capitolo 4
Il
Giorno Dopo
-Capitolo
4-
L'inizio di una nuova vita
L'episodio di quella
sera mi fece
giungere ad una conclusione.
Ero pericolosa. Pensavo che mi fosse possibile leggere soltanto la
mente degli altri, che non avevo alcun timore della rabbia e delle sue
conseguenze.
Erano talmente sepolte dentro di me che credevo non sarebbero
più ricomparse, che sarebbero rimaste sotterrate per tutto
il
tempo che mi restava da vivere. Eppure, il rivedere una sola persona,
nemmeno particolarmente importante per il mio passato, era bastato a
farmi provare un'odio incredibile.
Non tanto verso di lui, verso Michael Travor, ma verso ciò
che
aveva permesso che un ragazzo tanto sciocco, arrogante ed egoista fosse
rimasto in vita, mentre tutte le persone dolci e gentili che conoscevo
erano scomparse.
Odiavo persino la mia stessa esistenza, probabilmente avrei preferito
morire con le persone che amavo, con il ragazzo di cui ero innamorata,
i miei genitori, i miei amici. E invece no.
Sospirai, nessuno mi poteva sentire. Margherita era ferma al banco del
bar mentre chiedeva l'ennesima pallina di gelato, Doris era tornata al
suo lavoro.
Fissai la coppa di vetro dove quel che restava del mio gelato era quasi
del tutto sciolto.
Sussultai quando Margherita tornò al tavolo, facendo
tintinnare
il vetro sopra la superficie del tavolo.
-A quanto pare sono indistruttibile...- sospirò a sua volta,
guardando con avidità il suo gelato. -Eppure tu, se solo lo
volessi potresti distruggermi, ma scegli di non farlo- mi sorrise, un
leggero velo di invidia le attraversò gli occhi. Rimasi
sorpresa, erano diventati chiari, non più scuri come quando
si
era svegliata.
-Solo se mi fai arrabbiare- commentai sarcastica, lei rise a sua volta.
-Quando è successo il disastro, mentre tu eri ancora nella
reception Doris mi ha riferito una discussione che c'è stata
tra
te e il dottor Logan- parlava in tutta sincerità, lei era
stata
la prima che aveva capito da subito che era del tutto inutile mentirmi.
Annuii come per invitarla ad andare avanti. -Mi ha detto, che secondo
te la cattiveria è questione di scelte... o a grandi linee
era
quello il sunto della cosa-
Sorrisi appena. -Si, credo che siano le scelte che siamo costretti a
fare che ci spingono a compiere certi gesti... se escludiamo i pazzi
fanatici...- indicai il pavimento, come per far capire che sotto di noi
stava la stanza in cui era rinchiuso Travor.
-Quando ho visto i miei genitori in coma mai avrei pensato di poterli
perdere...- sentii l'emozione nelle sue mani passare nelle mie. -Una
volta svegliata avevo una rabbia interna che non capivo da dove
venisse, ma ora mi rendo conto che era stata solo una conseguenza della
solitudine in cui mi ritrovavo... il terrore di rimanere senza la mia
famiglia-
Quelle parole mi permisero di dare un senso a tutti i suoi pensieri,
forse, dopotutto, il pensiero può mentire, non a chi lo
legge
come me, ma al pensatore stesso che si inganna per raccontarsi qualcosa
di consolatorio, per schiacciare il dolore che si porta dentro.
-Ma ora non sei arrabbiata- constatai guardandola nelle iridi chiare e
limpide.
-Già, i miei genitori, a quanto pare si rimetteranno, l'ho
saputo poco prima di... hai capito.- Mi sorrise rincuorata e a mia
volta ricambiai. -Però averti vista a quel modo mi ha anche
fatto capire che sono fortunata... tu non hai più nessuno
vero?-
Esitai un secondo, poi feci cenno di "si" con la testa. -Voglio andare
comunque a cercare, esserne sicura, posso solo sperare che sono troppo
lontana per poterli sentire-
-Magari è così!- Mi sorrise, sebbene sentivo che
dubitava
persino lei di quelle parole. Arrossì appena, rendendosi
conto
della cosa. -Scusa io...-
Scoppiai a ridere. -Tranquilla, tu non immagini fino a che punto
possano arrivare i pensieri delle persone...-
-Alle volte deve essere imbarazzante...- commentò cercando
di
sembrare divertente.
-Puoi giurarci...- confermai.
-Cosa pensi di fare ora? Te ne andrai per sempre?- mi chiese, sembrava
triste.
Presi la coppa gelata tra le dita e sorrisi triste. -Ho promesso al
dottore che sarei rimasta in contatto con lui e comunque prima vogliamo
assicurarci che io riesca a controllare la rabbia...- risposi
sinceramente.
-Ti spiace se rimaniamo in contatto anche noi?- La vidi arrossire,
mentre ultimava il suo gelato in bochi bocconi.
-Certo che possiamo rimanere in contatto!- Affermai.
-Bene... ehm ti spiace se vado a riposarmi, comincio ad avere sonno...-
La vidi allontanarsi e poco dopo feci a mia volta la strada che
conduceva alle nostre stanze.
Ancora un giorno, pochi test e poi me ne sarei andata.
***
Non
riuscimmo a combinare nulla con i test
per la rabbia di Lynn.
Fu chiaro sin da subito che non serviva a nulla insistere sulle
provocazioni, era tornata seria e controllata e nemmeno gli stimoli
fisici bastavano.
Era come riempire di spilloni una bambola di pezza, l'ago passava nella
trama e usciva senza alcun danno o dolore.
La guardai preoccupato, ero consapevole che dopo oggi non l'avrei
più vista, al massimo qualche lettera senza un recapito.
-Posso darti dei calmanti nel caso in cui tu perda il controllo... ma
il controllo sta a te- sospirai, lei teneva lo sguardo perso nel vuoto.
La vidi annuire, poi sorridere. -Cercherò di evitare persone
che
possono farmi arrabbiare, del resto mi basta sentire il loro pensiero
per riconoscerli- tentò di ridere -Mi allontanerò
cercando strade alternative, e vedrò fino a dove posso
arrivare
nel sentire i pensieri-
Cercai di sorridere incoraggiante. -E mi informerai di tutte le
novità e degli altri mutati che incontrerai vero?-
Lei scoppiò a ridere di gusto questa volta. -Si, si! Ti
scriverò tutte le volte che potrò, al massimo ti
tengo un
diario aggiornato e appena potrò lo spedirò qui
all'ospedale in busta chiusa-
Sorrisi di gusto, poi la vidi andare nella sua stanza.
Mi dedicai per tutta la giornata alle mie scartoffie e a riordinare i
nuovi appunti riguardanti Margherita.
Andai a vedere Michael Travor una volta sola e lo trovai legato a letto
con tre infermieri che si scambiavano i turni a rotazione.
Anche sotto sedativi continuava a sostenere che era in grado di
risolvere qualsiasi problema matematico.
-Le giuro che io so fare tutto, lo chieda a Lynn, lei era in classe con
me alle superiori, sa che persona ero e posso mostrare cosa sono ora!-
parlava di fretta, ma a fatica, i sedativi gli impedivano di agitarsi
più del dovuto.
-Lynn ha confermato i nostri sospetti, non hai avuto alcuna mutazione,
probabilmente ti senti intelligente, ma non così "super"
come
pensi-
Lo vidi agitarsi e rifiutare d'accettare la cosa.
-Come può esserne sicura! E' invidiosa! Ecco
cos'è!-
alzò la voce.
Mi avvicinai a lui, le corde e i lacci lo tenevano saldamente
inchiodato al lettino. -Non abbiamo motivo di dubitare di Lynn- non
volevo di certo smascherarla, se quel ragazzo fosse stato dimesso
avrebbe potuto dire verità scomode a Lynn e non volevo certo
che
lei venisse perseguitata, soprattutto vista la copertura realizzata e
alle prezione informazioni che avrebbe fornito alla ricerca. -E
comunque abbiamo analizzato dei campioni, non c'è
stata
alcuna mutazione a livello genetico-
Dette quelle ultime parole vidi il suo volto arrendersi finalmente, poi
me ne uscii diretto al mio studio.
Quando finalmente arrivai trovai solo un biglietto.
"Mi farò
sentire, promesso... e
terrò i contatti anche con Margherita, ti sarei grata se
glielo
riferissi a mio nome. Lynn".
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Ecco
che termino questa fic in malo modo... Ovviamente siete sempre liberi
di contattarmi quando volete nel caso in cui vogliate accettare la mia
proposta di proseguire in una storia a più mani o ancora
preferite proseguirla voi stessi!
Per
i futuri progetti posso solo dire che probabilmente
rivisiterò alcune vecchie storie (Le rileggevo la sera
scorsa e le ho trovate... banali e pessime, soprattutto in
grammatica e ortografia) (a proposito di ortografia, non ho ancora
riletto questo capitolo dopo averlo salvato quindi se ci sono errori
fatemelo pure presente
XD) e forse vedrò se scriverne di nuove o mettere mano prima
alle bozze abbandonate nelle varie cartelle del computer...
Ringrazio
comunque quelle anime pie che mi sopportano e hanno seguito fino a
qui....
Alla
prossima!
bye
bye
By
Sayu
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