Ron non
arrivò a casa fino alle prime ore del mattino, poco prima
dell'alba.
Si materializzò nella cucina e abbandonò
lì i suoi stivali sporchi
di fango e i suoi sudici abiti da Auror – sapendo che
Hermione non
lo avrebbe di certo ringraziato se avesse trascinato il fango per
tutta la casa! Poi, salì per le scale il più
cautamente possibile,
attento a non svegliare nessuno. Superò in punta di piedi la
camera
di Rose ed emise un sospiro di sollievo quando finalmente chiuse la
porta dietro di sé nella loro stanza. Lanciò al
letto un'occhiata
malinconica – tutto ciò che voleva fare era
buttarsi di testa sul
cuscino e dormire.
L'incursione
era stata davvero confusionaria. Avevano ricevuto una soffiata su
qualche traffico illegale di oggetti babbani stregati con la magia
oscura, che procuravano a chiunque inconsapevolmente li toccasse, per
lo più Babbani, brutte bruciature o incurabili infezioni, o
peggio.
Era stato riportato il caso di un tizio che si era quasi dissanguato
semplicemente bevendo da una tazza da tè stregata!
Una volta che
avevano scovato il loro nascondiglio, posto Auror di guardia ad ogni
uscita e organizzato un'imboscata, era sfociato tutto nel caos. Maghi
e streghe oscuri avevano iniziato a lanciare incantesimi, i farabutti
buoni a nulla che erano in combutta con loro erano corsi a
nascondersi o avevano tentato la fuga. Per non parlare degli
artefatti che si trovavano sul posto e che, colpiti da un
incantesimo, avevano iniziato ad animarsi e a sfrecciare per la
stanza. Ron e la sua squadra avevano avuto bisogno di tutto il loro
buon senso per allontanare i duelli magici e le maledizioni dagli
oggetti vaganti. Ce n'erano stati un paio, però, che erano
sfuggiti
per un pelo alle sue precauzioni. Uno dei suoi uomini era stato
colpito nel petto da un pallone da football stregato, che l'aveva
bruciato. Lo stesso Ron era stato molto vicino a perdere un braccio
nella battaglia e una maledizione aveva per poco mancato i suoi
genitali. Onestamente, non era sicuro di quale delle due cose fosse
stato più felice di evitare!
Alla fine,
l'incursione aveva avuto successo - ogni sospettato era stato
catturato e scortato ad Azkaban. Gli artefatti erano stati
attentamente collezionati e distrutti. I Babbani non avevano idea che
quella notte avrebbero potuto dormire un po' più serenamente
grazie
al lavoro di persone che non avrebbero mai pensato poter esistere nel
loro mondo.
Esausto, Ron
posò la sua bacchetta sul comodino e si sedette sull'orlo
del letto
per togliersi pantaloni, maglia e calzini. Era così stanco
che
avrebbe dormito solo con la biancheria intima quella notte.
Ammassando i panni sul pavimento in un mucchio confusionario,
tirò
su il piumone, ed era proprio sul punto di infilarci sotto le gambe,
quando notò un altro piccolo esserino che occupava il suo
posto.
Rose.
E l'aveva già
disturbata.
La bambina lo
guardò stropicciandosi gli occhi, il faccino corrucciato
mentre
cercava di capire cosa l'avesse svegliata. Poi, non appena
realizzò
chi fosse stato, un sorriso le illuminò il volto e i suoi
occhi si
spalancarono per lo stupore.
-Papà!
Urlò, e si
alzò in ginocchio, saltellando sul letto, i riccioli rossi
spettinati che le contornavano la piccola testa come un'aureola.
-Ssh!
Bisbigliò
Ron.
-Sveglierai
la mamma!
La avvisò,
cercando di calmarla mentre se la metteva in grembo.
-Cosa ci fai
qui?
Sussurrò.
-Dommo con
mamma!
Ridacchiò
battendo le mani.
-Lo vedo.
Vieni, ora. Torna nel tuo letto Rosie Posie. Papà ha bisogno
di
dormire.
-Mamma ha un
bibbo!
Gli disse
rumorosamente, le mani intorno al suo collo mentre raggiungevano la
porta della cameretta.
-Huh?
Chiese
assonnato, confuso mentre guardava la moglie dormire beatamente nel
suo lato del letto.
-L'ha
nascosto!
Rose scosse
la testa tristemente.
-Mamma non me
lo fa vedere, papino.
Si lagnò
nascondendo la testa nella spalla del papà.
-Oh, Rose,
Sospirò Ron,
-Vieni qui,
prima che svegli la mamma.
Mormorò
aprendo la porta.
-Vedo il
bibbo, papà?
Farfugliò
Rose mentre il padre la portava nella cameretta e la posava sul
lettino.
-Non ancora,
tesoro. Devi aspettare qualche mese.
Rispose lui
rimboccandole le coperte.
-Mese?
Chiese
inclinando la testa. Un movimento che a Ron ricordava molto la
moglie.
-L'anno
prossimo, tesoro. Dopo che arriva Babbo Natale.
-Natale?
Ridacchiò,
sbattendo ancora le mani. Anche se era troppo piccola per ricordare
esattamente di cosa si stesse parlando, aveva sentito i cugini
più
grandi parlare del Natale negli ultimi giorni, e loro si facevano
sempre più eccitati.
-Sì. Ora
andiamo, Rosie Posie, è molto tardi e il tuo papà
è molto, molto
stanco.
Sbadigliò
come per mostrarle quanto stanco fosse.
-Leggi?
Chiese lei
speranzosa.
-Non ora. È
l'ora della nanna!
Indicò il
letto, diventando più severo.
Rose mise il
broncio, abbassando la testa tristemente mentre si metteva seduta sul
letto, le braccia conserte. Ron lasciò andare un lungo
sospiro. Se
c'era una cosa che odiava, era far arrabbiare o deludere entrambe le
sue ragazze e tutte e due loro sapevano benissimo quali armi usare
contro di lui.
-Solo due
minuti, allora.
Si arrese,
sedendosi sull'orlo del lettino e prendendo il primo libro che gli
capitava tra le mani.
-Poi è l'ora
della nanna per te... e papino dormirà per una settimana.
Rose si
sdraiò nel letto, ridacchiando e coprendosi la bocca con le
mani,
pensando che il suo papà fosse proprio divertente.
Venti minuti
più tardi, Ron si sdraiò finalmente nel suo
letto, la testa sepolta
nel cuscino, e lasciò andare un sospiro di sollievo.
-Dorme?
Sussurrò
Hermione nell'oscurità.
-Uh, huh.
Arrivò
soffocata la sua risposta.
-A volte
penso che siamo stati dannatamente pazzi a decidere di voler fare
tutto questo da capo.
Grugnì
rotolandosi su un lato e sgusciando più vicino al corpo
caldo della
moglie.
-Che? È
successo qualcosa durante l'incursione? Stai bene?
Sembrava
preoccupata e si girò per guardarlo in faccia, le sue mani
che lo
tastavano nel buio della stanza.
-Sto bene. Va
tutto bene.
Scostò le
mani di Hermione dal suo corpo e le schioccò un bacio sulla
fronte.
-Intendevo
solo fare un altro bambino. Siamo davvero pazzi! Adoro Rosie, ma a
volte mi fa andare fuori di testa.
Hermione gli
carezzò la guancia e lo baciò.
-Solo perché
lei ti comanda a bacchetta.
Rise
avvolgendolo in un abbraccio.
-Comunque,
troppo tardi per i ripensamenti. Ci siamo dentro fino al collo,
Signor Weasley. E sai che in realtà lo adori.
Sorrise,
avvicinandosi ancora di più a lui.
-Mmm,
Concordò,
già mezzo addormentato.
-Dopo il
lavoro di stanotte mi hanno dato la mattinata libera domani, quindi
non svegliarmi, okay?
Chiese.
-Baderò a
Rosie e ti lascerò dormire.
Baciò la sua
testa di nuovo, facendogli scorrere le dita trai capelli e cullandolo
per farlo addormentare. Pochi secondi dopo, stava russando.
-Sei sano di
mente proprio quanto me.
Mormorò tra
sé e sé ricordando la frase che aveva una volta
pronunciato una
certa sua amica piuttosto eccentrica. Stava iniziando a pensare che
Luna avesse ragione.
NOTE DELL'AUTRICE:
Storia in traduzione da GingerWitchWriter - New
Addition - www.fanfiction.net.
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