00
PREMESSA
Questa fanfiction è
ispirata alla larga alla canzone Mi distruggerai ,che fa parte della colonna sonora del musical Notre Dame, e
troverete delle citazioni nel testo.
Per
chi la conoscesse non deve interpretarla come una visione fedele dei
sentimenti contrastanti di Jadeite(che realtà vedo più in linea con
la versione inglese della stessa canzone Your love will kill me) per Mars, ma di entrambi, quando leggerete sarà più chiaro.
Questa ff è un po' strana rispetto a quelle che scrivo di solito,
perché è romantica e sinceramente non è stata facile per me
riuscire scriverla senza sentirmi banale e accordarla a certe mie
headcanon.
La mia teoria è che
Jadeite fosse il sacerdote nella sua prima vita e queste sono le mie
ragioni:
1)Al contrario degli
altri Shitennou è l'unico che utilizza un altarino per i suoi
poteri(per la creazione di yoma)
2)La Jadeite è un
tipo di giada ed una pietra di tipo spirituale, utilizzata dai
sacerdoti cinesi nel passato
3)Il
character design dell'autrice: accanto a Jadeite è disegnata una
croce
Ovviamente è una
teoria, ma mi piace l'idea di pensare alle reincarnazione di questi
personaggi non come un semplice copia e incolla del passato ma come
qualcosa di più complesso,convergente oserei dire. Per esempio nel
passato Zoisite,potrebbe aver subito l'influenza di Mercury ,che gli
ha mostrato l'avanzata tecnologia lunare e per cui il Zoisite moderno
è diventato un'appassionato/esperto di tecnologia.
In pratica che qualsiasi relazione abbiano avuto le senshi e gli shitennou li abbia influenzati.
Specifico che le
Senshi del passato subiscono una caratterizzazione più cinica e più
vicina alla mitologia, per cui Marte come sarà caratterizzata in
modo diverso.
Ringraziamento
specialmente a mia sorella Roberta e la mia amica Sara, che più
d'avermi supportato mi hanno sopportato XD.
ooO
YOUR FINAL KISS BELONGS TO ME Ooo
Your love will
kill me
Era stato nel
momento stesso che aveva smesso di cercare di sedurlo e iniziato a
rispettarlo per quello che era, che Jadeite, cavaliere della pazienza
e equilibrio(1),aveva iniziato a trovare interessante la principessa
Marte e infine lentamente a innamorarsene, ricambiato.
Un amore sotterraneo
di quelli che non facevano scandali e pettegolezzi, come quello del
principe terreste Endymion e la principessa lunare Senerity,ma non
meno proibito.
Jadeite era uno
Shitennou e il suo potere derivava direttamente dalla Dea Gaia, nello
specifico lui era associato allo Shitennou Seiryuu,che era legato
all'elemento della terra, e per questa ragione i suoi voti era più
stretti rispetto a quelli dei suoi tre compagni d'armi.
Jadeite
era il sacerdote del gruppo, il suo altro titolo era "erede di
Gaia": a Jadeite non solo era proibito sposarsi, come accadeva
anche per altri Shitennou, ma gli era anche richiesto castità fisica
assoluta,
al contrario dei compagni che potevano godere di eccezioni duranti
alcuni periodi dell'anno.
Inizialmente,
era stata proprio la verginità del sacerdote-guerriero ad attirare
la principessa marziana: una situazione del genere era impensabile
sul suo pianeta che era diviso fra vergini vestali o guerrieri,
dediti a tutti gli aspetti del dio Marte tra cui la fertilità.
Dopo
una lunga e decisa resistenza da parte di Jadeite la principessa
marziana aveva smesso quella assurda seduzione e godersi
semplicemente la sua amicizia, per finire a incuriosirsi sulla
cultura terreste e perciò si erano incontrati sempre più spesso a
discutere le loro idee politiche e culturali, spesso assai
differenti.
I
loro sentimenti erano cresciuti lentamente tra una visita di cortesia
e l'altra, ma entrambi, anche la principessa conosciuta per il suo
carattere duro e determinato, avevano taciuto poiché i rapporti tra
terresti e lunari erano proibiti e Jadeite non avrebbe mai aizzato la
furia della Dea, già disgustata da quello che stava succedendo tra
Endymion e Senerity.
Eppure
il sacerdote non
poteva negare a se stesso che certi pensieri si formavano sempre di
più nella sua mente e che provasse certe sensazione quando era in
vicinanza della principessa marziana.
Perché,nonostante
tutto, Jadeite sapeva benissimo che cosa fosse il sesso: da un lato
era circondato da persone che avevano voti altrettanto severi ma
dall'altra parte era un generale e la sua vita era tra i soldati, che
non avevano nessun pudore sul discutere dell'argomento neanche di
fronte al loro generale,nonostante conoscessero la sua condizione
"santificata".
Jadeite
ricordava con chiarezza l'episodio in cui uno dei suoi sottoposti,
particolarmente ubriaco a causa della celebrazione di una festa,
aveva chiesto chiarimenti sul voto del proprio generale per poi
dichiarare, senza mezzi termini,- E' un vero peccato Generale, lei
non proverà mai la gioia di far godere la sua donna-.
Negli
ultimi tempi quelle parole tornavo spesso nella mente di Jadeite, che
aveva pensato di rintracciare più di una volta il sottoposto e
strozzarlo con le sue stesse mani.
In
quei momenti cercava di razionalizzare, come regola lui non avrebbe
dovuto avere nessun rapporto con la spaziale( era il termine comune
di tipo dispregiativo per indicare i non terresti) neanche uno di
amicizia e poi si irritava.
Si
poteva amare anche senza sesso, i suoi predecessori l'avevano fatto
eppure, ogni volta che razionalizzava in quel modo, sentiva una parte
di sé reclamare un gesto fisico e si rendeva conto che stava
affrontando una battaglia silenziosa, contro un'ombra che non aveva
mai affrontato: la passione.
Jadeite
era tormentato da ciò e si domandava continuamente se lei si fosse
accorta di quel cambiamento , lei che era la principessa della
passione.
Si
poteva nascondere tale sentimento? Jadeite non né aveva idea, finché
un giorno arrivò il fatidico punto di non ritorno.
Il
generale aveva portato la principessa marziana a visitare un tempio
in una delle sue terre più lontane, il Giappone,e il luogo scelto
era sacro alla dea del Sole giapponese e per questo l'energia
dell'elemento del fuoco era così potente che la marziana, una volta
arrivata, aveva esclamato con stupore- Sembra di essere su Marte- poi
aveva respirato profondamente con gli occhi chiusi e con un sorriso
soddisfatto sulla bocca.
Jadeite
aveva sorriso anche lui a quella reazione, sapeva quanto potesse
essere difficile comunicare con la principessa a causa della focosità
del suo carattere.
-Sono
contento che le piaccia questo posto-disse semplicemente mentre Marte
si era voltata, ancora sorridente,mentre gli domandava dove fossero.
-Questo
è il tempio della dea del Sole Amaterasu
-, la principessa annuì capendo perché percepisse quella energia
così simile al suo pianeta natio.
-Ma
perché mi ha portato qui?- chiese mentre il generale le si avvicinò
cautamente e le disse con un'espressione incoraggiante- Le vorrei
insegnare a meditare-.
Durante
quei famosi incontri, con sorpresa di entrambi, Marte e Jadeite
avevano scoperto che la principessa possedeva un forte lato
spirituale, ma a causa della rigida cultura marziana non era mai
riuscito a esprimersi.
Il
sopracciglio della principessa si alzò mostrando il suo disappunto a
quel pensiero, fedele alla sua educazione, ma dietro a quella
espressione Jadeite ci vide un silenzioso dubbio e la sottile e
profonda paura dell'ignoto.
-Non
è il mio compito- contestò la marziana mettendo le mani sui
fianchi, scoccò un'occhiata severa al generale e scandì le sue
parole- Sono una guerriera, non una sacerdotessa. A Marte sono le
vestali che si occupano della preghiera-.
-Sulla
Terra si può essere entrambe le cose- fu la risposta secca del
generale indicandosi: era vestito con la sua divisa da Shitennou in
cui una spada affilata batteva sul fianco e, nonostante che Marte non
potesse vederla,Jadeite indossava una croce sotto il colletto della
giacca.
-E'
diverso, voi terresti … - iniziò Marte mentre osservava che il
generale aveva assunto un'espressione dannatamente seria.
-...
avete una mente più elastica, su certe cose- precisò Marte mentre
il generale sorrideva teso e confermava con un laconico “già”.
La
principessa aveva ragione, per alcune cose gli spaziali tendevano ad
avere una mente più elastica, come ad esempio sull'avere rapporti
con i terresti ma a questi ultimi tendevano a vedere solo nero e
bianco: il divieto della Dea Gaia era inviolabile, un voto fatto
alla terra era una condanna non una preghiera.
Molti
neanche sapevano perché ci fosse quel divieto ma Jadeite era uno
Shitennou, era un diretto sottoposto della dea, e gli era stato
spiegato più di una volta: quando la regina-madre Senerity era
arrivata nel Sistema Solare e aveva creato la vita con la propria
magia e tecnologia, sconosciute ai terresti, la Dea Gaia si era
offesa mortalmente dell'affronto e aveva proibito relazioni tra le
parti.
Nel
tempo ,avvertendo questo snobismo da parte dei terresti,gli spaziali,
soprattutto quelli appartenenti ai ceti più alti, avevano capovolto
la verità e iniziato a raccontare che fossero loro ad aver proibito
le relazioni.
Jadeite
era neutrale a quella situazione, ben consapevole che normalmente non
avrebbe dovuto neanche esser amico di una spaziale ma poiché la dea
madre non l'aveva sotterrato vivo, deduceva che ci fosse un limite di
tolleranza.
Ci
fu un lungo silenzio in cui si udì il frusciare delle foglie degli
alberi del giardino del tempio, Jadeite assaporò quel suono sentendo
la calma tornare in sé e ,quando aprì gli occhi, il suo sguardo si
era addolcito e disse alla marziana- Se non vuole provare non mi
offende in alcun modo-, lei non rispose immediatamente, persa nei
suoi pensieri, ma poi disse coraggiosamente-No, vorrei provarci-.
Quando
Marte entrò nel tempio rimase colpita dalla spartana struttura,
l'architettura dei precedenti templi che aveva visitato sulla Terra
non erano di quella semplicità,specialmente quelli che aveva visto
nella zona euroasiatica.
Jadeite
la guidò davanti a un fuoco accesso e le spiegò che era altarino
che avrebbero utilizzato insieme per pregare, Marte annuì percependo
le similitudini con le vestali del suo pianeta.
-Prima
di iniziare dovrebbe cambiarsi d'abito-spiegò Jadeite.
-Che
cosa?- mormorò sorpresa la marziana ma il generale parve ignorare
volutamente quello sgomento.
-Ogni
buon guerriero, prima di una battaglia, indossa la sua miglior
armatura-.
-Non
c'è nessuna battaglia-,replicò seccata Marte chiaramente
infastidita dalla richiesta: non aveva paura che il generale
l'attaccasse se non avesse avuto la sua uniforme da Senshi ... la
verità che non voleva che lui la vedesse in altre vesti oltre
quella da guerriera o da principessa.
-La
preghiera esige la sua armatura o se preferisce preparazione
specifica nel vestiario-,commentò serafico Jadeite- Ovviamente anche
io mi cambierò d'abito- e gettò un'occhiata alla spada al suo
fianco,-In questi tipi di tempi non sono ammesse le armi. Come lei
sarò disarmato ...- il generale si bloccò prima di dire– -...e
in un' altra veste -, con i pensieri che ultimamente aveva quelle
parole trattenute gli parvero oscene e si ripeté mentalmente,- Mi
vedrà nelle mie vesti da sacerdote, nelle veste dell'erede
intoccabile di Gaia, questo metterà fine a miei incresciosi
pensieri-.
Titubante
Marte accettò,consapevole del suo disagio, ma voleva disperatamente
provare quella esperienza che le era stata sempre negata perché nata
sotto il segno della guerra.
-Così
sia, mi dia la mia armatura per pregare- dichiarò la marziana così
solennemente che Jadeite sorrise e tornò poco dopo con uno strano
abito.
La
maglia di questo vestito aveva delle larghe maniche e una struttura
che ricordava la lettera L, tanto era dritta, e aveva dei pantaloni a
campana color rosso.
-Questo
è un kimono- e il generale le spiegò come indossarlo mentre Marte
lo girava divertita tra le mani e le fu indicato di cambiarsi in una
piccola stanza.
Poco
dopo sia la principessa e sia il generale tornarono nella stanza
principale, l'abito del generale era simile all'altro,ad eccezione
del colore celeste dei pantaloni, e Marte per la prima volta vide la
pelle del collo del generale libera dal collare rigido della sua
divisa e una croce che pareva d'oro.(2)
Marte
fissò la croce incuriosita e Jadeite lo notò, chiuse gli occhi e in
un'istante attorno alla croce comparve un cerchio concentrico di pura
energia magica di un tenue colore giallo: la croce e il cerchio
avevano formato il segno della terra.
Il
generale la fissò e disse- E' il simbolo dell'Erede di Gaia-, quelle
parole pesarono più di quanto avesse voluto il generale che si
schiarì la voce e iniziò la sua spiegazione e nel frattempo
scompariva il cerchio attorno alla croce.
Jadeite
iniziò alla preparazione la marziana chiedendole di lavarsi le
labbra, il viso, le mani e il collo(3) e poi la portò davanti
all'altarino di fuoco e la fece sedere sui talloni seguito da lui
stesso.
-Pensavo
che lei fosse legato all'elemento della terra, come può utilizzare
il fuoco per la preghiera?- domandò Marte curiosa mentre Jadeite la
fissava gentilmente e con un sorriso di soddisfazione, era lusingato
che fosse il mentore di uno spaziale sulla cultura del suo pianeta-
Noi Shitennou siamo legati a un elemento specifico però è anche
vero che apparteniamo al “sistema” della Terra, perciò la
maggior parte dei nostri poteri sono condivisi ma l'elemento a cui
siamo legati influenza le nostre capacità nello specifico-.
-Capisco,
se il vostro potere deriva da un unico pianeta è ovvio che abbiate
un legame più indissolubile. Per me sarebbe impensabile utilizzare i
poteri dell'acqua delle guerriere Mercurio o Nettuno-.
Marte
fissò il fuoco per un lungo attimo e poi parlò-La ringrazio in
anticipo per l'opportunità che mi sta offrendo- sorrise nel dire
quelle parole, un sorriso così dolce che le illuminò il viso
accentuando non solo la sua bellezza esteriore ma anche quella
interiore, che con il tempo aveva conquistato il cuore del
sacerdote-guerriero.
Il
generale si perse solo per un attimo in quei pensieri, sentì le
guance bruciargli dalla vergogna e sperò che la luce soffusa della
stanza mascherasse il rossore della sua pelle.
Le
spiegò le basi della meditazione e insieme iniziarono ,passò un bel
po' di tempo e Jadeite ammirò la feroce determinazione della
principessa a non perdere la concentrazione o cedere al dolore di
quella posizione scomoda. Gli sforzi della principessa furono
ricambiati, Jadeite avvertì prima di lei l'energia sotterranea che
stava diffondendo, e in un attimo il fuoco cambiò colore in una
violenta fiammata blu.
Marte
aprì gli occhi di scatto, inizialmente impaurita ma poi così
eccitata da parlare senza riserve- Ho sentito qualcosa. Non so come
spiegarglielo eppure so che ce l'ho fatta-.
-Ha
ragione, è riuscita nel suo intento. So bene cosa intende dirmi che
non riesce a spiegarmi ciò che prova ...- prima che Jadeite potesse
continuare a parlare, Marte prese le sue mani tra le sue in un gesto
fulmineo e gli disse sinceramente emozionata-La ringrazio ancora una
volta per la sua premura, Jadeite-.
Il
generale si pietrificò,sentì un brivido profondo attraversare
lentamente il suo corpo, non seppe descriverlo ma era consapevole che
non fosse freddo: non in una stanza così riscaldata da quel bel
fuoco scoppiettante.
Jadeite
non poté far nulla se non fissare Marte davanti a sé, perdersi nei
suoi stupendi occhi viola, che nascondevano ben oltre la tenacità di
una capace guerriera, e si sentì incapace di rimanere solo l' erede
di Gaia.
Le
mani della donna erano ancora tra le sue quando le avvicinò a sé
per posare un timido bacio, eppure Marte ne percepì la potente
passione del generale che era stata soffocata per troppo tempo, nel
tentativo disperato di nascondere la persona dietro al ruolo.
La
principessa rabbrividì ma di paura, quel gesto che con un'altra
persona avrebbe significato poco, con Jadeite era troppo: lui non era
più una semplice conquista, era una persona che aveva imparato a
rispettare profondamente e ammirare, nonostante le convinzioni così
differenti dalle sue.
Si
allontanò fermamente da lui e lo fissò, sulle guance del generale
c'era tutta la sua vergogna e imbarazzo mentre gli occhi severi di
lei pretendevano una spiegazione.
Jadeite
iniziò a parlare con una voce così fragile e timorosa che Marte si
stupì provenisse da lui, un uomo sempre pacato ma autorevole.
-La
verità è che sono innamorato di lei e la desidero-, quelle parole
avevano un'onesta così disarmante che sciolsero il cuore di Marte,
inconsapevolmente.
La
donna sentì la sua gola bloccarsi e lei, che era il fuoco, percepì
la sua passione alimentarsi di quell'amore che provava per il
generale ma era sbagliato … lo era? Come poteva essere l'amore
sbagliato?
Avrebbe
voluto fermarsi e cercò anche lei di ricordare il suo personale
voto di vivere la sua vita a servire la principessa della luna
Senerity, ma in lei c'era la passione ,che scorreva nelle sue vene, e
insieme all'amore per il generale alimentarono il fuoco del suo
essere la principessa di Marte.
-Jadeite-
cominciò la donna avvicinandosi- … se andiamo avanti ... dovremmo
rimetterci al giudizio dei nostri dei- la voce di Marte tremava
mentre osservava il viso del generale che provava le sue stesse
emozioni: paura, desiderio, vergogna e amore.
Marte
lo baciò, su quella bella e maledetta bocca straniera che era
riuscita a soffiare inconsapevolmente sul suo fuoco, e Jadeite
ricambiò come un inesperto fanciullo, che sopperiva alla sua
mancanza di esperienza con un ardore che riuscì a sorprendere la
principessa dell'amore e della passione.
Marte
alzandosi sulla schiena guardò Jadeite ,che era supino e aveva la
testa appoggiata lungo le sue braccia nude e muscolose; i loro
sguardi si incrociarono e il generale sorrise imbarazzato e i suoi
occhi si addolcirono. Marte sorrise di riflesso e pensò a quanto
fosse stata attratta da quegli occhi freddi, per via del colore, ma
capaci di nascondere così tanta passionalità interiore.
Gli
accarezzò il viso e Jadeite baciò delicatamente la sua mano ma
senza tentarla di catturarla e Marte si commosse a quel gesto:
quell'uomo aveva capito che combattere la sua natura indomita era
inutile e dannoso,capirla e accettarla era l'unico modo per non
restarne bruciati. Si chinò per baciarlo quando sentì distintamente
una suoneria provenire dall'altra stanza, qualcuno la stava
contattando dalla Luna sul suo cerca-persone magico.
Marte
e Jadeite si fissarono e il generale si alzò iniziando a vestirsi
mentre lei rispose al contatto...
I
due amanti dovettero separarsi, Marte
era stata chiamata d'urgenza dalla sua regina e Jadeite ,con il cuore
ancora accelerato da tutto quello che era successo, la lasciò andare
con un sorriso incerto sul volto, consapevole che gli aspettasse un
periodo duro e così fu.
Jadeite
era nervoso quando tornò ai suoi doveri dalla corte del principe
Endymion, si domandava ingenuamente se qualcuno potesse accorgersi
della rottura del suo voto ma nessuno parve intuire nulla, neanche
notare quel nervosismo che per il generale Jadeite appariva fin
troppo evidente.
In
realtà Jadeite non temeva di essere scoperto dalle graziose
sacerdotesse della dea Gaia o dai suoi rissosi sottoposti(4), temeva
che i suoi compagni d'armi, gli altri Shitennou, vedessero in lui
qualche cambiamento: il suo timore non lo portò neanche a confidarsi
con Nephrite, il compagno d'armi con cui riusciva a essere più
aperto e libero sui propri sentimenti.
In
altra misura temeva anche Beryl, la grande maga del consiglio di
Gaia, e la papessa della dea perché entrambe donne lo conoscevano
incredibilmente bene e, ovviamente, temeva l'ira della dea in sé.
Eppure
i giorni passarono e tutto sembrò tranquillo ad eccezione dell'umore
del generale, il quale alternava momenti in cui si sentiva fiero dei
sentimenti che aveva per la principessa marziana ma in altri si
vergognava di aver ceduto ai suoi istinti.
La
dea, dall'altra parte, non manifestava la sua presenza e Jadeite
cominciò a sospettare che fosse già stato in qualche modo punito e
il generale decise che era il momento d'accettarsi
della situazione e affrontare la dea.
Entrò
nel tempio più sacro di Gaia, dove la papessa officiava regolarmente
le messe, e rimase lì seduto su una panca a pregare per la sua
manifestazione: al contrario degli altri Shitennou, Jadeite, in
quanto erede di Gaia, poteva contattare direttamente la dea senza
l'ausilio delle sacerdotesse che facessero da tramite.
La
sua situazione quindi poteva rimanere segreta e continuò a pregare
in attesa che la dea manifestasse la sua presenza, ma le parole del
generale sembravano essere incapaci di raggiungere l'unica signora
della Terra.
Il
generale non sapeva che cosa pensare, in verità lui non aveva mai
fatto irritare precedentemente la dea e infatti aveva degli attriti
con Zoisite, l'altro Shitennou,per quella innata capacità di
perfezione che sembrava possedere Jadeite.
Proprio
per questo Jadeite si terrorizzò ancora di più, doveva confessare
tutto ai suoi compagni e deludere anche loro? E se il principe
l'avesse saputo?Gli Shitennou dovevano essere dei modelli da seguire
e Jadeite aveva rotto il suo voto secolare.
La
consapevolezza di ciò che aveva fatto gli sembrò ancora più reale
e tragica,forse... la dea l'aveva addirittura rinnegato?
Jadeite
sentì la sua voce tremare mentre invocava il perdono di Gaia che
taceva e quel spettrale silenzio ghiacciò il sangue nelle vene di
Jadeite, quasi come se il suo potere del controllo degli elementi
atmosferici gli fosse ritorto contro.
Quel
momento di paura però ebbe la capacità di illuminarlo.
Il
ghiaccio … perché non ci aveva pensato? Non aveva ancora
effettivamente testato i suoi poteri, si alzò dalla panca alla
ricerca di una zona del tempio che avesse un altare nascosto:per
evitare indiscrezioni avrebbe potuto provare nelle sue stanze private
ma in quel momento,spaventato come era, si sentiva più fiducioso a
utilizzare i propri poteri in un' ambiente già favorito da una
potente energia magica.
Trovò
un piccolo altare, era pronto a utilizzare i propri poteri e provò
con quello più semplice, l'invocazione del ghiaccio.
Al
primo tentativo si auto incoraggiò, al terzo s'impose
di
restare calmo ma dopo vari tentativi si innervosiva sempre di più
mordendo con forza le sue labbra,ancora un po' gonfie, però riuscì
a invocare una lastra e Jadeite si calmò all'istante a vederla.
Non
era stato rinnegato... sarebbe stato punito ma... e, mentre stava per
accennare un sorriso ,0il ghiaccio si sciolse istantaneamente
bagnandogli violentemente le mani , per poi sparire come se non fosse
mai esistito.
Le
mani del generale si mossero in un spasimo incredulo, Jadeite non
sentì più il suo corpo, si vide e ascoltò la sua voce disperata
dall'esterno, una voce che continuava a negare e pregare mentre le
mani continuavano a muoversi nel tentativo di invocare qualsiasi
cosa.
Jadeite
vide,
o gli parve di vedere, il suo potere scivolare via da lui e
abbandonarlo a quella disperazione.
Sarebbe
rimasto in quello stato di dissociazione, se una voce familiare non
l'avesse continuato a chiamare insistentemente fino a costringerlo a
riprendere il controllo del suo corpo.
-Jadeite,
che cosa stai facendo?-,Kunzite guardava il suo compagno d'armi con
la sua solita espressione stoica ma la sua voce era mossa da chiara
preoccupazione.
-Io
… io ...- iniziò a balbettare Jadeite tremando visibilmente... non
riuscì a rimanere calmo, crollò: afferrò le braccia del compagno
d'armi e abbassò il capo nascondendolo-Ti prego aiutami-,disse con
un filo di voce, la pelle del suo viso pallida era lucida di sudore e
risaltava il colore tenue delle sue labbra.
-Hai
giaciuto con la principessa marziana?- la domanda di Kunzite fu così
diretta che Jadeite arrossì violentemente.
-Hai
perduto i tuoi poteri?- Kunzite continuava con il suo tono stoico e
Jadeite, che aveva rialzato lo sguardo, lo ringraziava mentalmente:
se l'altro generale avesse avuto un tono incredulo,deluso o qualsiasi
altra emozione, ne sarebbe morto per la delusione che ne avrebbe
letto.
Guardandolo
con un'espressione indifesa e timorosa rispose con un filo di
voce-Sì-.
Kunzite
sciolse delicatamente il gesto disperato dell'altro e passò un suo
braccio sulle spalle del sacerdote-guerriero.
Ciò
era un gesto inconsueto per Kunzite, il quale non tendeva a
comunicare con la fisicità del suo corpo, ma che Jadeite apprezzò
tantissimo: se fosse stato un altro momento il sacerdote-guerriero si
sarebbe fatto domande in proposito e soprattutto su come Kunzite
fosse a conoscenza di quello che era accaduto tra lui e Marte.
-Seguimi-
Kunzite ordinò perentoriamente e Jadeite lo seguì docilmente a
testa bassa, entrarono infine nei sotterranei del tempio, dove tempo
prima avevano trasportato uno strano meteorite che sembrava composto
da un materiale sconosciuto sia ai terresti e sia agli spaziali.
Il
meteorite era chiaramente pericoloso, per questo motivo era stata
scelta un'area isolata per collocarlo e per effettuare degli studi
erano stati scelti i più forti terresti, quelli dotati di una grande
potenza spirituale, tra cui la papessa e la grande maga del
consiglio di Gaia, Beryl, e in misura minori gli stessi Shitennou.
Il
luogo di collocamento era una grande stanza rettangolare, in cui il
meteorite era separato da una massiccia porta interna a doppia anta.
Quando
furono lì le sensazioni di vergogna e disagio aumentarono
drasticamente in Jadeite, che sentì le sue guance bruciare e non osò
fare domande.
Poco
dopo entrarono nella stanza sia la papessa e sia la gran Maga con
degli sguardi dolci ma con le bocche piegate in dei sorrisi severi,
Jadeite intuì che sapessero e tenne
gli occhi fissi per terra.
-Ti
prego fratello mio,alza il tuo sguardo-,disse la papessa, Jadeite era
l'unico che chiamava fratello per indicare il suo essere sacerdote
della dea Gaia , seppure di grado inferiore al suo.
Jadeite
alzò timidamente lo sguardo, la papessa era una donna dai caldi
occhi verdi e la pelle scura della regione indiana.(5)
-Sei
sempre uno dei quattro generali celesti, nulla porterà via la tua
nobiltà- continuò Beryl con un sorriso dolce.
Beryl
era la grande maga del consiglio di Gaia per cui era sempre stata
un'alleata per gli Shitennou, era anche una cara amica e con Jadeite
si era spesso cimentata in lotte amichevoli di magia.
Entrambe
donne erano conosciute per nobiltà d'animo e capacità.
Jadeite
fissò le due donne riconoscente,avrebbe voluto aprire bocca e
accennare una spiegazione o una richiesta di perdono, ma non ci
riuscì e preferì un dignitoso silenzio.
Beryl
prese il viso del generale tra le mani e lo guardò con sentito
affetto-Non vergognarti di ciò che è successo-,la papessa
aggiunse-I tuoi sentimenti sono sinceri e anche quelli della
principessa marziana-.
Jadeite
sorrise istintivamente a quel pensiero, quando Kunzite lo fissò per
un attimo con uno sguardo glaciale e disse,-E' innamorata di te, ma
ciò non esclude che possa essere stato un piano per farti perdere i
poteri-.
Jadeite
reagì impetuosamente
e disse con tutta la sua convinzione- Non lo farebbe mai-.
A
quel punto Beryl lo guardò con un sorriso triste-Tutti noi sappiamo
i trascorsi della principessa-, e a quelle parole Jadeite si
ammutolì.
La
principessa era stata chiamata per lungo tempo la Luna rossa,era
stata una guerriera senza ideali o signori da servire che osannava la
guerra concepita nell'ottica violenta di Ares, addirittura.
Era
stato l'incontro fra lei e la principessa di Venere ad aver cambiato
tutto: Venere le aveva dato una causa e l'amore di servire la
principessa della luna Senerity ed Marte era diventata così la sua
più fedele guerriera.
Era
stata la marziana stessa a raccontargli quella parte del suo passato
ai tempi della loro peculiare amicizia.
-E'
fedele alla Luna e la famiglia lunare che cerca di controllarci e non
farci acquisire il potere necessario per dichiarare la nostra piena
indipendenza- commentò Kunzite,lo sguardo glaciale di prima era
scomparso, che continuò-Quindi non puoi escludere che inizialmente
fosse quello il suo piano ma … che abbia sviluppato dei sinceri
sentimenti per te-, concluse leggermente imbarazzato l'altro
Shitennou.
-Marte
non sapeva quanto fosse importante il mio voto-,replicò Jadeite
mentre Kunzite lo fissò severamente e replicò causticamente-
Esistono le spie. Magari quelle dei lunari non saranno brave come il
generale Zoisite e la sua squadra scelta, ma non puoi escludere che
non si siano appropriate di alcune nostre informazioni-.
La
papessa interruppe una possibile replica prendendo le mani del
fratello Jadeite tra le sue e dicendogli gentilmente, - Probabilmente
la principessa si è sentita in colpa di quello che ha fatto, ma noi
non siamo qui per discutere di ciò-.
Beryl
con un'espressione serissima annunciò- Dobbiamo restaurare i tuoi
poteri-.
Jadeite
pensò che era tutto sbagliato quello che dicevano, Marte non sapeva
che cosa gli era accaduto, ma dall'altra parta quella partenza
precipitosa della guerriera significava qualcosa?
Nonostante
i dubbi non riuscì a controbattere le obiezioni logiche del suo
compagno d'armi e delle due donne, in quella stanza si sentiva
inibito come se ci fosse qualcuno di superiore che l'osservasse: una
sensazione simile la provava ogni volta che era nella casa della dea
Gaia e si sentì rincuorato perché preferiva il disprezzo della dea
al suo abbandono.
-La
dea non ti ha rinnegato fratello Jadeite-,annunciò la papessa mentre
Kunzite e Beryl annuirono altrettanto gravemente.
Con
un viso che non nascondeva l'eccitazione la papessa dichiarò- La dea
si è trasformata ed è dalla nostra parte!-, quella affermazione fu
accolta con sconcerto dal generale Jadeite.
-
Il meteorite, fratello mio, è la manifestazione della dea ed è
pronta a combattere per noi. Dobbiamo renderci indipendenti dal regno
lunare!-.
-Il
meteorite?- Jadeite mostrò il suo disappunto tornando a essere
l'autorevole generale che era,- Quel meteorite è portatore di
Caos!-.
-Non
è forse la dea Gaia la primogenita del Caos?-, intervenne Kunzite
con un sorrisetto ironico.
-Sì
però...-
-Non
è forse così, Jadeite?- commentò severamente la papessa per
continuare con tono ancora più duro-Secondo le nostre sacre
scritture?-, impossibilitato di negare Jadeite annuì ma specificò
con forza- Gaia è la primogenita del Caos ma quel meteorite è Caos
puro!
Lo stesso nobile Zoisite ha difficoltà a sopportare la sua presenza
perché contrasta i suoi poteri di purificazione!-.
Jadeite
stava tornano a combattere, a essere un generale arguto e non gli
piacevano quei discorsi, i quali sembravano minacciare ciò che lui
intimamente credeva:l'armonia tra i popoli.
-Non
è precipitato il meteorite quando abbiamo iniziato a lavorare
ufficialmente sulla pace con i lunari? Durante la cerimonia in cui
sono stati firmati i primi trattati?- Beryl fu dura a pronunciare
quelle parole.
-Suggerite
che la dea madre preferirebbe una lotta sanguinolenta che strapperà
delle vite a una Pace? In cui Lei si può dedicare alla creazione
della vita stessa?-.
-L'esistenza
stessa degli spaziali è un affronto per la dea. La loro regina ha
creato la vita con un manufatto “ il cristallo d'argento”, che
è più potente della dea stessa-, dichiarò Beryl mentre la papessa
le afferrava un braccio quasi incapace di ascoltare quell'affronto.
-Questo...-
Jadeite esitò- … non è possibile-, disse a voce bassa come se non
potesse neanche pensare che la dea madre fosse inferiore a qualcosa.
Kunzite
sospirò e lo fissò con uno sguardo rassegnato- Sono più potenti di
noi grazie a quel cristallo e non solo. I loro eserciti anche e hanno
degli ottimi comandanti,le Senshi, che rappresentando ognuna di loro
un pianeta per cui sono di gran lunga superiore a noi prese anche
singolarmente. Prima che tentino di sopraffarci dobbiamo agire e
cogliere i lunari di sorpresa-.
-Non
ci sarà nessun tentativo di sopraffazione, voi … siete impazziti:
prima dichiarate che la dea Gaia manifesta il suo disappunto alla
pace con … con una stella cadente e adesso parlate di un'imminente
lotta di sopraffazione e sopravvivenza, non ci sono i presupposti per
pensarlo- ribatté energeticamente Jadeite, questa volta spinto dalla
sua forza interiore, che era come un fiume sotterraneo di cui tutti
ignoravano la conoscenza, e che invece lo rendeva il cavaliere della
pazienza, intesa come persistenza(7).
-Quanta
focosità nelle tue parole, Jadeite- Beryl incrinò la sua voce al
nome del generale-Si vede che hai giaciuto con la marziana-,a sentire
quelle parole Jadeite si ammutolì nuovamente mentre Beryl lo fissava
con occhi duri e lo stesso Kunzite con sdegno, Jadeite si inibì
nuovamente e si sentì la gola arsa dalla mortificazione e non poteva
reagire altrimenti … il peso della sua educazione da erede di Gaia
lo colpiva ogni volta che ricordava di non essere stato abbastanza
forte per mantenere il suo voto.
-Fratello,
la dea ha dovuto manifestare il suo scontento in questo modo perché
era l'unica soluzione in questo tempo di debole pace: abbiamo
commesso l'errore di fidarci dei lunari offrendo loro la nostra
cultura e fiducia- spiegò la papessa con un'espressione triste,
sembrava l'unica in quella stanza a non provare sdegno per Jadeite
forse perché consapevole della difficoltà di un voto che avevano
entrambi.
-Abbiamo
offerto loro solo strascichi della nostra cultura-, sottolineò a
voce bassa Jadeite- Di certo non la nostra fiducia o segreti-.
-Eppure
non sei
senza potere?-,domandò Kunzite spietatamente e Jadeite aprì la
bocca per rispondere ma non ci riuscì e distolse lo sguardo, con le
guance rosse di vergogna.
Kunzite
lo
afferrò per le spalle e costrinse Jadeite a guardarlo in viso e con
un tono che apparve mosso dalla disperazione disse- Non voglio
credere che i tuoi sentimenti ti abbiano reso cieco al tuo dovere.
Gli spaziali dicono di sorvegliarci con lo sguardo amorevole di una
madre,per guidarci dicono eppure sai bene che vogliono solo
controllarci! Altrimenti perché adesso ,l'unica volta che hanno
riconosciuto la sovranità dei terrestri sul nostro pianeta, hanno
fatto di tutto per rimanere in qualche modo nei nostri affari?
Mascherando il loro interesse in desiderio in cooperazione di pace
tra le parti-.
Gli
occhi di Jadeite si indurirono e fissò l'altro Shitennou con uno
sguardo,per prima volta, sdegnato- Non dubitare mai la mia fedeltà
verso il mio ruolo, servirò il mio signore e la Terra fino al mio
ultimo respiro-.
-Fidati
di me,allora- le parole di Kunzite non furono pronunciate con
l'autorevolezza di un superiore, ma con il sentito affetto di un
fratello e con un'onestà tale che Jadeite iniziò a riflettere se
quelle congetture fossero vere. Kunzite evidentemente lesse quel
dubbio nel viso del compagno d'armi e per cui continuò- Rifletti
Jadeite. Il comportamento del principe, le strane coincidenze degli
ultimi anni(8), come il meteorite precipitato durante i trattati di
pace, e le Senshi che hanno cercato di carpire
i nostri segreti in ogni modo: tutto ciò non può essere un caso-.
Jadeite
chiuse gli occhi come se stesse cercando di raffigurasi ogni singola
informazione fornita da Kunzite, quando li aprì disse
pensosamente-Potrebbe essere un piano della regina madre lunare
Senerity?-.
Kunzite
non disse nulla e vide che Jadeite richiudeva gli occhi mentre il suo
pensiero andava irrimediabilmente verso Marte, se era stato un piano
della regina madre Jadeite non dubitava che la principessa avesse
partecipato perché ,per quanto entrambi avessero potuto essere
innamorati dell'un altro, avrebbero eseguito ogni cosa dettata dai
loro signori perchè la loro fedeltà andava prima verso di loro.
Non
dubitava che Marte avesse dei sinceri sentimenti per lui, ma non
poteva escludere l'esistenza di un piano superiore che le fosse
sfuggito di mano.
Jadeite
ora capiva perché gli era sempre stato proibito di amare oltre la
Terra e il suo signore, era un sentimento troppo potente e gli aveva
fatto perdere gli obiettivi di una vita, sentì la sua croce sul suo
petto ed era rimasta sempre lì, anche nel momento di intimità con
Marte: lui era l'erede di Gaia, in ogni caso, e la sua fedeltà al
suo ruolo era incrollabile.
Sorrise
tristemente, sapeva che era il momento di trovare una soluzione a
quell'attimo in cui aveva dimenticato i suoi doveri.
Fissò
Kunzite, i suoi occhi di ghiaccio si incontrarono con quelli di
metallo del suo leader, compagno d'armi di una vita a servizio di un
unico signore e dea.
-Insinui
che sia stato un piano della regina madre lunare?- Kunzite annuì
aspettando le altre domande di Jadeite- Il cristallo d'argento di cui
parlate è in grado di deviare anche la mente più salda e ferma,
come quella del nostro principe Endymion?-,questa volta Jadeite
rivolse la domanda direttamente alla papessa e alla grande maga,
quest'ultima si affrettò a prendere la parola e con un tono che non
ammetteva repliche dichiarò- Assolutamente. Non si può escludere
che anche la principessa Senerity abbia un suo cristallo-.
Jadeite
annuì e guardò a lungo la porta che sigillava il meteorite/Gaia e
poi tornò a fissare l'altro Shitennou,- Kunzite, mi fido di te come
il mio leader, come amico e fratello. Se tu credi che la Luna stia
cercando di assoggettarci ti credo-.
Kunzite
lo fissò silenziosamente, un silenzio che valeva più di mille
parole e Jadeite accettò quella verità e si spostò dall'altro e si
pose davanti alla porta che lo divideva dalla nuova Gaia: non aveva
bisogno di spiegazioni doveva essere riniziato dalla Dea.
Poggiò
la
mano sulla porta e la spinse, il meteorite lo attendeva immobile e
oscuro ma, quando la porta si chiuse dietro di sé, si animò e
comparve un'inquietante fiamma viola che aveva le fattezze di un
volto umano.
Jadeite,solo
per un istante, si immobilizzò e cercò di razionalizzare le
sensazioni che provava: il disagio che sentiva era dovuto alla
potenza del caos puro ma non era dissimile da quello provato in
precedenza nella casa della dea Gaia e perciò continuò a camminare,
fino a quando non toccò la pietra davanti a sé.
Fuori
dalla stanza Kunzite e le due donne sentirono un lacerante urlo di
dolore e una violenta luce viola filtrò da dietro la porta, il
generale Kunzite fu il primo a muoversi e trovò Jadeite a terra
pallido, sudato e con gli occhi chiusi.
-Jadeite,
come ti senti?-.
Gli
occhi di questo si aprirono di scatto e dentro di essi si leggeva la
sete di sangue di un drago e pronunciò con la soddisfazione di
carnefice queste parole,-Mi sento invincibile-.
Kunzite
sorrise soddisfatto rivelando finalmente la corruzione interna della
sua anima, che aveva così ben nascosto al suo principe e ai suoi
compagni.(9)
-...Nephrite
e Zoisite dovranno soltanto accettare il nostro punto di
vista-,Jadeite parlò, mentre si rialzava utilizzando come appoggio
la mano di Kunzite e si guardò intorno,finché non incontrò lo
sguardo della papessa e Beryl.
Jadeite
puntò la mano destra verso di loro e partì un violento colpo magico
che si trasformò in due spade, che si auto-offrirono elegantemente
alle due donne.
-Sì...
è necessario. Dovremmo convincere anche il principe-, continuò
Jadeite mentre la papessa a sentire quelle parole sorrise fiduciosa,
rasserenata e sussurrò a Beryl- Il fratello Jadeite ha visto
finalmente la luce- ma l'altra donna non rispose, afferrò
silenziosamente la spada che le era stata offerta e costatò che era
fatta di materiale spaziale.
Beryl
guardò il generale avanzare verso di loro con un'aura
diversa, era stato corrotto e aveva infranto qualcosa di ben più
importante della sua verginità: aveva infranto uno dei tre tabù
sacri alla dea cioè creare qualcosa innaturale,in quel momento aveva
sfidato la dea Gaia stessa e lo Shitennou non avrebbe potuto tornare
facilmente su i suoi passi.
Beryl
sorrise camminando dietro a quelle tre persone che erano diventate
inconsapevolmente delle sue pedine, tutto stava andando secondo i
suoi piani.
Marte
non
poteva credere ai suoi occhi, la festa che avrebbe dovuto essere una
celebrazione di pace era stata un agguato(10): gli Shitennou avevano
portato i rispettivi eserciti sulla Luna, uomini di tutte le razze e
con una moltitudine di armi sfilavano in quella parata di Morte.
Jadeite
non aveva solo portato con sé il suo esercito ma collaborava anche
con le sacerdotesse di Gaia, quelle fanciulle normalmente tranquille
e serafiche erano coperte di sangue e avevano gli occhi deformarti
dalla violenza mentre sferravano attacchi di magia potentissimi.
Marte
era sconvolta a vederle in quel modo, normalmente quelle fanciulle
erano delle pie donne che prestavano la loro vita ad occuparsi dei
meno fortunati con dolcezza e fermezza, guidate dalla fede che
riponevano della Dea Gaia.
La
principessa marziana fu dolorosamente colpita anche dalla vista di
Jadeite, che indossava una divisa nera, con una elaborata spallina la
quale sembrava voler ricordare le squame di un drago(11), con gli
occhi così scuri da sembrare di un altro colore e con uno sguardo
deviato dalla violenza e dalla soddisfazione di un brutale animale,
freddo e letale nei suoi attacchi.
Marte
ricordava con disgusto quando era stata anche lei solo un'arma al
servizio della guerra e non poté sopportarlo.
-Jadeite-,
gridò con tutta la sua rabbia e il cavaliere la osservò per un
attimo a spada sguainata, poi disse alla papessa, che gli era
affianco, di andare via che era una faccenda privata e questa ultima
annuì e scomparì teletrasportandosi.
-Mia
cara-,disse educatamente il generale che invocò una spada e la
lanciò ai piedi della principessa che con sdegno la allontanò da
lei, Jadeite sorrise quasi divertito e rifoderò la sua spada.
-Se
vuole un incontro di magia lo avrà, ma non si aspetti che combatterò
come prima- dichiarò il generale e Marte invocò velocemente il suo
arco di fuoco puntandolo verso l'amante ma, prima che potesse
scoccare la freccia, delle mostruose mani uscirono
dalla terra e la afferrarono.
La
marziana si rese conto subito di quello che era successo, negli anni
i lunari avevano effettivamente
raccolto informazioni e le era stato spiegato l'esistenza di tre tabù
dei servitori della dea Gaia.
Marte,mentre
era trascinata verso il generale, afferrò la spada che aveva
sdegnato e la usò per tranciare le mostruose mani, si rialzò e
toccò velocemente la lama e ,come aveva sospettato, era dello stesso
materiale della spada magica lunare per cui era indistruttibile.
-Jadeite,
che cosa stai facendo? Stai oltraggiando la tua Dea e il tuo
signore!-,gli urlò Marte abbandonando qualsiasi formalità mentre
riprovava a colpirlo con uno dei suoi attacchi di fuoco ma il
generale continuava a giocare bene in difesa con invocazioni di
scudi e sfere d'energia.
-Dunque
è vero, la Luna aveva mandato delle spie per scoprire i nostri
segreti … - disse semplicemente, quasi pensieroso, Jadeite mentre
Marte replicò caustica indicando la spada- Anche voi mi sembra, non
credo che puoi invocare un materiale non terrestre senza non averlo
prima studiato a fondo!-.
Jadeite
rispose all'accusa con un sorriso gentile e con una spiegazione- Sto
salvando il mio signore, è stato deviato dal cristallo d'argento
della tua principessa-.
-Che
cosa stai dicendo?La principessa non ha il cristallo
d'argento-,questa volta Marte riuscì a scoccare una freccia e
colpire sulla spalla il generale, che rimase immobilizzato dal
dolore per un attimo ma riprese velocemente controllo di sé.
-Volete
assoggettarci con esso. Non mentirmi Marte perché non lo
sopporterei-ringhiò il generale che invocò del ghiaccio per
bloccare le mani dell'avversaria, Marte non poté fare nulla, in un
attimo le sua mani si ghiacciarono e Dio quanto bruciavano!
-Non
ti sto mentendo! Ti stai comportando come un folle!- disse la donna
mentre Jadeite la fissava con occhi feroci-Folle? Cerco di salvare il
mio signore e il mio pianeta come tu hai adempiuto ai tuoi doveri
seguendo il piano della tua regina-.
Marte
non capiva di che cosa
parlasse,
le sue mani erano ancora intrappolate nel blocco di ghiaccio e
cercò di liberarle utilizzando il fuoco ma Jadeite manteneva il
controllo del suo incantesimo, così la guerriera fu costretta a un
atto estremo e
ruppe
il blocco sbattendolo violentemente a terra: pezzi di ghiaccio le
ferirono le mani e il corpo e del sangue iniziò a sgorgare, come
accadeva con la spalla di Jadeite che ignorava la ferita e Marte
immaginò che il generale stesse controllando il dolore attraversò
l'automedicazione magica.
Marte
rimase impressionata perché Jadeite era sempre stato assai modesto
sulle sue capacità magiche eppure, a vederlo combattere senza
remore e limiti, capiva l'attribuzione del titolo erede di Gaia.
-Se
ti riferisci a cosa è successo tra di noi non c'era nessun piano
della regina madre-,urlò rabbiosa Marte- Ho agito per mia
passione,esattamente come hai fatto tu!-.
Jadeite
indietreggiò a quelle parole-Non sono caratterizzato dalla passione,
non è il mio titolo-.
Marte
vide il conflitto nei suoi occhi, vide quello che le aveva rivelato
tempo addietro la regina madre Senerity, prima di quello che era
successo con Jadeite.
-Marte,
i terrestri non sono onesti come voi marziani sui loro sentimenti e
la passione è un sentimento che li spaventa particolarmente- poi
l'aveva fissata con un sguardo severo- Tu quando ami una persona
pretendi tutto, vuoi tutto, è la tua passione, la tua anima
indomita a farlo … sii molto cauta perché potresti prosciugare
l'essenza di chi ami-.
Le
parole del generale riportarono la principessa marziana alla realtà.
-Se
ho avuto quell'attimo di smarrimento è perché mi hai mostrato una
via che non è la mia- disse cautamente Jadeite, era chiaro che
avesse dei dubbi in proposito delle sue stesse parole, Marte
approfittò per attaccare e il generale parò, ma sembrava che avesse
iniziato a perdere la sua freddezza di calcolo e la sua difesa si
stesse indebolendo.
Marte
gli urlò contro,-Jadeite, sei spaventato dalla passione che hai
avuto
SEMPRE
dentro di te!Se non l'affronterai e se tenterai di sigillarla ti
soffocherà!-.
Gli
occhi di Jadeite si scurirono di astio e questa volta gridò con una
rabbia ,che non sembrava appartenergli poiché gli deformò il viso-
Non parlarmi in questo modo! Avrai scoperto tramite spie che se
avessi rotto il mio voto di castità sarei stato punito,avrei potuto
perdere i miei poteri... sfortunatamente per te, la dea Gaia non mi
ha rinnegato!-, così dicendo sbottonò la giacca della divisa e tirò
violentemente la croce e la mostrò, il cerchio attorno a essa era
di un'inquietante energia viola.
Marte
si immobilizzò e barcollò per attimo scioccata, lui avrebbe potuto
veramente perdere i suoi poteri dopo aver fatto l'amore con lei? Era
davvero come una vestale sul suo pianeta?
-Jadeite
...- lo fissò negli occhi senza parlare, si poteva leggere il
sincero amore di lei e lo Shitennou addolcì lo sguardo- Ti amo
anch'io, tanto che non mi importava di esser punito dalla Dea Gaia
ma, come te che faresti qualunque cosa per il bene della famiglia
lunare, io farei qualunque cosa per il mio signore e la Terra-,
Jadeite impugnò saldamente la spada e fissò negli occhi l'amata- …
anche ucciderti-.
Marte
sorrise a quella sincera dichiarazione e gli disse tristemente-
Quello che provi per il tuo ruolo, la tua fedeltà è alimentata
anche della tua passione nascosta, Jadeite-.
Il
generale la guardò interrogativo ma poi nuovamente severo e
pericoloso, Marte sapeva che se voleva vivere avrebbe dovuto
combattere con tutte le sue forze.
Era
stato un combattimento intenso quello tra Marte e Jadeite, il
generale non si era arreso fino all'ultimo respiro e ora giaceva tra
le braccia di Marte che gli toccava la ferita bruciata sul suo cuore,
aveva dovuto colpirlo lì con il suo arco incantato di fuoco.
Il
viso del generale era tornato sereno come un tempo, era il volto di
un uomo severo, autorevole ma con un profondo amore per il prossimo …
il volto di colui che aveva conquistato nel tempo la principessa
marziana.
-Jadeite
… mi dispiace, ti ho fatto scoprire la tua passione e ti ha
prosciugato, ti ha ucciso: aveva ragione la regina madre-,Marte
parlava con una voce rotta dall'emozione di tutto quello che era
successo: tutto era distrutto e perduto … la sua principessa era
morta.
Marte
toccò la lacerante ferita sul fianco che le aveva procurato Jadeite
con un'improvvisata spada di ghiaccio e pensò, che poco tempo prima
quel fianco era stato sfiorato con l'inquietudine e l'accortezza di
quel inesperto amante che era il generale.
-Non
dimenticherò quello che mi hai insegnato, una vita spirituale può
essere soddisfacente come quella di un guerriero- disse quelle parole
con un sorriso mentre il suo cuore piangeva, gli accarezzò la
guancia ancora calda e si chinò per baciarlo ma si fermò esitando,
aveva perso già il suo ultimo bacio quando era vivo … Marte poggiò
la sua fronte su quella del generale e ,a un soffio dalla sue labbra,
disse-Spero che tu sia in grado un giorno di perdonarti-, la marziana
si rialzò lentamente camminando a fatica verso il palazzo lunare,
facendosi largo tra il sangue viscido di entrambi eserciti: la regina
madre e pochi superstiti(12), tra cui alcuni terrestri ancora
ragionevoli, avevano bisogno di aiuto per sigillare il mostro che era
dietro tutto questo Metaria.
Rei
sapeva che quella era la sua strada, non aveva dubbi in proposito:
avrebbe un giorno gestito da sola il tempio di famiglia e avrebbe
continuato a servire, come la guerriera di Marte, la principessa fino
all'avvento di Neo-Tokyo.
Suo
padre aveva cercato di ostacolarla negli anni e per cui aveva preso
misure drastiche: aveva iniziato una pratica legale che le avrebbe
permesso di diventare un'adolescente emancipata, in poche parole
un'adulta anche a livello legale invece di aspettare i fatidici 21
anni.
La
giovane era stata fortunata perché aveva trovato come avvocato un
bravo uomo, il signor Guiffrey,
che sembrava seriamente interessato a aiutarla e si era conquistato
la sua fiducia nonostante la sua famosa diffidenza.
Rei
non aveva molto fiducia negli altri, in particolar modo negli uomini,
ma il signor Guiffrey era diverso perché aveva qualcosa di speciale
che la ragazza stranamente non sapeva definire.
Aveva
un appuntamento proprio con lui e la ragazza uscì dalle stanze di
preghiera insoddisfatta e nervosa perché era da alcuni giorni che il
fuoco sembrava volerle mostrare qualcosa ma che si ritirasse
spaventato; l'unica visione percepita da Rei era stata l'immagine di
una persona, di sesso indefinito, dal volto coperto da un velo in
cui si vedevano solo dei magnetici occhi, occhi di chi era capace di
rovesciare il mondo, e la persona aveva in una mano una rocca di un
filato.
Rei
aveva provato a meditare più di una volta ma senza risultato, c'era
qualcosa di strano in quella visione perché normalmente sarebbe
stata in grado di capire se la persona in questione fosse stata un
alleato o un nemico, eppure la sacerdotessa era certa ,che in
entrambi casi, quel qualcuno sarebbe stato pericoloso.
Frustata
si incamminò verso l'entrata del tempio dove l'attendeva un uomo
distinto dai capelli biondi e ricci che sembrava rapito ad osservare
i ciliegi in fiore.
-Mi
scusi se l'ho fatta venire fin qui avvocato ma …- Rei si interruppe
quando vide il rossore negli occhi dell'uomo, sembrava che avesse
pianto.
-Si
sente bene?-,L'avvocato colto in fragrante si stropicciò gli occhi e
disse- Si figuri signorina Hino, sono solo un po' stanco- e come per
confermare le sue parole si passò una mano sul viso sciupato.
-Se
preferisce rimandiamo l'incontro ...-,la reazione dell'avvocato fu
insolita e esclamò velocemente permettendo che il suo accento
francese si sentisse mentre parlava- Per amor del cielo, no! Non
posso restare a casa, oggi-.
Rei
rimase stupita da quella reazione, vi lesse tanta pena e si rese
conto di non sapere nulla a livello personale di quell'uomo, una solo
volta le aveva accennato di essere stato un diplomatico e che per
motivi personali avesse rinunciato alla carica per rimanere in
Giappone.
-Signor
Guiffrey, che cosa le succede?-,domandò amorevolmente Rei che
essendo una sacerdotessa doveva occuparsi delle anime affrante.
L'avvocato
sospirò e si schiarì la voce, l'espressione del suo volto era
tristissima-Oggi...oggi è l'anniversario della scomparsa di mio
figlio:sono anni che non so dove sia e lo sto cercando-,Rei percepì
tutta l' angoscia di quell'uomo, non notò che aveva estratto dalla
giacca il suo cellulare e aveva iniziato a giocherellarci sopra.
-Ha
pochi anni più di te. Questo è lui con un suo amico,Sergej-, Rei
prese il cellulare tra le mani e per poco non lo lasciò cadere a
terra quando riconobbe il soggetto della foto sullo schermo,era un
ragazzo quindicenne dai bei occhi verdi da gatto che,senza ombra di
dubbio,erano appartenuti al generale Zoisite del Dark Kingdom,e
l'avvocato lo indicò-Si chiama Aaron- poi puntò un altro
ragazzo,poco più grande e dietro al primo, e disse- Mentre lui è
Sergej -.
Rei
era già scioccata ad apprendere che Zoisite fosse stato umano che
quando vide Sergej sentì il suo volto sbiancarsi, quel ragazzo dal
sorriso modesto era Jadeite.
-Non
hai idea di quanto mi manca- il padre soffocò un gemito e Rei ,con
il cellulare ancora tra le mani, lo guardava incapace di parlare o
poterlo rincuorare.
NOTE
DELL'AUTRICE
1)
La titolo è preso dal doppiaggio amatoriale di Thuderstudio, non ho
idea di come sia stato tradotto nel doppiaggio ufficiale poiché non
ho avuto occasione di vederlo.
2)La
famosa croce disegnata accanto a Jadeite in uno dei suoi profili
ufficiali.
3)Nelle
cerimonie shintoiste è richiesto lavarsi queste parti del corpo
4)Anche
se in generale parlo al femminile delle sacerdotesse di gaia, è
sottinteso che esistono anche i sacerdoti della Dea,idem per i
soldati: una delle sottoposte di Zoisite è infatti un generale
celtico/scozzese che ha un esercito di arcieri. Non si fanno
discriminazione di genere qui XP
5)
E' Anthy della rivoluzione di Uthena, non riesco a immaginarle un
aspetto differente^-^
6)
Il termine pazienza usato nel titolo di Jadeite ha anche questo
significato tecnicamente, almeno da quello che ho letto in alcuni
analisi di altre ragazze.
7)Nella
mia testa la caduta del regno della luna non accade in giorno, per me
il processo è stato lungo, forse di due anni circa.
8)
Ho usato il termine corruzione ma ciò non significa che Kunzite
abbia subito un lavaggio del cervello, per me gli Shitennou del
passato avevano dei buoni motivi per non credere alla bontà del
regno lunare o nel comportamento assurdo di Endymion; Metaria ha
enfatizzato le loro paure e dubbi ma non li ha convinti di qualcosa a
cui non credevano già. Se così fosse avrei scritto di come Jadeite
fosse stato costretto a "toccare" Metaria.
9)Citazione
al musical della Recoquista.
10)
Draghi e draghi ma perché vi domanderete, perché lo Shitennou
associato a Jadeite è Seiryuu, il drago azzurro.
12)Mia
sorella mi ha suggerito di specificare che alcuni terrestri fossero
fuggiti dal maleficio di Metaria. Chi mi segue in Before Beryl
(La
mia ff principale che racconta la vita degli Shitennou da umani prima
di incontrare Beryl) sa già che credo che Nephrite non fosse
finito sotto controllo di Metaria e ,a cuor mio, non riesco neanche a
immaginare lontanamente Cristobàl (un sottoposto di Nephrite) fosse
sotto il controllo di Metaria.
|