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Selenis osservava l'oscurità premere contro il finestrino;
sembrava che il mondo lì fuori fosse finito, e un
pò era davvero così.
La principessa era stata caricata sopra un’auto differente da
quella dove
viaggiava Noctis. Il taglio sul viso le era stato curato e
aveva smesso di sanguinare, così come i palmi scorticati
delle
mani. Seppure non fosse in gravi condizioni e il dolore fosse
tollerabile, la ragazzina non riusciva lo stesso a respirare. Stretta
contro il fianco di suo padre seguiva la corsa delle vetture verso la
capitale. Nonostante si fosse lasciata il pericolo dei Deamons alle
spalle, il terrore non l’aveva ancora abbandonata, e non
bastavano le parole rassicuranti di Revis a calmarla.
Noct era
gravemente ferito, aveva perso conoscenza e non si era più
risvegliato. Non
voleva perdere suo cugino... la sola idea le risultava intollerabile e
il pensiero di essere stata lei ad averli portati
a quella situazione, la faceva quasi impazzire.
-
Selis mi stai ascoltando? –
La ragazzina
alzò lo sguardo verso il padre, che con la fronte corrugata
la osservava.
-
Quando arriveremo ad Insomnia dovrò occuparmi di
quello che è
successo. – le disse molto seriamente – Pensi di
potertela
cavare per un pò? Io tornerò appena mi
sarà possibile –
aggiunse.
-
Sì, ma certo. – rispose meccanicamente
Selenis – Fai quel che devi. –
-
Brava la mia bambina. – rispose Revis baciandole la
testa.
Qualcuno
potrebbe pensare
che fosse da egoisti lasciare la figlia da sola dopo quello che era
appena successo, ma Revis aveva delle grosse, grosse
responsabilità. Scoprire il motivo che aveva permesso ad un
Deamon di arrivare così vicino alla città, era
una
necessità impellente.
L'uomo si sentiva responsabile; dopotutto era lui a capo della prima
linea di difesa di Insomnia e quella creatura gliel’aveva
fatta
sotto il naso, con il risultato che a pagarne le conseguenze erano
stati Noctis e la sua Selis.
Il convoglio di auto, lanciato a tutta velocità,
impiegò
la metà del tempo normale per fare ritorno a Palazzo, tempo
che
sembrò lo stesso infinito. Quando le vetture si fermarono
davanti l'ingresso principale, ad attenderle c'era una squadra
di
medici. Selenis li vide circondare immediatamente la figura minuta di
Noctis, che sparì ben presto dalla sua vista assieme al Re,
inghiottito dall'entrata dell'edificio illuminato a giorno.
-
So che vorresti andare con lui - esordì Revis
osservando
lo sguardo preoccupato della figlia - ma ho bisogno che tu vada dritta
nel mio studio a riposarti; non appena avrò notizia di Noct
verrò a comunicartele – le disse.
-
Va
bene – rispose la ragazzina rivolgendogli uno sguardo
distratto -
ma adesso vai, hanno bisogno di te - aggiunse.
Il
comandante si
chinò ancora una volta a darle un bacio e poi, con uno
svolazzo
del mantello, imboccò il corridoio che portava agli
ascensori.
Selenis
rimasta sola, si
guardò intorno. Nel palazzo regnava la più totale
confusione. Nonostante fosse ormai tardi, tutti erano affaccendati e
nessuno dormiva.
In una sorta
di
stordimento, Selenis s'incamminò per i famigliari corridoi
dell'edificio; ma invece di dirigersi verso lo studio del padre,
involontariamente si diresse verso la stanza di Noctis. Una volta
raggiuntala, si fermò fuori dalla soglia con la mano posata
sul pomello della porta.
Era inutile
entrare...
suo cugino non l’avrebbe accolta come suo solito con un gran
sorriso stampato in faccia e con la richiesta di giocare pronta sulle
labbra. La principessa rimase immobile a fissare la maniglia con
sguardo assente per diverso tempo, finchè una voce non la
riscosse.
-
Selis! –
La
ragazzina
alzò lo sguardo e si voltò. Ignis era comparso
nel
corridoio, il viso segnato di preoccupazione e il fiato grosso. Era
senza cravatta e con i capelli scompigliati; probabilmente la notizia
di ciò che era successo lo aveva sorpreso quando era
già
rincasato.
-
Ti ho cercata dappertutto! – esordì
avvicinandosi.
All’improvviso,
nella mente di Selenis, tutto fu incredibilmente chiaro.
Era a palazzo,
era a casa, al sicuro, e anche se tutto quello che si ricordava era
successo per davvero e non era solo frutto di un brutto incubo,
apparteneva ormai al passato... Come se qualcuno le
avesse dato uno schiaffo in pieno volto, la giovane si riscosse dallo
stato di torpore che l’aveva colta.
-
Ignis... – mormorò guardando l'amico,
prima di
corrergli incontro e buttarsi fra le sue braccia.
Il ragazzo,
ancora
frastornato dalla situazione, si stupì di sentirla tremare
contro di lui. Selenis non era il tipo da farsi consolare.
-
Va
tutto bene, stai tranquilla – la rassicurò,
stringendola
delicatamente in un abbraccio e cercando di frenare i singhiozzi che la
scuotevano.
-
Tu
non dovresti essere qui! – esclamò invece la
ragazza
scostandosi per guardarlo in viso – Devi andare da Noct! Lui
ha… -
-
E'
stato tuo padre a mandarmi, mi ha chiesto di non lasciarti sola e non
intendo farlo – replicò il ragazzo
interrompendola.
-
Ignis…-
Selenis
tornò a
nascondere il viso nell’incavo del suo collo. Era contenta
che
lui fosse lì, era contenta che suo padre lo avesse mandato
da
lei. Si rendeva conto di essere incredibilmente egoista, ma ne era
felice.
-
Vieni, ti faccio una tazza di tè –
propose il giovane dopo un
momento, quando il pianto dell'amica si attenuò.
-
Volentieri – assentì lei con
voce roca.
Ignis la
accompagnò fino allo studio del padre, lasciandola sola il
tempo
necessario per tornare con una teiera fumante e un paio di
tazze.
-
Grazie –
Selenis
afferrò
tra le mani il bicchiere che sprigionava un intenso profumo di
bergamotto, il suo tè preferito, e si accorse solo in quel
momento di avere le dita congelate nonostante facesse tutto
fuorchè freddo. Mentre prendeva un sorso, osservò
Ignis
versarsi a sua volta una tazza, prima di prendere posto di fronte a lei
sul piccolo tavolino rotondo dalla superficie di marmo bianco.
-
Mi hanno detto che avete incontrato un Lamia, è
vero? – le domandò il ragazzo dopo qualche minuto
di silenzio.
-
È corretto – affermò Selenis.
-
Com’è possibile...? –
mormorò Ignis incredulo.
-
Non
lo so – la ragazzina scosse la testa – Eravamo
sulla strada
del ritorno, quando all’improvviso l’auto davanti a
noi
è semplicemente esplosa – raccontò
– Quel
mostro è apparso dal nulla.. – disse, osservando
come
ipnotizzata la bevanda scura vorticare nella sua tazza.
Avvertiva
ancora addosso il calore delle fiamme che l'avevano aggredita appena
fuori dall'auto.
-
Abbiamo tentato di scappare, ma ci ha raggiunto
subito..
– proseguì ancora con gli occhi bassi –
Camelia
è…- al pensiero della donna le si
formò un nodo in
gola che le mozzò il respiro – Ignis
c’era
così tanto sangue! Io… -
Le mani
presero a
tremarle così violentemente che rischiò di
scottarsi con
il tè, ma Ignis, prontamente, le tolse il bicchiere per poi
afferrarle saldamente entrambe le mani.
-
Non è colpa tua – affermò il
ragazzo con decisione.
Selenis non
ebbe il
coraggio di alzare lo sguardo, ostinandosi a fissare i polsini
immacolati della camicia dell’amico. Come al solito aveva
centrato subito il punto.
-
Guardami – la esortò allora lui
scuotendola
leggermente – non prenderti colpe che non hai – le
ripetè fissandola con i suoi occhi chiari.
-
Non avrei dovuto portarlo fuori da Insomnia, avevate
ragione.. – replicò la principessa.
-
No,
avevi ragione tu a voler tirare su di morale Noct! Quello che
è
successo è stata una tragica fatalità –
ribattè Ignis.
La ragazzina voleva convincersene, ma per ora non riusciva proprio a
sentirsi in pace con sè stessa.
– Adesso devo uscire per un istante –
proseguì Ignis, lasciandola e tirandosi in piedi.
Per un riflesso involontario, Selenis allungò una mano e gli
afferrò il braccio; poi, rendendosi conto del gesto, la
ritrasse
imbarazzata. Per una che affermava di voler diventare più
forte
quello era un pessimo inizio.
– Non ci metterò molto, tu nel frattempo
cerca di
riposare un pò – le suggerì il ragazzo
prima di
uscire.
Quando
Selenis rimase
sola, andò a sedersi sul grande divano in broccato davanti
ad
una piccola libreria stracolma di volumi. Nonostante si sentisse
spossata non voleva dormire. Ogni qual volta chiudeva gli occhi,
rivedeva quel ghigno ferino e il luccichio dell'acciaio.
Sentiva il
gorgoglio
della gola di Camelia mentre le si riempiva di sangue, soffocandola, e
il bagliore dell’incendio salire nel cielo.
Non poteva dormire anche perché voleva sapere come stesse
Noct;
il pensiero che potesse non farcela era un chiodo fisso che la riempiva
di angoscia.
-
Tu non ascolti mai i consigli –
Ignis
riapparve nella
stanza, come promesso era stato via poco più di
mezz’ora.
Si era assentato per andare a parlare prima con il comandante Revis per
aggiornarlo sulle condizioni della figlia, e poi dal Re per avere
notizie
di Noctis.
-
Come sta? –
Selis
scattò a sedere più dritta sul divano: aveva
quasi ceduto alla stanchezza.
-
E'
ancora sotto cura dei medici di corte – rispose Ignis celando
la
sua agitazione dietro un tono calmo e tranquillo –
Verrà
qualcuno ad avvisarci non appena avranno finito – aggiunse
andando a sedersi di fianco alla ragazzina.
-
Ho
pregato tutti gli Dei di cui conosco il nome, non so più che
fare... – disse Selenis passandosi una mano sul viso e
facendo
una smorfia di dolore.
Lo zigomo si
era gonfiato leggermente e il taglio al labbro e quello alla schiena,
bruciavano al minimo movimento.
-
Hai bisogno di riposo – asserì di nuovo
Ignis con tono perentorio.
-
Voglio aspettare di avere notizie –
replicò Selenis testarda.
La vicinanza
di Ignis
però, stava sciogliendo la sua tensione, e la ragazzina
finì per lasciar scivolare il capo sulla sua spalla.
-
Iggy, se Noct dovesse non farcela… - la
principessa non ebbe la forza di concludere la frase.
-
Si riprenderà – ribattè il
giovane senza quasi lasciarle finire la frase.
-
Ho avuto paura – ammise Selenis.
-
Lo so – commentò semplicemente Ignis
afferrandole la mano scorticata.
- Sono così debole...-
mormorò lei mentre
cullata dal tepore dell'amico veniva vinta dalla stanchezza,
addormentandosi.
Contrariamente
a quanto
previsto, nessuna scena terrorizzante si presentò ai suoi
occhi,
forse merito del fatto che non fosse sola. Nonostante però
il
sonno profondo, quando qualcuno la prese in braccio la sua coscienza si
riscosse quel tanto da mantenerla nel dormiveglia.
-
Grazie per averle tenuto compagnia –
La voce di
Revis arrivò alle orecchie della ragazzina piuttosto
ovattata.
-
È stato un piacere – rispose Ignis
– è
molto scossa da quello che è successo e se ne da la colpa
– aggiunse guardando la figura abbandonata tra le braccia
dell'uomo.
-
Lo
immaginavo... – sospirò il comandante –
Quest'incidente è capitato nel peggiore dei momenti
–
disse tra i denti.
-
Avete idea di come possa essere successo? –
-
No, ancora nessuna.. la Lamia
è sparita; ma abbiamo trovato un container vuoto non troppo
lontano, il che ci fa presupporre che sia stato portato lì
volutamente. – rispose Revis sistemando meglio la figlia tra
le
braccia.
-
Che
sia opera degli imperiali? – domandò Ignis
prendendosi
meditabondo il mento tra le dita.
-
Non ne ho idea, ma non mi stupirebbe – ammise
l’uomo avviandosi verso la porta dello studio.
- Questo vuol dire che sapevano che Noctis sarebbe
uscito
dalla città..- ragionò il ragazzo preoccupato
dalla sua
stessa affermazione.
- Troverò il responsabile, questo
è certo
– asserì Revis guardando il viso tumefatto della
figlia.
La
conversazione divenne improvvisamente troppo indistinta per Selenis, e
la ragazzina ripiombò nel sonno
finchè non si sentì adagiare sopra una superficie
morbida e fresca.
-
Papà? –
Revis, che
si stava
ritraendo dopo averla posata sul soffice materasso della stanza degli
ospiti, si chinò di nuovo sulla figlia che lo guardava
attraverso la fessura delle ciglia.
-
Sono qui tesoro – le rispose l’uomo.
-
Noct? –
-
Sta bene, non si è ancora svegliato ma non
è più in pericolo di vita –
-
Voglio vederlo! –
Selenis
lottò invano con la spossatezza che sembrava non volerla
lasciare.
-
Domani, ora devi riposare – la bloccò il
padre mettendole una mano sui capelli.
-
Papà? –
-
Sì? –
-
Puoi
restare qui? – mormorò la ragazzina –
sempre se non
hai da fare… - aggiunse con una punta di vergogna.
-
Certo bambina mia, resto –
In
realtà
c’erano centomila cose che avrebbe dovuto fare, ma adesso non
gli
importavano. Sua figlia aveva bisogno di lui e il regno poteva passare
in secondo piano per qualche ora.
Campeggio dell'autrice:
Salve a tutti lettori!
Scusate il ritardo nel postare il capitolo, ma l'ufficio mi ha
reclamato più del necessario oggi ^^"
Si è notato che Ignis è nella rosa dei miei
personaggi
preferiti? xD Mi piace tantissimo scrivere di lui e sono ansiosa di
farvi scoprire come il rapporto con Selenis si evolve con il passare
del tempo.
Sto cercando, piano piano, di farvi conoscere la principessa,
aggiungendo sfaccettature del suo carattere man mano che si trova ad
affrontare certe situazioni. Spero di riuscire, con il passare dei
capitoli, a farvi capire quanto lei sia legata ai suoi amici e alla sua
famiglia.
Selenis si porterà dietro il peso di questo incidente per
molto
tempo... e in qualche modo influenzerà determinate scelte
che
dovrà prendere.
Un ringraziamento particolare ai Lettori che continuano a seguirmi!
Al prossimo
venerdì!
Marta
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