Close range
«Ehi
Boss.» Jim non si scomodò di alzare lo sguardo dal
portatile aperto sul tavolo
della cucina, non si scomodò di rispondere al cecchino
seduto sul divano. Il
silenzio fu eloquente quanto bastava da proseguire.
«Puoi
promettermi una cosa?» Stavolta attese una risposta, era una
domanda seria, la
sua voce era seria, non lo stava guardando in verità,
fissava un vecchio quadro
appeso sopra il televisore, lo sguardo era neutrale come la voce, il
respiro
tranquillo. Jim ancora una volta non disse nulla portandolo a voltarsi
verso di
lui. «Sono serio Jim, almeno fai un cenno che hai
sentito.» Borbottò piegandosi
avanti e posando i gomiti sulle gambe. Jim mosse distrattamente la mano
e
Sebastian sospirò, quello era probabilmente tutto quello che
avrebbe ottenuto
in quel momento.
Voleva
cambiare idea e non chiedere più nulla, voleva dirgli di
dimenticare quello che
aveva detto ma non poteva. Jim lo avrebbe tartassato per il resto della
giornata per sapere cosa voleva dirgli di così importante da
disturbarlo dal
lavoro. Ormai aveva iniziato, non poteva tirarsi indietro.
«Quando
avrai finito…» Tornò in una posizione
più comoda appoggiato allo schienale del
divano. «Con me intendo…» Jim si
fermò un attimo prima di riprendere a scrivere
sul portatile ma la concentrazione era tutta focalizzata sulle parole
di
Sebastian. «Voglio che sia tu a farlo. Tu a premere il
grilletto e mettere fine
alla mia vita.»
Il
Consulting Criminal si costrinse a
continuare il lavoro che aveva iniziato, poche battute ancora e avrebbe
spedito
la mail e allora tutta la sua completa attenzione sarebbe stata su
Sebastian e
sulla sua stupida domanda.
«Da
vicino.» Proseguì in tono sommesso Sebastian come
se parlasse più a sé stesso
che a Jim ora. Quest’ultimo premetto l’invio e
chiuse il programma per poi
voltarsi sulla sedia e fissare il cecchino.
«Di
cosa
diavolo stai parlando?» Domandò spazientito, non
era da Sebastian fare un
discorso simile, assolutamente, eppure eccoli lì.
«Dico
davvero Jim, voglio che sia tu.» Mormorò convinto,
il tono faceva crescere una
strana sensazione nella mente di Jim, qualcosa a cui aveva pensato
negli ultimi
mesi e che puntualmente aveva messo da parte perché no, si trattava di Sebastian, non di una persona
qualunque.
«Non
uno
dei tuoi nuovi cecchini inesperti che devono inseguirmi per le strade
di tutta
Londra prima di prendermi.»
«Non
vedo
perché dovrei avere dei nuovi cecchini quando ho te, Tigre.» Fu la risposta
secca e sbrigativa di Jim, Sebastian si
limitò ad arricciare le labbra in un tentativo di sorridere,
ma il sorriso
sembrava congelato, finto, nulla a confronto di quello che era
normalmente. E una
vocina nella mente di Jim iniziava a scalpitare. “Lo
sa. Lo sa.” Sembrava cantilenare sempre
più forte, sempre più convincente,
sempre più odiosa.
«Prima
o
poi commetterò un errore anch’io. Sono
umano.» Si giustificò voltando lo
sguardo verso il capo. «Gli umani commettono sempre
degli errori. Promettimi che sarai tu a farlo.»
Rincarò
guardandolo negli occhi in cerca di una risposta affermativa a
quell’assurda
richiesta. «Voglio essere speciale, almeno in questo. Almeno
quando fallirò.»
“Lo
saaa~.”
Cantilenò più forte la vocina e Jim avrebbe tanto
voluto
urlare per sovrastarla.
«Non
fallirai.» Disse invece con decisione per convincere
l’uomo, per zittire la
voce, per ricordarlo a sé stesso. Si alzò
avvicinandosi al divano e facendo
scorrere una mano tra i capelli chiari del cecchino mentre si dirigeva
in
camera. «Ti ho scelto per questo.»
“Non
fallirai.”
Così aveva detto Jim, non
fallirai, Sebastian voleva credergli ma come?
Prese
il
cellulare dal tavolino davanti a sé, aprì la
posta sull’account di Jim, non era
convinto che l’uomo fosse all’oscuro del fatto che
leggeva le sue mail ma non
ne aveva mai fatto parola. Sapeva già cosa era scritto
nell’ultima mail
inviata, gli ultimi dettagli di quel suo gioco.
Il mittente era oscurato ma a Sebastian non importava.
Non
fallirai
aveva detto, ma aveva già fallito. E Jim non aveva promesso
nulla.
“Lo
prometto. JM”
Il
messaggio arrivò qualche minuto prima dello sparo, non
servivano altre parole,
Sebastian sapeva esattamente di cosa stava parlando, sapeva cosa Jim
stava
promettendo. Tre minuti dopo la promessa era mantenuta, con un colpo di
pistola, sul tetto dell’ospedale.
Non
era letterale come Sebastian avrebbe voluto ma Jim amava le metafore,
fin
troppo a volte.
E
in
metafora l’aveva ucciso.
Angolino dell'Autrice: Hello
boys~ Ogni tanto torno fuori con qualcosa di nuovo
Giusto in tempo in vista dell'ultimo episodio di questa sera, una nuova
MorMor perfettamente nel mio stile :3 (Felicità?
Cos'è? Si mangia?).
Sorry, ennesima storiella ambientata un attimo prima della "Caduta".
Spero di non averci perso troppo la mano con questi due :)
Alla mia parabatai, che con Ninety ho convertito a questa coppia e che
legge ogni cosa che scrivo... <3
Bye Bye~
Aki
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