Rage

di BatKnives
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Rage.


La cattiveria non è fine a se stessa, per quanto la mente degli essere umani sia piena di lacune logiche e collegamenti mancati.
La cattiveria nasce da qualcosa, sempre.
Non mi fermo sull'analisi della mia infanzia, di quanto essa posso essere stata traumatica o meno.
Quelle sue traumi e sulle ripercussioni da adulto sono tutte cazzate, altrimenti il mondo sarebbe bianco e nero, e non lo è.
Il mondo mi appare sfocato e sfumato, di troppe tonalità di grigio.
Un grigio neutro e cupo che influenza ogni cosa, di cui esistono in ogni caso fin troppe varianti.
La mia mente è troppo vecchia per elaborarle tutte.
E' un luogo dove il nero e il bianco hanno dominato per troppo tempo, per poi rivelare tutte le loro sfumature e imputtanare tutto.
Non ho l'età per questo e neanche le capacità mentali per analizzare il mondo nel suo insieme e nei suoi cambiamenti imminenti.


Ma la cattiveria è qualcosa che della mia esistenza ha sempre fatto parte.
Ma forse definirla cattiveria è sbagliato.
E' rabbia, di cui non ho mai saputo che farmene.


E' viene fuori così senza neanche rendersene conto, quando il pensiero va ad altro.
Volere e ottenere, cercare e trovare, ricevere e ricevere.
Qualsiasi cosa che cerchi, anche la più pura, la rabbia lo trasforma in cattiveria e violenza.
Sally Jupiter.
Pace e Giustizia.


Violenza e guerra.
Non è che perdi la speranza, ma alla fine ci rinunci a correggere il tiro, lasci che la cattiveria esca senza filtri.
Diventa un riflesso involontario.
In ogni caso nell'ottica comune, finiremo tutti nel girone dell'inferno peggiore, quello che ci siamo dedicati da soli durante il corso della nostra vita.


Poi, in definitiva, l'essere violenti diventa una dote.
Diventi un sicario, ti pagano per esserlo, quando in realtà vorresti avvicinarti a tua figlia, che non sa di esserlo e forse mai lo saprà. Ogni colpo sparato e sei sempre più lontano da lei.
La rabbia ti porta sempre più lontano, diventa un circolo vizioso.
Più vuoi e cerchi di ottenere più ti allontani da quel barlume di felicità, e poi di nuovo ricadi vittima della rabbia che non ti permette di ottenere, e quando te lo permette lo fa a modo suo.
Un circolo vizioso del cazzo.






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