Premessa:
Rientro
in questo fandom in punta di piedi, chiedendo permesso...
Torno
tra voi, sperando che abbiate ancora voglia di seguire le avventure
di Oscar, André e della Dama di Picche.
Un
ringraziamento speciale va a Dune Mosse, che mi ha dato la spinta per
pubblicare questo capitolo...
Con
affetto
Karmilla
Seduto
qui, sul comodo e lussuoso divano della tua camera, non posso fare a
meno di pensare a quanto sia surreale questa situazione. Sei tornata
ad essere l'integerrimo Comandante Jarjayes, con il tuo fiero
cipiglio e i modi secchi che usi sempre quando parli ai tuoi
sottoposti, ma mi accorgo che in realtà non ti sto neanche
ascoltando perché la mia mente è tornata a questa
mattina, al nostro risveglio. Com'è difficile guardarti adesso
senza pensare a come eri bella appena sveglia, con i capelli tutti in
disordine, il sorriso dolce e un po' imbarazzato per quello che era
successo tra di noi, gli occhi che tradivano i tuoi veri sentimenti
perché gridavano gioia e felicità.
Quanto
ho sognato di vedere quello sguardo tu non lo sai, e ora che
finalmente quel momento si è avverato, le tue parole mi
spiazzano totalmente...
“André?
Andrééééé!!! Hai finito di fare
quella faccia da beota? E' da stamattina che hai lo sguardo velato
come quello di un merluzzo pescato già da qualche giorno, mi
spieghi perché sto qui a perdere tempo a parlare del ballo di
stasera mentre tu hai la mente chissà dove?”
Hai
ragione, amore mio, devo sembrare davvero ridicolo, ma non posso
farci nulla, per oggi dovrai sopportarmi così, stralunato e
distratto, non ho nessuna intenzione di smettere di ricordare la
notte appena trascorsa.
Senza
darti neanche il tempo di smettere di sgridarmi, ti raggiungo e ti
sollevo, prendendoti delicatamente dalla vita. Ti guardo fissa negli
occhi finché non ti vedo arrossire ed abbassare lo sguardo.
Ecco,
ti ho smascherata! E' inutile che fai la dura con me, Oscar.
“Secondo
te a cosa sto pensando, mia bionda strega?”
Ridi
e mi butti le braccia al collo, nascondendo il tuo viso.
E
va bene, te lo concedo, accetto questo tuo pudore così
femminile, ma solo perché capisco che ti serve del tempo per
accettare la nuova situazione, e soprattutto per accettare la nuova
te.
“André...capisco
come ti senti...anche per me stamattina è difficile
concentrarmi...ma Girodelle sarà qui a minuti, è meglio
se ci diamo un contegno...”
“Hai
ragione”, mi trovo costretto ad ammettere “però
prima ti rubo un bacio, altrimenti non credo di potercela fare...”
Ridi
ancora, e mi scopro a pensare che non ti ho mai sentita ridere tanto
come da ieri sera a questa parte. Sei splendida quando ridi, Oscar, e
mi commuovo al pensiero che ridi così tanto perché sei
felice con me.
Le
mie labbra si incollano alle tue e non hanno alcuna intenzione di
lasciarle andare, anche perché noto con piacere che le tue
fanno lo stesso. Il nostro bacio presto si trasforma, il desiderio fa
capolino dapprima con delicatezza, poi si fa sempre più
esigente e sento che se non ti lascio andare subito ti spingerò
verso il letto e, chissà perché, mi sembra di percepire
la stessa urgenza anche in te.
Cosa
ci sta succedendo, Oscar?
Ormai
credevo di aver raggiunto il limite, credevo che non avrei mai potuto
perdere la testa più di quanto non avessi già fatto, ma
sentire in te lo stesso desiderio che brucia in me mi sta davvero
spingendo sull'orlo di un baratro senza fine.
Non
pensi che ci potremmo far male, amore mio? Un amore grande così,
non pensi che sia pericoloso? Ma sì, sia quel che sia, io
voglio viverti pienamente, anche a costo di distruggermi totalmente.
Mi
fermi prima che la situazione possa andare troppo oltre, e mi fai una
carezza, sussurrandomi che abbiamo tutto il tempo che vogliamo, tutta
la vita, ma adesso è necessario ricomporci, prima che
Girodelle arrivi.
Per
fortuna, al suo arrivo, la situazione sembra normale, e Victor non si
accorge di nulla. Io, però, ho l'impressione che lui sia
strano, che non stia proprio bene.
“Victor...va
tutto bene?”, chiedo titubante.
Mi
volto prima verso André e poi verso Victor. E' vero, Girodelle
ha un aria strana, come ho fatto a non accorgermene subito? Diavolo,
è sempre stato così! André ha l'innata capacità
di vedere dentro le persone, molto più di me e questa sua dote
la invidio tantissimo, benché mi spaventi da morire.
Dimmi,
André, quand'è stata la prima volta che hai guardato
dentro di me? Sapevi già che un giorno mi sarei innamorata di
te? E' per questo che sei stato paziente, in disparte, per tutto
questo tempo, attendendo che la mia infatuazione per Fersen svanisse,
senza mai far trapelare nulla dei tuoi veri sentimenti?
Io non
so come ci sei riuscito, davvero. Ti ammiro, André, hai una
forza d'animo incredibile, sei davvero un uomo meraviglioso.
Ma non
è il momento di pensare ad André adesso!!! Oscar, che
combini, metti a nanna gli ormoni e concentrati su Girodelle.
Victor
è strano, è pallido e fiacco, dev'essere successo
qualcosa di grave.
“Victor,
santo cielo, ma che vi è successo? Avete un aspetto orribile!”
Gli
occhi grigi del conte, ridotti a fessure, mi guardano con severità.
“Grazie,
Oscar! Devo dire che sapete proprio tirare su di morale una persona
quando ce n'è bisogno...”
André
scoppia a ridere, e io mi scuso con il Conte, facendo fatica a
trattenere le risate.
Sì,
è decisamente successo qualcosa, perché Girodelle è
così permaloso solo se c'è qualcosa che non va.
“Perdonatemi,
Victor”, è meglio assecondarlo, “non volevo essere
così brusca con voi. E' solo che mi sono preoccupata da morire
vedendovi così pallido”.
Perché
mi guardi così, André? Credi che in tutti questi anni
io non abbia imparato nulla sull'arte delle moine femminili? E poi
conosco Victor, quando è ridotto in questo stato, l'unico modo
per farlo parlare è adularlo. E infatti...
“No,
scusatemi voi, Oscar, è che ho avuto una nottataccia, non sono
riuscito a chiudere occhio!”
“E
come mai?”, chiedo incuriosita.
Che
abbia scoperto qualcosa tra me ed André?
“Sapete,
Oscar, in fondo è colpa vostra...”
“Mia?”,
gli chiedo stupita. Mia? E cosa avrei mai fatto? Oddio, vuoi vedere
che era nella stanza di André e ha origliato?
Mi
giro di scatto verso André e noto anche in lui un leggero
pallore. Ha il mio stesso timore. E non va bene. No, non va bene per
niente.
“Non
so come abbiate fatto a liberarvi di Fersen, Madamigella, ma sappiate
che dopo il Conte ha dedicato a me tutte le sue attenzioni!”
Con
gli occhi sgranati mi volto verso André, il quale non parla ma
ha uno sguardo più attonito del mio. Cosa??? Fersen e
Girodelle? Un attimo, fermate il mondo che voglio scendere, mi sono
persa qualcosa...
“Victor,
non capisco, in che senso “attenzioni”?”
“Nel
senso che dopo essersi congedato da voi mi ha chiesto di fargli
compagnia e mi ha invitato nei suoi appartamenti. Poi, sapete come
vanno queste cose, un bicchiere di vino tira l'altro e così
abbiamo perso la nozione del tempo, oltre che il controllo di noi
stessi. Davvero, non credevo che il Conte di Fersen potesse essere
una persona così stremante!”
La
situazione si fa incandescente. Ma davvero Fersen e Girodelle...non
ci posso credere!!! Non riesco a fare altre domande, primo perché
temo la risposta, secondo perché è impossibile
interrompere Victor.
“Davvero,
Fersen non mi ha lasciato andare via fino alle prime luci dell'alba,
non si stancava mai, e più gli facevo capire che io ero
stremato e morivo di sonno, più lui partiva all'attacco. Devo
dire che è davvero un uomo incontenibile, adesso ho capito
perché è un Don Giovanni di così vasta fama, qui
alla corte!”
Sento
che sto per svenire. Sì, lo so che è una di quelle cose
che fanno quelle stupide donnicciole che io ho sempre odiato, ma
davvero in questo momento è l'unica sensazione che riesco a
provare.
Apro
la bocca, ma non emetto nessun suono. Come faccio a chiedere a Victor
se ho capito bene, se davvero lui è Fersen hanno avuto una
notte di...di...accidenti, non riesco neanche a
pensarlo...di...sesso?!?!?!
“Vi
è andata bene, Oscar, se Fersen fosse rimasto in vostra
compagnia, voi adesso sareste sicuramente a letto, in preda ad un
emicrania feroce e devastante, a causa del fiume di parole che
quell'uomo è in grado di pronunciare. Seriamente, non è
umano! Un uomo normale non può parlare per così tante
ore di fila senza rendersi conto che il suo interlocutore è
ormai morto di noia!!! Se si comporta così anche con le donne,
allora credo sul serio che la sua non sia bravura nell'ars
amatoria, ma nell'ars
oratoria, cioè stordisce
la povera malcapitata con le parole e quando questa sviene, lui le
racconta ciò che vuole e le fa credere di aver passato una
notte di passione selvaggia, è l'unica spiegazione...Dio, che
strazio di nottata!!!”
L'ultima parte del discorso di Victor non riesco a capirla, perché
le mie risa e quelle di André, che è letteralmente con
le lacrime agli occhi, coprono la voce del conte.
E così si è dovuto subire la logorrea del Conte?
Poverino, gli devo un favore.
Cerco di farmi perdonare facendogli servire una ricca e abbondante
colazione e, non appena il colore sulle sue guance comincia a tornare
normale, gli chiedo se se la sente di mettere a punto il piano per la
serata.
Il piano è semplice: io e Andrè faremo coppia al ballo,
Fersen terrà d'occhio la sala e Victor cercherà di
tenere sotto controllo il Duce d'Orleans, dato che temiamo seriamente
che sarà lui il prossimo bersaglio. Purtroppo abbiamo anche
capito che il Duca non ci sarà di nessun aiuto...
Ecco, siamo pronti, si entra nuovamente in
scena.
Se non fosse che stasera potrò stringere
liberamente Oscar a me grazie a questa finzione, credo che avrei
fatto le valigie e me ne sarei tornato da mia nonna.
Il mio unico timore è che questa volta
non sarò per niente d'aiuto...come posso concentrarmi sulla
Dama se avrò stretta a me la donna della mia vita? Spero solo
di non tradirmi, se qualcuno scoprisse che siamo una coppia sarebbe
davvero una tragedia, soprattutto per Oscar.
Ci siamo, l'ennesima entrata in sala scortata da mio cugino
Victor...
Ed ecco André...e mi muore il respiro in gola! Non riesco a
staccare lo sguardo da lui e sto facendo uno sforzo sovrumano per non
sorridergli come farebbe una qualsiasi donna innamorata, e tutto ciò
che vorrei fare è buttarmi tra le sue braccia.
Per fortuna lui sta dimostrando di avere un ottimo auto controllo
e quando si avvicina a noi, rivolge prima la parola a Victor, poi
a me.
Scambiati i soliti convenevoli, mi invita ad essere la sua dama per
tutta la sera e io accetto fingendomi lusingata ed imbarazzata, non
curante dei commenti delle dame che continuano a
ripetere quanto sia fortunata ed invidiata.
Sarà dura continuare a fingermi lusingata ed imbarazzata,
perché in realtà mi sento fiera ed orgogliosa di essere
la donna di Andrè, e vorrei poterlo gridare al mondo intero.
Appoggio una mano sulla sua, mi lascio condurre al centro della sala
e mi lascio trasportare dalla musica...e da lui, inchiodata ai suoi
occhi verdi, persa nel contatto delle sue mani sul mio corpo, fino a
che mi accorgo di non danzare più seguendo la musica, ma un
ritmo tutto nostro....
La
coppia al centro della sala sta lentamente catalizzando l'attenzione
di tutti i partecipanti.
Sono
una visione sublime e proibita, che costringe i presenti a non
distogliere gli occhi da loro, pur consci di rubare momenti intimi e
privati. C'è un'aura particolare che avvolge quei due giovani,
una chimica e un magnetismo innaturale, che fa arrossire le dame e
rinvigorire i cavalieri.
Può
un semplice valzer essere così sensuale?
Sì,
se l'atmosfera si elettrizza così tanto. Come può un
semplice sguardo essere così rovente? E come può essere
così virile e avvolgente la presa di un cavaliere che danza
con la sua dama? Com'è possibile che l'abbandono di quella
dama sia così innocente, intimo e audace al tempo stesso?
Abbandono
reciproco, fiducia, complicità.
Ecco
cosa rappresenta quella giovane coppia, e il pubblico presente non
può che guardare incantato, stupito, emozionato, invidioso.
Persino
la giovane donna che ha fatto della seduzione il suo biglietto da
visita non può fare a meno che fermarsi a guardare quella
coppia, invidiando quello stato di estasi che riesce a scorgere nello
sguardo dei due giovani.
“Chissà
se anche io, un giorno, troverò mai un ragazzo che mi guarderà
così, con quello sguardo adorante...”
L'invidia,
il sentimento costante che l'ha sempre accompagnata, sin da quando ne
ha memoria.
Chissà
dove l'ha imparata, forse da quella madre battagliera e sfortunata,
che non ha saputo giocare bene le sue carte, che ha avuto troppa
fiducia nel suo potere e che invece è stata l'artefice della
sua stessa disfatta.
Ha
imparato così bene a convivere con l'invidia che è
riuscita a convincersi che è un pregio, non un difetto.
Ma
in quel flusso di pensieri, un nome la porta alla realtà, un
nome pronunciato distrattamente da un affascinante nobile
dall'accento straniero davanti a lei.
Oscar...
Le
orecchie tese, il cuore in gola.
Non
è possibile, questo sì che è un insperato colpo
di fortuna.
Si
avvicina con cautela ai due uomini, sperando di sentire di più.
“Credo
che tra quei due stia succedendo qualcosa di importante”, dice
uno, quello con i capelli lunghi...
“Sì,
Girodelle, lo credo anche io. Però Oscar dovrebbe stare
attenta...come sempre, è troppo sincera e trasparente per
riuscire a mascherare il suo amore per André, ma si scoprisse
l'identità di questa coppia e si venisse a sapere che si è
innamorata del suo attendente, per lei sarebbe la fine...”
Il
nobile straniero che ha appena finito di pronunciare queste parole
non si è minimamente accorto delle ragazza alle sue spalle, né
del sorriso di trionfo che si è appena manifestato su quel
viso.
“Oscar
e Andrè!” - pensa tra sé e sé – “Non
credevo proprio che sarei riuscita a trovare anche loro. Bene, allora
ho ancora una persona a cui farla pagare...”
E
con questo pensiero a rallegrarle il cuore, la ragazza si dirige
verso gli appartamenti del Duca di Orleans, non stupendosi
minimamente del fatto che l'uomo non si dimostri sorpreso di vederla.
“Sidonie”
- le dice il Duca senza neanche voltarsi, senza neanche alzarsi
dalla poltrona.
Al
suono di quella voce il cuore della ragazza si trasforma in pietra e
una smorfia di odio puro le si dipinge sul volto.
“Da
quanto tempo...padre!”
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