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Di
sogni e desideri
Dentolina si coprì la
mano con la bocca per nascondere almeno in parte la sua risata acuta
e allegra. Non aveva minimamente pensato che, pur di farlo stare
zitto, Sandy l'avrebbe immerso nei sogni.
«Ben fatto!» si rilassò
Babbo Natale, lanciando uno sguardo d'approvazione all'ometto giallo,
tutto soddisfatto.
«Grazie, amico!»
approvò Jack, strizzando l'occhio nella sua direzione. «Quando
comincia a parlare in questo modo è veramente insopportabile.»
Dentolina dovette
ammettere che, in effetti, la prospettiva di sentire Calmoniglio che
blaterava per un altro quarto d'ora di essere in ritardo con i
preparativi per la Pasqua non fosse particolarmente allettante. Da
come li aveva aggrediti con irritazione, probabilmente, si disse che
alla prossima convocazione improvvisa di Babbo Natale non si sarebbe
presentato.
«Lasciamolo lì.»
«Cosa?» fece stupita la
fata. «Ma poverino! Così, in mezzo alla sala?»
Jack rise di gusto, forse
immaginando la faccia che avrebbe fatto quel coniglio a svegliarsi in
una situazione buffa come quella. Alla stessa ipotesi, Dentolina
avvertì una nota di dispiacere attraversarle il petto. Se lo
avessero fatto a lei, con le dovute limitazioni, si sarebbe
arrabbiata. Calmoniglio se ne sarebbe certamente risentito.
«Lo porto nel tuo
studio.» annunciò candidamente a Babbo Natale mentre si avvicinava
al corpo addormentato. Quando nessuno di loro osò contraddirla, lo
sollevò con lieve sforzo e si involò verso l'ufficio.
Fu quasi tentata di
lasciarlo sul pavimento di quella stanzetta piccola ma tremendamente
ingombra di cianfrusaglie, giocattoli e giostre nei più svariati
materiali. Indugiò con lo sguardo su ogni possibile anfratto, ma
niente: non riusciva a balzarle alla vista nessun posticino per farlo
riposare tranquillamente.
Sbuffò piano nel
decidersi a metterlo giù sulle assi di legno, stendendolo nel modo
più delicato che le riuscisse per non svegliarlo. Trovò in fretta
un paio di coperte da adagiare a terra e, più attenta di prima, vi
depose il coniglio.
«Ecco fatto.» sorrise,
raggiante, nel constatare di essere riuscita nell'impresa senza far
alcun danno, anzi, solo nella prospettiva della felicità altrui. Per
un attimo, le balenò in mente che Calmoniglio non sarebbe stato
troppo contento di ritrovarsi lì a poltrire invece di correre a
preparare le sue uova, ma scacciò subito via il presagio: un po' di
sano riposo non l'avrebbe indispettito più di tanto.
Fece per andare via, ma
un rivolo di sabbia dorata scattato di colpo verso l'alto la bloccò
a mezz'aria. La scia si mosse, si formò e si realizzò finalmente in
un disegno abbastanza chiaro e nitido, di fronte al quale Dentolina
impiegò qualche secondo per metabolizzarne il messaggio. Quando
comprese cosa il Calmoniglio stesse sognando fu costretta a soffocare
sul nascere qualsiasi espressione di sconcerto misto a ilarità pura.
Lanciò un'ultima occhiata divertita al dormiente, poi si affrettò
ad uscire con l'accortezza di non spezzare il filo di nessuno di quei
potenziali sogni.
-
«Io vi disintegro!»
Dente da Latte squittì
la sua paura e volò a nascondersi sotto le ali di Dentolina, mentre
quest'ultima e i Guardiani si preparavano ad accogliere un più che
irato Calmoniglio.
«Sandy!» urlò questi,
mostrando un pugno come fosse una promessa. «Vieni qui,
immediatamente! Io ti dico che sono in ritardo, che non ho tempo e tu
che fai?! Mi fai dormire! Ma certo, è logico! La Pasqua non si fa da
sola, se non ve ne foste accorti! E tu, Jack, falla finita di ridere!
Nord? Non dici niente, tu? I Guardiani si prendono gioco di me e tu
stai zitto? Fantastico, no, dico davvero!»
Dentolina non seppe se
sentirsi pienamente sollevata per non essere stata chiamata in causa
– segno che non si era accorto di essere stato trasportato da lei
fin nello studio dal quale era uscito furibondo – o un poco
desolata per non essere stata considerata affatto, come se il suo
piccolo ghigno beffardo ma bonario non fosse da prendere in esame per
il coniglio spigoloso.
Non riuscì a spiegarsi
il motivo per cui una sensazione fastidiosa si impadronì di lei
tanto da farle distogliere lo sguardo dalla scena. Preferì guardare
il Globo per un po', almeno fino a quando un sonoro richiamo
all'attenzione non le venne imposto da Jack.
«Dentolina, mi dài
ascolto?» supplicò disperato direttamente nelle sue orecchie. «Ti
prego, intervieni tu, o non la smette più per oggi.»
Ma non ce ne fu bisogno.
La fata aveva appena fatto in tempo a svolazzare in aria che
Calmoniglio si diresse a passo di marcia lontano da loro. Le regalò
solo un'occhiata sfuggente alla quale Dentolina si sentì in dovere
di rispondere.
«Guarda il lato
positivo!» tentò gioviale, andandogli incontro con eleganza. Egli
la guardò come se fosse diventata matta di punto in bianco e la fata
fu costretta ad affrettarsi per ribattere, prima di sorbirsi altre
interminabili accuse e recriminazioni e noiose lamentele. «Hai avuto
un sonno tranquillo, pieno di sogni simpatici e divertenti!»
Da come il coniglio
ricambiò lo sguardo capì di avere un differente concetto di lato
positivo.
«Che intendi?»
bisbigliò il Calmoniglio, facendosi improvvisamente più vicino.
Dentolina strabuzzò gli occhi, prima di balbettare un po'
imbarazzata:
«Beh, non ti ho spiato,
ovviamente. Ti ho solo... portato di sopra e... ho visto solo un tuo
sogno, tutto qui...» Sorrise il più innocentemente possibile,
stringendosi nelle spalle per sottolineare che la questione non fosse
poi così importante.
L'altro trattenne il
fiato per un secondo, poi disse, più duro: «Che cosa hai visto?»
Dentolina arrossì nel
tentativo di reprimere la risata spontanea che le stava per scuotere
il petto. «Oh, niente di rilevante!» Lo sguardo pungente del
Calmoniglio la fece continuare forzatamente. «N-Niente, davvero.
C'era solo una mano che... che ti grattava dietro le orecchie...»
A lei la scena e l'idea
in sé erano sembrate di una tenerezza indicibile, perciò faticò
non poco a comprendere che il moto del Calmoniglio stava a
significare imbarazzo e vergogna simultaneamente.
«Non c'è da fare così.»
rassicurò muovendo una mano per posarla sulle spalle dell'altro con
fare d'ovvietà. «È una sensazione piacevole, credo, è normale che
tu la sogni! Io non ho mai provato.»
Se possibile, il
Calmoniglio stupì ancora di più.
«Tutto bene?» chiese la
fata, sinceramente preoccupata da quelle reazioni che non capiva a
fondo. «Ti vedo strano. C'è qualcosa che non va?»
«N-No.» provò il
coniglio, lanciando occhiate alle spalle di Dentolina per sincerarsi
che nessuno stesse prestando attenzione alla conversazione. Quando
gli parve abbastanza sicuro parlare, lo fece in fretta: «Ti prego di
non farne parola con gli altri. Giura, Dentolina.»
«Eh? Cosa? Perché?»
«Tu giura!»
«Ah, d'accordo... Giuro,
ma perché?»
«Lascia stare.» e il
Calmoniglio si allontanò in fretta da lei e da tutti gli altri, si
espresse con un saluto approssimativo ma non più tanto arrabbiato e,
con il solo desiderio di sparire da lì, batté il piede a terra un
paio di volte per poi gettarsi a rotta di collo nella tana emersa dal
gesto. Quando tutto il suo corpo fu inghiottito dal pavimento, una
primula delicata sorse dal nulla.
Dentolina rimase basita
per qualche istante, attendendo che Dente da Latte uscisse dal
nascondiglio delle sue ali e le si posasse sulla spalla esprimendo
tutto il suo stupore.
«Ma... ho sentito bene?»
s'informò subito dopo Jack Frost, saltellando verso di loro con
l'aria particolarmente divertita.
«Come?»
«Ha davvero
sognato di farsi grattare dietro le orecchie?» esplicò, faticando
per non ridere. Dentolina si trovò incredibilmente combattuta tra il
desiderio di rispondere alla domanda dell'amico e quello di non
contravvenire al patto che aveva stipulato pochi attimi prima con il
Calmoniglio. Fu proprio l'esitazione a tradire il secondo e ad
agevolare il primo.
«Oh cielo!» riuscì a
dire Jack prima di abbandonarsi. Anche Babbo Natale stava ridendo e
Sandy esprimeva tutta la sua solidarietà per i due come meglio
poteva.
Anche Dentolina rise,
contagiata dall'atmosfera generale, ma il suo pensiero era rivolto
principalmente ad una cosa sola: in quel frammento di sogno che aveva
visto senza permesso, c'era una mano delicata e visibilmente
femminile, minuta e gentile che, per qualche strana ragione, le
sembrava essere la gemella della sua.
Nella sua risata vi erano
tracce di dolcezza.
FINE
Angolo dell'autrice:
Questa storia
assolutamente senza pretese nasce dalla frase che dice Pitch durante
la battaglia finale rivolta proprio al Calmoniglio, ovvero: «Vuoi i
grattini dietro le orecchie?». Ho immaginato che sì, lui li volesse
davvero e il resto dell'idea è abbastanza evidente in questa OS che,
a dirla tutta, giaceva nel computer da un bel po' di tempo!
Spero che vi abbia
strappato un sorriso. Ringrazio tutti coloro che leggeranno e che
vorranno lasciarmi il loro parere, facendomi molto felice!
Un bacione a tutti e alla
prossima!
Menade Danzante
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