Rage.
La
cattiveria non è fine a se stessa, per quanto la mente degli
essere
umani sia piena di lacune logiche e collegamenti mancati.
La
cattiveria nasce da qualcosa, sempre.
Non
mi fermo sull'analisi della mia infanzia, di quanto essa posso essere
stata traumatica o meno.
Quelle
sue traumi e sulle ripercussioni da adulto sono tutte cazzate,
altrimenti il mondo sarebbe bianco e nero, e non lo è.
Il
mondo mi appare sfocato e sfumato, di troppe tonalità di
grigio.
Un
grigio neutro e cupo che influenza ogni cosa, di cui esistono in ogni
caso fin troppe varianti.
La
mia mente è troppo vecchia per elaborarle tutte.
E'
un luogo dove il nero e il bianco hanno dominato per troppo tempo,
per poi rivelare tutte le loro sfumature e imputtanare tutto.
Non
ho l'età per questo e neanche le capacità mentali
per analizzare il
mondo nel suo insieme e nei suoi cambiamenti imminenti.
Ma
la cattiveria è qualcosa che della mia esistenza ha sempre
fatto
parte.
Ma
forse definirla cattiveria è sbagliato.
E'
rabbia, di cui non ho mai saputo che farmene.
E'
viene fuori così senza neanche rendersene conto, quando il
pensiero
va ad altro.
Volere
e ottenere, cercare e trovare, ricevere e ricevere.
Qualsiasi
cosa che cerchi, anche la più pura, la rabbia lo trasforma
in
cattiveria e violenza.
Sally
Jupiter.
Pace
e Giustizia.
Violenza
e guerra.
Non
è che perdi la speranza, ma alla fine ci rinunci a
correggere il
tiro, lasci che la cattiveria esca senza filtri.
Diventa
un riflesso involontario.
In
ogni caso nell'ottica comune, finiremo tutti nel girone dell'inferno
peggiore, quello che ci siamo dedicati da soli durante il corso della
nostra vita.
Poi,
in definitiva, l'essere violenti diventa una dote.
Diventi
un sicario, ti pagano per esserlo, quando in realtà vorresti
avvicinarti a tua figlia, che non sa di esserlo e forse mai lo
saprà.
Ogni colpo sparato e sei sempre più lontano da lei.
La
rabbia ti porta sempre più lontano, diventa un circolo
vizioso.
Più
vuoi e cerchi di ottenere più ti allontani da quel barlume
di
felicità, e poi di nuovo ricadi vittima della rabbia che non
ti
permette di ottenere, e quando te lo permette lo fa a modo suo.
Un
circolo vizioso del cazzo.