Azalée d'antan

di Blue Eich
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La ladra era seduta sul terreno arenoso, davanti a una distesa d'acqua della quale non si riusciva a scorgere la fine. Le sue orecchie erano tese, per paura d'essere attaccata alle spalle, così com'era pronta ad estrarre il pugnale dal fodero in pochi secondi. Si lasciava cullare dal suono pacifico delle onde, a occhi chiusi, respirando a pieni polmoni la salsedine. Finché all'udire un fruscio dal folto dell'erba alta non cercò di tirar fuori l'arma, ma si sentì bloccare da dietro i polsi bendati. L'adrenalina che in un lampo l'aveva pervasa e il batticuore rallentarono.
«Cosa ci fai tu qui?» domandò, acida, mentre Lupin arretrava beffardo.
«Niente di particolare, chérie» rispose, porgendole galantemente un fiore. «Avevo solo bisogno di prendere un po' d'aria.»
Ofumi fece una buffa smorfia d'orgoglio, ma glielo strappò lo stesso di mano. Le sue dita si trovarono a toccare un'azalea, di un tenue rosa chiaro, di sicuro rubata a un cespuglio prima del tramonto. «Perché tanta gentilezza, si può sapere?» lo apostrofò con sgarbo.
Dinnanzi al suo impeto l'uomo sorrise, mentre estraeva un accendino dalla tasca per consumare l'unica sigaretta rimasta nel pacchetto. «Sai, appena l'ho visto ho pensato subito alla mia Fujiko» le confidò, sinceramente. In quella ragazzina sempre imbronciata, giovane e incantevole proprio come un fiore ma aggressiva come il più piccante dei peperoncini, rivedeva in tutto e per tutto il suo grande amore. La corolla del dono lo portava a ricordarne le labbra seducenti, per il colore e per l'ineguagliabile finezza, provocandogli un po' di nostalgia. Nessuno poteva sapere se l'avrebbe mai rivista, né se quella sarebbe stata l'ultima sigaretta della sua vita oppure no.
La brunetta rimase in guardia, ma quando la fiamma del piccolo arnese si spense si limitò a scrutarlo. «Dì un po'» esordì poi. «Chi sarebbe questa Fujiko che continui a nominare?»
«Una tua lontana discendente» le rivelò il ladro, con lo sguardo volto alle stelle. Di così limpide, nella sua epoca, non se ne vedevano più. «L'unica donna che sia mai riuscita a derubarmi.»
«Davvero?» gli chiese, con un'ombra d'ingenua curiosità negli occhi.
«Oui!» esclamò lui, senza esitare. «Mi ha rubato il cuore, perdutamente.»
Lei sbatté le ciglia e restò zitta per un po'. Osservava la scia di fumo dissolversi verso il cielo, un fenomeno bizzarro che non riusciva a spiegarsi. «Dev'essere fortunata, questa Fujiko» affermò infine, con una nota allegra. «Quando crescerò, anch'io avrò decine di uomini disposti a tutto per me!»
«Oh, non ne dubito, chérie» la assecondò Lupin, lasciandosi andare a una leggera risata. Si voltò e nel passarle accanto, in un gesto abile, riuscì a incastrare l'azalea dietro al suo orecchio.
A Ofumi s'imporporò un poco il viso, mentre lo guardava dirigersi alla casa di paglia. Sfiorò un petalo vellutato con l'indice, pensierosa. «Non ho idea di cosa significhi chérie, ma mi piace» commentò tra sé e sé, sorridendo.

 


 





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