà ancora un mese ma bisogna andare alla caserma del Metro Tech Center per firmare i documenti. Ho pensato che la cosa potrebbe interessargli dato che il fuoco è il suo elemento. Di sicuro le sue abilità potrebbero tornargli utili. -

- È davvero un’ottima idea! - Esclamò Lucy che non sapeva niente della notizia. Quella sembrava davvero l’occasione perfetta per Natsu. - Gliene parlerò appena esce della doccia! -

- Sono contenta di esserti stata utile. - Erza le diede un colpetto sulla spalla e si alzò dalla panchina. - Lo so che il compito che ti ho affidato è difficile, ma ricordati che se hai problemi con Natsu ci siamo io e il resto della gilda per darti una mano. Puoi chiederci aiuto per qualsiasi cosa. -

Guardando Erza, Lucy capì che era preoccupata per lei. Ormai erano passate quasi tre settimane da quando le aveva affidato Natsu ma il drago non aveva trovato ancora nessuna sistemazione. Probabilmente Erza pensava che fosse in difficoltà. Come faceva a spiegarle che il problema era un altro? Che i giorni in compagnia di Natsu passavano così velocemente che non c’era nemmeno il tempo di pensare alle cose serie?

- Grazie, ma è tutto a posto. - La rassicurò Lucy - È vero, Natsu mi mette la casa in disordine, lascia spazzatura ovunque e mi costa centinaia di jewel di cibo, ma è un bravo ragazzo, non mi sta dando fastidio. -

- Certo. - Erza si fermò accanto alla porta e si girò a guardarla con la stessa dolcezza di una sorella maggiore. - Inoltre Lucy, sappi che nessuno ti obbliga a cacciare via Natsu scaduto il mese di prova. Lo sai che sei libera di ospitarlo per tutto il tempo che vuoi, vero? -

A quelle parole la maga celeste arrossì e le sue guance si tinsero di un rosa acceso. Che cosa voleva insinuare Erza con quelle parole? Sospettava qualcosa? Come aveva fatto a capire che il drago le interessava?

- È .. è ovvio. - Balbettò Lucy, cercando di nascondere l’imbarazzo - Ma sarei più contenta se trovasse un lavoro con cui mantenersi. Gli parlerò dei pompieri, giuro, il più presto possibile. -

Erza fece una risatina e annuì, fingendo di credere alle scuse di Lucy. La conosceva da così tanto tempo che ormai riusciva a leggere il suo cuore come un libro aperto. La ragazza non aveva alcun bisogno di spiegarle i suoi sentimenti perché poteva intuirli facilmente.

- E mi raccomando fa attenzione ad un’altra cosa: anche se Natsu è un drago quel tipo di trasformazione lo rende un essere umano a tutti gli effetti. Prendi sempre tutte le precauzioni che devi prendere e non costringermi ad usare quella bella spada ammazza - draghi che tengo da parte, okay? -

- Siamo solo amici! - A quelle parole Lucy avvampò ancora di più, diventando di un bel rosso vermiglio - A M I C I! - Ma fare lo spelling era inutile, Erza rise e uscì dalla stanza - Adesso devo andare a lezione. Mi raccomando Lucy, fa attenzione! -

  
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