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“Cos’è
quello?” Hope si alzò e si mise di lato ad Allison guardando con aria perplessa
il disegno che la donna aveva abbozzato a matita su un foglio bianco.
“È
un cane!” esclamò l’altra. “Non è forse ovvio?”
“Un
cane?” La bambina scoppiò a ridere, con quella risata argentina che aveva preso
da Hayley, non di certo da Klaus. Prese il foglio e lo mostrò a suo padre che
disegnava stando seduto dall’altra parte del tavolo. “Papà diglielo anche tu
che questo non è un cane.”
L’Ibrido
osservò lo schizzo per un attimo, poi si piegò poco avanti come per guardare
meglio. “Se lo è devo dire che è il più brutto che io abbia mai visto.”
Allison
bevve un sorso dalla sua tazza. “Grazie Klaus, sei gentilissimo come sempre.”
Sia
lui che Hope risero ed Allison finì per seguirli fin quando non calò di nuovo
il silenzio e lei si perse nella vista dei visi concentrati dei due Mikaelson.
Non potè fare a meno di notare quanto si somigliassero, gli occhi chiari
lanciavano sguardi fugaci ad uno quando l’altra non guardava, le mani correvano
veloci e sicure sul foglio e tutte le fantasie prendevano vita. Allison era
felice che Hope avesse preso quel talento da Klaus, avere tanta passione per
qualcosa le sarebbe stato utile crescendo, soprattutto nei momenti in cui
avrebbe imparato quanto il mondo può essere crudele.
Allison
sperava non sarebbe mai successo ma sapeva che invece era una specie di
passaggio obbligatorio per ognuno, inclusa la piccola a cui voleva un gran bene.
“Come
vi siete conosciuti tu e papà?” chiese di improvviso proprio lei.
La
cacciatrice fece un grosso respiro e scambiò una rapida occhiata con Klaus. “Ho
aiutato tuo padre durante un momento difficile. Diciamo pure che se non fosse
stato per me si sarebbe ritrovato in un mare di guai.”
“Ah!”
l’Ibrido ridacchiò. “Non è così che ricordo la storia.”
“Cerca
di ricordare meglio” gli sorrise sardonica Allison. “Trovavo tuo padre molto
antipatico all’inizio e credo che il sentimento fosse reciproco.”
La
bambina guardò suo padre. “Anche tu la trovavi antipatica?”
“Ancora
adesso a dire il vero” disse lui in tono scherzoso.
Hope
sorrise e bevve un sorso di succo d’arancia, infine tornò a disegnare ma non
smise di fare domande. “E come hai conosciuto tutti gli altri?” chiese ad Allison
guardandola con gli occhi pieni di attesa.
“C’era
una festa e ci sono andata. C’erano tutti, o quasi… tuo padre, lo zio Kol, la
zia Rebekah, lo zio Elijah. È così che ho conosciuto loro, la mamma e la zia
Freya invece le ho conosciute qualche anno dopo. Sono andata a trovare lo zio
Elijah e le ho incontrate.”
Di
nuovo silenzio, ma solo per un attimo. Hope parlò di nuovo. “Chi è Marcus
Capp?”
Allison
corrugò la fronte. “È il mio avvocato… Perché mi chiedi di lui?”
La
bambina le passò il telefono. “Ti sta telefonando.”
La
cacciatrice rise prima di rispondere. “Marcus, cosa posso fare per te?” gli
disse portandosi il telefono all’orecchio e scusandosi con Klaus ed Hope mentre
si allontanava. Passando di fronte alla veranda vide Hayley ed Elijah, sorrise
loro ma l’Originale fece quello che faceva da quando aveva confessato la sua
malattia; distolse lo sguardo.
“Quei
documenti che mi hai chiesto sono pronti ma visto che devo partire per l’Europa
ho bisogno che tu me li firmi entro oggi.”
“Va
bene, mandameli via email e te li rimanderò indietro appena frmati.”
“No,
ho bisogno che siano firme originali Ally.”
“Io
non posso venire a Los Angeles in questo momento Marcus. Che ne dici se dopo
averli firmati te li rispedisco con una raccomandata?”
“Così
le poste li perderanno? No grazie” l’uomo si schiarì la voce. “Vengo
io da te, anzi sono già in Kentucky. Mandami via sms l’indirizzo esatto e
tieniti pronta per le otto; ti porterò a cena e firmeremo tutto quello che c’è
da firmare davanti ad un buon bicchiere di vino.”
“Scommetto
che questa cena verrà caricata sulla parcella che mi farai avere una volta
tornato a Los Angeles.”
“Ovviamente” Marcus
rise. “Sono arrivato ora in hotel comunque, attendo il tuo sms e nel
frattempo credo che mi farò un pisolino. A stasera.”
“A
stasera.” Allison riattaccò e mandò subito il messaggio prima di scordarsene.
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Stasera
vorrei portarti a cena le aveva detto. Ed Allison aveva accettato con
piacere. Le aveva fatto capire che gli sarebbe piaciuto vederla chiusa in un
bel vestito elegante e lei lo aveva accontentato.
Era
uscita e si era comprata quel vestito beige che la faceva sentire una signora
per bene e allo stesso tempo una femme fatale e si era accorta che mai per
nessun uomo aveva fatto quello che stava facendo per Elijah Mikaelson, non con
quell’entusiasmo da ragazzina.
L’Originale
le aveva dato appuntamento alle otto in punto in un bellissimo ristorante che
stava al centro della città, al secondo piano di un palazzo meraviglioso e di
nuova costruzione. Allison aveva pensato che fosse strano che non si fosse
offerto di andarla a prendere, ma aveva preso la sua auto e si era diretta al
posto stabilito.
Era
salita su un ascensore tanto nuovo quanto lussuoso e una volta raggiunto il
piano le porte si erano aperte direttamente sulla sala.
Era
vuota, eccetto per Elijah che la aspettava in piedi vicino ad un tavolo a
ridosso della vetrata con vista su un bellissimo parco. Quando la vide la
raggiunse sorridendole dolcemente col suo completo blu addosso.
“Sei
puntualissima” le sussurrò porgendole la mano. “E bella da togliere il fiato.”
Lei
sorrise spostandosi una ciocca di capelli mossi dietro l’orecchio, quelle
fossette sulle guance comparvero quasi prepotenti ed Elijah notò che quella
destra era più profonda dell’altra.
“Anche
tu non sei niente male” gli disse lei afferrando la sua mano. “Ho solo una
domanda.”
“Cosa?”
“Perché
la sala è vuota?”
“Perché
ho voluto che fosse solo per noi” le spiegò il vampiro accompagnandola al
tavolo e facendola sedere, prendendo poi posto all’altro capo dello stesso.
Allison
annuì, poggiò la borsa per terra e poi si alzò. Spostò la sedia sul lato del
tavolo e gli si avvicinò. Con le mani prese a slegargli la cravatta e una volta
snodata la tirò via e la ripiegò ben bene per poi poggiarla sul tavolo.
“Così
va meglio” gli sussurrò. “E dopo cena avrò una cosa in meno da toglierti quando
mi riporterai a casa per il dessert.” Gli fece l’occhiolino
ridacchiando ed Elijah la seguì a ruota. Pensò che lasciare Los Angeles,
lasciare lei sarebbe stato complicato.
“Oh
là là” mormorò Freya ed Elijah venne trascinato fuori dai suoi pensieri, lì
sulla poltrona accanto al camino. “Stai benissimo, molto sofisticata.”
“Zia
Allison” le disse Hope prendendole una mano e facendole fare una mezza
giravolta. “Sei molto bella con questo vestito. Il blu ti dona.”
Allison
sorrise facendo un grosso respiro. “Grazie tesoro” volse lo sguardo a Freya.
“Grazie anche te.” Dietro la maggiore dei Mikaelson se ne stava Elijah, la guardava
con gli occhi pieni di tutto e stavolta fu lei a distogliere lo sguardo
poggiandolo di nuovo sulla bambina. “Nel caso non dovessi tornare prima che tu
vada a dormire, ricordi a che pagina del nostro libro siamo arrivati?”
“Centosessanta”
confermò Hope con un gesto del capo. “Spero che arriverai in tempo però.”
“Lo
spero anche io ma sai come sono gli avvocati no? Gente logorroica; parlano
parlano parlano…”
“Sì,
lo so” disse lei facendo un gesto con la mano per poi scoppiare a ridere. “Mi
porterai una fetta di torta?”
“Ovviamente”
Allison tese il mignolo abbassandosi poco per guardarla meglio negli occhi. “Ma
devi giurarmi che la mangeremo insieme, tu ed io.”
“Giurin
giurello.”
Suonarono
il campanello ed Allison recupererò la sua borsa sorridendo ad Hayley mentre
Rebekah andava ad aprire. “Allison!” le urlò. “È il tuo incredibilmente sexy
avvocato.”
Hayley
e Freya scoppiarono a ridere, la cacciatrice invece chiuse gli occhi e scosse
poco il capo. “Sarà meglio che vada, prima che lo faccia morire di imbarazzo.”
“Divertiti!”
esclamò l’Ibrida dandole un bacio sulla guancia. “E se il tuo… avvocato vuole
restare dopo la cena, può tranquillamente farlo” le disse maliziosa.
Allison
rise. “Non credo accadrà ma nel caso dovesse succedere, ti ringrazio” diede un bacio
sulla fronte ad Hope sporcandola di rossetto. “Buona cena mia piccola peintre,
e buonanotte se ti addormenterai prima del mio ritorno.” La piccola le mandò un
bacio con la mano, abbracciò sua madre mentre zia Allison usciva.