Nel cuore del deserto, un nome attende di essere pronunciato: Kunzite. Il Cercatore ha un compito: trovare il quarto Shitennou della Dea Gaia. Ma nel villaggio degli Uomini Cenere, ciò che scopre sfida ogni previsione. Il nuovo Kunzite non è un bambino da plasmare, ma un giovane uomo cresciuto tra le dune, ignaro della chiamata che lo attende. Il destino ha già scelto per lui. La Terra ha già inciso il suo nome e la Dea Gaia reclama il suo sposo.

Per il Generale Zoisite, la fedeltà alla Regina Beryl è sempre stata una certezza assoluta. È uno Shitennou, un guerriero del Dark Kingdom, e la sua unica missione è raccogliere energia per la Regina Metaria. Ma durante una missione, qualcosa va storto. Un uomo lo chiama con un nome che non conosce, uno scontro con Sailor V si fa più difficile del previsto e un dettaglio apparentemente insignificante, una voglia sul collo, lo costringe a farsi domande che non avrebbe mai dovuto porsi.
Zoisite è sicuro di chi è. O almeno, lo era.

Dodici lettere. Dodici colpe. Un solo verdetto.
Hans, il tredicesimo principe delle Isole del Sud, ha tradito un regno che non gli ha mai dato un posto. Ora il suo destino è nelle mani di Peter, fratello maggiore e sovrano, chiamato a giudicare non solo un traditore, ma il bambino che un tempo ha cercato di proteggere. Tra segreti, intrighi e un passato che non smette di pesare, Peter dovrà scegliere tra giustizia e misericordia. Perché nelle Isole del Sud, il sangue unisce… ma non sempre basta.

Ho la bocca con una piega verso il basso che mi fa sembrare arrabbiata con mondo. Le ombre sotto gli occhi non aiutavano a darmi un aspetto amichevole e, a peggiorare, il mio passo di camminata è sempre deciso. In quel caso il passo era anche accompagnato da nervosismo, perché ero stata chiamata a fare un colloquio da Pret a Manger, una caffetteria-catena britannica.

L’undicenne Hans ha sempre vissuto all’ombra dei suoi fratelli, cercando di capire il proprio posto nelle Isole del Sud. Ma nel giorno di San Nicola tutto cambia: un attentato al re Peter sconvolge il castello e Hans, spinto dall’istinto e dalla paura, si ritrova a scoprire più di quanto avrebbe dovuto. Tra il terrore di perdere il fratello, il calore inaspettato di un abbraccio e le ombre che iniziano a insinuarsi nel suo cuore, Hans comprende per la prima volta che il sangue non basta a unire una famiglia. E che l’amore, a volte, è più fragile di quanto sembri.

La prima volta è una frase che racchiude generalmente in sé l'idea di un'esperienza positiva e se non è così?
Il mondo delle relazioni umane è complicato, soprattutto il rapporto tra genitori e figli.
Questa storia partecipa al contest “Prime esperienze” indetto da Spettro94 sul forum di EFP.

Alberto pensò che Mauro avesse ragione e iniziò a studiare le persone davanti a sé per trovare un diversivo finché la comitiva arrivò alla sala numero 13, a quel punto il ladro piemontese disse sussurrò la parola in codice “Russell Crowe” attraverso al suo auricolare.Inconsapevole di quello che sarebbe successo da lì a poco, il direttore, entusiasta del successo, continuava le sue spiegazioni e nella sala numero 13 enfatizzò molto il mistero attorno gli oggetti presenti, tra cui proprio quello del Cofanetto Farnese.

In un’epoca di tensioni tra la Terra e il Regno della Luna, il generale Jadeite, sacerdote della Dea Gaia, e la principessa Marte, guerriera della passione, si ritrovano legati da un amore proibito. Divisi dal dovere e dalle loro fedeltà, i due lottano contro sentimenti inconfessabili mentre forze oscure minacciano di stravolgere il fragile equilibrio tra i mondi. Mentre le alleanze si incrinano e il destino chiama a scelte difficili, Jadeite e Marte dovranno affrontare non solo la guerra imminente, ma anche i propri cuori, in una storia di passione, sacrificio e destino intrecciato.

Questa è una raccolta dedicata alla scomparsa degli shitennou, nella loro vita da civile, dal punto di vista dei genitori e amici più cari.
Capitolo finale Personaggio a sorpresa.
Il marito si sentì irritato da quella telefonata perché sapeva che il suo interlocutore si sentiva in colpa: era stato lui il capo di quell’assurda spedizione in Groenlandia ed era sempre stato lui non essere abbastanza bravo nel suo lavoro.

[...] Aveva imparato bene negli anni a temere un uomo silenzioso che rimane in piedi con feroce tenacia, ma non poté fare a meno di chiedersi perché il fratello si ostinasse a voler avere dei principii.[...]

Sergej e Aaron scoprono di essere Jadeite e Zoisite, membri degli Shitennou, guerrieri legati alla Terra. Guidati da Nephrite e Kunzite, si ritrovano coinvolti in un mondo di magia e misteri dimenticati. Mentre cercano di padroneggiare i loro poteri, oscure forze tramano nell’ombra. Tra battaglie sovrannaturali, verità sepolte e un passato che ritorna, dovranno scegliere chi essere prima che il loro destino venga reclamato.

Ogni regno ha i suoi segreti, e nelle Isole del Sud alcuni sono stati sepolti troppo a lungo. Quando Hans nacque lo chiamarono il principe della morte, un presagio oscuro che la corte non dimenticò mai. Ma è davvero il destino a segnare un uomo, o il riflesso di chi lo circonda? In questo approfondimento di Dodici Lettere, il passato riaffiora tra superstizioni, intrighi e ombre troppo reali per essere ignorate. Mentre Peter affronta le conseguenze della sua scelta, scopriamo cosa significa davvero essere un figlio, un fratello… o un sacrificio.

-Dimmi Arsène, sai che porti il mio nome?- domandò il nonno mentre spezzava il biscotto e lentamente masticò uno dei pezzi.
Il bambino annuì.
-Ti piace?-
La risposta del bambino fu semplice, sincera e lapidaria- No, è brutto- e poi aggiunse un sorriso aperto un po’ canzonatore, l’anziano a vedere quel sorriso rimase stupito … era il sorriso che quando era stato giovane, era diventato il simbolo della strafottenza.
Lupin I e il futuro Lupin III si erano incontrati per la prima volta.
Un tributo sia a Maurice Leblanc che Monkey Punch.

Lui incrocia le braccia come se lo stessi braccando, il suo astio gli indurisce il volto.
Lo invito a salire sul treno, prometto di fargli vedere la cabina come se fosse un bambino.
Non è un bambino, comunque, ha l’età per avere una famiglia propria.

Il bambino mi guarda un po’ intimidito: -Ivan. Davvero troveremmo davvero la mamma? -domanda triste.
- Ivan, bel nome e lo stesso di mio fratello. Dove hai perso la mamma, tesoro?-
Il bambino mi indica la piazza, in effetti c’è abbastanza folla per perdersi.
Ed a circa dieci minuti dalla piazza c’è una stazione di polizia, probabilmente la madre è già andata lì a chiedere aiuto.