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Angolo Autrice
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devo dire che,
quando ho pubblicato lo scorso capitolo, avevo un po' perso le speranze
che qualcuno leggesse questa storia: tutta colpa mia si intende, ho
tardato molto... E INVECE NO! ci siete! ringrazio tutti infatti, anche
chi l'ha cominciata e la cosa mi fa soltanto piacere!
all'inizio
questo capitolo doveva essere piuttosto lungo, così l'ho
spezzato in due e spero vi piaccia lo stesso^^
un abbraccio e
un bacio a chi legge e commenta, o anche solo a chi c'è : vi
adoro! tr a l altro avevo il capitolo pronto da mesi... e niente, ho
dimenticato di postarlo >_< il prossimo è
già in lavorazione
buona lettura!
Immagine
allo specchio
39
– Vivere o morire- parte I
"Perfetta".
Severus era abituato al dolce suono delle ampolle delle pozioni che
venivano sigillate, non avrebbe dovuto essere sorpreso quindi. Avrei preferito che facesse
schifo. Fu un pensiero selvaggio che quasi non si rese
conto di avere formulato, continuando a osservare il piccolo paiolo in
cui era stata versato il contenuto argentato. Si muoveva da solo, in
senso orario, creando quasi un fastidioso senso di giramento di testa
se la si fissava troppo a lungo.
Non per lui,
ovvio, ma a uno studente o un adulto meno competente avrebbe potuto
avere qualche problema. Era nell'ufficio di Silente, con lui e tre
maghi che rappresentavano la Stra-Straordinaria
Società dei Pozionanti, a cui era stata sottoposta la
pozione creata da Victoria. Severus sapeva che era a posto, lui ci
aveva lavorato sopra settimane prima di decidersi a parlarne con il
Preside e - di conseguenza - con quelle persone.
La ragazza non
era presente. Almeno quello. Severus non aveva la minima idea di come
la freddezza e l'indifferenza della Windsor avrebbe potuto agire su
degli estranei, pertanto l'avevano lasciata alle prese con i bagagli:
il giorno successivo, infatti, il treno avrebbe portato tutti gli
studenti a Londra, ma prima i diplomati dei M.A.G.O. dovevano
attraversare il lago Nero in barca, come avevano fatto al loro arrivo
la prima volta. Un cerchio che si chiudeva e l'insegnante sapeva che la
ragazza lo avrebbe chiuso con un risultato eccellente.
I
risultati degli esami avevano chiarito che era stata lei a avere
dominato, ottenendo E in tutte le materie, inoltre con quella pozione
di sua creazione... beh, si era lanciata. Ma verso che cosa? Oh sicuro,
avrebbe guadagnato tanti bei galeoni, indubbiamente, e il denaro
aiutava, ma poi? Non c'era rimedio al suo "problema" se poteva
chiamarlo così, non le sarebbe neppure importato nulla di
quella scoperta: la pozione che avrebbe reso un po' meno rincoglionita
la gente che poteva permettersela era stata chiamata Bacio di Rowena,
in onore della celebre fondatrice della casa di Corvonero, un nome che
era addirittura piaciuto a quei tre maghi che continuavano a tessere le
lodi di quella creazione. Fu una fortuna che i tre decidessero di avere
concluso perchè lui aveva esaurito la scorta di tolleranza
per quell'anno scolastico.
Non era stata
una buona idea andare a trovare i genitori, decise Sven il quarto
giorno in cui era ospite della grande casa di cui erano proprietari,
circondata addirittura da un bosco magico e invisibile se per caso i
Babbani si fossero avvicinati. Qualche giorno di relax a nord assieme a
loro non sarebbe stata una cattiva idea, così si era detto,
anche sentendosi un po' colpevole perchè durante i mesi
precedenti li aveva visti davvero poco. Solo che come sempre, sua madre
non si controllava mai: stava sempre a lamentarsi di come lo vedeva
sciupato, di quanto il lavoro di Auror lo tenesse occupato, che era
dimagrito e usciva poco... tutte cose già sentite milioni di
volte durante gli anni; suo padre era meno invadente e Sven sapeva che,
con una sola occhiata, sapevano capirsi e convincersi a sopportare
tutto quel tran tran di domande infinito.
Solo
che quella volta sua madre, Rosalia Krum Dietrich, gli aveva giocato un
colpo basso con una scusa poco credibile: aveva fatto in modo che con
loro ci fosse anche Orion - cosa di cui lui era contento, visto che lo
vedeva davvero troppo poco, ma anche Mary. Sven si era dovuto
trattenere per non essere troppo maleducato, ma la presenza della
Malfoy era per lui sempre un problema in quanto sapeva cosa le due
donne tramavano. Non la sposerei neanche se fosse l'ultima donna
rimasta in questo mondo... Sapeva che sua madre voleva vederlo
sistemato con la ragazza - o donna - giusta per lui, ovvero approvata
da lei, e Mary era la sua più grande speranza: da parte sua,
la bionda e gelida Malfoy era meno esplicita di sua madre, ma con la
sua freddezza era capace di tenerlo in qualche modo sempre attaccato a
se per via di Orion. In passato Sven aveva anche pensato che forse
poteva pure sposarla, c'era ben di peggio tra le streghe che conosceva,
ma proprio il fatto che lei usasse il figlio come merce di scambio...
beh no, se lo poteva scordare.
Chissà
come avrebbe reagito sua madre se avesse immaginato che lui, Sven,
avrebbe tanto voluto presentarle qualcuno... in effetti, si disse
ripensando sempre con dolore alla cosa, se Victoria non avesse avuto
quel tragico incidente e fossero stati ancora inssieme, lui non avrebbe
avuto alcuna esitazione nel volerla presentare in famiglia. Sapeva che
suo padre non avrebbe avuto niente da ridire - anzi, sicuramente
l'avrebbe accolta con affetto - e solo sua madre avrebbe avuto da
ridire, ma senza potergli imporre nulla in quanto non poteva decidere
della sua vita.
Pensare a
quella che forse era la sua migliore occasione perduta non smetteva di
lasciarlo depresso in buona parte, ancora di più davanti a
quelle che erano le evidenti manovre delle due donne, intente a
incastrarlo. Comunque bene o male in due giorni sarebbe stato di nuovo
a Londra, di ritorno al lavoro, inoltre Silente già gli
aveva fatto pervenire un messaggio dandogli appuntamenteo la sera
successiva in una stradina della capitale, senza una vera e propria
spiegazione. Era incuriosito, non poteva negarlo, pertanto decise
quindi di non lasciarsi guastare l'umore e di godersi quel poco di
tempo che aveva ancora e passarlo col figlio: Orion sembrava stare
meglio, ma sapevano tutti che era un'utopia. Non c'era una cura, stava
meglio e poi precipitava di nuovo nelle sue crisi, ragion per cui non
era mai troppo lontano dal San Mungo e dai Guariutori. Anzi, uno di
loro lo aveva anche accompagnato lì, per tenerlo sotto
controllo, anche se per fortuna non aveva dovuto intervenire in alcun
modo durante quei giorni.
Erano quasi le
dieci di sera quando Sven, il giorno dopo, si ritrovò a
camminare in una zona di Londra che non gli era del tutto congeniale:
la sola cosa sicura del messaggio di Silente era che era confidenziale,
quindi quell'incontro non doveva esere sbandierato al Ministero o ad
altri. Il perchè? Lo doveva ancora scoprire. Sven scelse di
muoversi sotto forma di Animagus, gli mancava essere un lupo, inoltre
le vie erano deserte e nessuno avrebbe potuto notarlo e spaventarsi:
rimase quindi sorpreso quando, nel bel mezzo di una piazza, scorse il
Preside con una veste arancione che chiacchierava a bassa voce con una
persona al suo fianco. O meglio lui parlava, dato che Sven riconobbe a
sorpresa che si trattava di Victoria; fedele alla promessa fatta non si
era messo a cercarla, ma aveva comunque saputo cosa aveva fatto in quei
giorni grazie alle informazioni che Tonks gli aveva inviato. La strega
risiedeva in quello che era un appartamento di lusso - così
aveva scritto la sua collega - che le era stato regalato dalla nonna
babbana, in centro a londra... e non faceva niente di che. Riceveva
molti gufi di gente entusiasta della sua pozione, ma lui dubitava che
aprisse quelle lettere o rispondesse loro. Se avesse deciso di fare
qualcosa dopo il diploma non sapeva niente, e si chiese la ragione
della sua presenza lì. Forse il Preside voleva dirgli
qualcosa di poco bello? Riprese forma umana anche se era sicuro che lui
si fosse già accorto della sua presenza.
"Ah eccoti Sven, direi che ci siamo tutti, spero di non avere
interrotto i vostri impegni" disse l'uomo amabilmente mentre cercava
qualcosa in una tasta del mantello, osservando l'edificio di fronte a
loro. Non sembrava attendere risposta anzi, riprese poco dopo. "Ho
pensato di invitarvi qui entrambi per parlare della spiacevole
situazione in cui ci troviamo per via degli ultimi avvenimenti".
Sven neppure
ebbe bisogno di chiedere a cosa si riferiva, si trattava indubbiamente
di Voldemort: il Ministero insisteva sull'ignorare ogni cosa, lo aveva
letto dai giornali e lui per primo non aveva nessuna voglia
di risentire i deliri dei Cornelius. "Ma non qui in mezzo alla
strada... ah ecco, prima le signore" disse Silente con garbo,
allungando a Victoria una striscia di pergamena che lei prese con
noncuranza, per poi passarla a lui quando il Preside glielo chiese.
Ordine della fenice? E che cosa
sarebbe? Ma Sven non ebbe il tempo di chiederlo
perchè subito dopo avere letto quella semplice frase,
l'edificio davanti a lui si mosse, mostrando quella che era una casa
nascosta. "Presto, non indugiamo troppo qua fuori" li incitò
Silente e quando tutti furono entrati in quell'angusto luogo,
l'edificio si rimise a posto celandosi a chi non poteva vederlo.
L'ingresso
non lasciava presagire nulla di allettante, pareva una vecchia casa
intrisa di magia oscura e ciò gli veniva confermato a ogni
passo che faceva; chissà come mai Silente li aveva portati
in quel posto e che cosa fosse questo Ordine della Fenice. Considerando
che il foglietto era poi stato distrutto, doveva essere qualcosa di
davvero segreto; salì le scale assieme agli altri due e fu
solo arrivando in una stanza che sembrava adibita a cucina che ebbe un
vero e proprio shock. "Ma quello... è... Sirius Black!
Ma...!" Non riusciva a crederci: cercavano il latitante da anni e ora
lo trovava lì, a pochi passi dal Ministero, come a volersi
burlare di loro. Almeno un caso lo avrebbero risolto, se il resto
doveva continuare a essere rimandato; solo che Silente stesso glielo
impedì, bastò soltanto uno sguardo. "Una cosa
alla volta, Sven: Sirius non è il criminale che tutti
credono, adesso ti racconteremo quello che successe, intanto vi
dò il benvenuto nell'Ordine della Fenice. Si tratta di una
società segreta, non riconosciuta alcun ente
ministeriale, con lo scopo di combattere lord Voldemort dopo il suo
ritorno. Questa è la nostra sede, Sirius ha gentilmente
concesso di poterla usare come ritrovo".
Quelle parole
furono accolte da un silenzio pesante. Sven avrebbe voluto tanto fare
altre domande - per esempio come Black potesse essere innocente -
tuttavia preferì non farlo in quanto Victoria si era rivolta
direttamente allo stesso Black, chiedendogli se aveva uno stanzino che
potesse prendersi per stare lì in quanto gli piaceva
più che casa sua. A quella domanda il non-del -tutto-criminale rise
apertamente, rispondendole che poteva mettersi dove voleva in quella
catapecchia puzzolente e la ragazza neanche aspettò altri
commenti, filò su per le scale in cerca di una stanza.
"Bene, direi
che possiamo fare tutti e tre una bella chiacchierata assieme, non
credete?" chiese Silente amabilmente mentre prendeva posto al tavolo,
rivolto ai due uomini più giovani. In compagnia di qualcosa
di alcolico e di un po' di tempo forse ce l'avrebbero fatta.
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