VERO
Naruto guarda il
cielo: è
azzurro, interrotto solo da piccoli cirri bianchi spinti da un vento
leggero. Sta
bene disteso sul prato a non preoccuparsi di niente. Socchiude gli
occhi e
volta il capo a guardare la bambina vicino a lui che dispone
ordinatamente dei
fiori in un mazzetto.
“Perché
li raccogli sempre?”
le domanda, anche se non sa bene da quanto duri questo sempre e nemmeno quando sia iniziato.
La bimba
acciglia lo
sguardo, ha ancora le palpebre cucite. “I fiori sono belli.
Appassiscono
velocemente ma nonostante questo non smettono di essere meno belli e
profumati.
Proprio come te”
Naruto si alza
colpito e la
guarda. “Stai dicendo che sono un fiore delicato?”
scherza.
Si ritrova una
margherita
gettata sulla faccia. “Sei un buffone!” ride la
bimba, poi si alza “Forse
dovremmo riprendere a camminare”
Naruto si getta
sulla
schiena chiudendo gli occhi. “No dai, sono stanco. Restiamo
altri cinque minuti”
La bambina gli
prende per
mano. “Ma devi svegliarti, il tuo fidanzato ti
aspetta”
Ma sono
già sveglio, pensa
e poi
Apre gli
occhi, appena posa lo sguardo sul soffitto bianco tutti gli altri sensi
si
accendono simultaneamente. Avverte un gusto dolciastro e disgustoso in
bocca,
un materasso morbido sotto di sé, delle coperte ruvide, un
ago infilato
sull’avambraccio e dei tubi infilati su per il setto nasale;
sente l’odore di
disinfettante e il rumore ritmico e assordante di un
elettrocardiogramma. Non è
più nel giardino, ma in quella che ha l’aspetto di
una stanza d’ospedale.
Naruto
ruota con fatica la testa sbattendo le palpebre, le luce gli sembra
troppo
forte e fatica a distinguere i contorni delle figure, ma vede
chiaramente
Sasuke, una macchia nera, addormentato su una sedia. Il bip
ritmico del cardiogramma accelera simultaneamente e in quel
modo si rende conto che la macchina è collegata al proprio
cuore.
Che cazzo
è successo, ‘tebayo?!
Come se
lo
avesse detto ad alta voce, Uchiha sussulta sulla sedia svegliandosi e
aprendo
immediatamente gli occhi con lo sharingan
e il rinnegan attivi e brillanti.
Naruto avverte istintivamente il proprio corpo contrarsi per la paura,
ma poi
la stanchezza prende il soppravvento facendogli abbandonare la
sensazione di
difesa. Sasuke lo guarda con l’occhio rosso che diventa
progressivamente onice
come se non riuscisse a comprendere la situazione e quegli occhi
azzurri fissi
su di lui.
Quando
sembra realizzare si alza di scatto dalla sedia rovesciandola.
“Naruto!” sbotta
e il suo volto sembra riempirsi di sollievo.
Uzumaki
sbatte le palpebre confuso, il volto inespressivo. Alla fine chiede
esitante:
“…chi
sei?”
L’espressione
di Sasuke si cristallizza davanti a quella domanda detta in un soffio,
una
fitta al petto gli blocca il respiro e gli sembra che il mondo abbia
cominciato
a sgretolarsi sotto i suoi piedi.
Chi sei? Non ha
abbastanza fiato per
rispondere.
Dura un
secondo solo perché immediatamente il rumore
dell’elettrocardiogramma viene
soffocato dal fragore di una risata. Naruto ride con la bocca
spalancata e gli
occhi socchiusi, ride tra un colpo di tosse e ride di cuore, come se si
stesse
sciogliendo in quella risata.
“La
tua
faccia. La tua faccia!” sente fra una risata e
l’altra come se stesse
soffocando “Dovevi vedere la tua faccia, Sas’ke!”
e riprende a ridere più forte.
Per
Sasuke
è come riprendere a respirare, l’ossigeno lo
aggredisce non appena capisce che
quel dobe gli ha fatto uno scherzo.
“Io
ti
ammazzo, Us’ratonkachi!” sbotta ma il sollievo
è così forte che, senza potersi
controllare, scoppia anche lui in una risata nervosa e liberatoria.
Ride e si
sente ridicolo nel farlo, ma, kami,
credeva di essere vicino all’infarto.
Naruto
ride
ancora più forte condizionato dalla risata di Sasuke
contagiandolo a sua volta
e così continuano a ridere per mezz’ora, con la
pancia che fa male e il respiro
che non è sufficiente, ridono finché la porta
della stanza bianca non si apre e
Sakura, con i capelli spettinati e il camice aperto sulla divisa, fa
irruzione
con sguardo allarmato.
“SASUKE!
NARUTO!” grida istintivamente pronta al peggio prima di
vederli piegati in due
dalla ridarella, con le lacrime agli occhi e completamente scossi dai
singhiozzi incontrollati.
Li
guarda
un secondo e gli occhi le si inumidiscono dalle lacrime di sollievo che
stanno
per scendere, immediatamente scoppia a ridere anche lei in maniera
incontrollata e quasi isterica. Continuano a ridere, incapaci di
smettere,
anche se i polmoni protestano per la mancanza d’aria e la
pancia fa male per i
crampi.
Quando
si
calmano hanno il respiro affannoso e le ciglia completamente umide.
“Ne
è valsa
la pena” ansima Naruto.
“Non
sarai
dello stesse parere quando ti decapiterò con
kusanagi”
“Ragazzi,
vi prego!” alza gli occhi al cielo Sakura “Si
è appena ripreso e subito
cominciate a minacciarvi”
Naruto
cercò di alzarsi dal letto mettendosi in posizione
semi-seduta, si sentiva
ridicolo con quei tubicini infilati su per il naso. “Che
cos’è successo?”
A quella
domanda Sakura assume immediatamente un’espressione
professionale e controlla
il monitor accanto a lui. “Tu come stai? Hai… hai
riacquistato i ricordi? I
tuoi veri ricordi?” esita
spiandolo.
Sasuke lo guarda attento.
Naruto
abbassa lo sguardo e scuote la testa. “No, io… io
continuo a ricordare le cose
sbagliate” li spia di soppiatto per controllare le loro
espressioni, non sono
affatto sorprese o deluse “Sbaglio o conoscevate
già la risposta?”
Sakura
prende un lungo respiro, poi annuisce. “Sì,
noi… ecco, è un po’
complicato”
accenna un sorriso sistemandosi una ciocca rosa dietro
l’orecchio e lancia uno
sguardo a Sasuke in cerca di aiuto “Siamo riusciti a
decifrare tutto il rotolo
dei Chinoike. Ci ha aiutato la figlia di En Oyashiro”
Naruto
spalanca gli occhi. “Chino?” scuote la testa
cercando di riacquistare le idee
“Che è successo dopo che sono svenuto?
Perché sono collegato a delle macchine?
Quanto tempo è passato?”
“Forse
dovremmo chiamare Kakashi” considera Sakura.
“Cinque
giorni” risponde invece Sasuke.
“Che
cosa?”
“Sei
stato
cinque giorni in coma” specifica lugubre “Le
macchine hanno impedito al tuo
cuore di fermarsi”
Naruto
aspetta qualche secondo convito che Sasuke stia scherzando –
una sorta di
vendetta per lo scherzetto bastardo che ha fatto lui – ma
Uchiha continua a
guardarlo con espressione seria. Mortalmente seria.
“Questo
è
impossibile. Sono un jinchuurike, c’è
un
biju dentro di me! Anche se la lama fosse stata avvelenata non avrebbe
potuto…
è ridicolo… ”
“Naruto”
lo
interrompe Sakura “Qual è l’ultima cosa
che ricordi?”
Abbassa
lo sguardo,
i suoi ultimi ricordi sono il viso sporco di sangue di Sasuke e la
disperata
sensazione di star morendo. “Non
lo so,
è tutto confuso”
Sakura
si
siede sul bordo del letto e gli sposta maternamente una ciocca bionda
dalla
fronte. “Sono arrivata che tu eri svenuto già da
qualche minuto. Ho tentato di
curarti lì, ma non ci riuscivo, qualcosa impediva al mio
chakra di espandersi:
la lama che ti aveva trafitto aveva un veleno particolare che non avevo
mai
visto, bloccava l’attivarsi sia del tuo chakra, che quello di
Kurama, che il
mio. Non potevo usare i ninjutsu per curarti”
“Era
lo
stesso veleno sulla freccia che mi aveva colpito” aggiunge
Sasuke “Solo che
quello sul pugnale era più denso e stava completamente
soffocando il tuo
chakra”
“Ti
abbiamo
portato qui il più velocemente possibile, ma non sapevamo
cosa fare. Tu stavi
morendo e nessuna delle nostre tecniche funzionava” gli
prende la mano e
stringe “Ho usato la medicina tradizionale, ma non
c’era nessuna certezza che
funzionasse. A volte il tuo cuore smetteva di battere per minuti
interi” una
lacrima rotola dagli occhi verdi “Ad un certo punto ho
creduto davvero che tu
fossi morto, temevo di essere arrivata troppo tardi” tira su
con il naso.
“Sei
arrivata sufficientemente presto da salvarlo” replica Sasuke
duro “E adesso
smettila di piangere, lo hai fatto anche troppo in questi
giorni”
Sakura
annuisce passandosi
una mano fra le
ciglia umide e Naruto le stringe l’altra cercando di
confortarla. “Non volevo
farti preoccupare”
“Voi
non
smetterete mai di farmi preoccupare” risponde Sakura
accennando un sorriso
“Anche a novant’anni, con i capelli bianchi e il
bastone, mi farai impazzire”
“E
tu sarai
la nonna con i cerotti” garantisce il biondo cercando di
strapparle un sorriso “Sasuke
invece sarà il vecchio burbero che ripete in continuazione ‘ai miei tempi…’”
“Idiota”
commenta sdegnato il futuro vecchio burbero in questione e Sakura
scoppia in
una risata tremante.
“Cos’è
successo a Chino?” domanda Naruto dopo un attimo di
esitazione.
“E’
qui, a
Konoha” risponde Sakura mentre il volto di Sasuke si oscura
“Ha collaborato con
noi, mi ha aiutato a tenerti in vita e ci ha anche tradotto tutto il
rotolo.
Non ha… fatto resistenza”
Uzumaki
pensa
un attimo al proprio sogno. “Così ora sappiamo
come farmi tornare a ricordare correttamente?”
Le
espressioni amare sul volto dei suoi compagni sono una risposta
evidente, ma
sente comunque una fitta al cuore quando Sakura scuote la testa.
“No,
non è
un processo che si può revocare, si rischia solo di
danneggiare ulteriormente
la mente. Si può solo sperare che con il tempo la tecnica si
indebolisca”
“Quali
sono
i tuoi ricordi, esattamente?” la interrompe Sasuke.
Naruto
lo
guarda un attimo spaesato. “E’…
difficile. Io continuo a ricordare quelle cose,
ma so che sono sbagliate. Che alcune
non sono vere. Riesco a distinguerle, ora riesco a capire cosa sia vero
o falso
ma…” ha gli occhi chiarissimi e tristi
“Non avrò mai più i miei ricordi,
è
questo che cercate di dirmi? Nulla potrà farmi ricordare i
momenti belli con
Sas’ke?”
“Non
necessariamente”
ribatte vivacemente Sakura “Chino ha detto che la tua mente
è forte, secondo
lei alcuni ricordi – i più importanti –
potrebbero tornare. Non dobbiamo
perdere la speranza, Naruto”
“La
Chinoike ha anche detto che è ancora nella tua
testa” la voce gelida di Sasuke
taglia l’aria, ha un’espressione corrucciata.
Naruto
annuisce. “Sì, io… sì, penso
di sì” continua a pensare al sogno
“E’ come se ci
fosse un collegamento empatico”
Sakura
alza
gli occhi al cielo. “Sasuke non si fida di Chino”
spiega “Ed è convinto che
tutto questo sia un suo piano malvagio”
“E’
la
figlia di En Oyashiro”
“E
lo ha
ucciso, ha letteralmente fatto a pezzi il suo corpo. Ha salvato la vita
di
Naruto e la tua”
“E’
stata
lei a comprometterlo e a manipolarlo” replica furioso
“E’ la causa di tutto
questo e voi non fate nulla a riguardo”
“Ma
alla
fine ha fatto la scelta giusta” sbotta Sakura, ha il tono di
chi ha tenuto
quella conversazione per ore intere “E’ una bambina
di sette anni, santo
cielo, ed
è anche rimasta traumatizzata
da questa storia. L’unica persona da biasimare è
En Oyashiro”
“Voglio
parlarle”
Entrambe
le
teste si voltano verso di lui.
“Cosa?”
chiede Sakura.
“E’
fuori
discussione!” sbotta invece Sasuke.
“Voglio
parlare con Chino” ripete cocciuto “Devo capire
alcune cose e solo lei può
spiegarmele”
Sakura
si
gratta nervosamente una guancia. “E’ Kakashi quello
che devi convincere, non
me. Adesso vado da lui, devo avvertirlo che ti sei svegliato e
sicuramente
vorrà sapere come sono andate le cose dal tuo punto di
vista…” lascia un attimo
in sospeso la frase, poi sorridere socchiudendo gli occhi e si sporge
verso di
lui per baciargli i capelli biondi “Che sollievo riaverti
qui”
Naruto
solleva gli angoli della bocca verso l’alto. “Che
sollievo essere qui”
Dopo che
Sakura se ne è andata, Sasuke raccoglie la sedia che era
caduta e si risiede
sopra. Lo guarda senza dire niente e questo mette in imbarazzo Naruto.
Lo
sguardo nero lo sta letteralmente studiando, è come se lo
vivisezionasse.
“Be’,
che
hai da guardare?” chiede alla fine “Sono tanto
ridicolo con questi?” e indica i
tubicini su per il naso.
“Sei
sempre
ridicolo” gli assicura “Sto solo cercando di
capire”
“Che
hai?
Paura che mi ritrasformi in una macchina assassina di nuovo?”
“Sì”
replica “Anche se non la chiamerei paura”
Quella
risposta affermativa ferisce un poco Naruto. “E come la
chiameresti?”
“Non
lo so”
sospira “Ma nella radura mi hai distrutto nel mio unico punto
debole. Hai
giocato con la mia fiducia in maniera fin troppo facile: tu mentivi, ma
io ti
credevo”
Vorrebbe
abbassare lo sguardo perché quello di Sasuke è
ustionante, ma lo continua a
guardare a negli occhi. “Non stavo sempre mentendo, alcuni
momenti erano reali”
“E
come
posso saperlo?” Stringe le labbra “Ecco, in questo
momento mi trovo nella tua
stessa situazione: non so distinguere quali momenti fossero veri o
falsi”
“Puoi
chiedere, come facevo io” si morde le labbra “Ma
prima voglio farti una domanda”
Vede il volto di Sasuke
cambiare velocemente
molte espressioni, poi abbassa le spalle abbandonando la posa rigida e
cede.
“Sarebbe?”
“Eri
sincero? Voglio dire… quello che hai detto prima che io
svenissi, che mi farai
ricordare tutto, hai davvero intenzione di non arrenderti?”
“Naturale,
dobe” replica spazientito “So essere più
cocciuto di te, l’ho già detto”
Naruto
si
sente genuinamente confortato da quelle parole e fatica a trattenere un
sorriso
perché, nonostante quello che Sasuke ha detto prima
– ovvero, che non si fida
del tutto –, non ha intenzione di rinunciare a lui.
“Ok.
Adesso
tocca a te”
Sasuke
distoglie un attimo lo sguardo, sembra a disagio e i suoi zigomi si
sono anche
leggermente arrossati. “Hai detto che ti sei innamorato di me
una seconda
volta. Vero o falso?”
Naruto
scoppia a ridere, cerca di trattenersi ma quella faccia imbarazzata sul
volto
solitamente impassibile di Uchiha è esilarante, sembra un
bambino che si
dichiara alla sua prima cotta. Per un pelo riesce a evitare uno
shuriken
lanciato da Uchiha che gli vola sopra la testa.
“Cazzo,
sei
impazzito!” impreca smettendo immediatamente di ridere.
“E
tu non
ridere!” abbaia Sasuke cercando di ricomporsi
“Allora? Vero o falso?”
Naruto
lo
guarda furbetto, per quanto la risposta sia scontata e palese adora
vederlo in
quella incertezza impacciata.
“Vieni
qui”
gli propone facendogli cenno di infilarsi nel lettino accanto a lui.
Sasuke
sbuffa “Baka” ma poi eseguisce e, rischiando di
buttare per terra qualche
macchinario, si infila sotto le coperte vicino a lui. Uzumaki si
accoccola,
stando ben attento ai tubicini, e poi sospira soddisfatto.
“Io
sto
aspettando, eh” borbotta Sasuke incapace di trattenersi dallo
stringergli una
mano calda.
“Neh,
mi
sono dimenticato la domanda” bercia spensierato strofinando
il viso contro il
suo “Potresti rifarmela? E magari anche nel modo giusto,
‘tebayo”
Sasuke
lo
incenerisce con lo sguardo e medita di prendere a pugni quel sorriso
canzonatorio. Invece non fa niente del genere, si limita a far
combaciare in
maniera del tutto naturale e spontanea i loro visi per baciarlo.
È strano farlo
con quei tubicini ma non ci bada molto, è troppo concentrato
sul fiato caldo
sulle proprie labbra.
“Mi
ami,
vero o falso?” bisbiglia.
“Vero,
dattebayo!” poi riprende a baciarlo, e il bip
dell’elettrocardiogramma accelera in maniera preoccupante.
**
“Sei
proprio sicuro di volerle parlare?”
È
passata
una settimana da quando Naruto si è svegliato, fatica ancora
ad usare il
chakra, ma si è ripreso completamente grazie alle conoscenze
di Sakura e ormai
riesce a passare intere ore fuori dal lettino. Appena le sue condizioni
sono
state più stabile, si è trovato Kakashi e Tsunade
al suo capezzale a fargli
domande su domande. Erano soprattutto interessati alla faccenda del
legame
empatico con Chino ed era stato difficile spiegare come funzionasse.
“No,
no.
Non ci leggiamo nella mente, ma riesco a percepirla. No, non come con
Kurama, è
più lieve. A volte sparisce completamente, altre volte
semplicemente… c’è.
Sì, riesco a sentire le sue
emozioni, è una cosa molto visiva”
“Nel
senso
che la vedi? Vedi Chino?”
“Solo
quando dormo. Quando ero sotto il suo controllo mi… mi
suggeriva dei ricordi.
Mi mostrava i ricordi falsi”
Sasuke
è
andato a trovarlo tutti i giorni, ovviamente. Una mattina,
svegliandosi, Naruto
ha trovato il proprio coprifronte sul comodino. Indossandolo gli
è sembrato che
tutto tornasse al posto giusto, ma gli è rimasta una sola
cosa da fare.
“Sicurissimo”
risponde alla domanda di Kakashi.
Chino
Chinoike non è considerata una nemica dopo tutto
l’aiuto che ha dato, ma non le
è permesso girare liberamente per Konoha. Non è
propriamente in prigione, ma la
tengono in un’ala del palazzo dell’Hokage da cui
non può uscire ed è tenuta
sotto controllo da una coppia di ANBU.
“E’tanto
importante?” domanda invece Sakura.
Sono
proprio davanti alla porta della stanza di Chino, nonostante tutto
l’Hokage non
ha protestato alla richiesta di Naruto e, appena è stato
meglio, lo hanno
portato dove Chino è chiusa.
“Ci
sono
delle cose che voglio capire. Lo so che ha già detto tutto
quello che sapeva e
che non potrò riavere i miei ricordi, ma voglio vederla dal
vivo”
Sasuke
non
è d’accordo, fosse per lui la Chinoike si sarebbe
trovata a miglia di distanza
da Konoha e Naruto (soprattutto da Naruto). Almeno verrà con
lui, su questo è
stato irremovibile.
“Prenditi
pure tutto il tempo che ti serve” gli assicura Kakashi, poi
lo lascia entrare.
La
stanza
di Chino è completamente diversa da come se la immaginava,
lui aveva pensato a
una stanza bianca di ospedale con pochissimi mobili e senza finestre.
Invece
sembra un piccolo giardino, è piena di fiori. Chino
è accucciata fra i vasi e
appena chiudono la porta ruota la testa verso di loro. Indossa un abito
primaverile molto semplice e le sue mani sono sporche di terra scura.
Chino
è
proprio come nei suoi sogni, solo che le palpebre non sono cucite e
mostra due
bellissimi occhi azzurri.
“Certo
che
ti piacciono davvero tanto i fiori, ‘tebayo”
è il primo commento che gli viene
in mente, poi si volta verso Sasuke “Sei allergico al
polline, vero o falso?”
“Falso!”
lo
guarda oltraggiato “Come può venirti un dubbio
così stupido?” poi scuote la
testa,effettivamente non poteva aspettarsi nulla di diverso da una tale
testa
quadra.
Chino li
spia senza dire una parola, poi si alza pulendosi le mani sul vestito.
“Perché
sei qui?” chiede a bruciapelo.
“Sinceramente?
Per nessun motivo particolare” risponde.
Sasuke
spalanca gli occhi. “Hai detto che dovevi chiederle
qualcosa!”
“Certo,
altrimenti Kakashi-sensi non mi avrebbe lasciato venire” lo
fissa con fare
saputo “Sono furbo, vero?”
“Dobe
è più
appropriato. Anzi, nella definizione di Usuratonkachi
c’è il tuo nome”
Naruto
ignora l’ultima uscita e si avvicina a Chino, poi si accuccia
per arrivare con
il viso alla sua altezza.
“Sono
felice di riuscire a vedere i tuoi occhi, finalmente. Sono molto belli,
‘tebayo”
Chino
arrossisce, ma resta impassibile. “G-grazie”
Lo
sguardo
di Naruto si fa più serio. “Sei stata tu ad
abbandonare il controllo su di me,
non io a vincerlo, vero?”
“Sì”
poi
abbassa lo sguardo “Tu sei una persona troppo buona”
Naruto
sbatte le palpebre. “Cosa?”
“Io
nei
tuoi ricordi ho visto tanta sofferenza, così tanta da essere
insostenibile.
Eppure c’era anche tanta gioia, tanta fiducia. Come puoi
essere così buono dopo
tutto quello che hai passato?”
“Dici
così
perché sei ancora piccolina, crescendo impari a perdonare e
a reagire
positivamente” le assicura un po’ a disagio.
Chino
corruccia la fronte. “Sarò piccolina, ma io ho
visto molte persone subire la
metà delle cose che hai passato tu e diventare come
papà” appena lo dice
distoglie lo sguardo “Il mio papà non era cattivo,
te lo giuro. Era solo molto
triste e arrabbiato, stavo solo cercando di essere utile. Mi
dispiace” gli
occhi le si riempiono di lacrime “Non volevo comprometterti,
non volevo succedesse
tutto questo. Io non volevo uccidere papà, volevo solo che
tutto tornasse come
prima”
“Ehi,
ehi”
Naruto appoggia le mani sulle piccole spalle cercando di confortarla
“Va tutto
bene, non piangere”
“Tuo
padre
ha avuto la fine che meritava” sentenzia invece Sasuke.
Naruto
gli
lancia un’occhiataccia, Chino invece lo guarda apertamente
ostile.
“Non
mi
fido di te, Uchiha” dice e sembra un gatto che arruffa il
pelo “Però sei
una persona importante per Naruto-san, quindi
non ti farò niente”
Sasuke
la
guarda sbalordito. “Mocciosa, tu non hai capito con chi hai a
che fare”
“Sì,
va
bene, ritira gli artigli, teme” interviene Naruto, poi torna
a rivolgersi a
Chino “Cos’hai intenzione di fare,
adesso?” le domanda.
Scuote
la
testa. “Non lo so, sono rimasta sola” esita
brevemente “Io vorrei diventare
come te”
Naruto
si
sente riscaldato da quella confessione.
“L’importante è non arrendersi mai,
dattebayo!” assicura pulendole il viso dalle lacrime. Una
parte di lui sa che
dovrebbe essere arrabbiatissimo con lei, è colpa sua se
è in questa situazione,
ma non può farlo. Non può perché
riesce a capirla, così come ha scoperto di
capire Sasuke. E se capisci qualcuno, se capisci il suo dolore, non
puoi
odiarlo.
“C’è
un
modo per rompere il legame empatico?” chiede Sasuke
intromettendosi.
Chino
annuisce guardandolo in cagnesco. “Sì, ma non lo
farò”
“Cosa?!”
si
altera subito Sasuke “E perché?”
“Perché
Naruto-san è caldo e rassicurante, mi fa sentire meno
sola” nel dirlo abbraccia
possessivamente il biondo come se fosse un orsacchiotto
“Però sono disposta a
dividerlo con te. Sei il suo fidanzato, no?”
Sasuke
la
guarda incredulo mentre Naruto scoppia a ridere di cuore.
“Hai
ragione, Chino-chan, Sasuke è il mio fidanzato”
conferma gongolando.
Restano
con
lei per un’altra oretta, non fanno nulla di particolare;
Naruto gioca con lei e
i fiori, si fa raccontare qualcosa della sua vita e nei ricordi di
Chino En
Oyashiro appare come un papà buono, solo leggermente burbero
e impegnato.
“Papà
era
l’ultimo del Clan Chinoike, tutti gli altri erano discendenti
misti e nessuno
possedeva il gekkai di famiglia. Poi sono arrivata io, quando i miei
occhi si
sono sviluppati papà era molto fiero di me. Mi ha regalato
lui l’arco”
Chino
parla
del suo addestramento, della morte della madre, della follia sempre
più
evidente nel padre e di tutto quello che le viene in mente. Man mano
che parla,
Sasuke vede sempre di più una somiglianza con al propria
infanzia. Per quanto
cerchi di restare distaccato non può fare a meno di
accorgersi di quanto siano
simili.
Quando
escono Naruto parla immediatamente con Kakashi.
“Cosa
ne
farete di lei?”
L’Hokage
si
scambia uno sguardo con Sakura. “Non possiamo trattarla come
un prigioniero per
sempre, presto la lasceremo andare
per
farla integrare a Konoha”
“Diventerà
quindi una kunoichi della Foglia?”
Annuisce. “Ne ho
già parlato con gli altri
Kage, sono d’accordo con noi. Il problema è che
non possiamo mandarla in un
orfanotrofio: ha troppo chakra e l’addestramento di un ninja
adulto, non è
adatta a vivere in un ambiente borghese”
“Quindi?”
“Fortunatamente
è sufficientemente grande da poter vivere da sola. Le daremo
una casa e ogni
tanto qualche shinobi andrà a controllarla”
Naruto
abbassa
lo sguardo. “Come è successo con me”
riflette ad alta voce “Crescerà da sola,
senza una famiglia”
“Non
ci
sono molte alternative, purtroppo. Ma starà bene, me ne
assicurerò
personalmente” cerca di rassicurarlo Sakura.
“Alternative…”
ripete, poi si volta verso Sasuke “Tu la odi?”
“Una
parte
di me, sì” ammette quello “Ma mi sono
rivisto troppo in lei per volerla ancora
morta”
“Quindi
potresti sopportarla?”
Sasuke
stringe gli occhi. “Che idea dobica ti è
venuta?”
“Kakashi-sensei”
lo ignora tornando a rivolgersi all’altro uomo “E
se diventassi il suo tutore?
Vivrebbe con me, così non sarebbe sola. Me ne prenderei cura
io”
“Al
momento
vivi in una stanza dell’ospedale” obbietta
sensatamente Sakura “E vivere vicino
a quella che potrebbe trasformarti in una macchina assassina non
è la migliore
delle idee”
“Dovresti
aspettare qualche anno per farlo, effettivamente, ma l’idea
non è male”
considera Kakashi.
Sia
Sakura
che Sasuke si voltano verso di lui. “Cosa?!”
sbottano.
Naruto
sorride apertamente. “Posso aspettare, per allora
andrò a trovarla tutti i
giorni”
“Aspetta,
non state scherzando?” si premura di chiedere Sasuke
“Davvero ti va bene una
cosa del genere?”
“Per
quali
motivi non dovrebbe essere una buona idea?” domanda ironico
Naruto.
“Per
quelli
citati da Sakura, tanto per cominciare” replica “E
per il fatto che non sai
nemmeno badare a te stesso senza fare danni”
“Infatti
mi
aiuterai anche tu”
“C-cosa?!”
“Vivremo
tutti insieme a Villa Uchiha” sorride Naruto estasiato.
“Proprio
un’ottima idea” fa sarcastico “Kakashi,
fallo ragionare!”
“Sasuke”
inizia l’Hokage “Naruto e Chino condividono
già un legame empatico, penso sia
del tutto inutile cercare di dividerli. L’unica cosa che
possiamo fare è
rendere Konoha la nuova casa di Chino”
“In
ogni
caso, decidere adesso è prematuro” interviene
Sakura. “Naruto, tu dovrai stare
ancora molto tempo sotto osservazione, lo capisci vero? Ora che abbiamo
le
informazioni del rotolo possiamo fare davvero tutto
il possibile per aiutarti, non riusciremo a farti tornare la
memoria, ma forse possiamo eliminare i ricordi falsi”
“Lo
capisco” ammette Naruto.
“Andrà
tutto bene” dice Sakura fra sé e sé
“Tornerà tutto come prima”
**
Due anni dopo
Sasuke
si
sveglia di sobbalzo e avverte il raschiare di una pala. La luce entra
pallida
nella stanza – deve essere mattina presto –
e il rumore è talmente fastidioso che sembra
stiano scavando
direttamente nel suo cervello.
Esce
dalla
porta principale velocemente intenzionato a far smettere quel rumore, fa il giro della casa
raggiungendo il giardino,
ma quando lo vede si blocca di colpo.
Ha il
volto
arrossato per lo sforzo e la maniche della maglia arrotolate fino
all’avambraccio.
“Che
ci fai
sveglio a quest’ora?” domanda infastidito.
Naruto
alza
lo sguardo smettendo di zappare il terreno accorgendosi di lui, i suoi
occhi
sono calmi e sereni, non più tormentati e confusi
“Colpa di Chino, non aveva
più sonno e mi ha svegliato. Voleva piantare altri
fiori”
Sasuke
alza
lo sguardo al cielo. “State trasformando la mia casa in un
orto botanico”
“Almeno
smette di essere triste e cupa” replica sfacciata la bambina,
seduta dentro una
carriola verde. In due anni è cresciuta molto e i capelli
bianchi si sono fatto
più lunghi, ma una cosa non è cambiata: il suo
atteggiamento irriverente nei
confronti di Uchiha. Anche se hanno imparato a volersi bene continuano
beccarsi
come cane e gatto. Chino è una peste con lui e un angelo con
Naruto e da quando
vive con loro si è impegnata a riempire ogni singolo angolo
della vecchia Villa
Uchiha con dei fiori. È strano avere qualcuno
così piccolo e vivace che
scorrazza per casa, però non può dire che la sua
presenza sia nociva. Sembra
rendere tutto più sereno.
Naruto
non
ha ancora recuperato la memoria, ma sta facendo progressi. È
stata Sakura a
suggerirgli di tenere un quaderno dove segnare tutti i ricordi che gli
vengono
in mente e in due anni le pagine si sono infittite di momenti di vita.
Non ci
scrive solo Naruto, ma anche Sasuke ha iniziato a vergare quelle pagine
con la
propria grafia elegante. E lo stesso ha fatto Chino non appena ha
imparato a
scrivere.
In due
anni
hanno imparato a convivere con quello che è successo e
Sasuke ha smesso di
chiedersi se rischierà mai di svegliarsi un giorno con le
mani di Naruto strette
attorno al collo. Il villaggio si è rialzato completamente
dalla Quarta Grande
Guerra e dallo scontro con l’ultimo dei Chinoike, finalmente
sembra si respiri
una pace vera e tutti hanno l’illusione che possa durare.
Sasuke
non
ci crede, perché dopotutto il loro è il mondo dei
ninja e aspetta rassegnato
che un giorno si presenti qualche altro folle cattivo. Ma per ora si
gode la
pace come tutti gli altri.
“Ti
vedo
pensieroso” lo distrae Naruto mentre Chino riprende a scavare
al suo posto gettando
terra dappertutto “A cosa pensi?”
Scrolla
le
spalle. “Niente di particolare”
Naruto
molla la pala e lo raggiunge, gli passa una mano dietro il collo e lo
avvicina
per un bacio casto e veloce. Le cose stanno andando davvero bene, anche
se ci
sono momenti in cui Naruto si ferma a fissare il vuoto e stringe i
pugni finché
il flashback non sparisce, o volte in cui Sasuke si sveglia gridando
dopo aver
sognato Itachi e la guerra. Però loro sono proprio come i
fiori che pianta
ovunque Chino: per quanto sia breve la loro vita, continuano ad essere
colorati
e a profumare l’aria. Così vanno avanti, imparando
a compiere gesti di una
quotidianità che non hanno mai potuto avere davvero e tutti
quei fiori non
fanno altro che ricordare che la vita può essere davvero
bella. Sono una sorta
di promessa, Chino fa davvero bene a sparpagliarli per casa. Naruto
sarà pure
il vento che mantiene viva la fiamma, ma spesso questa deve smettere di
bruciare per lasciare che la terra possa colorarsi.
Così,
quando Naruto smette di baciarlo per chiedergli: “Sei felice,
vero o falso?”
risponde: “Vero”
The end.
Ditemi che state
piangendo,
perché io mentre scrivevo “due
anni” dopo sono scoppiata a piangere. Non lo so, mi
sono
commossa perché era così che doveva finire il
manga: con loro felici, non con
uno a zonzo per i boschi e l’altro a spaccarsi al lavoro. FELICI! I miei bimbi devono
essere felici T_T e Chino
è una piccola margherita.
Questo
è davvero l’ultimo
capitolo e spero vi sia
piaciuto, che abbia chiuso in modo degno la long
(perché alla fine è diventata una long
hahaha) e insomma, sì. Aw.
Perché quando
finisco le storie la mia capacità espressiva diventa pari a
zero? T_T
In ogni
caso ci saranno tre
special: uno è un prequel
rispetto ai fatti della long, uno
è su Chino e uno
è una PWP.
Approvate?
Anche se non so quando
potrò postarli xD
Ultima
cosa: voglio ringraziare
tutte le persone che hanno recensito (vi
amo, un giorno vi abbraccerò tutte) o anche solo
letto e fare gli auguri ad
Ahyrin perché oggi
è il suo
compleanno c:
Ok, vi
lascio –piange –
ora mi prendo una piccola pausa da EFP e ci rivedremo a
Luglio!
A
presto,
Hatta
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