Capitolo
1
Prese
fiato per un’ultima volta prima di mettere piede
all’interno della sala da
pranzo.
Tenere
per mano Mark era una sensazione strana; non era spiacevole, ma neppure
familiare come le accadeva con Julian.
Il
ragazzo parve percepire la sua tensione, perché
posò le iridi eterocrome su di
lei, preoccupato.
- Tutto
bene, Emma? Se non vuoi farlo siamo ancora in tempo, possiamo lasciar
perdere.
–
Scosse
la testa risolutamente.
No,
ormai aveva deciso.
Julian
avrebbe sofferto e solo Raziel sapeva quanto avrebbe sofferto lei
stessa, ma
quella era la soluzione migliore.
Non si
sarebbe mai perdonata se a Julian fosse capitato qualcosa per causa
sua.
Erano
Shadowhunters, dovevano agire usando la testa e non il cuore; le
emozioni erano
d’ostacolo in certi casi.
-
Facciamolo. –
Mark
rinserrò la presa sulla sua mano, intrecciando le dita tra
loro, e le tenne
aperta la porta.
Sentì
gli occhi su di loro ancora prima che avesse il tempo di guardarsi
intorno.
Livvy
lanciò un gridolino, gettando via la fetta di toast che
stava imburrando e
scattando verso di loro.
- Lo
sapevo, lo sapevo! Adesso Emma fa davvero parte della famiglia a tutti
gli
effetti. –
Drusilla
si coprì la bocca con la mano, mentre le iridi verde azzurre
tipiche dei
Blackthorn si spalancavano per la sorpresa.
E
Cristina, seduta accanto a Diego, le lanciò
un’occhiata che diceva chiaramente
“appena usciamo da qui mi racconti cosa diavolo é
successo”.
L’ultimo
sul quale posò lo sguardo fu Julian.
Gli
occhi del Parabatai erano sbarrati e fissava la mano di Mark sulla sua
come se
volesse staccargliela a morsi.
- Vado
a portare la colazione a Kit, dubito che abbia voglia di scendere
– esordì,
afferrando un vassoio e sistemando cibo alla rinfusa.
- Jules
… - cominciò Emma, ma il ragazzo
l’oltrepassò senza dar segno di averla sentita
e si chiuse la porta alle spalle.
A
quanto sembrava il suo piano era riuscito.
Julian
la odiava.
E
faceva male.
Mark la
guidò verso la sedia più vicina, liquidando le
domande con un gesto deciso.
Sembrava
che per qualche strana ragione sapesse sempre cosa dire o fare per
farla
sentire meglio.
Era
qualcuno su cui poter contare.
Sperava solo che un giorno Julian potesse riuscire a
perdonarla e giungesse a capire perché aveva preso quella
decisione.
*
La
camera di Kit non era al buio e silenziosa come si era aspettato di
trovarla.
Il
giovane Herondale era seduto sul bordo del letto a baldacchino e
chiacchierava
allegramente con Ty.
Era
strano vederli così, visto che entrambi erano sempre stati
poco predisposti al
socializzare con chi li circondava, eppure sembrava che avessero
finalmente
trovato un coetaneo con il quale stringere amicizia.
Quell’immagine
gli provocò una fitta al petto.
Gli
ricordavano così tanto lui ed Emma.
Emma …
la sua Parabatai, la sua migliore amica e la ragazza che amava con ogni
fibra
del suo essere.
Emma,
che aveva scelto Mark.
Emma,
che lo aveva ferito come nessun altro era mai stato in grado di fare.
Scosse
la testa, scacciando quei pensieri.
Non
poteva permettersi di essere debole.
I suoi
fratelli avevano bisogno di lui; lo zio Arthur e l’istituto
necessitavano del
suo aiuto per mandare avanti le cose.
Aveva
già perso Emma, non poteva permettersi di perdere anche
tutto il resto.
Bussò
piano, entrando solo quando non ricevette il permesso.
- Ti ho
portato la colazione, immaginavo che non saresti sceso –
esordì.
Kit lo
scrutò con attenzione, il sorriso che abbandonava il bel
volto, poi annuì.
- Hai
pensato bene. Grazie per il cibo. –
Schivo
come un animale selvatico, considerò, ma forse la vicinanza
di Ty gli avrebbe
fatto bene.
E,
chissà, magari avrebbe finito con l’accettare la
sua vera natura invece di
continuare a respingerla come se fosse un’onta da cancellare.
- Ci
penso io a lui; non preoccuparti, Julian – aggiunse Ty, il
viso serio di chi
sapeva bene di assumersi una responsabilità e lo faceva con
il maggior impegno
possibile.
Annuì.
– Allora è in ottime mani. Se doveste cercarmi,
sono nello studio dello zio
Arthur per un colloquio con Nightshade. –
Quando
uscì dalla stanza sentì nuovamente il vociare dei
ragazzi.
Sì,
sembrava che si fossero davvero trovati.
Raggiunse
il passaggio adibito ai Nascosti a passo spedito.
Dopo lo
stratagemma che aveva escogitato e che aveva visto indagato Anselm
Nightshade e
i suoi modi di preparazione della pizza dubitava seriamente che la
visita del
leader del clan di vampiri di Los Angeles sarebbe stata piacere.
- Alla
buon’ora, Blackthorn. Cominciavo a credere che te ne fossi
dimenticato. –
La voce
calda, dall’intonazione bassa e vibrante, era condita da un
pizzico di
malcelata insopportazione mista a sarcasmo.
Qualcosa
di troppo raffinato per uno come Anselm.
Il
vampiro davanti a lui aveva la carnagione meno pallida del resto dei
suoi
simili, scaldata da una sfumatura leggermente olivastra, e indossava
abiti in
pelle nera che ricordavano vagamente la tuta d’addestramento
degli
Shadowhunters.
In
certe porzioni di pelle si vedevano ancora le cicatrici delle rune,
seppure il
consueto colorito nero fosse ormai un lontano ricordo tanto erano
sbiadite.
-
Richard Nightmark, non mi aspettavo di vedere te. –
L’ex
Shadowhunter si strinse nelle spalle, - Anselm non ha più
molta simpatia per i
Blackthorn, ad eccezione di tuo zio. In qualità di suo
luogotenente tocca a me
sbrigare certe faccende … come se non avessi nulla di meglio
da fare che
incontrarmi con te – concluse, storcendo le labbra in un
sorriso sghembo che
mise in risalto una fossetta nella guancia destra.
Julian
aveva incontrato Richard solo una volta prima dell’imboscata
che lo aveva
trasformato in vampiro.
Era uno
Shadowhunter notevole e perfettamente consapevole di esserlo; la non
morte non
sembrava aver alterato la sicurezza che nutriva in sé stesso
né la sua abilità
di risultare velatamente egocentrico.
- Non
ti terrò troppo impegnato. –
Annuì,
sedendosi sulla poltrona nell’angolo.
Lasciò
scorrere le iridi castano scuro lungo il perimetro della stanza.
- La
biondina dov’è? Lei sì che è
simpatica. –
Sembrava
che quel giorno tutto ruotasse attorno a Emma.
- Emma
è con il suo nuovo ragazzo -, disse serrando rigidamente la
mascella, - Mio
fratello Mark. –
- Ah …
Falle le mie condoglianze, avere una relazione con un Seelie, puro o
mezzo che
sia, é una faticaccia. –
- Sì,
certo – bofonchiò.
-
Tornando agli affari, sembra che ci sia una certa agitazione nella
Corte
Unseelie. –
-
Agitazione di che tipo? –
- Del
tipo da “nascondo un segreto che non voglio che il Clave
scopra”. –
Si
accigliò. – Di che si tratta? –
Richard
sbuffò, alzando gli occhi al cielo, - Dios mio, Blackthorn,
secondo te come
faccio a saperlo? Ti sembro forse un dannato Seelie? –
La voce
di Livia li colse di sorpresa, mentre abbandonava il suo nascondiglio e
faceva
capolino nel salone, - Potremmo chiedere a Kieran, lui è un
principe Unseelie.
–
Julian
alzò gli occhi al cielo.
-
Livvy, cosa ti avevo detto sulle questioni dell’istituto?
–
- Di
tenermene alla larga, ma la mia idea resta la migliore. Se
c’è qualcuno che sa
di cosa si tratta di sicuro è lui –
replicò, impassibile.
-
Allora voi Blackthorn non siete tutti cerebralmente danneggiati -,
commentò
Richard con tono stupito, - Sembra che tua sorella sia quella
intelligente
della famiglia. –
Livia
sorrise, mentre le guance si tingevano di una delicatissima sfumatura
di rosa.
Julian
vide il vampiro sorriderle di rimando e sua sorella sbattere le ciglia.
Ah, ci
mancava solo quella: Livvy con una cotta per un succhiasangue.
-
D’accordo, allora mentre io riaccompagno Richard tu vai a
parlarne con Mark –
sentenziò.
- È
stato un piacere, princesita – intervenne Richard,
rivolgendole uno di quei
sorrisi capaci di far tremare le gambe alle ragazzine.
- Anche
per me – mormorò Livvy, ricompensandolo con un
ultimo sorriso e sfrecciando
alla ricerca di Mark.
*
-
Adesso mi spieghi cosa diavolo succede – esordì
Cristina non appena ebbero
messo piede nella sua camera.
Emma
attorcigliò una ciocca tra le dita, per poi srotolarla
rapidamente.
- Io …
Insomma, Julian ed io … tra noi c’è
qualcosa –, cominciò esitante, - E credo
che fingere di stare con Mark possa aiutarmi ad allontanarlo, per il
bene di
entrambi. –
Cristina
sgranò gli occhi, allarmata.
- Em,
stai cercando di dirmi che tra te e Julian c’è
… amore? –
La
legge era dura, ma era pur sempre la legge.
Due
Parabatai non potevano assolutamente essere legati dall’amore.
Il
Conclave aveva sempre proibito certi tipi di unioni, scoraggiandoli il
più
possibile, e solo il pensare a qualcosa di quel genere era proibito.
- Uhm
uhm. –
- Wow –,
mormorò con sentimento, - È un bel problema.
–
- E
questa è l’unica soluzione possibile. Credi che io
stia facendo la cosa giusta?
–
Le
sedette accanto, passandole un braccio intorno alle spalle, e la
tirò a sé.
- È la
decisione più saggia che tu potessi prendere e non oso
immaginare quanto ti sia
costata. –
Emma le
posò la testa sulla spalla, lasciandosi coccolare.
Solitamente
il contatto fisico non la faceva impazzire, ma in quel momento aveva
solo il
bisogno di sentirsi dire che tutto sarebbe andato a posto.
-
Julian mi odierà per tutta la vita. –
Cristina
scosse la testa, portandole una ciocca bionda dietro
all’orecchio, - Julian non
ti odierà mai. Prima o poi capirà la tua scelta e
tornerà a comportarsi come sempre.
–
Annuì.
Già,
sperava davvero che andasse così, ma in quel momento non ci
faceva troppo
affidamento.
Il
vociare lungo le scale attirò la loro attenzione.
- Credo
che sia arrivato Jaime – sussurrò la messicana,
irrigidendosi.
Erano
mesi che non vedeva quello che era stato a un passo dal diventare il
suo
Parabatai; se le cose con Diego si erano chiarite e si stavano
lentamente
risistemando di certo la questione con Jaime sarebbe stata
più complicata.
Ubriaco
o meno, aveva pronunciato delle parole che ancora risuonavano nella
mente della
ragazza e che bruciavano come ferite cosparse di sale quando
riecheggiavano nei
suoi ricordi.
Emma le
strinse la mano, - Ci sono io a sostenerti, esattamente come hai fatto
tu poco
fa. –
- Spero
solo di riuscire ad affrontarlo. –
- Ci
riuscirai e, se così non fosse, posso sempre essere io a
tirargli un pugno sul
naso al posto tuo – rise.
Cristina
si unì alla risata.
Questa
volta non era sola; aveva degli amici, persone che a lei tenevano e che
le
sarebbero rimaste vicine fino alla fine.
Questa
volta poteva farcela.
Spazio
autrice:
Questa
volta torno nel fandom con una long ambientata subito
dopo la “Signora della mezzanotte” con uno sviluppo
che è assolutamente frutto
della mia fantasia e che spero possa interessarvi e coinvolgervi.
Darò spazio a
tutti i personaggi presentati nel primo volume e ad alcuni solo
accennati, ci
sarà l’inserimento di un paio di OC e di tutte le
mie teorie da fangirl
seriamente disturbata.
Spero possa piacervi e che vogliate farmi sapere che ne
pensate.
Al prossimo capitolo.
Stay tuned.
XO XO,
Mary Sibley
PV
personaggi:
Colton
Haynes
as Julian
Blackthorn;
Eliza
Taylor
as Emma Carstairs;
Greg
Nawrat
as Mark Blackthorn;
Zoe
Kravitz as Cristina
Rosales;
Barbara
Palvin as
Livia
Blackthorn;
Emily
Rudd as Drusilla
Blackthorn;
Mitch
Hewer
as Christopher
Herondale;
Jacob
Tremblay as
Octavian
Blackthorn;
Skandar
Keynes as
Tiberius
Blackthorn;
Andrea
Denver
as Richard
Nightmark;
Michael
Trevino as
Jaime
Rosales;
Taylor
Kinney
as Diego Rosales;
Wade
Poezyn
as Kieran;
Megan
Fox as Rozenwyn;
Kristina
Pimenova
as Kestrel
Morgenstern;
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