L'ultimo
volo del colibrì tra le grinfie dei gufi
Rientrò
in palestra che per poco non strisciava a terra, stremata.
«Direi
che Chiyo-chan è arrivata al limite»
osservò Sugawara
«No...»
ansimò. «Bokuto-san! Devo... battere...
Bokuto-san!»
«In
queste condizioni non credo che tu possa fare molto»
osservò Daichi.
«Se
non mi avessi fatto fare doppia penalità!»
ringhiò lei.
«Se
tu non avessi steso Tanaka!» gli rispose a tono Daichi.
«Comunque
penso che ormai siamo un po' tutti quasi al limite»
ansimò Asahi, sedendosi a terra poco lontano. Al suo fianco
anche Hinata e Kageyama erano a terra, ansimanti, che cercavano ristoro
nelle borracce d'acqua.
«E
va bene» disse Daichi, facendosi avanti con uno strano
sguardo serio: «È una cosa che ho appena sentito
di nascosto, quindi non dovrei dirla, ma quando tutti gli incontri
d'allenamento saranno finiti...» e fece una pausa per creare
suspance, prima di aggiungere: «Gli allenatori offriranno a
tutti un barbeque.»
«Eh?!»
stridularono in coro Hinata, Nishinoya, Chiyo e Tanaka, che intanto era
tornato da loro.
«Un
bar...» cominciò a balbettare Chiyo,
già con l'acquolina in bocca.
«Barbe...»
ci provò anche Hinata.
«Barbeque?!»
conclusero Nishinoya e Tanaka in coro.
E
tutti e quattro cominciarono a esultare in coro, abbassandosi e
alzandosi insieme, tirando su le braccia e urlando entusiasti,
attirando l'attenzione di quasi tutta la palestra.
«Carne!»
disse poi Hinata allungando un braccio in avanti.
«Carne!»
ripetè Chiyo, allungando il braccio al suo fianco e
afferrando al sua mano.
«Carne!»
disse Nishinoya, facendo altrettanto.
«Carne!»
si aggiunse Kageyama.
«Carne!»
disse anche Tanaka, unendo tutte le loro mani. Poi insieme cominciarono
a saltellare in cerchio, tenendosi per mano, continuando a ripetere:
«Carne! Carne! Carne!»
«Bene,
gente!» attirò l'attenzione Ukai, avvicinandosi e
interrompendo la danza della carne.
«Ora
giocheremo contro la Fukurodani. Ve lo ripeto ogni volta, ma non
lasciate al numero quattro la possibilità di attaccare con
facilità. Le penitenze vi hanno tolto molto tempo in questo
ritiro, ma paragonati all'inizio della settimana siete tutti cambiati
molto.»
E
il pensiero di Chiyo andò inevitabilmente a Kuroo, che le
aveva insegnato a volare. Un timido sorriso le si dipinse in volto.
Sì, era cambiata molto, tante cose erano cambiate e
chissà cosa avrebbero comportato.
«Perciò
adesso godiamoci la vittoria e andiamo a mangiare della succulenta
carne!» concluse Ukai, con un enorme sorriso in volto.
«Chiyo!»
la fulminò poi, facendola tremare. La fissò a
lungo, prima di decretare: «Non un solo graffio! Sia
chiaro!»
«Sì!»
si drizzò Chiyo, portandosi una mano alla fronte in segno di
saluto militare.
Le
squadre si misero in campo, in formazione, e l'arbitro diede il via.
«Una
bomba, Asahi-san!» gridò Chiyo, vedendolo partire
per la battuta. La palla andò dall'altro lato con una
potenza incredibile, ma Komi, il libero, riuscì a salvarla.
Akaashi l'accolse e l'alzò a Bokuto, che si
preparò a saltare.
«Blocchiamolo
del tutto, se c'è anche solo uno spiraglio ci
passa» disse Tsukishima a Kageyama, al suo fianco. E loro
due, insieme a Tanaka, saltarono a muro riuscendo a bloccarlo,
sorprendendo lo stesso Bokuto. Ma la palla, rimbalzata sul muro, cadde
fuori e diede comunque punto alla Fukurodani.
Bokuto
lanciò uno sguardo incazzato a Tsukishima, ma subito si
tramutò in un sogghigno, deliziato dall'idea di avere di
fronte un avversario tanto temibile.
La
Fukurodani andò al servizio e battè. Chiyo
indietreggiò appena, fissando la palla, ma all'ultimo la
schivò gridando: «Fuori!»
La
palla cadde effettivamente fuori, regalando così il punto
alla Karasuno.
E
la partita proseguì, alternando punti tra Fukurodani e
Karasuno, un po' come era stato con la Nekoma poco prima.
La
palla arrivò dalla parte della Karasuno, quasi a centro
campo e Chiyo gli corse incontro ricevendola senza problemi. Aveva lo
sguardo assorto, concentrato, non più ebbro di emozione e di
eccitazione come lo era stato con la Nekoma. Questo non significava
peggiore, solo più concentrato. Forse anche per quanto era
appena successo a Tanaka, che in qualche modo l'aveva scossa, anche se
non voleva ammetterlo troppo. Aveva imparato a essere migliore,
perché ogni tanto ci ricascava?
Kageyama
alzò e Hinata saltò, ma la palla
risultò troppo alta e il muro davanti a sè troppo
preparato. Perciò, anche per quell'occasione,
optò per il pallonetto, riuscendo a passare oltre e fare
punto.
Chiyo
gridò entusiasta e saltò al collo di Hinata.
«Che forza! Hai visto le loro facce?
Impareggiabile!» E Hinata, travolto da quell'entusiasmo,
cominciò a saltellare insieme a lei.
«Per
favore, regolatevi» sbuffò Tsukishima che proprio
non riusciva a sopportarli quando faceno così.
«È
stato Ukai-san a dire "festeggiate per ogni punto"! Non fare lo
scorfano brontolone, Tsukki!» ringhiò Chiyo.
«Scorfano?»
chiese Hinata, non capendo, ma non ricevendo risposta da nessuno dei
presenti.
E
ancora la palla prese a volare sopra la rete e Hinata volava con lei,
mentre Chiyo volava con altrettanto vigore ma raso terra, tuffandosi su
tutte le palle, riuscendo a recuperarne molte ma non arrivando in tempo
ad altre.
Batterono,
la palla andò alla Fukurodani ma la ricevette male. Akaashi
la inseguì e la palleggiò, nonostante si trovasse
in pessima posizione, alzando una veloce. Bokuto volò e
riuscì a colpirla.
Tsukishima
non ebbe tempo di saltare e anche Chiyo provò a lanciarsi su
di essa, senza successo. Nessuno era riuscito a prevederlo, visto la
pessima posizione in cui si trovava Akaashi, e la palla era stata
troppo veloce per essere intercettata.
«Tsk»
si lasciò sfuggire Chiyo, alzandosi e cercando di riprendere
fiato. Le gambe cominciavano a farle male, da quanto le stava sforzando
e ormai la sua velocità non era la stessa di prima, era
qualcosa che tutti avevano notato.
«Chiyo-chan
sta arrivando al limite» disse Ukai, osservandola.
«Oggi
era particolarmente stanca, mi sono meravigliato che sia riuscita a
reggere così tanto contro la Nekoma e abbia fatto le due
penitenze» rispose Takeda.
«Probabilmente
oggi non era nelle condizioni di reggere nessuna delle partite, ma
è come se ne avesse avuto bisogno. Come se avesse avuto
bisogno di scontrarsi un'ultima volta contro la Nekoma e la Fukurodani.
Ha legato molto con i due capitani, in questi giorni. Questo tipo di
rivalità mi piacciono, sono quelle che portano a
vincere» sogghignò Ukai.
La
palla volò in direzione di Asahi che la ricevette senza
difficoltà, spedendola a Kageyama. Kageyama
lanciò uno sguardo a Hinata che già correva verso
la rete, pronto a saltare e schiacciare. Una scintilla nei loro occhi,
uno sguardo che era molto più che "sono pronto".
E
l'alzò.
La
palla volò rapidamente verso Hinata, ma non lo
superò. Si fermò qualche istante a mezz'aria e
sarebbe caduta lì, esattamente ai suoi piedi, se Hinata non
l'avesse colpita e spedita dall'altro lato.
Punto
alla Karasuno.
"L'hanno
rifatta!" pensò Chiyo spalancando gli occhi. La loro veloce,
era da un po' che non riuscivano più a coordinarsi e
portarla a termine. Era stata bloccata sempre negli ultimi tempi e
questo aveva portato Hinata a convincersi che fosse tempo di cambiare e
giocare anche lui, invece di chiudere gli occhie e fidarsi e basta.
Però ad occhi aperti era più difficile riceverla
perché c'erano molti fattori che lo distrevano. Ma
quell'alzata che si fermava era stata la risposta. Quell'istante in cui
la palla titubava bastava a dare tempo a Hinata di raggiungerla e
colpirla.
I
due si guardarono, prima di scoppiare in un urlo colmo di gioia ed
emozione.
Ce
l'avevano fatta! Dopo settimane, erano riusciti a migliorare la loro
veloce.
"Siete
cambiati tutti" Chiyo ripensò alle parole dette da Ukai.
Quella settimana intensiva li aveva resi migliori, li aveva fatti
maturare più rapidamente di quanto fosse possibile
immaginare.
«Ehy!
Niente giochetti! La prossima volta se vuoi farla dimmelo!»
lo rimbeccò Kageyama, fingendosi arrabbiato, ma ancora
troppo scosso dall'emozione.
«Però
c'era questa sensaizone che potevamo farcela! No? No?!»
rispose Hinata.
«Sì,
ma era tutto troppo improvviso! Devo prepararmi psicologicamente,
insomma!»
E
Hinata continuò a urlare, esaltato, su quanto fosse stato
incredibile ed emozionante.
Chiyo
l'osservò, sorridendo dolcemente. Sentiva dentro
sè crescere qualcosa, una forza, un'energia che voleva usare
fino all'ultimo spiraglio.
"Averti
da questo lato del campo fa tutto un altro effetto. Fai venir voglia di
usare fino all'ultimo briciolo di energia" era quello che le aveva
detto Kuroo la sera che avevano giocato per la prima volta fianco a
fianco.
Non
sapeva se fosse vero o meno, ma sapeva cosa significasse
perché era la stessa cosa che provava lei quando vedeva
Hinata volare. Dalla prima volta che l'aveva visto, la prima volta che
aveva provato a ricevere la sua veloce, ma che non era riuscita a
muoversi, qualcosa era scattato.
Continuava
a sentirla, dentro sè, quella profonda domanda: "Chiyo-chan,
secondo te com'è il mondo da lassù?" e anche se
ora una risposta l'aveva trovata, continuava a pensare che fosse
qualcosa di eccezionale poterlo vedere, il mondo da lassù.
Hinata era ciò che lei non era mai riuscita ad essere ma
aveva sempre desiderato. Era stato lo schiaffo morale di fronte al suo
piagnucolare per essere troppo piccola.
L'aveva
sempre ammirato e mai avrebbe smesso, e vederlo volare, tutte le volte,
le faceva venir voglia di spingersi sempre oltre... per abbattere il
muro. Abbattere i giganti.
«Fantastico!»
urlò raggiungendo i due e guardandoli con gli occhi
trasognanti. «Ancora! Fatelo ancora! Un'altra!
Un'altra!»
«Hai
visto, Chiyo-chan?» gridò Hinata, ricambiando lo
sguardo luminoso. «La palla si è fermata davanti
ai miei occhi! È stato troppo Powa! »
«Powissimo!»
gli fece eco Chiyo, prima di voltarsi verso Kageyama: «Sei
stato incredibile!» dissero in coro i due.
Kageyama
parve pietrificarsi e balbettò: «Che volete...
scemi... »
«Incredibile!
Incredibile! Incredibile!» continuarono a saltare Chiyo e
Hinata.
«La
rifate? Vero? Kageyama-san la rifai?» chiese ancora Chiyo,
avvicinando il viso al suo per fissarlo negli occhi. «Farai
volare ancora Hinata-san?»
Kageyama
la guardò un po' sorpreso.
"Far
volare Hinata? Io... faccio volare Hinata?" pensò rendendosi
in qualche modo conto di quanto fosse collegato a lui.
«Ce
l'avete fatta!» gridò Yachi in quel momento, dalla
panchina, saltellando. «Ce l'avete fatta!»
«Ehy
ehy ehy!» gridò Bokuto dall'altra parte.
«Non montatevi la testa!»
Ma
in tutta risposta ricevette altre urla entusiaste da parte di Hinata e
Chiyo, con Tanaka dietro di loro che incoraggiava e si esaltava.
Ma
finalmente, la partita ricominciò.
Battuta,
ricezione, schiacciata e ancora e ancora.
Chiyo
si lanciò e recuperò una palla schiacciata da
Bokuto, mandandola a Kageyama che concentrato la ricevette e
l'alzò di nuovo a Hinata con quella sua strana alzata.
Hinata saltò, ma non colpì la palla, che si
fermò e cadde prima.
"Maledizione!"
pensò lui, mentre Chiyo gli disse con un po' di delusione
nella voce: «Hai sbagliato.»
«L'ho
visto anche io, grazie!» ringhiò lui.
«Che
vuoi? Sei stato tu a sbagliare, non arrabbiarti con me!» gli
rispose a tono Chiyo.
«Su,
su! Non preoccuparti!» gli disse Hinata, poggiandogli una
mano sulla spalla e lui si voltò urlandogli contro:
«Non farmi incazzare anche tu!»
«Perché?
Che altro dovrei dirti, scusa?!»
«Non
arrabbiatevi, forza. Non è una cosa che riesce sempre le
prime volte» cercò di smorzare Asahi.
«L'attacco
da seconda linea mio e di Tanaka-san è riuscita solo una
volta per ora» gli si affiancò Chiyo e Tanaka la
guardò sbalordito, gridando: «Solo? Non erano
molte di più?»
Chiyo
negò e disse: «Quella di prima l'ho passata a
Asahi-san, quindi non conta.»
«Dannazione!
La voglio fare ancora!»
«Allora
adesso la rifacciamo!» brillò lei.
«Guardate
che gli avversari vi sentono» disse loro Daichi e i due li
guardarono impanicati.
«No!
Magari no! O... dopo...» balbettarono, cercando di sistemare
le cose.
L'arbitro
fischiò e la partita riprese. La Fukurodani battè
e Chiyo ricevette, mandandola a Kageyama. In quel momento partirono in
sincronia Asahi, Tsukishima, Daichi e Tanaka. Il muro avversario li
guardò un po' confusi, chiedendosi chi di loro avrebbe
schiacciato.
Saltarono,
il muro provò a contrastarli, ma senza successo e Tanaka
schiacciò, facendo punto.
«Evvai!»
gridò al cielo, mentre Chiyo gli saltava al collo, come
sempre faceva quando Tanaka si esaltava per qualche punto. Ma poi il
suo entusiasmo morì, lasciando traccia solo a una strana
sensazione di benessere e malinconia.
«Ho
schiacciato... che bello...» piagnucolò, sotto le
risate divertite di Chiyo.
«E
adesso schiaccerai ancora!» gli disse Chiyo emozionata,
cercando di tenere la voce bassa per non farsi sentire. Tanaka gli
afferrò le mani e ricambiò lo sguardo:
«Lo rifacciamo!»
«Sì!»
«Schiaccerò
io!»
«Sì!»
«Alzerai
a me!»
«Io,
Senpai!» cominciò lei solenne, tenendo alzata la
sua mano ben stretta. «Ti porterò sulla cima della
montagna della vittoria!» disse lei, parafrasando lo stesso
annuncio che lui le aveva fatto la prima volta.
«Governeremo
il mondo della pallavolo!» gridò lui,
entusiasmandosi ed entrambi presero a ridere e urlare come due invasati.
«Giuro
che a volte mi spaventano» mormorò Asahi a Daichi.
«Devo
ancora decidere se sia più distruttivo il duo Tanaka-Chiyo o
Hinata-Chiyo.»
«Hinata-Chiyo-Nishinoya»
rabbrividì Asahi. «Quei tre insieme sono
terrificanti.»
E
ancora il fischio d'inizio.
La
Fukurodani la ricevette e riuscì a fare punto, nonostante le
corse di Chiyo per salvare l'impossibile. Ma ormai, nonostante
l'entusiasmo e l'energia, le sue gambe erano al limite e non riusciva
più a correre come al solito. Senza contare che, comunque,
la Fukurodani era una squadra davvero forte.
E
finalmente arrivò il momento: la palla era ben alta sopra la
testa di Chiyo e lei partì, chiamandola. Tanaka al suo
fianco cominciò a correre, pronto a saltare e schiacciare.
Dietro di lei era pronto anche Asahi e lei volse gli occhi a lui. "Il
tre!" pensò Akaashi, correndo a muro nel tentativo di
bloccare Asahi. Ma Chiyo l'alzò a Tanaka, proprio come
promesso, e lui la schiacciò, oltrepassando il muro e
conquistandosi un altro punto.
«E
siamo a due!» gridò Chiyo saltando felice. Tanaka
al suo fianco sembrò caricarsi, urlando: «Che
forza!»
«Hai
visto?! Hai visto Tanaka-san? Ho fatto swooosh e tu hai batto Baaaam e
loro pensavano che il pericolo fosse Asahi!»
Tanaka
le cinse il collo con un braccio e se la strinse al fianco, puntando un
dito contro Bokuto e continuando a ridere: «Hai visto, testa
a gufo?! Questo è il potere della complicità! Io
e solo io sono la colonna portate di questa piccoletta!»
«Smetti
con questa storia, cretino!» gridò Chiyo
dimenandosi per liberarsi dalla sua presa, senza risparmiarsi pugni e
gomitate sul fianco.
"Prima
gli spacca il naso" pensò Kuroo, osservando la scena in un
attimo di pausa della sua partita. "Poi gli salta al collo e lo
abbraccia, facendogli strane promesse, e subito dopo torna a offenderlo
e picchiarlo. Hanno davvero uno strano rapporto, ma in quanto a
complicità non c'è davvero partita" e la cosa in
qualche modo lo infastidiva più del dovuto. Una parte dentro
sè, recondita e che mai avrebbe accettato, gli sussurrava
che non avrebbe mai potuto competere con lui.
"È
solo fraterno. Solo rapporto fraterno" si sforzò di pensare,
accennando un lieve sorriso che tutto sembrava tranne che amichevole.
«Kuroo-san
fai paura!» scattò Inuoka al suo fianco, notando
la sua espressione.
La
partita riprese ancora con la Karasuno in parità con la
Fukurodani, che si alternavano il punto.
La
palla passò alla Fukurodani, che la salvò e
Akaashi l'alzò a Bokuto. Tsukishima e Kageyama saltarono per
murarlo. Non riuscirono a bloccarlo, ma comunque deviarono e
rallentarono la palla, che ora andava verso la linea del campo.
Chiyo
scattò, guardandola volare sopra la sua testa. Era lenta,
poteva prenderla senza problemi.
Ma
all'improvviso smise di avere il controllo della gamba destra,
sentendola improvvisamente molle, e con un: «Che
diavolo!» urlato, cadde di faccia a terra.
Il
punto andò alla Fukurodani, ma la Karasuno diede poco conto
alla cosa.
Tutti
gli sguardi dei suoi compagni erano rivolti a lei, stupiti e shockati.
Che
diamine era successo?
Chiyo
alzò la testa, ridacchiando nervosa, e grattandosi la nuca
ammise: «Mi ha ceduto un ginocchio. Forse comincio a essere
un po' stanca.»
Ukai
tirò un sospiro di sollievo, rendendosi conto che era solo
quello il motivo e niente di grave.
«Forza!
Forza!» gli si avvicinò Tanaka e gli si
inginocchiò davanti, porgendogli la schiena.
«Perché non l'hai detto prima invece di farci
perdere il punto?»
Chiyo
si tirò su e benchè fosse comunque in grado di
camminare (in fondo era solo stato un momento, dovuto allo sforzo),
accettò le spalle di Tanaka e gli si appese al collo.
«Credevo
di farcela!» lamentò lei. «Mi dispiace,
non era mia intenzione farvi perdere.»
«Esageri
sempre! Sei una ragazza, dovrai accettarlo prima o poi.»
«Non
sono debole è solo perché mi sono alzata presto,
stupido cetriolo!» stridulò lei, colpendolo in
testa.
Dall'altro
lato, ancora una volta, Kuroo puntò gli occhi sui due e
sforzò nuovamente il viso per mantere la
normalità, senza troppo successo.
«Kuroo!
Tutto bene?» chiese spaventato Yaku.
"Fratello-fratello-fratello-fratello"
continuò a ripetersi lui, non rispondendo alla domanda di
Yaku.
«Ora
riposa» le disse Tanaka lasciandola alla panchina.
«E pensa al barbeque che ci aspetta!»
Chiyo
si illuminò al pensiero e lo guardò tornare in
campo, gridando: «Forza che questa volta la vittoria
è nostra!»
Nishinoya
entrò in campo al suo posto e proseguì la partita.
Le
due squadre ora erano sulla soglia dei venti.
La
Fukurodani schiacciò e Nishinoya si lanciò per
prenderla, non riuscendoci per un pelo.
«Fantastico,
Noya-san! C'eri quasi!» lo incitò Chiyo dalla
panchina.
Bokuto
prese la palla, dall'altro lato, e andò a battere. Aveva una
strana aura intorno, camminava pestando i piedi per terra e il viso era
costantemente corrucciato.
"È
nervoso. Per tutta la durata del set Tsukishima gli è stato
addosso senza permettergli di respirare una sola volta"
pensò Chiyo, sorridendo soddisfatta. Stavano giocando bene,
la sua squadra si stava rivelando più forte di quando erano
arrivati e questo la riempiva di gioia.
«Bene!
Ora li spazzerò via con la mia battuta!»
gracchiò Bokuto.
«Bokuto-san,
mantieni la calma» cercò di dirgli Akaashi, ma lui
rispose impettito: «Sono calmo.»
Il
fischio dell'arbitro.
«Bene!
Vado!» annunciò lui prima di lanciare in aria la
palla, prendere la rincorsa e schiacciare. Ma la palla andò
a colpire la rete in pieno, sfiorando addirittura uno dei suoi
compagni, regalando il punto alla Karasuno.
«Dannazione!
Mi dispiace!» piagnucolò lui, inginocchiandosi.
«Cerca
di ritrovare la calma» tentò di soccorrerlo Komi.
«Non
preoccuparti» lo aiutò Akaashi, ma lui
continuò a piagnucolare «Scusate»
disperato.
«Poverino»
ridacchiò Chiyo dal suo posto, guardando divertita la
reazione nervosa di Bokuto.
Tanaka
si mise alla battuta e ancora Chiyo gridò per incoraggiarlo.
«Il
quattro può schiacciare da ogni posizione, batti su di lui
per limitarlo un po'» gli suggerì Daichi. E
così fece, ma Bokuto si alzò subito e corse a
rete urlando: «Alzamela! Li rispedisco subito
sotto!»
Akaashi
assunse un'espressione contrariata ma nonostante tutto gliela
alzò comunque. Asahi, Hinata e Daichi lo murarono,
rispedendola nel campo avversario ma Komi la recuperò.
«Akaashi,
un'altra!» gridò Bokuto, tornando in posizione.
"Si
è incaponito" pensò Chiyo, ridacchiando. E
nonostante tutto Akaashi gliela alzò comunque, anche se era
palese che non avrebbe funzionato visto che tutti si aspettavano la sua
schiacciata e avevano trovato un ottimo modo per bloccarlo con un muro
a tre.
Bokuto
saltò e di fronte a lui si alzò il muro.
Schiacciò, la palla non oltrepassò e cadde nella
parte di campo della Fukurodani, ma non per mano del muro. Bokuto aveva
colpito il nastro della rete con quell'ultima schiacciata, commentendo
un grosso errore. La Karasuno entrò nei venti e
gridò entusiasta, passando davanti alla Fukurodani per la
prima volta in una settimana. Bokuto, fermo di fronte alla rete,
restò con lo sguardo abbassato, rattristato, a lungo.
Passò
qualche secondo, in silenzio, pensieroso. Poi finalmente
parlò.
«Akaashi...»
mormorò, prima di alzare una mano verso di lui, urlando
melodrammatico: «Per oggi non alzarmela
più!»
«Eh?!»
chinò la testa di lato Chiyo, perplessa.
«Bokuto
è fatto così. Se perde si arrabbia e poi si
deprime. Un vero bambino» sospirò Kuroo
affiancandosi a Chiyo.
«Oh?
Avete finito? Avete fatto presto» chiese lei, lanciando uno
sguardo al campo dove avevano giocato fino a quel momento.
«Che
vuoi che ti dica? Quando c'è il talento»
sghignazzò lui, alzando le spalle.
«Abbassa
la cresta, spilungone!» gli gridò Chiyo,
contrariata.
«Voi
ci state mettendo un sacco, le vostre ultime partite sono molto
combattute.»
«Già,
siamo migliorati un sacco!» rispose lei entusiasta.
«Ma
tu sei andata in panchina a metà set» la
canzonò.
«Le
mie gambe sono andate in sciopero» ridacchiò lei
divertita. L'idea di essere in panchina non l'agitava troppo, in fondo
aveva avuto ciò che desiderava ed era contenta
così. Aveva bisogno di riposare ora.
«Comunque,
ora che Bokuto ha disertato, abbiamo una chance!» disse
ancora lei, tornando a guardare la partita di fronte a sè.
«Non
sperarci» le disse Kuroo e lei lo guardò curiosa.
«La Fukurodani non ha solo Bokuto.»
Chiyo
tornò a guardare la squadra avversaria con preoccupazione.
Finora l'unico pericolo era stato Bokuto, la squadra gli era stata solo
di supporto, la stella era lui. Non aveva visto altre luci brillare tra
loro.
Ma
successivamente capì che si era sbagliata: erano tutte luci,
solo che Bokuto era la più appariscente e attirava lo
sguardo su di sè. Ma tutti brillavano con la stessa
intensità. Infatti, benchè Bokuto non si mosse
più e restò per tutto il resto del tempo con la
faccia da pesce lesso a guardare gli altri, la squadra risultava
comunque fortissima e si presero altri due punti, pareggiando 22 a 22.
«Caspita,
è una sorpresa» disse Chiyo tra sè e
sè, prima di urlare un incoraggiamento a Nishinoya, che
aveva appena perso una palla.
«Una
squadra è forte se tutti i membri sono forti, non
credi?» disse Kuroo.
Chiyo
ripensò al periodo in cui aveva giocato per la squadra
femminile. Al tempo le uniche che ci mettevano veramente anima e corpo
erano lei e Yui, il capitano, le altre invece non la prendenvano con lo
stesso spirito, spesso saltavano gli allenamenti e infatti poi alle
partite perdevano sempre.
Un
sorriso le dipinse il volto: la sua era una squadra che ancora non
poteva essere definita forte, ma stavano crescendo molto e lo stavano
facendo tutti insieme. E questo li avrebbe resi forti in un breve
futuro.
Annuì
all'affermazione di Kuroo, convinta, e gli occhi le si riempirono di
orgoglio mentre guardava i ragazzi della Karasuno giocare. Non aveva
mai provato una felicità tanto grande come quel giorno in
cui il professore Takeda le aveva offerto di entrare nella squadra
maschile. Li aveva visti giocare alle partite, andava sempre a vederli
quando poteva e quel giorno che le avevano detto che si sarebbero
allenate nella loro palestra si era presentata di proposito mezz'ora
prima perché desiderava vederli giocare. Pensava che fossero
veramente dei fighi, che avessero una potenza e una capacità
inaudita. Li aveva ammirati tanto e finalmente lei era lì
con loro.
Non
le importava che avessero vinto solo 4 set su più di 60 in
una settimana, non le importava se tra le squadre presenti al ritiro
fossero le peggiori, loro, ai suoi occhi, brillavano più di
chiunque altro e lei avrebbe stretto con orgoglio il numero che portava
stampato sulla sua maglietta. Si sarebbe impegnata sempre
più per dimostrare che meritava quel posto.
«Maledizione
mi sta venendo voglia di tornare in campo!»
strilllò all'improvviso agitando i piedi, facendo sussultare
Kuroo al suo fianco.
«Vai
Asahi-san! Una bomba!» gridò nel momento in cui lo
vide schiacciare. Ma la Fukurodani recuperò la palla e la
passò ad Akaashi, che saltò, per raggiungerla e
alzarla. Il muro della Karasuno si interrogò su chi
dovessero coprire, chi avrebbe attaccato? Ma alla fine fu proprio
Akaashi a fare punto con un pallonetto, lasciando tutti sbalorditi.
La
Fukurodani battè ancora, la Karasuno provò a
contrastarla mandando a rete il loro Asso, ma Komi, il libero
avversario, riuscì ancora una volta a fermare le sue palle.
«Accidenti!»
sibilò Chiyo, battendo i pugni. Aveva i nervi a fior di
pelle, aveva sperato che ora che Bokuto era fuori uso per loro ci fosse
possibilità e invece il loro abbassare la guardia li aveva
fregati. Non sembravano intaccati per niente, ma anzi, ora che non
potevano più predirre Bokuto (che era facile da prevedere)
sembravano ancora più in difficoltà.
Asahi
schiacciò ancora, ma ancora venne intercettato. La
Fukurodani tentò un attacco ma Tsukishima e Kageyama
saltarono a muro e riuscirono finalmente a bloccare la loro serie di
attacchi, conquistandosi un punto.
Chiyo
si sporse in avanti, spalancando gli occhi e la bocca in un'espressione
colma di gioia e emozione. Il cuore in petto le batteva così
forte che temette di sentirlo scoppiare. Era solo un'amichevole, eppure
l'aria era così tesa, così colma di tensione.
«L'hai
addestrato bene!» sorrise poi lei, voltandosi verso Kuroo.
Era stato lui che si era impegnato molto in quella settimana per
insegnare a Tsukishima come fare meglio il muro e l'aveva reso
più forte con i suoi consigli.
Si
sorprese quando, nel voltarsi, si rese conto che Kuroo la stava
già osservando con una strana espressione assorta. Quella
gioia, quell'entusiasmo, quella luce accecante che le faceva brillare
gli occhi, tutte queste cose esplodevano quando Chiyo vedeva giocare
qualcuno e l'impatto era davvero travolgente. Kuroo ne restava
sopraffatto tutte le volte. Sarebbe rimasto intere ore ad osservare
quel luminoso viso, quegli occhi scintillanti e l'espressione eccitata,
senza mai stancarsi.
Si
chiese che effetto avrebbe fatto essere l'0ggetto di tanta meraviglia,
essere guardato con quello sguardo.
Chiyo
arrossì lievemente, sentendosi osservata, e gli concesse un
amichevole sorriso. Kuroo ricambiò, poi si costrinse a
tornare a guardare la partita o sarebbe rimasto a fissarla per il resto
della serata e la cosa sarebbe stata imbarazzante.
Asahi
si mise in fondo al campo per battere e lei tornò a
illuminarsi, gridando allegra: «Asahi-san, una
bomba!»
Chissà
cosa si provava a essere l'oggetto di tanta meraviglia, a essere
guardato con quello sguardo. Quell'Asahi, probabilmente, lo sapeva. E
anche Tanaka, e Kageyama, e Hinata, perfino Bokuto se l'era beccata la
sua dose di sguardi ammaliati.
"Salti
al collo di chiunque ti si pari davanti, lo fai con tutti tranne che
con me. Chissà, magari sono un po' geloso" le aveva detto
scherzando la sera che l'aveva baciata la prima volta.
Sghignazzò,
abbassando lievemente gli occhi.
Non
era mai stato così vero, come in quel momento.
Asahi
battè, ma non usando il salto, facendo una normale battuta
dall'alto. La Fukurodani la ricevette senza problemi e la
passò a Akaashi.
Tsukishima
e Kageyama si concentrarono sugli altri giocatori della Fukurodani,
nessuno ormai teneva più d'occhio Bokuto e ancora una volta
fu quello il loro errore. Akaashi l'alzò proprio a lui, che
libero dai muri, riuscì a schiacciare e fare punto,
regalando così il set alla Fukurodani.
Lo
sguardo di Chiyo si affievolì, delusa, ma durò
pochissimo perché subito tornò ad essere
sorridente: «È stato divertente!» ammise.
Dal
campo avversario cominciarono ad alzarsi le voci dei compagni di
Bokuto, comprese Kaori e Yukie, che gli gridavano complimenti,
palesemente fatti a posta. Ma ciò parve risvegliare lo
stesso l'animo di Bokuto che urlò, alzando le braccia:
«Ehy ehy ehy! Sono io il migliore alla fine!» e
rise a gran voce.
«Si
è già ripreso!» scoppiò a
ridere Chiyo, guardandolo. «Bokuto-san è proprio
una forza!»
Poi
si alzò e corse dalla sua squadra, lasciandosi alle spalle
Kuroo.
Asahi
si piegò leggermente e si affrettò a dire:
«Scusate! Con l'ultima battuta sono andato in panico e ne ho
fatta una da "vi prego! Attaccateci pure!"»
«Asahi-san!»
intervenne Chiyo, gonfiando il petto,alzando il mento e mettendosi le
mani ai fianchi, assumendo un'espressione autorevole. «Io
avevo detto "una bomba!" e tu non hai fatto la bomba!» Asahi
stava per chiedere ancora scusa, quando lei lo interruppe con un:
«Perciò ora ti spetta la punizione!»
«Punizione?»
si chiese Asahi.
Chiyo
allungò il sorriso e indicandosi disse: «Dovrai
portarmi in spalla per il resto della giornata!»
«Non
sapevo esistesse una punizione del genere!»
sghignazzò Tanaka, accostandosi a lei.
«Certo
che esiste! Tu l'hai subita quando non volevi studiare!»
«Ah!
È vero! Diamine, Asahi-san scappa finchè
puoi!» e cominciò a spingerlo via, insieme a
Nishinoya, che anche lui conservava il ricordo di quel periodo di
studio.
«Fermo!
Non scappare! È la tua punizione, devi farla!»
gridò Chiyo correndogli dietro, ignorando la stanchezza
delle gambe. Una volta vicino spiccò un salto e gli si
aggrappò al collo, appendendosi da dietro. Questo
sbilanciò Asahi, facendolo cadere di schiena, ma nel cadere
si trascinò dietro anche Tanaka e Nishinoya, finendo tutti a
terra.
Chiyo
li guardò tutti e tre, intorno a lei, con Asahi parzialmente
addosso e dopo un primo momento di perplessità
scoppiò a ridere divertita.
«Che
strike!» osservò Sugawara, stupefatto e questo
fece ridere anche il resto della squadra.
«Asahi!»
chiamò Ukai, avvicinandosi a loro. «Ti sei reso
conto dell'errore da solo, quindi smettila di preoccuparti. In una
situazione del genere l'insicurezza può influenzare la
possibilità di vittoria. Nessuno vuole che una partita
finisca a causa di un suo errore. Però nessuno darebbe la
colpa a uno che cerca un servizio vincente. Però, beh,
potrebbe essere finita con la nostra disfatta, ma una cosa è
chiara: le vostre giocate sono efficaci a livello nazionale.»
«In
questo momento, nè le battute nè gli schemi
possono competere con le altre squadre» intervenne Takeda.
«Questo è ovvio perché avete cominciato
in ritardo. Però non dovete fermarvi qui. Non pensate a
questo livello come al limite del vostro potenziale. Quando si uniscono
i colori si mescolano e si confondono, ma mescolandosi bene insieme
formano il nero, il colore che vince su tutti gli altri. Diventate una
squadra nera, come il colore dei corvi.»
«Ma
non del colibrì» mormorò Tanaka a Chiyo.
«Sono
un colibrì tinto!» ringhiò lei in
risposta e questo lo fece sghignazzare divertito.
«Grazie
mille!» si inchinò per primo Daichi e tutti gli
altri gli andarono dietro.
«Bene...
questa sarà l'ultima penalità del ritiro.
Perciò, un giro di tuffi!»
«Sì!»
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