Carta canta cap.2
Carta
canta
Shootout
at the university (book) fair
"Ripetimi
qual
è il piano" disse George. Matty avrebbe potuto giurare che
fosse
la settima volta in mezz'ora che sentiva quella frase, pronunciata ora
dal suo migliore amico, ora da Ross.
"Va bene, mi arrendo. Non abbiamo un vero e proprio piano: vedremo cosa
ci riserverà la sorte una volta arrivati là".
Là
designava il campus universitario della città, che Matty non
sapeva bene con che nome indicare, e dunque, dopo averlo menzionato una
sola volta, ometteva di riferirvisi esplicitamente, nascondendolo
dietro il generico avverbio di luogo.
Il quadretto che vi si sarebbe potuto parare davanti quella mattina per
le strade della città è il seguente : tre ragazzi
camminavano col passo lento e incerto di chi si guarda intorno per
controllare dove stia andando; uno di loro, biondino, coi capelli in
perenne disordine, prestava particolare attenzione a non sbattere la
testa a ogni passo, visto che con la sua altezza mastodontica sembrava
fuori misura nel paesaggio urbano; problema che in parte riguardava un
altro dei tre, che sembrava il più pacato e rassicurante,
coi
suoi profondi occhi, scuri come i capelli portati insieme a una folta
barba da filosofo; al loro fianco, il terzo ricordava terribilmente uno
shampoo in formato da viaggio, e il groviglio che sovrastava la sua
testa rifletteva la scena all'interno di essa e al contempo sembrava un
tentativo in extremis del suo corpo di guadagnare qualche centimetro di
altezza. La gente si girava a guardarli, incuriosita, e alcuni si
chiedevano se i due maciste non fossero le guardie del corpo del
più piccolo; certo è che il loro abbigliamento
non
sembrava affatto suggerire questo scenario: il loro stile era alquanto
bislacco, sembrava che pagassero volutamente i loro abiti una fortuna
per poi sembrare scappati di casa. A questo garbuglio generale, seguiva
la loro camminata fuori sincrono: paradossalmente, i due giganti
arrancavano dietro l'amico, che sembrava determinato a raggiungere un
preciso obiettivo pur non sapendo come; questo, unito alla statura e al
colore scarlatto del suo cappotto, lo facevano assomigliare a un
soldatino a molla: scattava, camminava speditissimo per un po', poi
senza preavviso si arrestava a pensare sul da farsi, col rischio di
essere travolto più di una volta dai suoi amici. La sua
carica
era un calore strano che si sentiva addosso, che sembrava essere
sprigionato dal foglio che da due giorni non abbandonava mai la sua
tasca, come una sorta di talismano.
E a ogni passo che sentiva portarlo un po' più vcino alla
meta, il cuore di Matty prendeva a battere di un ritmo nuovo.
La sorte aveva in serbo un'opportunità per il trio quella
mattina: il bel giardino dell'ateneo, immerso nell'aurea luce delle
foglie autunnali, era reso ancora più suggestivo da alcune
piccole, polverose, romantiche bancarelle di libri, riempendo l'aria di
quel profumo di carta stampata che Adam se avesse potuto avrebbe
imbottigliato e usato come colonia. Grazie al cielo la vista dei libri
evocò nella mente di Matty l'assennato amico, suggerendogli
un'idea ben meno sconsiderata di quella dai contorni vaghi che aveva in
mente quando qualche giorno prima lasciava l'appartamento di
quest'ultimo. Se fosse stato necessario, avrebbe tentato in seguito di
intrufolarsi in segreteria per avere accesso alla lista degli studenti
iscritti al corso di laurea di Lingue e Letterature straniere con la
complicità dei due amici; per il momento, fece loro cenno di
seguirlo tra i banchi dell'esposizione, e iniziò a cercare
quello di cui aveva bisogno.
Di che cosa aveva bisogno? Di preciso, non lo sapeva neppure lui, ma
quella mattina sentiva di avere la buona stella dalla sua parte. Mentre
camminava nelle strettoie del mercatino, faceva scorrere una mano sui
libri esposti, sfiorandoli coi polpastrelli, come a cercare di capire
quale fosse la sezione giusta non leggendo i titoli ma cercando di
percepire una vibrazione particolare in quel mare di carta stampata. Si
fidava da sempre dei suoni e delle vibrazioni più che
dell'aspetto delle cose, perché poche persone erano in grado
di coglierli. E Matty era sicuro che la ragazza del mistero era una di
quegli eletti.
"Libby, ti ho già detto che mi dispiace per quello che
è successo vero?" Lexie proprio non riusciva a darsi pace
per quella pagina che era volata via. I suoi grandi occhi erano
sinceramente mortificati sotto la cuffia di lana gialla che le
incorniciava il viso. Approfittando della svendita di libri di quella
mattina, aveva accompagnato l'amica a perlustrare i banchi, fermamente
decisa a trovare un'edizione in buone condizioni dell'antologia
incriminata, e a ricomprarla per lei. La sua amica, che la precedeva
col solito cipiglio battagliero, si fermò di scatto e si
voltò a guardarla. "Per quanto mi piacerebbe continuare
ancora a lungo a tormentarti con questa storia, sono tua amica e
detesto vederti con quello sguardo. Tranquilla, Lex, mi hai chiesto
scusa diecimila volte e il fatto che tu continui a preoccuparti
è più che sufficiente, okay?" Sorrise con fare
rassicurante all'amica. "E poi, hai perso una sola pagina di un INTERO
libro, è un risultato di molto migliore di quanto mi sarei
mai aspettata da te, sai?" Lexie rise, rassicurata, e prendendo a
braccetto l'amica la condusse verso la sezione delle antologie in
lingua straniera, schivando pile di libri e angoli di tavoli. Mentre
camminava, pensava che l'amicizia, almeno la loro, era proprio quello,
farsi un po' più strette quando si rischiava di sbattere
contro un ostacolo.
"Giù le mani!" A Lexie servì qualche minuto per
realizzare quello che stava succedendo. D'impulso, la sua amica si era
all'improvviso staccata da lei e si era diretta di corsa verso un
ragazzo che toccava distrattamente i libri in vendita. Quest'ultimo la
guardava ora confuso e un po' spaventato, e si era immobilizzato. Lexie
si avvicinò in fretta ai due, mentre la sua amica urlava
addosso al malcapitato. "Giù le mani, ho detto! Non so per
quale motivo tu sia interessato a questa antologia, ma io e la mia
amica giriamo questo posto da ore per scovarla e questa sembra l'unica
copia in vendita! Sono sicura che serva più a me che a te,
di certo un tipo come te non studia all'università,
perciò gira al largo perché non ho intenzione di
concedertela!".
Lexie afferrò il braccio della sua sanguigna amica, cercando
di farla ragionare "Libby, andiamo, non puoi aggredirlo
così, non sta facendo nulla di male! Scusala tanto" aggiunse
rivolta ora al ragazzo che le stava di fronte "ma effettivamente per
lei sarebbe davvero importante comprare questa antologia, per cui a
meno che non ti sia assolutamente indispensabile, ti spiacerebbe se la
comprassimo noi? Saresti davvero gentilissimo". Il riccio intanto si
era riavuto da quella aggressione inaspettata, e sorrideva alla
stravagante coppia di ragazze.
"Nessun problema, non avevo neanche fatto caso a che libro stessi
toccando. Ve lo 'cedo' senza problemi. Però..." - un lampo
malizioso attraversò il suo sguardo- " mi sembra di capire
che per te questo libro sia piuttosto importante, giusto piccola
hooligan? Penso di meritare di sapere perché, vista questa
aggressione che non meritavo, no?".
Le due ragazze a questo punto erano entrambe paonazze, Lexie per
l'imbarazzo, Libby per la rabbia. Stavolta però la prima
ebbe i riflessi abbastanza pronti da aprire bocca prima dell'amica, che
già era pronta a riempire di insulti quel tipo
così bizzarro.
"Ecco vedi lei tiene un sacco ai suoi libri, e la sua copia di questa
antologia ha perso una pagina, quindi siamo venuti qui sperando di
trovarne un'altra in buone condizioni e completa. Davvero, ci terrebbe
molto, e io con lei, ad acquistare questo libro, se per te non
è un problema":
Il cuore di Matty aveva perso un colpo. Non aveva dovuto cercare la sua
ragazza del mistero, perché era stata lei a trovarlo. Ora ne
era certo: le vibrazioni nell'aria e in tutto quello che lo circondava
la avevano portata da lui. Mentre formulava questi pensieri, rapida la
sua assalitrice gli aveva sfilato il libro da sotto il palmo.
"Problema o non problema per te, non è un problema mio di
sicuro! Andiamo, Lexie".
Matty guardò le due allontanarsi, mentre la gentile
accompagnatrice del suo enigma si voltava un'ultima volta, il fondo dei
suoi occhi limpidissimi che sussurava timidamente l'ennesimo "Scusa",
ignara che per lui quell'incontro era stato tutt'altro che spiacevole.
F's spot
Ebbene
si... chi non muore si rivede! Non aggiorno da più di un
mese, lo so, sono imperdonabile... se casomai ci fosse qualcuno che
ancora segue questa storia, o lo abbia mai fatto, GRAZIE e spero che
questo capitolo vi piaccia! Se vi va, fatemi sapere che ne pensate,
anche solo due parole. A presto, o almeno al prima possibile! F.
|