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Autore: emylee    13/07/2017    1 recensioni
Draco Malfoy viene scelto dal Signore Oscuro per una missione di vitale importanza.
Con orgoglio accetta, ma cosa succede se, al momento del compimento della missione, si pente e scappa?
Il futuro non gli riserverà tante belle sorprese.
Harry Potter in miniatura lo guardava con un cipiglio confuso e, sotto sotto, un po' spaventato. Lasciò cadere quella roba tagliente che aveva per le mani e si avvicinò a lui, per poi fermarsi con le mani sui fianchi. Era piccolo, più piccolo di quanto Draco avesse immaginato prima di mettersi in viaggio. Gli occhiali, notò con orrore, erano gli stessi che aveva sempre portato.
«Potter!» gridò. Non si aspettava di trovarlo così facilmente.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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VIII


Era appena mezzanotte quando Draco si decise a fare qualcosa. Aveva deciso di salvare Harry, certo, e non aveva alcun dubbio a riguardo – nulla lo avrebbe convinto a lasciarlo lì, in quelle condizioni, alla mercé di qualsiasi Mangiamorte – ma non sapeva bene da che parte cominciare. Sicuramente non sarebbe stato facile portarlo via da casa sua, non poteva smaterializzarsi fuori dalle barriere magiche che circondavano il Manor e di sicuro suo padre non lo avrebbe lasciato scorrazzare in giro con un Potter moribondo tra le braccia.

Per l'ultima opzione sembrava, senza ombra di dubbio, la strada più facile, o se non facile, almeno fattibile. Da una parte, Draco si sentì particolarmente fortunato ad avere la totale libertà di andare nelle segrete a suo piacimento, senza che nessuno avesse nulla da dire. Dall'altra, rimpianse di non avere avuto abbastanza fegato – o tempo, o modo, in ogni caso – di poter chiedere al Signore Oscuro di poter portare Harry nella sua stanza se avesse preferito, piuttosto che restare nelle umide e buie segrete. Per quello che il Signore Oscuro pensava facesse, c'era un'alta possibilità che avrebbe potuto dargli il permesso.

Mentre scendeva le scale per poter raggiungere le segrete, la strada illuminata solo dalla luce proveniente dalla sua bacchetta, Draco si chiese cosa Harry – o qualsiasi scemo Grifondoro – avrebbe fatto nei suoi panni. Certo, loro non ci sarebbero finiti, nei suoi panni, ma pensare come un coraggioso Grifondoro forse lo avrebbe aiutato ad agire come un coraggioso Grifondoro.

«Harry?» sussurrò, entrando nella cella, «Sei sveglio?»

«Draco.» Vide qualcosa muoversi nel buio, e subito dopo, il viso non più tumefatto di Harry fu illuminato dalla luce chiara della bacchetta, «Che ci fai qui?»

«Ti porto via.»

Harry fece una smorfia, sembrando scettico per un attimo, «E come? È stato più semplice portarmi qui, piuttosto che tirarmici fuori, credimi.»

Draco sospirò, «Lo so, Harry. Ma... non è questo quello che faresti tu? Provare a scappare, in tutti i modi, qualsiasi cosa accada?»

Harry lo fissò, non dicendo nulla. Accettò però la sua mano, che Draco gli aveva allungato per aiutarlo a mettersi più o meno stabilmente sulle sue gambe, e lo seguì fuori dalla cella, seppur con lentezza. Le gambe dovevano ancora fargli male nonostante le pozioni che gli aveva portarto il giorno prima, e l'inattività le aveva indolenzite ancora di più.

«Draco,» lo chiamò dopo pochi minuti, quando furono in prossimità delle scale, «se ci scoprono, ti uccideranno.»

«Uccideranno anche te.» puntualizzò, deglutendo. «Ma non puoi restare qui.»

Harry scosse il capo, «Non mi uccideranno. Non possono. Neanche lui può, altrimenti...»

«Altrimenti cosa?»

Harry strinse le labbra, guardandosi intorno con gli occhi vacui – chissà che fine avevano fatto i suoi occhiali –, «Non... posso dirtelo, ma gli servo per vivere. Non posso davvero dirti altro, ma so per certo che non mi ucciderà. Oh, mi punirà, ma uccidere, no. Uccideranno te. E io... non voglio.»

Alzò una mano, portandola su una sua gota. Harry aveva la pelle secca, e sotto le dita sentiva chiaramente le croste dei tagli che non erano stati curati a sufficienza, nonostante le Draco avesse fatto il possibile. «Lo so, ma... cosa dovrei fare? Non so davvero, Harry, davvero cosa fare. In pochissimi giorni mi è caduto il mondo addosso, ho fatto cose che neanche ricordo, ti ho visto da bambino e non sono riuscito ad ucciderti, e adesso non riesco a pensare ad altro che a portarti via da qui. Questa è l'unica cosa che posso fare. E che devo. Te lo devo.»

Non gli diede il tempo di rispondergli. Gli fece cenno di stare in silenzio, mentre salivano le ultime rampe di scale che li avrebbero portati nel salone. Superato quello, se solo fossero riusciti ad aprire una vetrata, la strada sarebbe stata tutta in discesa, a quel punto. Dovevano solo cercare di fare silenzio e sperare di non incontrare nessuno lungo il percorso.


Forse, però, Draco aveva sottovalutato molto la questione. O meglio, aveva sottovalutato il Signore Oscuro.

Doveva immaginare che Lui si sarebbe aspettato una mossa del genere. Aveva già capito che era a conoscenza dei suoi viaggi nel tempo, ed era a conoscenza del fatto che non era stato in grado di uccidere un moccioso di otto anni e che non era per niente contento di come erano andate le cose in quel futuro. Anche uno sciocco lo avrebbe capito: chi tradiva, poi non desiderava rivedere la persona che aveva tradito.

Merda.

Fu questo quello che pensò, quando non appena lui ed Harry misero piede nel salone, a dar loro il benvenuto fu proprio il Signore Oscuro, che distrattamente Draco pensò che neanche sarebbe dovuto essere in casa sua, ma passò in secondo piano, quando lo vide giocherellare con la sua bacchetta.

Il Signore Oscuro sapeva, e aveva sempre saputo. Lui era stato solo uno sciocco a non pensarci prima... e a sottovalutarlo così.

«Ci hai messo relativamente poco, mio giovane Draco. Credevo ci sarebbe voluto più tempo prima che tu raccogliessi il coraggio necessario per osare tradirmi.»

Draco non rispose. Ma senza neanche accorgersene, si mise di fronte ad Harry, coprendolo con il suo corpo. Voleva proteggere quel bambino al quale non gli era riuscito far del male, e voleva proteggere ancora di più quel ragazzo che in quella vita aveva amato e tradito.

«Devo ammettere che speravo tanto tu non lo facessi. Ma, ahimé, te lo si leggeva in faccia, che questo futuro non era affatto di tuo gradimento. Ma fino alla fine, avevo sperato che tu, ragazzo, fossi leggermente più intelligente di quello sciocco di tuo padre.»

Draco deglutì, cercando una soluzione. Poteva distruggere una delle vetrate e lanciare Harry contro una di queste, lasciandolo così scappare. Avrebbe davvero trovato il coraggio di sacrificarsi così? Al solo pensiero, sudò freddo.

«Non volevo arrivare a tanto, Draco. Ma non mi lasci altra scelta. Ma prima di ucciderti...» Il viso serpentino del Signore Oscuro si tese in quello che sembrava un sorriso, o un ghigno, e puntò dritto la bacchetta su di lui, «Crucio.» disse, come se stesse parlando del tempo.

«No!»

Si sentì spingere e cadde per terra, riuscendo chissà per quale miracolo a non perdere la presa sulla sua bacchetta. Il raggio rosso della Cruciatus colpì Harry, che iniziò a contorcersi sul pavimento senza però emettere alcun suono. Draco lo guardò con occhi sgranati e impauriti, la lingua che si stava attorcigliando per la paura e sembrava che gli stesse bloccando il respiro.

Il Signore Oscuro non fermò l'incantesimo neanche comprendendo di aver mancato bersaglio. Scosse solo tristemente la testa, come se fosse dispiaciuto in modo particolare dalla piega che stavano avendo gli eventi.

Quando liberò Harry dalla Cruciatus, Draco capì che ormai non c'era più nulla che lo avrebbe salvato dal dolore e dalla morte, stavolta. Sapeva che stava per morire, ma non vide scorrere davanti a sé tutta la vita, come spesso si diceva in quelle circostanze. Invece, vide chiaramente qualcosa brillare tra le pieghe nere della veste del Signore Oscuro – un bagliore dorato che sapeva di scappatoia. E seconda possibilità.

«Avada Kedavra!» gridò, la bacchetta puntata verso di lui, sotto il pianto sommesso di Harry, nello stesso momento che lui agitò la sua bacchetta e urlò: «Accio Maelstrom!»

Il ciondolo d'oro finì tra le sue mani, e non riuscì neanche a pensare in modo completo Privet Drive n°4, 1988 che la spirale d'acqua lo infranse in pieno un secondo prima che il raggio verde della Maledizione Senza Perdono lo colpisse, lasciando solo una bruciatura nel punto preciso dove poco prima c'era il suo corpo.


Scusami. Scusami. Scusami.

Ti ho lasciato lì, ti ho abbandonato di nuovo.

Dovevo portarti via, invece sono scappato come il codardo che sono sempre stato.

Scusami, mi dispiace!

Ma sto per rimediare, non preoccuparti, Harry. Abbi solo un altro poco di pazienza.

Non saremo amici, e ti salverò da me.





Spazio Autrice.

Mi scuso terribilmente per il terribile (?) ritardo, ma sono stati mesi infernali per me e non ho avuto proprio tempo per le fanfiction. 
Chiedo perdono anche se per caso troverete qualche errore di battitura o cose così, ho riletto ma non più di tre volte quindi ci sta che mi sia lasciata scappare qualche svista.
Ringrazio tantissimo le persone che hanno recensito lo scorso capitolo! Appena ho un attimo di respiro dagli impegni, vi risponderò il prima possibile. Siete comunque tanto amorevoli, e lo sarete ancora di più se, dopo tutto questo tempo, ancora seguite questa storiella che sta arrivando agli sgoccioli!

Emily.

  
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