Quel primo pomeriggio d'agosto, Diagon Alley era in subbuglio. Sulla
lunga via acciottolata, centinaia di maghi e streghe di tutte le
età ed etnie, si accodavano eccitati alla già
lunghissima
fila formatasi davanti ad Accessori di Prima Qualità per il
Quidditch.
Non era una novità che maghi e streghe provenienti da tutto
il
Regno Unito accudessero a Diagon Alley per fare acquisti magici di ogni
genere, ma questa era la prima volta che Scorpius vedeva un
così
alto numero di presenze.
La ragione di quell'inatteso raduno era semplice quanto incredibile:
qualche giorno prima, la Gazzetta del profeta aveva reso pubblica la
notizia che la casa produttrice Ellerby & Spudmore fosse
riuscita a
mettere a punto un nuovo modello di scopa, superiore perfino alla
Firebolt, rimasta imbattuta nella classifica delle migliori scope dal
1993.
Tutti gli appassionati del gioco erano accorsi da tutti gli angoli del
paese pur di poter ammirare il prototipo mostrato in esclusiva da
Articoli di Prima Qualità per il Quidditch.
Scorpius,
Christopher e Vincent non erano stati da meno e dopo ore di suppliche
erano riusciti a convincere Astoria ad accompagnarli; lei aveva
preferito aspettarli al paiolo Magico mentre i ragazzi si erano messi
pazientemente in fila.
- Avete letto l'articolo sulla Lightbolt pubblicato ieri su Guida alla
scelta della scopa? - disse Vincent, sistemandosi la tracolla della
borsa che portava appesa sul fianco.
-Certo, certo. L'articolo. -disse Christopher sovrappensiero.
Scorpius alzò gli occhi al cielo e Vincent rise
sommessamente. Quel suono parve finalmente catturare l'attenzione del
ragazzo che si girò, guardando prima l'uno poi l'altro con
evidente confusione.
-Aspetta, hanno scritto un nuovo articolo sulla Lightbolt? -
esclamò, illuminandosi.
-Benvenuto tra di noi, Chris. -lo prese in giro Vincent.
-Ieri mia madre mi ha obbligato ad accompagnarla da zia Maxine. Vorrei
vedere come stareste voi dopo una giornata passata a sentire le sue
lamentele sui babbani, sulle decisioni del Ministero, sulle nuovi leggi
che regolamentano le creature magiche da compagnia...-
-C'è qualcosa di cui non si sia lamentata? - l'interruppe
Scorpius, sapendo che la lista sarebbe andata avanti per un bel po'.
-Mm - Il ragazzo si batté un dito sul mento con aria assorta
- Fammi pensare...No, direi proprio di no. -
Scorpius rise. Aveva conosciuto Maxine Zabini in una delle tante feste
che sua madre amava organizzare e benché ci avesse parlato
per non più di dieci minuti, la donna era riuscita a trovare
qualcosa da ridire su buona parte degli invitati.
Sentendo su di sé lo sguardo bramoso di Christopher, si
decise a parlare.
-Sappi che ti racconterò ciò che ho scoperto solo
perché sei mio amico e per lo stesso motivo
lascerò correre che tu ci abbia ignorato bellamente fino a
pochi minuti fa.
Christopher alzò gli occhi al cielo, sbuffando impaziente. I
lisci capelli castani si alzarono per qualche secondo prima di ricadere
ordinatamente al loro posto.
- Sembra che abbiano ridisegnato la struttura del manico
affinché abbia un equilibrio millimetrico. Prima la forma
arrotondata del manico creava un
vuoto nella corsa o nel movimento verso il basso, decelerando
leggermente la scopa.- Riprese fiato prima di continuare- La
Lightbolt ha un'aerodinamica eccellente ed è adatta per fare
acrobazie aeree. Sulla Gazzetta del Profeta dicono che hanno preso come
modello le caratteristiche della Firebolt, apportandone delle
migliorie. Ha un'accelerazione che va da 0 a 300 km orari. -
Christopher fischiò ammirato. -Chissà quanto
tempo avranno impiegato per progettarla. La Firebolt rasentava
già la perfezione.-
-Ventitré anni. - precisò Vincent - L'ultima
scopa che ha prodotto la Ellerby & Spudmore è uscita
nel 1993. Questo dimostra che si può sempre migliorare.
-
-Beh, sono dei geni. Non vedo l'ora di vederla. Pensate ci
voglia ancora tanto?-
Scorpius si sporse oltre le barriere che delimitavano l'area in cui
accodarsi per entrare nel negozio, ottenendo un'occhiata d'ammonimento
da un'addetta alla Sicurezza Magica.
- Manca poco. Ci saranno una cinquantina di persone prima di noi. -
Il sole brillava alto nel cielo mentre le persone davanti a loro,
diminuivano sempre di più. Quando finalmente raggiunsero la
porta e furono ad un passo dall'entrare, il vecchio mago che gestiva
gli ingressi li fermò, facendo apparire con un colpo di
bacchetta un lucido nastro rosso che si tese bloccando il passaggio
-Ehi! - esclamò Scorpius - Stavamo per entrare! -
Il vecchio mago li guardò con i piccoli occhi acquosi prima
di rispondere.
-Spiacente, ragazzi. Dovrete pazientare ancora un pò. -
-Perchè? Sono ore che aspettiamo - chiese Christopher,
spalleggiando l'amico.
-Sono arrivati gli inviati delle più importanti portate del
paese. Quando avranno finito di intervistare il signor Randolph,
l'accesso sarà nuovamente disponibile. -rispose l'uomo
indicando con il mento un punto alle loro spalle.
Scorpius si girò e vide gli altri addetti della Sicurezza
Magica intenti a dare ordini alla folla affinché si
spostasse verso i lati, lasciando libero un passaggio abbatanza ampio
da permettere il facile accesso al negozio.
-Noi non ne sapevamo niente. Non è che...-
Il mago indicò con il mento una grande insegna appesa sopra
le vetrate che Scorpius non aveva visto. Dovette socchiudere gli occhi
per leggerla.
OGGI DALLE 14:00 ALLE
15.00
SI TERRA' LA CONFERENZA
'UNITI PER IL QUIDDITCH'.
IL NEGOZIO NON SARA' APERTO AL PUBBLICO.
-Non ci posso credere! - si
lamentò Christopher, guardando con bramosia l'entrata
splendente ad appena pochi passi.
-Guarda il lato positivo. Conosceremo i più grandi
giornalisti di Quidditch! -
-Già, e come faremo se loro saranno là-
Alzò una mano ad indicare il negozio - E noi qua? -
Senza perdere il buonumore, Vincent gli sorrise. - Ma dovranno passare
per forza di quà. -
-Chissà se verrà anche Eunice Murray. Non so cosa
darei per conoscerlo...- iniziò Scorpius, ma le sue parole
vennero coperte dall'improvviso vociare della folla.
I tre ragazzi si girarono in tempo per vedere Darren O'Hare, ex
portiere del Kenmare Kestrels e ora giornalista a tempo pieno di
Quidditch League, materializzarsi in mezzo allla stradina.
Avanzò sorridente in mezzo alla folla, che ormai ruggiva
così forte da coprire le rumorose materializzazioni di altri
cinque maghi.
-Ehi, ma quello non è Basil Horton? Non sapevo lavorasse per
qualche portata! -
-Forse alcuni giocatori famosi volevano presenziare all'evento. - disse
Vincent -E non potevano certo farlo in mezzo alla folla. Immagina che
casino si sarebbe creato. -
Scorpius annuì, d'accordo con le parole dell'amico. Sopra i
gridi e i mormorii eccitati, la sua attenzione venne attirata da un
piccolo gruppo che invece di materializzarsi, camminava lentamente
verso il negozio. Tra il mare di capelli scuri, quelli rosso fuoco dei
nuovi arrivati spiccavano come pile di fuoco in mezzo ad una tormenta
di neve.
Socchiuse gli occhi per riuscire a vedere chi fossero nonostante quei
capelli potevano solo appartenere a una famiglia. I Weasley.
A fare strada ci pensava un ragazzino alto e con arruffati capelli neri
sparati in tutte le direzioni. Camminava a passo sicuro, elargendo
sorrisi divertiti alla folla mentre il bambino accanto a lui, pieno di
lentiggini ma con ricci capelli rossi, lo guardava pieno d'ammirazione.
Dietro di loro due uomini chiacchieravano animatamente.
Scorpius non ebbe bisogno di ascoltare i bisbigli attorno a lui per
sapere chi fossero. Non esisteva mago o strega in tutto il mondo magico
che non conoscesse Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Weasley. O le
loro gesta eroiche, divenute fiabe della buonanotte.
-Ginny! Ginny! -
Un gruppo di ragazze vestite con i colori delle Holyhead Harper,
chiamò a gran voce l'ex giocatrice di Quidditch che
camminava a pochi passi dal marito.
Nonostante fossero già passati diversi anni da quando Ginny
Weasley aveva appeso la scopa al muro, conservava ancora il fisico
asciutto e slanciato dei suoi giorni migliori. Sorrise con calore alle
sue ammiratrici prima di iniziare ad autografare le loro divise.
-Beh, almeno lei si è fermata a firmare autografi. Vorrei lo
avesse fatto anche O'Hare...- mormorò Christopher con
invidia.
-Ginny Weasley ha sempre avuto un bellissimo rapporto con le sue fan.
Anche se ormai sono anni che non gioca più, quando le
chiedono foto o autografi non delude mai le sue tifose. Peccato abbia
smesso, era una gran giocatrice. - commentò Vincent.
Mentre Scorpius li ascoltava in silenzio, il suo sguardo non aveva mai
abbandonato i Weasley. Era la prima volta che li vedeva di persona e
gli riusciva difficile associare quei volti alle gesta eroiche che la
storia magica narrava.
A distrarlo dai suoi pensieri, ci pensò un mago corpulento
che uscì da Accessori di Prima Qualità per il
Quidditch. A
giudicare dalle occhiate attente che lanciò attorno a
sé, stava cercando qualcuno.
-Harry! HARRY! - gridò, agitando le mani in aria per farsi
notare.
Harry Potter alzò lo sguardo e quando vide chi lo chiamava,
si aprì in un sorriso.
-Oliver! -esclamò incredulo, coprendo la distanza che li
separava con profonde falcate. Lo abbracciò con forza,
dandogli vigorose pacche sulla spalla. Si trovavano così
vicino, che Scorpius non ebbe difficoltà a seguire la loro
conversazione.
-Cosa ci fai qui? Merlino, saranno anni che non ti vedo! Ron, RON!
C'è Oliver! - gridò, facendo cenno all'amico di
avvicinarsi.
Così come Harry, anche Ron si aprì in un sorriso
ma invece che abbracciarlo, gli dette due vigorose pacche sulla schiena
che se solo Oliver fosse stato meno corpulento e muscoloso
l'avrebbero sicuramente mandato a gambe all'aria.
-Ehi, Baston! - lo salutò Ginny allegramente. Aveva finito
di firmare autografi e ora sembrava occupata a trattenere il figlio
maggiore per il colletto della maglietta. - Ho saputo che quest'anno
diventerai l'allenatore del Puddlemere United. Congratulazioni! -
Oliver scosse la testa, divertito - Non è stato
reso pubblico ed è già di dominio
pubblico.C'é qualcosa che voi sciacalli del giornalismo non
sappiate? -
-Bah, lascia perdere. E' una battaglia persa. - commentò
Ron, guadagnandosi un'occhiataccia dalla sorella. Cambiò
subito discorso. -Allora, emozionato?Il Puddlemere è una
squadra forte. 22 titoli nazionali e due Coppe Europa -
-Già. Dovrò tenere alto l'onore della squadra. Ma
ho studiato diverse tattiche che penso funzioneranno bene. Quest'anno
miriamo a portarci a casa la terza coppa Europa. -
-E ci riuscirai. Sei sempre stato un diavolo di portiere e anche se non
sempre capivamo le tue strategie, abbiamo vinto quasi tutte le
partite.- lo rassicurò Harry.
Gli occhi di Oliver, che fino a qualche istante prima scintillavano di
entusiasmo, si riempirono di nostalgia.
-Eravamo una grande squadra. Katie, Angelina e Alicia erano delle
cacciatrice straordinarie. Tu non hai mai mancato di prendere un
boccino. E Fred e George....- Lasciò la frase in sospeso
mentre un lampo di dolore gli attraversava il volto, indurendogli i
lineamenti.
Scorpius notò come quello stesso dolore che vedeva in
Oliver, si rifletteva nel volto di tutti i presenti. Sapeva che uno dei
Weasley era morto durante la Battaglia di Hogwarts ma vedere come il
dolore non sembrava essersi affievolito nonostante tutti gli anni che
erano trascorsi, lo fece sentire uno sciocco ingenuo.
.Allora, questi sono i piccoli Potter? - borbottò Oliver.
Stava evidentemente cercando di cambiare discorso ma non
riuscì a camuffare del tutto la voce leggermente rotta.
Ginny gli strinse delicatamente il braccio, come dandogli conforto.
-Già. Questo è James mentre lì
c'è Albus. La più piccola, Lily, è
andata con Hermione e Rose a prendere un gelato ma dovrebbero arrivare
a momenti. - La voce di Harry a differenza di quella di Oliver,
sembrava ferma ma mentre guardava verso la fine della strada a Scorpius
parve di notarvi uno strano luccichio.
-Beh, Albus è uguale a te. - commentò Oliver,
studiando il ragazzino che se ne stava in piedi accanto al padre
tranquillamente, per niente a disagio che stessero parlando di lui.
-Ci tengo a precisare che c'è anche farina del mio sacco. -
commentò Ginny, facendo ridere tutti e allegerendo
notevolmente l'atmosfera. -Oh, ecco Hermione! -
Lo sguardo di Scorpius seguì la direzione indicata dal suo
dito e si fermò su una bella donna castana. Essendo un
membro importante del Ministero, il suo volto gli era familiare. Lo
aveva visto su centinaia di articoli pubblicati nella Gazzetta del
Profeta e sui cromi delle cioccorane. Negli anni non era
cambiata molto se non per i capelli. Non li portava più
ricci e crespi, ora erano acconciati in una crocchia elegante.
Due ragazzine dai vistosi capelli rossi della stessa
tonalità, camminavano accanto a lei leccando due coni
giganti. Quella che sembrava più piccola aveva dei lunghi
capelli lisci che le danzavano attorno ad ogni passo mentre l'altra, di
qualche anno più grande, li portava appena sotto le spalle
ma erano così ricci e folti che era impossibile non notarli.
Andavano in tutte le direzioni, come gli zampillii di una fontana.
-James! - esclamò la più piccola, sciogliendo la
presa dalla mano della zia e correndo verso il fratello. -Non sai chi
abbiamo appena incontrato! -
James, che fino a quel momento si era divincolato come se avesse un
ragno camminando per tutto il corpo, si bloccò.
-Chi?-
-Finbar Quigley!
-Stai mentendo, Lily. -disse James, socchiudendo gli occhi.
-No, che non mento. Rose te lo può confermare. Vero, Rosie?
- Si girò verso la cugina con un sorriso
trionfante, pregustando la vittoria.
Rose si avvicinò e stando attenta a non far cadere il
gelato, si rovistò nelle tasche.
-E' vero, James. - si scusò. Tirò fuori dalla
tasca due fazzoletti e gliene porse uno. -Dato che non c'eri, gli ho
chiesto di farmi un autografo per te e uno per Albus. Mi spiace, avevo
solo i fazzoletti del gelato.-
James quasi le strappò il pezzo di carta dalle mani,
osservandolo come se fosse un tesoro.
-Sei la miglior cugina del mondo, Rosie! - urlò,
stringendola in un abbraccio mozzafiato totalmente dimentico del grosso
gelato che la ragazzina stringeva tra le mani.
-Ops. - disse, allontanandosi ed osservando con aria colpevole le
grosse macchie che spiccavano sia nella sua maglia, che nella camicia
della cugina.
-James, sei sempre il solito! - lo sgridò Lily, osservando
il pasticcio combinato dal fratello. - Oh, la mamma si
arrabbierà. -
A quelle parole Albus si avvicinò e, dopo essersi slegato la
felpa che portava attorno alla vita, la mise con gentilezza sulle
spalle di Rose che gli sorrise riconoscente.
-Ora sei me - scherzò Albus. Era la prima volta che lo
sentiva parlare. Aveva una voce rauca e profonda.
-Ginny Weasley non è per niente contenta -
sussurrò Christopher, riportando Scorpius alla
realtà.
Era talmente assorto ad osservare i Potter, che si era quasi
dimenticato di dove fossero. Volse lo sguardo e vide Ginny strigliare
per bene James, che aveva un'espressione colpevole sul viso. Hugo, il
più piccolo dei maschi Weasley, rideva palesemente.
-Rosie, tesoro. Vieni che ti faccio conoscere un vecchio amico di
papà. - la chiamò Ron. Sorrideva allegro con il
petto stranamente in fuori mentre la figlia si portava al suo fianco. -
Ha preso il cervello della madre, per fortuna. Non ci sono dubbi che
darà del filo da torcere a tutti i compagni quando il
prossimo anno inizierà Hogwarts. Non vorrei essere nei loro
panni. -
-Ron! - lo riprese Hermione, alzando gli occhi al cielo.
Guardò Oliver. - E' la sua frase preferita. Non lo
ascoltare.-
Ron la guardò orripilato. - Ma è vero! Sai che
sfortuna se avesse preso il mio, di cervello? -
Harry e Oliver risero.
-Beh, se hai preso il cervello di tua madre dovremmo aspettarci grandi
cose da te. - disse Oliver. - Se studierai molto e ti sforzerai al
massimo, potresti diventare una strega di tutto spicco. Il mondo magico
ha sempre bisogno di nuove menti accompagnate da sani principi.-
Rose sorrise radiosa.
Forse furono quelle parole o forse quel suo sorriso sicuro, ma qualcosa
in Scorpius scattò. Non vedeva più Rose come la
ragazzina dai buffi capelli rossi, ma come una rivale. Lei era la mente
brillante che avrebbe rivoluzionato il mondo magico? Gli
avrebbe dimostrato che non era così. Lui, e solo lui,
avrebbe cambiato le sorti della magia e con essa, quelle della famiglia
Malfoy. Era una decisione che aveva preso anni prima; per la precisione
dalla sera che aveva scoperto la verità sulla sua famiglia.
Sarebbe diventato qualcuno che la gente avrebbe rispettato e non
deriso. Avrebbe cambiato le sorti del suo cognome.
Forse fu destino o forse solo una banale coincidenza. Ma gli occhi blu,
blu come l'oceano, di Rose Weasley si incontrarono con quelli argento
di Scorpius Malfoy per un secondo. Ma fu sufficiente.
Sorrise.
E in quel sorriso c'era la promessa degli innumerevoli ostacoli che le
avrebbe posto nella scalata verso il successo.
C'era la promessa che dovunque lei fosse andata, lui sarebbe stato
sempre lì, pronto a sfiorargli i talloni.
Rose distolse lo sguardo, del tutto ignara della promessa che quello
strano ragazzino dagli occhi del colore dell'oro bianco aveva fatto a
sé stesso.
Scorpius raddrizzò la schiena e inspirò
profondamente, chiudendo gli occhi.
Aveva un'obiettivo. E come ogni Malfoy che si rispetti, lo avrebbe
portato a termine.