The War of the Worlds
CAPITOLO IV
Accadde
tutto in un attimo.
Non furono
necessari parole d’intesa o gesti prestabiliti. Neji si mosse
con un rapidità che Sakura non credeva possibile,
piombandole alle spalle in una frazione di secondo.
-Mi occupo io
di te- disse atono, accarezzandole l’attaccatura dei capelli
con quel fiato troppo freddo anche per lei.
-Sarà
un immenso piacere uccidere uno Hyuuga- rispose a tono, mentre con una
sola occhiata rosso sangue comunicava a Sai, impassibile al suo fianco,
il cambiamento di programma.
-Certo-
inclinò leggermente un angolo delle labbra verso
l’alto, freddo e sarcastico, facendo intravedere i canini
bianchi -… Cominciamo.-
Sakura ebbe
appena il tempo di voltarsi, gli artigli che le si conficcavano nelle
mani strette a pugni, indispettita dalla sicurezza con cui la dava
già per spacciata, che sentì il palmo
dell’avversario premere con forza contro il suo costato. Con troppa
poca
forza, pensandoci bene. Arretrò di un paio di passi,
poggiando la mano destra sul punto colpito, e guardandosi
contemporaneamente intorno. Ino e Sai erano spariti. Evidentemente
anche i loro scontri avevano avuto inizio.
-Ti consiglio
vivamente di pensare alla tua, di pelle- decretò, mesto,
inclinando leggermente il capo dai lineamenti eleganti verso destra
-Forse non ci sei ancora arrivata, ma quella che rischia più
di tutti sei tu- sorrise, maligno, fiondandosi su di lei, i palmi delle
mani ben in evidenzia.
Sakura,
rapida, riuscì a schivare i primi tre attacchi,
indietreggiando, ma non riuscì a fare lo stesso con
l’ultimo: un colpo, anche questo stranamente debole, andato a
segno poco più a destra del precedente.
Mugugnò,
decisamente più infastidita per lo smacco che per il dolore,
che tardava ancora ad arrivare.
-Non
c‘è gusto a combattere contro i tipi come te-
sospirò Neji scocciato, portandosi dietro
l’orecchio un’unica ciocca corvina che, dispettosa,
era sfuggita dall’ordinata coda bassa -Non riesci a
difenderti, non riesci a contrattaccare, e in più non ti
rendi nemmeno conto della gravità delle tue ferite-
Sakura
sgranò a malapena gli occhi sanguigni, colta
all’improvviso da un conato di vomito. Portò
rapidamente le mani alla bocca, premendole con forza contro di essa.
Non gli avrebbe dato anche questa soddisfazione. -Bastardo…-
mugugnò, asciugando con il dorso della mano il rivolo scuro
che aveva iniziato a scorrere dal labbro -Che cosa…?-
-Oltre che
debole sei anche stupida- la interruppe, algido ed altezzoso,
guardandola quasi con disgusto con i suoi occhi bianchi -Il tuo clan di
basso livello non ti ha mai spiegato in cosa consiste la tecnica del
“pugno gentile”?-
Sakura si
drizzò facendo leva sulle ginocchia, punta nel vivo,
concentrando una grande quantità di chakra nel pungo destro
-Pugno gentile o meno- sbraitò, digrignando i canini puntuti
-Non ti conviene sottovalutarmi-
Si
scagliò contro di lui, testa alta e sguardo tipico del
combattente più fiero, cercando di indirizzare verso quel
volto tanto saccente il suo miglior destro. Fallendo però
miseramente.
Neji la
scartò, agile più di lei nei movimenti, senza
rinunciare a quel mezzo sorriso sghembo che sembrava avere la
capacità di farla infuriare ancora di più.
Sakura odiava
chi si prendeva gioco di lei, e lui, con quell’espressione
sempre più irritante, lo stava facendo apertamente.
-Evidentemente
non lo ha fatto- sentenziò, alla fine, torcendole dietro le
spalle stanche e affaticate lo stesso braccio che avrebbe dovuto
colpirlo e ferirlo, dopo averlo diligentemente immobilizzato.
Era un ottimo
guerriero Neji Hyuuga. Il migliore probabilmente. -Perché se
tu avessi saputo che la tecnica del “pugno gentile”
unito al mio byakugan mi permette di individuare e danneggiare il
flusso circolatorio del chackra di cui tutte noi creature
sovrannaturali siamo provviste, ci avresti pensato più di
una volta prima di attaccarmi in una maniera tanto impudente- la
sbeffeggiò, serafico -A quanto pare ti è sfuggito
il fatto che il combattimento ravvicinato è il forte di noi
Hyuuga-
Scalciò,
inviperita, sentendo le forze abbandonarla e contemporaneamente
aumentare il dolore al petto. -E’ inutile sforzarti-
sospirò stancamente Neji, limitandosi a rafforzare di un
poco la pressione sul suo braccio destro, ormai livido -Non mi sembra
che tu abbia molte alternative… Forse, se non avessi
combattuto contro di me avresti avuto qualche possibilità in
più. Chissà… Ma ormai il destino ha
deciso così.- sussurrò pensoso, abbassando le
palpebre lentamente, con l’intento di chiudere la visuale ai
suoi occhi per alcuni istanti e decidere il modo più veloce
ed efficace per eliminare quel problema che continuava a dimenarsi
sotto la sua stretta, imperterrito.
Concentrò
la sufficiente quantità di chakra per trapassarla da parte a
parte nel palmo destro, annoiato. La missione era ormai al termine e
non si era neppure divertito. -Addio-
-Non credevo
che gli Hyuuga si circondassero di individui cosi deboli-
borbottò contrariato Sai, allentando lentamente la presa dal
collo della propria preda. Avvicinò il volto della ragazza
al proprio, flettendo leggermente il braccio destro, per soffermarsi ad
osservarne meglio gli occhi ridiventati castani, ormai quasi fuori
dalle orbite. Sorrise, falso come solo lui era in grado di essere,
mentre percorreva con lo sguardo ancora sanguigno le numerose cicatrici
che ne sfregiavano le guance bianche e rotonde. -Eri
carina…- disse, caustico, gettando il capo
all’indietro.
Ritrasse gli
artigli conficcati in quel corpo ancora caldo, abbassando ulteriormente
l’arto, fino a permettere alle punte dei piedi della ragazza
di sfiorare il cemento martoriato. Aguzzò lo sguardo ed
iniziò a prestare attenzione anche al minimo rumore. Le sue
compagne probabilmente non avevano avuto la stessa fortuna.
-Sakura
saprà come cavarsela. Meglio andare da Ino…-
pensò a voce alta, senza smettere di fissarla -Sei
d’accordo brunetta?- incurvò
le labbra verso l’alto, maligno, come in attesa di risposta.
-Di solito chi tace acconsente, quindi…-
Un lampione, a
pochi metri da loro, illuminava flebilmente il vicolo cieco
all’interno del quale avevano finito per concludere il loro
scontro. A tenergli compagnia insieme alla luna che brillava alta nel
cielo, solo le gocce di sangue di lei, che ticchettando copiose avevano
finito per imbrattare il suolo.
Allentò
completamente la presa, lasciando che quel corpo ormai privo di vita si
afflosciasse velocemente al suolo, accompagnato da un tonfo ovattato.
-E che cazzo.-
sbottò irato, gettando uno sguardo alle scarpe sportive che
ormai annegavano in una pozza di sangue nero come
l’inchiostro -Erano nuove!- Si passò una mano tra
i capelli corvini, accompagnando quel movimento fluido con uno sbuffo
sonoro.
-Questa me la pagat…-
Torse il capo
verso sinistra, riacquistando immediatamente la giusta concentrazione.
L’odore di altro sangue vampiresco andava diffondendosi
velocemente nell’aria, accompagnato da un cattivo presagio.
Arricciò
in naso, insospettito, riducendo contemporaneamente gli occhi a due
fessure.
-Sakura…-
sussurrò immediatamente, mentre la mano destra, ormai libera
da qualsiasi ostacolo, correva nella tasca dei jeans sdruciti ad
afferrare il cellulare. Compose velocemente un numero di cui
evidentemente ricordava le cifre a memoria, per poi portare
l’apparecchio all’orecchio spazientito, in attesa
di una risposta dall’altro capo. -Shikamaru.-
scattò, perentorio, al primo segno di risposta -Abbiamo
avuto dei problemi. Un gruppo di Hyuuga ci ha attaccati appena prima di
raggiungere il rifugio- parlava veloce, senza nemmeno prendere fiato.
Non che ne avesse bisogno, naturalmente. -Ci hanno separati. Io sto
bene, ma non sono sicuro di poter dire la stessa cosa anche di Ino e
Sakura. Ci servono dei rinforzi.
Immediatamente.-
Seguirono
attimi di silenzio, ma Sai poté benissimo giurare di sentire
attraverso la cornetta gli ingranaggi del cervello dell’amico
muoversi forsennati. -Arriviamo.- rispose alla fine, senza gli
immancabili sbuffi che lo contraddistinguevano.
-Ah. E porta
anche quel botolo di Inuzuka con te…
C’è un cadavere di cui sbarazzarsi.- aggiunse,
prima di chiudere definitivamente la conversazione.
Ripose
l’apparecchio al suo posto, gettando un’ultima
occhiata distratta al cadavere. Non poteva -non doveva- lasciarla li,
da sola. Qualche umano avrebbe potuto trovarla, e allora si che sarebbe
stati guai. Ma non poteva nemmeno abbandonare i suoi compagni al
proprio destino.
-Al diavolo le
regole- sibilò, muovendosi a passi spediti verso
l’uscita del vicolo.
Iniziò
a correre per le vie della città, fortunatamente deserta per
l’ora, guidato solo dall’olfatto. Se ci fosse stato
l’Inuzuka lì con lui -dannato botolo-
probabilmente sarebbe riuscito a rintracciarla in un arco di tempo
decisamente inferiore.
Rapido,
saettò con uno scatto verso il cornicione di un edificio,
percorrendolo in tutta la sua lunghezza in poco più di due
falcate. Avere l’agilità di un felino aveva sempre
avuto i suoi vantaggi. E in più, dall’alto avrebbe
avuto di sicuro una migliore visione della scena.
-Trovati-
sussurrò monocorde, individuando due ombre distinte che si
fronteggiavano senza esclusione di colpi a poche centinaia di metri di
distanza, nella stessa area in cui le aveva lasciate poco prima di
essere distratto dal proprio avversario. Balzò al suolo,
aggraziato, appena un istante prima di essere visto dalla proprietaria
dell’appartamento in questione, insospettita
dall’insolito rumore.
-Resisti-
biascicò, digrignando i canini al sentore che
l’odore di sangue versato diventava sempre più
forte -Resisti Sakura-
Prese
velocità, ritornando a balzare furiosamente da un tetto
all’altro degli edifici, senza usare un minimo di prudenza.
Era notte inoltrata, ma chiunque avesse alzato il naso
all’insù in quel preciso momento non si sarebbe di
certo lasciato sfuggire l’immagine di una sagoma scura che
trotterellava baldanzosa da un edificio all’altro.
-Resisti-
continuava a sussurrare, ormai vicino alla meta.
-Resisti-
mancava poco, troppo poco.
-Resisti-
mugugnava, mentre con un solo scatto ritornava al suolo.
-Resisti…
Resisti!-
-Addio-
Quello che
Sakura riuscì a percepire l’istante dopo fu solo
un dolore indescrivibile all’altezza del petto. Come se un qualcosa di imprecisato
l’avesse attraversata da parte a parte.
Sentì
i muscoli delle gambe cedere, impossibilitati a continuare a sostenere
il suo peso, le braccia afflosciarsi lungo i fianchi, attratte dalla
forza di gravità diventata improvvisamente insostenibile, il
capo gettarsi in avanti.
Era già morta. Conosceva il
significato del vero dolore. Ma non riuscì ugualmente ad
evitare che un’unica, solitaria e dispettosa lacrime
riuscisse a fuoriuscire da quelle pupille ormai ritornate al loro
colorito originale. Quasi a farle pesare che la Sakura debole e
piagnucolona che era stata in vita continuava a persistere anche
adesso, in un angolino non meglio precisato del suo cervello.
È
la fine…
Finalmente le
ginocchia fasciate dai jeans scuri riuscirono a toccare il suolo,
accompagnate da un tonfo sordo.
Che
senso ha aver imparato ad usare il chakra curativo se adesso non posso
nemmeno salvarmi?
Si
lasciò cadere in avanti, in preda al dolore, chiudendo
definitivamente le palpebre diventate improvvisamente troppo pesanti,
pronta ad impattare contro il suolo.
Impatto che
però non avvenne.
Avvertì
chiaramente la presenza di un corpo freddo alle sue spalle, circondarle
con urgenza la vita e tirarla su, trascinandola velocemente a distanza
di sicurezza. Riuscì a percepire che una delle due braccia
che un istante prima l’avevano tirata in salvo si era
spostata sotto le ginocchia, sollevandola un poco.
Ebbe appena il
tempo di riaprire gli occhi, riuscendo a sopraffare il dolore che
martellante persisteva, e scorgere un volto dai lineamenti sfocati, che
però non tardò a riconoscere.
-S-sai…?-
sussurrò, debole.
Il ragazzo
rafforzò appena la presa, limitandosi ad annuire deciso.
Facendo leva sulle ginocchia, si abbassò al suolo,
poggiandola con delicatezza sul marciapiedi, mentre contemporaneamente
analizzava la ferita che le squarciava il petto con occhio critico.
-Dovresti essere in grado di curarti- dedusse alla fine, per nulla
sollevato -Cercherò di tenere a bada lo Hyuuga. Fai quello
che puoi per migliorare le tue condizioni, e appena sarai grado di
muoverti bevi la prima persona che trovi e vai a dare una mano a Ino-
disse, pragmatico, sul volto dal colorito cadaverico nemmeno
l’ombra del solito sorriso sarcastico.
Lei si
limitò ad annuire debolmente, ormai abituatasi al dolore.
-V-vai tranquillo… io sto già meglio-
sussurrò, sorridendo lievemente nel sentirlo afferrarle la
mano destra e portarla al torace
-Non perderti
in chiacchiere e sbrigati e rimetterti in piedi.- lo sentì
sussurrare, prima di vederlo scomparire definitivamente.
Concentrò quel briciolo di chakra rimastole in corpo nella
mano che poco prima l’amico aveva provveduto a posizionare
sulla ferita ancora sanguinante, facilitandole i movimenti.
Avvertì
distintamente il giaccone nero, ormai fradicio per il sangue che
continuava a fuoriuscire copioso dalla ferita che le squarciava il
petto, farsi sempre più pesante, e con un gesto secco
strappò via i bottoni, aprendolo. Poi, con più
delicatezza sta volta, iniziò a richiamare il chakra nel
palmo della mano destra, imponendosi di mantenere quella calma e quella
concentrazione che Tsunade-sama nel corso dei decenni le aveva sempre
ordinato di non dimenticare. Si dedicò per prima cosa ai
canali interni del chakra, danneggiati non irrimediabilmente per
fortuna, limitandosi però a ricomporre solo le parti in
condizioni peggiori ripromettendosi di ultimare il lavoro solo dopo che
si fossero calmate le acque, per poi passare velocemente ai tessuti
esterni, a cui dedicò le stesse attenzioni: rigenerazione
rapida, per evitarsi di cadere al tappeto al primo colpo
dell’avversario, e blocco dell’emorragia,
perché senza quel liquido denso e scurissimo non sarebbe
potuta arrivare nemmeno dietro l’angolo della strada. Il suo
unico obbiettivo in quel momento, insomma, era non sentire dolore.
-Adesso va
decisamente meglio…- borbottò, gettando
contemporaneamente un‘occhiata in direzione di Sai. Lui e lo
Hyuuga non si erano ancora mossi dalle loro posizioni di partenza,
impegnati a discutere di non riusciva a capire cosa l’uno di
fronte all’altro, separati solo da pochi metri. Nessuno dei
due sembrava voler fare la prima mossa, anzi chi li avesse visti
avrebbe potuto benissimo pensare a dei conoscenti che chiacchieravano
ad una distanza proibitiva, nulla di più.
Notando il
volto del nemico, rigido e austero per natura, improvvisamente
sconvolto -gli occhi, non ancora avvalsi del byakugan, divisi tra il
terrore e la sorpresa, e la bocca stranamente spalancata in un tondo
quasi perfetto- capì d’istinto che avrebbe dovuto
darsi una mossa o molto probabilmente tutto il chakra del mondo non
sarebbe stato in grado di rimetterla in piedi.
Poggiò
il palmo con il quale fino a pochi secondi prima era intenta a curarsi
sull’asfalto, scattando in piedi con molta meno
fluidità del solito -quella ferita le avrebbe dato noia per
un bel po’, lo sentiva- mentre un tonfo particolarmente
rumoroso l’avvertiva dell’inizio dello scontro. Si
chiese per un istante come avrebbero fatto a giustificare le lesioni e
i danni che sicuramente avrebbero creato alla maggior parte degli
edifici della zona, quando l’immagine di Sai che, colpito in
pieno petto, veniva sbalzata quasi fosse una bambola di pezza
dall’altra parte della strada, la fece desistere dal porsi
ulteriori inutili quesiti. L’indomani forse ci avrebbe
pensato.
Scattò
rapida lasciandosi guidare solo dall’olfatto, alla ricerca di
Ino e completamente dimentica della preda di cui avrebbe assolutamente
dovuto cibarsi, prendendo sempre più velocità
mano mano che proseguiva nella corsa. Istintivamente si
sfilò il soprabito, ormai di impiccio, gettandolo con foga
per strada prima di svoltare a sinistra ad un incrocio,
l’odore di Ino sempre più forte.
D’istinto, avvertendo altri odori conosciuti vicinissimi a
quello della compagna, sorrise sollevata, mentre il vento la sfregiava
le guance pallide.
Adesso si che
avevano una buona possibilità di cavarsela senza gravi
menomazioni fisiche.
Spiccò
un balzo, ormai vicina alla meta, avvertendo una leggera fitta al
ventre nello stesso momento in cui i talloni ritoccarono il suolo, alla
sinistra di quelli di Ino.
-Sai
è stato previdente.- si limitò a mugugnare la
bionda, senza darle il tempo di intervenire, prova evidente che si
aspettava da un momento all’altro il suo arrivo, esibendo un
profonda ferita all’avambraccio destro che sanguinava
copiosamente -Ha chiamato i rinforzi…- sorrise sollevata,
indicando con il capo Shikamaru che, aiutato da Choji e Shino, aveva
messo con le spalle al muro il lupo e si apprestava a finirlo -Manca
solo quel botolo di Inuzuka all’appello- spiegò
-Si sta occupando del cadavere del terzo Hyuuga, una ragazza a quanto
pare-
Sakura si
limitò ad annuire, pensierosa, gettandosi
un’occhiata circospetta alle spalle -Curati quel braccio.-
disse alla fine -E poi vammi a cercare qualcuno da mangiare. Non credo
che potrò resistere ancora per molto-. E, senza aspettare
una possibile risposta, scattò in avanti gettandosi a
capofitto nello scontro.
-Due braccia
in più non possono che fare bene!- la accolse Shikamaru,
gettandole un occhiata di sbieco mentre approfittava del fatto che il
nemico si stesse riprendendo da un attacco cumulativo particolarmente
forte -Questo bastardo non vuole saperne di cedere-
borbottò, osservando il lupo rialzarsi senza nemmeno troppa
fatica da terra -Ha la pelle dura…-
Era raro
vedere Shikamaru Nara scendere direttamente in prima linea, ed era
ancora più raro che i suoi occhi si colorassero
innaturalmente di rosso, preannunciando battaglia. -Copri il lato
destro insieme a Shino- li limitò a mugugnare,
assottigliando gli occhi.
Sakura avrebbe
annuito, concorde con il piano del Nara, e successivamente si sarebbe
gettata nella mischia senza pensarci due volte, come era solita fare.
Peccato che un’onda d’urto generata dal nemico le
avesse appena concesso il tempo di inclinare leggermente il capo, per
poi sbalzarla a diversi metri di distanza senza possibilità
di scampo. Impattò violentemente contro un edificio,
sgretolandone l’intonaco, per poi scivolare di rimbalzo al
suolo. -Ma è un vizio?- sbraitò, indolenzita,
scuotendo il capo mentre la nuvola di polvere cui la sua caduta aveva
dato vita si andava liberando nell’aria. Richiamò
il poco chackra rimasto nelle gambe, tirandosi in piedi velocemente e
ruotando appena il capo per notare che anche gli altri avevano subito
lo stesso trattamento. E, cosa peggiore, il tutto non era passato
inosservato: poté chiaramente avvertire -il suo udito
raramente si sbagliava- scattare i primi interruttori della luce,
segnale più che chiaro che avevo poco tempo per eliminare
definitivamente il Sabaku, recuperare Sai e sgomberare la zona prima
dell’arrivo delle forze dell’ordine.
-Shikamaru!-
chiamò perentoria individuando la sagoma del moro che a
qualche metro di distanza si risollevava a fatica, liberato finalmente
dal peso costituito dalle macerie di un balcone -Dobbiamo sbrigarci! O
qui ci rimettiamo i canini!-
-Ottima
intuizione,
sanguisuga…- ghignò
mellifluo Sabaku no Kankuro, balzandole davanti senza preavviso.
Incrociò le braccia muscolose al petto, osservandola con
sufficienza dall’alto dei suoi cinquanta centimetri di
vantaggio sbarrare gli occhi vermigli per la sorpresa -Peccato che lo
Hyuuga ti abbia ridotta cosi male- proseguì, soffermando gli
occhi castani pagliuzzati di dorato sulla macchia scura che le sporcava
la maglia. Inclinò leggermente il capo, sollevando la
mandibola fattasi più pronunciata, le zanne affilate e
patinate di giallo in bella mostra, quasi in contrasto con i piccoli e
bianchissimi canini della ragazza -Sarebbe stato divertente combattere
contro di te… almeno
credo!-
Sakura, per la
seconda volta in pochi minuti si ritrovò ad essere
impossibilitata a ribattere al proprio interlocutore, questa volta
colpita direttamente al torace, nella stessa zona danneggiata dallo
Hyuuga. Percepì distintamente, mentre veniva sbalzata per
l’ennesima volta a metri di distanza, i canali del chakra da
poco riparati e per questo ancora troppo deboli distruggersi a seguito
del colpo, e la ferita aprirsi di nuovo, ricominciando a sanguinare
copiosamente.
Adesso si che
non poteva più aspettare. Avevo bisogno di una preda, e
subito.
Quando
si dice la fortuna.
Intravide con
la coda dell’occhio la villetta unifamiliare contra la cui
parete sarebbe finita nel giro di pochi attimi. Impossibilitata a
fermarsi o perlomeno a rallentarsi, perché troppo debole.
Serrò
le palpebre, psicologicamente pronta, nello stesso momento in cui capo,
che sfiorava quasi il suolo, andò a colpire qualcosa di
stranamente troppo morbido per essere una parete. Se lo
trascinò dietro in quel volo folle, fino ad urtare
finalmente il muro di mattoni. Una volta toccato il suolo, anche se
indirettamente -era atterrata sopra l’oggetto non ancora
identificato-, risollevò velocemente le palpebre,
guardandosi intorno mesta: alla sua destra, scomposta e non indefinita,
un’informe massa bionda le sfiorava il ventre solleticandola
leggermente, mentre sotto di lei, qualcosa di scuro tentava di
muoversi, per liberarsi del peso che lo opprimeva.
-Cazzo!-
balzò in piedi immediatamente, maledicendo i canali del
chakra ormai andati a farsi benedire che avevano impedito al suo
olfatto di solito infallibile di individuare quei due mortali.
-Cazzo. Cazzo.
Cazzo.-
E adesso? Non
avrebbe potuto di certo lasciarli li, testimoni troppo scomodi, ma non
aveva nemmeno la forza per reggersi in piedi senza barcollare,
figurarsi se sarebbe riuscita a tenere a bada quelli che sembravano
essere due ragazzi in piena età dello sviluppo. Per di
più a pochi metri di distanza c’era un lupo
mannaro che continuava ad infierire senza pietà su quello
che rimaneva dei suoi compagni.
Guidata
dall’istinto -o dalla follia?- li afferrò entrambi
per la vita, gettandoseli in spalla per poi iniziare a camminare a
passo spedito -correre era ormai un’utopia- prendendo una
direzione diametralmente opposta da quella d’arrivo.
Fermatasi
d’improvviso, li scaraventò mentre ancora
faticavano a riprendere conoscenza, al di là di un di una
bassa recinzione metallica, gettandosi un’occhiata
circospetta alle spalle, per poi poggiare il palmo destro sopra la
stessa inferrata e dandosi una spinta con le ultime forze rimaste in
corpo, raggiungerli.
Si
inginocchiò al suolo, scostandosi una ciocca dispettosa
dalla fronte, mentre iniziava ad osservarli con occhio critico: non
poteva fare alcun affidamento sull’olfatto e di conseguenza
si ritrovò a doversi fidare incondizionatamente della vista.
Si ritrovò a pensare che il bruno, alla sua sinistra, pur
essendo davvero bello veniva tradito
dalla carnagione un po’ troppo pallida, che forse lasciava
intendere uno stato di salute non proprio ottimale. Il biondo, invece,
placidamente addormentato alla sua destra, dava tutto
un’altra impressione.
O
la va o la spacca.
Si
abbassò con decisione su quest’ultimo, puntando i
canini appuntiti dritti alle carotidi della vittima designata, pronta a
ristabilirsi.
*appare
in un nuvoletta di fumo*
Ebbene si:
dopo più di un mese sono tornata ad aggiornare! So di avervi
fatto aspettare più del dovuto, ma tra acciacchi vari,
ispirazione datasi latitante fino ad una settimana fa ed esami in
dirittura di arrivo, sono riuscita a finire il capitolo solo ieri
notte.
In compenso
però è bello corposo XD
Forse mi sono
lasciata un po’ troppo andare, ma spero comunque che la
lettura non risulti pesante o monotona.
Per qualsiasi
dubbio su eventuali morti/questioni che non sono riuscita a rendere
chiare/altro io sono qui. Basta chiedere *smile*
Passando ai
ringraziamenti, per prima cosa devo stritolare in un enorme e
collettivo abbraccio virtuale le sei gentilissime personcine che hanno
recensito il capitolo AVVISO, dimostrandomi affetto e comprensione: NaruYondaime, kry333, RBAA,
Hika_chan,
Lisey91
e hachi92. Grazie ragazze *O*
Ma anche chi,
secoli fa XD, ha commentato il terzo capitolo:
Kry333: visto?
L’assaggino (ino-ino XD) SasuSaku c’è
stato. Avrei voluto svilupparlo molto di più direttamente in
questo capitolo, ma non volevo allungare ulteriormente il brodo. Cosi
ho deciso di lasciare tutto al prossimo, con tanto di sempre bene
accetta suspance XD. Sono cattiva? Chissà! Per quanto
riguarda Hinata, credo che dovremo aspettare ancora qualche capitolo:
però sappi che per lei ho in mente un qualcosa di molto
particolare, con tanto di finale a sorpresa.
Grazie ancora
per la recensione tesoro *O* un bacio!
Serysaku: beh, Sakura
è
forte, anche se in questo capitolo sembra tutt’altro XD.
Purtroppo però ho avuto la testardaggine di farla combattere
contro un avversario che, obbiettivamente, era qualche superiore di
qualche spanna. E questo, purtroppo ha finito per influire anche sullo
scontro con Kankuro (la ragazza era ormai al limite u.ù). Ma
si rifarà, te lo garantisco!
Grazie ancora
per le belle parole *_*
Tenny93: tu ami le
NejiTen… *coff coff* anche io le amo, ma purtroppo ho dovuto
far fare una brutta fine a TenTen in previsione degli eventi futuri.
Spero che comunque continuerai a seguirmi, anche perché
seminerò i prossimi capitoli di flashback YingYangiosi.
Grazie per il
commento, a presto!
Nomiemi:
cara
*O* ci si rivede anche qui!Per prima cosa, grazie per i complimenti
Noemi (posso chiamarti per nome, vero?) e le belle parole: mi fanno
sempre un immenso piacere, specie se vengono da una lettrice fidata
come te! Sono felice che il terzo capitolo ti sia piaciuto, e spero sia
lo stesso ance per questo: ti assicuro che è stato un parto.
Plurigemellare XD. Che ne dici dell’incontro tra Sakura e
Sasuke? Beh, in effetti non può essere definito nemmeno
“incontro” visto che praticamente Sakura lo ha
travolto e ha anche rischiato di scegliere lui come futura preda! Ma
questi sono solo dettagli XD.
Grazie ancora,
al prossimo capitolo. Un bacio!
Ainsel: questa era
più o meno la mia faccia quando ho letto il tuo nik tra le
recensioni: ò.ò. Credo che basti ad esprimere
tutta la mia sorpresa, senza nemmeno bisogno di aggiungere altre
parole. Tralasciando tutto questo XD, sono felice che la storia ti
piaccia anche se non ha proprio tutte le tue coppie preferite (per
quanto riguarda la NejiHina… non posso spoilerare niente,
peròòòò… ti dico
solo che la morte di TenTen porterà a degli imprevisti
inaspettati u.ù anche perché lo Hyuugacest non mi
dispiace per niente *smile*), e che ne abbia apprezzato lo stile e
anche la formattazione XD (nemmeno a me va giù
più di tanto il fatto che la maggior parte delle storie
sembrino un quadro astratto ç_ç).
Sasuke
innocente? Naaa XD non sarebbe da lui, e poi non credo che nemmeno
piacerebeb a tutte le sue fans! Io ho una teoria: più
bastardo diventa meglio è XD
E dopo questa
perla di saggezza non mi resta che salutarti! Grazie ancora per i
complimenti cara *O*
Sasusaku11: mi dispice, ma almeno
fino a questo punto sembra essere Neji ad avere la meglio (anche sul
povero Sai XD). Grazie comunque per la recensione, a presto!
Sakusan: eccoti servito il
quarto capitolo ^^ scusa per l’attesa!
Lisey91: grazie per i
complimenti cara! Per la NejiTen non mi esprimo XD il capitolo parla da
sé, senza bisogno di aggiungere altro! Ma non preoccuparti:
i prossimi capitoli saranno piani di flashback su loro due, cosi non ne
sentirete la mancanza *_* E la NaruHina arriverà, con il
tempo, ma arriverà!
Grazie ancora
cara! A presto!
Iander94: grazie ^^ spero ti
sia piaciuto anche questo capitolo!
Terrastoria:
Ale
*O* ci sei anche tu! Non preoccuparti tesoro, fai con calma: la storia
(a meno di catastrofi virtuali o roba simile XD) non scappa dal fandom
XD
Un bacio
grande *_*
E un grazie
anche a tutti i lettori silenziosi XD
Al prossimo
capitolo!
*sparisce in
un puff*
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