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Autore: Karmilla    03/03/2017    14 recensioni
Non c'è pace per Oscar e André. Il caso della collana si è appena chiuso e un nuovo pericolo è in agguato. Una misteriosa donna seduce i nobili, li deruba e lascia come segno di riconoscimento una carta da gioco. Una nuova missione nella quale Oscar e André agiranno in incognito, una missione che li costringerà a fare i conti con se stessi e con i loro sentimenti.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, André Grandier, Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Premessa:

Rientro in questo fandom in punta di piedi, chiedendo permesso...

Torno tra voi, sperando che abbiate ancora voglia di seguire le avventure di Oscar, André e della Dama di Picche.

Un ringraziamento speciale va a Dune Mosse, che mi ha dato la spinta per pubblicare questo capitolo...

Con affetto

Karmilla










Seduto qui, sul comodo e lussuoso divano della tua camera, non posso fare a meno di pensare a quanto sia surreale questa situazione. Sei tornata ad essere l'integerrimo Comandante Jarjayes, con il tuo fiero cipiglio e i modi secchi che usi sempre quando parli ai tuoi sottoposti, ma mi accorgo che in realtà non ti sto neanche ascoltando perché la mia mente è tornata a questa mattina, al nostro risveglio. Com'è difficile guardarti adesso senza pensare a come eri bella appena sveglia, con i capelli tutti in disordine, il sorriso dolce e un po' imbarazzato per quello che era successo tra di noi, gli occhi che tradivano i tuoi veri sentimenti perché gridavano gioia e felicità.

Quanto ho sognato di vedere quello sguardo tu non lo sai, e ora che finalmente quel momento si è avverato, le tue parole mi spiazzano totalmente...

“André? Andrééééé!!! Hai finito di fare quella faccia da beota? E' da stamattina che hai lo sguardo velato come quello di un merluzzo pescato già da qualche giorno, mi spieghi perché sto qui a perdere tempo a parlare del ballo di stasera mentre tu hai la mente chissà dove?”

Hai ragione, amore mio, devo sembrare davvero ridicolo, ma non posso farci nulla, per oggi dovrai sopportarmi così, stralunato e distratto, non ho nessuna intenzione di smettere di ricordare la notte appena trascorsa.

Senza darti neanche il tempo di smettere di sgridarmi, ti raggiungo e ti sollevo, prendendoti delicatamente dalla vita. Ti guardo fissa negli occhi finché non ti vedo arrossire ed abbassare lo sguardo.

Ecco, ti ho smascherata! E' inutile che fai la dura con me, Oscar.

“Secondo te a cosa sto pensando, mia bionda strega?”

Ridi e mi butti le braccia al collo, nascondendo il tuo viso.

E va bene, te lo concedo, accetto questo tuo pudore così femminile, ma solo perché capisco che ti serve del tempo per accettare la nuova situazione, e soprattutto per accettare la nuova te.

“André...capisco come ti senti...anche per me stamattina è difficile concentrarmi...ma Girodelle sarà qui a minuti, è meglio se ci diamo un contegno...”

“Hai ragione”, mi trovo costretto ad ammettere “però prima ti rubo un bacio, altrimenti non credo di potercela fare...”

Ridi ancora, e mi scopro a pensare che non ti ho mai sentita ridere tanto come da ieri sera a questa parte. Sei splendida quando ridi, Oscar, e mi commuovo al pensiero che ridi così tanto perché sei felice con me.

Le mie labbra si incollano alle tue e non hanno alcuna intenzione di lasciarle andare, anche perché noto con piacere che le tue fanno lo stesso. Il nostro bacio presto si trasforma, il desiderio fa capolino dapprima con delicatezza, poi si fa sempre più esigente e sento che se non ti lascio andare subito ti spingerò verso il letto e, chissà perché, mi sembra di percepire la stessa urgenza anche in te.

Cosa ci sta succedendo, Oscar?

Ormai credevo di aver raggiunto il limite, credevo che non avrei mai potuto perdere la testa più di quanto non avessi già fatto, ma sentire in te lo stesso desiderio che brucia in me mi sta davvero spingendo sull'orlo di un baratro senza fine.

Non pensi che ci potremmo far male, amore mio? Un amore grande così, non pensi che sia pericoloso? Ma sì, sia quel che sia, io voglio viverti pienamente, anche a costo di distruggermi totalmente.

Mi fermi prima che la situazione possa andare troppo oltre, e mi fai una carezza, sussurrandomi che abbiamo tutto il tempo che vogliamo, tutta la vita, ma adesso è necessario ricomporci, prima che Girodelle arrivi.

Per fortuna, al suo arrivo, la situazione sembra normale, e Victor non si accorge di nulla. Io, però, ho l'impressione che lui sia strano, che non stia proprio bene.

“Victor...va tutto bene?”, chiedo titubante.



Mi volto prima verso André e poi verso Victor. E' vero, Girodelle ha un aria strana, come ho fatto a non accorgermene subito? Diavolo, è sempre stato così! André ha l'innata capacità di vedere dentro le persone, molto più di me e questa sua dote la invidio tantissimo, benché mi spaventi da morire.

Dimmi, André, quand'è stata la prima volta che hai guardato dentro di me? Sapevi già che un giorno mi sarei innamorata di te? E' per questo che sei stato paziente, in disparte, per tutto questo tempo, attendendo che la mia infatuazione per Fersen svanisse, senza mai far trapelare nulla dei tuoi veri sentimenti?

Io non so come ci sei riuscito, davvero. Ti ammiro, André, hai una forza d'animo incredibile, sei davvero un uomo meraviglioso.

Ma non è il momento di pensare ad André adesso!!! Oscar, che combini, metti a nanna gli ormoni e concentrati su Girodelle.

Victor è strano, è pallido e fiacco, dev'essere successo qualcosa di grave.

“Victor, santo cielo, ma che vi è successo? Avete un aspetto orribile!”

Gli occhi grigi del conte, ridotti a fessure, mi guardano con severità.

“Grazie, Oscar! Devo dire che sapete proprio tirare su di morale una persona quando ce n'è bisogno...”

André scoppia a ridere, e io mi scuso con il Conte, facendo fatica a trattenere le risate.

Sì, è decisamente successo qualcosa, perché Girodelle è così permaloso solo se c'è qualcosa che non va.

“Perdonatemi, Victor”, è meglio assecondarlo, “non volevo essere così brusca con voi. E' solo che mi sono preoccupata da morire vedendovi così pallido”.

Perché mi guardi così, André? Credi che in tutti questi anni io non abbia imparato nulla sull'arte delle moine femminili? E poi conosco Victor, quando è ridotto in questo stato, l'unico modo per farlo parlare è adularlo. E infatti...

“No, scusatemi voi, Oscar, è che ho avuto una nottataccia, non sono riuscito a chiudere occhio!”

“E come mai?”, chiedo incuriosita.

Che abbia scoperto qualcosa tra me ed André?

“Sapete, Oscar, in fondo è colpa vostra...”

“Mia?”, gli chiedo stupita. Mia? E cosa avrei mai fatto? Oddio, vuoi vedere che era nella stanza di André e ha origliato?

Mi giro di scatto verso André e noto anche in lui un leggero pallore. Ha il mio stesso timore. E non va bene. No, non va bene per niente.

“Non so come abbiate fatto a liberarvi di Fersen, Madamigella, ma sappiate che dopo il Conte ha dedicato a me tutte le sue attenzioni!”

Con gli occhi sgranati mi volto verso André, il quale non parla ma ha uno sguardo più attonito del mio. Cosa??? Fersen e Girodelle? Un attimo, fermate il mondo che voglio scendere, mi sono persa qualcosa...

“Victor, non capisco, in che senso “attenzioni”?”

“Nel senso che dopo essersi congedato da voi mi ha chiesto di fargli compagnia e mi ha invitato nei suoi appartamenti. Poi, sapete come vanno queste cose, un bicchiere di vino tira l'altro e così abbiamo perso la nozione del tempo, oltre che il controllo di noi stessi. Davvero, non credevo che il Conte di Fersen potesse essere una persona così stremante!”

La situazione si fa incandescente. Ma davvero Fersen e Girodelle...non ci posso credere!!! Non riesco a fare altre domande, primo perché temo la risposta, secondo perché è impossibile interrompere Victor.

“Davvero, Fersen non mi ha lasciato andare via fino alle prime luci dell'alba, non si stancava mai, e più gli facevo capire che io ero stremato e morivo di sonno, più lui partiva all'attacco. Devo dire che è davvero un uomo incontenibile, adesso ho capito perché è un Don Giovanni di così vasta fama, qui alla corte!”

Sento che sto per svenire. Sì, lo so che è una di quelle cose che fanno quelle stupide donnicciole che io ho sempre odiato, ma davvero in questo momento è l'unica sensazione che riesco a provare.

Apro la bocca, ma non emetto nessun suono. Come faccio a chiedere a Victor se ho capito bene, se davvero lui è Fersen hanno avuto una notte di...di...accidenti, non riesco neanche a pensarlo...di...sesso?!?!?!

“Vi è andata bene, Oscar, se Fersen fosse rimasto in vostra compagnia, voi adesso sareste sicuramente a letto, in preda ad un emicrania feroce e devastante, a causa del fiume di parole che quell'uomo è in grado di pronunciare. Seriamente, non è umano! Un uomo normale non può parlare per così tante ore di fila senza rendersi conto che il suo interlocutore è ormai morto di noia!!! Se si comporta così anche con le donne, allora credo sul serio che la sua non sia bravura nell'ars amatoria, ma nell'ars oratoria, cioè stordisce la povera malcapitata con le parole e quando questa sviene, lui le racconta ciò che vuole e le fa credere di aver passato una notte di passione selvaggia, è l'unica spiegazione...Dio, che strazio di nottata!!!”

L'ultima parte del discorso di Victor non riesco a capirla, perché le mie risa e quelle di André, che è letteralmente con le lacrime agli occhi, coprono la voce del conte.

E così si è dovuto subire la logorrea del Conte?

Poverino, gli devo un favore.

Cerco di farmi perdonare facendogli servire una ricca e abbondante colazione e, non appena il colore sulle sue guance comincia a tornare normale, gli chiedo se se la sente di mettere a punto il piano per la serata.

Il piano è semplice: io e Andrè faremo coppia al ballo, Fersen terrà d'occhio la sala e Victor cercherà di tenere sotto controllo il Duce d'Orleans, dato che temiamo seriamente che sarà lui il prossimo bersaglio. Purtroppo abbiamo anche capito che il Duca non ci sarà di nessun aiuto...





Ecco, siamo pronti, si entra nuovamente in scena.

Se non fosse che stasera potrò stringere liberamente Oscar a me grazie a questa finzione, credo che avrei fatto le valigie e me ne sarei tornato da mia nonna.

Il mio unico timore è che questa volta non sarò per niente d'aiuto...come posso concentrarmi sulla Dama se avrò stretta a me la donna della mia vita? Spero solo di non tradirmi, se qualcuno scoprisse che siamo una coppia sarebbe davvero una tragedia, soprattutto per Oscar.




Ci siamo, l'ennesima entrata in sala scortata da mio cugino Victor...

Ed ecco André...e mi muore il respiro in gola! Non riesco a staccare lo sguardo da lui e sto facendo uno sforzo sovrumano per non sorridergli come farebbe una qualsiasi donna innamorata, e tutto ciò che vorrei fare è buttarmi tra le sue braccia.

Per fortuna lui sta dimostrando di avere un ottimo auto controllo e quando si avvicina a noi, rivolge prima la parola a Victor, poi a me.

Scambiati i soliti convenevoli, mi invita ad essere la sua dama per tutta la sera e io accetto fingendomi lusingata ed imbarazzata, non curante dei commenti delle dame che continuano a ripetere quanto sia fortunata ed invidiata.

Sarà dura continuare a fingermi lusingata ed imbarazzata, perché in realtà mi sento fiera ed orgogliosa di essere la donna di Andrè, e vorrei poterlo gridare al mondo intero.

Appoggio una mano sulla sua, mi lascio condurre al centro della sala e mi lascio trasportare dalla musica...e da lui, inchiodata ai suoi occhi verdi, persa nel contatto delle sue mani sul mio corpo, fino a che mi accorgo di non danzare più seguendo la musica, ma un ritmo tutto nostro....



La coppia al centro della sala sta lentamente catalizzando l'attenzione di tutti i partecipanti.

Sono una visione sublime e proibita, che costringe i presenti a non distogliere gli occhi da loro, pur consci di rubare momenti intimi e privati. C'è un'aura particolare che avvolge quei due giovani, una chimica e un magnetismo innaturale, che fa arrossire le dame e rinvigorire i cavalieri.

Può un semplice valzer essere così sensuale?

Sì, se l'atmosfera si elettrizza così tanto. Come può un semplice sguardo essere così rovente? E come può essere così virile e avvolgente la presa di un cavaliere che danza con la sua dama? Com'è possibile che l'abbandono di quella dama sia così innocente, intimo e audace al tempo stesso?

Abbandono reciproco, fiducia, complicità.

Ecco cosa rappresenta quella giovane coppia, e il pubblico presente non può che guardare incantato, stupito, emozionato, invidioso.

Persino la giovane donna che ha fatto della seduzione il suo biglietto da visita non può fare a meno che fermarsi a guardare quella coppia, invidiando quello stato di estasi che riesce a scorgere nello sguardo dei due giovani.

Chissà se anche io, un giorno, troverò mai un ragazzo che mi guarderà così, con quello sguardo adorante...”

L'invidia, il sentimento costante che l'ha sempre accompagnata, sin da quando ne ha memoria.

Chissà dove l'ha imparata, forse da quella madre battagliera e sfortunata, che non ha saputo giocare bene le sue carte, che ha avuto troppa fiducia nel suo potere e che invece è stata l'artefice della sua stessa disfatta.

Ha imparato così bene a convivere con l'invidia che è riuscita a convincersi che è un pregio, non un difetto.

Ma in quel flusso di pensieri, un nome la porta alla realtà, un nome pronunciato distrattamente da un affascinante nobile dall'accento straniero davanti a lei.

Oscar...

Le orecchie tese, il cuore in gola.

Non è possibile, questo sì che è un insperato colpo di fortuna.

Si avvicina con cautela ai due uomini, sperando di sentire di più.

Credo che tra quei due stia succedendo qualcosa di importante”, dice uno, quello con i capelli lunghi...

Sì, Girodelle, lo credo anche io. Però Oscar dovrebbe stare attenta...come sempre, è troppo sincera e trasparente per riuscire a mascherare il suo amore per André, ma si scoprisse l'identità di questa coppia e si venisse a sapere che si è innamorata del suo attendente, per lei sarebbe la fine...”

Il nobile straniero che ha appena finito di pronunciare queste parole non si è minimamente accorto delle ragazza alle sue spalle, né del sorriso di trionfo che si è appena manifestato su quel viso.

Oscar e Andrè!” - pensa tra sé e sé – “Non credevo proprio che sarei riuscita a trovare anche loro. Bene, allora ho ancora una persona a cui farla pagare...”

E con questo pensiero a rallegrarle il cuore, la ragazza si dirige verso gli appartamenti del Duca di Orleans, non stupendosi minimamente del fatto che l'uomo non si dimostri sorpreso di vederla.

Sidonie” - le dice il Duca senza neanche voltarsi, senza neanche alzarsi dalla poltrona.

Al suono di quella voce il cuore della ragazza si trasforma in pietra e una smorfia di odio puro le si dipinge sul volto.

Da quanto tempo...padre!”










   
 
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