Buongiorno fanciulle!
Questa
storia sta volgendo al termine, per cui ci sarà solo un
altro capitolo dopo questo!
Ah...
l'amore!
Sapete
che questa è nata come storia leggera, quindi mettete un
bel paio di occhiali rosa, perchè il mio animo da
Serendipity ha
decisamente preso il sopravvento! XD
Ora
vi lascio alla lettura e ci risentiamo presto.
Baci
Serena
JUST MARRIED
Sul cellulare
aveva trovato due chiamate di suo padre e almeno cinque messaggi
di Shawn. Ovviamente i messaggi erano stati tutti ordini perentori di
richiamare sia lui che papà.
Solo
che farlo, avrebbe signficato dovergli mentire spudoratamente, una
cosa che a lei non riusciva molto bene, almeno non con loro due.
Così, aveva scelto di rispondere con dei messaggi vocali per
rassicurarli, che le
sembravano un giusto compromesso tra un semplice messaggio ed una
telefonata vera e propria.
Anche
perchè non andava trascurato il fatto che dopo il modo in
cui si era lasciata con Mr. Dixon, il suo stato d'animo era
notevolmente peggiorato, rispetto a quando aveva preso la decisione di
rimanere lì con lui, a Las Vegas, per risolvere la
situazione.
Forse si era fidata davvero
troppo del suo istinto.
Da quando era
rientrata nella sua stanza d'albergo, non aveva
fatto altro che tormentarsi sull'argomento. Era stata tentata di
chiamare Carolyn o Darla, ma sapeva già che le avrebbe fatte
preoccupare ulteriormente, quindi aveva lasciato perdere.
Che cosa doveva fare, adesso?
Però,
come a volte succedeva nella vita davanti ai
momenti di indecisione, era stato il destino a spingerla in una
direzione piuttosto che nell'altra. Infatti, era stato un bussare
deciso che l'aveva riportata al cospetto di Mr. Dixon.
Quando
aveva aperto la porta, se l'era infatti trovato di fronte,
esattamente come l'aveva lasciato qualche ora prima: figo e incazzoso.
-
Ciao.
-
Ciao.
I
saluti erano stati asciutti e sbrigativi, segno che entrambi non
erano affatto entusiasti di rivedersi. Siccome, però, era
stato
lui ad andarla a cercare, Beth era rimasta in attesa che fosse proprio
lui a
parlare per primo.
-
Mi sembrava giusto ribadire che io non sono uno che prende a pugni
tutti quanti.
Per
un attimo si era chiesta se fosse serio veramente. Cioè, era
venuto sino a lì non per chiederle scusa, ma per ribadire un
concetto?
-
Tu sei...
Pazzo?
Instabile? Pericoloso? Estraneo? Le erano venuti in mente tutta
una serie di aggettivi, ma l'unico che continuava ad essere evidente,
era irresistibile!
Perchè
adesso che ce l'aveva davanti,
nonostante tutti i dubbi che nutriva su di lui, si sentiva nuovamente
preda dell'attrazione istintiva che provava nei suoi confronti. Le
sembrava di essere l'equivalente di un metallo attirato inesorabilmente
da una
calamita.
-
Incredibile.
Alla
fine, aveva mediato per un aggettivo che poteva avere sia una
valenza negativa, quanto positiva, in modo da non sbilanciarsi verso la
direzione imboccata dai suoi pensieri.
-
E tu, irritante.
-
Cioè, fammi capire. Invece che venire qui a scusarti per il
tuo comportamento, sei venuto a... a... insultarmi?
Non
ci poteva credere! E quasi, quasi, avrebbe voluto sbattergli la
porta in faccia, ma lui doveva averlo intuito, perchè era
stato
svelto ad appoggiare una mano sullo stipite e a fare un passo avanti,
obbligandola a farne tre indietro.
Era meglio mantenere una certa
distanza di sicurezza, visto come reagiva ogni volta che gli stava
troppo vicino!
- Non è
un insulto. E' la verità. Non lasci
parlare la gente, e ti limiti a dare dei giudizi sulla base di quello
che vedi.
Quella
poi!
-
Mi sembra surreale quello che sta succedendo, sul serio! Tra un
pò, finirà che sono io quella che si deve scusare!
Lui
stava continuando a tenerle addosso quegli occhi che, maledizione a
tutto, le procuravano il solito sfarfallio nello stomaco.
-
Io non pretendo certo delle scuse, ragazzina.
-
Ah, per te, allora, significa che non le dovrei pretendere nemmeno io?
Lui,
contrariamente a quanto si era aspettata, si era aperto in un
mezzo sorriso che, neanche a dirlo, aveva accentuato lo sfarfallio nel
suo stomaco.
-
Siamo sposati solo da ventiquattro ore, ma litighiamo invece come se
fossimo già una coppia vecchia e stanca.
E
a discapito di tutta la rabbia che aveva provato sino a un secondo
prima, anche lei si era ritrovata a scoppiare in una risata sincera.
-
Oddio, è vero!
Il
momento di ilarità era stato troppo spontaneo, per tornare a
guardarsi in cagnesco come avevano fatto prima. Quindi, avevano ripreso
il discorso con più calma.
-
Senti, potremmo fare che entrambi spiegano le loro ragioni, e l'altro
resta a sentire, okay?
Era
stata lei a fare quella proposta, e lui l'aveva raccolta al volo.
-
Okay. Inizio io.
Solo
che aveva fatto ancora due passi dentro la stanza, richiudendosi
la porta alle spalle. Poi aveva posato il casco sul mobile tv e ci si
era anche appoggiato contro, incrociando le braccia sul petto.
Perchè doveva
risultare così figo e sicuro di se, qualsiasi atteggiamento
assumesse?
Lei, per contro,
aveva fatto altri due passi indietro, andando a sbattere contro il
letto e finendoci seduta sopra.
-
Parliamo di quello stro... di Hill.
Aveva
notato lo sforzo fatto per non dire la parolaccia, e l'aveva inteso
proprio come un gesto di buona volontà.
-
Ci odiamo praticamente dalla prima volta che ci siamo visti. Poi, ci
siamo odiati anche per altri motivi, che hanno a che fare, diciamo, con
il lavoro
che faccio sulle moto. Perciò, il fatto che si sia
subito fatto avanti con te, aveva come unico scopo quello di farmi...
incazzare!
Stavolta
la parolaccia era uscita fuori bella diretta, ma dato che
l'argomento doveva scaldarlo parecchio, non aveva infierito, visto che
sembrava dimostrare di volerne almeno parlare.
-
E il messaggio, allora?
Lui
aveva emesso una specie di grugnito, stringendo i pugni.
-
Era un vecchio messaggio. E si riferiva alla... mia moto.
Pareva
proprio che stesse parlando di un parente, più che di un
qualcosa di inanimato.
-
Per una serie di sfortunati eventi, per un paio di giorni è
dovuta rimanere con lui.
Veramente
sembrava che stesse parlando di una persona in carne ed ossa a cui era
molto affezionato.
-
Quindi, è stato facile ingannarti.
Okay,
poteva essere anche vero. In effetti, lei non è che aveva
visto data e ora del messaggio, ma solo il testo. In fondo, uno dei
suoi pregi, o difetti da un certo punto di vista, era che tendeva
a dare sempre troppa fiducia alle persone. E quell'Hill, era stato
parecchio amichevole e disponibile nel modo che aveva avuto di
avvicinarla.
-
In effetti, non ho controllato molto bene, mi sono fidata abbstanza di
quello che mi ha detto.
L'aveva
guardata molto seriamente, stavolta.
-
Ecco, fammi un grandissimo favore: non fidarti mai più di
lui, qualsiasi cosa dica o faccia.
Le
era venuto spontaneo fargli subito una domanda.
-
Perchè, credi che avrò modo di rivederlo?
Daryl
si era irrigidito parecchio, anzi le sembrava quasi che fosse proprio
combattuto.
-
Probabilmente sì.
-
E come mai?
Le
pareva che fosse stato ancora più combattuto, ma che alla
fine avesse preso una decisione.
-
Perchè vorrei che venissi in un posto con me, stasera.
Non
sapeva bene il perchè, ma il cuore aveva già
preso a batterle come un tamburo.
-
Con te, in un posto, stasera?
Probabilmente anche in capo al
mondo sarebbe andata con lui!
Specie dal momento
che il suo sguardo si era fatto molto
più intenso, come se stesse esprimendo l'importanza con cui
aveva preso una decisione che riguardava anche lei.
-
Sì, precisamente ad una festa che si terrà a casa
di alcuni... amici.
Oddio,
perchè all'improvviso una festa sembrava essere diventata
l'evento
più pericoloso a cui potesse partecipare una ragazza come
lei? Forse, perchè lo sarebbe stato veramente!
-
Tuoi amici?
Lui
aveva scrollato leggermente le spalle, senza smettere di fissarla.
-
Diciamo di sì.
Non
è che stesse facendo molto per rassicurarla, però
nello stesso tempo lei aveva la sensazione che lui avrebbe fatto in
modo che non le succedesse niente di male.
-
Ad una festa, stasera, con te?
Lo
aveva ridetto, per essere sicura che non se lo fosse sognato, per caso.
-
Sì. Ad una festa, stasera, con me.
Okay, Beth, respira!
E quindi, cos'era,
un appuntamento? Oppure che altro? Ci aveva
pensato su velocemente, ma non è che ci fossero molte altre
soluzioni per scoprirlo, se non una soltanto.
-
Okay, va bene. Ci vengo.
E
che Dio l'aiutasse, perchè le era sembrato che lui
improvvisamente si... rilassasse! Proprio come se fosse stato in
tensione prima di sapere se lei avrebbe accettato o meno il suo invito.
-
Bene. Allora passerò a prenderti intorno alle dieci. Se per
te va bene, ti aspetto giù, nella hall.
-
Okay. Alle dieci. Nella hall.
Il
suo parlare si era ridotto ai minimi termini, ma del resto nella
testa le erano esplosi tanti di quei pensieri, che era già
tanto
se era riuscita a spiaccicare quelle parole.
-
Bene, allora... a dopo.
Ed
era rimasta a fissarlo, un pò imbambolata aveva dovuto
ammetterlo, mentre riprendeva il casco e le faceva un ultimo cenno di
congedo, prima di uscire e richiudersi la porta alle spalle.
Oddio, ad una festa
chissà dove in compagnia di Daryl Dixon!
Completamente
persa, Beth si era lasciata cadere di schiena sul
letto, volando letteralmente con la fantasia in una direzione che le
aveva fatto battere il cuore a mille.
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Quando aveva fermato la moto
davanti alla villa di Oldstaff, ossia come
veniva chiamato il padrone di casa dato che la sua
specialità
era riciclare roba che definiva "usata", quando invece era chiaramente
rubata, Daryl si era chiesto di nuovo perchè stesse facendo
quell'enorme cazzata.
Soprattutto,
in ragione del fatto che stava portando un'innocente
ragazzina, in mezzo ad una marmaglia di gente per lo più
poco
affidabile. Probabilmente innocente non era proprio la parola giusta
per definirla,
dato che non gli era sfuggito come lo guardasse ogni tanto,
però
rimaneva il fatto che doveva essere una brava ragazza, diversamente da
lui, che già alla sua età si dava da fare per
mettersi in ogni genere di casino.
-
Pare che si stiano già divertendo lì dentro.
Proprio
lei, togliendosi il casco per porgerglielo, aveva fatto cenno
verso la musica alta e le grida che provenivano da dietro l'alto muro
di cinta.
-
Può darsi.
Era
sicuro, invece. Praticamente a casa di Oldstaff, le feste non
finivano mai. C'era sempre gente e sempre casino. E se volevi, anche
roba per divertirti: alcol, sesso, droga.
Delle
prime due, a volte, ne aveva usufruito anche lui, invece dalla
terza se ne era sempre tenuto alla larga, perchè di
rovinarsi la
vita fino in fondo, non ne aveva avuto l'intenzione.
-
Ma quindi, sono amici tuoi, sì o no?
Intanto
che parlavano, si erano diretti verso il maestoso cancello in
ferro battuto, dove c'erano due tizi che avevano tutto l'aspetto di due
buttafuori poco raccomandabili. Uomini sul libro paga del padrone di
casa, ovviamente, quindi di
raccomandabile avevano veramente poco.
-
Amici di amici di amici.
Praticamente
lui ci andava solo perchè lì c'era un sacco
di gente che scommetteva sulle gare clandestine, e Derek insisteva
perchè ogni tanto comparisse proprio come se fosse un
campione
che si concedeva ai suoi fan.
-
Insomma, gente che non conosci bene nemmeno tu, allora.
Beth
aveva ragione, ovviamente, ad essere cauta, anche se alla fine, aveva
accettato comunque di accompagnarlo alla festa.
E la cosa lo aveva reso
immensamente felice.
Non c'era un cazzo
da fare, era così che si era sentito
quando lei gli aveva detto sì. Per quanto quella cosa lo
spaventasse, nel suo stomaco si agitava qualcosa di preoccupante ogni
volta che lei gli era vicina.
-
No, conoscerli li conosco, solo che per me gli amici sono quelli che
puoi contare sulle dita di un mano, al massimo.
Doveva
aver azzeccato la giusta risposta, perchè lei lo aveva
guardato con un'aria molto seria e molto soddisfatta.
-
Sono d'accordo.
Bè,
era sicuro che lei di amiche ne avesse due, almeno. Sul
fatto che fossero fidate o meno, quello ancora doveva deciderlo. Era
vero che erano state mezze ubriache anche loro, però non le
avevano impedito di ficcarsi in una situazione che sarebbe potuta
diventare molto pericolosa, se lui non fosse intervenuto.
Sarebbe potuta già
essere in
galera, a quell'ora, se non si fosse messo in mezzo per salvarla da un
matrimonio ancora più disastroso!
Arrivati
davanti ai due tizi, che già dovevano averlo
riconosciuto non appena aveva parcheggiato la moto in uno dei posti
riservati agli ospiti d'onore, il cancello si
era spalancato quasi per magia.
Aveva
visto lo sguardo della ragazzina osservare affascinata la cosa,
dopo aver lanciato un'occhiata indubbiamente guardinga ai due uomini
che li avevano accolti con un "Buon divertimento".
Neanche
a dirlo, c'era stata gente da ogni parte, e tutti stavano facendo
quello che si faceva di solito a quelle feste: divertirsi il
più
possibile. Oltre alla musica di sottofondo, con i bassi che picchiavano
a mille, c'era il vociare e l'urlare, in alcuni casi, di gente di ogni
tipo e colore. Probabilmente Merle non ci sarebbe potuto mai venire,
troppi neri per i suoi gusti. Del resto, Oldstaff stesso era un
giamaicano dalla pelle appena meno scura, e che in quel momento stava
per tuffarsi dall'alto trampolino della mega piscina che si era fatto
costruire di recente da un tizio piuttosto famoso.
Prendendo
per mano Beth, che stava osservando il tutto cercando di
capire se avesse fatto bene o male a ficcarsi lì dentro con
lui,
l'aveva invitata a seguirlo proprio verso la piscina.
-
Vieni, andiamo a salutare il responsabile di questo casino.
Le
aveva sorriso, più che altro per darle l'idea che lui, in
quel casino, ci si trovava a proprio agio. Non era del tutto
così, nel senso che se lo sarebbe pure risparmiato, ma visto
che
voleva farle conoscere un pezzo di se, aveva deciso di partire proprio
da quell'occasione.
Mano
mano che si inoltravano tra la gente, aveva iniziato a notare come
gli uomini lanciassero sguardi interessati verso la ragazzina, che
seppure indossava un semplice vestito, neanche tanto scollato, appariva
comunque come un bocconcino delizioso.
Del
resto lo aveva pensato lui per primo, che con indosso quell'abito,
sembrasse una caramella dolce e succosa da scartare, per poi
assaporararla sino in fondo.
Piantala, Daryl, o
finirà che le salterai addosso prima ancora che ti dia il
permesso per farlo!
Infatti, la sua
erezione, stava lottando contro la stoffa dei jeans in cerca di un modo
per liberarsi e affondare dentro di lei!
-
Chi sarebbe?
-
Il tizio sul trampolino.
Con
la mano libera glielo aveva indicato e lei aveva sbarrato gli occhi.
-
Oddio!
-
Già, ci sono buone probabilità che si sfracelli.
Anche
se il giamaicano aveva dato prova di essere uno con la pelle
dura, perchè aveva provato anche a correre in moto durante
una
delle gare più pericolose, sopravvivendo.
-
Non so se riesco a guardare.
C'era
una piccola folla, ovviamente, che lo stava incitando a saltare.
-
Allora, intanto, andiamo a prendere qualcosa da bere. Se sopravvive,
poi andiamo a salutarlo.
Così,
aveva virato verso le grandi vetrate che davano
sull'interno della villa, dove c'era un mucchio di gente intenta a
ballare, parlare e fare altro, specie quelli ammucchiati sui grandi
divani.
-
Ehi, Iceman, ci sei anche tu stasera!
Chi
lo aveva appena salutato con una gran pacca sulla spalla, era un
altro corridore come lui, Shotgun. Il fatto che tutti avessero dei
soprannomi era un pò una necessità in un ambiente
dove quasi
tutti cercavano di non far circolare troppo le vere
identità.
-
Ciao, Shot.
-
Ehi, e la bella principessa, chi è?
Era
uno dei pochi, tra l'altro, per cui provava una certa simpatia,
quindi non era scappato via subito, nonostante avesse palesemente
mostrato di apprezzare la bellezza della sua accompagnatrice.
-
Lei è Beth.
-
Piacere Beth!
Le
aveva teso una mano che lei aveva stretto, senza però
distogliere lo sguardo dal tatuaggio che gli circondava l'occhio destro
e che appariva davvero impressionante, visto che sembrava essere una
ferita aperta, proprio come se l'occhio rappresentasse il foro di un
proiettile.
-
Sembri davvero una principessa scesa nella corte dei miracoli.
Indubbiamente
lei sembrava un pò un pesce fuor d'acqua rispetto
alle tipe che di solito giravano intorno a loro, anche se lui non
è che si fosse accompagnato con tante donne. Era
più il tipo da
una botta e via, per dirla con una certa franchezza.
-
Allora siete dei maghi? Per quello avete tutti questi soprannomi?
Shot
aveva subito mangiato la foglia e capito che lei non doveva ancora
sapere bene in che tipo di attività fossero coinvolti,
nonostante fosse stata palesemente ironica nel definirli dei maghi, dal
momento che tutto potevano sembrare, tranne che degli innocenti
prestigiatori.
-
Una specie, in effetti. E adesso devo giusto andare a fare una magia
a quella rossa laggiù! Vediamo se riesco a farle scomparire
di
dosso i vestiti! Piacere di averti conosciuto, principessa,
magari ci rivedremo presto!
Aveva
strizzato l'occhio ad entrambi, non prima di sporgersi verso Beth e
stamparle un bel bacio sulla guancia.
-
Maghi, eh?
Lei
lo aveva subito fissato, neanche più di tanto turbata dalle
parole e dal saluto di Shot, che si era in effetti catapultato su una
rossa molto procace.
-
Una specie, proprio come ha detto lui.
E
senza aggiungere altro, le aveva passato un braccio intorno alla
vita, stavolta, proseguendo verso la loro meta: il bancone ben
rifornito del bar che Oldstaff metteva a disposizione dei suoi ospiti.
Un pò d'alcol, ecco
cosa gli ci voleva per gestire quel casino in cui si era ficcato!
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Come fosse finita a ridosso
di una colonna un pò in disparte,
con Daryl spalmato addosso che le stava togliendo il fiato, tanto era
diventato profondo il bacio che si stavano scambiando, di
preciso non lo ricordava molto bene.
Non
perchè fosse stata ubriaca, si era guardate bene dal
ripetere l'errore dell'altra sera, ma proprio perchè la
passione
tra di loro era divampata all'improvviso, come se non fossero stati
più capaci di ignorarla, dopo che si erano sforzati per
tutto il
giorno di farlo.
Perchè
quel desiderio sfrenato che sentiva per lui, le aveva
incendiato il sangue ogni minuto di più, fino a quando anche
lui
l'aveva guardata negli occhi come se fosse arrivato ad un punto in cui
trattenersi non era stato più possibile.
-
Vieni con me.
L'aveva
presa per mano e senza aggiungere altro, aveva iniziato a
condurla su per l'ampia scalinata che portava al piano superiore di
quella villa enorme, poi lungo un corridoio su cui si affacciavano
molte porte, tutte chiuse.
Si
era detta che avrebbe dovuto dire qualcosa, fare qualcosa, pensare
qualcosa, ma tutto quello che riusciva a realizzare era che molto
probabilmente da lì a qualche secondo, avrebbe consumato la
sua
prima notte di nozze!
Lo
sentiva da come Daryl le teneva la mano, l'urgenza con cui aveva
preso a verificare quale porta fosse aperta, sino a che una si era
spalancata sotto l'impeto con cui abbassava le maniglie, rivelando
un'ampia camera, al cui centro troneggiava un letto modello king size,
con tanto di baldacchino e tende che potevano essere tirate per fornire
la giusta privacy.
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Una volta dentro la stanza
aveva chiuso la porta a chiave e come prima,
senza sapere bene come, si era ritrovato di nuovo addosso a lei,
stringendola con tutta la forza che possedeva, mentre le sue labbra si
incollavano a quelle di Beth.
L'aveva
sentita magra e minuta contro di se, tanto che riusciva a
contenerla tutta nel suo abbraccio, mentre le mani erano tornate sul
suo sedere, che aveva desiderato toccare dal primo istante in cui ci
aveva posato sopra gli occhi. Lei gli era saltata praticamente in
braccio e gli aveva circondato la vita con le gambe, incrociando le
mani dietro al collo.
Improvvisamente
non gliene fregava più niente di tutto quello
che si era riproposto di non fare con lei, e cioè farci
l'amore
come aveva in mente di fare per almeno tutta quella notte, e poi forse
anche il giorno dopo, sempre che qualcuno non venisse a sbatterli fuori
prima da quella stanza.
Si
era diretto verso il letto, solo tre passi e aveva toccato la sponda
di legno, dove lentamente l'aveva distesa sul materasso per poi
sdraiarsi sopra di lei. Non aveva ancora voluto chiederle se fosse
sicura di quello che stava facendo, perchè aveva troppa
paura
che lei si risvegliasse dallo stesso desiderio che si era impossessato
di lui.
Voleva
imparare a memoria ogni curva, ogni piega, ogni più
piccolo segno che lei poteva avere su quella pelle liscia e profumata.
Davvero, era convinto che non ne avrebbe mai avuto abbastanza di lei,
perchè non aveva mai provato niente del genere per
nessun'altra.
-
Daryl, ti prego!
Quelle
tre parole erano state sufficienti a farlo scattare del tutto.
Come se fossero state davvero l'equivalente di quel sì che
aveva
tanto sperato pronunciasse sin dall'inizio.
Si
era spogliato quasi strappandosi i vestiti di dosso e quasi aveva
fatto lo stesso con lei, senza che protestasse per quel trattamento rude. La prima cosa su cui aveva posato le mani, era stato quel
seno morbido e caldo, che era riuscito ad imprigionare tutto nella loro
stretta. Poi aveva assaggiato, leccato e graffiato le punte sensibili,
sino a che lei si era inarcata contro di lui, invitandolo chiaramente a
proseguire nell'esplorazione del suo corpo.
Così,
con una mano era sceso lungo la curva morbida del fianco,
sfiorandole poi la pancia e l'ombelico, sino a raggiungere l'inguine.
Aveva indugiato solo un attimo, l'ultima possibilità di
farle
dire no se ci avesse ripensato, poi aveva immerso le dita dentro di
lei, nel suo calore bagnato e scivoloso. Quando in risposta a
quella invasione, lei gli aveva incrociato le gambe dietro la schiena,
allargandosi ulteriormente come a dirgli che era pronta per lui, si era
ritrovato a doversi contenere come se fosse ritornato un ragazzino alle
sue prime esperienze, quando il rischio era quello di venire ancora
prima che facesse l'amore vero e proprio.
-
Non ho niente.
Con
un ultimo brandello di lucidità, si era ricordato del
perchè non avesse avuto con sè dei preservativi,
proprio
perchè aveva pensato che sarebbe servito come incentivo a
non
lasciarsi andare così con lei.
-
Prendo la pillola... per questioni di ciclo!
La
voce di Beth era stata altrettanto affannata come la sua, proprio
come se anche lei fosse stata travolta da qualcosa di imprevedibile.
-
L'ho sempre usato... prima... di te.
La
coscienza gli aveva imposto di dirglielo lo stesso, perchè
lei sembrava davvero fidarsi totalmente di lui, di uno sconosciuto che
stava per possederla profondamente, con l'intento di arrivarle dentro
sino all'anima.
Non
era solo sesso per lui, non era una scopata memorabile da ricordare
in futuro, era proprio qualcosa che gli stava esplodendo dentro e che
sentiva lo avrebbe segnato per sempre.
Avrebbe
dovuto dare retta al suo istinto infallibile per i guai,
perchè lo aveva messo subito in allarme quando lei era
comparsa
dentro lo studio di Merle.
Ma
ormai era troppo tardi davvero, perchè era appena affondato
dentro di lei, con un'unica spinta tanto lei era stata già
pronta a riceverlo. Si era dovuto contenere ancora, stringendo i denti,
per non cedere al bisogno di possederla con l'impeto che gli stava
facendo ribollire il sangue nelle vene.
-
Ah, Daryl, ti prego, non fermarti.
La
sua voce, roca e affannata, aveva spazzato via l'ultimo brandello di
coscienza, lasciando vivo solo l'istinto di possederla proprio come se
la stesse per marchiare come sua.
Il
corpo che lo stava accogliendo, sembrava essere stato creato apposta
per lui, tanto era stato perfetto l'incastro tra di loro. Aveva
continuato a penetrarla con affondi sempre più decisi, sino
a
quando una mano di Beth era risalita lungo il suo bicipite sinistro,
prendendo a sfiorare con dita leggere l'unico tatuaggio che per lui
aveva un'importanza vitale: due ali stilizzate, a rappresentare la
libertà che sentiva quando correva a velocità
folle a
cavallo della sua moto.
Era
stato come se nello sfiorarlo proprio in quel momento, lei avesse
intuito che lì si trovava nascosta la vera essenza di
ciò
che lui era, proprio come se fosse stata abbastanza speciale da
intuirlo ancora prima che glielo rivelasse lui.
L'effetto
su di lui era stato come un domino, perchè non era
più riuscito a trattenersi e l'aveva posseduta con maggior
impeto, sino a quando il cuore gli era quasi esploso durante l'orgasmo
più forte e copioso che avesse mai provato in vita sua.
Era fottuto, ma non
perchè
aveva appena fatto sesso, ma perchè quello era stato davvero
molto di più che fare del semplice sesso!
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Aveva fatto sesso con altri
due ragazzi, prima di Daryl, ma nonostante
non fosse stata una lunga esperienza, Beth aveva compreso lo stesso che
quello che aveva appena provato andava ben oltre una semplice e ottima
prestazione sessuale!
C'era
stata una connessione speciale tra lei e l'uomo che ancora le
gravava addosso con il suo peso. Ma nemmeno quello si era rivelato
spiacevole, anzi, le aveva dato l'impressione più che mai di
trovarsi all'interno di un abbraccio sicuro e protettivo.
Aveva fatto sesso non protetto
con un perfetto estraneo!
Ma nemmeno quello
le era sembrato grave, perchè quando
lui le aveva detto di essere sempre stato attento con le altre, lei ci
aveva creduto istintivamente.
Santo cielo, ma che cosa le era
successo?
La risposta a
quella domanda ce l'aveva, ma le sembrava talmente
assurda ed incredibile, da ritrovarsi in lacrime.
-
Dio, che cazzo di casino ho combinato!
La
voce roca di Daryl era stata venata da un vero e proprio mix di
emozioni: dispiacere, angoscia, ribrezzo e senso di colpa. Lei aveva,
perciò, sollevato subito lo sguardo in quegli occhi azzurri
come
il ghiaccio, mentre ancora lo aveva sentito pulsare dentro di
sè, a ricordarle che aveva appena provato l'orgasmo
più
devastante della sua, seppur, giovane vita.
-
Penso di essermi innamorata di te.
E
come era sempre stato nella sua vita, la verità le era
venuta fuori con una facilità a dir poco disarmante.
-
Cosa hai detto?
La
voce di Daryl era cambiata ancora, stavolta venata da
un'incredulità che non era riuscito a nascondere.
-
Credo di essermi innamorata di te.
Lo
aveva ripetuto, adesso quasi sorridendo tra le lacrime,
perchè le era sembrato davvero di aver trovato la soluzione
giusta a tutta la gamma di emozioni che aveva vissuto da quando aveva
posato gli occhi su Mr. Dixon.
-
Cristo, ragazzina, non puoi dirmi una cosa del genere. Non dopo che...
Ma
non l'aveva lasciato finire di parlare, perchè passandogli
le
braccia intorno al collo, l'aveva attirato di nuovo verso di
sè,
ricominciando a baciarlo come se ne andasse della sua stessa vita.
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