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Holmes
killing Holmes
«Jim Moriarty sapeva che avresti fatto
questa scelta. Era così eccitato»
Il tono di Eurus è quasi annoiato. Tua
sorella è tediata dalla prevedibilità delle tue azioni. Anzi, delle
vostre azioni. Vi ha trovati interessanti per poco tempo,
soltanto quando avete scelto il vostro egoismo invece di salvare due
vite. Da lì è stato tutto molto chiaro per lei, tutto. Ha saputo
come manipolarvi, come farvi del male, come lacerarvi e ottenere un
effetto senz'altro fuori dal comune per voi, ma ben strutturato per
lei.
Ed eccovi lì, tre esseri viventi più
umani e soldati che mai, che giocano al tiro al bersaglio dal lato
sbagliato, un gioco infame con cui non avreste mai voluto avere a che
fare. Tre uomini disperati, incapaci di vedere altro scopo al di
fuori del salvataggio estremo di una bambina impaurita su un aereo
che precipita inesorabile. Disperati, sì, ma che cercano ancora di
salvarsi a vicenda.
Non puoi quasi credere alle parole che
Mycroft ti ha vomitato addosso con un disprezzo così poco elaborato
da rendere evidente il trucco sin da subito. Non ce l'ha fatta
nemmeno il maggiore dei tre Holmes a sopportare il peso del contesto
emotivo che la sorellina vi ha gentilmente fornito. Persino
l'algida Regina a cui stai puntando una pistola è riuscita a
stupirti.
Ah, quanto ti conosce! Quanto
profondamente gli hai permesso di scavare dentro di te! Non sai se
ridere o commuoverti per la bellezza di quel gesto – tu,
inconsapevole della bellezza, hai finalmente colto la magia della
sensazione che ne deriva: tuo fratello ha cercato di salvare te
salvando John Watson.
Sei orgoglioso e insieme dilaniato da
questa verità inconfutabile: sceglierai sempre il tuo migliore
amico, anche a costo di sacrificare la famiglia. John è la persona
più importante della tua vita. Per lui hai lasciato fuggire Moriarty
da una piscina a mezzanotte. Per lui hai recitato la tua morte, hai
lasciato un biglietto perché è quello che le persone fanno. Per
lui, per salvarlo da una condanna immeritata, hai ucciso Magnussen,
da bravo sociopatico iperattivo quale sei. Per lui uccideresti anche
tuo fratello.
Ma non oggi.
«Credo che ci sia un cuore da
qualche parte dentro di me. Non sarà un bersaglio facile da trovare,
ma perché non provarci?»
Ora pensi che non sia poi così
difficile colpire il suo centro vitale, soprattutto adesso che hai
scoperto che persino tu ne possiedi uno. Non sarebbe complicato se
solo tu lo volessi. Ma nemmeno lo scoramento che ti ha assalito nello
scoprire che tua sorella ha incontrato Moriarty senza sorveglianza
per cinque minuti può farti cambiare idea: non ucciderai tuo
fratello.
«Addio, fratello mio. Niente fiori
– è la mia preghiera»
Non hai fatto in tempo a sentire il
dolore propagarsi dal tuo petto a tutto il corpo, alle dita che
tremano mentre sorreggono la pistola, alla tua mente che non riesce a
metabolizzare quello che sta accadendo: la voce di Eurus ha invaso il
vostro spazio con studiato effetto raggelante. Avevate quasi scordato
la sua presenza, ma lei è lì, giudice indegno di una scena matta.
Ed ecco il brivido. Hai rassicurato
John nella prima stanza: Moriarty è morto, non può tornare
dall'oltretomba così. È morto, siete al sicuro da lui. Ma adesso
che il coraggio ha abbandonato ogni fibra di te, senti la morsa
dell'angoscia che ti attanaglia le viscere.
Nella luce rossa della stanza la faccia
da pazzoide di James parla ancora, monopolizza tutto e non vi
abbandona nemmeno nel momento più buio della vostra esistenza.
«Ed eccoci qui, al capolinea»
annuncia con eccitazione palpabile nella voce. Per voi è piuttosto
ovvio, ma i geni hanno bisogno del loro pubblico, del loro
autocompiacimento: non potete farlo smettere.
«Holmes che uccide Holmes»
Il volto di Mycroft si contrae
terribilmente, incapace di sopportare oltre l'agonia. L'omuncolo
idiota che non ha saputo creare relazioni nella sua vita ha
finalmente compreso il peso delle emozioni, ha compreso il concetto
di famiglia e paradossalmente non lo può accettare. Avresti quasi
preferito che non l'avesse realizzato per niente.
«Io scendo qua» e la voce di Moriarty
tace. Il criminale sorride e il video se ne va, facendo ripiombare la
stanza nella spettrale luce bianca.
È solo allora che comprendi tutto, che
ogni cosa torna al suo posto e ti lascia senza fiato. Ah, Moriarty!
Ha concluso il suo show, lo spettacolo è finito, il sipario si sta
abbassando e Jim Moriarty sta godendo dell'ultimo incontenibile
scrosciante applauso. Se lo gode dietro le quinte di un teatro
dell'assurdo che ancora, dopo cinque anni, lo vede regista di attori
ignoranti della loro parte.
Hai l'impulso di cedere per un attimo
alla malsana euforia che ti sta cogliendo alla sprovvista, che ti fa
temporeggiare su quel grilletto in conformità al tuo copione di cui
non conoscevi neanche una battuta. Ma ora le sai tutte, ora conosci,
ora sei nel pieno delle tue facoltà intellettive: il sipario si alza
di nuovo, ma stavolta sei tu a condurre la scena.
«Cinque minuti» ringhi tra i denti,
tremante, conscio della verità delle tue parole. «Le sono bastati
cinque minuti per farci tutto questo»
Guardi John: ha la stessa espressione
perplessa di Mycroft. Loro non hanno capito, sei in vantaggio anche
sulla tua squadra. Ma è meglio così: ti dici che entrambi
preferirebbero essere incoscienti maschere sotto le tue direttive
piuttosto che burattini nelle mani del criminale che ha
innegabilmente rovinato le loro – vostre – vite.
«Ma non davanti ai miei occhi»
annunci risoluto. Non ucciderai né John né Mycroft. Non si uccide
la famiglia, ma questo sconvolge tutti – anche Eurus che si allarma
nel dire: «Cosa stai dicendo?»
E la teatralità – la tua
teatralità – ha inizio in tutto e per tutto.
«Un attimo fa un uomo coraggioso ha
chiesto di essere ricordato» In due brevi secondi di pausa, inquadri
lo sguardo ancora più abbacinato di John e quello totalmente
sconvolto di Mycroft. Sai in questo modo che stai andando bene. Manca
solo il tocco di classe.
«Sto ricordando il direttore», e ti
porti la pistola sotto al mento, cominciando a contare ad alta voce.
«Dieci»
«No, no, Sherlock...» Eurus è
l'unica che ha il coraggio di rompere il silenzio. Vorresti dire
tutto ai tuoi amici, ma sai che così rovineresti l'unica possibilità
che vi resta. Speri solo che ne rimangano fuori il più a lungo
possibile e che tua sorella perda la pazienza prima di arrivare allo
zero.
«Nove. Otto»
«Non puoi!» bercia la ragazza in un
ultimo tentativo di assoggettarti al suo potere persuasivo e
invasivo. Ma non può: tu sei diventato immune ai suoi giochi, come
lo è stato Moriarty, ultimo baluardo di una classe di criminali
superiore alla media, mente geniale come la tua, che ha sempre
conosciuto le tue emozioni meglio di te, e che Eurus non è riuscita
a piegare del tutto alla propria volontà.
«Sette»
Ah, Moriarty! Vi ha salvato la vita
uscendo di scena. Vi ha dato la via di fuga dal vortice di follia in
cui vi ha gettato l'ultima degli Holmes. Aveva previsto tutto, ogni
atto, ogni scelta, ogni decisione. Anche questa.
«Non sai ancora niente su Redbeard!»
tenta Eurus, nascondendo l'agitazione dietro ad una finta
ostentazione di sicumera. Ma non è un argomento valido per te, non
adesso, non ora che la profezia di un consulente criminale unico nel
suo genere si sta avverando: nel suicidio, un Holmes ucciderà un
Holmes.
«Sei»
«Sherlock!»
I tuoi compagni ti guardano e non fanno
niente, increduli ma assurdamente fiduciosi verso di te. Sei grato
per questa cortesia: sai che la disperazione di tua sorella non potrà
reggere ancora per molto: lei vuole te, e ti vuole vivo.
«Cinque»
«Sherlock, smettila subito!»
L'ago ti trafigge la nuca quando stai
pronunciando il «Quattro». Non realizzi subito, devi prenderlo in
mano e arrivare al «Tre» per sapere che Eurus ha ceduto alla tua
bravura e ha deciso di passare all'attacco. Non sai che tipo di
attacco sia, ma la convinzione che lei ti voglia vivo lascia la tua
mente sgombra dal timore per John, a sua volta colpito, e forse anche
tuo fratello lo è, ma non ti dài la pena di controllare.
«Due» biascichi cadendo all'indietro.
L'ultimo suono di cui sei consapevole è il cozzare della pistola
contro il pavimento, uno schianto rassicurante: su di te non grava
più la minaccia dell'omicidio di Mycroft.
Il pensiero è così piacevole che non
ti preoccupi di non aver concluso il conto alla rovescia. L'uno resta
intrappolato nelle tue corde vocali mentre tu perdi conoscenza:
l'oblio è una benedizione.
Angolo dell'autrice: Salve!
Moriarty è stato presente in maniera
ossessiva nell'ultimo episodio della stagione e penso che il suo
contributo in ogni scena sia stato fondamentale per creare
l'atmosfera, ma in questo frangente ho veramente adorato la sua
partecipazione, il suo distacco definitivo dalle vicende di tutti
loro. La frase “Holmes killing Holmes” fin dal primo momento mi
ha dato l'impressione che fosse rivolta esclusivamente a Sherlock e
non all'omicidio di Mycroft, come ha inteso Eurus che, infatti, non
si agita minimamente quando il minore punta la pistola contro il
maggiore. Ma Moriarty ha sempre anticipato tutte le mosse di Holmes,
visto che ha collaborato alla realizzazione del piano di Eurus per
fargli del male. Eurus, essendo priva di contesto emotivo, non poteva
immaginare altro che il razionale assassinio di Mycroft. Ma Sherlock
ha dei sentimenti che condizionano il suo agire e che lei non
considera. Ovviamente, è solo la mia interpretazione, ma mi premeva
particolarmente metterla nero su bianco!
Ringrazio di cuore chiunque si
soffermerà a leggere e a lasciarmi un commento: qualsiasi parere è
il benvenuto!
Alla prossima!
Menade Danzante
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