THE
RED DOOR
2.
Allison
avanzò di qualche passo in direzione di Elijah, lentamente, senza dire neppure
una parola. L’Originale se ne stava immobile davanti a lei, i capelli lunghi e
il viso impiastricciati di sangue, le braccia forti altrettanto. La guardò come
se non avesse idea di chi fosse, e le parole di Freya le ritornarono in mente.
Con un grosso respiro si fermò e si schiarì la voce piegando poco il capo;
quello era l’Elijah che aveva ucciso Tatia dietro quella porta rossa, l’Elijah
che ancora non aveva il pieno controllo del suo essere vampiro. Era spaventoso
ma lei sapeva che la paura non avrebbe aiutato nessuno.
“El”
sussurrò piano. “Sono io... mi riconosci?” gli disse abbozzando un sorriso. “Sono
qui per aiutarti.”
Lui
non disse nulla, ma qualcosa nel suo sguardo cambiò, Allison ebbe la sensazione
che non fosse un cambiamento positivo. Il vampiro fece qualche passo in avanti
costringendo lei a farne altrettanti indietro. “Niente panico” mormorò a se
stessa quando la corteccia di un albero la bloccò.
“Io
non ho bisogno di aiuto” disse Elijah. “Tu, invece, straniera... non avresti
dovuto avventurarti in questo posto.” Con una mano la afferrò per il collo e la
sollevò in alto. “Addio!” esclamò lasciando uscire i denti affilati.
“Freya
che sta succedendo?” Klaus si inginocchiò e strinse la mano di Allison. Il
corpo della sua amica tremava, sul suo collo si formarono dei segni rossi che
somigliavano alle dita di una mano. Il tremore si fece più forte mentre lei si
inarcava, addormentata e intorno ai suoi occhi si formavano due grandi chiazze
scure, sangue sulla fronte, lacrime che le rigavano lentamente le guance. “Freya!”
la chiamò di nuovo con più forza.
“Elijah
la sta sicuramente aggredendo” sentenziò la strega piegandosi e poggiando
entrambe le mani ai lati della testa di Allison, tenendola più ferma che
poteva. “Hayley, tienile le gambe” disse all’Ibrida e lei lo fece. La maggiore
dei Mikaelson iniziò a mormorare qualcosa con gli occhi chiusi
“Cosa
stai facendo? Tirala fuori da quel ciondolo, adesso!” ordinò Klaus.
“Se
la tira fuori adesso perderemo Elijah per sempre.” Replicò Hayley.
“Troveremo
un altro modo, non la lascerò morire. È mia amica ed Elijah impazzirebbe di
dolore se le succedesse qualcosa. Freya” tornò a guardare sua sorella. “Cosa
stai facendo?”
La
strega non rispose continuò a cantilenare qualcosa e infine si lasciò cadere
seduta per terra. “Hayley ha ragione” disse. “Ma anche tu ne hai. Ho praticato
un incantesimo di protezione, per avere una sorta di assicurazione, qualora le
cose non andassero come previsto e il peggio dovesse accadere.”
L’Ibrido
originale deglutì a vuoto mentre il corpo della cacciatrice si rilassava e il
tremore diminuiva. Sotto la sua testa però, iniziò a formarsi una pozza di
sangue.
Allison
gemette portandosi una mano alla testa. Sanguinava, poteva sentire il calore del
sangue calarle giù sul collo, sulle spalle, inzupparle il vestito. Tossendo
provò a mettersi in piedi e barcollando si poggiò ad un altro albero. “Elijah”
mormorò mentre sentiva la bocca riempirsi di sangue. “Ti prego, devi svegliarti.”
“Io
sono sveglio!” lui la afferrò per il capelli tirando indietro, girandole il
capo con forza per mettere in risalto il collo. “Il tuo cuore batte forte,
posso vederlo pulsare attraverso le vene sul tuo bel collo. E il tuo sangue ha
un odore così... piacevole! Un sapore ancora migliore.”
La
donna chiuse gli occhi, un singhiozzo le esplose al centro del petto; sarebbe
morta ma non era la morte a spaventarla. A farla piangere era il pensiero che
Elijah sarebbe andato perduto per sempre e lei per quel vampiro in completo
aveva sempre desiderato soltanto il meglio. In silenzio, in attesa...
“Ti
amo” gli disse liberandosi, con l’ultimo briciolo di forza rimastole, dalla
presa. “E non ho paura di morire. Ma non voglio farlo prima di averti salvato.
Quindi, ho bisogno che provi a ricordare. Ti prego, El.”
Elijah
allungò la mano e lei pensò che l’avrebbe afferrata di nuovo con forza e che
quella sarebbe stata la fine. Invece la presa fu delicata, le dita si persero
tra i suoi capelli. “Allison?”
“El”
a lei venne quasi da ridere. “Sei tornato.”
“Oh
mio Dio” l’Originale le prese il viso tra le mani. “Cosa ho fatto...”
“Sto
bene” la cacciatrice quasi cadde, lui la prese in braccio e la portò fuori da
quella maledetta porta rossa. “Freya!” urlò sperando che sua sorella potesse
sentirlo.
Elijah
aprì gli occhi di colpo, sdraiato all’interno della sua bara. Allison li aprì
sul pavimento, all’interno di un sigillo; ammaccata ma viva.
****
Freya
aiutò Allison ad indossare una t-shirt e le sorrise sedendosi di fronte a lei. “Stai
bene? Lividi a parte intendo.”
Allison
annuì, poi serrò le mascelle mentre la giovane strega le medicava la fronte. “Sì,
sto bene. Elijah sta bene?”
“Sta
bene” l’altra annuì. “Quello che hai fatto è stato impressionante. Hai trovato
subito la porta giusta, come ci sei riuscita?”
“Onestamente
non lo so” ammise la cacciatrice. “Ho camminato lungo il corridoio e arrivata a
quella specifica porta ho sentito una specie di energia. Ho solo... seguito il
mio istinto.”
“Beh,
fai al tuo istinto tanti complimenti da parte mia. Anche se credo che sia stato
merito di altro.”
“Allison”
la voce di Elijah arrivò chiara ma bassa. “Posso... posso entrare?”
Freya
sorrise alla sua nuova amica. “I tuoi vestiti saranno pronti fra trenta minuti”
le disse alzandosi.
Allison
attese qualche istante, poi si mise in piedi ma non si girò subito. “Non
spaventarti” disse ad Elijah. “Sembra peggio di ciò che è.”
L’Originale
la vide voltarsi lentamente e guardarlo con un sorriso che stonava con tutte le
ferite che aveva sul viso. Le ferite che lui le aveva causato. “Perdonami, ti
prego.”
“Non
ho niente da perdonarti, El. Quello non eri tu e io sto bene. Beh al momento
sono un po’ ammaccata” gli si avvicinò di qualche passo. “Ma tornerò come nuova
nel giro di poche settimane.”
Lui
le prese le mani, credeva che avrebbe indietreggiato spaventata, ma lei rimase
ferma e ricambiò la stretta. “Ti prego, lascia che ti dia un po’ del mio sangue
per guarire le ferite.”
La
cacciatrice fece un grosso respiro, mollò la presa di una mano e gli accarezzò
il viso. “Se accetto prometti di toglierti quello sguardo pieno di sensi di
colpa dagli occhi.”
“Ci
proverò.”
“Okay
allora. Ma puoi per favore mischiare il sangue ad un po’ di bourbon o di vino? Non
mi sentirei a mio agio a bere direttamente dal tuo braccio.”
Elijah
annuì, le baciò piano la fronte e poi le preparò un drink.
****
“Ah
eccola qui la nostra coraggiosa cacciatrice, pulita e guarita. Hai permesso ad
Elijah di darti un po’ del suo sangue, vedo.”
Allison
abbozzò un sorriso guardando Klaus. “Si sentiva terribilmente in colpa,
aiutarmi lo ha fatto sentire un po’ meglio.”
“Grazie
di essere venuta, Allison. Non ci dovevi nulla eppure sei corsa non appena ti
ho telefonato.”
“Nessun
problema. Davvero.”
L’Ibrido
annuì. “Stai bene, guerriera?”
Gli
occhi nocciola della donna si riempirono di lacrime. “Ho attraversato la porta
rossa e lo amo comunque. Ma lui ama un’altra donna e quindi devo lasciarlo
andare.”
Klaus
la guardò con un sorriso triste. “Vuoi andartene prima che torni a casa vero?”
“Non
credo che sarei capace di dirgli addio. L’ho già fatto troppe volte.”
“Hey”
Freya arrivò seguita da Hayley e sorrise alla donna. “Hai modificato tu il mio
sigillo?”
“Sì,
ho aggiunto un simbolo enochiano, il simbolo dell’equilibrio. I sigilli tendono
a disperdere la magia, quel simbolo la terrà ben bilanciata.”
“Grazie
Allison.”
La
cacciatrice sorrise, poi volse lo sguardo ad Hayley e fece un grosso respiro. “Dai
tuoi occhi direi che hai visto cose spaventose nella mente di Elijah. Mi
sbaglio?”
L’altra
abbassò per un attimo lo sguardo, ma non disse nulla e il suo silenzio rispose
per lei.
“Elijah
è un vampiro di oltre mille anni. Ha vissuto ogni tipo di dolore e disperazione”
continuò Allison. “Perpetuamente si porta dietro il fardello di una fame che
non è sempre in grado di controllare. Se lo ami davvero, devi amarne ogni parte,
perché lui è entrambe le cose: il gentiluomo e la bestia dietro la porta rossa.”
Un altro sorriso ai suoi amici ed Allison fu pronta ad andarsene, fuori
incontrò Elijah.
“Te
ne stavi andando senza salutarmi, non è vero?” le chiese.
“Sì,
lo stavo facendo” replicò lei stringendo in mano le chiavi dell’auto che Klaus
le aveva prestato per il suo ritorno a casa.
“Ho...
sentito quello che hai detto ad Hayley e a Klaus” il vampiro abbassò lo
sguardo. “Non andartene, ti prego.”
La
donna si mordicchiò l’interno della guancia. “Non posso restare, Elijah. Sai
che non posso. Ho bisogno che mi lasci andare. Ti prego.”
Lui
la lasciò andare.
****
DUE
MESI DOPO
Elijah
bussò due volte alla porta, poi attese. Gli tremavano le mani e si sentì
ridicolo per un attimo. Allison aprì e lo guardò perplessa. “Ciao.”
“Ciao”
rispose lei con un sorriso. “Cosa... cosa ci fai qui?”
“Io
ho... pensato molto in questi mesi. Dopo quello che è successo molte cose nella
mia vita sono cambiate. Non ero più sicuro di nulla ed era tutto così...
confuso. Poi però mi sono accorto che una cosa era ben chiara in tutto quel
caos; tu.”
“Elijah...”
“Mi
hai chiesto di lasciarti andare ma io non posso farlo, non voglio farlo perché io...”
Lei
sorrise. “Sta zitto e baciami, Mikaelson.”
Elijah
non se lo fece ripetere due volte.