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Mad
dream
È terrore quello che prova. Puro,
semplice, completo. Ne ha gli occhi pieni – occhi che brillano,
pupille che si riducono a meri puntini perché Scamander è
spaventato.
Non sente nemmeno il mormorìo che si è
creato nella sala. Non esiste nient'altro per lui. Nient'altro. Solo
la sua paura cieca. Perché Newt sa, sa che stanno per
commettere un errore madornale, non gli serve la Vista per predire
quello che accadrà.
Ha dimenticato il rumore, ha
dimenticato la gente, ha dimenticato Tina, Tina che l'ha condotto in
quel disastro, ha dimenticato Jacob, trascinato in un intrigo più
grande di lui, in cui, se non fosse stato per il mago, non sarebbe
mai incappato. Ha dimenticato anche Madama Presidente. Non è lei il
problema, anzi è l'ultima delle sue preoccupazioni perché il
Tassorosso ha occhi solo per una cosa – e per una persona.
«Non fate male alle mie creature, lì
non c'è niente di pericoloso!» vaneggia tutto d'un fiato, il panico
ben presente nella voce. Sente che i piedi non rispondono ai suoi
comandi e che strisciano sul pavimento, ma non si rende conto che
viene portato via da qualcuno che lo tiene ben saldo per le braccia.
Il resto del mondo ha preso un velo opaco e ovattato, non c'è posto
per altro se non per la paura che gli stringe il cuore e gli fa
rimbombare il sangue nelle orecchie. Non esiste altro suono eccetto
quello dei suoi pensieri caotici e angosciati, rumore di
frustrazione, di impotenza.
«Non fate male alle mie creature, non
sono pericolose!» tenta di nuovo, ma la risposta è sempre la
stessa: innumerevoli paia di occhi che lo scrutano con più o meno
interesse, e soprattutto i suoi occhi, quelli di Graves. Ha lo
sguardo impietoso, apatico. Fissa Newt come fisserebbe un pazzo – e
probabilmente Scamander in quella sala non è altro che un pazzo
venuto dall'Inghilterra con l'intenzione di far saltare una copertura
preziosa quanto la vita. Un pazzo con una valigia piena di potenziali
assassini effettivamente liberati per ventiquattro ore. Animali
fantastici che non hanno commesso nessun crimine, fuorché esistere.
«Vi prego,
non sono pericolose!» prova ancora, l'inclinazione supplice del tono
di voce a fendere l'aria. I pensieri d'un folle. Un folle che ha a
cuore i suoi animali – animali che la puritana comunità
magica americana non sa comprendere, non sa amare – più di se
stesso, un folle che non ragiona minimamente su quanto accadrà a
loro tre, a questa assurda banda disomogenea, disorganizzata, ognuno
con i propri sogni di rivalsa. Tutto quello che riesce a visualizzare
è il crudele scenario che ha come protagonista la sua valigia e una
squadra di inquisitori ad analizzare tutti i suoi amorevoli compagni.
Disarmato e Incarcerato, Newt Scamander vuole solo seguire un sogno
pazzo – il suo.
«Non
sono pericolose!» grida
un'ultima volta prima di essere inghiottito dal corridoio, prima di
sottrarsi alla vista di tutti, prima che Graves si sottragga alla
sua, insieme a tutto ciò che per lui significa vita.
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