VIII
Era
appena mezzanotte quando Draco si decise a fare qualcosa. Aveva
deciso di salvare Harry, certo, e non aveva alcun dubbio a riguardo
–
nulla lo avrebbe convinto a lasciarlo lì, in quelle
condizioni, alla
mercé di qualsiasi Mangiamorte – ma non sapeva
bene da che parte
cominciare. Sicuramente non sarebbe stato facile portarlo via da casa
sua, non poteva smaterializzarsi fuori dalle barriere magiche che
circondavano il Manor e di sicuro suo padre non lo avrebbe lasciato
scorrazzare in giro con un Potter moribondo tra le braccia.
Per
l'ultima opzione sembrava, senza ombra di dubbio, la strada
più
facile, o se non facile, almeno fattibile. Da
una parte, Draco si sentì particolarmente fortunato ad avere
la
totale libertà di andare nelle segrete a suo piacimento,
senza che
nessuno avesse nulla da dire. Dall'altra, rimpianse di non avere
avuto abbastanza fegato – o tempo, o modo, in ogni caso
– di
poter chiedere al Signore Oscuro di poter portare Harry nella sua
stanza se avesse preferito, piuttosto che restare nelle umide e buie
segrete. Per quello che il Signore Oscuro pensava facesse, c'era
un'alta possibilità che avrebbe potuto dargli il permesso.
Mentre
scendeva le scale per poter raggiungere le segrete, la strada
illuminata solo dalla luce proveniente dalla sua bacchetta, Draco si
chiese cosa Harry – o qualsiasi scemo Grifondoro –
avrebbe fatto
nei suoi panni. Certo, loro non ci sarebbero
finiti, nei
suoi panni, ma pensare come un coraggioso Grifondoro forse lo avrebbe
aiutato ad agire come
un coraggioso Grifondoro.
«Harry?»
sussurrò, entrando nella cella, «Sei
sveglio?»
«Draco.»
Vide qualcosa muoversi nel buio, e subito dopo, il viso non
più
tumefatto di Harry fu illuminato dalla luce chiara della bacchetta,
«Che ci fai qui?»
«Ti
porto via.»
Harry
fece una smorfia, sembrando scettico per un attimo, «E come?
È
stato più semplice portarmi qui, piuttosto che tirarmici
fuori,
credimi.»
Draco
sospirò, «Lo so, Harry. Ma... non è
questo quello che faresti tu?
Provare a scappare, in tutti i modi, qualsiasi cosa accada?»
Harry
lo fissò, non dicendo nulla. Accettò
però la sua mano, che Draco
gli aveva allungato per aiutarlo a mettersi più o meno
stabilmente
sulle sue gambe, e lo seguì fuori dalla cella, seppur con
lentezza.
Le gambe dovevano ancora fargli male nonostante le pozioni che gli
aveva portarto il giorno prima, e l'inattività le aveva
indolenzite
ancora di più.
«Draco,»
lo chiamò dopo pochi minuti, quando furono in
prossimità delle
scale, «se ci scoprono, ti uccideranno.»
«Uccideranno
anche te.» puntualizzò, deglutendo. «Ma
non puoi restare qui.»
Harry
scosse il capo, «Non mi uccideranno. Non possono. Neanche lui
può,
altrimenti...»
«Altrimenti
cosa?»
Harry
strinse le labbra, guardandosi intorno con gli occhi vacui –
chissà
che fine avevano fatto i suoi occhiali –, «Non...
posso dirtelo,
ma gli servo per vivere. Non posso davvero dirti altro, ma so per
certo che non mi ucciderà. Oh, mi punirà, ma
uccidere, no.
Uccideranno te. E io... non voglio.»
Alzò
una mano, portandola su una sua gota. Harry aveva la pelle secca, e
sotto le dita sentiva chiaramente le croste dei tagli che non erano
stati curati a sufficienza, nonostante le Draco avesse fatto il
possibile. «Lo so, ma... cosa dovrei fare? Non so davvero,
Harry,
davvero cosa fare. In pochissimi giorni mi è caduto il mondo
addosso, ho fatto cose che neanche ricordo, ti ho visto da bambino
e
non sono riuscito ad ucciderti, e adesso non riesco a pensare ad
altro che a portarti via da qui. Questa è l'unica cosa che posso
fare.
E che devo. Te lo devo.»
Non
gli diede il tempo di rispondergli. Gli fece cenno di stare in
silenzio, mentre salivano le ultime rampe di scale che li avrebbero
portati nel salone. Superato quello, se solo fossero riusciti ad
aprire una vetrata, la strada sarebbe stata tutta in discesa, a quel
punto. Dovevano solo cercare di fare silenzio e sperare di non
incontrare nessuno lungo il percorso.
Forse,
però, Draco aveva sottovalutato molto la questione. O
meglio, aveva
sottovalutato il Signore
Oscuro.
Doveva
immaginare che Lui si sarebbe aspettato una mossa del genere. Aveva
già capito che era a conoscenza dei suoi viaggi nel tempo,
ed era a
conoscenza del fatto che non era stato in grado di uccidere un
moccioso di otto anni e che non era per niente contento di come erano
andate le cose in quel futuro. Anche uno sciocco lo avrebbe capito:
chi tradiva, poi non desiderava rivedere la persona che aveva
tradito.
Merda.
Fu
questo quello che pensò, quando non appena lui ed Harry
misero piede
nel salone, a dar loro il benvenuto fu proprio il Signore Oscuro, che
distrattamente Draco pensò che neanche
sarebbe dovuto essere in casa sua, ma
passò in secondo piano, quando lo vide giocherellare con la
sua
bacchetta.
Il
Signore Oscuro sapeva, e aveva sempre saputo. Lui era stato solo uno
sciocco a non pensarci prima... e a sottovalutarlo così.
«Ci
hai messo relativamente poco, mio giovane Draco. Credevo ci sarebbe
voluto più tempo prima che tu raccogliessi il coraggio
necessario
per osare
tradirmi.»
Draco
non rispose. Ma senza neanche accorgersene, si mise di fronte ad
Harry, coprendolo con il suo corpo. Voleva proteggere quel bambino al
quale non gli era riuscito far del male, e voleva proteggere ancora
di più quel ragazzo che in quella vita aveva amato e
tradito.
«Devo
ammettere che speravo
tanto
tu non lo facessi. Ma, ahimé, te lo si leggeva in faccia,
che questo
futuro non era affatto di tuo gradimento. Ma fino alla fine, avevo
sperato che tu, ragazzo, fossi leggermente più intelligente
di
quello sciocco di tuo padre.»
Draco
deglutì, cercando una soluzione. Poteva distruggere una
delle
vetrate e lanciare Harry contro una di queste, lasciandolo
così
scappare. Avrebbe davvero trovato il coraggio di sacrificarsi
così?
Al solo pensiero,
sudò freddo.
«Non
volevo arrivare a tanto, Draco. Ma non mi lasci altra scelta. Ma
prima di ucciderti...» Il viso serpentino del Signore Oscuro
si tese
in quello che sembrava un sorriso, o un ghigno, e puntò
dritto la
bacchetta su di lui, «Crucio.» disse, come se
stesse parlando del
tempo.
«No!»
Si
sentì spingere e cadde per terra, riuscendo
chissà per quale
miracolo a non perdere la presa sulla sua bacchetta. Il raggio rosso
della Cruciatus colpì Harry, che iniziò a
contorcersi sul pavimento
senza però emettere alcun suono. Draco lo guardò
con occhi sgranati
e impauriti, la lingua che si stava attorcigliando per la paura e
sembrava che gli stesse bloccando il respiro.
Il
Signore Oscuro non fermò l'incantesimo neanche comprendendo
di aver
mancato bersaglio. Scosse solo tristemente la testa, come se fosse
dispiaciuto in modo particolare dalla piega che stavano avendo gli
eventi.
Quando
liberò Harry dalla Cruciatus, Draco capì che
ormai non c'era più
nulla che lo avrebbe salvato dal dolore e dalla morte, stavolta.
Sapeva che stava per morire, ma non vide scorrere davanti a
sé tutta
la vita, come spesso si diceva in quelle circostanze. Invece, vide
chiaramente qualcosa brillare tra le pieghe nere della veste del
Signore Oscuro – un bagliore dorato che sapeva di scappatoia.
E
seconda possibilità.
«Avada
Kedavra!» gridò, la bacchetta puntata verso di
lui, sotto il pianto
sommesso di Harry, nello stesso momento che lui agitò la sua
bacchetta e urlò: «Accio Maelstrom!»
Il
ciondolo d'oro finì tra le sue mani, e non riuscì
neanche a pensare
in modo completo Privet
Drive n°4, 1988 che la
spirale d'acqua lo infranse in pieno un secondo prima che il raggio
verde della Maledizione Senza Perdono lo colpisse, lasciando solo una
bruciatura nel punto preciso dove poco prima c'era il suo corpo.
Scusami.
Scusami. Scusami.
Ti
ho lasciato lì, ti ho abbandonato di nuovo.
Dovevo
portarti via, invece sono scappato come il codardo che sono sempre
stato.
Scusami,
mi dispiace!
Ma
sto per rimediare, non preoccuparti, Harry. Abbi solo un altro poco
di pazienza.
Non
saremo amici, e ti salverò da me.
Spazio Autrice.
Mi scuso terribilmente per il
terribile (?) ritardo, ma sono stati mesi infernali per me e non ho
avuto proprio tempo per le fanfiction.
Chiedo perdono anche se per caso troverete qualche errore di battitura
o cose così, ho riletto ma non più di tre volte
quindi ci sta che mi sia lasciata scappare qualche svista.
Ringrazio tantissimo le persone che hanno recensito lo scorso capitolo!
Appena ho un attimo di respiro dagli impegni, vi risponderò
il prima possibile. Siete comunque tanto amorevoli, e lo sarete ancora
di più se, dopo tutto questo tempo, ancora seguite questa
storiella che sta arrivando agli sgoccioli!
Emily.
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