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Autore: StrangerGirl    06/10/2016    0 recensioni
Piccolo prologo di "Questo corpo non è mio!", incentrato sull'infanzia di Scorpius.
Il momento narrato segna per il piccolo Scorpius la fine dell'ingenuità che caratterizza l'infanzia, e l'inizio della consapevolezza che il cognome che porta, sarà un duro ostacolo da superare per arrivare alla cima.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Malfoy, Scorpius Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Quel primo pomeriggio d'agosto, Diagon Alley era in subbuglio. Sulla lunga via acciottolata, centinaia di maghi e streghe di tutte le età ed etnie, si accodavano eccitati alla già lunghissima fila formatasi davanti ad Accessori di Prima Qualità per il Quidditch.
Non era una novità che maghi e streghe provenienti da tutto il Regno Unito accudessero a Diagon Alley per fare acquisti magici di ogni genere, ma questa era la prima volta che Scorpius vedeva un così alto numero di presenze.
La ragione di quell'inatteso raduno era semplice quanto incredibile: qualche giorno prima, la Gazzetta del profeta aveva reso pubblica la notizia che la casa produttrice Ellerby & Spudmore fosse riuscita a mettere a punto un nuovo modello di scopa, superiore perfino alla Firebolt, rimasta imbattuta nella classifica delle migliori scope dal 1993.
Tutti gli appassionati del gioco erano accorsi da tutti gli angoli del paese pur di poter ammirare il prototipo mostrato in esclusiva da Articoli di Prima Qualità per il Quidditch.
 Scorpius, Christopher e Vincent non erano stati da meno e dopo ore di suppliche erano riusciti a convincere Astoria ad accompagnarli; lei aveva preferito aspettarli al paiolo Magico mentre i ragazzi si erano messi pazientemente in fila.
 
- Avete letto l'articolo sulla Lightbolt pubblicato ieri su Guida alla scelta della scopa? - disse Vincent, sistemandosi la tracolla della borsa che portava appesa sul fianco.

-Certo, certo. L'articolo. -disse Christopher sovrappensiero.

Scorpius alzò gli occhi al cielo e Vincent rise sommessamente. Quel suono parve finalmente catturare l'attenzione del ragazzo che si girò, guardando prima l'uno poi l'altro con evidente confusione.

-Aspetta, hanno scritto un nuovo articolo sulla Lightbolt? - esclamò, illuminandosi.

-Benvenuto tra di noi, Chris. -lo prese in giro Vincent.

-Ieri mia madre mi ha obbligato ad accompagnarla da zia Maxine. Vorrei vedere come stareste voi dopo una giornata passata a sentire le sue lamentele sui babbani, sulle decisioni del Ministero, sulle nuovi leggi che regolamentano le creature magiche da compagnia...-

-C'è qualcosa di cui non si sia lamentata? - l'interruppe Scorpius, sapendo che la lista sarebbe andata avanti per un bel po'.

-Mm - Il ragazzo si batté un dito sul mento con aria assorta - Fammi pensare...No, direi proprio di no. -

Scorpius rise. Aveva conosciuto Maxine Zabini in una delle tante feste che sua madre amava organizzare e benché ci avesse parlato per non più di dieci minuti, la donna era riuscita a trovare qualcosa da ridire su buona parte degli invitati.
Sentendo su di sé lo sguardo bramoso di Christopher, si decise a parlare.

-Sappi che ti racconterò ciò che ho scoperto solo perché sei mio amico e per lo stesso motivo lascerò correre che tu ci abbia ignorato bellamente fino a pochi minuti fa.

Christopher alzò gli occhi al cielo, sbuffando impaziente. I lisci capelli castani si alzarono per qualche secondo prima di ricadere ordinatamente al loro posto.

- Sembra che abbiano ridisegnato la struttura del manico affinché abbia un equilibrio millimetrico. Prima la forma arrotondata del manico creava un vuoto nella corsa o nel movimento verso il basso, decelerando leggermente la scopa.-  Riprese fiato prima di continuare- La Lightbolt ha un'aerodinamica eccellente ed è adatta per fare acrobazie aeree. Sulla Gazzetta del Profeta dicono che hanno preso come modello le caratteristiche della Firebolt, apportandone delle migliorie. Ha un'accelerazione che va da 0 a 300 km orari. -

Christopher fischiò ammirato. -Chissà quanto tempo avranno impiegato per progettarla. La Firebolt rasentava già la perfezione.-

-Ventitré anni. - precisò Vincent - L'ultima scopa che ha prodotto la Ellerby & Spudmore è uscita nel 1993. Questo dimostra che si può sempre migliorare. - 

-Beh,  sono dei geni. Non vedo l'ora di vederla. Pensate ci voglia ancora tanto?- 

Scorpius si sporse oltre le barriere che delimitavano l'area in cui accodarsi per entrare nel negozio, ottenendo un'occhiata d'ammonimento da un'addetta alla Sicurezza Magica.

- Manca poco. Ci saranno una cinquantina di persone prima di noi. -

Il sole brillava alto nel cielo mentre le persone davanti a loro, diminuivano sempre di più. Quando finalmente raggiunsero la porta e furono ad un passo dall'entrare, il vecchio mago che gestiva gli ingressi li fermò, facendo apparire con un colpo di bacchetta un lucido nastro rosso che si tese bloccando il passaggio

-Ehi! - esclamò Scorpius - Stavamo per entrare! -

Il vecchio mago li guardò con i piccoli occhi acquosi prima di rispondere.

-Spiacente, ragazzi. Dovrete pazientare ancora un pò. -

-Perchè? Sono ore che aspettiamo - chiese Christopher, spalleggiando l'amico.

-Sono arrivati gli inviati delle più importanti portate del paese. Quando avranno finito di intervistare il signor Randolph, l'accesso sarà nuovamente disponibile. -rispose l'uomo indicando con il mento un punto alle loro spalle.

Scorpius si girò e vide gli altri addetti della Sicurezza Magica intenti a dare ordini alla folla affinché si spostasse verso i lati, lasciando libero un passaggio abbatanza ampio da permettere il facile accesso al negozio.

-Noi non ne sapevamo niente. Non è che...-

Il mago indicò con il mento una grande insegna appesa sopra le vetrate che Scorpius non aveva visto. Dovette socchiudere gli occhi per leggerla.

OGGI DALLE 14:00 ALLE 15.00
SI TERRA' LA CONFERENZA
'UNITI PER IL QUIDDITCH'.
IL NEGOZIO NON SARA' APERTO AL PUBBLICO.

-Non ci posso credere! - si lamentò Christopher, guardando con bramosia l'entrata splendente ad appena pochi passi.

-Guarda il lato positivo. Conosceremo i più grandi giornalisti di Quidditch! -

-Già, e come faremo se loro saranno là- Alzò una mano ad indicare il negozio - E noi qua? -

Senza perdere il buonumore, Vincent gli sorrise. - Ma dovranno passare per forza di quà. -

-Chissà se verrà anche Eunice Murray. Non so cosa darei per conoscerlo...- iniziò Scorpius, ma le sue parole vennero coperte dall'improvviso vociare della folla.

I tre ragazzi si girarono in tempo per vedere Darren O'Hare, ex portiere del Kenmare Kestrels e ora giornalista a tempo pieno di Quidditch League, materializzarsi in mezzo allla stradina. Avanzò sorridente in mezzo alla folla, che ormai ruggiva così forte da coprire le rumorose materializzazioni di altri cinque maghi.

-Ehi, ma quello non è Basil Horton? Non sapevo lavorasse per qualche portata! -

-Forse alcuni giocatori famosi volevano presenziare all'evento. - disse Vincent -E non potevano certo farlo in mezzo alla folla. Immagina che casino si sarebbe creato. -

Scorpius annuì, d'accordo con le parole dell'amico. Sopra i gridi e i mormorii eccitati, la sua attenzione venne attirata da un piccolo gruppo che invece di materializzarsi, camminava lentamente verso il negozio. Tra il mare di capelli scuri, quelli rosso fuoco dei nuovi arrivati spiccavano come pile di fuoco in mezzo ad una tormenta di neve.

Socchiuse gli occhi per riuscire a vedere chi fossero nonostante quei capelli potevano solo appartenere a una famiglia. I Weasley.
A fare strada ci pensava un ragazzino alto e con arruffati capelli neri sparati in tutte le direzioni. Camminava a passo sicuro, elargendo sorrisi divertiti alla folla mentre il bambino accanto a lui, pieno di lentiggini ma con ricci capelli rossi, lo guardava pieno d'ammirazione.
Dietro di loro due uomini chiacchieravano animatamente. Scorpius non ebbe bisogno di ascoltare i bisbigli attorno a lui per sapere chi fossero. Non esisteva mago o strega in tutto il mondo magico che non conoscesse Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Weasley. O le loro gesta eroiche, divenute fiabe della buonanotte.

-Ginny! Ginny! -

Un gruppo di ragazze vestite con i colori delle Holyhead Harper, chiamò a gran voce l'ex giocatrice di Quidditch che camminava a pochi passi dal marito.
Nonostante fossero già passati diversi anni da quando Ginny Weasley aveva appeso la scopa al muro, conservava ancora il fisico asciutto e slanciato dei suoi giorni migliori. Sorrise con calore alle sue ammiratrici prima di iniziare ad autografare le loro divise.

-Beh, almeno lei si è fermata a firmare autografi. Vorrei lo avesse fatto anche O'Hare...- mormorò Christopher con invidia.

-Ginny Weasley ha sempre avuto un bellissimo rapporto con le sue fan. Anche se ormai sono anni che non gioca più, quando le chiedono foto o autografi non delude mai le sue tifose. Peccato abbia smesso, era una gran giocatrice. - commentò Vincent.

Mentre Scorpius li ascoltava in silenzio, il suo sguardo non aveva mai abbandonato i Weasley. Era la prima volta che li vedeva di persona e gli riusciva difficile associare quei volti alle gesta eroiche che la storia magica narrava.

A distrarlo dai suoi pensieri, ci pensò un mago corpulento che uscì da Accessori di Prima Qualità per il Quidditch. A giudicare dalle occhiate attente che lanciò attorno a sé,  stava cercando qualcuno.

-Harry! HARRY! - gridò, agitando le mani in aria per farsi notare.

Harry Potter alzò lo sguardo e quando vide chi lo chiamava, si aprì in un sorriso.

-Oliver! -esclamò incredulo, coprendo la distanza che li separava con profonde falcate. Lo abbracciò con forza, dandogli vigorose pacche sulla spalla. Si trovavano così vicino, che Scorpius non ebbe difficoltà a seguire la loro conversazione.

-Cosa ci fai qui? Merlino, saranno anni che non ti vedo! Ron, RON! C'è Oliver! - gridò, facendo cenno all'amico di avvicinarsi.

Così come Harry, anche Ron si aprì in un sorriso ma invece che abbracciarlo, gli dette due vigorose pacche sulla schiena che se solo Oliver fosse stato meno corpulento e muscoloso  l'avrebbero sicuramente mandato a gambe all'aria.

-Ehi, Baston! - lo salutò Ginny allegramente. Aveva finito di firmare autografi e ora sembrava occupata a trattenere il figlio maggiore per il colletto della maglietta. - Ho saputo che quest'anno diventerai l'allenatore del Puddlemere United. Congratulazioni! -

Oliver scosse la testa, divertito  - Non è stato reso pubblico ed è già di dominio pubblico.C'é qualcosa che voi sciacalli del giornalismo non sappiate? -

-Bah, lascia perdere. E' una battaglia persa. - commentò Ron, guadagnandosi un'occhiataccia dalla sorella. Cambiò subito discorso. -Allora, emozionato?Il Puddlemere è una squadra forte. 22 titoli nazionali e due Coppe Europa -

-Già. Dovrò tenere alto l'onore della squadra. Ma ho studiato diverse tattiche che penso funzioneranno bene. Quest'anno miriamo a portarci a casa la terza coppa Europa. -

-E ci riuscirai. Sei sempre stato un diavolo di portiere e anche se non sempre capivamo le tue strategie, abbiamo vinto quasi tutte le partite.- lo rassicurò Harry.

Gli occhi di Oliver, che fino a qualche istante prima scintillavano di entusiasmo, si riempirono di nostalgia.

-Eravamo una grande squadra. Katie, Angelina e Alicia erano delle cacciatrice straordinarie. Tu non hai mai mancato di prendere un boccino. E Fred e George....- Lasciò la frase in sospeso mentre un lampo di dolore gli attraversava il volto, indurendogli i lineamenti.

Scorpius notò come quello stesso dolore che vedeva in Oliver, si rifletteva nel volto di tutti i presenti. Sapeva che uno dei Weasley era morto durante la Battaglia di Hogwarts ma vedere come il dolore non sembrava essersi affievolito nonostante tutti gli anni che erano trascorsi, lo fece sentire uno sciocco ingenuo.

.Allora, questi sono i piccoli Potter? - borbottò Oliver. Stava evidentemente cercando di cambiare discorso ma non riuscì a camuffare del tutto la voce leggermente rotta. Ginny gli strinse delicatamente il braccio, come dandogli conforto.

-Già. Questo è James mentre lì c'è Albus. La più piccola, Lily, è andata con Hermione e Rose a prendere un gelato ma dovrebbero arrivare a momenti. - La voce di Harry a differenza di quella di Oliver, sembrava ferma ma mentre guardava verso la fine della strada a Scorpius parve di notarvi uno strano luccichio.

-Beh, Albus è uguale a te. - commentò Oliver, studiando il ragazzino che se ne stava in piedi accanto al padre tranquillamente, per niente a disagio che stessero parlando di lui.

-Ci tengo a precisare che c'è anche farina del mio sacco. - commentò Ginny, facendo ridere tutti e allegerendo notevolmente l'atmosfera. -Oh, ecco Hermione! -

Lo sguardo di Scorpius seguì la direzione indicata dal suo dito e si fermò su una bella donna castana. Essendo un membro importante del Ministero, il suo volto gli era familiare. Lo aveva visto su centinaia di articoli pubblicati nella Gazzetta del Profeta e  sui cromi delle cioccorane. Negli anni non era cambiata molto se non per i capelli. Non li portava più ricci e crespi, ora erano acconciati in una crocchia elegante.
Due ragazzine dai vistosi capelli rossi della stessa tonalità, camminavano accanto a lei leccando due coni giganti. Quella che sembrava più piccola aveva dei lunghi capelli lisci che le danzavano attorno ad ogni passo mentre l'altra, di qualche anno più grande, li portava appena sotto le spalle ma erano così ricci e folti che era impossibile non notarli. Andavano in tutte le direzioni, come gli zampillii di una fontana.

-James! - esclamò la più piccola, sciogliendo la presa dalla mano della zia e correndo verso il fratello. -Non sai chi abbiamo appena incontrato! -

James, che fino a quel momento si era divincolato come se avesse un ragno camminando per tutto il corpo, si bloccò.

-Chi?-

-Finbar Quigley!

-Stai mentendo, Lily. -disse James, socchiudendo gli occhi.

-No, che non mento. Rose te lo può confermare. Vero, Rosie? - Si girò verso la cugina con un sorriso trionfante, pregustando la vittoria.

Rose si avvicinò e stando attenta a non far cadere il gelato, si rovistò nelle tasche.

-E' vero, James. - si scusò. Tirò fuori dalla tasca due fazzoletti e gliene porse uno. -Dato che non c'eri, gli ho chiesto di farmi un autografo per te e uno per Albus. Mi spiace, avevo solo i fazzoletti del gelato.-

James quasi le strappò il pezzo di carta dalle mani, osservandolo come se fosse un tesoro.

-Sei la miglior cugina del mondo, Rosie! - urlò, stringendola in un abbraccio mozzafiato totalmente dimentico del grosso gelato che la ragazzina stringeva tra le mani.

-Ops. - disse, allontanandosi ed osservando con aria colpevole le grosse macchie che spiccavano sia nella sua maglia, che nella camicia della cugina.

-James, sei sempre il solito! - lo sgridò Lily, osservando il pasticcio combinato dal fratello. - Oh, la mamma si arrabbierà. -

A quelle parole Albus si avvicinò e, dopo essersi slegato la felpa che portava attorno alla vita, la mise con gentilezza sulle spalle di Rose che gli sorrise riconoscente.

-Ora sei me - scherzò Albus. Era la prima volta che lo sentiva parlare. Aveva una voce rauca e profonda.

-Ginny Weasley non è per niente contenta - sussurrò Christopher, riportando Scorpius alla realtà.

Era talmente assorto ad osservare i Potter, che si era quasi dimenticato di dove fossero. Volse lo sguardo e vide Ginny strigliare per bene James, che aveva un'espressione colpevole sul viso. Hugo, il più piccolo dei maschi Weasley, rideva palesemente.

-Rosie, tesoro. Vieni che ti faccio conoscere un vecchio amico di papà. - la chiamò Ron. Sorrideva allegro con il petto stranamente in fuori mentre la figlia si portava al suo fianco. - Ha preso il cervello della madre, per fortuna. Non ci sono dubbi che darà del filo da torcere a tutti i compagni quando il prossimo anno inizierà Hogwarts. Non vorrei essere nei loro panni. -

-Ron! - lo riprese Hermione, alzando gli occhi al cielo. Guardò Oliver. - E' la sua frase preferita. Non lo ascoltare.-

Ron la guardò orripilato. - Ma è vero! Sai che sfortuna se avesse preso il mio, di cervello? -

Harry e Oliver risero.

-Beh, se hai preso il cervello di tua madre dovremmo aspettarci grandi cose da te. - disse Oliver. - Se studierai molto e ti sforzerai al massimo, potresti diventare una strega di tutto spicco. Il mondo magico ha sempre bisogno di nuove menti accompagnate da sani principi.-

Rose sorrise radiosa.

Forse furono quelle parole o forse quel suo sorriso sicuro, ma qualcosa in Scorpius scattò. Non vedeva più Rose come la ragazzina dai buffi capelli rossi, ma come una rivale. Lei era la mente brillante che avrebbe rivoluzionato il mondo magico?  Gli avrebbe dimostrato che non era così. Lui, e solo lui, avrebbe cambiato le sorti della magia e con essa, quelle della famiglia Malfoy. Era una decisione che aveva preso anni prima; per la precisione dalla sera che aveva scoperto la verità sulla sua famiglia.
Sarebbe diventato qualcuno che la gente avrebbe rispettato e non deriso. Avrebbe cambiato le sorti del suo cognome. 

Forse fu destino o forse solo una banale coincidenza. Ma gli occhi blu, blu come l'oceano, di Rose Weasley si incontrarono con quelli argento di  Scorpius Malfoy per un secondo. Ma fu sufficiente.

Sorrise.

E in quel sorriso c'era la promessa degli innumerevoli ostacoli che le avrebbe posto nella scalata verso il successo.
C'era la promessa che dovunque lei fosse andata, lui sarebbe stato sempre lì, pronto a sfiorargli i talloni.

Rose distolse lo sguardo, del tutto ignara della promessa che quello strano ragazzino dagli occhi del colore dell'oro bianco aveva fatto a sé stesso.

Scorpius raddrizzò la schiena e inspirò profondamente, chiudendo gli occhi.

Aveva un'obiettivo. E come ogni Malfoy che si rispetti, lo avrebbe portato a termine.





   
 
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