I
was there for you in your darkest times.
I
was there for you
In
your darkest times
I
was there for you
In
your darkest nights
Una volta aveva passato la notte a tenerle i capelli bagnati facendo
si che non le finissero sul viso, mentre lei era impegnata a
rigettare nella tazza del gabinetto l'alcool che aveva ingerito dopo
una litigata furiosa per un motivo che non ricordava nemmeno.
Avevano litigato, lei era uscita urlando e mettendosi la giacca, lui
aveva urlato a sua volta e, con una sigaretta tra le dita, si era
diretto verso la veranda.
Gwen aveva chiamato due ore più tardi biascicando il suo
nome e una
serie di scuse poco comprensibili ma tremendamente sentite, forse
anche eccessivamente sentite.
Lui era andato a prenderla e la aveva riportata a casa.
L'aveva riportata a casa fradicia, perché a quanto pare nel
locale
non prendeva il cellulare e Gwen , ubriaca, non si era posta il
problema del diluvio universale che imperversava quella sera, quando
era uscita per telefonargli.
Lui
continuava ad accarezzarle i capelli scuri e umidi, la sentiva
tremare sotto le sue dita mentre lei parlava tra
sé.
Un' ora più tardi si addormentò appoggiata a lui,
ma non prima di
avergli decantato quanto fu importante l'influenza Vincent Van Gogh
per i movimenti espressionistici che lo seguirono e sopratutto, dopo
avergli detto quanto lo amava.
-
Un' altra volta mentre lui si trovava in studio per registrare la
penultima canzone del suo album, lei lo aveva chiamato disperata,
piangendo come non la aveva mai sentita prima.
Singhiozzando lei gli aveva detto che l'accademia di belle arti non
l'aveva accettata.
Trent si era presentato dopo quarantacinque minuti a casa con due pizze e
un film horror preso a noleggio.
Gwen gli aveva sorriso con gli occhi gonfi.
Tra un pezzo di pizza e l'altro lei gli aveva raccontato di come si
sentiva miserabile e inutile in quel momento, che non voleva far
altro nella sua vita che stare a contatto con l'arte di qualsiasi
genere e quella lettera con in rosso scritto “non
ammessa” era
stata una pugnalata al cuore.
Lui la aveva ascoltata, le aveva asciugato le lacrime, le aveva
lasciato un bacio leggero.
Poi lei aveva inserito il DVD nel lettore e lui dopo dieci minuti si
era già pentito di non aver scelto un film d'animazione sui
mini
pony.
Alla prima scena truculenta lei lo aveva baciato con foga.
Quella sera fecero l'amore un paio di volte.
Trent avrebbe sopportato più spesso i film dell'orrore.
-
Una mattina scoprì invece che lei soffriva di attacchi di
panico e
non ne aveva mai parlato con nessuno.
Trovò Gwen seduta sul pavimento della cucina, con gli occhi
sbarrati
e il respiro affannoso.
Lei gli prese la mano e la poggio delicatamente sul suo petto,senza
proferire parola.
Lui senti che suo cuore le batteva a mille.
Lui l'aveva presa in braccio e la aveva riportata a letto, sedendosi
accanto a lei, accarezzandole le gambe scoperte dalla camicia da
notte, mentre lei gli esponeva il suo problema fissando un punto
indefinito nella stanza.
Lui
aveva saltato la lezione di Storia del cinema
in università per rimanere accanto a lei a guardare film
anni '90,
mentre la stringeva a
sé
-
C'erano questi momenti e pochi altri che affollavano la sua mente in
sere come quelle.
Sere in cui le stesse canzoni passavano in radio, sere in cui i
pacchetti di sigarette duravano poco e le lattine di birra ancora
meno.
But
I wonder where were you
When
I was at my worst .
[Knives's
moment]
Sono commossa, dopo cinque anni dalla nascita del mio amore per
questa coppia sono riuscita a scrivere qualcosa su di loro.
La canzone è Maps, dei Maroon5,
che trovo più che
azzeccata (oltre che bellissima).
In realtà da come ho scritto, sembra che io celi un odio
nascosto
verso Gwen, anche se in realtà è uno dei miei
personaggi preferiti
(fino alla terza stagione, poi è tutto un declino), un
giorno
scriverò qualcosa in cui la gotica farà una
figura migliore.
Knives.
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